Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Bertolt Brecht
Mi ha fatto enormemente piacere aver appreso che, io ed altri 4 milioni d’italiani dipendenti pubblici, siamo stati “congelati” per quattro anni, ossia non percepiremo “un euro in più” (parola di Tremonti) fino al 2013: con l’approssimarsi dell’Estate, un po’ di fresco ci voleva.
Il capataz di Arcore non mette le mani nelle tasche degli italiani – lui no, non lo fa – semplicemente, li congela. Oppure li rapina direttamente negli androni delle case.
Cogliamo l’occasione, quindi, per informarlo sulle decisioni che abbiamo preso nell’ultima riunione condominiale.
Nella famiglia di Martina, collaboratrice scolastica a 1200 euro il mese, marito cassintegrato a 700 euro più la pensione sociale della nonna (300 euro) e due figli, hanno deciso di congelare la nonna. L’assemblea ha approvato il piano di congelamento, raccomandando però che il congelatore sia di classe A+: abbiamo salutato tutti la simpatica nonnina Adele e speriamo di ritrovarla nel 2014 sana ed arzilla come sempre, anche perché contiamo d’assaggiare ancora il suo insuperabile pesto alla genovese.
La situazione era invece più difficile da risolvere per Mario, impiegato al Catasto, con moglie CoCoCo a 400 euro in una cooperativa e tre figli. Eh sì, tutti sanno che Mario e la moglie sono molto innamorati e…ci è scappato pure il terzo figlio. Che fare?
Dopo lunga riflessione, l’assemblea ha consigliato di congelare Giada, la più piccola, per le seguenti ragioni:
1) sarebbe sbagliato congelare Monica, la maggiore, perché frequente la terza Ragioneria ed è quindi “fuori” dalla cosiddetta riforma Gelmini: se nella sciagura si può evitare una disgrazia, è meglio farlo.
2) per la stessa ragione sarebbe inutile congelare Walter di 12 anni – detto “Bartali”, perché corre tutto il giorno sulla vecchia bici del nonno, una numero 28 un po’ troppo grande per lui, ma quello passava il convento – giacché la “sfiga Gelmini” già ce l’ha, e dunque sarebbe del tutto inutile.
3) c’è sempre la speranza che un futuro governo di salute pubblica, di larghe intese, di stretta osservanza, di manica larga o di poca sapienza richiami la Russo Jervolino (!) per stendere una riforma della controriforma Gelmini. Mai dire mai, perché l’Italia è il Paese dei Miracoli: mandano persino la tessera n. 1816 della P2 a governare la nazione!
Inoltre, allo scongelamento di Giada – che oggi ha cinque anni – Monica ne avrà 21 e quindi potrà occuparsene qualora – per imperscrutabili disegni del destino italiota – fosse necessario congelare anche la mamma.
L’assemblea ha approvato la richiesta di Giada di portare con sé un telefonino: è stato reperito un vecchio Nokia da Stefano, imbianchino ad ore del terzo piano. Le batterie sono andate, ma per la mezzora del congelamento terranno.
Meno drammatica la situazione di Giuliano, vigile urbano, perché la moglie guadagna bene facendo i lavori ad ore – a dire il vero, ci furono delle malelingue le quali “ricamarono” qualcosa di più torbido su quelle “ore”…la signora è una gran bella donna…ma non è questa la sede per soddisfare la pruderie dei lettori… – perciò hanno deciso un semplice “taglio” di tutte le paghette dei figli superiori ai 220 centesimi. In questo modo, si spera di risparmiare almeno dieci paghette il mese.
Infine, sono state sanate situazioni minori: saranno congelati due cani, quattro gatti, tre canarini, un cardellino ed otto criceti. Qualcuno, vista la contemporanea presenza di gatti e criceti, ha pensato bene di raccontare la famosa storiella del lupo, della capra e dei cavoli…quella che devono attraversare il fiume con una sola barca…ma l’assemblea ha tagliato corto, sentenziando congelamenti separati. Un po’ di federalismo, per Dio!
Se le future condizioni economiche lo consentiranno, si provvederà all’acquisto di un grande congelatore condominiale, ma solo se il fondo perequativo previsto all’art. 119 del Regolamento Condominiale lo consentirà.
Stavamo per firmare il verbale ed andarcene, quando il rag. Venanzio del quinto piano – non interessato al congelamento, giacché bancario – ha richiamato la nostra attenzione. Ma – ha esordito – vi siete accorti che i conti non tornano?
Visto il nostro stupore – eravamo tutti convinti che quei sacrifici fossero necessari per salvare la Patria…la Grecia, gli investimenti, le agenzie di rating, l’America, la Germania…e dunque li accettavamo di buon grado. Che volete che sia, in un palazzo, avere tre o quattro persone congelate? Abbiamo quindi domandato lumi al nostro maghetto contabile.
In effetti, qualche sorpresa c’è, ed abbiamo ritenuto di farvi cosa gradita nel comunicarvela. Ascoltate il rag. Venanzio.
Proviamo a capire per quanto “parteciperanno” alla manovra di Berlusconi e Tremonti i dipendenti pubblici: per carità, solo “congelati”, mica stramazzati.
Gli stipendi saranno “congelati” per quattro anni, dal 2010 al 2014: l’inflazione sarà anch’essa “congelata”? Non ci sembra: d’altro canto, più volte abbiamo sostenuto che Berlusconi è soltanto il figlioccio di Craxi, e l’aggiornamento dei salari all’inflazione (la cosiddetta “scala mobile”) fu eliminata proprio da Craxi.
