Dopo il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi, tutti s’attendono una rapida fine politica dell’uomo da Arcore, come se la richiesta dei giudici potesse essere in qualche modo in rapporto con gli esiti della legislatura: non neghiamo che i due aspetti siano simbiotici, ma non sosteniamo che esista fra i due eventi un rapporto di causa/effetto, come viene strillato a più voci dal PdL.
A nostro avviso, la legislatura proseguirà ancora per qualche tempo – non sappiamo se fino alla scadenza naturale – poiché non dimentichiamo che, conti alla mano, Berlusconi ha ancora l’appoggio del Parlamento, soprattutto nella “contesa” Camera dei Deputati.
Facciamo, però, un passo indietro ed osserviamo cosa raccontavo il 15 Settembre 2010, quando la crisi sembrava dovesse trovare soluzione parlamentare, ossia il governo Berlusconi potesse cadere in aula[1]:
"…a Dicembre, la Consulta si dovrà pronunciare sul legittimo impedimento, potrebbero esserci delle sorprese.
Se la Corte dovesse bocciarlo, saremmo alle solite: la battaglia contro mister B. continuerebbe come sempre. Ma senza più protezione. Neppure si può pensare ad approvare leggi del genere partendo da “meno qualcosa” o con un solo deputato in più: Prodi docet.
Uno scenario più avvincente sarebbe l’approvazione di quella norma: perché?
Poiché starebbe a significare che c’è stata trattativa, ossia che B. è disposto a lasciare: come andrebbe il teatrino?
Nuove elezioni, l’alleanza PdL+Lega vince ma, al Senato, non ha la maggioranza: situazione più che probabile con l’attuale legge elettorale. Berlusconi viene incaricato, fallisce nel creare un nuovo governo e l’incarico passa ad altri…Casini? Potrebbe essere.
A quel punto, nascerebbe il grande embrassons nous per mettere fuori il Cavaliere che già saprebbe di dover andarsene, perché avrebbe stilato precisi accordi sottobanco: tolgo il disturbo, sto all’opposizione, non mi ricandiderò e voi togliete di mezzo tutta la ferraglia giudiziaria."
Il fatto che la Corte Costituzionale abbia deciso di non pronunciare la sua sentenza “a cavallo” del voto di fiducia del 14 Dicembre scorso, significa senz’altro che – qualora ci fosse stata sfiducia – la questione sarebbe stata chiusa. Può, però, raccontare dell’altro.
Superato quello scoglio con qualche difficoltà, a suon di peones comprati un tanto al chilo, il problema politico rimaneva e, a Berlusconi, giunsero delle offerte “in chiaro” da parte di Fini e Casini – continuità del governo di centro-destra se te ne vai – ma non è detto, ed è anzi probabile, che altre gli siano giunte per vie traverse.
Il successivo pronunciamento della Corte Costituzionale – niente Legittimo Impedimento – significa che una soluzione non fu trovata, che Berlusconi non decise per il famoso “passo indietro” e che preferì affidarsi alla sola “via” parlamentare. Che è l’oggi.
Può farcela?
Più che chiederci se potrà farcela, ci sembra che la scelta sia obbligata poiché – se il 15 Settembre aveva ancora delle carte da giocare su quel fronte – oggi i sondaggi lo danno quasi sicuramente soccombente, anche nei confronti del solo “Nuovo Ulivo”, dal PD a Vendola[2]. Perciò, avanti coi carri e silenzio nelle salmerie.
L’aspetto più esilarante di questa crisi politica italiota – una sorta di resa dei conti che di veramente “politico” ha ben poco – è che Silvio Berlusconi ha i numeri per continuare a governare a colpi di fiducia e, se non basta, a colpi di libretto degli assegni per i peones, più qualche ricatto e con l’appoggio del Dio Cronos.
Perché?
Poiché, più il tempo passa, più i peones accumulano contributi per le loro dorate pensioni senza doverli sborsare di tasca propria come contributi volontari. La rielezione? Per molti è una chimera: perciò, facciamo durare la cuccagna finché dura.
Ecco la spiegazione ai gruppi di “Responsabili”, “Voi, Noi, Altri Sud” eccetera, ma l’atmosfera è quella della “Caduta degli Dei” di Luchino Visconti – ci perdoni, lo spirito del regista, l’accostamento – rappresentata, ovviamente, in salsa italiota, con temi da “Bagaglino”.
Qui non ci sono in campo i Buddenbrook ed i Krupp, non c’è l’atmosfera decadente sapientemente sottolineata dai gorgheggi di Elisabeth Schwarzkopf sulla musica di Richard Stauss, non si ode l’eco della Cavalcata delle Valchirie nelle trame di Palazzo: qui, c’è solo gente che pesta i piedi[3] ai giornalisti scomodi, altri che mandano “pizzini” di mutui immobiliari da pagare[4], oppure si sperticano in esibizioni che vorrebbero essere in qualche modo “politiche” e d’indignazione, mentre finiscono per essere delle pessime imitazioni di Cetto La Qualunque[5], che già è la satira delle nullità fatta persona.
Perciò, Berlusconi difficilmente cadrà in Parlamento, poiché alla gente a “libro paga” del Cavaliere non frega un accidente della sua persona, come ai tanti/e Minetti i quali, appena saputo che il loro processo è stato stralciato – ossia che dovranno sottoporsi a giudizio dopo aver testimoniato al primo processo (Berlusconi) – viaggiano con la bocca cucita, pronti a spalancarla solo di fronte ai giudici per ottenere uno sconto di pena. Pentitismo, as usual.
Viene addirittura da sorridere al pensiero di un Lele Mora che si siede sullo scranno dei testimoni, sapendo che ben altra sbarra lo attende poco tempo dopo: Robespierre, fra il pubblico, osserva attentamente ed annota.
Ad osservare la cronologia delle indagini, suscita curiosità la scansione delle date: i magistrati di Milano sanno che il 14 Febbraio 2010 Ruby era ad Arcore: le fonti[6] sostengono che i magistrati lo sanno soltanto nei primi giorni di Agosto del 2010, e di più non possiamo sapere. Ma, ad Agosto, già sanno che il 14 Febbraio 2010 Ruby era ad Arcore.
Curiosità vuole che, due mesi prima – il 13 Dicembre 2009 – Silvio Berlusconi avesse ricevuto la famosa “duomata” in viso da parte di un “folle” chiamato Massimo Tartaglia il quale, pochi l’avranno notato, nella sonnacchiosa Estate italiana – il 29 Giugno 2010 – viene assolto dal Tribunale di Milano perché “non imputabile”.
Il Web si scatena nel cercare prove di un attentato “su misura” per il crollo della popolarità del premier: c’è, però, un’altra ipotesi, ossia la sempiterna tesi del “anarchico Bertoli”.
