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Geerd Hamer fotografato a Parigi, 1978, con la moglie e la figlia al processo contro Vittorio Emanule di Savoia, poi assolto per l'uccisione di suo figlio Dirk |
Il 2 di Luglio è morto, in Norvegia, Rike Geerd Hamer, il
medico divenuto famoso per la Nuova Medicina
Tedesca, che ha avuto – come tutte le scoperte – amanti appassionati e tremendi
detrattori. Ma passi: si sa che così va il mondo. Hamer era anche il padre di
Dirk, che nel 1978 fu ucciso con una fucilata da un pazzo, al largo dell’isola
di Cavallo, in Corsica. Quel pazzo fu ed è Vittorio Emanuele di Savoia, il
quale la fece franca grazie alle sue amicizie ed alle balle che raccontò alla
corte di Parigi: lui stesso lo ammise, mentre era in carcere al compagno di
cella – che il giudice Woodcock gli aveva “associato” apposta, perché rivelasse
qualcosa del giro di prostituzione del quale era accusato. Il padre e la madre
di Dirk (entrambi medici) s’ammalarono di cancro e la madre morì.
Ma non è questa la vicenda centrale dell’articolo, perché
subito – a cadavere ancora caldo, potremmo dire – c’è chi si getta sulle
spoglie proprio come un avvoltoio, ed ha il coraggio di titolare l’articolo “Hamer è morto, ma gli avvoltoi come lui no”.
Da leggere, in nota: (1)
Ora, che il Fatto Quotidiano sia diventato merce per
allocchi, l’abbiamo capito: molto è cambiato da quando il giornale fu fondato,
e la qualità degli articoli è sempre peggiore. Non ipotizziamo quali lobbies lo
conducano – o se se le fanno da soli – ma pubblicare un articolo del genere fa
pensare ad una mente malata, perché quando una persona – diciamo “controversa”
– muore si fa un bilancio: si può anche essere duri con lui, ma ricordiamoci
cosa ha passato quell’uomo: si è visto ammazzare il figlio sotto i suoi occhi,
ed ha vissuto tutta l’odissea giudiziaria nella quale, già si sapeva, il
Vittorio doveva uscire pulito, se non altro per questioni diplomatiche (e
d’amicizie occulte).
Sentite come lo tratta Salvo di Grazia, un ginecologo
siciliano che lavora a Treviso.
E’ morto in
Norvegia, dove era latitante, Rike Geerd Hamer. Un nome che a tanti non
dirà nulla ma che, in realtà, ha cambiato (tragicamente) la vita di molti.
Hamer era un medico, anzi un ex medico, che dall’inizio della sua
carriera dimostrò egocentrismo e tendenza alla truffa. Brevettò degli strumenti
chirurgici che poi si rivelarono pericolosi, chiedeva soldi agli amici che non
restituiva e mentiva sulle sue credenziali.
Finché un giorno fu protagonista
di una tragedia. Il figlio Dirk fu ucciso da una fucilata in un fatto che
poi si mescolò al gossip estivo avendo come protagonista Vittorio Emanuele di
Savoia, della famiglia reale italiana. Questo evento distrusse definitivamente la
sua psiche già debole e lo fece impazzire. Iniziò a delirare, riservando
alla memoria del figlio una devozione maniacale. Un giorno raccontò che
Dirk gli apparve in sogno svelandogli una nuova cura misteriosa.
Ho lasciato i grassetti, per far notare l’odio, convulso,
che scorre nelle vene di questo medico, per altro indagato, in passato – a Treviso – per la
morte di un paziente.
Ora, sia chiaro, non ho nessun motivo per difendere Hamer:
non sono medico, non ho né ho avuto il cancro (incrociamo le dita) e quindi
limito la mia critica alla deontologia professionale del giornalista, della
quale il dottor Di Grazia pare non conoscere nemmeno le note più salienti.
Nemmeno la chiave che c’è all’inizio della partitura.
Di fronte ad una teoria che non si considera valida, in
ambito scientifico, si contrappone una tesi che la invalida: questo secondo
Popper, oppure la si brucia sul rogo nel nome di un sapere più vasto ed
esoterico, del quale si detengono le chiavi.
