29 agosto 2016

Frottole per Comulibertardi




Giunge la fine d’Agosto, le vacanze svaniscono nel ricordo e subito partono i buoni propositi per l’anno nuovo, ossia per l’anno che inizia dopo le ferie estive, poiché questo è il vero inizio d’anno per gli aspetti economici e per le buone intenzioni da attuare. Arriva, puntualissimo, il Meeting di Comunione e Liberazione: subito dopo – ad ufficializzare, con i placet dell’alta borghesia – arriva Cernobbio, dove si buttano col sorriso sulle labbra propositi e suggerimenti e si decide che tutto va bene così, Madama la Marchesa, avanti mezza, timone al centro. Peccato che quest’anno, anche il livello delle frottole, sia drammaticamente sceso.

Il primo a raccontare la sua è un personaggio quasi sconosciuto, tale Mattarella: si dice sia il Presidente della Repubblica, ma non si fa mai vedere né sentire, in atti e parole. ‘Sto buon uomo – che ricorda tanto il monsù Travèt di berseziana memoria – è andato a raccontare:

“Nessuno può augurarsi che si verifichino spostamenti migratori sempre più imponenti ma così rischia di avvenire se ci si illude di risolvere il problema con un ‘vietato l’ingresso’ e non governando il fenomeno con serietà e senso di responsabilità.” omissis…”Che vuol dire far crescere – sul serio e presto – possibilità di lavoro e di benessere nei Paesi in cui le persone hanno poco o nulla, perché, in concreto, il loro benessere coincide pienamente con il nostro benessere”

“omissis” perché non c’è nessuno sproloquio da aggiungere. “Governare il fenomeno”? Racconta Mattarella. Controlliamo il Canale di Sicilia con i droni-ricognitori, sappiamo in tempo reale quando un natante prende il mare dalla costa africana, e non facciamo nulla. Non facciamo niente perché non possiamo fare niente di niente.
Chi ha fomentato le cosiddette “primavere arabe”? Gli USA. Chi è andato a distruggere la Libia per accaparrarsi le sue ricchezze? USA, Francia e GB, più il minus italiota. Chi estrae Uranio in Ciad avvelenando tutto? La Francia. Chi arraffa, distrugge, inquina il delta del Niger? Tutte le compagnie petrolifere mondiali. Ho già ripetuto in altri articoli come il continente nero sia disossato dalle multinazionali, a “testa” statunitense. I flussi migratori sono un’arma usata dagli USA in funzione anti-europea: guardate come si comportano, in Nord America, i poliziotti USA lungo il confine messicano!

Allora, Mattarella, smettiamola di raccontare frottole: o dici le cose come stanno, oppure piantala d’andare a raccontare i tuoi voli pindarici ad una platea in minima parte naif, ma in massima parte ben scafata ed opportunista, che sta lì ad ascoltare questi propositi desueti ed insulsi – poiché irrealizzabili – giacché sa benissimo che di questo si tratta, però queste belle parole servono a coprire i loschi affari della holding comunoliberata, a cominciare da Formigoni, con tutti gli altri angeli in colonna. Un bla bla senza senso né costrutto, per colorare l’album da disegno dei soliti idioti di turno.

Subito dopo si fa avanti Giancarlo Blangiardo, il più autorevole demografo dell’università di Milano-Bicocca, che racconta le ultime novità sul fronte demografico: siamo scesi sotto le 500.000 nascite l’anno (come nel 1918) ed il saldo nascite/morti è negativo per 60.000 unità! Un paese per vecchi, già lo sapevamo. Anche gli immigrati, giunti in Italia, smettono di fare figli.
Chissà se c’è stata qualche ciellina che si è sentita chiamata in causa – non lo fo’ per piacer mio ma per dare figli a Dio…com’era ricamato sulle camicie da notte delle bisnonne… – oppure, anche al Meeting, si scorrono i social network d’incontri col preservativo in tasca…

