19 maggio 2020

Diego Fusaro Presidente del Consiglio?



Ho ascoltato le teorie sulla pandemia di Diego Fusaro su Youtube e ne sono rimasto silente e basito. Come si fa a ridurre tutto ad una questione politica? Ma scherziamo?
Vorrei ricordare al buon Fusaro – che si spaccia per filosofo – che la Filosofia è materia scientifica, non umanistica: pertanto, Fusaro dovrebbe essere in grado di comprendere dati scientifici. Almeno, lo spero.
Invece, ignora completamente qualsiasi dato scientifico e sanitario, come se non esistesse il problema: ne osserva e giudica solo gli aspetti politici e sociali. Vista sotto questo aspetto, l’epidemia di Covid-19 diventa allora solo un pretesto, per la classe politica dominante, per riprendere il controllo della situazione politica del Paese.

Oddio, non mi sembra che la situazione – escludendo mister Covid-19 – fosse così terrificante da dover chiudere tutti in casa: c’erano fermenti rivoluzionari in atto? Immani difficoltà di bilancio che avrebbero richiesto legislazioni d’emergenza? Frizioni internazionali che facessero presumere eventi bellici?
Può darsi che qualcosa mi sia sfuggito ma, da ciò che ricordo a braccio del mese di Gennaio, c’erano soltanto le solite mene sul governo: le elezioni, chi le vince, chi le perde, chi le vincerà, chi le perderà…chi andrà con questo, chi con l’altro…insomma, business are usual…la politica italiana non fiammeggiava di lampi e tuoni d’improvvisa tempesta in avvicinamento.
Per Fusaro, invece sì: dovremmo allora chiedere al buon Fusaro quali erano queste urgenze, ma non le cita: per lui, il potere approfitta d’ogni scusa per schiacciare ancor più le povere masse diseredate. O private della sovranità nazionale? Ce lo spieghi, perché non l’abbiamo compreso.
Torniamo per un attimo a quel 7 Marzo, quando il governo decise la chiusura totale (Fig. 1):


Fig. 1
C’erano 5.883 contagiati a causa di un virus che non conoscevamo, se non altro per quello che ci avevano detto i cinesi. Piccolo intermezzo: non cominciamo la storia di chi ha messo il virus, di chi lo ha creato o storie del genere. Se qualcuno ha delle prove, lo dica chiaro e lo denunci, com’è suo dovere, alla Magistratura: se non ha le prove, dica chiaro che sono ipotesi, sue e basta. Citare la fonte è un vecchio trucco che conosciamo: c’è in Islanda od in Colombia un medico che la racconta diversa e, allora, io m’appoggio a quelli inventandomi un “movimento d’opposizione” che non esiste. A parte Confindustria, che oggi chiede una sola cosa: soldi, tanti soldi.

A fronte di 5883 contagiati del 7 Marzo (Fig. 1), il fattore di rischio era alto perché i nuovi contagiati – ogni giorno che passava – crescevano parecchio: il dato del 7 Marzo era che la crescita percentuale era stata del 26,9% calcolata sui contagiati ed in forte crescita. Ossia, ogni cento contagiati, ogni giorno, se ne aggiungevano quasi 27: un’iperbole.
Cosa poteva fare il governo?
Le due vie praticabili erano passare a delle misure di contenimento oppure lasciar correre ed inseguire la cosiddetta “immunità di gregge” la quale, invocata da tanti, non è poi stata praticata da nessuno: nessun infettivologo che abbia ancora un po’ di sale in zucca ritiene che, per un virus sconosciuto, si possa stare a guardare dalla finestra. La risposta è semplice: non essendoci un vaccino, né dei farmaci – comprovati – che lo fermino, l’unica precauzione è il distanziamento sociale.

In pratica, la nostra società moderna, complessa, che per reggere ha bisogno di continui contatti sociali, presenta il fianco ad un semplice aggregato biologico che non è contenibile con le nostre attuali conoscenze: sic et simpliciter.
In ogni modo, dato che Fusaro è laureato in Filosofia e qualche dato scientifico dovrebbe masticarlo, abbiamo provato a seguire la curva che probabilmente ci sarebbe stata se non fossero stati presi dei provvedimenti. Ecco i dati numerici: la curva che si genererebbe, ovviamente, sarebbe un’iperbole (Fig. 2).

Fig. 2


Con un incremento costante del 26,9% giornaliero, per la metà d’Aprile tutti gi italiani sarebbero stati contagiati.
Ovviamente, non si tratta di un dato sperimentale, ma solo teorico e non possiamo affidarci ad esso: e quando tutti fossero stati contagiati? Sarebbe passato ad altri animali per riprodursi nei loro polmoni?
Inoltre, man mano che la popolazione viene infettata si riducono, ovviamente, le potenziali “prede” del virus, ossia la curva tende ad abbassarsi in modo naturale: è la teoria della cosiddetta “immunità di gregge”, ma non sapremmo mai quale sarebbe stato il numero d’infettati quando la curva sarebbe scesa, perché nessuno l’ha attuata!

