Il “Pianeta Occidente” festeggia la (da verificare) morte di Bin Laden: dico “da verificare”, perché quella barba così nera ha insospettito anche me, poco avvezzo a complotti e complottismi.
Mi limito ad osservare che ci sono parecchi punti controversi in questa storia: per prima cosa, nessuno nomina il vero ideologo di Al-Qaeda, ossia il sessantenne medico egiziano Ayman Al-Zawahiri, che da molto tempo è la “mente” dell’organizzazione.
Per seconda, c’è da capire chi sono i referenti dei cosiddetti “insorti” di Bengasi: c’entra Al-Quaeda? E’ vero che vorrebbero instaurare un califfato islamico in Cirenaica? Se così è, quali appoggi hanno da parte delle monarchie wahabite del Golfo? Se così non è, ci sono soltanto Francia e Gran Bretagna dietro?
Come si potrà notare, i dubbi sono tanti perché – se dietro ai “ribelli” di Bengasi ci sono soltanto Paesi europei (come sostiene Gheddafi) – siamo in presenza del solito copione di stampo iracheno: scambiamo i curdi del nord Iraq con gli “insorti” di Bengasi, Saddam con Gheddafi, il petrolio al denominatore e la frazione è quasi la stessa.
Nell’attesa d’avere maggiori informazioni, d’ascoltare più “campane” sull’argomento, resta il dissidio interno al governo italiano sulla Libia. Dissidio apparente? Di sostanza?
Non ci sentiamo di definirlo solo apparente, uno dei tanti giochi delle tre carte di questo governo, ma la sostanza – se c’è – è soltanto di tipo elettorale: in definitiva, la Lega non vuole andare alle elezioni con una guerra (e la questione dei migranti) alle porte.
Nemmeno Berlusconi desiderava l’avventura libica (1911-2011: il Centenario!), però c’è stato costretto: da chi?
Beh, un uomo come Berlusconi, assomma alla classica sudditanza italiana verso gli USA il “bonus” d’essere ricattabile per mille e mille motivi: si va dai suoi scheletri nell’armadio come uomo politico alle tante, possibili rogatorie che possono giungere dall’estero riguardo le sue attività editoriali e di costruttore.
In altro modo, un simile voltafaccia nel volgere di così poco tempo – solo pochi mesi dopo il famoso “baciamano”! – non si spiega: oggi, addirittura, siamo noi a bombardare la Libia!
La Lega si trova, suo malgrado, nella stessa posizione dei vari partitini comunisti del governo D’Alema del 1999, ossia con un Kosovo ingombrante da far digerire agli elettori: essere un partito “di lotta e di governo”, talvolta, non è così pagante.
Chiede, allora, una risoluzione che impegnerà il governo su sei punti:
1 – Fine delle operazioni militari;
2 – Nessun intervento di terra;
3 – Fissare una data precisa per la fine delle operazioni;
4 – Non far pagare agli italiani i costi della guerra;
5 – Trovare una soluzione per la bocciatura del reato (carcere) di “clandestinità” sollevato dall’UE;
6 – Fare in modo che i migranti siano accolti dagli altri Paesi Europei.
Questo è il testo, tradotto dal “politichese”, della mozione che presenterà la Lega in Parlamento, visibile in nota[1].
Ma, proprio nel politichese, c’è la soluzione.
Nel “politichese”, esistono una serie d’avverbi e di locuzioni che rendono possibile tutto ed il contrario di tutto: vediamo i punti ad uno ad uno:
1 – Fine delle operazioni militari;
Nulla vieta che il governo proponga, sua sponte, la fine delle operazioni militari. Politichese: “verificate le condizioni”. Fatto: le condizioni si verificheranno alle calende greche.
2 – Nessun intervento di terra;
Anche qui, il governo può far suo l’emendamento. Politichese: “in un quadro di stabilità”. Poi, in Libia qualcuno rapisce degli italiani, oppure un petardo libico – nessuno sa bene come – scoppia a Vattelapesca, ridente borgo appenninico. Venuto meno il “quadro di stabilità”, armiamoci e partite.
3 – Fissare una data precisa per la fine delle operazioni;
Vedi sopra: la data viene fissata, salvo “accordi, da rispettare nell’ambito dell’art. 11 della Costituzione, con i partner internazionali”. Anche qui, calende greche.