Per capire quanto siano ingarbugliate queste matasse, ricordiamo che Bertoli giunse a scrivere stimati articoli per alcune riviste anarchiche, nonostante la doccia fredda che giunse dalle dichiarazioni di un altro “servitore dello Stato”:
"Nel 2002 il generale Nicolò Pollari (ex-direttore del Sismi), sentito dai giudici della terza Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato che Bertoli è stato un informatore del Sifar prima, e del Sid in seguito. Il generale ha anche confermato che Bertoli, ha avuto rapporti con i servizi segreti negli anni '50 fino al 1960.[7]"
Perciò, andiamoci piano con il “confezionare” subito delle sentenze di falsi attentati: la “duomata" potrebbe essere stato un avvertimento. Hai visto dove possiamo arrivare? Nonostante i tuoi G-man e gli elicotteri in volo per proteggerti?
Due mesi dopo l’attentato, Berlusconi se la spassa con Ruby Rubacuori minorenne. Il telefono della ragazza è già sotto controllo? Non possiamo affermarlo. I giudici, però, oggi lo sanno e possono provarlo.
Mentre la crisi inizia ad avvilupparsi su se stessa, Berlusconi evoca di trincerarsi nella “ridotta del Senato” e Bossi lancia un giorno una ciambella di salvataggio al PD ed il giorno seguente una al suo Capoccia.
Questo sul fronte politico, ma si fanno vive anche altre “voci”, che non erano previste:
"Sono quelle del presidente Mediaset Fedele Confalonieri. L'amico di una vita si è fatto portavoce del pensiero e delle preoccupazioni dei figli di Berlusconi, Marina e Pier Silvio, invitandolo a muoversi con maggiore cautela. Perché incaponirsi?, è stato il ragionamento: un tracollo politico metterebbe “a rischio la tenuta del gruppo”. Il suggerimento insistente è quello di cedere lo scettro a un uomo di fiducia, sia Gianni Letta o Giulio Tremonti o Angelino Alfano. Purché “Silvio” si tiri fuori da un gioco che si fa “pericoloso”.[8]"
Qual è il pericolo?
Mentre già impazza il “toto” dopo-Berlusconi – l’11 Gennaio 2011 – guarda guarda…chi s’incontra a Bergamo, sotto i neutrali stendardi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ufficialmente per parlare di comunicazione?
Come sotto la tenda della Croce Rossa, s’incontrano Carlo De Benedetti (Repubblica/Espresso, nell’attesa di ricevere 750 milioni di euro per l’affaire Mondadori da Berlusconi) e Fedele Confalonieri (Presidente Mediaset, amico di gioventù del Cavaliere e suo uomo-ombra negli affari dei media). S’incontrano per parlare del futuro della comunicazione, di Internet, di Tv, dei media che verranno. Come no.
Qualcuno ci crede? Dopo l’accorato affanno di Confalonieri (e dei figli) d’appena un mese prima?
Il gruppo Espresso/Repubblica è al top della comunicazione elettronica ma…gli manca qualcosa…magari una Tv…che dite?
La querelle delle televisioni tiene banco, in Italia, da circa un trentennio: probabilmente, l’appoggio di Craxi a Berlusconi fu interessato – nel senso che il segretario socialista mirava a fare di Berlusconi il suo affidabile alleato in un sistema dei media totalmente dominato dai suoi (già allora, il TG3 era spregiativamente indicato come “TeleKabul”) – e qualcosa venne a galla durante “l’esilio” di Hammamet, quando Craxi sbottò (riferendosi alla sua condizione di “esiliato”): “Ma, Forza Italia, che fa?” Probabilmente, l’uomo di Arcore si “dimenticò” presto del suo mecenate, molto in fretta.
Sulle vicende che condussero alla formazione del monopolio di Berlusconi – dalla legge Mammì alla legge Gasparri, passando per i famosi “decreti Berlusconi” di Craxi, tutta roba incostituzionale od ai margini della costituzionalità – sono state scritte tonnellate di pagine ed è inutile tornarci: in Rete c’è abbondanza di materiale.
Perciò, invece di rintronare il lettore con citazioni d’antichi processi, sentenze, prescrizioni…forse è più divertente raccontare la storia di Giuseppino Chiappotutto.
Giuseppino Chiappotutto è il sindaco di un piccolo borgo il quale, stravolgendo tutti i regolamenti comunali e godendo d’appoggi in alto, riesce a costruire nel territorio comunale una mega stazione di servizio con annessi ristorante, bar, sala da gioco, ecc.
A quel punto, ricco e temuto per i suoi appoggi, tiene a bada ogni malumore nel piccolo Comune con una sorta di carità pelosa: hai un problema? Toh, prendi ‘sti cento euro e pensa alla salute. Tuo figlio deve andare a studiare lontano? Toh, qui ci sono le chiavi di un appartamentino per lui…e via discorrendo.
L’opposizione, in questa situazione, va altalenando fra una contrapposizione sterile (“in fondo fa del bene a tanti”, si sentono dire dai cittadini) ed un atteggiamento accondiscendente (“Mo’, qualcosa viene in tasca pure a me”).
Giunge, però, un nuovo Maresciallo dei Carabinieri integerrimo, il quale lo prende con le mani nel sacco, nella marmellata…insomma, le solite faccende…false fatturazioni, frode sull’IVA…ma c’è anche la denuncia, circostanziata, di una ex dipendente minorenne per abusi sessuali.
A quel punto, la situazione si fa seria perché il Maresciallo ha ottime carte in mano ed è in grado di spedirlo, dopo il processo, in galera.
Giuseppino minimizza e pensa di resistere, aumenta le “elargizioni” ai concittadini per tacitarli, per mostrarsi sempre di più generoso e disinteressato…ma, stavolta, le cose si complicano. I suoi appoggi in alto temono che, al processo, saltino fuori anche i loro nomi e vorrebbero scaricarlo: lo consigliano, saggiamente, di vendere tutto ed andare lontano a godersi i “frutti” delle sue fatiche.
Lui, però, tentenna perché sospetta che – una volta perso il potere – metteranno mano ad ogni legge e leggina per svalutare i suoi possedimenti, frantumare il suo patrimonio, fino all’esproprio per, poi, rimettere all’asta i suoi beni. Insomma: non si fida.
Un giorno come un altro, riceve un avvertimento: va a fuoco – il maresciallo è categorico, incendio doloso – una pompa di benzina, con un considerevole danno. Lui, tira dritto come se niente fosse.
La moglie lo lascia e chiede un assegno di mantenimento cospicuo – prima che sia troppo tardi… – ed i figli gli consigliano caldamente di vendere, d’andarsene, d’acchiappare quel che si riesce a prendere e chiudere la faccenda, giungendo ad incontrarsi con alcuni esponenti dell’opposta fazione, con la scusa della festa parrocchiale.
Incurante dell’avvertimento, e del vuoto che si sta creando intorno alla sua persona, Giuseppino finisce per trincerarsi nella stazione di servizio, circondato dai “fedelissimi”: meccanici, gommisti, cuochi, cameriere…e ritiene di riuscire a superare il momento.