Non siamo catastrofici: la situazione è, tuttora, complicata dal numero di asintomatici, dei falsi positivi, ecc…però osserviamo quel dato del 31 Marzo (se non ci fosse stato il lockdown, Fig. 2) – circa 1.700.000 contagiati – è più realistico: è quasi il medesimo dato che citò la Merkel alla Confindustria tedesca, se non avessero preso nessuna iniziativa.
Un milione e settecentomila contagiati richiedono almeno 2-300 mila posti in rianimazione e generano, al termine dell’epidemia, circa 300.000 morti: ricordiamo che la Merkel spiattellò quasi lo stesso dato, asserendo che avrebbe fatto saltare per aria la Sanità tedesca (28.000 posti in rianimazione).
In Italia, nella seconda metà di Marzo, si giunse molto vicini (e, forse, si superò) quella “soglia” di pre-disastro, giacché la Sanità italiana (a causa dei famosi “tagli”) non disponeva che di circa 5.000 posti in rianimazione, peraltro distribuiti sul territorio nazionale e non nelle aree di maggior contagio. E glielo riporto da chi, ahimè, me l’ha raccontato avendolo vissuto in prime persona: medici ed infermieri/e.

Se Fusaro crede che sia tutta una bufala, può andarsi a rivedere delle “cosette” che dovrebbe ben conoscere, giacché ha senz’altro dovuto masticare anche parecchia Storia per laurearsi in Filosofia: la Peste di Milano.
Milano, nel 1630, aveva circa 250.000 abitanti: ovviamente, non si sapeva quasi nulla sulle epidemie e non fu attuato nessun piano di salvaguardia. Probabilmente, non ne ebbero nemmeno i mezzi e, al di fuori dei lazzaretti e dei monatti, nessuno s’occupò della peste.
I risultati furono di circa 186.000 morti, ossia il 74% della popolazione residente. Si stima che, nell’Italia settentrionale dell’epoca, vivessero circa 4 milioni di persone e la peste ne uccise più di un milione, un quarto della popolazione. La famosa “immunità di gregge” fu raggiunta soltanto sacrificando tre quarti della popolazione a Milano ed un quarto nel resto dell’Italia del Nord: è l’unico dato storico-scientifico abbastanza attendibile che abbiamo.

Fusaro, non confonda le sue chiacchiere su Internet con le terribili decisioni che deve prendere chi governa: mi spiace per lei, ma pare che la maggioranza degli italiani abbia gradito le decisioni prese, stimandole di buon senso e, oggettivamente, corrette.
Forse lei è giovane: mia nonna mi raccontò qualcosa sulla Spagnola, ma io sono quasi un vecchietto, non faccio testo. Ci sono stati degli errori? Certamente. Ma lei, che si sbraccia per indicare fumose rivoluzioni agli italiani, sa di cosa parla?

Le epidemie sono un fattore di rischio per la civiltà umana, non mi pare che ci siano dubbi al riguardo: controllate o sconfitte, grazie ai vaccini, le epidemie d’origine batterica (Peste, Colera, ecc) – e considerando che la Malaria è tuttora endemica ed ha colpito, recentemente, anche in Italia grazie alle alte temperature ed al clima sub-tropicale che si genera in Estate – si fanno avanti le epidemie virali.
Mi ha annoiato il ping-pong sulle “colpe” della pandemia: dopo aver gettato nell’ambiente, per mezzo secolo, ogni sorta di nuove molecole di sintesi, aver triturato l’Amazzonia (regione che era rimasta intonsa da miliardi d’anni d’evoluzione), sparso petrolio nei mari per milioni di tonnellate, gettato sostanze di scarto che si sono agglomerate in “isole” artificiali grandi come la Spagna (nel Pacifico) e, infine, avendo subito due grandi incidenti nucleari (Chernobyl e Fukushima), più le tante atomiche fatte esplodere “per provarle”…cosa s’aspettava che succedesse? Le ricordo che le radiazioni sono il primo elemento che catalizza le mutazioni genetiche.

Lei sa cosa è un virus? Lo sa davvero? Sono, sostanzialmente, molecole chimiche organiche che reagiscono fra di loro, creando una miriade di forme in continuo mutamento: il cosiddetto “brodo primordiale” dove regna, ovviamente, il caos.
Cosa può uscire da quel “brodo”? Mi viene da ridere, al solo pensare che qualcuno possa saperlo: la “triade” Sars>Mers>Covid-19 è apparsa in pochi anni, uno appresso all’altro.
Io comprendo il suo assillo nel dover spiegare le implicazioni politico-sociali derivanti da una pandemia, ma le pandemie hanno fatto più volte il giro del Pianeta, devastandolo. Lei è un neo-darwinista? Un neo-maltusiano? Si accomodi e spieghi bene le sue teorie. Noi, da parte nostra, possiamo dire solo una cosa: meno male che non c’era lei a comandare, altrimenti saremmo stati fritti!