4 – Non far pagare agli italiani i costi della guerra;
Beh, qui è facile. Il governo s’impegna a non caricare, con apposite misure definite nel bilancio, i costi delle missioni. Poi, fa confluire nella contabilità generale i costi – magari ampliando il budget per la Difesa alla voce “materiali” od altro – e, infine, Tremonti stampa certificati del debito pubblico oppure s’inventa la tassa sugli scarichi dei lavandini. Cosa c’entrano i lavandini con la Libia? Niente.
5 – Trovare una soluzione per la bocciatura del reato (carcere) di “clandestinità” sollevato dall’UE;
L’UE chiede che il reato di clandestinità non conduca al carcere. Bene: i centri di raccolta non sono strutture carcerarie, e poi…questa è una fase d’emergenza…li terremo lì qualche giorno, qualche mese, qualche anno…l’importante è non farlo sapere troppo in giro.
6 – Fare in modo che i migranti siano accolti dagli altri Paesi Europei.
Qui, ci sarà senz’altro il preciso impegno, da parte di Berlusconi, di far pesare tutto il suo “prestigio” internazionale per ottenere che “quote” di migranti siano trasferiti in altri Paesi. Siccome la Lega non può non credere alle parole – accorate! – pronunciate solennemente dal suo alleato in Parlamento, dovrà prenderle per buone.
In buona sostanza, si ripete il “copione” del Kosovo, quando il Parlamento si riunì per deliberare e le 19 aviazioni dei Paesi “alleati” già bombardavano da giorni, la contraerea italiana era già schierata e le basi di Aviano e di Gioia del Colle erano già in guerra.
In definitiva, gli elettori della Lega contrari alla guerra (perdite di commesse delle piccole-medie imprese padane, che ricevono quelle commesse dalle grandi imprese come sub-contraenti) ed ai flussi migratori, saranno, in modo furbesco, fregati come dei gonzi.
Continueranno la guerra perché ci sarà una “emergenza” dietro l’altra, e i migranti li nasconderanno nei vari CPT, militarizzando le aree.
Le elezioni non saranno proprio un successo? Colpa della sinistra e del suo diffondere l’inutile allarmismo. Perderanno qualche comune importante? Colpa dei candidati litigiosi e del tradimento di Fini. Il governo va avanti. E la guerra pure.
Speriamo solo che non sia approvata una sorta di “risoluzione 1973-bis” per risolvere il problema di Fukushima.
Copiando il testo dalla 1973 per la Libia, potrebbero approvare la soluzione del problema giapponese “con qualsiasi mezzo”. Dopo, una solerte “missione” internazionale di “volonterosi”, potrebbe sentenziare che la miglior soluzione per Fukushima – invece d’inquinare per decenni o secoli il Pacifico – sarebbe quella d’innescare sei reazioni nucleari a catena per i sei reattori. Insomma, un bel botto e tutto è risolto.
Il Giappone diventerebbe il Paese più radioattivo del Pianeta? Un record! E poi, i giapponesi ci sono già passati: sono abituati, e il Giappone non ha diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza.
In fin dei conti – sussurrerebbero fra di loro i solerti giuristi del Palazzo di Vetro – dal punto di vista giuridico non fa una grinza: “con ogni mezzo”, come per la Libia!
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
Mi limito ad osservare che ci sono parecchi punti controversi in questa storia: per prima cosa, nessuno nomina il vero ideologo di Al-Qaeda, ossia il sessantenne medico egiziano Ayman Al-Zawahiri, che da molto tempo è la “mente” dell’organizzazione.
Per seconda, c’è da capire chi sono i referenti dei cosiddetti “insorti” di Bengasi: c’entra Al-Quaeda? E’ vero che vorrebbero instaurare un califfato islamico in Cirenaica? Se così è, quali appoggi hanno da parte delle monarchie wahabite del Golfo? Se così non è, ci sono soltanto Francia e Gran Bretagna dietro?
Come si potrà notare, i dubbi sono tanti perché – se dietro ai “ribelli” di Bengasi ci sono soltanto Paesi europei (come sostiene Gheddafi) – siamo in presenza del solito copione di stampo iracheno: scambiamo i curdi del nord Iraq con gli “insorti” di Bengasi, Saddam con Gheddafi, il petrolio al denominatore e la frazione è quasi la stessa.
Nell’attesa d’avere maggiori informazioni, d’ascoltare più “campane” sull’argomento, resta il dissidio interno al governo italiano sulla Libia. Dissidio apparente? Di sostanza?
Non ci sentiamo di definirlo solo apparente, uno dei tanti giochi delle tre carte di questo governo, ma la sostanza – se c’è – è soltanto di tipo elettorale: in definitiva, la Lega non vuole andare alle elezioni con una guerra (e la questione dei migranti) alle porte.
