05 gennaio 2010

Il cesso piange



Fra le tante stranezze che circolano oramai in questo Pianeta, preda d’ogni infatuazione che consenta d’obliare la realtà – ovvero che non sappiamo più dove andiamo, come e perché – ci ha colpito quella del ministro Renato Brunetta, il quale desidera modificare l’art. 1 della Costituzione, trasformando il tema fondante della Repubblica: da “fondata sul lavoro” a “fondata sulla finanza”.
Ohibò, ci siam detti, vuoi vedere che il nostro ha trascorso il Natale a Londra?
Non ne siam certi, poiché i movimenti dei Ministri sono così discreti da diventare impalpabili, come la leggera nebbia che aleggia sul Tamigi, avvolge il London Bridge e s’incunea fra le viuzze nel quartiere di Banks.
Senza voler scendere nelle solite manfrine sulla permeabilità italiota ai gorgheggi britannici – tanto meno dimenarci fra compassi e grembiulini – ricordiamo un raggiante Massimo D’Alema il quale, appena eletto Primo Ministro, si recò in pellegrinaggio al sancta sanctorum della City, che si trasformò – ahimè, per il poveretto, nato all’ombra di fronzuti olivi – nella Perfida Albione.

Viene così da chiedersi poiché il nostro discendente dei Dogi sia così, pervicacemente ed inguaribilmente innamorato dell’apparente signorilità, un po’ dandy, che scorre nelle vene degli emuli del British Empire: forse perché il grande William ambientò alcune opere proprio nella terra d’origine del brevilineo, virgulto veneto? O è preda dei vaneggi, dei canti alla luna inviati all’Empireo da evanescenti economisti che frequentavano Bloomsbury?
E’ veramente difficile trovare una risposta ed avvertiamo il lettore: stiamo scrivendo “a braccio”, e dunque non assicuriamo che il compimento sarà degno di tanto ardore nel tessere le trame di un romanzetto che vorrebbe traghettarsi fra le due sponde, quelle dell’epica e della baruffa. Il rischio è quello di finire nel romanzo d’appendice, tutti gli scrittori lo sanno: perciò, i lettori sono avvertiti.
Quando il dubbio assale, i punti interrogativi s’infiltrano fra i tasti della tastiera e salgono nell’aere, volteggiando nel fumo di sigaretta, è necessario ancorare la barca a solido molo, che è sempre il grande Cipolla.
Forse che il nostro appartiene all’universale degli stupidi?

Avremmo risolto tutto, ma Carlo Maria c’avverte: “lo stupido è colui che riesce, contemporaneamente, a danneggiare sé stesso e gli altri”!
A prima vista non parrebbe il caso del ministrucolo, poiché la furbizia che dimostra nelle sue operazioni immobiliari – una stalla acquistata per pochi soldi a Ravello, trasformata in una multivilla a multipiani di multivalore grazie ad alcuni “accorgimenti” approvati nel piano regolatore da un sindaco, poi “traghettato” direttamente alle sue dipendenze al Ministero della Funzione Pubblica – sembra indicare che il nostro tutt’altro che stupido sia.
Ma, avvertiamo, la definizione di Cipolla va sciolta, sciorinata nel tempo e negli anni: non abbiamo nostradamiche doti, le quali ci consentano di predire aruspici sul futuro dell’ex venditore, minilineo, di minigondole. Perciò, lasciamo il rassicurante ormeggio di Carlo Maria per inoltrarci nuovamente nel mare magnum, ove tutto è possibile, compreso il contrario del vero e del falso, e dove persino i sillogismi aristotelici perdono vigore, sciolti e frammentati dai vapori che il sole trae dall’acqua.

La prima barca che incontriamo è soprannominata “u’ schoeggiu”, lo scoglio: sì, così era appellata la barca di Fabrizio, poiché il poeta-cantore si nutriva più dei paesaggi che delle boline rasentate a sentor di chiglia, con l’antivegetativa all’aria.
Anche qui, la sentenza è pesante e non consente circumnavigazioni: “il cuore troppo vicino al buco del culo”.
Non riteniamo che la sentenza s’adatti al ragazzotto di Riva Schiavoni, poiché viziata da un peccato originale: Fabrizio era anarchico, e non corse mai buon sangue fra gli anarchici e la Magistratura.
E poi, non scadiamo dalla tragedia nella farsa: altrimenti, qualcuno potrebbe credere che il titolo scelto sia riferito ad personam, ossia al rischio che il nostro formichino possa oltrepassare il confine del copritazza, passando così di dimensione, da quella di maya, dell’apparenza, a quella del non essere. Rassicuriamo il lettore: non era questo il nostro intento anche perché, misure alla mano, il nostro è sì poco sviluppato in altezza, ma pingue.

