Carlo Bertani blog: un piccolo spazio aperto sul mondo, qui e sul sul mio sito, www.carlobertani.it..e adesso http://italianzihuatanejo.blogspot.com/
11 settembre 2013
Noi, voi, loro. E la necessaria rivoluzione (parte prima)
Sono stato assente da queste pagine un po’ di tempo: no, non sono andato alle Maldive od a Mauritius e me ne dispiace un po’, anche perché non avevo i soldi per andarci...e quindi va bene così. Si fa per dire.
Ho fatto due bagni in quel di Noli, un po’ di lavoro sulla barca – Dio! Mi sembra la fabbrica del Duomo! – ed ho dormito. Tanto.
In più – perché sono anch’io uno sfigato della riforma Fornero – ho scritto qualche articolo per un blog d’insegnanti che speravano d’andare in pensione, ed è questa esperienza che dobbiamo analizzare, sulla quale è necessario riflettere. La strategia, la politica, il senso stesso del nostro scrivere e vivere parte da qui, dall’incontro con la gente “comune”, che non è mai quella del Web, che dista (e distano) anni luce.
Brevemente vorrei raccontare la mia esperienza che è stata, per certi versi, sconvolgente: abituato – come faccio sul mio blog – a cancellare subito chi insulta o ha un atteggiamento inutilmente aggressivo (insomma, i troll) – ho finito per ritrovare soltanto le “menti elette”, le quali discutono ovviamente solo di massimi sistemi.
E – si badi bene – quasi tutti i siti od i blog di controinformazione sono così impostati: parli di scie chimiche o di HAARP sicuro di non essere frainteso, oppure di politica medio-orientale partendo dal Trattato di Sèvres o da Thomas Edward Lawrence e ti sembra normale. A quasi tutti gli altri sembra normale: al più, si dissente sugli esiti storici di quelle vicende, oppure su particolari giudicati poco importanti e rivelatisi invece decisivi.
C’è poi l’antica dicotomia destra/sinistra sulla quale talvolta ci dividiamo e scateniamo tempeste di sabbia: ma sono sempre (almeno, quasi) accessi verbali dovuti alla veemenza, al credere alle proprie idee che – in qualche modo – continuano ad esistere.
Invece, per partecipare, per dare una mano in una vicenda d’ingiustizia palese (ammessa, beffardamente, anche dagli attuali camerieri della politica) mi sono sentito come un pesce spada in un torrente, oppure come un leopardo in un parcheggio sotterraneo. Fate voi.
Ho soggiornato per quasi un mese in mezzo a persone che commentavano così: “Il nostro diritto è sacro, i nostri parlamentari devono alzare la voce” oppure “Scriviamo tutti un telegramma al ministro Carrozza”, o ancora “Che fine ha fatto il nostro avvocato? Quando si riunisce, finalmente, la Corte Costituzionale?”
I “nostri” parlamentari...il “nostro” ministro...la “ineccepibile” Corte Costituzionale...
Non sono proprio stupido da non capire cos’è l’Italia – fermo subito la veemenza dei vostri commenti – ma capirete bene che una simile situazione merita un briciolo d’analisi: altrimenti, andiamo tutti a pescare, alla spiaggia, ai monti secondo le proprie preferenze e chiudiamola lì.
Bisogna riconoscere che, ogni tanto, qualcuno che aveva la vista più lunga appariva e commentava, argomentando la propria sfiducia e sconsolazione nei confronti della classe politica: spesso, veniva subissato d’improperi, oppure cancellato. A me, addirittura, cancellarono un articolo: salvo poi, quando la situazione è precipitata (nessuna pensione al 1/9/2013) riconoscere che avevo previsto tutto: il giorno dopo, da capo con le lettere ed i telegrammi a quel politico o ministro.
Spero d’aver fornito un quadro abbastanza veritiero per partire con un’analisi – ricordiamo che i commentatori erano, per lo più, insegnanti, quindi persone (in teoria) con mezzi per comprendere la realtà (forse) superiori alla media, con conoscenza delle lingue straniere, ecc – che sarà per certi versi sconcertante ma utile per capire l’Italia di oggi, il suo precipitare in un abisso del quale non s’intravede fondo.
Il primo punto è banale: la Tv, non ci perderemo troppo tempo. E’ tutta gente potentemente “televisionizzata” e solo il 10% affidava le proprie conoscenze (sullo specifico problema) ad un “tutto Web”. Per questa ragione erano preda di tutte le mezze bugie che il potere confeziona per partorire poi la solita, mezza verità: il consueto gioco, lo stanno mettendo in campo anche per la Siria.
