Carlo Bertani blog: un piccolo spazio aperto sul mondo, qui e sul sul mio sito, www.carlobertani.it..e adesso http://italianzihuatanejo.blogspot.com/
07 aprile 2014
La Pasqua dello scrittore
E’ un po’ di tempo che, quando mi viene in mente un pezzo da scrivere – chissà perché – giro lo sguardo e mi salta alla mente qualcos’altro da fare: scrivere sulle follie di Renzi? Che palle...oppure sul futuro dell’Ucraina? Oh certo, viene da ridere...
Allora, mi diverto a leggere quello che scrivono i bravi analisti americani i quali, con il sedere al caldo piazzato in una Fondazione – e l’assegno che arriva, puntuale, ogni fine mese dal politico/imprenditore/finanziere ecc...per scalare un po’ di tasse – fra un Big Mac ed una fetta di torta di mele ingentilita con lo sciroppo d’acero, s’inventano qualcosa (che viene riportato come una cosa serissima, qui in Italia) per concretizzare l’assegno del prossimo mese. Ed altri Big Mac e torte di mele: chissà se Maggie – quella bruna che ho conosciuto l’altra sera, con quella scollatura mozzafiato – me la darà? Mi sembrava d’essergli simpatico...
Così, si trova di tutto, ma proprio di tutto: l’Ucraina dell’ovest infarcita di missili NATO come una torta di mirtilli e la Russia che sbraita dalla Piazza Rossa mostrando centinaia di lanciatori pronti, la Bielorussa invasa prima da una perfida manovra “false flag” che punta, dopo aver ucciso Luckashenko con un drone che si schianta proprio sulla sua dacia (con relative scuse ufficiali: era un drone difettoso, come gli F-35), ad una successiva invasione che porterà al nord della Russia. Per il petrolio dell’Artico, ovvio.
Ce n’è per tutti i gusti: il lettore americano è convinto che, sotto sotto, esista ancora l’URSS e che tutte queste ammuine di Putin siano solo una manfrina. Diamogli sotto! Forza! Piazzeremo i Mac Donald sulla Piazza Rossa. Ma c’è già.
Della Seconda Guerra Mondiale ricordano la spiaggia di Omaha Beach e piangono: già...laggiù ci ha lasciato la pelle il nonno...e non hanno la minima idea di cosa fosse l’accordo Ribbentrop-Molotov per la spartizione della Polonia, che oggi si rinnovella.
E’ sparito quello che annunciava l’invasione dell’Iran per il giorno dopo, con cadenza settimanale: è andato avanti per anni “le portaerei Vinson e Nimitz sono già schierate all’imbocco dello stretto di Hormuz, i B-2 pronti a partire dal Kansas...” mah, avrà cambiato Fondazione...oppure ha sposato Maggie, che era ricca per via di una fabbrica di preservativi del padre. E se avesse aperto un fast food?
Lontano dagli USA, qui da noi, Domenica prossima è già la Domenica delle Palme...oh-sanna, ei-sanna, sanna sanna oh...e lo scrittore italiano si prepara, si prepara...a cosa si prepara? A nulla, perché manca la notizia.
A dire il vero, le notizie non mancherebbero, ad esempio: la Comunità Ebraica è scioccata dagli ammanchi nelle casse milanesi e per la “frittata” dell’Ospedale Israelitico di Roma e dei suoi rimborsi milionari, presi a ufo dalla Sanità pubblica. Mastrapasqua ci ha lasciato le penne, ma...Gad Lerner si meraviglia, s’offende, s’inalbera con i suoi correligionari... possibile che non ci sia un fermento d’orgoglio fra barbe e kippà? Possibile che tutto vada bene così?
Caro Gad...non so come tu possa essere ancora così ingenuo...passata la settimana di Pesach, con le azzime e tutto il resto, qualche primario italiano (ebreo) con altri primari italiani (cattolici) se ne andranno a mangiare l’abbacchio fuori porta, e rideranno di quei soldi...quel Mastrapasqua, che cretino (nel miglior stile dei romanzi di Sciascia)...e affonderanno il coltello nella coscia d’agnello. Rigorosamente kasher.
