29 ottobre 2016

Cento anni da pecore

Corrono notizie di guerre, grandi guerre, imminenti, devastanti...tutti si preparano, corrono, accendono i motori, decollano, sparano, uccidono...140 soldati italiani andranno in Lettonia come forza NATO...missili Iskander pronti al lancio a Koenisberg/Kaliningrad...flotta russa di fronte a Tartus, flotta americana negli stessi mari...
Veramente, qualcuno vuol correre dietro a queste voci che – da decenni – gli USA fanno pubblicare da sedicenti giornalisti, pagati dalle fondazioni statunitensi, con soldi devoluti in cambio di succosi sconti fiscali?
Questa non è disinformazione – perché le notizie in sé non sono false – è malainformazione, perché tutti, all’unisono, urlano “al lupo” ma nessuno dice che schiacciare il bottone è tassativamente proibito. Capito?

La campagna elettorale americana? Un tempo si diceva: “i repubblicani sono isolazionisti, i democratici interventisti”. E Bush II? Come Clinton, né più e né meno, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, poi Libia...senza correre a ricordi lontani, al Vietnam, alla Corea, Panama, eccetera...si fanno le piccole guerre per definire gli equilibri internazionali, soprattutto economici, ma la guerra, la guerra vera...ah, ah...
E per due, sostanziali motivi:
1) Il tasso di profitto è ancora abbastanza alto (ossia Wall Street guadagna ancora);
2) La guerra nucleare è pericolosissima (ossia, nessuno sa cosa capiterebbe dopo il primo ICBM o missile tattico).

Ciò che ci riguarda da vicino, è che le “piccole guerre”, le guerricciole, gli “scazzi”...beh, per questa roba gli USA s’impegnano il meno possibile, ricordiamo la Somalia. E allora? Chi ci va? I servi di palazzo, ossia noi italiani – ovvio, compresi in “alleanze per mantenere la pace”.

Ma davvero l’Italia ha necessità di rispettare un accordo preso nel 1943, senza possibilità di sconto, eternamente schiava?
Dobbiamo correre ovunque per fare servaggio a Washington, senza nessun tornaconto per la nazione, come la campagna di Libia ci ha insegnato: unico risultato (per noi), la perdita delle commesse per le nostre imprese che Gheddafi regolarmente ci assegnava. Poi venne l’Europa – che doveva (nei desiderata dell’epoca) avere il compito di staccarci dalla sudditanza americana – e invece non solo Washington ha alzato il tiro, ma adesso abbiamo preso servizio anche presso la rinomata maison berlinese.

I nostri giovani lavorano per 500 euro al mese grazie alla trovata di Renzi – definita “voucher” – ossia come faticare 6 mesi a 500 euro il mese (il “tetto” del “sistema voucher” è di 3.000 euro l’anno a giovane), mentre per le imprese non c’è limitazione di sorta. Possono cambiarne 20, 30...l’anno e godere di un lavoro tassato al 25%, mentre per i lavoratori spariscono le contribuzioni previdenziali e, domani, anche il servizio sanitario sarà a rischio.
Le grandi imprese sono scomparse: distrutte, incorporate, assorbite, chiuse, demolite...poiché solo il capitale tedesco, migrato nei nuovi Lander dell’Europa dell’Est, possa prosperare mentre – vinca la Clinton oppure Trump – per noi non cambia nulla. Sempre a pulire le scarpe, ovunque passano, in silenzio: eppure, sono trascorsi più di 70 anni dal termine della 2° G.M.!

Ci domandiamo se vivere da pecore in questo modo ci porti qualche vantaggio: tutti ci sputano in testa – ricordiamo l’accordo Koln – Miterrand per la deindustrializzazione dell’Italia (puntualmente avvenuto) – e la caccia alle migliori teste pensanti del Paese (che ci costano circa 100.000 euro l’una, dalla materna alla maturità) per rinverdire la panoplia dei loro brevetti.

In genere, giunti a questo punto, la maggioranza dei lettori fa spallucce e pensa “Tanto, che ci possiamo fare con gli americani?”, e passa oltre. Il che, non è del tutto vero.
Gli americani non sono Dio sceso in terra per comandare urbi et orbi: ci ricordiamo di Craxi, quando fece circondare i marines dai Carabinieri? Certo, dopo...ma le responsabilità furono tutte italiane, dei soliti zerbini italiani.

Se si desidera avere una politica estera, bisogna avere delle forze armate. Se si desidera avere una politica estera indipendente, bisogna che – sin dalla loro progettazione – le forze armate siano corrispondenti ai bisogni della nazione.
Gli USA sono più attenti di quel che si creda nel valutare l’armamento dei loro “alleati”: oggi, costruiamo navi che servono soltanto per i loro scopi, i loro bilanci, le loro esportazioni militari. A cosa serve, all’Italia, possedere portaerei e navi da sbarco? Dove dobbiamo sbarcare?!?