La soluzione, ha raccontato Blangiardo, è racchiusa in un cassetto. Mistero. Pare proprio un racconto per adolescenti, con tanto di Orchi Cattivi mangiabambini e magici forzieri dove c’è la portentosa pergamena per salvarli.
No, è un provvedimento di legge, uno dei tanti, uno dei mille e mille dimenticati…chissà che cassetti avranno per contenerli tutti! E’ la solita robaccia contenuta in ogni Finanziaria – professor Blangiardi…ma ancora ci crede? – un comma scritto per avere i voti di qualche cattolico e poi stornato su un altro capitolo di bilancio, oppure mai finanziato. La solita roba.
Secondo il racconto del demografo, si tratta solo di una questione di assegni familiari e di asili nido, il tutto contenuto in un famoso comma del 2012.

Mi chiedo se Blangiardo abbia dei figli. Se sappia cosa vuol dire crescerli: mille preoccupazioni – oh certo, c’è anche il piacere del sorriso, dello stupore dei loro occhi, delle loro curiosità… – ma come si fa a godersele se hai il problema di perdere il lavoro, se ti scade il mutuo, se ti capita una malattia e devi sborsare fior di ticket, se il lavoro del coniuge è a rischio, se le case popolari sono dei casermoni squallidi e neppure ci sono? Basta che un genitore abbia bisogno di cure, basta che il tuo lavoro sparisca, e la voglia di fare il secondo figlio se ne va. E quante donne sanno già che, in caso di maternità, al loro ritorno non ci sarà più il lavoro?

Fin qui le cause più conosciute – sono le stesse che mettono a rischio di divorzio le famiglie – ma ce ne sono altre, più nascoste.
Gli italiani erano un popolo che, di fronte alle difficoltà, alzava le spalle e si metteva a trovare soluzioni: le famiglie erano coese e “robuste”, i genitori in pensione, spesso, costruivano case, coltivavano orti, le nonne (in pensione a 55 anni) diventavano delle vice-mamme.
Lentamente, la composizione sociologica di questo Paese è stata trasfigurata: se una donna vuol fare la nonna a tempo pieno, oggi, lo fa a 67 anni! Facciamo finta che queste cose non esistano? Quale aiuto si può aspettare una figlia se non ha una madre disposta a fare la nonna?

Poi, c’è il dilagare dell’infelicità. L’Italia è un Paese infelice, nel quale gran parte della popolazione è carica di problemi: economici, relazionali, esistenziali…ed ogni giorno sono bombardati da milioni d’immagini di gente felice. Perché possiedono il cellulare Sprit, usano il deodorante Sfruzz, l’abito firmato Strapp.
Ta-ta-ta-ta-ta…passa una Harley-Davidson, passano 25.000 euro, che pochi riescono a guadagnare in un intero anno.
E i futuri papà? Si chiedono come sia possibile avere Sprit, Sfruzz, Strapp e l’Harley per essere finalmente felici. E non trovano risposte: si sentono condannati all’infelicità. E’ un inganno, lo sappiamo, ma quanti ci cascano? E’ il Gestalt della pubblicità, baby!
Nei discorsi, compaiono degli intercalare che denotano scoramento: “Quella? Ma quella batte, fa la escort, lo credo che ha il grano…” “Quello? Ti credo che ha l’Harley…spaccia!”

Chi tira avanti normalmente, col lavoro, si sente in fondo alle scale, con poco fiato e senza la speranza di poter salire.
Accende la Tv od Internet, e sente che hanno dato 650.000 euro l’anno ad un certo Campo dell’Orto per fare il direttore della Rai, per cercare di far vincere a Renzi un certo referendum, del quale non capisce una mazza.
E legge pure che il “tetto” per queste retribuzioni è, per legge, di 240.000 euro.
Dentro al cuore, scaturisce una domanda: a parte le difficoltà per tirarlo su, chi me lo fa fare di mettere al mondo un altro poveraccio come me? Non sono figlio di un medico, non ho un rinomato studio legale (o quant’altro)…che speranza ho? Che speranza hanno i figli di nessuno di riuscire a nuotare ed a sorreggere il figlio fin quando non sia in grado di nuotare da solo? Meglio una scopata sterile, e non pensarci più.

