22 novembre 2018

L’ultima cartuccia


Con la decisione odierna, l’Unione Europea ha preso la sua decisione nei confronti dell’Italia: sparare, fino all’ultima cartuccia, contro chi si oppone ad una distribuzione dei redditi verso il basso per incrementare l’economia aumentando i consumi. Sinceramente, di questi arzigogoli non m’interessa più di tanto, visto che entrambe le soluzioni (Keynes o Friedman) non prendono in considerazione il superamento del capitalismo come scelta etica, poiché il capitalismo non può che condurre all’accentramento del potere economico.

La scelta europea è, in realtà, una gravissima intromissione negli affari politici italiani, giacché la posposizione di una sorta di “scaletta” degli interventi sembra proprio pensata e studiata a tavolino per porre gli italiani sotto ricatto, ancor più che con la “strategia dello spread”.
Sono state decisioni pesanti, che condizioneranno la vita futura dell’Europa e dell’Italia, per generazioni: ricordiamo, per un misero 0,qualcosa in più od in meno sul rapporto deficit/PIL.

L’Unione dei Politici (banchieri) Europea, dopo aver deciso il pollice verso nei confronti dell’Italia, passerà la palla all’ECOFIN, ossia al consesso dell’Unione dei Banchieri (politici) dell’Unione Europea, che avrà a disposizione fino al 22 Gennaio prossimo per dare una risposta definitiva. Ossia, sanzioni economiche pesantissime:

1) Blocco dei finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti;
2) Prelievo forzoso di un deposito infruttifero pari allo 0,2% del Pil (circa 3,5 miliardi di euro);
3) Trasformazione del prelievo infruttifero in sanzione, che aumenterebbe a circa 9-10 miliardi;
4) Possibile taglio del rating;
5) Possibile congelamento dei fondi strutturali.

Fa quasi sorridere: dopo tutto questo, c’è soltanto un attacco al Brennero.

Ciò che stupisce (ma non troppo) è la scansione temporale di questi “interventi”.
Il primo, ossia il verdetto dell’ECOFIN, avverrà prima del 22 Gennaio p.v. Ma guarda te che caso! Subito dopo l’approvazione della Finanziaria. Della serie: italiani, popolo di peccatori, siete ancora in tempo a ravvedervi! Ravvedetevi! E gli strali non saranno nemmeno forgiati!
Le sanzioni finanziarie sono più “spalmate” nel tempo: tarderanno più di sei mesi…ma che caso…proprio dopo le elezioni europee!

Insomma, italiani, popolo di malpensanti, se non butterete a mare questa accozzaglia di populisti ferocemente antieuropei, aspetteremo…avrete tutto il tempo di licenziarli, di “imparare a votare” (Günther Oettinger, Commissario europeo al bilancio, 30 Maggio 2018).
Se, entro il prossimo Autunno non vi sarete ravveduti…beh…allora…scateneremo tutta l’artiglieria a disposizione…vi faremo avere lo stesso rating del Burkina Faso, vi multeremo, mi distruggeremo fin quando, alla fame come la Grecia, salirete a leccare gli scalini della BCE, cospargendovi il capo di cenere.
Fin qui, era risaputo. La reazione?

Ce ne può essere una sola: l’altra, ossia l’accettazione del verdetto (sotto varie forme e con le più belle parole del vocabolario politichese), conduce solo allo status di Paese occupato, con la Trojka od un Gauleiter…scegliete voi la forma.

Secondo la nostra Costituzione, all’art. 1, “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Quindi, qualsiasi forma di imposizione sarebbe da considerare un’ingiunzione che cozza violentemente contro la Costituzione repubblicana e, chi si schierasse con queste volontà liberticide, sarebbe da considerare un traditore della Costituzione.
Non siamo così ingenui da non sapere chi si schiera con il diktat europeo: su Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Emma Bonino e Piero Grasso, non abbiamo dubbi. Devono ancora pervenire le risposte di Matteo Salvini e di Luigi di Maio.

Forse, i due si domandano come la pensino gli italiani e sicuramente sanno che l’ingresso in Europa ci fu chiesto con il referendum di indirizzo del 18 Giugno 1989:

“Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti degli Stati membri della Comunità?”

 Mi onoro d’esser stato fra quel 11,97% che votò NO.

Si potrebbe rifarlo, visto che non è stato onorato: la Costituzione non è stata né fatta e né approvata, e nemmeno quel “Governo responsabile di fronte al Parlamento” s’è mai visto. La procedura? Semplicissima: basta una comunissima legge parlamentare che si può fare in un mese, giacché il referendum di indirizzo non è previsto dall’ordinamento costituzionale. Fecero una innovazione nel 1989? Ragione di più per ripeterlo!

Il momento non sarebbe migliore: in una eventuale campagna elettorale per le elezioni europee (perché non abbinare anche il referendum?) l’UE non ci uscirebbe tanto bene, visto che promette nuova “austerità”, ci ha insultati più volte…e poi…la maggioranza degli italiani ha votato due partiti sinceramente eurofobi o no?