Ci fu un tempo nel quale la teoria navale italiana era centrata sulla cosiddetta “polvere navale”, ossia unità poco costose, ma che garantivano attacchi micidiali, ad un prezzo contenuto. I MAS avevano fatto scuola: insieme ai Siluri  a Lenta Corsa (detti “maiali”), ci diedero le più eclatanti vittorie nelle due guerre mondiali.

Uno di questi casi fu la creazione della classe d’aliscafi “Sparviero” (o “Nibbio”), negli anni ’70-’80 del Novecento.
Piccoli aliscafi di 25 metri di lunghezza, i quali potevano colpire un bersaglio a circa 200 km di distanza mediante i due missili Otomat dei quali erano armati. La difesa perfetta per i mari italiani. Ma.
Beccatevi questa edificante storiella di un tempo lontano, quando Internet era ancora oltre l’orbita di Giove.

Durante un’esercitazione di routine (primi anni ’80), la nuovissima portaerei Nimitz stava entrando nel Tirreno dal canale di Sardegna ed aveva condizioni di mare molto agitato (4-5) che impedivano il decollo degli aerei. Da Messina salpò uno “Sparviero”, il quale – giunto nei pressi delle Egadi – con mare forza 3 aveva ancora una “finestra” di lancio per i suoi missili. Li lanciò (ovvio, solo simulazione!) e recapitò il messaggio con tutti i dati alla Nimitz. Gli americani, costernati, dovettero ammettere che la nave sarebbe stata inevitabilmente colpita e, molto probabilmente, affondata. Risultato?

Gli aliscafi furono tutti radiati negli anni ’90 – giustificando la radiazione con “alti costi di gestione” (!) – e solo il Giappone ne costruì tre su licenza italiana, i quali sono tuttora in servizio.
Si noti che, per eterne questioni di bilancio, le navi militari italiane vengono tenute in servizio anche per 30, 40 anni...come spiegare la radiazione di quelle piccole navi dopo così pochi anni?
Parallelamente, gli USA radiarono la loro classe “Pegasus” (simili agli “Sparviero”): nessuno deve avere aliscafi lanciamissili, troppo pericolosi! Per noi, ovvio: ricorda un poco la “scarsa” attenzione per i sommergibili degli inglesi, i quali temevano – nei primi anni del ‘900 – che “altri” se ne interessassero. Come, poi, avvenne.

E fra i non alleati degli USA, cosa avviene?
Non sono molte le nazioni che possono permettersi questo lusso, ma l’Iran lo è, lo è stata per molti anni. Qual è la sua forza deterrente? Missili antinave, piccoli sommergibili d’attacco e poco altro: con quelle modeste forze, però, è in grado di bloccare il traffico nel Golfo Persico, cosa che farebbe schizzare il prezzo del greggio a 200 $ il barile in pochissimi giorni. Inconcepibile per i grandi investitori.

L’altra nazione, che non ha il privilegio di bloccare un’arteria come il Golfo del Petrolio, è la Corea del Nord: già, la piccola Corea, povera, affamata, ma in grado di recapitare un’arma nucleare (forse) sugli USA, di certo in Alaska, facilmente sul Giappone, innescando una distruzione (soprattutto economica) inaudita.

Per contro, osservate la fine della Libia. Abbindolato da Sarkozy e da Berlusconi, Gheddafi distrusse le sue armi chimiche, batteriologiche ed i corrispondenti vettori: finì crivellato di colpi in un canale di scolo, con una baionetta piantata nel retto.

Bisogna chiarire una cosa: non si tratta di fare la guerra agli USA (o ad altri), ci mancherebbe! Si tratta, semplicemente, di mantenere rapporti amichevoli ma rispettosi dell’altrui sovranità. Non vivere nell’ansia di un B- emesso da qualche banca americana, dietro suggerimento del Dipartimento di Stato, oppure essere governati da un certo Mario Monti, eletto per noi a Berlino. Gli esempi fioccano, non sto certo a ricordarli tutti.
Riflettiamo un attimo: quale vantaggio ci portano le nostre alleanze? La Francia (1) ha “ridefinito” i suoi confini marittimi con l’Italia – in Liguria e Sardegna – a suo esclusivo vantaggio (soprattutto per la pesca), ossia aree di mare sono passate sotto la sovranità francese. E noi? Zitti, il parlamento ratificherà l’accordo, se non lo ha già fatto segretamente.
La Germania spacca, vende, compra, sberleffa, decide...e noi sempre zitti.
Gli USA, invece, dirigono semplicemente la politica italiana a loro vantaggio, con la “facile” corruzione dei nostri politici o coi servizi segreti.

Possiamo, ragionevolmente, supporre che questo quadro di alleanze euro-atlantiche ci porterà, in futuro, dei vantaggi? Possiamo fare riforme economiche rivoluzionarie (a parte trovare la classe politica in grado di farlo)?

