Mi pare chiaro che la vicenda TAV sarà la fine di questo
governo, perché una cosa del genere è la fine del M5S, ma va bene così. Non si
poteva fare molto per l’Italsider e per la TAP, ma per la TAV sì, ed hanno
calato le braghe. Salvini esulta, e mi chiedo il perché: non ha capito che
questo atto è il de profundis del Governo?
La votazione in Parlamento sarà all’insegna di fischi, frizzi,
motteggi e male parole, da una parte e dall’altra – perché anche i media devono
magnare – ma l’esito è scontato, perché i “Sì” TAV sono l’accozzaglia dei
dipendenti degli (im)prenditori italioti, che si solluccherano all’idea della
pioggia di miliardi: PD, FI, Lega e FdI uniti nella lotta per le poltrone che
contano, che rendono. Come ha detto Arata, intercettato dalla Guardia di
Finanza, “I politici li devi pagare”.
Il bello verrà dopo.
Fatto salvo che un ritorno alle urne non è possibile fino alla
prossima Primavera (fate, da bravi, due conticini con la legge elettorale, ed
aggiungeteci pure cosa pensa Mattarella sull’andare a votare sotto
Finanziaria), la soluzione sarà nel veleggiare in bonaccia, la cosiddetta
“normale amministrazione”, che in Belgio è andata avanti per anni, poiché
valloni e fiamminghi non ne volevano sapere.
Salvini andrà avanti ritenendo, oramai, d’esser lui il
Presidente del Consiglio, mentre Conte diverrà una silfide dai passaggi un po’
retorici, un poco futuristi, per niente convincenti: perché, quando un premier
accetta un mandato che viene dall’estero – e se lo fa andar bene – deve
dimenticare d’essere un sovranista. Come Salvini, che oggi invece lo è: un
sovranista europeo e francese.
Il compito di Di Maio sarà la coquette, il bel volto sorridente
che deve annunciare la buona novella, che sì la TAV si farà…però i cattivoni Benetton
se ne dovranno andare…già ridono, me li vedo…e Conte dovrà andare ancora una
volta in Tv a spiegare che sì, sarebbe stato giusto…ma le penali, le
controversie giudiziarie con i signori di Treviso (e Alitalia…) non consigliano
di metterla giù così dura. Bon ton, ragazzi, bon ton.
Così, la creatura di Grillo, la tecnologicissima scommessa
della Casaleggio & Associati, finirà nel nulla e Salvini avrà compiuto con
gran merito il compito che gli fu affidato da Berlusconi il quale, lì accanto,
contava i vari “punti” come un ragioniere. Ma, all’epoca, si riteneva che i 5S
fossero dei politici, non dei buzzurri come hanno mostrato di essere.
Molte delle persone che li hanno votati, credevano che il primo
partito italiano avrebbe fatto valere le basi fondanti della cosiddetta
“decrescita felice”, ma abbiamo qui la dimostrazione che, quei parlamentari,
non hanno capito una mazza.
Apro una breve parentesi.
Due anni or sono, ebbi un proficuo colloquio con Serge
Latouche, il quale mi confessò che il termine, in italiano, era stato
infelicemente tradotto: nella Gestalt
evocava scenari di “poveri ma belli” oppure di futuribili ed ipotetiche fughe
verso la natura, oppure richiamava immagini di vecchi hippie seduti nell’aia di
una cascina, che bevono tè e dissertano sui massimi sistemi.
Nulla di tutto questo.
Oggi si preferisce parlare di a-crescita, oppure di crescita
controllata (già, ma da chi?) o, ancora, “senza aumento”, “diminuzione
consapevole”, ecc. Che cosa ha a che fare, tutto ciò, con la costruzione di una
fantapolitica struttura che vedrà la luce fra almeno 15 anni – quando non
sappiamo nemmeno se esisterà ancora l’Unione Europea – e che già sappiamo
essere completamente inutile?
Non voglio soffermarmi ancora una volta sui volumi di traffico,
ma 4 milioni di tonnellate annue sono il traffico attuale, che la vecchia linea
– non rimodernata! – gestisce benissimo già oggi. Poi, le grandi compagnie
marittime hanno scelto da tempo Rotterdam, Cherbourg e Vado Ligure come
destinatarie dei traffici intercontinentali. E la TAV non c’entra una mazza,
perché i traffici su gomma da/per la penisola iberica calcheranno sempre
“l’arco minimo”, ossia la direttrice Barcellona, Marsiglia, Genova, Milano,
Tarvisio, Est Europa. Che ci vanno a fare lassù?
La costruzione di quella infrastruttura soddisferà solamente
gli appetiti dei “prenditori” di regime e dei loro attaché politici, ossia la
miriade tangentista.
C’era un’altra struttura in campo – che sarebbe veramente
servita all’Italia – ossia il completamento del canale navigabile
Cremona-Milano, che langue da anni (ad affossarlo fu Maroni: Toninelli, ne
sapevi qualcosa?) per una misera cifra di 2 miliardi, dei quali il 50% coperti
da finanziamento europeo. Servirebbe perché ogni nave fluviale toglierebbe
dalle autostrade 84 TIR: ma lo capite perché non lo fanno?!? Benetton l’ha
sempre visto come il fumo negli occhi!
E, allora – visto che domani qualcuno dovrà governare – perché il
M5S non lascia il compito a questa bella alleanza, che vuole soldi, ancora
soldi, solo soldi? Basta dare le dimissioni dal governo, ritirare tutti i
ministri – che Salvini potrà re-distribuire fra tanti leghisti rampanti – e
dare le dimissioni: non è mica una tragedia!
Saranno fatti loro gestire queste faccende di soldi, di
migranti (auguri!), di rapporti con l’Europa, con la Francia
dispettosa…ma…ditemi una sola cosa: quale, minimo vantaggio potete osservare
nella prosecuzione di questa esperienza di governo da parte dell’elettorato 5S,
che li premiò con un 33% che era sinonimo di speranza, di cambiamento, di
rivolgimento nelle pratiche di governo?
Già sanno che non saranno più rieletti, che la loro storia
politica è finita: perché non lasciare con un atto di dignità? Perché, caro Di Maio, governare con belle parole e niente
fatti non si può: se il principale logos
della questione era capire come si poteva vivere senza questa, costante ricerca
del “più” di tutto che ci sta distruggendo, allora finiamola lì e che
continuino quelli che ci credono!
Tanto, la riforma di Bonafede non vedrà mai la luce: quando mai
Berlusconi gli lascerà tagliare la prescrizione! E cosa dice il sottosegretario
all’Energia Davide Crippa, mentre l’ENEL, in bolletta, ci fa pagare quasi il
50% di “trasporto dell’energia”, quando l’energia elettrica ha perdite del 5%
sulle alte tensioni e del 10% sulle medio-basse?
E’ vero: avete provato a dire “No” su tante cose e, oltre che
crocifiggervi, vi hanno obbligato a dire di sì, altrimenti facevano saltare il
banco: fate vedere se avete i cosiddetti. Fateglielo saltare voi, vedrete a che
bella cagnara assisteremo!