Scapolato l’orizzonte, dove anche lo “scoglio” genovese è sceso, inghiottito dalla lontananza, restiamo soli con le nostre ipotesi che salgono dal mare, s’arrovellano nelle spume e giungono a frangersi su, fino in coperta.
La prima certezza che il Dio Nettuno c’invia, a forma di un delfino che c’accarezza il mascone, è che Renato Brunetta non poteva che esser maschio: sarà poco, lo ammettiamo, ma è pur qualcosa. Grazie delfino.
Se fosse stata una Renata Brunetta non avremmo avuto nessun problema da dibattere: ah, le donne, le donne…sempre capaci di trasformare il Fato avverso ammaliandolo con occhi dolci…così da scapolare anche gli scogli più difficili da dimenticare.
Sei nata piccola? Appena riesci, con i tacchi da equilibrista, a gettare un bacetto sul collo all’amato? “Nella botte piccola c’è il vino buono”. Fatto, risolto: se mi vuoi, sappi che dovrai abbassarti un poco, per bere dalla spina un vino vellutato e carico d’aromi.
Il giorno più importante della tua vita, mentre con l’abito bianco e lo strascico t’appressi alla chiesa, si scatena la maledizione meteorologica? “Sposa bagnata, sposa fortunata”. Come, non ricordi la Giusi, che pioveva a dirotto anche al suo matrimonio, e poi vinse una Mercedes alla lotteria aziendale? E tu corri, bagnato fradicio verso la chiesa, con una fiammante Mercedes stampigliata sulla retina.
Oddio, se il nostro Renato fosse stato una Renata, qualche danno l’avrebbe pur combinato: i poveri figlioli sarebbero stati bersagli d’incessanti analisi finanziarie sulle paghette, il marito conteggiato alla voce “attivi” e la suocera a quella “passivi”, ma tutto sarebbe rimasto confinato fra il desco ed il talamo, mica fra il Parlamento ed il Quirinale. E invece, del lingam fu dotato.

Sale dal mare una domanda, portata da un Pesce Luna che rotea, annoiato, senza posa in superficie: è tutto da confinare nell’universo dei brevilinei?
Che i brevilinei covino feraci rimostranze nei confronti dei normolinei e dei longilinei è assodato ma, che da simili uova nascano sempre volteggianti cigni, è dubbio. Per un Maradona che si “bevve” l’intera difesa britannica, quanti passerottini scalciano inutilmente un pallone?
Dunque, potremmo concludere che il piccolo corriere del Canal Grande sia soltanto un Maradona in divenire, e tale ipotesi ci è confermata da un’alalunga, la quale per un attimo ci mostra la regale pinna a mo’ d’assenso, per poi inabissarsi, giungendo così a confermare che la via è quella, solo dobbiamo rassegnarci: lunghe immersioni ancora c’attendono, prima di scoprire il misterioso Graal celato fra i relitti sul fondo.

Il piccolo scrivano veneziano ancora non ha letto Goldoni – di questo siam certi – altrimenti saprebbe stemperare le sue ansie nella commedia, s’abbandonerebbe fra le braccia di qualche sartina od attricetta d’avanspettacolo, godendone i frutti, senza porsi domande che travalicano l’orizzonte dei suoi occhi. La Costituzione, perbacco.
Ma è giusto comprendere questi tormenti del giovane Reinhard, poiché l’adolescenza – a volte – continua imperterrita a segnare i giorni, anche quando i primi capelli bianchi, allo specchio, dovrebbero indicare una boa.

E’ giunto dunque il momento di partire, di volgere la prua a Maestrale, scapolare le Colonne d’Ercole per navigare nei mari vichinghi ed approdare alle terre del Nord, per seguire la rotta del piloto venexiano: minuscola macchietta, nel grigiore che ammanta i banchi delle Aringhe.
Proprio nel bel mezzo del Dogger Bank, il dubbio diventa massimo e la rotta incerta: volgere la prua ad Ovest, e correre infine fra le accoglienti braccia di un estuario, per ormeggiare sotto un castello degli York? Oppure ad Est, verso lo Jade e Wilhelmshaven? O ancora a Sud, per mangiare formaggio all’aglio in una trattoria di Boulogne?
A Nord è inutile correre: lo Shangri-là nordico è tutto uguale, con le sue foreste interminabili e poca gente rimasta a presidiarle.
Incerti, andiamo all’orza, con le vele che fileggiano e sbattono. Addirittura, ci vorrebbe il desiderio d’ancorare, tanto siamo dubbiosi. Riflettiamo.