Fra pochi giorni saranno ventitre anni dal rogo del Moby Prince ed è saltato fuori che le perizie furono eseguite da uno studio legato all’ENI – per l’Agip Abruzzo (la nave colpita dal traghetto) ci può stare, ma per la compagnia del Moby Prince? – e, negli stessi giorni, Renzi, bello bello, confessa in pubblico il segreto di Pulcinella numero uno dell’energia italiota: l’ENI è infarcita di uomini dei servizi. Ma va? Noi credevamo che ci fossero ingegneri, crocerossine e Gesuiti per la cura di corpo ed anima dei poveri neri ai quali soffiavamo il petrolio per due lire.
Ma non è solo l’anniversario del Moby Prince, perché dodici ore dopo, a Genova, prende fuoco la Haven, superpetroliera scassatissima – è vero – ma che, pochi mesi prima, aveva ricevuto il benestare alla navigazione (la revisione) dal registro navale italiano (RINA), mica da quello del Madagascar.
Mi sono sempre chiesto quale probabilità ci sia che due incidenti di tale gravità avvengano a distanza di poche ore, in due porti lontani una manciata di miglia, nello stesso mare ed entrambi in circostanze così strane. Eh sì...perché un traghetto che sperona una petroliera carica – la prima rimane quasi intatta, il secondo brucia come un cerino – non è un fatto un po’ strano? E la Haven?
Oggi meta del turismo subacqueo – dopo aver distrutto i fondali del Mar Ligure, ed i soldi che dovevano servire per il risanamento dei fondali sono serviti per costruire le passeggiate a mare, mamma mia che pozzo di San Patrizio per i politici...i pescatori? I pescatori vadano affan...gli facciamo una bella legge di rottamazione, al punto che c’è gente che ha “rottamato” pescherecci in buono stato (roba di 20 e più metri), prendendo un sacco di soldi... – ebbene, oggi la Haven (meno la prua) giace su un fondale di 60 metri circa.
E cosa si nota a poppa, proprio sotto il fumaiolo? – dove mirerebbe anche l’ultimo comandante di Doenitz, entrato in servizio ad Aprile ’45 – uno squarcio di 6 metri di diametro, che tutte le perizie – ovvio – hanno certificato che si è creato per lo scoppio di una pompa. Mmazza o’, che pompa! Nemmeno se a manovrarla ci fosse stata Rita Hayworth! Oooops! Sono diventato scurrile, non lo ero mai stato, scusate, scusate...
Una nave è un solido immerso per tre lati in un fluido (acqua) e per uno in un altro (aria), dei quali il primo è più denso di 1000 volte (circa) rispetto al secondo: secondo voi, dove si scarica un’esplosione interna? Verso il lato meno “compresso” – ossia il ponte, le sovrastrutture – oppure in acqua?
Non fa nulla, non importa – se ho rotto le scatole venite ad ammazzarmi, tanto non me ne frega nulla...come ci avete provato con Fabio Piselli, ma vi è andata male... – prendetelo come un divertissement letterario/tecnologico di una bella mattina di Primavera...fra poco è Pasqua...
Ah, dimenticavo: se cercate le foto del relitto, troverete solo disegni della poppa, nessuna foto compromettente. Nei primi anni c’erano, poi sono sparite...saranno invecchiate...
Intanto, il nostro baldo premier ne studia una nuova tutti i giorni: non è un po’ in ritardo con la tabella di marcia? Dopo la legge elettorale, la riforma costituzionale, la riforma fiscale, la riforma amministrativa...oddio, ne dimentico qualcuna? Non dovevano essere una al mese?
Così m’era parso di sentire...una al mese, schiena dritta e di corsa, per concludersi – ad Aprile 2018 – con lo sbarco del primo italiano sulla Luna. Che potrà solo essere Corrado Guzzanti: è già stato su Marte...
La nostra balda segretaria della CGIL, invece – grande difensora dei diritti degli umili – si è scagliata contro il progetto di Marianna Madia (la ex fidanzata del figlio di Napolitano) di pre-pensionare nella Pubblica Amministrazione. Forse non sa che ENEL ha pre-pensionato 3.500 addetti su un totale di 30.000 – il 10% della forza lavoro! – ma ENEL è la cugina di ENI, si capisce...
Peccato che, nemmeno due anni fa (il 2 Settembre del 2012) dichiarava (1):
Susanna Camusso dà «per scontato» che chiederà, in caso di vittoria del centrosinistra alle elezioni, la revisione della riforma delle pensioni. «Per noi il tema è già aperto oggi, chiederemo che la riforma vada cambiata, a Bersani come ad altri»
Ah, ah, ah...però afferma, oggi, che è una questione di giustizia: se si fa, si fa per tutti. Giusto. Peccato che, per qualcuno, la giustizia sia più giusta, per altri un po’ meno.