Sicché, stando ai dati ufficiali sull’inflazione (quella reale è altra cosa) potremo aspettarci una perdita di valore reale del 2%: l’economia continuerà a “tenere a freno” l’inflazione più a meno su questo valore, i dipendenti pubblici il “freno” lo metteranno alla cinghia dei pantaloni.
Saranno felici i lavoratori autonomi (uh! E’ toccato ancora a loro! Berlusconi sì che ci difende!) ma sarà una soddisfazione da poco: falliranno a migliaia, perché una simile contrazione dei consumi li taglierà nella carne, non nella pelle.
Se n’è accorta persino la presidentessa di Confindustria Marcegaglia, la quale ha invocato provvedimenti “di crescita”: strano connubio, quello che aleggia nelle sale degli industriali, nel desiderare rigore sui conti, provvedimenti di crescita e un po’ di francescanesimo per i politici.
Forse, la buona Emma dovrebbe farsi raccontare la storiella della botte piena e della serva ubriaca, oppure dovrebbe meditare che è il sistema ad essere alla frutta: i palliativi sono come la morfina per un organismo che non reagisce più.
Quindi, per 4 milioni di dipendenti pubblici, risparmio all’osso su tutto e addio a spese varie, vestiti, scarpe, turismo, auto, motorini…ecc: ce ne accorgeremo tutti insieme fra un paio d’anni, quando “l’economia reale” inizierà ad andare a fondo per tutti.
Ma, quanto pagheranno i pubblici dipendenti? Perché siamo così pessimisti?
Calcolando uno stipendio lordo di 2.000 euro il mese (corrispondente, all’incirca, a 1.500 euro netti), la “suzione” sarà del 2% annuo per quattro anni.
Su un totale annuo (13 mensilità) di 26.000 euro, ogni lavoratore perderà 520 euro il primo anno, 1040 il secondo, 1560 il terzo e 2080 il quarto. Addio vacanze, pizzeria, cure mediche, studi per i figli…e tante altre cose.
Senza contare che, chi andrà in pensione dopo la “vacanza contrattuale e previdenziale”, lo farà con gli ultimi anni a stipendio svalutato e con la liquidazione rateizzata. In tre rate, ma quando l’ultima rata? Vista la pessima abitudine di Tremonti di pescare nel fondo TFR dell’INPS, la cosa insospettisce.
Di più: nella stessa legge Finanziaria – nonostante i richiami del Presidente della Repubblica di non affastellare nella medesima legge provvedimenti di varia natura – hanno deciso d’azzerare il Consiglio d’Amministrazione dell’INPS. Resteranno soltanto il Presidente e il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza: i dipendenti privati sono avvertiti di quel che sta per succedere.
Nei quattro anni in oggetto, quindi, il dipendente pubblico medio consegnerà alla classe politica, nella persona del Presidente Berlusconi, 5.200 euro, quasi il prezzo di un’utilitaria! Alla faccia di chi non mette le mani nelle tasche degli italiani! Questo è un furto d’auto bello e buono! E lui lo chiama “stare fermi un giro”: ma cosa crede, che i lavoratori pratichino il gioco dell’Oca?
Quanti sono i pubblici dipendenti?
Una cifra indicativa di 4 milioni è quella più vicina alla realtà, e coerente con le amministrazioni pubbliche del resto d’Europa, i calcoli sono in nota[1].
Il primo anno, dunque, i “risparmi” saranno di 2,080 miliardi di euro, il secondo di 4,160 miliardi, il terzo 6,240 miliardi ed il quarto 8,320 miliardi. Totale: 20,800 miliardi di euro. In buona sostanza, i pubblici dipendenti pagheranno quasi da soli l’entità della manovra economica stimata in 24 miliardi di euro.
E, questo, con buona pace della necessaria “equità” richiesta dal Presidente della Repubblica, degli “approfondimenti” che l’UDC valuterà, dei “dubbi” di Fini e dello sterile chiacchiericcio del PD e dell’IDV. Pagheranno in egual modo, ovviamente, i pubblici dipendenti “cornuti” della Lega, quelli “responsabili” del PdL, siano essi “berluscones” di Forza Italia o ex-missini di Gianfranco Fini. Complimenti: tornate a votarli.
Infine, i sindacati faranno una bella messa cantata per celebrare la loro contrarietà – durante la quale CISL, UIL ed UGL faranno finta di cantare, aprendo solo la bocca a comando (d’altronde, è l’unica cosa che sanno oramai fare) – mentre la CGIL emetterà qualche suono in più, presto dimenticato.
Alcuni dipendenti pubblici saranno graziati – ossia i corpi di polizia (minuscolo), perché il lavoro sporco richiede qualche soldo in più (Cucchi, Uva, Aldrovandi, Sandri, Genova, ecc) – ma lo faranno successivamente ed in silenzio, senza troppo clamore.
Nel programma del PdL c’era l’abolizione delle Province: promessa mantenuta! Ma solo per quelle non di confine (per accontentare la Lega) e con meno di 220.000 abitanti: Asti, governata dal centro destra, ne ha 221.000 e si salverà. Che lungimiranza o casuale coincidenza, la quale salverà la “fedelissima” berluscones Armosino!
In sostanza, saranno “forse” abolite sei province: ma, qualcuno di voi ci crede? Oppure saranno successivamente mantenute in stand-by da una serie di norme transitorie? Non le avessimo mai viste queste cose!
Per inciso, l’abolizione di tutte Province (solo per i politici, s’intende, non per i dipendenti!) avrebbe condotto a risparmi per 8 miliardi di euro.
