Doveva essere “L’11 Settembre della diplomazia”: è stata una fetecchia.
Probabilmente, qualche suora di clausura o qualche guardiano di faro s’è meravigliato per i termini ed i giudizi apparsi su Wikileaks, gli altri – almeno quelli che non ripetono come pappagalli i “versi” dell’informazione mainstraem (Giornali, Tv, Web, ecc) – sono andati a leggere i risultati del calcio.
Ovviamente, prima delle “rivelazioni” di Wikileaks, tutti immaginavamo che Hillary Clinton si rivolgesse ai suoi collaboratori pressappoco in questi termini: «Quel Silvio Berlusconi appare un tantino sopra le righe per quanto attiene la sua vita privata, ed intesse rapporti con leader internazionali legati al mondo petrolifero: di grazia, qualcuno potrebbe avvisarlo di tenere una condotta, almeno pubblicamente, più morigerata?»
Oppure, gli israeliani: «Temiamo, gentilissima signora Clinton, che il Presidente iraniano Ahmadinejad sia poco disposto ad ascoltare i nostri problemi relazionali con la controparte palestinese ed il mondo arabo e musulmano: perciò, riteniamo che le vostre profferte ed i vostri tentativi di condurlo al nostro fianco siano destinati a fallire. Anche i governanti sauditi si sentirebbero più sicuri qualora le vostre attività aeronavali nel Golfo Persico assumessero toni più sostenuti. Ringraziando per l’attenzione…»
Parla come magni, e così è stato mostrato.
Addirittura, la “notizia” che l’Iran aveva acquistato missili e tecnologia balistica in Corea del Nord, ed era dunque in grado di colpire alcune aree europee, l’avevo già scritta io nel 2002 e pubblicata nel 2003 – “L’impero colpisce ancora” (Malatempora) nel capitolo che riguardava l’Iran – quando Wikileaks manco esisteva e Assange era probabilmente uno studentino.
C’è una morale? Perché la diplomazia è in subbuglio?
Anzitutto, il timore è probabilmente rientrato quando s’è visto il reale potenziale delle “bordate” di Wikileaks, ma un modesto risultato è stato raggiunto. Veramente modesto.
Da parte d’alcuni analisti in campo sociologico, si poneva l’indice sulla straordinaria similitudine fra il mondo greco antico e la nostra epoca, laddove il jet-set, la classe politica e le star delle Tv avevano assunto ruoli paragonabili a quelli degli antichi Dei dell’Olimpo.
E’ curioso notare come vi sia addirittura una gerarchia di questo rinnovello Olimpo de no antri, con gli Dei maggiori occupati da gravi problemi che si dilettano nei baccanali con ninfette e fauni. In fin dei conti, luoghi come il Billionaire o la Costa Smeralda, cos’altro non sono se non il corrispettivo delle dimore celesti? E il Grande Fratello, non è forse una “via” di selezione per divenire fauni, ninfe e poi semidei? E il calcio?
Una vulgata neoclassica, durata due millenni, ci ha consegnato un Olimpo asettico e ripulito, splendente dalle volte dei palazzi nobiliari, nei luoghi dove una rappresentazione sacra non era consigliabile. Ma, quegli “Zeus” dipinti erano tanto, ma tanto somiglianti al Dio cristiano del Paradiso, ovviamente immune da qualsiasi “contaminazione” umana.
Abbiamo così dimenticato – d’altro canto, due millenni! – che l’Olimpo era una trasfigurazione, seppur nobile, delle vicende umane e, soprattutto, delle pulsioni dell’animo umano: superfluo citare le mille vicende mitologiche nelle quali appare il quotidiano dissidio fra gli Dei e, via via scendendo nella gerarchia, fino ai personaggi minori.
Qualcuno avrà quindi scoperto che sono preda, come noi, di pulsioni e fanno sgambetti appena possono, a tutti, senza distinzione di sesso, nazionalità e religione: non nutrivamo dubbi.
Anche le pretese “rivelazioni” su questi o quei piani di guerra, le “riflessioni” sugli scenari internazionali, sono pane comune a Washington ed al Pentagono: ogni situazione viene attentamente analizzata e viene chiesto ai generali di stendere anzitempo dei piani di guerra o d’intervento armato. E’ la prassi comune: l’errore che alcuni analisti commettono – gridare alla guerra all’Iran una volta il mese – è quello di scambiare quegli studi militari, quelle simulazioni con i “desiderata” delle alte sfere politiche. Niente di più falso: è il corrispettivo militare tattico/strategico dell’attività d’intelligence, nulla più.
Poi, che sia stato rivelato che i “nuovi Dei” usavano dire “cazzo!”, come tutti i mortali, non ci sembra una notizia degna di chissà quale importanza: fra pochi giorni, tutto sarà passato e torneremo ad interrogarci su qualche vicenda fiscal/diplomatico/erotica del nostro beneamato premier.
Proprio oggi, in Iran, è stato ucciso mediante un’autobomba uno scienziato che lavorava al programma nucleare iraniano ed un altro è stato ferito: noi, che non abbiamo mai seguito Wikileaks, riteniamo ovviamente che i due fisici abbiano scherzato un po’ troppo con il fuoco, magari mentre preparavano di nascosto dei mortaretti per i loro figli e che i servizi segreti, in questa faccenda, non c’entrano nulla.
In Italia, invece, la classica casalinga di Voghera (poveracce, ‘ste casalinghe di Voghera…sempre prese di mira…) penserà di Berlusconi: “è un vecchio bavoso che rincorre le ragazzine – lo ha detto anche quel Uichilecs – però mi ha tolto l’ICI. Basta che non tocchi mia figlia, e che mi frega di lui?”