La barzelletta più divertente, però, è la storia di Tanko, che ha scatenato la sana ironia degli italiani su Facebbok. Il nome, però, è azzeccato: sembra quasi il titolo di un romanzo di Ivo Andric, ambientato nella Bosnia più interna e buia, al tempo degli ottomani.
Se fossi il giudice che li dovrà giudicare, li condannerei a qualche anno di lavoro presso uno stabilimento della FIAT macchine agricole: hanno mostrato del talento. Lascerei, però, stare le costruzioni militari: abbiamo capito che erano “quattro amici al bar”, appassionati di meccanica e di Lega, ma lascino perdere i carri armati: c’è da farsi male.
Un Leopard non è una draga camuffata ed i mezzi dei “repubblicani” spagnoli del ’35 erano più seri: forse intendevano scavare un buco nella nuova tangenziale di Mestre? Per protesta, ovvio. Cosa si prende per danneggiamento stradale? Una multa oppure l’arresto?
E dopo questa chiacchierata, nella quale ho elencato un millesimo dei fatti, fatterelli e fattacci italiani, perché dovrei ancora scrivere?
In Italia, oggi, scrivi (e sei retribuito) se:
1) hai santi in Paradiso;
2) l’hai data/o via a qualcuno che conta;
3) sei parente/amico di un politico;
4) sei veramente bravo e sei disposto a chinare il capo di fronte al direttore (lo 0,001%).
Per quanto riguarda la narrativa siamo fottuti in partenza dal basso numero di lettori della lingua italiana: fra pochi anni, rimarranno solo gli scrittori di madrelingua spagnola ed inglese, più qualche russo. Vedremo cosa faranno i cinesi e gli indiani.
In Italia, ce ne sarebbero a bizzeffe di cose da raccontare e la fantasia non c’è mai mancata: il problema è che – anche grazie al cui prodest – il lettore sa già tutto! Cosa dobbiamo raccontare: che Renzi è un altro anello di una catena infinita di grembiulini? Ma lo sapete già: è amico di Verdini!
Che il treno scoppiato a Viareggio aveva un asse segato? Ma c’erano le foto sul Web!
Il problema è che, a fronte di questo scenario, nessuno s’indigna – come fanno in Spagna, ad esempio – perché l’indignazione è un sentimento serio, che mostra la propria contrarietà con fierezza e con fermezza. Ma a cosa serve, contro i panzer di Goldman Sachs?
Oggi, se rinascesse un Pirandello nessuno se ne accorgerebbe, dubito anche che un Pasolini verrebbe notato – al massimo un trafiletto di poche righe in cronaca “Retata di omosessuali e prostitute ad Ostia” – e Sciascia se n’è andato lasciandoci un’eredità pesante: “Siamo un popolo senza memoria e senza verità”. Amen.
Auguri a tutti di buone mangiate: vado a rincalzare le patate, che è meglio.
(1) http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca/2012/09/02/news/camusso-guadagna-3800-euro-al-mese-1.5633523
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12 commenti:
Carlo, io ci ho provato fino a qualche anno fa in Italia, ma mi sono reso conto che non è un paese in cui ció sia possibile. Ovviamente, se non sei nipote di qualche politico o vescovo. Il punto è che siamo un popolo di tronfi. La stessa parola "orgogliosi" sarebbe sbagliata, siamo semplicemente TRONFI.
Diciamo di essere i migliori in tutto, ma guarda caso siamo sempre nella cacca. Gli altri progrediscono e noi rimaniamo indietro, e questo perchè manca la cultura dell'eccellenza: meglio un mediocre lecchino di poche pretese, che non una persona che può darti di più ma che giustamente pretende di più in quanto giudica e valuta. Il risultato di questo è la mediocrità più totale. La verità è che socialmente e lavorativamente, inglesi, francesi e tedeschi ci fanno il culo a stelle e strisce semplicemente perchè sono persone molto più serie di noi.
Che tristezza, Mozart, sentire da te le mie stesse parole dette in altro modo, da una persona che so essere esperta di emigrazione e, quindi, di raffronti.
E' che mi domando cosa posso ancora raccontare: non affronto più l'energia da tempo, perché tanto "tutti sanno tutto" e se parli di mulini o turbine ribattono che tanto c'è Tesla, che già aveva risolto tutto. Però gli Amerikoni kattivi hanno segretato tutto ed è colpa degli Amerikoni kattivi, che hanno pure bombardato la Serbia. Per via di Tesla, ovvio.