Ogni anno, almeno 3.000 ricercatori vanno a lavorare all’estero: pochissimi tornano. Sono la “crema” per capacità, ma in Italia nessuno saprebbe cosa farsene. Scappano anche i piccoli imprenditori, scappano addirittura i pensionati, dalla Romania al Portogallo! L’Italia è, oramai, un recinto dal quale tutti cercano di scappare!

Ci sono mille ragioni, prof. Blangiardo – nessuno lo nega, ognuno ha le sue, come ha i propri dubbi di fronte ad un figlio, le proprie paure – ma far credere che tutto sia riducibile ad una disponibilità di asili nido, francamente, sa di balla ad usuum stultorum.

Forse, per essere dei bravi demografi, bisogna essere prima degli ottimi sociologi: se non si analizza prima l’humus, è difficile capire perché le piantine non crescono.
Probabilmente lei, queste cose, le sa benissimo…ma qualcosa le devono pure far raccontare…ma, vivaddio, si può sempre tacere!
Si salva la propria dignità, e non si farfugliano le persone con tesi bislacche.

08 agosto 2016

Immigrazione e mercato immobiliare







Correva l’anno 2011 quando, come ben sappiamo, l’UE commissionò all’ex presidente Napolitano un colpo di stato parlamentare per insediarvi un suo uomo, tale Mario Monti. La responsabilità di tale atto – che sotto il profilo costituzionale era possibile, seppure fosse una “pulcinellata” di pessimo livello giuridico – ricade sulle spalle di Monti (che se ne frega altamente), dell’UE (idem), di Napolitano (idem) e del partito che approvò quel governo, il PD (dell’allora) entusiasta Pierluigi Bersani. I quali tentano, oggi, anch’essi di fregarsene: per questa ragione è necessario, ogni tanto, rammentarlo: visto che, attualmente, ci propongono addirittura una riforma costituzionale. Poiché, se non ci fossero stati i loro voti favorevoli, quel governo non sarebbe mai nato: chi, ancora oggi, è al lavoro pur essendo un anziano completamente inutile al processo produttivo, oppure non riesce ad avere una pensione e campa come può, se ne rammenti.

Sorvoliamo sugli aspetti tragicomici di quei mesi – “dai, dagli un’altra pompata allo spread, così si mettono calmi e buoni” – oppure sulle lacrimucce della Fornero, sulle “trovate” di un super-indagato come Profumo, e sull’inettitudine di gran parte di quei ministri, resta il fatto che – grazie ad alcune trovate da circo Barnum – il mercato immobiliare italiano cambiò radicalmente.

Bisogna riconoscere che, precedentemente, il governo Berlusconi “galleggiava” solo grazie ai tanti conigli dal cappello di un tributarista di nome Tremonti, espedienti come le inutili cartolarizzazioni, le mille sparate sulla vendita di spiagge e cime montane, insomma, un disastro di diverso segno.

L’unica soluzione, per l’Italia, sarebbe stata (e lo sarebbe tuttora), una generosa inversione sulla tassazione, visto che l’indice di Gini continua a raccontare la medesima cosa: in Italia, sono troppo colpite le fasce medio-basse e troppo poco le medio-alte, al punto che il 10% della popolazione (6 milioni) possiede il 50% della ricchezza, mentre il restante 90% (54 milioni) si divide il restante 50%.
Fatta 100 la ricchezza generale del Paese – da non confondere con il PIL, poiché la ricchezza considera anche i valori immobiliari, non solo le loro rendite – sarebbe come se 10 persone si dividessero 50 denari (5 denari a testa), mentre gli altri 90 ricevessero  0,55 denari a testa. Un rapporto, pressappoco, di 1 a 100 nel reddito.
Senza toccare questo problema non se ne uscirà mai, ma non se ne può uscire perché tutti coloro che possono decidere qualcosa, fanno parte dei 6 milioni di privilegiati. Un problema di classe dirigente che si trascina dall’Unificazione, giacché all’epoca trovavamo Rattazzi, Crispi, Sella e Ricasoli mescolati fra di loro, al governo con maggioranze diverse da quelle votate dagli elettori, e così via, come ai giorni nostri.