Ad Est, foreste di mulini a vento danno il benvenuto in una terra dove il fantastico è sempre stato confinato in musica e poesia. E che musica e che poesia. Herr Schmidt e Frau Schroeder lavorano, fabbricano, s’ingegnano.
Sono, ostinatamente, convinti che avere qualcosa da scambiare – qualcosa che altri non hanno – sia la miglior veste per presentarsi, per far bella figura. Anche a Sud la pensano pressappoco allo stesso modo: coccolano, vezzeggiano con cura i propri agricoltori poiché, se ci si vuole recare almeno una volta al cesso, qualcosa bisogna mettere in bocca.

Ad Ovest, invece, sono convinti che la creatività sia la carta vincente; il problema è che l’hanno poco adoprata nelle Arti: Shakespeare, Marlowe…i Beatles e poco altro.
Forse negletta nelle Arti, la creatività ha tracimato nelle Scienze, ritenendo che l’artista non debba avere confini, non si debbano in nessun modo porre limiti ai suoi parti. Madre Natura ha decretato che i bovini mangino vegetali? E chi l’ha detto? Chi è Madre Natura, al cospetto dell’imperial ingegno?
Se, nutrendoli con gli scarti della macellazione animale, la crescita dei vitelli raddoppia, perché arrestarsi? Peccato che, in una sinfonia, un misero bequadro sfuggito ad un violino di fila nessuno l’avverta: un po’ meno un pione, lanciato come un sasso nel mare magnum della catena alimentare. Fu la mucca a divenire pazza?

Questi stupidi mangiatori d’aglio francesi, ed i mangiapatate della Renania, credono che per creare ricchezza sia necessario creare dei beni. Fessi! Non si sono ancora accorti che è facile: basta creare direttamente la ricchezza! E giù con i derivati finanziari.
Com’è finita lo sappiamo, ma noi siamo grandi, nel senso che siamo cresciuti.
Così, una minuscola aringa s’affaccia allo specchio di poppa, boccheggia alla superficie poi scuote la testa e s’inabissa. Comprendiamo il segnale che Nettuno c’invia: è giunta l’ora di ripartire.
Mentre stiamo tornando, ed anche il terribile Capo Finistère ci è bonario – segno che gli Dei c’accompagnano – ci convinciamo sempre di più che nessun Graal c’attendeva, nessuna verità distillata era stata preparata affinché la scoprissimo.

Renato Brunetta non è quel che crediamo, ossia un brevilineo: è soltanto un adolescente che ancora frequenta la Seconda Liceo. Ha diciassette anni – li porta male, è vero – ma sono solo diciassette ed ha già vinto un premio scolastico per un buon componimento su un argomento economico, un concorso che sarà premiato con un viaggio. Confidiamo non a Londra.
Per la sua età ha già fatto molto: il problema – come spesso ricorda il nostro buon Presidente del Consiglio, stilettato e convalescente – è sempre da attribuire alla cattiva stampa.
Ma come si fa a far credere che un diciassettenne sia a capo di un importante ministero, come quello della Funzione Pubblica?

Chissà da dove è uscita questa bufala: attento, Brunetta, non farti solleticare troppo da questa parvenza di fama, non farti inebriare da questa apparente iperbole di notorietà. Ricorda: fra poco terminerà il quadrimestre e ci saranno le pagelle. Non vorremmo che, distratto da queste bufale giornalistiche, tuo padre che lavora sodo per mantenerti agli studi dovesse soffrire per qualche “cinque” in pagella. Vai bene in Aritmetica e te la cavi in Italiano: in Filosofia? Ah, lo sapevamo…

Comunque, cari amici, siamo felici di potervi rassicurare: non è niente di serio, solo un adolescente – preda di tutti i sogni dell’adolescenza, da Peter Pan ad Harry Potter, fino alla finanza creativa – che sogna e, talvolta, urla al mondo la sua necessità d’esistere. Niente paura: deve solo crescere.

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.

12 commenti:

Orazio ha detto...