Sono circa 13 anni che non guardo la Tv, però mi sono sorpreso non poco – ascoltando il mio medico – affermare “Allora, tutto risolto: ti mandano in pensione...” La potenza del mezzo televisivo – signori miei – è intatta o solo minimamente scalfita. Significa che il nostro lavoro è incompleto, confuso negli obiettivi oppure inattuabile: non ci sono altre possibilità.
Ci sono quindi un problema sociologico ed uno politico che configgono apertamente e fragorosamente nella società italiana, ma che non giungono mai ad emergere, al massimo spostano un poco le intenzioni di voto.
Come tutti sapranno, Berlusconi è in ripresa, il PD in discesa, il M5S in leggera discesa e SEL in salita, se la cosa vi interessa: più importante è l’analisi delle strutture istituzionali.
Partita nel 1948 con una legge elettorale proporzionale che doveva eleggere i propri rappresentanti – i quali avrebbero eletto il Capo dello Stato come garante delle istituzioni e nulla più ed una Magistratura indipendente – siamo giunti al rovesciamento dei termini: il Capo dello Stato appare sempre di più il vero Capo del Governo, il Governo è solo più una delle tante cinghie di trasmissione degli apparati esterni (Mafia, Massoneria, poteri esteri, economici, ecc) ed il popolo non elegge più nessuno.
Insomma: ditemi se questa situazione non ha tutti i connotati di una dittatura. Nemmeno poi troppo mascherata.
Ad una dittatura come si risponde?
Pare che gli italiani non riescano a riconoscerla, oppure non trovino i mezzi per opporvisi, o ancora stiano troppo bene per farlo o rimuovano il dolore e lo cicatrizzino con il classico panem et circenses. Probabilmente, un mix di questi fattori.
Ma la situazione si fa sempre più seria: i cervelli in fuga, la scuola ridotta ai minimi termini, la FIAT declassata ad “azienducola” (dai 350.000 dipendenti degli anni ’70, azienda+indotto, agli attuali 35.000 di Mirafiori senza un’idea, un futuro, una lampadina che s’accende da qualche parte), e poi l’attacco internazionale a tutto quel che si muove e che fa gola. Imprese dell’agro-alimentare, cantieri navali, medie imprese, ecc.
Operiamo una breve divagazione nel mondo naturale.
In natura, quando un essere è malato – generalmente – muore. Si può rispondere che (trattando della vita selvatica) noi non possiamo accorgerci dei piccoli malanni degli animali, ed è vero: probabilmente, un capriolo che ha ingoiato qualcosa che non doveva, per un paio di giorni non mangia e guarisce.
Nel regno degli insetti – perlopiù a noi invisibile – le tragedie (da noi così percepite, per loro è la normalità, ma non ne sono coscienti) sono all’ordine del giorno: basta un periodo di siccità perché tutti i nematodi muoiano, disseminando però – prima della fine (che loro non percepiscono come tale) – di uova il terreno. Così le specie sopravvivono.
Esiste un parallelismo con la specie umana? Sì per le circostanze, non per gli esiti: almeno, fino ad oggi.
Le circostanze sono le stesse ma, a differenza di un nematode, l’uomo può innaffiare un terreno e mantenerlo umido: in altre parole, l’uomo interviene nello svolgimento degli eventi e cerca di ammansirli ai suoi bisogni.
Per svolgere questa opera di dominazione sugli ambienti naturali, l’uomo ha codificato una serie di comportamenti e li ha definiti “leggi”: poi, per tentare d’uniformare (basilare fu la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e, prima, l’Habeas Corpus) i comportamenti sotto i vari cieli provò ad emanare delle leggi universal/nazionali: le Costituzioni.
Dove valgono le Costituzioni?
Non staremo ad inguaiarci nella Storia della Colonizzazione e della Decolonizzazione ma, oggi, se malfermi barconi giungono fino alle nostre coste, qualcosa in quei luoghi avverrà pure. E lo sappiamo anche: il Ciad è un Paese devastato da Areva e dai francesi, con chilometri di strade a fianco delle quali è stato depositato un muro di scarti della depurazione dell’Uranio, e i bambini muoiono come mosche. Il delta del Niger è stato trasformato, dall’industria estrattiva, in una specie di Inferno Dantesco: si poteva far meglio, ma costava di più! La Somalia, da mezzo secolo, è tutta una “Via Pal” per gli scontri di bande e non se ne vede l’uscita.
E poi l’Egitto nel suo dilemma ex-ottomano, il Sudan con l’eterna questione religiosa, il Marocco con la sua povertà endemica, ed il resto dell’Africa – quasi tutto – nella disperazione.