Monti dichiara subito guerra al patrimonio immobiliare italiano, con una commistione fra morale ed economia che non ha nesso logico né tradizione storica, poiché i valori immobiliari italiani sono troppo alti. Sarà, ma il valore di un immobile dipende da tanti fattori: lo sviluppo costiero italiano è pari a 7.468, e non è proprio vero che una casa nella Westfalia valga come una in Sardegna, che Essen equivalga a Portofino. Per questa ragione, di semplice bellezza, di un mare tiepido per 8 mesi l’anno, i tedeschi hanno i loro valori immobiliari e si tengono il Baltico, noi abbiamo i nostri e ci teniamo il Mediterraneo.
Ma a Mario Monti non sta bene.

Con la tassazione sulla prima casa, nel 2012, ricava per lo Stato 4 miliardi di euro, ed abbatte il valore immobiliare complessivo italiano di circa 2.000 miliardi (quasi l’intero debito pubblico!) con un abbattimento di valore medio, a famiglia, pari ad 82.000 euro! (1)

Si potrebbe pensare ad un venditore d’acciughe salate prestato all’economia, un bocconiano che vende funghi secchi e castagne nel mercato rionale, ma non è così. L’uomo è probabilmente anche stupido, perché ricava 4 miliardi e ne perde 2.000 per il proprio Paese – una qualità non esclude l’altra – ma è, soprattutto, un venduto. A chi?
Al capitalismo “creativo” delle holding finanziarie del Nord Europa, le quali preferiscono “fissare” – ossia far acquistare ai loro clienti – beni immobili. Stesso discorso per le mafie, che devono “ripulire” soldi: niente di meglio che le abitazioni di pregio italiane, che ai 7.468 Km di coste (i più ambiti) aggiunge l’arco alpino e le città d’arte: un vero tesoro. Non è un mistero che il Lago di Garda è, turisticamente parlando, un feudo tedesco.

La disponibilità finanziaria del cliente medio britannico, riferita da un sito come Gateaway.com, è di circa 200.000 euro: in altre parole, l’investitore medio inglese, quando si rivolge al mercato immobiliare, dispone di una cifra intorno a quella quota. L’abbattimento del valore, per famiglia, di 82.000 euro vi dice qualcosa?
Il sacco dei soliti Lanzichenecchi.
Oggi, in Liguria e zone limitrofe (per conoscenza personale, ma in tutta Italia funziona così), inglesi, tedeschi, olandesi…acquistano case per poi usarle in multiproprietà, oppure in affitto per le vacanze tramite i soliti portali Web: si noti che, da un paio d’anni a questa parte, gli stessi portali tendono a non mettere più in contatto diretto il locatario con il locatore, bensì appoggiano “con forza” la transazione bancaria, per lo più di banche irlandesi. Con la scusa della “semplificazione” e della “sicurezza” le banche entrano in questo mercato dell’affitto stagionale, che il governo Berlusconi fissò come termine massimo  di durata in un mese.
Monti riceverà una percentuale? Ah, saperlo…

Una parte degli italiani, però, non vende e si rivolge al mercato dell’affitto, aumentato in pochi anni del 15,9% ed un incremento dei canoni del 6,7%. (2)
Come “assorbire” e far fruttare questi milioni di metri cubi passati dall’uso diretto all’affitto?
Anzitutto, chiudendo i rubinetti delle banche: chi concede più un mutuo? In seconda battuta, ci pensano i cosiddetti “contratti atipici” – quella roba da 700 euro il mese senza nessuna garanzia di un futuro previdenziale, oppure il mercato dei Voucher, aumentato nel primo semestre del 2015 del 67% - ossia, oggi, ti danno solo più la pagnotta, senza companatico. Grazie Renzi! Grazie Job Act!
E le banche, ovvio, si trincerano dietro a quei contratti “farfalla” per non concedere soldi – mentre con la classe politica sono sempre prodighe: esattamente come nella seconda metà dell’Ottocento – tanto, le eventuali “sofferenze”, per un guizzo “d’art nouveau” nella prassi bancaria, le pagano i correntisti.
Ma non basta ancora: 15,9% in più di case da affittare!