Ha già contattato un ottimo avvocato in città, il quale gli ha assicurato che – seppur venisse condannato in prima istanza – per arrivare alla Cassazione…beh…per giungere alla condanna definitiva che lo vedrebbe decadere come sindaco – sul fronte del voto non teme nulla, può comprare una maggioranza in Consiglio Comunale come e quando vuole – beh, quel giorno è assai lontano e non è detto che i giudici della Cassazione non possano esprimersi diversamente…
Dopo il colloquio con l’avvocato, Giuseppino si sente tranquillo anche se su alcuni giornali locali e di categoria, “La Provincia dei Merli” e “L’Eco del benzinaio”, la notizia del processo è saldamente accampata in prima pagina, ad ogni edizione.
Su consiglio dell’avvocato, non risponde ai giornalisti che giungono fino alla stazione di servizio per intervistarlo e minaccia – pena il licenziamento – i dipendenti a cedere alle lusinghe della stampa.
Quei maledetti giornalisti…perché continuano…e sempre le solite notizie! Il Presidente della Provincia che si preoccupa per la tenuta “istituzionale” – eh, quante volte suo figlio è passato qui ed ha fatto il pieno gratis… – fino all’assessore ai Lavori Pubblici…quella zoccola che gli aveva mandato, in cambio dell’asfaltatura del piazzale della stazione di servizio eseguita gratis, nel quadro dei “lavori per la ristrutturazione della provinciale 421-bis”…sapessero essere riconoscenti!
Due sentimenti, paritetici, aleggiano sui giornali: la “riconoscenza” per i suoi meriti d’imprenditore e di politico ed i sospetti per i suoi possibili reati. E, i secondi, aumentano d’intensità mentre i primi sembrano appannarsi, come avvolti dalla nebbia d’Autunno.
Oramai, non dorme più a casa: alcune lettere minatorie l’hanno convinto che, fra le mura della stazione di servizio, protetto dai suoi pastori tedeschi, non ha nulla da temere.
Un giorno come un altro, però, gli giunge la lettera che lo avvisa della prossima scadenza della patente di guida: deve recarsi dal medico per la rituale visita.
Sale sulla sua auto, imbocca il rettifilo e guida distratto, osservando il colore dei campi ed i filari degli alberi, poi giunge all’incrocio con la strada che sale al paese e frena…no, la macchina non frena…decelera, la macchina non decelera…ha un attimo d’annebbiamento, di paura, il freno a mano…no! Pure quello sale come se fosse di burro, la rotonda s’avvicina ed il tachimetro segna ancora 125 Km orari…rumori, sensazioni d’essere in volo, poi il buio.
Il funerale fu grandioso, come lui l’avrebbe senz’altro desiderato, la tomba di famiglia più ricca del minuscolo cimitero: marmi, vetri fumè, acciaio, tutto il paese al seguito per l’ultimo saluto e tanti, tanti anche da fuori.
Passò il tempo, con l’avvicendarsi delle stagioni.
La stazione di servizio fu successivamente frazionata in unità separate: il distributore di carburanti e le officine rimasero alla famiglia, mentre il ristorante fu affidato – dalla nuova amministrazione – ad una cooperativa sociale del Comune mentre la sala da gioco fu acquistata da una “cordata” d’imprenditori che, si disse, faceva capo al Presidente delle Provincia.
Con il ricavato dalle vendite, la famiglia pagò le numerose sanzioni per gli abusi edilizi che il nuovo sindaco, consapevole della nuova situazione, applicò al minimo di legge.
Oggi, il nome di Giuseppino Chiappotutto campeggia ancora, per pochi giorni l’anno, sugli striscioni del locale campo di calcio: al torneo estivo, dotato di ricchi premi, partecipano tutte le squadre del comprensorio.
Che quei tempi erano definitivamente passati, se n’accorse la professoressa Marta Giuglioni Garetti quando, alcuni anni dopo, nominò casualmente il nome del vecchio sindaco in relazione ad un monumento eretto in quegli anni.
La risposta di Kevin Amoruso – capelli rasati, maniche corte nonostante fosse solo Marzo – giunse spontanea, quasi inconsapevolmente sfuggita: «Ma chi era quello, prof? Mannaggia, però, che nome che teneva…»
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
A nostro avviso, la legislatura proseguirà ancora per qualche tempo – non sappiamo se fino alla scadenza naturale – poiché non dimentichiamo che, conti alla mano, Berlusconi ha ancora l’appoggio del Parlamento, soprattutto nella “contesa” Camera dei Deputati.
Facciamo, però, un passo indietro ed osserviamo cosa raccontavo il 15 Settembre 2010, quando la crisi sembrava dovesse trovare soluzione parlamentare, ossia il governo Berlusconi potesse cadere in aula[1]:
"…a Dicembre, la Consulta si dovrà pronunciare sul legittimo impedimento, potrebbero esserci delle sorprese.
Se la Corte dovesse bocciarlo, saremmo alle solite: la battaglia contro mister B. continuerebbe come sempre. Ma senza più protezione. Neppure si può pensare ad approvare leggi del genere partendo da “meno qualcosa” o con un solo deputato in più: Prodi docet.
Uno scenario più avvincente sarebbe l’approvazione di quella norma: perché?
Poiché starebbe a significare che c’è stata trattativa, ossia che B. è disposto a lasciare: come andrebbe il teatrino?
Nuove elezioni, l’alleanza PdL+Lega vince ma, al Senato, non ha la maggioranza: situazione più che probabile con l’attuale legge elettorale. Berlusconi viene incaricato, fallisce nel creare un nuovo governo e l’incarico passa ad altri…Casini? Potrebbe essere.
A quel punto, nascerebbe il grande embrassons nous per mettere fuori il Cavaliere che già saprebbe di dover andarsene, perché avrebbe stilato precisi accordi sottobanco: tolgo il disturbo, sto all’opposizione, non mi ricandiderò e voi togliete di mezzo tutta la ferraglia giudiziaria."
Il fatto che la Corte Costituzionale abbia deciso di non pronunciare la sua sentenza “a cavallo” del voto di fiducia del 14 Dicembre scorso, significa senz’altro che – qualora ci fosse stata sfiducia – la questione sarebbe stata chiusa. Può, però, raccontare dell’altro.
Superato quello scoglio con qualche difficoltà, a suon di peones comprati un tanto al chilo, il problema politico rimaneva e, a Berlusconi, giunsero delle offerte “in chiaro” da parte di Fini e Casini – continuità del governo di centro-destra se te ne vai – ma non è detto, ed è anzi probabile, che altre gli siano giunte per vie traverse.
Il successivo pronunciamento della Corte Costituzionale – niente Legittimo Impedimento – significa che una soluzione non fu trovata, che Berlusconi non decise per il famoso “passo indietro” e che preferì affidarsi alla sola “via” parlamentare. Che è l’oggi.
