Renzi è nei guai, inutile raccontarsela, come del resto lo è
Mattarella e tutto la compagnia cantante, e pure quelli che fanno finta di
cantare. Soprattutto dopo il diktat di Obama: l’Italia deve andare in Libia! A
chi lo “scatolone di sabbia”? A noi!
Mi riferisco alla dolorosa e triste vicenda, conclusasi con
la morte (almeno, secondo le ultime notizie) dei due tecnici italiani in Libia.
Due tecnici rapiti da Daesh (?) lo scorso anno, non una vicenda recentissima.
E’ qui la stranezza della vicenda.
Da anni siamo abituati alla Farnesina in versione
“cassaforte” e “banca” nei confronti dei rapitori: è una pratica normale, che è
sempre esistita. Dai tempi nei quali ci s’affrontava all’arma bianca, la vita
la perdevano i poveracci: appena disarcionato dal suo cavallo, il cavaliere si
sentiva fare la domanda di rito “Di quale casata sei?” Il movimento successivo
del coltello, infilato fra la corazza e l’elmo, dipendeva da quella risposta.
Oggi, che personale italiano dipendente da aziende
petrolifere, o di costruzioni (sempre al servizio delle suddette aziende) si
trovi in Libia, nel bel mezzo di una guerra fra bande, è cosa risaputa e
normale che stiano lì, nel bel mezzo dei Kalashnikov che cantano. Business as
usual, gas e petrolio devono giungere alle nostre case, altrimenti il business
si ferma e...non si può!
Qual è la condizione?
L’accordo essenziale, per quelle aziende, è che – su tutto –
veglieranno i servizi segreti, se andasse male interverrà il Ministero degli
Esteri...lo hanno già fatto, no? Le due ragazze che lavoravano per una ONG in
Siria sono state salvate, vero? Basta pagare il riscatto, e allora...
Per i lavoratori, questa dev’essere stata la rassicurazione
che hanno ricevuto dalle loro aziende: che, successivamente, li hanno
“rivenduti” ai servizi, i quali aspettano ordini. Da chi? Provate ad
indovinarlo!
Che i guerriglieri di Daesh non sapessero ci sembra molto
strano: Daesh è una holding sempre a caccia di soldi, dal petrolio alle
antichità, dal traffico di migranti a quello degli organi dei prigionieri,
destinati al trapianto. Su questo turpe mercato, scriverò presto un nuovo
articolo, perché – anche se la Malatempora non c’è più – non dare un seguito al
mio “Ladri di organi” mi sembra una
bestemmia, una perfidia nei confronti di chi viene macellato per le camere
operatorie.
Ma torniamo alla vicenda.
C’è una paradossale vicinanza con la storia raccontata ne “Il ponte delle spie” di Spielberg: una
storia della mia gioventù, quando i russi abbatterono l’U-2.
Il paradosso fra le due vicende, sta nella visita che
l’avvocato difensore della spia russa compie a casa del giudice, prima della
sentenza, e gli ricorda “E se domani, per
un caso fortuito, prendessero uno dei nostri? Ci converrebbe avere una pedina
di scambio”. Difatti, la spia russa fu condannata ad una lunga detenzione e
non “fritta” sulla sedia elettrica. Ed il caso dell’U-2, puntualmente, si
verificò. E furono scambiati.
Invece, Daesh – che sa d’avere fra le mani qualche
milioncino di euro, sicuro sicuro – li porta in prima linea a fare da scudi
umani...ma quale furbizia! Chi ha pagato “qualche milioncino + tot” perché
l’esito fosse diverso?
Un caso d’analogia all’opposto, con Renzi che deve trovare
una pezza giustificativa nei confronti dell’opinione pubblica per andare in
Libia ed accontentare il suo padrone Obama...ma non è Andreotti! La fa
semplice, il ragazzotto (che solo un presidente padre/padrone ha messo in
cattedra, tanto per ricordarlo): passa la pratica all’ufficio...tu sai quale...
Adesso sono partiti 50 incursori – che in Libia sono come un
bruscolino in mezzo ad una tempesta di sabbia – ma gli incursori, si sa, possono anche trasformarsi in istruttori...atti alla bisogna, anche se
drammaticamente bruscolini.
In ogni modo, italiani, adesso caricatevi bene di rabbia:
vendetta! Tremenda vendetta!
5 commenti:
Le guerre sono sempre figlie del Capitale e dell'Egoismo,
questo sì che è un connubio contro natura.
Da noi poi le "ostetriche" si chiamano Pinotti e Mogherini, e la caposala è quel comunista contro natura al soldo degli USA fin dagli anni '60. La genìa perversa dei Savoia ancora devasta la nazione.
Non ho capito, Eli, chi è il rappresentante della genia perversa dei Savoia (sui quali non ho dubbi), ma non capisco...vuoi essere meno ermetica?
Ciao
Carlo
Pare che Bella Napoli sia figlio naturale di Umberto II,
avuto da una signorina bene di Napoli prima del suo matrimonio con Maria Josè. La suddetta signorina napoletana fu costretta ad un matrimonio riparatore con un facoltoso avvocato massone, che naturalmente era al corrente dei fatti.
Avrei voluto metterti un link, ma oggi ho un segnale bastardo! :-D
Comunque, chissà se è vero o se è la solita bufala di Internet. La somiglianza è notevole, e l'interessato, intervistato al riguardo, NON rispose.
Da indiscrezioni dell'ultim'ora, pare che agenti italiani dei servizi presenti in Libia per la faccenda dei quattro rapiti, abbiano tentato un blitz nel quale due ostaggi sono morti, mentre gli altri due sono stati liberati. Teste di c....uoio!
Tanto la verità non sarà mai resa nota, così come per la vicenda di Giulio Regeni a Il Cairo, i governi temono la verità, perché rende liberi.
Ciao.
E.
Ecco il link:
http://seigneuriage.blogspot.it/2012/03/napolitano-e-figlio-del-re-umberto-ii.html
Mi correggo: il fattaccio non avvenne prima del matrimonio con maria Josè, la quale aveva sulla testa un secchio di lumache vive, ma durante.
Però, che gran bisex fu il re di maggio!
Tu in un articolo hai chiamato Bella Napoli Vittorio Emanuele IV per altri motivi, ma non sapevi quanto ci sei andato vicino.
Ciao.
Sai, Eli, non sposo mai teorie indimostrabili, la mia formazione scientifica è prevalente in queste cose. C'è una bella somiglianza, è vero, ma senza l'analisi del DNA non puoi affermare nulla. Analisi che non si farà mai, ovvio. Ciao. Carlo
Posta un commento