Nemmeno Berlusconi desiderava l’avventura libica (1911-2011: il Centenario!), però c’è stato costretto: da chi?
Beh, un uomo come Berlusconi, assomma alla classica sudditanza italiana verso gli USA il “bonus” d’essere ricattabile per mille e mille motivi: si va dai suoi scheletri nell’armadio come uomo politico alle tante, possibili rogatorie che possono giungere dall’estero riguardo le sue attività editoriali e di costruttore.
In altro modo, un simile voltafaccia nel volgere di così poco tempo – solo pochi mesi dopo il famoso “baciamano”! – non si spiega: oggi, addirittura, siamo noi a bombardare la Libia!
La Lega si trova, suo malgrado, nella stessa posizione dei vari partitini comunisti del governo D’Alema del 1999, ossia con un Kosovo ingombrante da far digerire agli elettori: essere un partito “di lotta e di governo”, talvolta, non è così pagante.
Chiede, allora, una risoluzione che impegnerà il governo su sei punti:
1 – Fine delle operazioni militari;
2 – Nessun intervento di terra;
3 – Fissare una data precisa per la fine delle operazioni;
4 – Non far pagare agli italiani i costi della guerra;
5 – Trovare una soluzione per la bocciatura del reato (carcere) di “clandestinità” sollevato dall’UE;
6 – Fare in modo che i migranti siano accolti dagli altri Paesi Europei.
Questo è il testo, tradotto dal “politichese”, della mozione che presenterà la Lega in Parlamento, visibile in nota[1].
Ma, proprio nel politichese, c’è la soluzione.
Nel “politichese”, esistono una serie d’avverbi e di locuzioni che rendono possibile tutto ed il contrario di tutto: vediamo i punti ad uno ad uno:
1 – Fine delle operazioni militari;
Nulla vieta che il governo proponga, sua sponte, la fine delle operazioni militari. Politichese: “verificate le condizioni”. Fatto: le condizioni si verificheranno alle calende greche.
2 – Nessun intervento di terra;
Anche qui, il governo può far suo l’emendamento. Politichese: “in un quadro di stabilità”. Poi, in Libia qualcuno rapisce degli italiani, oppure un petardo libico – nessuno sa bene come – scoppia a Vattelapesca, ridente borgo appenninico. Venuto meno il “quadro di stabilità”, armiamoci e partite.
3 – Fissare una data precisa per la fine delle operazioni;
Vedi sopra: la data viene fissata, salvo “accordi, da rispettare nell’ambito dell’art. 11 della Costituzione, con i partner internazionali”. Anche qui, calende greche.
4 – Non far pagare agli italiani i costi della guerra;
Beh, qui è facile. Il governo s’impegna a non caricare, con apposite misure definite nel bilancio, i costi delle missioni. Poi, fa confluire nella contabilità generale i costi – magari ampliando il budget per la Difesa alla voce “materiali” od altro – e, infine, Tremonti stampa certificati del debito pubblico oppure s’inventa la tassa sugli scarichi dei lavandini. Cosa c’entrano i lavandini con la Libia? Niente.
5 – Trovare una soluzione per la bocciatura del reato (carcere) di “clandestinità” sollevato dall’UE;
L’UE chiede che il reato di clandestinità non conduca al carcere. Bene: i centri di raccolta non sono strutture carcerarie, e poi…questa è una fase d’emergenza…li terremo lì qualche giorno, qualche mese, qualche anno…l’importante è non farlo sapere troppo in giro.
6 – Fare in modo che i migranti siano accolti dagli altri Paesi Europei.
Qui, ci sarà senz’altro il preciso impegno, da parte di Berlusconi, di far pesare tutto il suo “prestigio” internazionale per ottenere che “quote” di migranti siano trasferiti in altri Paesi. Siccome la Lega non può non credere alle parole – accorate! – pronunciate solennemente dal suo alleato in Parlamento, dovrà prenderle per buone.
In buona sostanza, si ripete il “copione” del Kosovo, quando il Parlamento si riunì per deliberare e le 19 aviazioni dei Paesi “alleati” già bombardavano da giorni, la contraerea italiana era già schierata e le basi di Aviano e di Gioia del Colle erano già in guerra.
In definitiva, gli elettori della Lega contrari alla guerra (perdite di commesse delle piccole-medie imprese padane, che ricevono quelle commesse dalle grandi imprese come sub-contraenti) ed ai flussi migratori, saranno, in modo furbesco, fregati come dei gonzi.
Continueranno la guerra perché ci sarà una “emergenza” dietro l’altra, e i migranti li nasconderanno nei vari CPT, militarizzando le aree.