Che faccio? Sono un buon cuoco: posso scrivere di ricette...
Raffaele: io non ho insinuato che possa essere stata piazzata una bomba o, addirittura, un siluro.
Ho solo affermato che la probabilità che due incidenti gravi (e mortali) nel Mediterraneo e nello stesso giorno (dalle 12 alle 12 del giorno dopo, come ruotano i turni in plancia) è bassissima...feci il calcolo probabilistico, considerando la serie storica dei disastri nel Mediterraneo, era roba di miliardi...insomma, c'è una stranezza di base.
Poi, c'è quello squarcio...la Haven era una nave di latta, l'ultima superstite di una classe di 4 ciofeche - questo è innegabile - però le modalità dell'incidente, l'inchiesta chiusa in tutta fretta...insomma, in Italia non sai cosa pensare perché da mezzo secolo ci raccontano solo balle.
Tutto qui.
Grazie a tutti.
Carlo, mi dispiace che ti stia passando la voglia di scrivere, mi piaceva leggerti quando scrivevi di energia e mi piace quando, come in questo caso, scrivi di misteri irrisolti; in entrambi i casi con incredibile competenza, in ogni caso mi piace leggerti indifferentemente dall'argomento trattato.
Che dire, spero ti torni la voglia, anche se capisco che sia demotivante che nessuno prenda spunti dalle tue conoscenze, come se non ce ne fosse bisogno...
Saluti
ti ho citato, ogni tanto mi capita:
http://controinformoperdiletto.blogspot.it/2014/04/il-gomito-del-blogger.html
Credo che tutto torni ad indicare una necessità: il diritto ad un reddito di cittadinanza universale che permetta alla Vita di essere vissuta con dignità ed onore.
Solo così Poeti, Filosofi,Creativi di ogni specie ed umili manovali possono sentirsi liberi di sprigionare tutto il loro Spirit di e per la specie Umana.
Eppure basterebbe poco per tornare a stare con e come Umani.
Buon Cammino
Doc
Carissimo,
arrivo in ritardo col commento perché travolta da una ristrutturazione domestica; ma da giorni avevo letto il tuo articolo.
Ti dirò, non sono in disaccordo coi separatisti. Secondo me il futuro sarà in piccole comunità locali, magari dotate di moneta autonoma. Più il mondo diventa "global", più io parteggio per il "local".
Ormai gli stati nazionali sono estinti, per volontà della Cupola neo-mondialista che li creò, le ideologie sono finite, arcaici residuati del trapassato remoto, Dio è morto ed anch'io non mi sento tanto bene, per parafrasare Woody Allen.
Dunque ben vengano piccole comunità locali, organizzate in democrazia ed amicizia, che dovrebbe essere il sentimento comune e condiviso degli esseri umani.
Ciò che disturba, in realtà, è la rozzezza becera e sgangherata con cui leghisti e veneti esternano il sia pur valido concetto.
Mescolando in dosi massicce revanscismo reazionario, neofascismo, xenofobia e razzismo,(vedi abbraccio mortale con la Le Pen, che si è fatta una plastica all'immagine, ma non incanta nessuno).
Per lo meno, non incanta me, che come ben sai, sono Apote, non mi bevo più nulla.
Ti faccio i miei migliori auguri per una sfolgorante Primavera, a te ed a tutti i tuoi, e ricorda:
IO STO CON GLI AGNELLINI!
Eli
Ciao Carlo ho letto il tuo articolo con vivo interesse..Da quanto ne so io alcuni membri dell'equipaggio stavano effettuando saldature con la fiamma ossidrica o in un doppiofondo confinante con le cisterne di carico o in una tanca di zavorra non adeguatamente inertizzata oppure logora e confinante con una di carico che ha permesso l'infiltrazione di una miscela di gas esplosivi.Da qua l'avvio dell'esplosione.Tra l'altro l'enorme foro a forma di fiore di 6 metri è localizzato sotto la coperta e i lati con le lance di salvataggio sul lato sinistro,in una zona dove se non ricordo male c'era una cassa bunker.Panagiotis Tambaianis,primo ufficiale di macchina e Donatos Lolis direttore di macchina dichiararono a seguito dell'incidente numerose deficienze e anomalie alle strumentazioni di bordo,nonostante la Haven fosse fresca di cantiere e al suo primo viaggio dopo 3 anni di fermo.Le riparazioni avvenute a Singapore nei cantieri Keppel vennero effettuate al minor costo, con una serie di appalti all' asta e con materiali di bassa qualità. Le valvole che costavano sul mercato 1500 dollari, a Singapore le pagarono 70 dollari.