Se al referendum vincesse il Si per “Italexit”, si potrebbero fare un paio di cosucce così, tanto per non rompere del tutto il legame con l’UE:

1) Dal momento che l’Italia cesserà la sua adesione all’UE, cesserà anche il trattato di Shengen sulla libera circolazione delle persone e delle merci;
2) Tutte le merci che vogliono transitare sul territorio italiano, ma non dirette in Italia, potranno essere, a discrezione delle autorità italiane, sottoposte ad ispezione od a fermo amministrativo qualora l’ispezione abbia generato dubbi;
3) Allo stesso modo, in tutti i porti le merci in transito verso altri Paesi sarebbero sottoposte ad ispezioni, come nell’articolo precedente;
4) La massa monetaria in euro (il “circolante”) presente in Italia (circa 150 miliardi), visto che fu pagata con altrettanto valore in Lire, sarà cambiata con la Nuova Lira dalla Nuova Banca d’Italia che la incamererà e ne deciderà la destinazione.

Sogno ad occhi aperti? Può darsi, ma riflettiamoci un istante: la libera circolazione delle merci è uno dei capisaldi di questa strana unione, che la fa assomigliare ad un vero stato federale (accumulandone i vantaggi) senza averne minimamente la forma politica. Privata della libera circolazione delle merci – l’Italia è centrale in questo scacchiere – l’Unione Europea crollerebbe in breve tempo. Sta correndo, già così, sul filo del rasoio nel confronto con USA e Cina: non lo dico io, lo ha dichiarato lo stesso Prodi.

Cosa manca?
Il coraggio, certo: d’altro canto, i due partiti oggi al governo non hanno lesinato strali (in campagna elettorale) nei confronti dell’Europa. Per poi rimangiarsi tutto – ma proprio tutto! – appena saliti al governo. Si può comprendere: noi non siamo la Gran Bretagna, erede di un impero che copriva il 23% delle terre emerse, e si nota in questi giorni l’estrema difficoltà di liberarsi di questo carrozzone europeo.
Il nodo della contesa, ovviamente, non sono quei pochi decimali in più nel deficit, quando sanno benissimo che si tratterebbe di un deficit spending. Se vogliamo, una scommessa.
E’ proprio questo che li spaventa: una scommessa contro di loro. Se mai l’Italia la vincesse (impossibile, in queste condizioni) per la loro oligarchia finanziaria camuffata da democrazia “compassionevole” sarebbe la fine.

L’UE correrebbe il rischio oppure, le oligarchie al potere, considererebbero la posta troppo alta per giocarsela in una sola mano? Non dimentichiamo che, fra sei mesi circa, non sapremo più chi è Juncker, Moscovici…e tutto il resto: i rapporti politici interni saranno improntati all’incertezza che oggi vige in Francia e in Germania, ossia governi “pro-tempore” nell’attesa del miracolo. E, le decisioni così improvvise e belluine, potranno essere riprese in mano, riviste, edulcorate, soppresse…perché anche l’UE è giunta ad un punto di non ritorno: oramai tutti sanno che andranno a votare per un Parlamento inesistente, che non poggia su una costituzione, privato proprio dei poteri promessi nei preamboli, per affidarlo alla marea di lobbisti e di corruzione che regna a Bruxelles.

Cosa impedisce ai due alleati di governo di raccogliere il guanto della sfida?
Non i rispettivi elettorati, che mostrano ancora oggi un quoziente di fedeltà impressionante, nei confronti di un governo che non ha ancora realizzato quasi niente. Lo avesse Macron, o la Merkel, un simile elettorato così fedele! Si leccherebbero anche…
Ciò che pesa, è l’incomprensione reciproca, dovuta a differenze culturali profonde fra i due elettorati, non la solita questione destra/sinistra…questa non c’entra niente!
Semplificando, le “domande” di giustizia sociale dei due elettorati sono molto simili, ma diversamente poste, al punto da generare incomprensioni.

Salvini ha raccolto, intorno alla sua persona – non alla Lega, quello è un contenitore vuoto! – la parte meno ricca dell’elettorato berlusconiano: i grandi ricchi sono rimasti fedeli al dux di Arcore, che promette sogni a tutti, ma realizza soltanto certezze per la gente come lui.
Ma, Salvini, ha con sé la parte lavoratrice, produttiva…il popolo delle partite IVA e i piccoli imprenditori, che sono incazzati perché si chiedono: come mai, lavoro come un negro tutti i giorni, mi faccio un c…così per guadagnare 3-4000 euro il mese e devo darne la metà allo Stato, il quale è assente, non paga le commesse, non sa organizzare niente…e pretende!

Dall’altra, c’è un elettorato che si chiede: come cz…è che devo alzarmi tutti i giorni, prendere un treno di m…per mettere insieme 700 euro il mese? E non solo: ci sono anche persone che guadagnano di più, ma si rendono conto che il sistema non funziona più, che è dalla fine del pentapartito e della Banca d’Italia che non si vede più un dollaro bucato per divertirsi: sempre all’osso, sempre ad arrivare a fine mese con il cuore in gola…
E c’è anche chi un lavoro non lo trova perché non c’è, non esiste più: se lo sono “mangiato” le macchine! I loro padri ed i loro nonni salirono coraggiosamente al Nord, mezzo secolo fa, ma il lavoro c’era! L’elettorato dei 5S è più variegato, ma chiede soprattutto una politica intelligente, scelte nuove, più coraggiose e meno legate ai soliti carrozzoni di corrotti!