Dopo il resoconto del rag. Venanzio, siamo andati a scartabellare i dati raccolti da un noto quotidiano bolscevico – Il Sole 24 Ore[2] – il quale aveva promosso una consultazione fra i suoi lettori su quali voci della spesa tagliare: il lettore medio del quotidiano di Confindustria – stella rossa sul berretto e Kalashnikov dietro la porta, ovviamente – consigliava l’abolizione delle Province, il ritiro dalle missioni “di pace” all’estero e l’abolizione delle auto blu.
Quale saggezza! Un simile “pacchetto” avrebbe condotto direttamente a risparmi nell’ordine dei 30 miliardi l’anno!
A quel punto, Venanzio decise di ribattere, affermando che non avevamo capito niente, che quelle misure c’erano, eccome!
Sinceramente, eravamo tutti basiti.
“Previsto inoltre un taglio dell'80% alle spese della pubblica amministrazione per studi e consulenze, relazioni pubbliche, convegni, mostre e pubblicità, sponsorizzazioni e auto-blu.”
Ora, se le sole auto blu comportano un aggravio di spesa di 18 miliardi l’anno[3], tagliarne l’80% significherebbe – solo per le auto! – risparmiare 14,4 miliardi l’anno! Che bisogno ci sarebbe di fare tutti gli altri prelievi?
E non basta[4]:
Dieci miliardi di tagli per gli Enti Locali, quattro preventivati dal condono edilizio…aumenti dei pedaggi autostradali – anche nei raccordi – fino al 25%! Poi c’è lo “spezzatino” di misure minori – quella del prelievo sui parlamentari è risibile, perché è del 5% per la sola parte eccedente gli 80.000 euro l’anno, ma lo stipendio dei parlamentari non è così alto, i veri soldi che acchiappano sono le indennità, i rimborsi, i benefit – perciò facciamo finta che queste cose le abbiano soltanto dette, ma non le faranno per davvero.
Quelle che invece faranno sicuramente rispettare sono le nuove norme per gli invalidi, ossia il passaggio dal 74% all’80% d’invalidità per avere la pensione. Ma, ci domandiamo, o un invalido è un falso invalido – ed allora non ha proprio diritto – ma se è “solo” invalido al 74%, non ha diritto a niente?
A quel punto, il rag. Venanzio ci ha chiesto d’avvicinarci e, bisbigliando, ci ha confessato d’aver saputo che Romeo, l’invalido del piano rialzato, al quale fu amputata una gamba sotto il ginocchio, sta pensando di farsi levare anche il ginocchio per arrivare all’85%, così – qualora dovessero inasprire ancora i termini – avrebbe ancora un “bonus” del 5%. La decisione di Romeo ci è sembrata saggia: già che uno c’è, non bisogna pensare solo alle disgrazie dei governi attuali, ma anche a quelle dei governi futuri!
Sia come sia, lo scenario dipinto dal nostro valido ragioniere va ben oltre quei “24 miliardi in due anni” che il ministro Tremonti aveva all’inizio ipotizzato. Perché, allora, inasprire così le richieste?
Ancora una volta, il nostro strabiliante contabile ci è venuto in soccorso.
«Forse, perché quei soldi servono al altro.» Frase sibillina. Abbiamo immediatamente chiesto lumi.
Non tutti quei risparmi saranno effettivi – soprattutto quelli che riguardano i parlamentari e le Province – ma tanti altri lo saranno e supereranno – di molto! – quei fantomatici “24 miliardi” che nessuno, a dire il vero, ha compreso perché dobbiamo tirare fuori. Un mese fa non andava tutto bene? A detta di Tremonti, non eravamo messi meglio degli USA ed alla pari con la Germania[5]?
Ma, allora, a cosa serve quella montagna di soldi? E’ la domanda che scaturì dai nostri occhi.
A trovare fondi per il famoso fondo perequativo previsto dall’art. 119 della Costituzione, per attuare il federalismo fiscale! Non l’avevate capito? Nemmeno i quotidiani ci sono arrivati! Tutti a star dietro alle presunte “beghe” nel PdL! Il solito teatrino.
Se le regioni del Nord non vogliono più pagare le tasse (a dire il vero, anche là le pagano solo i soliti noti), bisognerà provvedere affinché le regioni del Sud non vadano proprio a fondo, altrimenti tutto è inutile!
Allora, si fa un bel prelievo dai pubblici dipendenti per darlo a Bossi che sarà contento: adesso, che ha anche il figlio consigliere regionale, con il federalismo fiscale e le mani sulle banche lui e Tremonti sono felici come fringuelli!
Pazienza per i dipendenti pubblici della Lega: pare che sia allo studio la fornitura gratuita di CPDP, ovvero delle specialissime Corna del Dipendente Pubblico Padano. Lega in Titanio e vernice verde fosforescente: così nessuno potrà mai dire che sono dei cornuti qualunque.
Adesso, ci dovete scusare, ma dobbiamo riportare anche l’intervento della signora Concetta: abbiate pazienza, ma si tratta di una signora meridionale molto sanguigna, dai toni popolani, senza peli sulla lingua. So che capirete.
Ma quale congelamento – ha esordito la signora Concetta, casalinga con marito spazzino e muratore ad ore (fa un sugo all’amatriciana che è il paradiso in terra) – questa è ‘na rapina bella e buona! ‘Stu fetentone ‘e Berlusconi…quello s’acchiappa tutto per fare ‘stu divorzio milionario, e poi lo viene a prendere dallo stipendio del marito mio! Ma chill’ è peggio delli guaglioni che s’arrubbano l’elemosine…
Scusate, ma il resto dell’intervento non era proprio pubblicabile: abbiamo compiuto questo sforzo di democrazia nel pubblicarlo, ben sapendo che presto non lo avremmo più potuto fare. Iniziamo a sperimentare dei mini-bavagli condominiali.