Ecco, allora, che gli immigrati tornano comodo: che lavorino nei cantieri o nelle stalle oppure raccolgano pomodori o frutta, va tutto bene, basta che paghino l’affitto, in nero, bianco o grigio poco importa, basta che paghino!
Si prostituiscono? Rubano? Fanno gli ambulanti abusivi? Ma pagano!

Da dove vengono?
Dal continente più sfortunato (geologicamente, insieme all’Australia) del pianeta. Come tutti sappiamo, l’agricoltura nacque nella Mezzaluna Fertile per un intreccio unico di eventi causali/casuali, una combinazione fortunata nella storia umana, senza la quale la vita si sarebbe, probabilmente, estinta dopo la fase dei cacciatori/raccoglitori, come spiega bene Jared Diamond in Armi, acciaio e malattie.
Dalla Mesopotamia, l’agricoltura s’espanse verso Est e verso Ovest – e dunque anche in Africa – ma nel continente scarseggiavano le terre coltivabili. Ovviamente, con il mutare delle condizioni climatiche, ci furono periodi più favorevoli ma l’Africa, sostanzialmente, rimane la terra con i più vasti deserti del pianeta e terreno povero, semiroccioso, poco adatto all’agricoltura. Difatti, i cereali che si sono affermati sono i più poveri, come il miglio ed il sorgo.

Le aree equatoriali, se disboscate, vanno incontro ad enormi problemi poiché il substrato sul quale vegetano le grandi foreste è una sottile crosta di humus che poggia su strati rocciosi e, se privato del tasso di umidità naturale, si estingue in fretta. Situazione simile alle aree equatoriali del Brasile, che prima o dopo – se continueranno i disboscamenti – andrà incontro ad identico destino.
La condizione dell’Africa è questa: è persino difficile trovare un’area agricola paragonabile alla Pianura Padana, e questo in un intero continente!

Per contro, l’Africa è un vero campo minerario a cielo aperto: non vi è metallo o elemento chimico che non si trovi in abbondanza: dall’Oro al Ferro, dal petrolio al gas, dall’Uranio al Cadmio, al Cromo, al Vanadio, al Tungsteno… la metallurgia mondiale, senza l’apporto africano, sarebbe in grave difficoltà.
Ma, la “stagione storica” nella quale gli africani avrebbero dovuto attrezzarsi per diventare minatori “in proprio”, fu funestata dalla schiavitù, poi dal colonialismo, infine dal neo-colonialismo. Quattro secoli di disgrazie: oggi, nessun manufatto di pregio tecnologico esce dall’Africa,
In questa situazione di degrado umano – non trovo altro termine – si è innestato il cinismo, bieco, delle holding tecnologiche. Attraverso i loro alfieri, i soliti portavoce del capitalismo, soprattutto nordamericano (Kissinger, Luttwak, ecc), hanno sentenziato che 50 milioni d’africani bastano per far funzionare l’apparato estrattivo, a prezzi “concorrenziali”. E gli altri? Li mantiene la FAO?
Tanto per capirci – cifre fornitemi da un ex capocantiere italiano in Africa – la paga di un operaio italiano nella posa delle pipeline petrolifere era di 20 dinari il giorno, quello di un operaio locale (in genere, nigerini) di 1 dinaro.