Il problema, oggi, è che l’UE ha lanciato una sfida mortale: o noi, o voi, non c’è altra soluzione.
Salvini sa che, se abbandona questo governo, si ritroverà a fare il cagnolino al guinzaglio di Berlusconi sempre che, nei rivolgimenti comatosi delle vecchie forze politiche, non si ritrovi al fianco anche Renzi! E perderà la partita, la Lega tornerà ad una sola cifra percentuale.
Di Maio non ha realizzato nulla del programma di governo ma, per lui, non cambia molto: si ritroverà con qualche voto in meno, ma con una forza quasi intatta con la quale potrà fare…niente! Il 51% è troppo lontano.

Se l’Europa ha giocato tutto, anche il governo dovrà giocare tutto in questa partita: altrimenti, sarà il disastro, sarà la Grecia, saranno le code per il pane, saranno gli ospedali senza medici, sarà la schiavitù eterna alla Germania ed alla sua titubante alleata, una Francia “in cerca d’autore”.
Provateci, almeno: solo i quaqquaraqquà avranno il cattivo gusto di chiedervi il conto del coraggio.

16 novembre 2018

Quando sento parlare di ambiente, mi cascano le…



Appena qualcuno mette il naso su questioni ambientali, ecco che viene subito tacciato d’essere un “pro-ICCP”, e quindi un catastrofista prezzolato oppure, al contrario, d’essere un negazionista della santa verità scientifica o, ancora, uno che lega tutto all’attività di HAARP o delle scie chimiche. E – notatelo bene – il dibattito non si sposta di un centimetro: nessuno che porti dati comprovati, sillogismi perfetti…no, soltanto la nostra abitudine di sollevarci sopra la massa per chiarire un solo, imperscrutabile aut-aut: io ho ragione, e voi torto. Andiamo bene.

Pongo un primo sillogismo che, spero, non sarà nemmeno discusso: quando si parla di climatologia, si tratta di Biosfera, ossia la climatologia racchiude e cerca di ordinare dati che partecipano al ciclo globale della Biosfera. Un affaruccio da nulla…robetta: hanno previsto l’innalzamento dei mari e non s’è verificato! Al rogo! Al rogo!

Ma non solo: la climatologia racchiude anche tutti gli interessi delle grandi holding internazionali, le quali cercano d’ottenere posizioni vantaggiose nel nuovo scenario che si andrà a delineare. Purtroppo, è il capitalismo, baby: nell’assenza più muta dello Stato come arbitro super partes, le mille velleità di guadagno si scatenano. Ovviamente, se i dati le sconfortano per un certo mercato, ecco che le corporations finanziano scienziati per demolire le certezze di quegli scienziati, a vantaggio dei propri. Pecunia non olet, disse Vespasiano: parafrasando, potremmo oggi affermare Pecunia non fugit calor, anche se lo desidererebbero.

E, noi, c’azzuffiamo perché il mare non è salito…
Proviamo ad usare un metodo un po’ diverso?

Ciò che è avvenuto nella notte fra il 29 ed il 30 Ottobre scorso in Liguria non ha precedenti, come è assolutamente sconvolgente osservare le cataste di legname abbattute dal vento in Veneto e poi: dodici morti in Sicilia, solo per un po’ d’acqua? No: per un po’ di caldo. E dov’è rimasto annidato tutto quel caldo?

Nello scorso Luglio, mentre mi trovavo sulla mia barca, incidentalmente notai che l’ecoscandaglio forniva anche la temperatura dell’acqua: 26 gradi. Rilevati sulla chiglia, cioè in ombra rispetto alla radiazione solare.
Sul momento ci passai sopra senza pensarci troppo ma, qualche tempo dopo, mi tornò alla mente il racconto di un amico subacqueo.
Il sub s’era immerso, durante una delle recenti “annate di caldo record”, in un punto del Mar Ligure al largo ed era rimasto sbalordito: credimi, Carlo – mi disse – mai capitato di passare il termoclino a 19 metri! Nemmeno a me, quando m’immergevo, era mai capitato. A una decina di metri al massimo, lo sentivi “passare” sulla pelle, soprattutto se non indossavi la muta.

Ora, qualcuno di voi non saprà cos’è questo maledetto termoclino: è la linea – reale ma invisibile – che separa le acque che si riscaldano/raffreddano stagionalmente rispetto alle acque che “riposano” alla massima densità di 4 gradi centigradi. Le acque di fondo, per capirci.
Questo avviene perché le acque superficiali catturano la radiazione luminosa: sono acque biologicamente attive che nutrono il fitoplancton, il primo “divoratore” mondiale della CO2. Altro che foresta amazzonica.
Sotto i 40 metri, praticamente, non passa nessuna radiazione luminosa: inizia la zona del buio, che oltre i 60 metri è assoluto. Il regno dello zooplancton.

Insomma, le acque superficiali si riscaldano fino ad una certa profondità, che un tempo non superava i 9-10 metri mentre, oggi, giunge ad una ventina. Cosa cambia?