Dall’Algeria non vengono profughi e nemmeno dal Sud Africa: arriveranno anche i libici? Siamo degli specialisti: dove esiste un governo che, almeno, riesce a governare ed a distribuire ricchezza sufficiente, noi diciamo che non va bene. Troppo poco democratico: Gheddafi Kaput. Adesso tocca ad Assad: vedremo come andrà a finire. Così, avremo anche i profughi siriani.
E noi europei: chi siamo, cosa contiamo, cosa possiamo aspettarci, qual è il nostro posto?
Fino a qualche tempo fa – pochi anni – il nostro ruolo era di consumatori inconsapevoli: l’unica cosa che importava era che l’apparato produttivo dei BRICS fosse sempre sorretto dalle nostre compere. Così recitava il Gotha dell’economia globalizzata, da noi la gente che s’è appena riunita a Cernobbio (Casaleggio compreso) la quale non aveva altro obiettivo che far rendere al massimo gli investimenti azionari in Oriente.
Oh, le sviolinate dell’ing. De Benedetti! Non passava mese senza un suo intervento che magnificasse la Cina...la quale produce tot, laurea tot, investe tot...eccetera...non una parola sul disastro ambientale e sociale cinese: una catastrofe, ma non si deve dire, s’ha da guadagnare.
Poi, l’economia americana ha iniziato a dar segni di ripresa e noi non eravamo poi così necessari: squinternato il Mediterraneo dalle rivolte arabo-americane, bisogna mettere un po’ a posto l’Europa perché renda anche lì investire, non si sa mai.
Qui nasce la svolta dei PIIGS e tutto quel che ne consegue: la divisione dell’UE in due zone ben precise, ossia l’influenza germanica su tutto, ma con diversi accenti. Mentre le economie dell’Est sono – in qualche modo – “assistite” dal Reich (investimenti, manodopera a basso costo, ecc) le “antiche” economie del Sud vengono saccheggiate e le popolazioni depredate.
E’ risaputo che la nostra libertà – dopo il 1945 – è sempre stata una libertà vigilata, ma qui s’è fatto un ulteriore passo: siamo sotto due talloni in accordo fra di loro, ma ben distinti. In altre parole, alla Germania viene riconosciuto da Washington il diritto/dovere di dominazione incontrollata sul Sud Europa: si salva la Francia, perché è l’unica dotata di armamento nucleare, e in questi giorni si vede cosa significa poter contare su una politica di potenza.
Fatto è che, per l’Italia, non ci sono risposte, per la popolazione il “silenzio” dell’attuale governo sulle tematiche sociali significa solo una cosa: i signori di Cernobbio dominano su Governi ed apparati, incontrastati.
Quale può essere la risposta delle popolazioni?
Torniamo per un attimo al mondo naturale.
Quando una popolazione stanziale esaurisce le risorse, oppure eventi naturali inconsueti (incendi, allagamenti, la mano dell’uomo, ecc) le esauriscono, è un dramma. Eppure, queste popolazioni non s’abbandonano alla morte per inedia: i maschi si pongono in testa alla colonna (osservate, ad esempio, gli ovini) ed iniziano una migrazione necessaria, anche se rischiosa. Sanno benissimo che i rischi saranno tanti e non tutti giungeranno alla meta: predatori, incidenti vari, semplice sfinimento assottiglieranno la colonna, ma non c’è soluzione.
L’uomo “moderno” ha smarrito nei secoli la percezione del pericolo e la conseguente necessità di “migrare”: in qualche modo, i ragazzi che vanno all’estero a lavorare sono stati obbligati a riscoprirla. Ma non basta: e quelli che restano?
Quella bazzecola di una cinquantina di milioni d’italiani – mal contati – che si trovano a dover mantenere un milione di politici od assimilabili, a foraggiare cinque livelli di governo (Governo, Regioni, Province, Comuni e Circoscrizioni/Comunità Montane) più tre o quattro Mafie organizzate sul territorio e le Massonerie varie di contorno?
Quegli italiani – giovani – che lavorano per meno di 1.000 euro il mese, che non hanno la possibilità di metter su casa e convivere/sposarsi, né di fare un figlio? E gli altri italiani – vecchi – che devono lavorare fin quasi a 70 anni e poi morire subito per non pesare troppo sui “conti”?
Ci stanno massacrando: questo è un genocidio organizzato e studiato a tavolino. Non per nulla aumentano i casi di depressione/suicidio fra le fasce più giovani e quelle più anziane della popolazione – mascherate ora come “immaturità” o “senescenza” – semplicemente perché la popolazione è sottoposta ad uno stress senza limiti.
E’ dunque scorretto parlare di rivoluzione, ancorché violenta? Bisogna iniziare a parlarne, e lo faremo.