Carlo l'articolo mi è piaciuto, ma alla fine avevo l'animo in angoscia che ne sarà di noi impiegati pubblici nelle mani di questo ministro che vuole abolire l'art. 1 della Costituzione. Da una parte ci addita al pubblico ludibrio e dall'altra vorrebbe cambiare l'art. 1 per meglio licenziarci e riassumerci a piacimento. Oggi ho letto che la capacità di spesa degli italiani, malgrado l'inflazione quasi ferma sono negli ultimi anni diminuite del 30%. Ma quando capiranno gli italiani che ci stanno portando alla rovina?

Ciao
Orazio

kermitilrospo ha detto...

mi pare, ma non vorrei sbagliare, che è da un po' di tempo che ci stanno portando alla rovina, il piccolo ministro è solo l'ultimo arrivato... con questo non vorrei difenderlo comunque .

Anonimo ha detto...

Sicuramente la sua "fisionomia" non incute timore (parlo di Brunetta naturalmente) e nemmeno le sue parole, spesso figlie di una bassa cultura e nemmenno le sue delibere che spesso sono dovute recedere (vedi il controllo medico per gli impiegati), il personaggio come ben illustri tu Carlo è di scarso spessore però, riesce a trovare credito davanti a un popolo che non sa far altro che parlare male del suo vicino additandolo sempre di fannullismo, clientelismo e quant' altro dimenticando sempre ciò che è lui ovvero " un suo pari", uno che non ama fare la fila che preferisce sempre che qualcuno faccia le cose per lui.Se ognuno di noi fosse consapevole delle proprie capacità e sicuro delle proprie opinioni non avremmo bisogno che un ministro -a sua volte "fancazzista"- ci dicesse come cacciare i fannulloni o quali principi costituzionali dovrebbe reggere il nostro vivere, in quel caso forti delle nostre capacità saremmo noi a marginalizzare chi non si applica invece di amicarcelo per poter raggiungere il capo saluti a tutti!

Carlo Bertani ha detto...

Brunetta ottenne quel posto perché promise 18 mld di euro di risparmi nella PA. Lo sta facendo: perché?
Poiché hanno svolto accurate analisi sul voto, concludendo che la parte "sacrificabile" era il settore pubblico.
Risparmi per 8 mld dalla scuola e via l'ICI ai redditi più elevati, che sono la loro base elettorale.
Fanno i conti della serva e, nel breve periodo, funziona.
Nel medio periodo già vanno in crisi, nel lungo periodo crollano.
E' vero che è da tempo che le cose vanno male, ma nell'ultimo decennio hanno governato quasi sempre loro: i frutti si vedono, sono l'aumento del debito pubblico e la mancanza di prospettive economiche.
Ci mettono una pezza con il virtuale, l'informazione drogata, ma con il trascorrere del tempo il disastro - che parte almeno dal 1992, dismissione delle aziende pubbliche e privatizzazione della Banca d'Italia - non potrà che venire a galla.
Rassegniamoci: ho spiegato con due lunghi articoli "Non può che finire così 1 e 2" come si compirà il disastro italiano, e così sarà.
Nel disastro incombente, meglio dedicarsi ai divertissement letterari.
Ciao a tutti
Carlo

doc ha detto...

Intanto il concetto contenuto nell'art.1 è' troppo complesso, nel senso di profondo,per l'uomo in lontananza (come proficuamente lo chiama Grillo.
L'art.1 e' la precondizione della fattibilita' dei successivi:
E' la condizione necessaria, anche se non sufficiente da sola, per una esistenza dignitosa.
Questi infinitesimi un tempo sono stati necessari per la commedia dell'arte viaggiante, e/o nelle corti del pianeta..

Oggi, io non me la posso prendere con una "piccola serie" di richieste di visibilita', il cui valore è tendente a zero, quale lui è: i miei bersagli sono altri.

Sono quanti usando l'apparire declamano il vuoto con il clap clap di tutti o quasi...
o il proprio potere per accostare un pluri-pre-giudicato a Giordano Bruno..
o il potere ecclesiale per dirci di accettare il disegno di Dio ( quale?) Se e' quello attuale allora qualke problema esiste

Insomma, è l'indecenza, sociale e linguistica, che sembra ormai...sistemica. E non solo in italia.

Doc

doc ha detto...

P.S. La rappresentazione di Brunetta andava corretta e sintetizzata con: ah Brunetta!, tira a catena e canta..nun son degno di te (cesso)
Doc

marcor. ha detto...