Il rag. Venanzio, però – quale saggezza contengono quei sessanta chili di pelle ed ossa! – ha voluto rispondere con gentilezza alla signora anche se – solo per il tono, assolutamente disdicevole – siamo certi che dei veri gentiluomini come Ignazio La Russa o Renato Brunetta l’avrebbero mandata sicuramente al confino. Magari nella sua amatissima Ventotene.
E, le parole del ragioniere, ci schiusero altre porte.
Venanzio, prima d’iniziare, assunse un’aria grave, da cospiratore ottocentesco. Si notava ch’era nervoso: continuava a ripulire le lenti degli occhiali con il fazzoletto, tormentava la penna, come se avesse un segreto inconfessabile da comunicarci. Poi, varcò il Rubicone.
«Come presumo saprete, mio cognato Alfonso, quello che abita al caseggiato 2B, fa l’usciere a Palazzo Chigi.»
Ci fu un silenzioso assenso da parte dei presenti, ma Venanzio non attese consensi non richiesti e continuò.
«E’ giunto a quel posto dopo anni di sacrifici: scaricava i camion a Segrate, non vi dico per chi…lo avrete già capito…poi ha fatto tutta la trafila. I Circoli della Libertà, del Buon Governo, il Promotore della Libertà…altro, adesso non ricordo…ed era presente a palazzo Chigi la sera del Consiglio dei Ministri. Sì, proprio la sera della manovra, proprio di servizio alla porta della sala.»
Noi, che comprendevamo il suo imbarazzo, non osammo interromperlo.
«Ed ha ascoltato quel che ha detto Berlusconi. Ve lo racconterò – battute e lamentele da osteria a parte – solo per spiegare alla signora Concetta perché devono giungere a rapinare lo stipendio del marito spazzino.»
Venanzio riportò che, da quello che il cognato era riuscito ad ascoltare, non c’erano grandi perplessità: qualcuno lamentava che il suo ministero sarebbe andato “in sofferenza” per i tagli…ma Berlusconi rassicurava: «Tranquillo, togliamo con la destra e ridiamo dieci volte con la sinistra!»
Poi, qualcuno mostrò preoccupazione per il salasso sui pubblici dipendenti: e i voti?
A quel punto, Berlusconi si mise a ridere. Non crederete mica che non ci avessimo pensato?
I voti si prendono a tranche, e quella dei dipendenti pubblici era – secondo gli approfonditi studi sociologici che abbiamo commissionato – quella sulla quale facevamo meno breccia. Perciò, se si deve dissanguare qualcuno, per primi tocca a loro!
Non tutti, però: sono dipendenti pubblici anche le forze di polizia ma quelle – con il solito emendamento – le salveremo. Magistrati ed insegnanti sono il peggio, per noi, però qualche modesta “quinta colonna” la teniamo anche là: pensate ai prof di Religione, con tutto quel che abbiamo loro concesso! E, con quei provvedimenti, ci siamo anche riavvicinati al Vaticano!
Poi, per fare numero, si vanno a cercare le associazioni: riforme a costo zero! Pensate ai cacciatori. Concedendo loro di sparare anche ai canarini in gabbia, abbiamo legato 700.000 cacciatori al nostro carro!
Ora, immaginate una situazione assurda.
Un pubblico dipendente si vede impallinare il canarino che ha sul balcone e protesta. Con chi?
Se protesta con il cacciatore è dei nostri, con i carabinieri uguale – altrimenti, col cavolo che li esentiamo dal congelamento degli stipendi! – se va dal prete è dalla nostra anche lui, non sia mai che i comunisti gli requisiscano la chiesa. Se va da un sindaco nostro non combinerà nulla, mentre se è dell’altra parte non potrà far niente.
Se pensa di rivolgersi alla Magistratura, si dovrà mangiare la casa per pagare gli avvocati…cosa potrà fare? Nulla, ed il cacciatore continuerà a votarci. Così si governa!
Dobbiamo tenerci cari quelli che stanno sicuramente con noi, quelli che hanno già attuato la rivoluzione fiscale non pagando più le tasse…e poi preti, suore e religiosi, Vaticano, commercianti, cementieri, puttane (con tutto il lavoro che diamo loro…), i sindacati li abbiamo comprati…e gli altri…che vadano a farsi fottere! L’importante è farli pagare, e nessuno è in una condizione peggiore dei dipendenti pubblici!
L’unica cosa, della quale dovremo stare attenti, è la comunicazione: non dovremo mai parlare di sacrifici, bensì di “razionalizzazione della spesa”, mai di “tagli” bensì di “ottimizzazione”…le parole d’ordine dovranno essere “modernità”, “futuro”, “ricchezza”…poi, potremo continuare a spolparli come dei gonzi, anche quelli che ci votano!
E’ quindi molto importante chiudere la bocca a tutti i disfattisti, soprattutto a quella gente di Internet: con i giornali ci metteremo d’accordo…in fin dei conti siamo nella stessa barca…mentre quelli sono battitori liberi, sono pericolosi…
Ah, Gianni, chiamami quel, quel…quello dell’UDC, quello che ha presentato la legge del bavaglio…
D’Alia.
Sì, quello: bisogna affrettare i tempi e concludere il lavoro, prima che qualcuno s’accorga della presa per il sedere: voglio quella legge contro Internet, capito? E in fretta!
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Mi ha fatto enormemente piacere aver appreso che, io ed altri 4 milioni d’italiani dipendenti pubblici, siamo stati “congelati” per quattro anni, ossia non percepiremo “un euro in più” (parola di Tremonti) fino al 2013: con l’approssimarsi dell’Estate, un po’ di fresco ci voleva.