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31 commenti:
Tempo fa guardavo un video sul Fatto Quotidiano in cui un intervistatore si aggirava per la festa dell'Unità domandando ai militanti cosa ne pensassero del governo di larghe intese, e dei continui cedimenti del PD alle richieste di Berlusconi. La cosa che colpiva di più era la totale assenza di critica dei militanti nei confronti del Partito. Difronte alle domande allargavano le braccia e accusavano il PDL dello stato dei fatti. L'impressione che ho avuto è che si rifiutavano di accettare il fatto che il Partito non esisteva più. Quindi, oltre all'indottrinamento dei media, c'è anche il rifiuto -forse per paura delle conseguenze?- di guardare in faccia la realtà.
Il problema dunque, non è solo relativo alla qualità dell'informazione, ma anche alla volontà di farsi carico delle implicazioni insite nella presa d'atto che un mondo è finito.
E' vero massimiliano p, una parte del PD (ne conosco anch'io) ti parla sempre come se il PCI-PD fossero quasi la stessa cosa - fatto che, se analizziamo in profondità, è vera - ma nel senso che citava Preve "bestione metaforico" (il PCI).
Oggi, l'unica differenza è che è venuta meno l'alleanza con Mosca, ma per il resto l'allora PCI era bravo a sbandierare tanto ed a non far nulla.
Ammetto che la cosa si è fatta più smaccata nel PD (che ha sposato "in pubblico" il manifesto liberista) ma proprio per questo la differenza non viene percepita dai militanti.
In fin dei conti, il livello dei dirigenti è talmente basso che quasi si confonde con gli eletti: una "democrazia" interna calcolata al ribasso.
E' un vero partito "popolare", come no.
Ciao
Carlo
Era talmente evidente per me l'inutilità del PD, da non aver considerato che per i militanti esso assolve ancora alla sua funzione classica di partito. Incredibile, ma è proprio così. Però ammettiamolo, nella situazione di oggi, se confrontata con quella del PCI, il livello di rimbambimento è pressoché totale.
Grazie per lo scambio
Ciao Carlo,
2 cose:
1) mi sa che le casalinghe di Voghera sono piu' di quanto si supponeva, e non votano solo il berlusca
2) dai toni e parole ti avvicini molto a quello che dice Barnard, avete pienamente ragione ma il popolo italiano forse e' troppo rincoglionito, io per primo. L'unica cosa che ho fatto e faro' finche potro' e' votare per 5* ...
Beh...MattoMatteo, ognuno di noi ci ha sperato nel M5S...poi...fanno anche dei passi falsi e poco comprensibili: chi glielo ha ordinato a Casaleggio d'andare a Cernobbio?
Lo so che sembra utopia parlare di rivoluzione, ma dai tempo al tempo: il mio editore, un tempo, mi diceva: Carlo, tu non vieni capito, sei troppo avanti sui tempi...
Chissà se aveva ragione.
Ciao
Carlo
nelle ultime 5 ore ho sentito la parola "rivoluzione" uscir di bocca a persone su cui mai avrei scommesso potesse, 'na cosa tipo sentir fischiettare una mucca, una nuova stirpe? I rivoluzionari col SUV
e non penso sia auspicabile, detta revolução
dato il livello di consapevolezza diffuso s'assisterebbe principalmente ad un imbarbarimento diffuso, saccheggi, le peggio cose
a cio' che gli idioti chiamerebbero anarchia, quand'invece
con cio' non intendo affermare che non possa sopraggiungere la condizione per cui, solo che c'e' da augurarsi non accada
voglio dire, dopo pranzo meglio un sonoro rutto di una lavanda gastrica
questo alla luce del fatto che pare tanto noi si sia assai ganzi a trovar puntulamente cure assai peggiori al male, quindi oltre le tre persone non sarebbe gruppo ma branco
eppoi la storia, dico
che ci sia, ok, ma individuale, che par tanto brutto voler cambiar le cose a forza anche agli altri
Ciao a tutti
Rivoluzione?
Cosa devo fare?
Sono mesi che prima di dormire penso a scenari di guerra
civile e cerco di immaginare come mi comporterei.
Io mi dichiaro Arruolabile
:-)
Per noi che volevamo cambiare il mondo, la scuola, la famiglia, ed anche la politica è giunto il tempo della disillusione.
La politica è stata fagocitata dalla finanza, che sa di poter contare sull'inestinguibile avidità dell'uomo.
Il mondo è sempre più violento, l'arroganza dei potenti sempre più sfrontata, ora non si nascondono neanche più, agiscono e parlano alla luce del sole, presidenti e papi hanno inneggiato pubblicamente al Nuovo Ordine Mondiale (i Bush padre e figlio, Ratzinger, Napolitano...).