Può farcela?
Più che chiederci se potrà farcela, ci sembra che la scelta sia obbligata poiché – se il 15 Settembre aveva ancora delle carte da giocare su quel fronte – oggi i sondaggi lo danno quasi sicuramente soccombente, anche nei confronti del solo “Nuovo Ulivo”, dal PD a Vendola[2]. Perciò, avanti coi carri e silenzio nelle salmerie.
L’aspetto più esilarante di questa crisi politica italiota – una sorta di resa dei conti che di veramente “politico” ha ben poco – è che Silvio Berlusconi ha i numeri per continuare a governare a colpi di fiducia e, se non basta, a colpi di libretto degli assegni per i peones, più qualche ricatto e con l’appoggio del Dio Cronos.
Perché?
Poiché, più il tempo passa, più i peones accumulano contributi per le loro dorate pensioni senza doverli sborsare di tasca propria come contributi volontari. La rielezione? Per molti è una chimera: perciò, facciamo durare la cuccagna finché dura.
Ecco la spiegazione ai gruppi di “Responsabili”, “Voi, Noi, Altri Sud” eccetera, ma l’atmosfera è quella della “Caduta degli Dei” di Luchino Visconti – ci perdoni, lo spirito del regista, l’accostamento – rappresentata, ovviamente, in salsa italiota, con temi da “Bagaglino”.
Qui non ci sono in campo i Buddenbrook ed i Krupp, non c’è l’atmosfera decadente sapientemente sottolineata dai gorgheggi di Elisabeth Schwarzkopf sulla musica di Richard Stauss, non si ode l’eco della Cavalcata delle Valchirie nelle trame di Palazzo: qui, c’è solo gente che pesta i piedi[3] ai giornalisti scomodi, altri che mandano “pizzini” di mutui immobiliari da pagare[4], oppure si sperticano in esibizioni che vorrebbero essere in qualche modo “politiche” e d’indignazione, mentre finiscono per essere delle pessime imitazioni di Cetto La Qualunque[5], che già è la satira delle nullità fatta persona.
Perciò, Berlusconi difficilmente cadrà in Parlamento, poiché alla gente a “libro paga” del Cavaliere non frega un accidente della sua persona, come ai tanti/e Minetti i quali, appena saputo che il loro processo è stato stralciato – ossia che dovranno sottoporsi a giudizio dopo aver testimoniato al primo processo (Berlusconi) – viaggiano con la bocca cucita, pronti a spalancarla solo di fronte ai giudici per ottenere uno sconto di pena. Pentitismo, as usual.
Viene addirittura da sorridere al pensiero di un Lele Mora che si siede sullo scranno dei testimoni, sapendo che ben altra sbarra lo attende poco tempo dopo: Robespierre, fra il pubblico, osserva attentamente ed annota.
Ad osservare la cronologia delle indagini, suscita curiosità la scansione delle date: i magistrati di Milano sanno che il 14 Febbraio 2010 Ruby era ad Arcore: le fonti[6] sostengono che i magistrati lo sanno soltanto nei primi giorni di Agosto del 2010, e di più non possiamo sapere. Ma, ad Agosto, già sanno che il 14 Febbraio 2010 Ruby era ad Arcore.
Curiosità vuole che, due mesi prima – il 13 Dicembre 2009 – Silvio Berlusconi avesse ricevuto la famosa “duomata” in viso da parte di un “folle” chiamato Massimo Tartaglia il quale, pochi l’avranno notato, nella sonnacchiosa Estate italiana – il 29 Giugno 2010 – viene assolto dal Tribunale di Milano perché “non imputabile”.
Il Web si scatena nel cercare prove di un attentato “su misura” per il crollo della popolarità del premier: c’è, però, un’altra ipotesi, ossia la sempiterna tesi del “anarchico Bertoli”.
Per capire quanto siano ingarbugliate queste matasse, ricordiamo che Bertoli giunse a scrivere stimati articoli per alcune riviste anarchiche, nonostante la doccia fredda che giunse dalle dichiarazioni di un altro “servitore dello Stato”:
"Nel 2002 il generale Nicolò Pollari (ex-direttore del Sismi), sentito dai giudici della terza Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato che Bertoli è stato un informatore del Sifar prima, e del Sid in seguito. Il generale ha anche confermato che Bertoli, ha avuto rapporti con i servizi segreti negli anni '50 fino al 1960.[7]"
Perciò, andiamoci piano con il “confezionare” subito delle sentenze di falsi attentati: la “duomata" potrebbe essere stato un avvertimento. Hai visto dove possiamo arrivare? Nonostante i tuoi G-man e gli elicotteri in volo per proteggerti?
Due mesi dopo l’attentato, Berlusconi se la spassa con Ruby Rubacuori minorenne. Il telefono della ragazza è già sotto controllo? Non possiamo affermarlo. I giudici, però, oggi lo sanno e possono provarlo.
Mentre la crisi inizia ad avvilupparsi su se stessa, Berlusconi evoca di trincerarsi nella “ridotta del Senato” e Bossi lancia un giorno una ciambella di salvataggio al PD ed il giorno seguente una al suo Capoccia.
Questo sul fronte politico, ma si fanno vive anche altre “voci”, che non erano previste:
"Sono quelle del presidente Mediaset Fedele Confalonieri. L'amico di una vita si è fatto portavoce del pensiero e delle preoccupazioni dei figli di Berlusconi, Marina e Pier Silvio, invitandolo a muoversi con maggiore cautela. Perché incaponirsi?, è stato il ragionamento: un tracollo politico metterebbe “a rischio la tenuta del gruppo”. Il suggerimento insistente è quello di cedere lo scettro a un uomo di fiducia, sia Gianni Letta o Giulio Tremonti o Angelino Alfano. Purché “Silvio” si tiri fuori da un gioco che si fa “pericoloso”.[8]"
Qual è il pericolo?
Mentre già impazza il “toto” dopo-Berlusconi – l’11 Gennaio 2011 – guarda guarda…chi s’incontra a Bergamo, sotto i neutrali stendardi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ufficialmente per parlare di comunicazione?
Come sotto la tenda della Croce Rossa, s’incontrano Carlo De Benedetti (Repubblica/Espresso, nell’attesa di ricevere 750 milioni di euro per l’affaire Mondadori da Berlusconi) e Fedele Confalonieri (Presidente Mediaset, amico di gioventù del Cavaliere e suo uomo-ombra negli affari dei media). S’incontrano per parlare del futuro della comunicazione, di Internet, di Tv, dei media che verranno. Come no.
Qualcuno ci crede? Dopo l’accorato affanno di Confalonieri (e dei figli) d’appena un mese prima?
Il gruppo Espresso/Repubblica è al top della comunicazione elettronica ma…gli manca qualcosa…magari una Tv…che dite?