All’opposto, ancora ricordo il racconto di un compagno di scuola giunto dall’Africa, fuggito dai tetti di una Elizabethville in fiamme (oggi Kinshasa, ex Congo Belga) nel 1960, scappato sui tetti con la famiglia per sfuggire ai guerriglieri rivoluzionari, nell’impeto della liberazione dai belgi. I tempi di Patrick Lumumba.
La madre, però, aveva nella borsa una sacca zeppa di diamanti, che – giunti in Europa – fruttò una fortuna: il capitale per un’azienda della Pianura Padana, rubato all’Africa.
Poche le eccezioni: la Libia, messa al sacco appena possibile dalle soldataglie franco-italo- angloamericane – ovvio, senza farsi notare, basta fornire “assistenza”, armi e soldi – ed il Sudafrica, il feudo della De Beer, la monopolista dei diamanti e dell’oro, dove tutto deve rimanere tranquillo. Il Camerun pareva avercela fatta con l’industria tessile, ma chissà quale minerale attirò la cupidigia della solita multinazionale, e fu la medesima guerra mascherata da evento tribale.
Cosa possono fare?
Scappano.

E, oggi, finiscono nella trappola peggiore che si possa immaginare: il Canale di Sicilia. Nel canale – debitamente sorvegliato dai droni – basta che il mare s’incazzi un po’ ed il “lavoro” è fatto: “87 morti”, “barcone che si rovescia, 56 dispersi”…e così via…si dimentica e s’infrange una delle più antiche regole della marineria: il soccorso in mare.

Perché non possono venire mica tutti qui! Ed è vero.
L’Italia è un Paese deindustrializzato, con un’agricoltura allo sbando grazie a decenni di disinteresse politico, dove pochissimi giovani intendono praticare il mestiere dei padri. Eppure, siamo la prima economia agricola europea per produzione di alimenti biologici: ma la banda larga, per accedere ai mercati internazionali? Gli olandesi ce l’hanno, e vendono i loro pomodori, che non sanno di niente, ovunque. Noi, fuori dalle grandi città, aspettiamo sempre che ci sia la linea.
I migranti salgono, gli Stati del Nord chiudono le frontiere, botte sulle spiagge accanto ai bagnanti. E gli americani ridono: taglia qui, taglia là…alla fine resteranno solo i 50 milioni richiesti!

Se non basta ancora, rendiamo loro le condizioni di lavoro impossibili, al punto che la loro vita si consumi il più presto possibile: 40 gradi, sole, poca acqua, orari da far paura, la sorveglianza a volte addirittura armata, cosa ricordano?
Ci rammentano il rapporto dell’Ispettore per le Colonie Portoghese del 1949, il quale si lamentava che i proprietari terrieri del Mozambico non tenevano da conto abbastanza gli schiavi, sfruttandoli senza pietà: quando uno schiavo moriva, chiedevano semplicemente il rimpiazzo. E suggeriva d’intervenire nella “catena” della fornitura di schiavi, per cercare di rallentare il processo.

Non possiamo, quindi, che fare un caloroso applauso al sindaco di Nardò (4) – Pippi Melone – per aver sancito un regolamento comunale che deriva da un principio semplicissimo, che non attuarlo significa fare sberleffi a tutte le leggi sul lavoro. Altro che Job Act.
Semplicemente – visto che a Nardò i braccianti sono tantissimi – ha sancito che, nei campi, è proibito lavorare dalle 12 alle 16, data l’alta temperatura ed il sole allo zenit. Apriti cielo!
Subito c’è stata la rivolta dei notabili di destra e di sinistra, che sono ricorsi addirittura alla Magistratura ma il Giudice (maiuscolo) non ha fatto altro che confermare il provvedimento, ricordando il buon senso che ispirava una simile decisione e la sua correttezza dal punto di vista giuridico.
Bisogna ricordare che, proprio nelle campagne pugliesi, un paio d’anni fa morì per il caldo una donna italiana, e lo scorso anno un lavoratore immigrato: la morte non guarda in faccia a razze e colore della pelle.