Le Costituzioni vengono allegramente stuprate e svillaneggiate - Barack Obush con la sua si è pulito...i denti!-, la giustizia è inesistente, privatizzata com'è da lobbies di potenti e di massoni collusi coi poteri forti e con le cosche, tranne qualche sporadico esemplare che viene ridotto al silenzio, destituito, trasferito.
La democrazia si è trasformata in un fascismo liberale, sia negli USA, sia in Europa.
Le guerre sul pianeta si moltiplicano e si allargano, per l' iperbulimia incosciente e bestiale dell'Impero.
Perfino le rivoluzioni arabe vengono pilotate dai magnati (Soros), dalla CIA, dal Mossad.
Conviene scendere dalla nuvoletta, e prendere atto che questo è il mondo che noi tutti abbiamo costruito coi pensieri, le azioni, con la passività e l'ignavia.
Da qui può iniziare la sola rivoluzione possibile, la rivoluzione delle coscienze.
Il risveglio è duro, ma salutare.
Da un nuovo se stesso può nascere un mondo nuovo, finalmente umano.
A mio parere, quella rivoluzione delle coscienze di cui parla Eli è il prodromo necessario per far sedere attorno ad un tavolo alsalto ed unknow e farli spiegare.
E' vero che la disillusione è massima, e con essa la disperazione venata di gelido cinismo, ma è anche vero che arruolarsi oggi significa far la fine delle BR.
Per tirare delle conclusioni aspettate la seconda parte, ma cominciamo a ragionarci sopra.
Carlo
E' il mio primo commento su questo blog, perciò colgo l'occasione per attestare la mia stima a Carlo Bertani per i suoi articoli che ho iniziato a leggere tramite Comedonchisciotte, diversi li ho pure condivisi sulla pagina fb "Noi i Giardinieri di Gaia" che amministro.
Credo che non solo il "nostro" (non lo è in fondo...) paese, ma anche il mondo intero, la sua civiltà sia giunta in territori pericolosi...
Tutto il "sistema" è divenuto ingestibile ed irriformabile, dal mio punto di vista, non c'è modo per le persone più avanti come Carlo e tanti altri che ho apprezzato negli ultimi anni, di incidere veramente influenzando il cambiamento!
Diversamente penso che le migliori energie umane dovrebbero ritrarsi e mettersi da parte per la "ricostruzione" che avverrà dopo la necessaria distruzione.
Non è questo tempo per gli eroi, ma per i lupi i quali devono poter svolgere il loro compito...
Saluti ∞Conan∞
Trovo il commento di Eli ed il mio precedente perfettamente sovrapponibili.
Se poi dal mio traspare del gelido cinismo e' a causa di come i termini s'imbastardiscano ed assumano il valore negativo tramite il quale il "potere" se li vorrebbe fottere.
Nella fattispecie allo stesso termine "cinico" vi si attribuisce chiara connotazione negativa, invito quindi a riappropriarsi del vero significato del termine e a riscoprirne la reale natura.
Che i cinici, con Diogene di Sinope in testa, non attirassero le simpatie del potere costituito e' cosa risaputa. Questo per via della loro sfrontatezza anarchica, il rifiuto dell'autorita' a favore dell'autorevolezza e via dicendo. Ma non son di certo io a dover raccontare nulla di tutto cio', son cose alla portata di chiunque le volesse far proprie.
Certo che assistere a Diogene che manda in culo Alessandro Magno...hohohohoh.
Mappoi ci sara' proprio di che sentirsi macchiati d'infamia ad essere appellati cinici se cinismo significa:
contrastare le grandi illusioni dell'umanità, ovvero la ricerca della ricchezza, del potere, della fama, del piacere.
ricerca la felicità, una felicità che sia vivere in accordo con la Natura.
Il cinismo esalta la autarchia.
Cordialmente.
Tendenzialmente, le rivoluzioni vengono dagli strati sociali afflitti da tutti i mali che dici tu, Carlo, ma nel passato esistevano due vantaggi, oggi in Europa assenti: analfabetismo di massa e proletariato giovane e diffuso su larga scala.
Mi duole dirlo e tu come insegnante/educatore ne sei al corrente: la scolarizzazione è un afreno alle nascite - lungi da me il propinare una sovrappopolazione a danno dell'eco-sfera - ed è un mezzo molto pervasivo di indottrinamento, usato per propagandare la bontà di questo o quel sistema politico più o meno coercitivo. (e qui intendo tutte le 50 sfumature di tirannia ivi compresa la tanto decantata democrazia).
Tu citi la Rivoluzione, immagino, sottintendendo che il tentativo è già stato sviluppato nella teoria e nella prassi - diciamo tra il 1789 e il 1989, per non estendere lo sguardo storico alla formazione degli imperi sacri e profani - sapendo che il fallimento fu inevitabile e non auspicato.