La conoscenza medica, il suo dibattito, va avanti per tesi
ed antitesi, provate sperimentalmente: non ho difficoltà a credere che gli
insuccessi di Hamer siano reali e certificati dalla pratica medica, non per
questo, però, affermo che Hamer sia stato un ciarlatano.
Come potrà notare, dottor Di Grazia, “volo alto” sui mille e
mille congressi pagati ai medici dalle case farmaceutiche, “volo alto” sul
fatto (provato da sentenze) che un Ispettore Generale del farmaco – a libro
paga del Ministero della Sanità, tale Duilio Poggiolini – si fosse arricchito
al punto di dover nascondere i lingotti d’oro nei divani di casa. E che oggi,
gli stessi “ispettori” del farmaco – diventati 20 a causa della riforma
regionale – siano considerati (non lo dico io, è attualità del dibattito
politico) come una delle ragioni del dissesto finanziario regionale.
E la smetto subito di “volar alto”, perché quella
“altitudine” mi provoca vertigini, dovute al voltastomaco.
Di Hamer posso dirle poco: mi ha impietosito – ricorda la pietas di cristiana memoria? – la sua
vicenda umana…sotto l’aspetto professionale ho poco da dire, perché non sono in
grado di valutare (ovviamente) la sua pratica medica. Però, come fa una persona
curiosa qualunque (e così recita la deontologia professionale di un
giornalista), ho cercato documentazione.
Hamer ha coniato le “5 nuove leggi della biologia”,
capisaldi della sua teoria della Nuova Medicina Germanica.
Mi ha colpito, come semplice osservatore, la prima: le altre
– più attinenti a questioni mediche più complesse – eviterò di toccarle.
“Prima legge ("La regola ferrea"): le gravi
malattie hanno origine da un evento di shock o trauma psicologico
("sindrome di Dirk Hamer") che viene vissuta dall'individuo come
acuto e drammatico. Il contenuto del conflitto psicologico determina la
posizione della comparsa di un focolaio di attività nel cervello che può essere
visto in una TAC come una serie di anelli concentrici, detta "focolaio di
Hamer", che corrisponderebbe alla posizione della malattia nel corpo. Lo
sviluppo successivo del conflitto determina ulteriori cambiamenti. Hamer
sostiene che i focolai siano spesso scambiati per lesioni cerebrali o tumori
del cervello.”
Io non so, ovviamente, dare un giudizio su quanto afferma
Hamer, però – semplice ragionamento logico – mi sono chiesto se la malattia
possa avere un’origine psichica. Molti affermano che c’è un legame fra la
“salute” mentale e quella del corpo. I Latini usavano dire “mens sana in corpore sano”, e qui
finisco.
Altra curiosità che mi è venuta, è stata: è così
approfondita la nostra conoscenza della psiche?
La
Psichiatria, lei m’insegna, ha poco più di un secolo di vita,
almeno sotto l’aspetto scientifico. Il motivo? Prima c’erano “umori” e demoni,
e a nessuno passava per la mente d’andare ad indagare la psiche umana: faceva
caldo, sul rogo faceva un caldo infernale. Nomen omen.
Può darsi che Hamer abbia avuto un’intuizione, un’intuizione
e basta. Il suo errore, se errore è, è stato quello di credere d’aver raggiunto
una teoria mentre, le molte sperimentazioni dall’esito infausto, indicano il
contrario.
D’altro canto, la storia della pratica medica è zeppa di
questi errori: lo sa, vero, che un tempo curavano la sifilide col Bismuto? Ed i
preparati mercuriali, dei quali la pratica medica s’è nutrita per secoli?
Oggi si ammette la malattia psicosomatica: la colite
d’origine nervosa e molti dolori dell’apparato gastrointestinale.
Molti sono stati i precursori inascoltati: Michel de Notre
Dame, medico della regina di Francia Caterina dé Medici, si sgolò e scrisse
libri per affermare che la peste bubbonica era trasmessa dalle pulci dei topi,
e quindi era sul topo che bisognava agire. Pubblicò anche un trattato sulla
conservazione degli alimenti (botulino?) che, all’epoca, era un problema
esiziale. Ironia della vita: divenne famoso per una sorta di divertissement che
chiamò Centurie, sotto lo pseudonimo
di Nostradamus.