Beh, visto dalla spiaggia non molto…però mi sono preso la briga di calcolare, in calore e poi in energia elettrica, la quantità di energia che riposa nelle acque la quale, prima dell’omotermia invernale (ed al conseguente rimescolamento delle acque), sarà ceduto all’atmosfera.

Le cifre sono spaventose: se consideriamo l’intera superficie dei mari italiani (approssimativamente, per difetto, 250.000 Km2), otteniamo semplicemente che l’energia contenuta è pari a 120.000 TWh, ossia circa 50 volte il consumo elettrico annuo nazionale!
Fate pure i calcoli, se non ci credete, delle Kcal contenute in un litro d’acqua di mare alla temperatura di 26 gradi, che in Inverno raggiungerà i 4 gradi (raramente una temperatura minore), ossia una differenza di 22 gradi per una profondità di una ventina di metri. Siccome circa 40 anni fa il termoclino raggiungeva al massimo i 10 metri, la quantità di energia termica che si è aggiunta è pari a circa 60.000TWh, 25 volte il consumo elettrico nazionale. Cosa combina?
Quell’energia rientra in ciclo nell’atmosfera in pochi mesi, creando potenti correnti convettive, che agitano i vari strati dell’atmosfera: fare delle previsioni a lungo termine è una sciocchezza, se mai, previsioni a non più di 5 giorni. Clima e meteorologia sono campi contigui ma non confondibili: anche la rilevazione alle sole acque che circondano l’Italia è solo un esempio, giacché le acque del Mediterraneo bagnano più Paesi e continenti.

Sono numeri che fanno accapponare la pelle: con la stessa energia, si potrebbero riscaldare centinaia di milioni d’abitazioni per l’intera stagione invernale, solo per fornire un termine di paragone (e se riuscissimo a conservarla!).

Verrebbe la voglia di sfruttare questa, immensa fonte d’energia? Certo, ma non è facile. Bisognerebbe costruire centrali che abbiano turboalternatori funzionanti con il ciclo Rankine OCR, ossia una turbina che, al posto del comune vapore acqueo, utilizza un composto organico che bolle a basse temperature: Già…ma dove li producono? In Italia! Non siamo così indietro come si narra.
Con acqua in partenza già a 26 gradi, con un solo passaggio nei collettori solari si porta a 60 gradi, una temperatura coerente con il ciclo. E poi? Si fa energia elettrica, senza un grammo di combustibile! Sarà per questo che non lo fanno? Già…

Questo aspetto racchiude un concetto – poca massa, molta energia –  che è divenuto vulgata imperante dagli anni ’60, ossia quando fu nazionalizzata la rete elettrica e nacque l’ENEL. Ci torneremo.

Qualcuno si domanderà: l’energia c’è…ma tutta l’acqua che è venuta giù dal cielo?
Ho calcolato che, approssimativamente, nei giorni del vero e proprio ciclone di vento e acqua siano scesi in Liguria circa 700 mm di acqua. Immaginate: tutto ciò che vi sta intorno sommerso da 70 cm d’acqua! Parte è stata assorbita dal terreno, parte è finita nei bacini sotterranei delle sorgenti e parte è finita in mare, fortunatamente senza fare grossi danni. Anche perché le precipitazioni non sono state continue.
Cosa, purtroppo, non accaduta in Sicilia: forse il terreno, reso più duro ed impermeabile dalla torrida stagione estiva, ha assorbito poco? Può darsi: fatto è che i fiumi si sono presi la loro parte di morti.
Il fenomeno accaduto in Friuli sembrerebbe più consono alla Bora, il vento di Nord-Est che colpisce Trieste ma che, in passato, non ha disdegnato d’accarezzare Gorizia, giungendo finanche a Venezia. Certo, anche qui una corposa dose d’energia ha decuplicato la forza dei venti, e il disastro è lì da vedere. Ma torniamo a Genova.

I meteorologi ed i naviganti ben conoscono il fenomeno del cosiddetto Genoa Storm, che si origina molto lontano, sulle coste della Groenlandia. I gelidi venti artici scendono diagonalmente l’Atlantico, lambiscono le Azzorre e continuano fino alla cosiddetta porta di Carcassonne, ossia la pianura che si estende fra i Pirenei ed il Massiccio Centrale francese. Sbucano nel Golfo del Leone – con violente tempeste – e puntano ad Est. Lo “scontro” con il massiccio dei Pirenei e con l’anticiclone africano presente a latitudini più basse, inizia a conferire loro un moto leggermente arcuato: il nostro Maestrale. Ovviamente, lungo il percorso, si riscaldano e si caricano d’umidità.
Passano quindi le Bocche di Bonifacio (altro punto tempestoso) ed incontrano la penisola italiana nella parte settentrionale della Toscana: tipicamente, la Garfagnana. Di fronte, però, si trovano le Alpi Apuane che accentuano ancor più il loro moto arcuato, questa volta verso Nord – Nord Ovest ed il vento entra nell’arco ligure a La Spezia, prosegue verso Genova ma rimane intrappolato dai monti sulla destra e dalle correnti contrarie sul mare. E si crea una circolazione depressionaria, proprio il Genoa Storm, che dura giorni e giorni per ogni fronte polare in arrivo.