Le sfere dei cuscinetti nelle pompe non erano svedesi ma cinesi.E se ne accorsero in navigazione,quando era troppo tardi per sostituirli.Persino il fasciame del fondo danneggiato nell'attacco nel Golfo Persico venne sostituito con altre 2500 t di lamiere,ma di bassa qualità. A Genova infatti dopo l'esplosione la nave si è si scoperchiata in coperta ma soprattutto si spaccata in 2 sotto la chiglia laddove era più fregile.E' così che cosi ha perduto la sezione di prua.Il circuito che porta il gas di scarico dalle caldaie alle cisterne per sostituire il gas esplosivo dei depositi con quello inerte dei motori quando le cisterne sono vuote, era stato invertito. Così il gas delle cisterne, che è estremamente infiammbile, arrivava nelle caldaie. Potevano saltare in aria in qualunque momento. La strumentazione che indicava le percentuali di gas pericolosi nelle cisterne era difettosa e non indicava i valori reali.Vennero effettuate delle riparazioni da parte di tecnici della Troodos,fatti giungere appositamente dalla Grecia,in rada a Genova nei giorni antecedenti al disastro.Ma anch'essi non risolsero il problema.Toumpaniaris infatti confermò che il comandante Petros Grigorakakis era molto preoccupato e decisamente contrario all'esecuzione dell'ultima operazione di riequilibratura fatta sulla Haven. Con la pompa n.3, gia' in cattivo stato, fecero passare il greggio da una cisterna all'altra per equilibrare il carico della petroliera. Grigorakakis aveva molta paura di eseguire questa operazione, non voleva farla, ma gli venne imposta. Da chi non lo sappiamo.Toumpaniaris però riferì di continui contatti tra il comandante e gli armatori nei giorni antecedenti la sciagura. ''Tanto che a Genova" affermò Toumpaniaris "quando per la prima volta le pompe revisionate a Singapore dovevano funzionare in presenza di petrolio e non di acqua di mare, al momento dell'operazione di travaso, anche la pompa numero 2 si era surriscaldata e rotta. Si e' al giorno prima del disastro.E la pompa numero 3, imputata della tragedia, gia' non funazionava bene, ma era pur sempre l'unica adoperabile''
Affermo'inoltre che poco prima dell'incidente"mentre era a pranzo,un marinaio era a controllo della temperatura dei cuscinetti perche' non si alzasse troppo, ed un altro marinaio al condensatore, un altro strumento che serve per provocare vapore" Appare chiaro che il sistema di rilevazione manuale che facevano i marinai di bordo si traduceva in uno spostamento continuo delle attrezzature a disposizione, lungo la condotta. Il primo ufficiale sostenne che "le pompe che servivano per lo scarico, ed in particolar modo la pompa numero 3 non funzionavano. E che quando, dopo le prove fatte a Singapore, abbiamo dovuto procedere allo scarico della zavorra, cioe' di acqua di mare, al largo di Kharg Island in Iran, non avevamo potuto usare le pompe automatiche, ma solo il sistema manuale, impiegando 50 ore, invece delle normali 4-5 ore''.I termostati per misurare la temperatura dei cuscinetti non c'erano proprio a bordo. E, quindi, per controllare la temperatura dovettero usare tecniche rudimentali, quali termometri messi letteralmente sui cuscinetti da un marinaio che, addirittura, per poter controllare meglio la temperatura, metteva la sua mano sui cuscinetti, in modo che non superassero i 75 gradi di temperatura limite''. Incalzò la dose''Questo avveniva anche durante le operazioni di scarico avvenute a Genova, dove i marinai addetti provvedevano ad abbassare la temperatura anche gettando acqua fredda sui cuscinetti che, pero',io non l'ho visto,da quanto ha raccontato il secondo ufficiale, si surriscaldavano ugualmente".Toumpaniaris spiegò durante il processo ai giudici che anche durante tutta la navigazione dall'Iran a Genova, nel corso della quale hanno fatto tappa a Las Palmas ed a Cadice, hanno continuamente richiesto l'intervento dei tecnici. Ed a Cadice proprio e' salito un elettricista, naturalmente non in grado di realizzare riparazioni sostanziali e globali, come richiesto dal comandante. Come direttori di macchina addirittura ne cambiarono 6 durante il viaggio..Ma può anche darsi che mi sbagli..un saluto :-)