La querelle delle televisioni tiene banco, in Italia, da circa un trentennio: probabilmente, l’appoggio di Craxi a Berlusconi fu interessato – nel senso che il segretario socialista mirava a fare di Berlusconi il suo affidabile alleato in un sistema dei media totalmente dominato dai suoi (già allora, il TG3 era spregiativamente indicato come “TeleKabul”) – e qualcosa venne a galla durante “l’esilio” di Hammamet, quando Craxi sbottò (riferendosi alla sua condizione di “esiliato”): “Ma, Forza Italia, che fa?” Probabilmente, l’uomo di Arcore si “dimenticò” presto del suo mecenate, molto in fretta.
Sulle vicende che condussero alla formazione del monopolio di Berlusconi – dalla legge Mammì alla legge Gasparri, passando per i famosi “decreti Berlusconi” di Craxi, tutta roba incostituzionale od ai margini della costituzionalità – sono state scritte tonnellate di pagine ed è inutile tornarci: in Rete c’è abbondanza di materiale.
Perciò, invece di rintronare il lettore con citazioni d’antichi processi, sentenze, prescrizioni…forse è più divertente raccontare la storia di Giuseppino Chiappotutto.
Giuseppino Chiappotutto è il sindaco di un piccolo borgo il quale, stravolgendo tutti i regolamenti comunali e godendo d’appoggi in alto, riesce a costruire nel territorio comunale una mega stazione di servizio con annessi ristorante, bar, sala da gioco, ecc.
A quel punto, ricco e temuto per i suoi appoggi, tiene a bada ogni malumore nel piccolo Comune con una sorta di carità pelosa: hai un problema? Toh, prendi ‘sti cento euro e pensa alla salute. Tuo figlio deve andare a studiare lontano? Toh, qui ci sono le chiavi di un appartamentino per lui…e via discorrendo.
L’opposizione, in questa situazione, va altalenando fra una contrapposizione sterile (“in fondo fa del bene a tanti”, si sentono dire dai cittadini) ed un atteggiamento accondiscendente (“Mo’, qualcosa viene in tasca pure a me”).
Giunge, però, un nuovo Maresciallo dei Carabinieri integerrimo, il quale lo prende con le mani nel sacco, nella marmellata…insomma, le solite faccende…false fatturazioni, frode sull’IVA…ma c’è anche la denuncia, circostanziata, di una ex dipendente minorenne per abusi sessuali.
A quel punto, la situazione si fa seria perché il Maresciallo ha ottime carte in mano ed è in grado di spedirlo, dopo il processo, in galera.
Giuseppino minimizza e pensa di resistere, aumenta le “elargizioni” ai concittadini per tacitarli, per mostrarsi sempre di più generoso e disinteressato…ma, stavolta, le cose si complicano. I suoi appoggi in alto temono che, al processo, saltino fuori anche i loro nomi e vorrebbero scaricarlo: lo consigliano, saggiamente, di vendere tutto ed andare lontano a godersi i “frutti” delle sue fatiche.
Lui, però, tentenna perché sospetta che – una volta perso il potere – metteranno mano ad ogni legge e leggina per svalutare i suoi possedimenti, frantumare il suo patrimonio, fino all’esproprio per, poi, rimettere all’asta i suoi beni. Insomma: non si fida.
Un giorno come un altro, riceve un avvertimento: va a fuoco – il maresciallo è categorico, incendio doloso – una pompa di benzina, con un considerevole danno. Lui, tira dritto come se niente fosse.
La moglie lo lascia e chiede un assegno di mantenimento cospicuo – prima che sia troppo tardi… – ed i figli gli consigliano caldamente di vendere, d’andarsene, d’acchiappare quel che si riesce a prendere e chiudere la faccenda, giungendo ad incontrarsi con alcuni esponenti dell’opposta fazione, con la scusa della festa parrocchiale.
Incurante dell’avvertimento, e del vuoto che si sta creando intorno alla sua persona, Giuseppino finisce per trincerarsi nella stazione di servizio, circondato dai “fedelissimi”: meccanici, gommisti, cuochi, cameriere…e ritiene di riuscire a superare il momento.
Ha già contattato un ottimo avvocato in città, il quale gli ha assicurato che – seppur venisse condannato in prima istanza – per arrivare alla Cassazione…beh…per giungere alla condanna definitiva che lo vedrebbe decadere come sindaco – sul fronte del voto non teme nulla, può comprare una maggioranza in Consiglio Comunale come e quando vuole – beh, quel giorno è assai lontano e non è detto che i giudici della Cassazione non possano esprimersi diversamente…
Dopo il colloquio con l’avvocato, Giuseppino si sente tranquillo anche se su alcuni giornali locali e di categoria, “La Provincia dei Merli” e “L’Eco del benzinaio”, la notizia del processo è saldamente accampata in prima pagina, ad ogni edizione.
Su consiglio dell’avvocato, non risponde ai giornalisti che giungono fino alla stazione di servizio per intervistarlo e minaccia – pena il licenziamento – i dipendenti a cedere alle lusinghe della stampa.
Quei maledetti giornalisti…perché continuano…e sempre le solite notizie! Il Presidente della Provincia che si preoccupa per la tenuta “istituzionale” – eh, quante volte suo figlio è passato qui ed ha fatto il pieno gratis… – fino all’assessore ai Lavori Pubblici…quella zoccola che gli aveva mandato, in cambio dell’asfaltatura del piazzale della stazione di servizio eseguita gratis, nel quadro dei “lavori per la ristrutturazione della provinciale 421-bis”…sapessero essere riconoscenti!
Due sentimenti, paritetici, aleggiano sui giornali: la “riconoscenza” per i suoi meriti d’imprenditore e di politico ed i sospetti per i suoi possibili reati. E, i secondi, aumentano d’intensità mentre i primi sembrano appannarsi, come avvolti dalla nebbia d’Autunno.
Oramai, non dorme più a casa: alcune lettere minatorie l’hanno convinto che, fra le mura della stazione di servizio, protetto dai suoi pastori tedeschi, non ha nulla da temere.
Un giorno come un altro, però, gli giunge la lettera che lo avvisa della prossima scadenza della patente di guida: deve recarsi dal medico per la rituale visita.
Sale sulla sua auto, imbocca il rettifilo e guida distratto, osservando il colore dei campi ed i filari degli alberi, poi giunge all’incrocio con la strada che sale al paese e frena…no, la macchina non frena…decelera, la macchina non decelera…ha un attimo d’annebbiamento, di paura, il freno a mano…no! Pure quello sale come se fosse di burro, la rotonda s’avvicina ed il tachimetro segna ancora 125 Km orari…rumori, sensazioni d’essere in volo, poi il buio.
Il funerale fu grandioso, come lui l’avrebbe senz’altro desiderato, la tomba di famiglia più ricca del minuscolo cimitero: marmi, vetri fumè, acciaio, tutto il paese al seguito per l’ultimo saluto e tanti, tanti anche da fuori.