Le elezioni non saranno proprio un successo? Colpa della sinistra e del suo diffondere l’inutile allarmismo. Perderanno qualche comune importante? Colpa dei candidati litigiosi e del tradimento di Fini. Il governo va avanti. E la guerra pure.
Speriamo solo che non sia approvata una sorta di “risoluzione 1973-bis” per risolvere il problema di Fukushima.
Copiando il testo dalla 1973 per la Libia, potrebbero approvare la soluzione del problema giapponese “con qualsiasi mezzo”. Dopo, una solerte “missione” internazionale di “volonterosi”, potrebbe sentenziare che la miglior soluzione per Fukushima – invece d’inquinare per decenni o secoli il Pacifico – sarebbe quella d’innescare sei reazioni nucleari a catena per i sei reattori. Insomma, un bel botto e tutto è risolto.
Il Giappone diventerebbe il Paese più radioattivo del Pianeta? Un record! E poi, i giapponesi ci sono già passati: sono abituati, e il Giappone non ha diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza.
In fin dei conti – sussurrerebbero fra di loro i solerti giuristi del Palazzo di Vetro – dal punto di vista giuridico non fa una grinza: “con ogni mezzo”, come per la Libia!
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
13 commenti:
Bin Laden? la solita confusione mediatica,un chiaro fotomontaggio e la verità, forse solo i posteri la sapranno.La cosa più incredibile è che si prestino tutti a questo giochetto.Tutti gli organi di stampa si sono rincorsi nel pubblicare un falso, questa è la stampa.Sul piano nazionale invece aleggia una certo sconforto nel continuare a vedere un governo andare avanti-sorretto da non si sa chi- ( a me viene da pensare che l'Europa ha interesse a usarci come specchietto per le allodole, andate a vedere cosa combinano le banche tedesche con i titoli spazzatura) in un marasma totale dove il disinteresse oramai è l' unica arma di difesa.
Gettare a mare il corpo di Bin Laden?
Un modo per far sorgere molti dubbi. Che ci voleva ad avvolgerlo in un telo e portarlo in america dove poteva essere esaminato e mostrato alla stampa. io non sono complottista però gettare a mare il corpo del nemico pubblico numero 1 degli USA puzza lontano un miglio.
Ma mai una volta che il potere sia lineare e chiaro.
Osama è morto ...lo garantiamo noi
Dove sta ora?
Lo abbiamo sepolto in fondo all'oceano indiano...
Se si può vedere il corpo ?
No e nemmeno le foto
Perchè non è stato preso vivo ?
Siamo americani, mica coglioni ....
Beh, Mozart...come usa dire...a buon intenditor, poche parole!
Grazie a tutti (che avete già capito)
Carlo
Ma possibile che questi USA non hanno nemmeno 4 foto del morto da far vedere? Poi, parafrasando Totò, si dice che uno diventa complottista.
Osama non e' stato ucciso,
e' stato morto.
(leggasi stato come Stato)
Ma realisticamente l’ uomo più ricercato dagli americani poteva mai trovarsi rifugiato in un paese invaso dagli americani?
Forse con l’adesivo “giocondo” appiccicato in fronte...
Per me provano a vedere quanti ci credono. Eppoi in aggiunta cominciano a minacciare eventuali ritorsioni...
I civilissimi occidentali hanno festeggiato, bravi! Lasciamo, in futuro, per casi simili e "contrari", festeggiare liberamente anche i non occidentali? Oppure festeggiare un omicidio non va mai bene per nessuno?
Certi giochetti di potere sono troppo smaccati, non hanno più pudore?
Il cadavere non c'è più...era in un posto molto visibile (agli americani)...era nel paese dove tutti sapevamo (ma lo sapevamo veramente?) dov'era...lo hanno dovuto ammazzare e seppellire in mare subito...
A parte il fatto che a far questo non c'era bisogno di fare due o tre guerre, impaurire il mondo con leggi e comportamenti da stati dittatoriali. Bastava un cecchino e...bam! finito...
Per "cercarlo" hanno smosso un baillamme di vero terrore che dura da lustri...adesso cosa vogliono smuovere...cosa ci aspetta?
Quand'è che toglieremo dal governo del mondo i finanzieri ed i potentati economici e rimetteremo i sani politici di carriera, quelli che nascono sull'ape con la "tromba" oppure nelle riunioni di quartiere?
dove è la democrazia?
dove il rispetto per l'uomo?