Affermo'inoltre che poco prima dell'incidente"mentre era a pranzo,un marinaio era a controllo della temperatura dei cuscinetti perche' non si alzasse troppo, ed un altro marinaio al condensatore, un altro strumento che serve per provocare vapore" Appare chiaro che il sistema di rilevazione manuale che facevano i marinai di bordo si traduceva in uno spostamento continuo delle attrezzature a disposizione, lungo la condotta. Il primo ufficiale sostenne che "le pompe che servivano per lo scarico, ed in particolar modo la pompa numero 3 non funzionavano. E che quando, dopo le prove fatte a Singapore, abbiamo dovuto procedere allo scarico della zavorra, cioe' di acqua di mare, al largo di Kharg Island in Iran, non avevamo potuto usare le pompe automatiche, ma solo il sistema manuale, impiegando 50 ore, invece delle normali 4-5 ore''.I termostati per misurare la temperatura dei cuscinetti non c'erano proprio a bordo. E, quindi, per controllare la temperatura dovettero usare tecniche rudimentali, quali termometri messi letteralmente sui cuscinetti da un marinaio che, addirittura, per poter controllare meglio la temperatura, metteva la sua mano sui cuscinetti, in modo che non superassero i 75 gradi di temperatura limite''. Incalzò la dose''Questo avveniva anche durante le operazioni di scarico avvenute a Genova, dove i marinai addetti provvedevano ad abbassare la temperatura anche gettando acqua fredda sui cuscinetti che, pero',io non l'ho visto,da quanto ha raccontato il secondo ufficiale, si surriscaldavano ugualmente".Toumpaniaris spiegò durante il processo ai giudici che anche durante tutta la navigazione dall'Iran a Genova, nel corso della quale hanno fatto tappa a Las Palmas ed a Cadice, hanno continuamente richiesto l'intervento dei tecnici. Ed a Cadice proprio e' salito un elettricista, naturalmente non in grado di realizzare riparazioni sostanziali e globali, come richiesto dal comandante. Come direttori di macchina addirittura ne cambiarono 6 durante il viaggio..Ma può anche darsi che mi sbagli..un saluto :-)
Affermo'inoltre che poco prima dell'incidente"mentre era a pranzo,un marinaio era a controllo della temperatura dei cuscinetti perche' non si alzasse troppo, ed un altro marinaio al condensatore, un altro strumento che serve per provocare vapore" Appare chiaro che il sistema di rilevazione manuale che facevano i marinai di bordo si traduceva in uno spostamento continuo delle attrezzature a disposizione, lungo la condotta. Il primo ufficiale sostenne che "le pompe che servivano per lo scarico, ed in particolar modo la pompa numero 3 non funzionavano. E che quando, dopo le prove fatte a Singapore, abbiamo dovuto procedere allo scarico della zavorra, cioe' di acqua di mare, al largo di Kharg Island in Iran, non avevamo potuto usare le pompe automatiche, ma solo il sistema manuale, impiegando 50 ore, invece delle normali 4-5 ore''.I termostati per misurare la temperatura dei cuscinetti non c'erano proprio a bordo. E, quindi, per controllare la temperatura dovettero usare tecniche rudimentali, quali termometri messi letteralmente sui cuscinetti da un marinaio che, addirittura, per poter controllare meglio la temperatura, metteva la sua mano sui cuscinetti, in modo che non superassero i 75 gradi di temperatura limite''. Incalzò la dose''Questo avveniva anche durante le operazioni di scarico avvenute a Genova, dove i marinai addetti provvedevano ad abbassare la temperatura anche gettando acqua fredda sui cuscinetti che, pero',io non l'ho visto,da quanto ha raccontato il secondo ufficiale, si surriscaldavano ugualmente".Toumpaniaris spiegò durante il processo ai giudici che anche durante tutta la navigazione dall'Iran a Genova, nel corso della quale hanno fatto tappa a Las Palmas ed a Cadice, hanno continuamente richiesto l'intervento dei tecnici. Ed a Cadice proprio e' salito un elettricista, naturalmente non in grado di realizzare riparazioni sostanziali e globali, come richiesto dal comandante. Come direttori di macchina addirittura ne cambiarono 6 durante il viaggio..Ma può anche darsi che mi sbagli..un saluto :-)
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