Parliamo di cose serie, che è meglio.
Probabilmente, qualche suora di clausura o qualche guardiano di faro s’è meravigliato per i termini ed i giudizi apparsi su Wikileaks, gli altri – almeno quelli che non ripetono come pappagalli i “versi” dell’informazione mainstraem (Giornali, Tv, Web, ecc) – sono andati a leggere i risultati del calcio.
Ovviamente, prima delle “rivelazioni” di Wikileaks, tutti immaginavamo che Hillary Clinton si rivolgesse ai suoi collaboratori pressappoco in questi termini: «Quel Silvio Berlusconi appare un tantino sopra le righe per quanto attiene la sua vita privata, ed intesse rapporti con leader internazionali legati al mondo petrolifero: di grazia, qualcuno potrebbe avvisarlo di tenere una condotta, almeno pubblicamente, più morigerata?»
Oppure, gli israeliani: «Temiamo, gentilissima signora Clinton, che il Presidente iraniano Ahmadinejad sia poco disposto ad ascoltare i nostri problemi relazionali con la controparte palestinese ed il mondo arabo e musulmano: perciò, riteniamo che le vostre profferte ed i vostri tentativi di condurlo al nostro fianco siano destinati a fallire. Anche i governanti sauditi si sentirebbero più sicuri qualora le vostre attività aeronavali nel Golfo Persico assumessero toni più sostenuti. Ringraziando per l’attenzione…»
Parla come magni, e così è stato mostrato.
Addirittura, la “notizia” che l’Iran aveva acquistato missili e tecnologia balistica in Corea del Nord, ed era dunque in grado di colpire alcune aree europee, l’avevo già scritta io nel 2002 e pubblicata nel 2003 – “L’impero colpisce ancora” (Malatempora) nel capitolo che riguardava l’Iran – quando Wikileaks manco esisteva e Assange era probabilmente uno studentino.
C’è una morale? Perché la diplomazia è in subbuglio?
Anzitutto, il timore è probabilmente rientrato quando s’è visto il reale potenziale delle “bordate” di Wikileaks, ma un modesto risultato è stato raggiunto. Veramente modesto.
Da parte d’alcuni analisti in campo sociologico, si poneva l’indice sulla straordinaria similitudine fra il mondo greco antico e la nostra epoca, laddove il jet-set, la classe politica e le star delle Tv avevano assunto ruoli paragonabili a quelli degli antichi Dei dell’Olimpo.
E’ curioso notare come vi sia addirittura una gerarchia di questo rinnovello Olimpo de no antri, con gli Dei maggiori occupati da gravi problemi che si dilettano nei baccanali con ninfette e fauni. In fin dei conti, luoghi come il Billionaire o la Costa Smeralda, cos’altro non sono se non il corrispettivo delle dimore celesti? E il Grande Fratello, non è forse una “via” di selezione per divenire fauni, ninfe e poi semidei? E il calcio?
Una vulgata neoclassica, durata due millenni, ci ha consegnato un Olimpo asettico e ripulito, splendente dalle volte dei palazzi nobiliari, nei luoghi dove una rappresentazione sacra non era consigliabile. Ma, quegli “Zeus” dipinti erano tanto, ma tanto somiglianti al Dio cristiano del Paradiso, ovviamente immune da qualsiasi “contaminazione” umana.
Abbiamo così dimenticato – d’altro canto, due millenni! – che l’Olimpo era una trasfigurazione, seppur nobile, delle vicende umane e, soprattutto, delle pulsioni dell’animo umano: superfluo citare le mille vicende mitologiche nelle quali appare il quotidiano dissidio fra gli Dei e, via via scendendo nella gerarchia, fino ai personaggi minori.
Qualcuno avrà quindi scoperto che sono preda, come noi, di pulsioni e fanno sgambetti appena possono, a tutti, senza distinzione di sesso, nazionalità e religione: non nutrivamo dubbi.
Anche le pretese “rivelazioni” su questi o quei piani di guerra, le “riflessioni” sugli scenari internazionali, sono pane comune a Washington ed al Pentagono: ogni situazione viene attentamente analizzata e viene chiesto ai generali di stendere anzitempo dei piani di guerra o d’intervento armato. E’ la prassi comune: l’errore che alcuni analisti commettono – gridare alla guerra all’Iran una volta il mese – è quello di scambiare quegli studi militari, quelle simulazioni con i “desiderata” delle alte sfere politiche. Niente di più falso: è il corrispettivo militare tattico/strategico dell’attività d’intelligence, nulla più.
Poi, che sia stato rivelato che i “nuovi Dei” usavano dire “cazzo!”, come tutti i mortali, non ci sembra una notizia degna di chissà quale importanza: fra pochi giorni, tutto sarà passato e torneremo ad interrogarci su qualche vicenda fiscal/diplomatico/erotica del nostro beneamato premier.
Proprio oggi, in Iran, è stato ucciso mediante un’autobomba uno scienziato che lavorava al programma nucleare iraniano ed un altro è stato ferito: noi, che non abbiamo mai seguito Wikileaks, riteniamo ovviamente che i due fisici abbiano scherzato un po’ troppo con il fuoco, magari mentre preparavano di nascosto dei mortaretti per i loro figli e che i servizi segreti, in questa faccenda, non c’entrano nulla.
In Italia, invece, la classica casalinga di Voghera (poveracce, ‘ste casalinghe di Voghera…sempre prese di mira…) penserà di Berlusconi: “è un vecchio bavoso che rincorre le ragazzine – lo ha detto anche quel Uichilecs – però mi ha tolto l’ICI. Basta che non tocchi mia figlia, e che mi frega di lui?”
Parliamo di cose serie, che è meglio.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.