Passò il tempo, con l’avvicendarsi delle stagioni.
La stazione di servizio fu successivamente frazionata in unità separate: il distributore di carburanti e le officine rimasero alla famiglia, mentre il ristorante fu affidato – dalla nuova amministrazione – ad una cooperativa sociale del Comune mentre la sala da gioco fu acquistata da una “cordata” d’imprenditori che, si disse, faceva capo al Presidente delle Provincia.
Con il ricavato dalle vendite, la famiglia pagò le numerose sanzioni per gli abusi edilizi che il nuovo sindaco, consapevole della nuova situazione, applicò al minimo di legge.
Oggi, il nome di Giuseppino Chiappotutto campeggia ancora, per pochi giorni l’anno, sugli striscioni del locale campo di calcio: al torneo estivo, dotato di ricchi premi, partecipano tutte le squadre del comprensorio.
Che quei tempi erano definitivamente passati, se n’accorse la professoressa Marta Giuglioni Garetti quando, alcuni anni dopo, nominò casualmente il nome del vecchio sindaco in relazione ad un monumento eretto in quegli anni.
La risposta di Kevin Amoruso – capelli rasati, maniche corte nonostante fosse solo Marzo – giunse spontanea, quasi inconsapevolmente sfuggita: «Ma chi era quello, prof? Mannaggia, però, che nome che teneva…»
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
[1] Vedi http://carlobertani.blogspot.com/2010/09/lultima-vittima-di-beatrice.html
[2] Vedi: http://www.demos.it/a00558.php
[3] Vedi: http://www.youtube.com/watch?v=oUSnDv7oCp0&feature=related
[4] Vedi: http://www.youtube.com/watch?v=NnDFpKcmQDo
[5] Vedi: http://www.youtube.com/watch?v=3w3ZbOL7r-g
[6] Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2011/02/16/news/io_e_il_cavaliere_quella_sera_gli_dissi_che_ero_minorenne-12517075/?ref=HREA-1
[7] Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Bertoli
[8] Vedi: http://www.repubblica.it/politica/2010/12/03/news/il_pressing_di_bossi_e_confalonieri_silvio_meglio_un_accordo_con_fini-9786335/
21 commenti:
Che dire?
...clap,clap,clap...alla faccia degli argomenti facili facili.
Aggiungerei che, cento passi in ogni direzione da dove viviamo, è possibile trovare un La Qualunque.
Un po' come occorre conoscere sette persone per arrivare a qualunque uomo o donna in vista, del pianeta, anche a Bin Laden ( se esistesse).
I cento passi, Carlo, sai che alludono al film omonimo ed è vero che al boss si chiedono esclusivamente soldi e protezione.
Tutto il resto, matrimoni, funerali, tricche e ballacche, battesimi, omicidi e jamme jà, avvengono sotto le tende del bakofu.(v.shogunato giapponese 1192-1867)
Alla fine c'è chi "acchiappa" più degli altri e poi, per mantenere il suo potere, elargisce come un vero benefattore.
Probabilmente è un sistema in voga da quando esistono i legami di sangue tra clan.
Azz...! ma non hai scritto tutto questo per parlarci della democrazia?
...tra le righe...tra le righe...
grazie Carlo del tuo acume, del tuo olfatto, direi.
Cito, in risposta all'amico DOC sulla questione dell'informazione terra terra, perchè, e lui converrà con me, la maieutica è lo scopo della comunicazione tra chi ha qualche numero in più e chi è mosso almeno dalla curiosità di sapere.(Anche se tutto questo blaterare del più e del meno, avviene a causa dell'annaspare di noi comuni mortali negli abissi dell'ignoranza incolmabile, attaccati, come alghe, al fondo di una zattera d'emergenza che potremmo battezzare "Intuizione".)
"Non c'è consolazione più grande per la mediocrità che sapere che anche il genio non è immortale."
(Goethe)
vi saluto tutti con rinnovata amicizia.
blackskull
Ciao a tutti,
anch’io, Carlo, vorrei sapere qualcosa in più sulla rivista. Sapete, solo 4 giorni fa ho capito come accedere al sito (pontedicose)!!! Ed ho letto i vostri commenti sul forum. Sono d’accordo su tutto: il nome (olandesevolante); a chi ci rivolgiamo; la struttura; l’impostazione, ecc. Sono anche d’accordo con Carlo e DOC che si possa agire senza necessariamente incontrarsi personalmente. L’incontro potrebbe avvenire anche in un secondo momento (d’estate sono in Italia). Oppure, possiamo fissare una data per incontrarci (tutti o quasi tutti) sul forum del sito (oppure su skype in videoconferenza). L’importante secondo me ora è scrivere, avere pronti materiali e cominciare a valutare i nostri “prodotti”. Bisogna iniziare a vedere ogni quanto tempo possiamo apportare i nostri contributi. Dagli ultimi post nel forum e nelle email mi sembra di capire che stiamo traslocando, è così Carlo?
Ciao a tutti
Certo che, pensando ai due Kennedy, ad Olof Palme, a Dag Hammarsjold, al presidente macedone (non ricordo il nome, incidente aereo), poi a Kazinskji...me ne sfugge forse qualcuno...la "fine" politica avviene, se non si capiscono le antifone, in modo repentino.
Che bella democrazia! Vero Black?
Io sto per traslocare ad Albisola, quando mia suocera uscirà dalla struttura di riabilitazione...o forse, Mahmoud, intendevi il "trasloco" sulla nuova rivista?
Bisogna capire in quanti siamo e cosa possiamo fare: iniziare a scrivere, sono d'accordo.
Sentiamo gli altri.
Carlo
E se sindaco di Detroit fosse stato un La Qualunque?
Guardatevi questo reportage fotografico sulla "divine city" del capitalismo filopetrolifero. Dopo Dallas,fu la seconda città americana con il reddito pro-crapite più alto al mondo tra il 1950 e il 1971...poi è storia di un inarrestabile declino che sta investendo anche noi.
http://www.youtube.com/watch?v=Fn1jw7l2ZRw&feature=fvst
E questo è il rimedio che ha pensato il governo Obama o forse Marchionne:
http://www.wallstreetitalia.
com/article.aspx?
IdPage=1083150
...e a Torino cosa accadrà?
ciao
blackskull
...e qui...
http://www.artapartofculture.net
/2010/07/27/il-declino-di-detroit
-e-la-fine-dellindustrializzazione-moderna-di-simone-verde/
Chissà come verrà chiamato tra cent’ anni questo ventennio nei sussidiari di 5^ elementare… e che facce faranno quei bimbi pensando a chi lo ha vissuto. Forse la stessa che feci io, quando la maestra raccontava le condizioni sociali nelle prime città industrali all’ inizio dell’ ottocento, ed io pensavo: ”Ma come facevano a sopportarlo senza ribellarsi?”.