Il capataz di Arcore non mette le mani nelle tasche degli italiani – lui no, non lo fa – semplicemente, li congela. Oppure li rapina direttamente negli androni delle case.
Cogliamo l’occasione, quindi, per informarlo sulle decisioni che abbiamo preso nell’ultima riunione condominiale.
Nella famiglia di Martina, collaboratrice scolastica a 1200 euro il mese, marito cassintegrato a 700 euro più la pensione sociale della nonna (300 euro) e due figli, hanno deciso di congelare la nonna. L’assemblea ha approvato il piano di congelamento, raccomandando però che il congelatore sia di classe A+: abbiamo salutato tutti la simpatica nonnina Adele e speriamo di ritrovarla nel 2014 sana ed arzilla come sempre, anche perché contiamo d’assaggiare ancora il suo insuperabile pesto alla genovese.
La situazione era invece più difficile da risolvere per Mario, impiegato al Catasto, con moglie CoCoCo a 400 euro in una cooperativa e tre figli. Eh sì, tutti sanno che Mario e la moglie sono molto innamorati e…ci è scappato pure il terzo figlio. Che fare?
Dopo lunga riflessione, l’assemblea ha consigliato di congelare Giada, la più piccola, per le seguenti ragioni:
1) sarebbe sbagliato congelare Monica, la maggiore, perché frequente la terza Ragioneria ed è quindi “fuori” dalla cosiddetta riforma Gelmini: se nella sciagura si può evitare una disgrazia, è meglio farlo.
2) per la stessa ragione sarebbe inutile congelare Walter di 12 anni – detto “Bartali”, perché corre tutto il giorno sulla vecchia bici del nonno, una numero 28 un po’ troppo grande per lui, ma quello passava il convento – giacché la “sfiga Gelmini” già ce l’ha, e dunque sarebbe del tutto inutile.
3) c’è sempre la speranza che un futuro governo di salute pubblica, di larghe intese, di stretta osservanza, di manica larga o di poca sapienza richiami la Russo Jervolino (!) per stendere una riforma della controriforma Gelmini. Mai dire mai, perché l’Italia è il Paese dei Miracoli: mandano persino la tessera n. 1816 della P2 a governare la nazione!
Inoltre, allo scongelamento di Giada – che oggi ha cinque anni – Monica ne avrà 21 e quindi potrà occuparsene qualora – per imperscrutabili disegni del destino italiota – fosse necessario congelare anche la mamma.
L’assemblea ha approvato la richiesta di Giada di portare con sé un telefonino: è stato reperito un vecchio Nokia da Stefano, imbianchino ad ore del terzo piano. Le batterie sono andate, ma per la mezzora del congelamento terranno.
Meno drammatica la situazione di Giuliano, vigile urbano, perché la moglie guadagna bene facendo i lavori ad ore – a dire il vero, ci furono delle malelingue le quali “ricamarono” qualcosa di più torbido su quelle “ore”…la signora è una gran bella donna…ma non è questa la sede per soddisfare la pruderie dei lettori… – perciò hanno deciso un semplice “taglio” di tutte le paghette dei figli superiori ai 220 centesimi. In questo modo, si spera di risparmiare almeno dieci paghette il mese.
Infine, sono state sanate situazioni minori: saranno congelati due cani, quattro gatti, tre canarini, un cardellino ed otto criceti. Qualcuno, vista la contemporanea presenza di gatti e criceti, ha pensato bene di raccontare la famosa storiella del lupo, della capra e dei cavoli…quella che devono attraversare il fiume con una sola barca…ma l’assemblea ha tagliato corto, sentenziando congelamenti separati. Un po’ di federalismo, per Dio!
Se le future condizioni economiche lo consentiranno, si provvederà all’acquisto di un grande congelatore condominiale, ma solo se il fondo perequativo previsto all’art. 119 del Regolamento Condominiale lo consentirà.
Stavamo per firmare il verbale ed andarcene, quando il rag. Venanzio del quinto piano – non interessato al congelamento, giacché bancario – ha richiamato la nostra attenzione. Ma – ha esordito – vi siete accorti che i conti non tornano?
Visto il nostro stupore – eravamo tutti convinti che quei sacrifici fossero necessari per salvare la Patria…la Grecia, gli investimenti, le agenzie di rating, l’America, la Germania…e dunque li accettavamo di buon grado. Che volete che sia, in un palazzo, avere tre o quattro persone congelate? Abbiamo quindi domandato lumi al nostro maghetto contabile.
In effetti, qualche sorpresa c’è, ed abbiamo ritenuto di farvi cosa gradita nel comunicarvela. Ascoltate il rag. Venanzio.
Proviamo a capire per quanto “parteciperanno” alla manovra di Berlusconi e Tremonti i dipendenti pubblici: per carità, solo “congelati”, mica stramazzati.
Gli stipendi saranno “congelati” per quattro anni, dal 2010 al 2014: l’inflazione sarà anch’essa “congelata”? Non ci sembra: d’altro canto, più volte abbiamo sostenuto che Berlusconi è soltanto il figlioccio di Craxi, e l’aggiornamento dei salari all’inflazione (la cosiddetta “scala mobile”) fu eliminata proprio da Craxi.
Sicché, stando ai dati ufficiali sull’inflazione (quella reale è altra cosa) potremo aspettarci una perdita di valore reale del 2%: l’economia continuerà a “tenere a freno” l’inflazione più a meno su questo valore, i dipendenti pubblici il “freno” lo metteranno alla cinghia dei pantaloni.