E se Hamer avesse capito qualcosa sull’origine psicologica
dei tumori? Io non lo so, ma non è detto che qualcuno, un giorno, non si
presenti ad un congresso scientifico con prove “quadrate”, a prova d’antitesi.
Le propongo un esempio:
Nikola Tesla è stato un grande inventore: è il “padre” della
corrente alternata, mica bazzecole.
Negli ultimi anni della sua vita si raccontava che fosse
andato “fuori di testa”: balbettava che fosse possibile la trasmissione della
corrente elettrica senza fili, via etere. Qualcuno suggerì che gli USA avessero
posto il segreto sui suoi ultimi studi, altri che era semplicemente impazzito.
Io, sinceramente, non ho le competenze né le conoscenze per fornire un’opinione.
Oggi, però, ulteriori ricerche ed esperienze, in Giappone,
hanno consentito la trasmissione via etere di 1,8 Kwh ad una distanza di 55 metri (2): è poco, ma
gli inizi sono sempre difficili. Chi avrebbe mai scommesso, cinquant’anni fa,
che auto elettriche avrebbero attraversato gli Stati Uniti?
Insomma, dottor Di Grazia – di grazia – provi la mattina a
sciogliere nel caffè anche un cucchiaino di dubbi, di domande, d’incertezze.
Può darsi che come medico non possa permetterselo – anch’io, da insegnante, mi
fornivo da solo delle certezze che non avevo, ma questo lo richiede la pratica
professionale, mi rendo conto – ma come uomo, come giornalista, lei è obbligato
a farlo, pena il vomitare (mi scusi, ma non trovo altra perifrasi per definire
il suo pezzo) delle insulsaggini con tanta rabbia in corpo, anche se la pratica
medica (odierna) glielo suggerisce.
Lo sa che la psicologia buddista tibetana si chiama Lorig? Magari c’è qualcosa da imparare
da gente che ha indagato la mente per secoli: peccato, c’è solo qualche
sporadica traduzione in inglese e nulla in italiano.
E poi…non so cosa Hamer abbia sentenziato sugli ebrei, sul
fatto che si curassero con la sua medicina in segreto e non la comunicassero al
resto del mondo, per distruggere i goim.
Non oso pensarlo, però il rabbino Levy Rosenbaum, arrestato
dalla polizia di New York, capeggiava un’organizzazione che rapiva bambini per
rivendere i reni (3). Siccome la fonte è sospetta (palestinese) le fornisco
altre prove: (4) (5) (6) (7)…quante ne vuole, sono stato il primo a scrivere,
in Italia, del traffico d’organi!
Il problema, grave – ripeto, non voglio entrare nelle
dichiarazioni di Hamer – è che, da parte dell’estremismo sionista, la vita di
un goim non vale niente.
Insomma, non riesco proprio a comprendere perché un uomo
tanto provato dalla vita – non deve essere stato uno scherzo vedersi ammazzare
il figlio e l’assassino che la fa franca e ride sotto i baffi – debba essere
crocifisso per le sue idee, anche in campo medico. I suoi pazienti furono dei
creduloni? Peggio per loro: anche in questi campi, bisogna sempre mantenere
vigile l’attenzione, mai assumere atteggiamenti fideisti! Come dice? Vero? Ma
se il “suo” giornale non fa che difendere un movimento politico iper-fideista,
spacciandolo per la “democrazia del web”!
Prima di lasciarla, voglio raccontarle chi mi guarì dal mal
di schiena, quando oramai m’infilavano cortisone con la pompa del benzinaio: un
bravo medico, agopuntore. E non me lo consigliò lo stregone di Timbuctu: me lo
dissero al rinomato Rizzoli di Bologna: stia lontano dai luoghi dove spacciano
la chirurgia vertebrale come il sancta sanctorum!
La saluto: domani, se ha piovuto abbastanza, proverò ad
andare a funghi…ah, già…secondo loro avrei già dovuto essere su una sedia a
rotelle…