L'ultima grande forma di credo che ha avuto il 10% di fedeli consapevoli e illusi e il 90% di poveri straccioni molto meno creduloni dei loro dominatori, è morta e sepolta in qualche trafiletto a piè di pagina nella grande maggioranza dei libri di testo che presto non la citeranno più con il suo nome: comunismo. (continua…)
Se è per questo, ad oggi nemmeno il Mercato è più credibile, anzi, temo, come il Preve giustamente sottolinea, che la fase che stiamo attraversando sia caratterizzata dal disimpegno totale, dalla soddisfazione di bisogni immediati che conducono all'oblio ricercato, alla distrazione dal mondo in tutte le forme possibili e perseguibili.
Il tutto condito da una sorta di nichilismo che ha superato di gran lunga la Weltanschauung nicciana; un disinteresse forgiato su un individualismo, direi, protettivo, che trasfigura il mondo in uno spettacolo, in un mokumentario, come si definisce oggi nella cinematografia di genere, che sembra vero, ma in realtà contiene una palese distopia dell'informazione.(e questo vale anche per le religioni monoteiste e simili utopie consolatorie che rendono meno doloroso l'esistere e il co-esistere degli umani)
C’è chi la chiama Matrix, chi Maya, chi controllo delle menti e dei corpi da parte di sette, sovra-aggregazioni di psicopatici con il pallino della magia nera e del dominio woodoo o dell'uso della schiavitù come antidoto alla noia dei fanta-ricchi: io la chiamo follia omicida/suicida, perché non avvantaggia nessuno e dico proprio nessuno.
La rabbia che dovrebbe scaturire dal singolo per poi propagarsi come una scintilla preannunciante una detonazione nei popoli - e penso che Elias Canetti nel suo Massa e potere ci abbia elucubrato un po' su - è costantemente disinnescata dalla pervasività dell'informazione che a breve sarà considerata alla stregua di un mito.
Se vogliamo parlare di colonizzazione, parlerei di questo innesto costante di meta-pensieri pre-digeriti che ci intossicano la mente e di banali opinioni nel fitto sottobosco delle buone o cattive intenzioni del "tutto web" che ci conducono per manina fuori dalla nostra coscienza che è il fulcro di ogni sana discriminazione o dovrebbe esserlo.
Il mondo non sembra lastricato di buone intenzioni, ma di morti sul campo della disperazione, di stupidi ottimisti in pantofole con un reddito pro-capite largamente sopra la soglia di povertà, bastardi senza gloria e mutilati nelle più elementari forme espressive della libertà, quella vera, non quella sventolataci sotto il naso dalle multi-nazionali.
La rivoluzione più “violenta” che mi è capitata di intravedere in una riflessione del tutto borghese, se ancora si può usare questo termine almeno nelle intenzioni di pasoliniana memoria, è la riconciliazione nell'amore tra un uomo e una donna diversi nel ruolo sociale, nella condizione economica, culturale, nelle aspirazioni che un magistrale film come "La Califfa", di cui ho letto il romanzo, ha mostrato nei suoi bei cromatismi ancora analogici.
In questo tempo di involucri di carne che marciano ciechi e storpi verso la fine dell'individuo ad opera dello stesso egoismo universale, che non contengono nulla se non il loro smarrimento, è giusto che si inizi a pensare alla passione, senza la quale non ci sarà mai più un radicale cambiamento.
Questa mia esternazione che, a ben guardare, un senso non l'ha, è sicuramente un monologo sui massimi sistemi, ma se né in me né in altri sento scorrere il sangue nelle vene, ditemi: che razza di anemica rivoluzione si potrà mai iniziare e condurre a termine?
Ciao
m.
Il punto è, caro MaxBlandino, che quella scintilla sarà innescata da quegli stessi che oggi controllano, condizionano governi di tutto il mondo: il capitalismo finanziario, per sua natura, contiene in se la sua logica deduttiva di necessità implosiva.
E la rete, necessaria (per le utilità economiche che loro derivano) anche per loro, avrà, anzi sarà lo strumento decisivo per un altro tipo di rivoluzione, fuori dagli schemi storicamente disegnati.
E, intanto, cosa fare? Semplice: cercare, come sempre di continuare, ciascuno a suo modo, dare conoscenza e scienza dei fatti...
Buon Cammino
Doc
"l'uomo non è solo in questo abisso"
(citazione parafrasata)
L'individualismo è una bugia ben confenzionata e serve per rendere tanti uomini schiavi (del potere, dei soldi, degli acquisti, del superfluo,del cibo, dell'alcool, droghe, blogs, ecc...).
Nessuno è autosufficiente ancor di più in campo psicologico, mentale, spirituale.
Negare lo spirito è un'altra azione contro la verità.