Caro Carlo, pur avendo tu quasi la stessa età di mio padre, devo confessare di considerarti come una specie di fratellone
(spirituale del web). Sarà per quel tuo continuo citare il mitico e infinito De Andrè, anche per me, fonte inesauribile di sollazzo e di spunti di riflessione, o forse perchè quando penso a te continua a venirmi in mente quella vecchia foto in cui ancora avevi qualche capello nero (ehehe..gli anni passano per tutti:).Fù un paio d anni fa che lessi, per la prima volta, alcuni articoli da te scritti.E non mi ci volle molto a capire che la tua sarebbe stata una di quelle poche, pochissime
voci del web di cui potersi fidare. Il panegirico te lo meriti tutto.

Se ti scrivo solo ora è perchè credo di non aver mai avuto nulla di tanto rilevante da aggiungere alle discussioni del tuo
blog, mai come in questo momento almeno.
Arrivo quindi sinteticamente al dunque: hai letto quanto affermato da Gianfranco La Grassa sul sito RipensareMarx ?
Elucubrazioni sul marxismo a parte, in quelle pagine viene offerta una nuova (almeno per quanto mi riguarda)
interpretazione dei "fatti di mani pulite" ma soprattutto una plausible spiegazione dei recenti giochi di potere
internazionali, quelli che poi sembra abbiano determinato gli ultimi "spettacolari" eventi succedutisi in Italia,caso
Tartaglia compreso.

Dalle parole di questo La Grassa - personaggio molto ambiguo e discutibile che ho conosciuto da pochi mesi grazie ad un
grande qual è Costanzo Preve - emerge un Berlusconi antiamericano redento. Mentre la Russia assurge addirittura a potenza
salvatrice del continente Europeo. Il quadro presentato è assai estremo e fosco ma il problema è che, allo stesso tempo,
sembra essere anche tanto credibile. Se quanto affermato da La Grassa fosse vero andrebbero, quanto meno, riconsiderate persone e azioni da queste compiute, al di la della solita e fuorviante dicotomia "destra e sinistra",
distinzione alla quale, mi sembra di capire, anche tu non sei più tanto affezionato, almeno nella misura in cui questi schieramenti continuano a disattendere le proprie idee costituenti provocando disorientamento nell'elettorato privo di possibilità di verifica dell'operato politico.


Ecco perchè non ti nascondo che, non averti mai trovato ad affrontare tali sorprendenti quanto verosimili "versioni dei
fatti", mi ha stupito e continua a stupirmi. Sarei curioso, oltre che onorato, di sapere cosa ne pensi.

Un sentito saluto

Marco (l'ennesimo:)



p.s.

il saluto vale anche per tutti gli altri commentatori del blog che, ovviamente conosco, leggendoli da tempo, simpatici o antipatici che siano...a proposito, ma dove diamine è finito LucaCec.? :)

Carlo Bertani ha detto...

Caro doc, la sola presenza di uno come Brunetta, a metter mano alla Pubblica Amministrazione, la dice lunga sulla pochezza di questa classe dirigente.
In effetti, anche a me sembra di vivere in un Paese al contrario, dove tutto quello che saggiamente andrebbe fatto è considerata roba per idioti, e tutte le idiozie diventano materia per il dibattito politico.
Marcor, conosco La Grassa non personalmente ma dai suoi scritti. La cosa sarebbe lunga.
La separazione fra quel marxismo, ed una nuova rivisitazione di Marx - che ritengo tuttora attualissimo - avvenne a metà degli anni '70, con le dirigenze politiche alla continua ricerca dell'infinitesimo, lo 0,005% in più, e movimenti che chiedevano la Luna perché lo ritenevano possibile.
Mi sorprendono ancora oggi certi marxisti ortodossi, i quali sono sostenitori del nucleare e dei fossili. Ti raccontano che la storia del mutamento climatico è una balla - cosa possibile - ma non rispondono quando chiedi loro come faremo quando finirà il petrolio.
A mio avviso, c'è bisogno di ripensare Marx, solo mi sembra che loro lo ripensino poco.
Comunque, mandami il collegamento all'articolo in questione: lo leggarò volentieri.
Ciao a tutti
Carlo

doc ha detto...

La vita è evoluzione. E non sempre il suo valore e' positivo nel senso che non e' uni-direzionale: Brunetta è una conferma tra le tante.

Anche il marxismo obbedisce all'evoluzione a dispetto degli ortodossi, spesso veri fondamentalisti della fomentazione.

Rinunciano tranquillamente all'unico metodo valido per approdare ad un livello - ovviamente relativo- di verità: l'argomentazione.

Adottare questo metodo porta necessariamente a mettersi in discussione, il che non è alla portata di tutti.