Saranno felici i lavoratori autonomi (uh! E’ toccato ancora a loro! Berlusconi sì che ci difende!) ma sarà una soddisfazione da poco: falliranno a migliaia, perché una simile contrazione dei consumi li taglierà nella carne, non nella pelle.
Se n’è accorta persino la presidentessa di Confindustria Marcegaglia, la quale ha invocato provvedimenti “di crescita”: strano connubio, quello che aleggia nelle sale degli industriali, nel desiderare rigore sui conti, provvedimenti di crescita e un po’ di francescanesimo per i politici.
Forse, la buona Emma dovrebbe farsi raccontare la storiella della botte piena e della serva ubriaca, oppure dovrebbe meditare che è il sistema ad essere alla frutta: i palliativi sono come la morfina per un organismo che non reagisce più.
Quindi, per 4 milioni di dipendenti pubblici, risparmio all’osso su tutto e addio a spese varie, vestiti, scarpe, turismo, auto, motorini…ecc: ce ne accorgeremo tutti insieme fra un paio d’anni, quando “l’economia reale” inizierà ad andare a fondo per tutti.
Ma, quanto pagheranno i pubblici dipendenti? Perché siamo così pessimisti?
Calcolando uno stipendio lordo di 2.000 euro il mese (corrispondente, all’incirca, a 1.500 euro netti), la “suzione” sarà del 2% annuo per quattro anni.
Su un totale annuo (13 mensilità) di 26.000 euro, ogni lavoratore perderà 520 euro il primo anno, 1040 il secondo, 1560 il terzo e 2080 il quarto. Addio vacanze, pizzeria, cure mediche, studi per i figli…e tante altre cose.
Senza contare che, chi andrà in pensione dopo la “vacanza contrattuale e previdenziale”, lo farà con gli ultimi anni a stipendio svalutato e con la liquidazione rateizzata. In tre rate, ma quando l’ultima rata? Vista la pessima abitudine di Tremonti di pescare nel fondo TFR dell’INPS, la cosa insospettisce.
Di più: nella stessa legge Finanziaria – nonostante i richiami del Presidente della Repubblica di non affastellare nella medesima legge provvedimenti di varia natura – hanno deciso d’azzerare il Consiglio d’Amministrazione dell’INPS. Resteranno soltanto il Presidente e il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza: i dipendenti privati sono avvertiti di quel che sta per succedere.
Nei quattro anni in oggetto, quindi, il dipendente pubblico medio consegnerà alla classe politica, nella persona del Presidente Berlusconi, 5.200 euro, quasi il prezzo di un’utilitaria! Alla faccia di chi non mette le mani nelle tasche degli italiani! Questo è un furto d’auto bello e buono! E lui lo chiama “stare fermi un giro”: ma cosa crede, che i lavoratori pratichino il gioco dell’Oca?
Quanti sono i pubblici dipendenti?
Una cifra indicativa di 4 milioni è quella più vicina alla realtà, e coerente con le amministrazioni pubbliche del resto d’Europa, i calcoli sono in nota[1].
Il primo anno, dunque, i “risparmi” saranno di 2,080 miliardi di euro, il secondo di 4,160 miliardi, il terzo 6,240 miliardi ed il quarto 8,320 miliardi. Totale: 20,800 miliardi di euro. In buona sostanza, i pubblici dipendenti pagheranno quasi da soli l’entità della manovra economica stimata in 24 miliardi di euro.
E, questo, con buona pace della necessaria “equità” richiesta dal Presidente della Repubblica, degli “approfondimenti” che l’UDC valuterà, dei “dubbi” di Fini e dello sterile chiacchiericcio del PD e dell’IDV. Pagheranno in egual modo, ovviamente, i pubblici dipendenti “cornuti” della Lega, quelli “responsabili” del PdL, siano essi “berluscones” di Forza Italia o ex-missini di Gianfranco Fini. Complimenti: tornate a votarli.
Infine, i sindacati faranno una bella messa cantata per celebrare la loro contrarietà – durante la quale CISL, UIL ed UGL faranno finta di cantare, aprendo solo la bocca a comando (d’altronde, è l’unica cosa che sanno oramai fare) – mentre la CGIL emetterà qualche suono in più, presto dimenticato.
Alcuni dipendenti pubblici saranno graziati – ossia i corpi di polizia (minuscolo), perché il lavoro sporco richiede qualche soldo in più (Cucchi, Uva, Aldrovandi, Sandri, Genova, ecc) – ma lo faranno successivamente ed in silenzio, senza troppo clamore.
Nel programma del PdL c’era l’abolizione delle Province: promessa mantenuta! Ma solo per quelle non di confine (per accontentare la Lega) e con meno di 220.000 abitanti: Asti, governata dal centro destra, ne ha 221.000 e si salverà. Che lungimiranza o casuale coincidenza, la quale salverà la “fedelissima” berluscones Armosino!
In sostanza, saranno “forse” abolite sei province: ma, qualcuno di voi ci crede? Oppure saranno successivamente mantenute in stand-by da una serie di norme transitorie? Non le avessimo mai viste queste cose!
Per inciso, l’abolizione di tutte Province (solo per i politici, s’intende, non per i dipendenti!) avrebbe condotto a risparmi per 8 miliardi di euro.
Dopo il resoconto del rag. Venanzio, siamo andati a scartabellare i dati raccolti da un noto quotidiano bolscevico – Il Sole 24 Ore[2] – il quale aveva promosso una consultazione fra i suoi lettori su quali voci della spesa tagliare: il lettore medio del quotidiano di Confindustria – stella rossa sul berretto e Kalashnikov dietro la porta, ovviamente – consigliava l’abolizione delle Province, il ritiro dalle missioni “di pace” all’estero e l’abolizione delle auto blu.