La società umana non è autosufficiente come non lo sono i singoli individui. Forse , la società umana, potrebbe avere momenti di autosufficienza per quanto riguarda le cose materiali (fino all'esaurimento delle risorse del pianeta) ma sicuramente mai in quelle mentali, psicologiche, spirituali.
Asimov ha scritto una trilogia (o forse più) dove descriveva una scienza (perfetta) dello studio delle masse. Scienza che funzionava con tutte le razze della galassia fuorché con la razza umana.
La razza umana era l'unica che con l'aumentare della massa sociale, invece di aumentare comseguentemente anche la forza psicologica, la diminuiva...
Me la sua era fantascienza...
Se l'uomo si sente solo ed abbandonato e pensa, come soluzione, alla rivoluzione bisognerebbe dirgli, invece. la verità.
La rivoluzione della verità non usa armi ed è lenta, progredisce per generazioni, ma è l'unica che, se applicata con costanza, risolve.
Ovvio che bisogna iniziare da subito visto e considerato
che siamo da diverse generazioni nella rivoluzione della menzogna.
saluti
RA
Allora, come ricerca della verità, quale unico strumento per una rivoluzione culturale, occorre cominciare a sviscerare la questione della proprietà dalla moneta partendo da questa elementare domanda:
di chi è l'euro???
Doc
Per me il danaro è "del diavolo"
anche se posso sembrare un matto io la penso così...
Comunque per il mondo attuale il danaro è un mezzo per scambiarsi non solo cose materiali ma anche e sopratutto (e purtroppo) cose immateriali come il tempo, o meglio il tempo (breve) della nostra vita.
Di chi è l'euro?
Di chi lo scambia.
Tu pensi che non sia così?
Forse hai ragione, ma solo in parte.
Se il petrolio si scambiasse in euro allora l'euro sarebbe di chi ha il petrolio.
Come mai il petrolio si scambia in dollari ed i dollari, invece che dei produttori del petrolio, sono degli statunitensi?
(nota disambigua: il petrolio è la principale fonte di energia e di prodotti derivati del pianeta, ergo la "cosa" che si usa per scambiarlo automaticamente diventa la "cosa-moneta" più forte)
Secondo me questa è la vera domanda.
Poi c'è un'altra domanda che è in merito alle banche, mi hanno detto che devo dire banche commerciali, ma io non sono esperto e per me sono tutte uguali.
Le banche hanno utilizzato la moneta in modo da sbilanciare la "proprietà" della moneta a loro favore.
Andrebbero fermate e, almeno in questo, andrebbero chiuse.
Ritorno al mio personale pensiero da matto: è molto (da quando avevo l'età della ragione sic!) che penso che le banche debbano essere tutte soppresse e che non si debbano applicare nessun genere di interessi su qualsiasi forma di prestito di danaro. Il danaro è un mezzo e per questo non deve generare interessi per nessuno.
saluti
RA
La nostra costituzione stabilisce che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti stabiliti...
Ora il punto è che stampare monetà è stata sempre una prerogativa dello Stato che ne garantiva il cambio: infatti prima sulle banconote era scritto "titolo esigibile dal portatore".
Nello stato borbonico, quello tanto vituperato come retrogado etc.., il valore nominale della moneta circolante era garantito da pari quantità di oro o argento nei depositi dello stato.
Lo stato sabuado,quello del padre della patria cavour, che aveva le pezze al culo, non garantiva un bel tubo...era carta straccia in quanto lo sttao era pieno di debiti, e non solo per le campagne di guerra del cavour: serviva un salvadanaio da conquistare.
Successivamente l'oro è stato sostituito dalla riserva integrale.....ma dopo, come oggi no: oggi esiste la riserva frazionaria ( mi pare scesa al 2%) che permette alle banche di operare da truffatori creando moneta dal nulla...
Inoltre oggi tutte le banche che stampano moneta sono PRIVATE!!!
Per brevità ti consiglio di cercare in rete ( io ti consiglio moneta nostra e un'altra moneta..ottimi per capire la truffa)
Ah dimenticavo...importante è capire che la banconota assume il valore nominale nel momento che esiste la fiducia dell'accettante, altrimenti vale esattamente il valore tipografico..
Doc
Le cose si stanno facendo interessanti ...
per fare la rivoluzione ci vogliono i rivoluzionari...
30 milioni su 60 vanno scartati perchè ancora credono che con l'usi di una matita ogni 5 anni si possa cambiare qualcosa
eliminiamo altri 10 milioni di persone a cui non frega un cavolo perché ha così tanti risparmi in banca da sopravvivere altri 20 anni
insomma a fare la rivoluzione ci sarebbero 4 gatti che litigano fra loro dicendo : io sono un rivoluzionario di destra l'altro di sinitra, un altro un rivoluzionario liberale e per ultimo ma non meno importante il rivoluzionario vegan-new age rettiliano
ah povera Italietta
p.s. sfido chiunque a dimostrare il contrario di quello che ho scritto
lelamedispadaccinonero.blogspot.it
Io non appartengo a nessuna delle tipologie indicate.