E' l'estrapolazione della bla-terazione dal quotidiano che viene usato dalle classi dirigenti che le riversano attraverso i canali net-work-stampa è da alcuni decenni il nuovo palcoscenivo del teatro delle marionette.

Ora - per tornare a Brunetta et similia-, si puo' tranquillamente affermare che lui individua una ben precisa classe di equivalenza, come ad esempio lo fa anche capezzone.
Per banalizzare la cosa a livello scolastico, possiamo dire che brunetta puo' essere preso a paradigma nel suo campo come lo e' la definizione di similitudine nella geometria euclidea...
L'unico vantaggio che come umani abbiamo e' che noi siamo (compresi i brunetta's-types) un insieme finito mentre quello dei poligoni simili no.

Buona giornata
Doc

Roberto ha detto...

Una mia collega, giovane, bella, intelligente, madre di due figli, ingegnere (prima in una 'laureata' di 100, di cui 99 maschi) ecc ecc insomma una vera 'punta di diamante'....sposata con un ingegnere anche lui primo della sua classe, uno che ha partecipato al progetto di avanguardia per la messa in sicurezza della torre di Pisa, ne ha seguito (assieme a pochi altri) i complessi modelli di calcolo strutturale ecc...insomma una famiglia super plus...e lo dico con una certa invidia (di quella buona, in relatà sono semplicemente contento per loro)...
beh, dicevo...questa mia amica, proprio questa mattina, davanti ad un caffè...mi dice: "ammiro Brunetta, mi sembra una persona veramente molto intelligente!..." ed aggiunge: "...coraggioso ma di un coraggio vigile, in mezzo a quella melassa di politici..."
l'ho guardata e conscio di tante altre discussioni politiche con lei (è cattolica praticante come me ma in politica è molto conservatrice, a differenza di suo marito...e di me)...le dico " a me sembra -invece- un deficente incapace di comprendere appieno il suo compito ed i suoi doveri verso i cittaini itaiani..."....
Lei se n'è andata silenziosa...domani le offrrò il caffè...ma Vi chiedo: " e se avesse ragione?" oppure "come mai una persona come lei giudica in questo modo il Brunetta?"...

Io, ogni giorno di più, penso che forse, a dx, hanno capito qualcosa che a me -a noi- alla sinistra, sfugge...?!

ciao

RA

marcor ha detto...

beh, un link vero e proprio, in effetti, esiste - "presa di posizione netta" http://files.splinder.com/f6a81a04a3f503d9e17101c41e47350a.pdf una specie di manifesto prolisso del "LaGrassa pensiero" - ma la verità è che qualsiasi articolo, preso a caso dall archivio del blog(che da qualchee giorno ha cambiato indirizzo), contiene una sintesi più o meno ampia della loro versione dei fatti: andando a ritroso con i post ci si accorge subito di quanto siano ripetitivi. Ma tant è, fin quando le cose ripetute corrispondono a verità...


Ciao e grazie
Marco

doc ha detto...

Non è pensabile ipotizzare la deficienza-politica in quanti stanno dall'altra parte dello schieramento di appartenenza: è semplicemente normale.
Le motivazioni, anche in chi a livello scientifico è al top, possono essere le più disparate: dalla mancanza di informazione sul fatto e/o sulla persona - come in questo caso.

Se poi teniamo conto della storicizzata cattiva nomea dell'apparato statale si capisce bene che chi non ha sufficienti informazioni apprezza "il simil linguaggio" alla brunetta di turno.

E se teniamo anche conto che la Costituzione e' out dal circuito scolastico, questo tipo di "contradizione" e' molto più frequente di quanto ci si aspetti.

Infine si dovrebbe fare fatica a capire- meglio giustificare- certi atteggiamenti esteriori, certe posizioni politiche di taluni ambienti che si richiamano ai valori christiani e poi, invece, applicano l'idolatria del lavoro produttivo, tipicamente capitalistico, rinnegando nella pratica e quindi si mettono al di fuori del christianesimo.

Il discorso può essere fatto pari pari per la galassia cosidetta di sinistra, specie quella che si autodefinisce marxista.

L'applicazione sistematica delle confutazioni argomentate intorno alle loro azioni portano al disvelo della loro povertà intrinseca che non ha alti riferimenti pedagocici, bensì solo attinenze molto terra terra che hanno a che fare semplicemente con la filosofia del DO UT DES.

E' il nuovo baratto circolare.. di cui il brunetta e' un semplice manovale.

Cordialmente

Donato Curcio