Vedi Mozart, nel primo film della carriera di Michael Moore, "Roger e me", lui si è chiesto quello che ti sei domandato tu.
La differenza che passa tra le strutture fatiscenti e mai completate del Sud Italia - ma non scherza nemmeno la sterminata serqua di capannoni succhia-finanziamenti del Centro-Nord, vuoti, dove oggi campeggiano enormi striscioni "VENDESI" - e le centinaia di poli industriali del primo mondo abbandonati al degrado urbanistico e di conseguenza umano, è nulla.
Tutto ciò che ai nostri occhi viene sottratto e che solo qualche reporter indipendente ci mostra - nei limiti del profitto personale - esiste da qualche parte, nelle nostre città, nei piccoli comuni, basta uscire di casa muniti di fotocamera e registrare.
E così si possono trovare su You Tube, a parte stupidaggini o video che depistano la ragione e purtroppo la New Age la fà da padrona,veri documenti.
Quest'anno il premio alla migliore televisione d'informazione "indipendente" - inserisco sempre tra virgolette, previa analisi delle fonti - è stato assegnato a Vanguard/Current.
Purtroppo è una tv di Murdoch...ecco il perchè delle mie riserve.
Filmare o fotografare senza commenti la nostra realtà di declino o di speranza -perchè qualcosa di buono c'è, ma non viene preso in considerazione dai poteri costituiti e abituati a non essere ostacolati nell'esercizio delle loro funzioni di soppressione del libero pensiero - è un atto di critica eversiva e liberatoria.
Questo è uno dei cardini sul quale dovrebbe ruotare la nostra rivista "L'OLANDESE VOLANTE".
Ricordo ancora l'indirizzo dove dobbiamo assolutamente cominciare questo lavoro d'informazione libera e di critica costruttiva al sitema:
http://www.pontedicose.com/wp-login.php?redirect_to=http://
www.pontedicose.com/&reauth=1
registratevi e partecipate al forum di discussione...con idee e non solo critiche.
Per visionare il film "Roger e me":
http://www.youtube.com/watch?
v=DB-YlgLKMrY
W L'OLANDESE VOLANTE
blackskull
La scomparsa del satrapo/tiranno e la sua modalità di attuazione è un classico tutto italiano,ormai storicizzato: nelle poche standardizzate forme di funzionamento, che seppur banali per la loro ripetitività, funzionano, anzi hanno funzionato.
Ora tutto indica che AlzodiTacco è al capolinea: credo che anche mons. Fisichella ha forse rivisto al ribasso "il contesto", non più giustificabile; come anche il principe del colle ha cominciato a dire qualche no, ricordando al caimano che puo' mandarlo a casa, e allora sì che saranno dolori seri...
Eppur resiste!! possibile che il lumbard sia ridotto così male da nn capire che ormai l'alleato storico e' finito e screditato anche sul fronte interno, e quindi va scaricato? o - ridotto come e'- il clan che ha intorno ha altri progetti a breve esclusivamente di...pancia?
Buon Cammino
Doc
P.S S.o.s: se qualcuno sa e/o conosce quale e' l'ente specifico sanitario (se esiste) che raccolgie le segnalazione dei decessi per patologie particolari e, nel caso, segnalarmi le modalita' di segnalazione....
Ad esempio: esiste un organismo nazionale al quale fanno capo tutte le segnalazioni di patologie tumorali?
Ho già chiesto a diversi medici di base, un medico legale ed ho ricevuto reticenze...
Grazie
potrebbe
Triste ma vero.
In Italia pare proprio che non avremo mai una destra legale, civile, culturalmente accettabile ma solo cascami di squallida ed arrogante ignoranza, malaffare e corruzione. La madre del De Gaulle Italiano non è mai incinta. E’ uno strazio vedere in tv la lugubre feccia che incarna la destra italiana: volgarità, violenza, ignoranza, stupida supponenza. E’ un problema oramai storico e il berlusconismo ne rappresenta solo l’ ultima grottesca e delirante incarnazione. E’ assolutamente desolante osservare il mefistofelico ministro teppista che scalcia impunito o il mega-lenone di stato che incita allo squadrismo. Per ora ci hanno risparmiato solo la violenza fisica ma di teste calde pronte a dispensare olio di ricino e manganellate in giro non ce ne sono poche. E’ una paura irrazionale, magnetica, inspiegabile ma comincio a temere che anche stavolta il “culoflaccido” la farà franca! L’ Egitto è quantomai lontano.
Doc
non penso che sarà così facile liberarsi del Silvio Pelvico
(questa è di Travaglio!)
Il problema è che attualmente ci troviamo in una fase di crisi costituzionale che i Padri Costituenti non avevano previsto.
Anche perché per immaginare una roba simile avrebbero dovuto avere una mente complottista e malata!
Il Parlamento è esautorato del suo potere di discussione e mediazione.
Con la maggioranza ed i decreti blindati dalla fiducia, fanno quello che vogliono.
Inoltre è venuta meno la rappresentatività del Parlamento,
infatti i deputati e senatori non sono eletti, ma nominati.
Dunque sono delegittimati a rappresentarci, perché la nostra è una democrazia rappresentativa, ed invece essi sono solo strumenti nelle mani dei capipolo.
La legge lettorale è un abuso ed una truffa, una minoranza nel paese
si cucca il 55% dei seggi.
Il Presidente può sciogliere le Camere, secondo l'Art. 88 della Costituzione; ma il priapo pedofilo griderebbe al golpe come un'oca starnazzante.
Lui non si dimetterà mai, questo sia chiaro. Solo se i carabinieri lo andranno a prendere con le manette a Palazzo Chigi, per evitare almeno che diventi Presidente della Repubblica.
Tutti i membri dell'opposizione che hanno incarichi governativi potrebbero dimettersi in massa e
creare una sorta di Aventino.
A quel punto crollerebbe anche il
governo e si andrebbe a nuove elezioni.
Ma lo faranno? Ne sarebbero capaci?
Questo è peggio dell'AIDS! Si attacca come una cozza al potere ed è impossibile scrostarlo via.
E vai tranquillo che ce lo teniamo fino al letto di morte. Come Franco. A meno che non muoia prima Bossi e i vari colonnelli verdi non siano finalmente liberi di far ció che in cuor loro vorrebbero, ma per cui non hanno né il coraggio, né il potere. Diversamente non c’ è speranza per gli italiani, cui per svegliarsi non bastò una guerra atroce, ce ne volle una strapersa. La fame è la soluzione finale.
Per doc: ho dato uno sguardo sul sito del Ministero della Salute, ci sono delle banche dati per le statistiche epidemiologiche.
Temo, però, che non esistano o siano protetti eventuali archivi nominativi, perché sarebbe una violazione evidente alla legge sulla privacy.
Per quanto riguarda B. - se avete letto fra le righe nell'articolo - è difficile pensare ad una soluzione che sia all'interno delle istituzioni.