Cari amici,
ho rischiato di morire due volte in una settimana, perciò...datemi un po' di tempo per riprendermi...
Carlo
Oh Carlo,non ci fare brutti scherzi. A dire il vero mi sembrava un po' strano questo silenzio.
Spero che adesso tutto stia andando per il meglio, e prenditi il tempo necessario per rimetterti.
Ciao
Massi
cos'hai Carlo?
come và?
e a quale appartieni?
Il problema è tuo non mio: se fai delle ipotesi che assumi a verità allora basta non soddisfare nessuna di quelle ipotesi per affermare che quella teoria è falsa!!
Per semplificare e specificare:
a- non appartengo alla prima categoria per tanti motivi troppo lunghi da specificare ed enumerare..
b- la seconda? non ne parliamo è ridicola: mi sono dovuto decidere ad accettare a 70 anni la pensione sociale da 389,90 euro mensili da questo non-stato a cui è stata ridotta l'Italia dal 1861 ad oggi..
c- non appartengo a quei eventuali 4 gatti che si scontrano su chi è dx e/o di snx: i miei valori principali di riferimento - ma non tutti- sono contenuti nella prima parte della Costituzione.
Cambierei certamente, oltre a qualche piccolo refuso, ad esempio l'art. 1 premettendo alla parola lavoro almeno: la libertà di scelta ...
Concludendo: la rivoluzione diventa operativa nel momento in cui esiste formalmente e sostanzialmente la liberta di scelta di fare qualsiasi kz di lavoro senza dover sottostare a regole/regolucce/cavilli/et.etc.
Solo così torneranno i poeti, i filosofi, gli intellettuali che liberati dal bisogno delle necessità materiali danno sfogo a tutte le loro energie liberatrici, indicatrici prefiguranti un nuovo vero umanesimo che serva la natura in modo simbiotico con essa...
Ti è sufficiente come dimostrazione?
Buonb Cammino a tutti
Doc
Carlo, spero che la tua salute sia in fase di miglioramento...
Lo so che il mio è un augurio interessato perchè mi piace leggerTi, e qualche volta non essere d'accordo, ma cmq Tu cerca di non farti fregare...
Un abbraccio
Donato
complimenti per la risposta sconclusionata degna di un vero comunista...
lelamedispadaccinonero.blogspot.it
"p.s. sfido chiunque a dimostrare il contrario di quello che ho scritto" (cit.)
Carissimo Carlone... non mi fare questi scherzi!
Guarda che morire non è originale e nemmeno da coraggiosi!
I veri "rivoluzionari" sono quelli che restano vivi.
Se hai bisogno di una "dritta" per voncere la partita con "la" triste mietitrice... allora te la do: "con 'lei' non giocare onesto, a questa nera signora non interessa l'onestà".
Quindi qualsiasi cosa 'le' venga in mente, tu fregala con ogni tuo mezzo...
Augurissimi anzi di più...
a presto mi raccomando
e per adesso fai quello che ti pare
che noi ti aspetteremo con trepida pazienza...
saluti
RA
@roberto
innanzitutto rivolgiti a me con educazione.
nella mia vita ci ho messo la faccia decine di volte pur di smuovere le coscienze nella maggior parte dei casi mi hanno semplicemente ignorato...
poi continua a sparare le tue castronerie dell'800 però la prossima volta rivolgiti a me con rispetto
GRAZIE
Alcune osservazioni stimolate dagli ultimi avvenimenti che hanno attinenza con molti degli argomenti che questo Blog ha trattato direttamente con Carlo ed indirettamente con molti interventi dei suoi lettori.
Son considerazioni/osservazioni più che evidenti.
Infatti
L'italia è piena di volgari cialtronerie sociologiche,
di analisi del patetico del giorno dopo,
che vengono fatte assurgere a paradigmi di verità conclamate,
ed ovviamente...
indiscutibili per acclamazione del declinante di turno con relativa clac ossequiante (però, a volte ci si deve accontentare solo del declamante)
...ma tantè, impavido, a piè e animo fermo resto fedele alla mia convinzione nel vivere sociale.
Rimango fedele, cioè, al mio principio base che pratico da molti anni nelle relazioni interpersonali (di qualsiasi tipo):
avere e dare sempre speranza: andrà meglio nella prossima occasione.
Che sarà migliorativa!!
Spero, of course
Buon Cammino
Doc
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