Dov'è l'amore, la Fede, l'amicizia, la fratellanza la solidarietà...che é oramai plurudimostrato, sono le vere basi del buon vivere e del futuro delle società?
mah!
salutations
RA
E' uscita la seconda foto taroccata. Mai che questa gente faccia una foto vera. Ma questo Bin Laden chi cavolo era?
Carlo domanda ingenua?
Tu che cosa ne pensi di questo menare per il naso il mondo intero. Purtroppo in America tutti credono alla versione ufficiale della Casa Bianca. E' questa è la cosa più grave.
Concordo che festeggiare un assassinio è sempre indice di pessima educazione e di mancanza di valori. Per quanto riguarda le foto, sono soltanto il paravento di una situazione assai complessa.
Orazio fa una domanda più che legittima: chi era veramente Bin Laden?
A questo cercherò di rispondere ma a bocce ferme, con un articolo esaustivo: fatti, fonti, tempi, luoghi. Non so ancora se qui o sull'Olandese, perché siamo agli sgoccioli per la rivista.
In merito al tema principale dell'articolo, vorrei farvi notare questo:
http://www.repubblica.it/politica/2011/05/03/news/confronto_mozioni-15718360/?ref=HRER1-1
Invece di leggere tre giorni dopo le notizie su Repubblica, permettetemi un piccolo atto d'orgoglio: qui, c'erano già!
Grazie a tutti
Carlo
Mi pare che sulle posizioni della Lega sei andato dritto al punto in modo chiaro e conciso. Condivido pienamente ciò che sostieni nella tua analisi, e la riprova sta nel fatto che se la Lega fosse stata veramente intenzionata a non supportare l’intervento armato, avrebbe preteso l’immediata sospensione (o almeno indicato una data) della partecipazione italiana alla risoluzione ONU. Gli altri cinque punti delle richieste sarebbero stati una naturale conseguenza della mutata posizione italiana.
Questo, però, implicava la disintegrazione della maggioranza, poiché Berlusconi non avrebbe potuto accettare la richiesta leghista, e quindi si è preferito prendere in giro gli italiani per l’ennesima volta creando un documento in sei punti che non vuole risolvere niente e che serve a salvare la faccia nei confronti dell’elettorato leghista.
Insomma, il solito troiaio senza capo né coda, mi domando per quanto tempo credono di poter continuare a prendere in giro gli italiani.
Per quanto riguarda l’altra barzelleta relativa a Bin Laden, mi pare ci sia poco da aggiungere se non che resto basito dalla sfacciataggine con cui l’amministrazione americana pensa di poter annunciare in pompa magna l’uccisione (esecuzione) di Osama senza portare uno straccio di prova, o, peggio ancora, fornendo foto palesemente false.
Negli ultimi dieci anni Bin Laden è stato dato più volte per morto, ed è risaputo che soffrisse di dialisi, quindi le sue condizione fisiche non devono (dovevano) essere molto buone in ogni caso.
Ancora una volta, la rivendicazione dell’uccisione del presunto capo di Al Queda, è il passaggio per una nuova fase di guerra strumentale agli interessi americani.
Inutile dire che sono preso sempre più dallo sconforto, ma una delle cose che mi rincuorano, però, è il sapere che l’Olandese Volante sta per lasciare gli ormeggi; ne seguirò la rotta con vivo interesse.
Ciao
Sì, Massimiliano p, hai ragione: volevo anch'io sottolineare che, nonostante avesse solo 54 anni, Osama Bin Laden era costretto alla dialisi da anni.
Era ricco, certo, poteva permettersi le cure...ma il fisico era provato.
A meno che non avesse fatto un trapianto...ci sono notizie di trapianti nell'ospedale di Kabul, ma nessuna prova.
In ogni modo - sembra un paradosso - per spiegare Bin Laden basta andare molto vicino, nella ex Jugoslavia.
Datemi tempo e spero di riuscire a spiegare qualcosa.
Grazie
Carlo
Io credo che "l'affare" Bin Laden sia venuto fuori anche per questioni interne agli Stati Uniti: l'amminstrazione Obama è in forte difficoltà ed in calo di popolarità, per cui ha pensato bene di giocarsi la carta Bin Laden per risollevare un poco le proprie sorti. Come, infatti, puntualmente è avvenuto.
Per il resto, piuttosoto che in fondo ad un oceano, credo che il Bin si trovi da tempo in qualche paradiso centromaericano/tropicale/fiscale a godersi le ricchezze di famiglia sotto mentite spoglie. Con i vivi ringraziamenti dei servizi americani.
Saluti,
Alex
Acrescere, acrescere, acrescere
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