E bisogna pure ricordare cosa vuol dire morire di caldo in un campo di pomodori: significa sfruttare il proprio corpo ben oltre le proprie possibilità fisiologiche – a questo ci pensano i “caporali” – con la disidratazione che avanza – non basta più bere – e la pressione sanguigna scende, allora il cuore pompa sempre di più, fino a schiantare. Una morte da schiavi, da campi di cotone dell’Alabama. E’ mai possibile che, nell’anno 2016, qualcuno debba morire di lavoro in questo modo?!? (5)
Hanno dipinto Melone con colori variopinti, definendolo “fasciocomunista” o “rosso-bruno”, tutti non sense, per definire una persona che si rifà a tradizioni della destra sociale ma che vota e sostiene il M5S, uno dei tanti (per fortuna) ad aver capito che le divisioni destra/sinistra non hanno più senso. Speriamo che sia un esempio, e che altri seguano la sua strada, poiché si cade da un’impalcatura o ci si schianta contro il guard-rail, ma il denominatore comune di queste morti sul lavoro è uno solo: la fatica.

Vorremmo dare un consiglio a Melone, perché non ci sfuggono i rischi che corre: portati sempre appresso un amico fidato come guardaspalle ed una giacca. Sotto la giacca, una Beretta bifilare. Hai deciso di vivere da uomo con la schiena diritta in una terra pericolosa per gli uomini “giusti”: se qualcuno cercherà di piegarti, “seccane” almeno più che puoi. E che Dio ti benedica e ti protegga.

Altro che schiantare la gente perché paghi un affitto.





(5) http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/08/02/nardo-ordinanze-e-processi-non-fermano-lo-sfruttamento-dei-migranti-procura-di-lecce-ddl-contro-il-caporalato-una-schifezza/549010/

01 agosto 2016

Ma guarda cosa vado a trovare…





Mia madre è sempre stata, per me, fonte d’ispirazione: talvolta gravida, nei suoi ricordi, di storie oscure e zeppe di misteri – come capitò per l’intervista che le feci su Toni Bisaglia, dalla quale ricavai le basi per l’articolo Tre morti e una sorpresa in casa (1) – per questo vado a riaprire, ogni tanto, i suoi vecchi diari, piccole agende cariche d’annotazioni.
Del pacco, salta fuori anche uno scarno calepino: una raccolta di manifesti elettorali del PdS, anno 1992, stilato per acchiappare voti prima delle elezioni del 5 Aprile 1992: quelle che, in definitiva, diedero il via al governo Ciampi: difesa della lira, sistema monetario europeo, Tangetopoli…eccetera…anno fecondo quel 1992…

 A parte le vignette di Altan – protagonista il solito Cipputi, essere quasi fuori dal tempo, alcune godibilissime – non resta che uno scarno soliloquio di parole d’ordine desuete, talmente stupide che meritano d’essere riportate.
Giacché, “Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente” (Indro Montanelli).

Si parte con il titolo, che viene ripetuto ad ogni pagina in calce per sottolinearne l’importanza, “COGLI L’ATTIMO”. Parole che, oggi, si ritrovano sui social network d’incontri, ma con tutt’altro significato.

ATTENTI AL FUTURO
Ce ne siamo accorti, grazie dell’avvertimento, rispedire al mittente.

SILVIA, FRANCESCA, GIOVANNA, LAURA
Criptico modo d’appressarsi all’universo femminile, tipico dei PCI (e DC): talmente inutili e subalterne da non meritare manco un cognome? La donna? Lato A e lato B. C’è dell’altro?

LA VELA DELLA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI VENTO
Qui, almeno, l’autore si rivela: il Comandante Supremo D’Alema, vergata durante una bonaccia al largo di Ansedonia.

NON LASCIARE IL PAESE IN MANO AI PORTABORSE
Non sono d’accordo. Voglio un vero portaborse, perché se consegno la mia borsa al gelataio di Rignano, chi la ritrova più?

PIAZZA FONTANA, PIAZZA DELLA LOGGIA, ITALICUS, USTICA, STAZIONE DI BOLOGNA: IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
Dopo quasi un quarto di secolo, il silenzio è diventato un silenzioso rigurgito.