B. verrà condannato senz'altro in primo e secondo grado: come si può immaginare che un simile individuo possa ancora partecipare ai G8?
Credo che qualcuno, alla fine, lo avvertirà dei rischi che corre: è tutt'altro che scemo, lo sa anche lui.
Interessante il sospetto che la soluzione "out" potrebbe soddisfare più attori, dalla politica agli affari: ma, questo, è solo il divertissement di uno scrittore di gialli. -))
Credo che dovremmo puntare molto sulla deindustrializzazione & connessi: tutta la faccenda dei contributi europei, che l'Italia ha sempre suddiviso fra la politica ed il malaffare...ce ne sarebbe da raccontare...
Grazie a tutti
Carlo
Non saprei, quando le cose sono troppo ovvie poi non si avverano, ed in piu' non sono neanche convinto che ci sia una alternativa alla situazione attuale che faccia stare meglio il popolo, perfino gli USA pensano la stessa cosa, Wikileaks docet. Ancora sull'alternativa, io resto dell'idea che fino a che non si vedranno persone nuove sulla scena politica sia che siano grillini od altre iniziative civiche al di fuori dello schema dei partiti, preferisco questa situazione, almeno non si faranno gli interessi di estranei all'Italia. In piu' mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse chi o che cosa abbia spinto Fini a fare quello che ha fatto e cioe' rovinarsi una carriera in quel modo, mi volete dire che l'ha fatto per amor di patria e senza avere il culo parato? La domanda e' a chi giova tutto cio? Al popolo? Ho i miei dubbi. Comunque non vedo l'ora di vedere come andra' a finire. Ciao a tutti!
Vedi, Mattomatteo, anche gli egiziani hanno finito per accettare quelli che tu definisci "interessi stranieri", perché quella degli USA è una carità pelosa. Però, hanno riavviato un processo democratico che, da noi, è fermo da molti anni.
Perché Fini lo ha fatto? Semplice: riteneva d'essere il Delfino, quando s'è accorto che era stato fregato, ha pensato di riprendersi l'elettorato di AN, come i sondaggi confermano.
Il "popolo"? Ma, a loro, frega qualcosa di noi?
Ciao
Carlo
Appare chiaro che Berlusconi sta andando allo scontro con l'obiettivo di ottenere l'immunità dai processi e la riduzione delle libertà costituzionali. E' da ritenere che ci riuscirà comprandosi i parlamentari che incasseranno i denari che gli elargirà Berlusconi e così fino al 2013 dominerà il parlamento. In passato avevo detto in molti post che il pericolo di una dittatura berlusconiana era probabile ora dico che con l'acquisto dei parlamentari è certo e gli italiani se vorranno liberarsi di questo dittatore dovranno imitare i fratelli egiziani e tunisini, ma credo che i satolli italiani non ne saranno in grado a parte fare delle manifestazioni come quella del 13 febbraio scorso.
Non dura minga!! no, non dura.
Potranno fare tutte le alchimie contabili in cui 3morti e' un maestro acclarato ma...
Ma poi i dati sono lì, senza pietà ad espreimere una condanna totale:
Il debito pubblico si aggraverà in mancanza di una politica fiscale seria (dovrebbero ripristinare il falso in bilancio), la bilancia dei pagamenti, -27 miliardi, significa che stiamo dall'altra parte del barile in fatto a competitività,tra i g7 siamo ultimi, la scuola è una polveriera con la fiamma vicina, nel 2011 pare ci siano da situare oltre 300 miliardi di bot, il che aggravera' in interessi la situazione di bilancio e...continuano come i cirase a nascere, a essere scoperti piccoli e grandi scandali quotidiani...
E la lega perde colpi!! e li perde proprio al nord ove un sempre crescente settore di ceto medio comincia a capire le balle padane quotidiane, per non parlare del settore "allevatori" storicamente di sua pertinenza che e' costretto a capire che non solo a roma stanno i ladroni...
No, non dura mica...volente o nolente dovrà lasciare.
Buona domenica
Buon Cammino
Doc
Oh, Orazio: era un po' che non ti facevi vivo!
Comunque, ogni volta che B. cerca di rialzare la testa...tu a dire che governerà fino al 2050. Ma, veramente, credi che in Europa lasceranno circolare un premier condannato per sfruttamento sessuale di una minorenne?
Credo che questa saà la ragione, anche se i conti pubblici vanno come dice Donato. Sta facendo fuoco e fiamme perché deve nascondere che il 6 Aprile dovrà andare di fronte a dei giudici, e rispondere a dovere, altrimenti lo dichiareranno reticente ed aggraveà ancor più la sua situazione.
Non fatevi spaventare dalle sue chiacchiere: compra parlamentari/escort a destra ed a manca, ma più di tanto non può più fare.
Sarebbe meglio iniziare a pensare al dopo.
Ciao a tutti
Carlo
A me sembra che i tempi richiederebbero coraggio, un guizzo di fantasia in più, e determinazione.
C'è un'emergenza democratica in atto, ed anche costituzionale.
Il Clown ha intenzione di ridisegnare gli organi dello stato a sua immagine: magistratura, libertà di stampa, Corte costituzionale, ed anche la Costituzione come ciliegina sulla torta.
Così chi verrà dopo di lui, forse peggiore di lui, che sia figlia o famiglio, ciambellano o ballerina, si trovi spianata la via al regime totalitario.
Ci sarebbe bisogno di un Comitato di Liberazione Nazionale, ed invece i partiti agiscono come se fossimo ancora nella prima repubblica, con mossette e tattiche democriste: con questo mi posso alleare, con quello mai...
Non hanno il polso della situazione, né una visione realistica ed a lungo termine, ma preferiscono proteggere i loro cospicui interessi di bottega.
Con questi partiti non andremo mai da nessuna parte.
Ci vorrebbe la mubarakizzazione del paese, con un fiume di gente che scende nelle strade, silenzioso, senza slogan o cartelli, dichiarando uno sciopero generale ad oltranza, finché il nano pedofilo non se ne vada.
Una grande folla muta, inamovibile, fa molta più paura di chi canta e balla ed espone bandiere e cartelli. La prima è imprevedibile, i secondi sono folklore.
Hai proprio ragione, Eli: credo che, su questo blog, stiamo diventando telepatici.
Ieri ho iniziato un articolo, e mi domandavo come chiudere il ragionamento. Svegliandomi, ho capito e mi son detto: scrivi subito, senza andare sul Web.
Poi, sono andato a leggere i commenti sul blog ed ho trovato il tuo, che è parte di quel che stavo meditando al risveglio.
Così è, se vi pare. -))
Ciao
Carlo
Caro Carlo ho molti dubbi che Berlusconi sarà condannato. Le inventerà e tenterà tutte per non esserlo. Farà cose terribili e tutto il paese sarà scosso dalle sue azioni contro la magistratura e la democrazia italiana. Vincerà? C'è da temere di si.
Carlo
:-D
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