Il peggioramento della situazione è dovuto al diminuito apporto della Corrente del Golfo, la quale incontra sempre di più a Sud le acque artiche di scioglimento (dolci, più leggere, rimangono negli strati superficiali ed “obbligano” le calde acque saline ad approfondirsi) e, dunque, il cosiddetto Anticiclone delle Azzorre (che provocava moti convettivi in quelle correnti fredde) è ridotto al lumicino: questo spiega il peggioramento della meteorologia nello scacchiere del Mediterraneo.

Perché ho chiarito che un simile disastro non può essere stato causato da HAARP o altre diavolerie del genere?
A parte che HAARP è stato dismesso nel 2014 – altre, simili strutture sono sorte in Norvegia (UE), in Russia ed in altri Paesi, generando così (qualsivoglia fossero gli obiettivi), un “equilibrio” sul modello di quello nucleare – ma le energie in gioco sono di tutt’altro ordine: pochi MW di emissione al posto delle decine di migliaia di TW dell’accumulo solare. In realtà, alla ionosfera, giungevano potenze di pochi Watt per metro quadrato, insufficienti per qualsiasi uso di tipo militare. Terremoti compresi.
Molto probabilmente, si trattò di una ricerca per comunicazioni: negli anni ’70, ad esempio, un contadino del Tennessee incocciò e tranciò con il suo aratro un grosso cavo di Rame. Arrivarono subito militari, FBI e tutto il resto: saltò fuori che il Pentagono aveva interrato (in segreto) cavi di Rame per un’estensione di molti Km2 che formavano una sorta di colossale “antenna” per le comunicazioni con i sottomarini immersi. Anche lì, c’entrava la ionosfera, per la riflessione delle comunicazioni.
Diversa è la vicenda delle scie chimiche: d’altro canto, fu oggetto di un accordo internazionale (segreto) fra Berlusconi e Bush al G7 di Genova, nel 2001. Forse, Renzi – prima di dare dello psicopatico a destra ed a manca – avrebbe dovuto semplicemente documentarsi con i verbali ministeriali.

I frammenti di scie chimiche precipitati a terra ed analizzati hanno mostrato la presenza di due metalli: Bario ed Alluminio. Il Solfato di Bario è uno dei composti più stabili e non-reattivi che esistano, mentre l’Alluminio è noto per la riflessione della luce solare e di altre emissioni dello spettro elettromagnetico.
Il gel emesso dagli aerei, appositamente modificati, fa pensare ad un tentativo per ridurre la radiazione solare incidente: gli americani sono molto propensi a realizzare strumenti mediante il metodo empirico, e fa pensare ad un rozzo metodo per contenere la radiazione incidente. Convincono qualche alto papavero, ricevono copiosi finanziamenti e partono. Poi, il sistema non funziona, ma i soldi li abbiamo intascati: un po’ di soldi alle fondazioni private e qualche bionda tutta curve rimetteranno a posto le cose.

Dalle analisi chimiche, si potrebbe concludere che il Bario forma la struttura, mentre all’Alluminio è riservato il compito di riflettere: insomma, empiricamente hanno cercato di creare una barriera fluttuante per riflettere la radiazione solare. Cosa non s’inventa per continuare a bruciare i fossili!
Un inconveniente di queste lunghe scie semi-solide ad alta quota sembra sia stato il passaggio di materiale biologico (virus, batteri) che salivano in cielo in aree con forti moti ascensionali (il Sahara, ad esempio), i quali finivano “aggrappati” a queste strutture e valicavano gli Oceani. Sono stati trovati batteri e virus sicuramente d’origine africana in Sudamerica. Globalizziamoci tutti!

Come si può notare, il riscaldamento dell’ambiente è ben conosciuto: non importa se alcune previsioni si sono dimostrate vane, perché quando si ha a che fare con un sistema complesso come l’intera biochimica della Biosfera, l’errore è possibile.
Ma, che il Pianeta abbia vissuto periodi ciclici di caldo/freddo (dopo le grandi glaciazioni) è ben conosciuto: l’età di Augusto fu un massimo storico, poi ci fu una discesa fino a quasi il 500 d. C. e nell’anno 1000 di nuovo più caldo: la vite era largamente coltivata in Inghilterra, e i Vichinghi giunsero in Groenlandia. Nuovamente la temperatura calò, e si giunse alla cosiddetta “piccola glaciazione” del 1600, che durò fin quasi agli albori del Novecento.

Da qui in avanti gli scienziati sono perplessi.
Le variazione del clima erano sempre contenute in un aumento/diminuzione medio di 1 grado, 1,5 gradi al massimo e gli spostamenti nella concentrazione dei gas serra erano modesti. E i tempi erano di secoli.
Oggi, invece, la concentrazione dei gas serra ha una crescita iperbolica e la temperatura tende sempre ad aumentare in pochi anni, oppure gli “stock” d’energia termica danno luogo a colossali movimenti convettivi dell’atmosfera, che a loro volta generano cicloni sempre più distruttivi.