I NODI VENGONO AL PETTINE
Ma va? Perché a voi non fanno mai male?

METTI IL GOVERNO IN CASSA INTEGRAZIONE
Quale, scusi?

REPUBBLICA ITALIANA: FAVORI, ARROGANZA, PRIVILEGIO
Embé, dove sta il messaggio? Ne manca un pezzo?

PRESIDENTE BRILLANTE, DEMOCRAZIA OPACA
Sarà colpa del mutamento climatico, ma le nebbie sono ovunque e ben distribuite.

SISTEMA DEMOCRATICO A RISCHIO
A rischio? Ma va? Credevamo avesse avuto un devastante ictus.

L’OPPOSIZIONE CHE COSTRUISCE
Questo è vero: una buona dose di cemento aumenta il PIL, tutti hanno collaborato. Giusto, bravi.

IL PAESE DELLE ETERNE EMERGENZE
Eterne, appunto.

DOVE I GOVERNANTI NON TRAMONTANO MAI
E i governati? A volte s’incazzano, come le formichine…

VOGLIAMO L’ARIA FRESCA, CI DANNO L’ARIA FRITTA
Ferma, piano…l’Ossido di Carbonio è peggio…

GOVERNO BUGIARDO, STATO SPRECONE
O Stato bugiardo e Governo sprecone? A scelta!

LE FINANZE FANNO ACQUA, LA FINANZIARIA ARIA
Le finanze degli italiani, invece, fanno pena: il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza!

MAFIA S.P.A.
Titolo ampiamente utilizzato per definire la corruzione presso il Comune di Roma, anni 2015/16.

PER NOI DONNE IL PALAZZO E’ SOLTANTO UN PIGIAMA
No, qui è sbagliato. E’ anche un reggicalze ed un reggiseno a balconcino.

CHIARE, FRESCHE, DOLCI VOCI DI DONNA
Questo non sapeva cosa scrivere per completare “l’opera” e si è riferito ad un autore della tradizione, un certo Petrarca. Che si è rivoltato nella tomba.

TIENI APERTA LA SINISTRA
Stesso autore del precedente, che è passato dall’antologia ai quiz per la patente: “dare precedenza”, “divieto di svolta”, ecc.

COSA (NON) ABBIAMO FATTO PER MERITARCI QUESTO
Non diteci cosa non avete fatto, diteci come avete fatto, che è stato un gran bel “fare”. Per chi? Di certo non per gli italiani.

Ora, aspettiamo da mamma RAI – dopo i 650.000 euro dati a Campo dell’Orto – il bombardamento di preparazione all’assalto delle truppe cammellate per il “sì” al referendum. Si dice che lo stia preparando Maria Etruria Boschi in persona: un nome, una garanzia.
Possiamo suggerirvi qualche nuovo slogan per stilare un nuovo calepino 2016, anzi, un bel calendario omaggio per il 2017, con le solite bellocce di casa nostra ed le stantie parole d’ordine, copiate – ovviamente – da autori più attuali.

DEMOCRAZIA NEL MONDO BANCARIO
ARIA FRESCA IN PARLAMENTO, LA PUZZA FUORI
LA FINANZA FA BENE ALLA PROSTATA
UNA SOLA EMERGENZA: PIU’ SOLDI PER TUTTI!
RICOSTRUIRE SULLE MACERIE

Basta, non vogliamo offendere la vostra fantasia di ex piccini, pidiessini, diessini, piddini…eccetera…siamo certi che quei 650.000 euro galvanizzeranno le migliori menti per scovare slogan attraenti e grondanti ottimismo, in modo che possiate illudervi di strapazzare a piacimento la Costituzione.
Tanto, quel referendum lo perderete, non illudetevi: oramai gli italiani non sperano più nulla, ma l’occasione di mandarvi affanculo non se la lasciano certo scappare!

(1) http://www.lolandesevolante.net/blog/2011/05/tre-morti-e-una-sorpresa-in-casa/