Quale saggezza! Un simile “pacchetto” avrebbe condotto direttamente a risparmi nell’ordine dei 30 miliardi l’anno!
A quel punto, Venanzio decise di ribattere, affermando che non avevamo capito niente, che quelle misure c’erano, eccome!
Sinceramente, eravamo tutti basiti.
“Previsto inoltre un taglio dell'80% alle spese della pubblica amministrazione per studi e consulenze, relazioni pubbliche, convegni, mostre e pubblicità, sponsorizzazioni e auto-blu.”
Ora, se le sole auto blu comportano un aggravio di spesa di 18 miliardi l’anno[3], tagliarne l’80% significherebbe – solo per le auto! – risparmiare 14,4 miliardi l’anno! Che bisogno ci sarebbe di fare tutti gli altri prelievi?
E non basta[4]:
Dieci miliardi di tagli per gli Enti Locali, quattro preventivati dal condono edilizio…aumenti dei pedaggi autostradali – anche nei raccordi – fino al 25%! Poi c’è lo “spezzatino” di misure minori – quella del prelievo sui parlamentari è risibile, perché è del 5% per la sola parte eccedente gli 80.000 euro l’anno, ma lo stipendio dei parlamentari non è così alto, i veri soldi che acchiappano sono le indennità, i rimborsi, i benefit – perciò facciamo finta che queste cose le abbiano soltanto dette, ma non le faranno per davvero.
Quelle che invece faranno sicuramente rispettare sono le nuove norme per gli invalidi, ossia il passaggio dal 74% all’80% d’invalidità per avere la pensione. Ma, ci domandiamo, o un invalido è un falso invalido – ed allora non ha proprio diritto – ma se è “solo” invalido al 74%, non ha diritto a niente?
A quel punto, il rag. Venanzio ci ha chiesto d’avvicinarci e, bisbigliando, ci ha confessato d’aver saputo che Romeo, l’invalido del piano rialzato, al quale fu amputata una gamba sotto il ginocchio, sta pensando di farsi levare anche il ginocchio per arrivare all’85%, così – qualora dovessero inasprire ancora i termini – avrebbe ancora un “bonus” del 5%. La decisione di Romeo ci è sembrata saggia: già che uno c’è, non bisogna pensare solo alle disgrazie dei governi attuali, ma anche a quelle dei governi futuri!
Sia come sia, lo scenario dipinto dal nostro valido ragioniere va ben oltre quei “24 miliardi in due anni” che il ministro Tremonti aveva all’inizio ipotizzato. Perché, allora, inasprire così le richieste?
Ancora una volta, il nostro strabiliante contabile ci è venuto in soccorso.
«Forse, perché quei soldi servono al altro.» Frase sibillina. Abbiamo immediatamente chiesto lumi.
Non tutti quei risparmi saranno effettivi – soprattutto quelli che riguardano i parlamentari e le Province – ma tanti altri lo saranno e supereranno – di molto! – quei fantomatici “24 miliardi” che nessuno, a dire il vero, ha compreso perché dobbiamo tirare fuori. Un mese fa non andava tutto bene? A detta di Tremonti, non eravamo messi meglio degli USA ed alla pari con la Germania[5]?
Ma, allora, a cosa serve quella montagna di soldi? E’ la domanda che scaturì dai nostri occhi.
A trovare fondi per il famoso fondo perequativo previsto dall’art. 119 della Costituzione, per attuare il federalismo fiscale! Non l’avevate capito? Nemmeno i quotidiani ci sono arrivati! Tutti a star dietro alle presunte “beghe” nel PdL! Il solito teatrino.
Se le regioni del Nord non vogliono più pagare le tasse (a dire il vero, anche là le pagano solo i soliti noti), bisognerà provvedere affinché le regioni del Sud non vadano proprio a fondo, altrimenti tutto è inutile!
Allora, si fa un bel prelievo dai pubblici dipendenti per darlo a Bossi che sarà contento: adesso, che ha anche il figlio consigliere regionale, con il federalismo fiscale e le mani sulle banche lui e Tremonti sono felici come fringuelli!
Pazienza per i dipendenti pubblici della Lega: pare che sia allo studio la fornitura gratuita di CPDP, ovvero delle specialissime Corna del Dipendente Pubblico Padano. Lega in Titanio e vernice verde fosforescente: così nessuno potrà mai dire che sono dei cornuti qualunque.
Adesso, ci dovete scusare, ma dobbiamo riportare anche l’intervento della signora Concetta: abbiate pazienza, ma si tratta di una signora meridionale molto sanguigna, dai toni popolani, senza peli sulla lingua. So che capirete.
Ma quale congelamento – ha esordito la signora Concetta, casalinga con marito spazzino e muratore ad ore (fa un sugo all’amatriciana che è il paradiso in terra) – questa è ‘na rapina bella e buona! ‘Stu fetentone ‘e Berlusconi…quello s’acchiappa tutto per fare ‘stu divorzio milionario, e poi lo viene a prendere dallo stipendio del marito mio! Ma chill’ è peggio delli guaglioni che s’arrubbano l’elemosine…
Scusate, ma il resto dell’intervento non era proprio pubblicabile: abbiamo compiuto questo sforzo di democrazia nel pubblicarlo, ben sapendo che presto non lo avremmo più potuto fare. Iniziamo a sperimentare dei mini-bavagli condominiali.
Il rag. Venanzio, però – quale saggezza contengono quei sessanta chili di pelle ed ossa! – ha voluto rispondere con gentilezza alla signora anche se – solo per il tono, assolutamente disdicevole – siamo certi che dei veri gentiluomini come Ignazio La Russa o Renato Brunetta l’avrebbero mandata sicuramente al confino. Magari nella sua amatissima Ventotene.