Vorrei ricordare che la Repubblica di Genova è vissuta per quasi mille anni con il suo porto – che non era minimamente protetto come quello attuale: le navi, poi… – eppure ha sempre navigato e commerciato nel Mediterraneo ed oltre. Ciò che è avvenuto il 30 Ottobre scorso non ha menzione negli annali di secoli: onde di 7-8 metri in mare che, nella vicinanza delle coste, si sono alzate fino a 10 metri: sarete rimasti colpiti dallo sventramento del porto di Rapallo (lì, ha ceduto la diga foranea: può entrarci anche la ricostruzione del 2000, forse mal fatta) ma è tutto il resto che colpisce: centinaia di barche affondate nei porti, porti protetti da dighe a mare che mai avevano permesso simili disastri. D’altro canto, scatenate 60.000 TWh (25 volte la produzione annua italiana!) in poco tempo nell’atmosfera: un disastro. Se avete un frullino con velocità regolabile, provate a lasciarlo scoperto con dell’acqua e poi aumentate gradualmente la velocità fino al massimo. Osservate cosa succede.

Qualcuno sostiene che l’anidride carbonica generata dagli allevamenti animali è superiore di quella emessa dai motori a combustione interna. Prendiamolo per buono.
Senza voler dare un giudizio “etico” sui veri e propri lager per animali che chiamiamo “allevamenti intensivi” (è un’altra faccenda), rammentiamo che non esiste una comparazione valida, giacché non abbiamo fonti di dati attendibili sulla CO2 generata dagli animali sicuramente allevati nei secoli scorsi.
L’uomo ha sempre allevato animali per il consumo di carne e latte, sin dagli albori della civiltà: è vero che, da un lato, oggi il consumo di carne è aumentato ma, dall’altro, vorrei ricordare che il trasporto delle merci su terra e nei canali, fino almeno al 1900, è stato a trazione animale. Quanti milioni di asini, muli, cavalli, cammelli ed elefanti erano utilizzati allo scopo?
Come vedete, un calcolo è pressoché impossibile.

Sicuramente hanno contribuito ad elevare il tasso di CO2 le due guerre mondiali: basti pensare all’enorme consumo di carbone che fu necessario per costruire le ben 50 milioni di tonnellate circa di naviglio affondato nelle due guerre, mercantile e militare. E le decine di migliaia di tank ed aerei? I bombardamenti? E il consumo spropositato di risorse durante le guerre?

Oggi ci poniamo il dilemma se il mutamento del clima sia dovuto all’uomo oppure se si tratta di una evoluzione naturale. E’ impossibile dimostrare sia una tesi e sia l’altra, all’interno dei canoni attuali del sapere scientifico anche perché – non dimentichiamolo mai – scienziati di una parte e dell’altra sono al soldo della grande finanza.
Non ci resta che il nostro “sentire” le cose e qualche dato semplice ed incontrovertibile, come la quantità di CO2 presente nell’atmosfera la quale, sappiamo, trattiene la radiazione infrarossa e non le permette di disperdersi verso l’infinito.
Sembra, però, che il riscaldamento interessi più l’emisfero boreale e meno quello australe, le acque artiche e meno quelle antartiche: perché? Nessuno lo sa.

Nei prossimi decenni sparirà il motore termico e sarà sostituito completamente dalla trazione elettrica. Sarà un bene? Per lo smog nelle città senz’altro ma, se non cambieremo l’approvvigionamento d’energia, tutto rimarrà uguale: bruciare fossili in un’automobile od in una centrale elettrica non cambia molto.
Eppure, questa “paura” del riscaldamento del pianeta qualche buon risultato l’ha dato: pensiamo all’illuminazione a led, che ha rivoluzionato il mondo della luce elettrica. Con risparmi energetici di quasi il 90%.
Anche la trazione elettrica porterà dei vantaggi, ma desidero dedicargli un articolo a parte.

Ciò che non riusciamo a comprendere è che dovremo adattarci a sfruttare anche i modesti “salti” energetici – il ciclo Rankine OCR già ricordato, le basse cadute con grandi portate dei fiumi, le correnti marine, il micro-eolico, il fotovoltaico sui tetti, ecc – perché rappresentano un mare d’energia! Dobbiamo riconsiderare il mondo delle grandi masse e scarse velocità, che esisteva e fu abbandonato (in Italia) con la nascita dell’ENEL, che chiedeva “concentrazione e controllo”: serve una nuova generazione d’ingegneri, che non sia cresciuta nel mondo dei fossili, che non ne ricalchi il pensiero, per varare la produzione/consumo dell’energia in loco (riducendo gli inevitabili sprechi), senza rinunciare alla sicurezza delle grandi reti.

Personalmente – non voglio nascondermi dietro ad un dito – io credo nell’ipotesi antropica più che in quella naturale: ciò che mi ha convinto è la velocità del cambiamento, non i catastrofismi o le “certezze” dei cattedratici. Pensare di estrarre miliardi di tonnellate di fossili – ossia energia solare “condensata” in organismi per milioni di anni – e poi bruciarla in un secolo o poco più (e farla franca), è qualcosa che stride con i tempi geologici, come dare un’improvvisa accelerata nella vita del Pianeta.
Se la concentrazione della CO2 presente nel’atmosfera è passata dall’essere costante per secoli a 280 ppm a quasi 400 ppm, qualcosa vorrà dire: qualcosa che la natura non può capire e non può gestire. Troppo in fretta. Tutto, nel nostro tempo, è accelerato: più energia, più profitti, più rifiuti…insomma, un pensiero che ritiene la crescita un’iperbole, e non un ciclo come la natura ci mostra.
In questo sistema di pensiero, mi colloco appieno fra coloro che sostengono la decrescita, che non significa, in termini bruti, “consumare di meno”, bensì consumare quel che serve (senza far arrivare il colesterolo a 400!) nel modo più intelligente possibile.