E, le parole del ragioniere, ci schiusero altre porte.
Venanzio, prima d’iniziare, assunse un’aria grave, da cospiratore ottocentesco. Si notava ch’era nervoso: continuava a ripulire le lenti degli occhiali con il fazzoletto, tormentava la penna, come se avesse un segreto inconfessabile da comunicarci. Poi, varcò il Rubicone.
«Come presumo saprete, mio cognato Alfonso, quello che abita al caseggiato 2B, fa l’usciere a Palazzo Chigi.»
Ci fu un silenzioso assenso da parte dei presenti, ma Venanzio non attese consensi non richiesti e continuò.
«E’ giunto a quel posto dopo anni di sacrifici: scaricava i camion a Segrate, non vi dico per chi…lo avrete già capito…poi ha fatto tutta la trafila. I Circoli della Libertà, del Buon Governo, il Promotore della Libertà…altro, adesso non ricordo…ed era presente a palazzo Chigi la sera del Consiglio dei Ministri. Sì, proprio la sera della manovra, proprio di servizio alla porta della sala.»
Noi, che comprendevamo il suo imbarazzo, non osammo interromperlo.
«Ed ha ascoltato quel che ha detto Berlusconi. Ve lo racconterò – battute e lamentele da osteria a parte – solo per spiegare alla signora Concetta perché devono giungere a rapinare lo stipendio del marito spazzino.»
Venanzio riportò che, da quello che il cognato era riuscito ad ascoltare, non c’erano grandi perplessità: qualcuno lamentava che il suo ministero sarebbe andato “in sofferenza” per i tagli…ma Berlusconi rassicurava: «Tranquillo, togliamo con la destra e ridiamo dieci volte con la sinistra!»
Poi, qualcuno mostrò preoccupazione per il salasso sui pubblici dipendenti: e i voti?
A quel punto, Berlusconi si mise a ridere. Non crederete mica che non ci avessimo pensato?
I voti si prendono a tranche, e quella dei dipendenti pubblici era – secondo gli approfonditi studi sociologici che abbiamo commissionato – quella sulla quale facevamo meno breccia. Perciò, se si deve dissanguare qualcuno, per primi tocca a loro!
Non tutti, però: sono dipendenti pubblici anche le forze di polizia ma quelle – con il solito emendamento – le salveremo. Magistrati ed insegnanti sono il peggio, per noi, però qualche modesta “quinta colonna” la teniamo anche là: pensate ai prof di Religione, con tutto quel che abbiamo loro concesso! E, con quei provvedimenti, ci siamo anche riavvicinati al Vaticano!
Poi, per fare numero, si vanno a cercare le associazioni: riforme a costo zero! Pensate ai cacciatori. Concedendo loro di sparare anche ai canarini in gabbia, abbiamo legato 700.000 cacciatori al nostro carro!
Ora, immaginate una situazione assurda.
Un pubblico dipendente si vede impallinare il canarino che ha sul balcone e protesta. Con chi?
Se protesta con il cacciatore è dei nostri, con i carabinieri uguale – altrimenti, col cavolo che li esentiamo dal congelamento degli stipendi! – se va dal prete è dalla nostra anche lui, non sia mai che i comunisti gli requisiscano la chiesa. Se va da un sindaco nostro non combinerà nulla, mentre se è dell’altra parte non potrà far niente.
Se pensa di rivolgersi alla Magistratura, si dovrà mangiare la casa per pagare gli avvocati…cosa potrà fare? Nulla, ed il cacciatore continuerà a votarci. Così si governa!
Dobbiamo tenerci cari quelli che stanno sicuramente con noi, quelli che hanno già attuato la rivoluzione fiscale non pagando più le tasse…e poi preti, suore e religiosi, Vaticano, commercianti, cementieri, puttane (con tutto il lavoro che diamo loro…), i sindacati li abbiamo comprati…e gli altri…che vadano a farsi fottere! L’importante è farli pagare, e nessuno è in una condizione peggiore dei dipendenti pubblici!
L’unica cosa, della quale dovremo stare attenti, è la comunicazione: non dovremo mai parlare di sacrifici, bensì di “razionalizzazione della spesa”, mai di “tagli” bensì di “ottimizzazione”…le parole d’ordine dovranno essere “modernità”, “futuro”, “ricchezza”…poi, potremo continuare a spolparli come dei gonzi, anche quelli che ci votano!
E’ quindi molto importante chiudere la bocca a tutti i disfattisti, soprattutto a quella gente di Internet: con i giornali ci metteremo d’accordo…in fin dei conti siamo nella stessa barca…mentre quelli sono battitori liberi, sono pericolosi…
Ah, Gianni, chiamami quel, quel…quello dell’UDC, quello che ha presentato la legge del bavaglio…
D’Alia.
Sì, quello: bisogna affrettare i tempi e concludere il lavoro, prima che qualcuno s’accorga della presa per il sedere: voglio quella legge contro Internet, capito? E in fretta!
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Fonte: http://www.impiegopubblico.info/3nespor.htm
[2] Vedi: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/05/manovra-contenimento-deficit-costi-politica.shtml?uuid=1f6b37a4-61ac-11df-9897-da92dfbe9b50
[3] Fonte : http://blog.panorama.it/autoemoto/2007/05/21/record-negativi-litalia-prima-nelle-auto-blu/
[4] Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2010/05/26/news/le_misure-4336357/
[5] Vedi: http://www.corriere.it/economia/10_aprile_24/tremonti-debito-pubblico-draghi_03c1a202-4fca-11df-9c4e-00144f02aabe.shtml