Questa è, in sintesi, la mia opinione ma ne accetto altre, senza scompormi, a patto che non si confonda il Clima con la Meteorologia e che si portino sillogismi convincenti, non semplici link a questo o a quel sito, senza dare una spiegazione.
Come potete osservare, non ho messo link per “giustificare” il mio pensiero: penso che sia il dovere di chi è contrario farlo, ma portando i link come semplice fonte. Non come sillogismo.
Grazie per l’attenzione.

08 novembre 2018

Parlaci, Dudù Secondo



Caro Dudù Secondo,
                                  ma lo sei o lo fai? Se lo fai, devi essere Machiavelli in persona – e ci spiegherai l’arcano – se non lo sei, posso tranquillamente sostenere che stai portando il tuo partito alla rovina. Smettila di comparire nei tuoi teatrini di Facebook: la politica, quella vera, si fa con gli atti, non con le parole. Impara da Dudù Primo. Che di atti – ossia leggi – ne sta portando avanti mentre tu, con la scusa “che l’accordo si trova sempre” non porti a casa nulla. E, la gente che ti ha votato, sta cominciando a capire che siete dei bravi guaglioni, onesti, rispettosi…ma…lo capisci che la politica è anche carne e sangue?

Non so perché abbiano deciso di metterti il M5S in mano: senz’altro sei una persona riflessiva, hai buone capacità di dialogo, sei accomodante…ma ti mancano quelle due cosette che stanno in basso e che, a volte, si fanno sentire per la loro precipua specificità. Che si sia donne o uomini, non fa differenza. In politica, ovvio.

Finché si tratta di qualche decimale nei sondaggi, non è questo che importa: sappiamo entrambi che i sondaggi sono tendenze, non voti. Quelli, si conquistano in campagna elettorale.
Il caso, gravissimo, si è verificato durante le votazioni sulla legittima difesa – che Dudù Primo ha portato a casa adesso, subito, non fra un anno – vale a dire che cinque parlamentari M5S sono usciti con motivazioni valide. Saranno deferiti ai probiviri? Fai pure, ma il dado politico è tratto, ugualmente.

Dentro al tuo partito c’è una fronda: li eliminerete subito? Benissimo, anzi, malissimo perché sono solo la punta dell’iceberg. Eliminarli non risolverebbe il problema, anzi.
Quando capitano cose come queste, te lo dice uno che la politica l’ha seguita per decenni, significa che i parlamentari “ribelli” non seguono più le direttive politiche del partito, perché si rendono conto che qualcosa non va.

Forse, se tu avessi chiarito che si trattava di uno scambio – a voi la legittima difesa, a noi la prescrizione – probabilmente avrebbero capito ma, quando i tuoi “amici” ti prendono pure in giro, dicendo che c’è la Champion’s League…beh, qualcosa dovrebbe muoversi là sotto. No, non s’è mosso. Lo scambio, in politica, si può comprendere, il lasciar correre quando si è i 2/3 della coalizione, si capisce un po’ meno.

In effetti, vi siete persi. Pensate che la gente, quella che ha creduto in voi, abbia concesso un credito illimitato: non è così. E’ stata una lunga “traversata del deserto” quella del M5S, ed i favori che s’è guadagnata non sono così instabili come quelli degli altri partiti. Però, se continua così a farsi mettere alla berlina…
Si tratta di un governo innaturale, nel quale i due “azionisti” hanno una formazione politica molto diversa. Numeri alla mano, era l’unico governo possibile, ma a patto di rispettare gli accordi. Invece, vi hanno abbindolati come dei pollastri. E da un po’ che la cosa va avanti: troppo, ed il vostro elettorato se n’è accorto.

Dimmi una cosa, Dudù Secondo: quando Berlusconi, nel 2005, capì che s’avvicinavano dei “pericoli” giudiziari, meditò di riformare la giustizia penale? Manco per idea. Diede due dritte ai suoi avvocati/parlamentari i quali, in quattro e quattr’otto, trovarono un tal Cirielli che presentò una legge che, in definitiva, serviva al Capo. E finita lì. Mica la posticiparono di un anno: un anno dopo – guarda a caso – ci sarebbe stato un altro governo.

Ma davvero credi che fra un anno voi porterete in aula la legge, rifarete la normativa di procedura penale, e – dopo un altro po’ – magari nel 2020-21, sarà legge dello Stato? Quando si perdono certi treni, poi, i binari restano deserti.
Anche il grande Reddito di Cittadinanza – divenuto, col trascorrere del tempo, un modesto assegno di disoccupazione che devi proprio essere alla frutta per riceverlo – è oramai derubricato a dopo la legge di Bilancio. A quando? “Nei primi mesi dell’anno”. Sì…alle Idi di Marzo.
A ben vedere, vi siete un po’ fregati da soli e gli altri vi hanno lasciato fare.

Tu sei diventato il dux del Lavoro e dello Sviluppo Economico, più vicepresidente. Okay. Fico è stato “dirottato” alla presidenza della Camera – ruolo di grande importanza, per carità – ma tagliato fuori dal gioco politico. L’altro compare è scomparso nelle brume tropicali sudamericane: ogni tanto la spara grossa (e, a volte, giusta)…ma gli rispondono di farsi gli affari suoi, che tanto non conta una mazza.
Giulia Grillo è medico: alla Sanità. Toninelli è finito nel guazzabuglio di strade, ponti, TAV, TAP, e pure TAMerlani cinesi con le loro navi che sembrano un castello di…container. Ah, Toninelli: i monconi del ponte sono sempre lì, che guardano Genova. Non doveva esserci un ponte nuovo già nel 2019? Sarebbe ora di muoversi… Chi rimane?

Bonafede, che ha fatto la gioiosa promessa d’eliminare quella prescrizione grazie alla quale, chi ha un po’ di soldi, riesce a procrastinare ad libitum la durata dei processi. Poi, incassata la prescrizione del reato, si lamenta per le lungaggini della Magistratura. Che la Magistratura non sia una gazzella, nell’incedere dei processi, lo sappiamo bene, però non è allontanando di anni una riforma sacrosanta – anzi, continuando a permettere la licenza di rubare – che si risolvono i problemi. E andiamo avanti.

Il grande Fioramonti, l’economista del Sudafrica, che fine ha fatto? Fa il sottosegretario di un professore di Ginnastica: ci giochiamo qualcosa che farà, anche il ginnasta, una bella riforma della maturità?
Non mi vengono in mente altri: c’è qualcuno nel grande M5S? Nella prima forza politica del Paese? Toc-toc: c’è qualcuno?
Qualcuno c’è…eh…l’ho sempre detto che per capire la politica bisogna guardare al calcio…nel ruolo di playmaker, Dudù Primo ha messo l’uomo giusto.

Conte è un parvenu della politica: sarà anche bravo, nessuno lo discute ma, da come parla, si capisce subito che il “Palazzo” non lo conosce. E chi gli mettiamo accanto?
Una bella sfinge, uno che la classe politica la conosce come le sue tasche che – ci giuriamo – nelle sue agende sui cellulari ha mille e mille nomi, di oggi, di ieri e dell’altro ieri. E, all’occorrenza, sa chiedere a chiunque un favore, un consiglio…a buon rendere, ovviamente.
E’ la persona giusta per il governo del “cambiamento” (sic!).
Bocconiano, buon conoscitore del mondo bancario, sempre parlamentare dal 1996, nominato da Napolitano fra i “saggi” che dovevano “suggerire” leggi economiche e sociali…il suo potere, la parte essoterica, è sullo Sport, sul gioco d’azzardo statale e sull’aerospaziale. E quello esoterico? Provate un po’ a capire da soli…

Giorgetti sa benissimo di giocare da una posizione di privilegio, perché gli altri sono soltanto degli umili “mediani” – per dirla con Ligabue – e il gioco diventa sempre il solito: “palla lunga e pedalare”…
Finché si tratta dei “Decreti Dignità” – bellissima enunciazione, come faceva Renzi, ma poca o nulla sostanza sul lavoro dei giovani – li lascia fare ma…quando si mettono a toccare la Giustizia, i telefoni diventano “caldi” e…qualcosa di deve pur fare, no? Si farà, fra un anno. Forse, qualcuno già ridacchia.

Caro, povero Dudù Secondo da Pomigliano, cresciuto a due passi dall’Alfa Romeo…ma come fai a non capire? Come fai a non renderti conto della tela di ragno che ti hanno avvolto attorno? Ci vorrebbe tanto a ricordare che anche Dudù Primo non è tanto ben messo?

Dudù Primo fa finta di non saperlo, che se l’altro lo capisce…eh sì, perché anche se trionfasse alle europee – che, detto fra noi, non contano una mazza: il Parlamento Europeo è stretto in una morsa di poteri e contropoteri sui quali non può far niente, altro che “nuova Europa”…che continuino a fare leggi per drizzare le banane… – anche se dovesse vincere alla guida del centro-destra “riunito” non avrebbe chanches. Berlusconi, con l’8, il 5 od il 10% sarebbe ugualmente il padrone: ma vi ricordate Dudù Primo al Quirinale, che si faceva dettare quel che diceva?!? Giocherebbe a fare l’ago della coalizione: ossia, a comandarla.

Se non fosse tragico, saremmo alle comiche: v’immaginate Berlusconi che riceve Orban, come “l’amico del suo amico”?
Poveri Dudù, forse uno più fesso dell’altro…ma che differenza fa? Per una volta che in Italia i “cafoni” avevano identificato un partito, un programma, una speranza…certo…adesso che possiamo sparare a qualcuno ci sentiamo più forti…
Cornuti e mazziati, ha da essere. Sempre.