Se si desidera cambiare politica estera (come ha deciso, coraggiosamente, la Gran Bretagna) anche lo strumento militare deve essere riformato: basta con le costruzioni o le acquisizioni che non hanno senso per la nazione italiana!
Riflettiamo sulla costruzione della nave “umanitaria” (2) – approvata dal Parlamento per una spesa di 844 milioni e, appena giunto il progetto al cantiere, divenuta portaerei (con relativi F-35) per una spesa iniziale di 1,1 miliardi – poiché queste navi non servono a difenderci, semmai ad attaccare.
E come si fa a difendersi (come recita la Costituzione) da chi ha forze preponderanti rispetto alle nostre?
Con la dissuasione.

Bisogna inculcare nelle altrui menti che l’Italia non è invincibile, ma in grado di colpire chiunque la attacchi in modo devastante, al punto da far riflettere se il gioco vale la candela e condurlo, quindi, a trattare, ma su un piano di parità. Finché andremo avanti come oggi, con l’Italia sempre si vincerà (economicamente) senza fastidi di tipo militare.
E come si fa a cambiare? Riducendo drasticamente le spese militari. Paradossale? No, se si analizzano i costi.

Una portaerei costa 1-2 miliardi, un F-35 100 milioni, un carro armato intorno ai 20 milioni. Una squadra navale (portaerei, cacciatorpediniere, fregate) sui 5-6 miliardi, una squadriglia di aerei da caccia intorno al miliardo, un plotone di carri armati circa mezzo miliardo. Si noti che tutte queste spese non sono completamente rubricate sul bilancio del Ministero della Difesa (farebbero “sforare” – e di parecchio! – il limite dell’1% delle spese militari), bensì direttamente su quello dell’Economia. Per una nave, definita “oceanografica”, addirittura sul Ministero dell’Istruzione.

Un missile da crociera (ICBM) costa intorno al milione di dollari, un missile contraereo dai 100.000 dollari al milione (secondo il tipo). Come si può notare, si riduce il rapporto di spesa di due/tre cifre, dai miliardi alle decine di milioni all’incirca. Già, ma dove “piazzarli” materialmente?

La gittata di questi missili (pensiamo al Kalibr russo, usato recentemente in Siria) è di 1.500 km: dalla Puglia, un missile di quel tipo colpisce in quasi tutto il Mediterraneo Orientale, dalla Sardegna, in quello Occidentale. In pratica, l’Italia – con missili piazzati in shelter corazzati sotterranei – potrebbe colpire ovunque nell’area del Mediterraneo. Al costo di un solo F-35, bloccare una delle vie più importanti per il traffico marittimo.
Un sistema missilistico antiaereo come l’S-300 russo ha una gittata di 300 km, ossia dalla Sicilia potrebbe colpire i bersagli aerei che si avvicinano, ad esempio da Sud, ancor prima che raggiungano le coste dell’Africa del Nord.

L’Italia ha fior d’industrie militari: si pensi alla OTO Melara ed all’Alenia, solo per citare due aziende fra le più note ed è perfettamente in grado di produrre tecnologia di questo livello: ristrutturando la propria difesa in questo modo, non ci vorrebbe molto per avere prodotti all’altezza dei tempi e delle necessità.

Ripeto: non si tratta di meditare chissà quali ritorsioni, guerre, scenari apocalittici...ma di presentare uno strumento di difesa credibile, non come i sottomarini italiani della classe U-212, che sono armati con semplici siluri, mentre potrebbero lanciare dai tubi lanciasiluri missili del tipo Harpoon, con gittata di circa 100 km. Gli israeliani e, addirittura, i greci hanno armato gli stessi sottomarini con i missili: l’Italia no, continua coi siluri! Siamo al livello della II GM!
Ovvio che qualche nave, aereo o carro armato dovrebbe rimanere sempre in servizio: ricordando, però, che senza una micidiale difesa molto lontano dalle nostre coste, quelle navi, aerei o carri armati diventerebbero in un amen ferraglia bruciata.

Chi dovrebbe prendere decisioni del genere? Il parlamento, ovvio. Ma anche la casta degli ufficiali ha le sue responsabilità. Nella recente inchiesta di Taranto sul pizzo richiesto da alcuni ufficiali, un Capitano di Vascello (un colonnello) ha intascato una tangente di 2.500 euro da un’impresa di pulizie. 2.500 euro dall’impresa di pulizie?!? Ma di che gente stiamo parlando?!? Cos’è, un film di Totò?
Questa gente dovrebbe indagare l’evoluzione delle puliz...pardon, tecnologie in campo bellico?

Eppure, questi argomenti ci sono, e sono interessanti, sempre che si consideri interessante la guerra, la quale – di fronte ai cadaveri ingrigiti dalla polvere, con la colonna sonora del ronzio di mosche – perde, perde parecchio interesse, eppure esiste. E come fatto reale – parafrasando Hegel – deve avere una sua logica, ossia una sua razionalità.

La logica della guerra è, in primis, un processo di pensiero, non di muscoli.
La US Navy è molto interessata ai droni (3): niente piloti abbattuti, meno stipendi da pagare, meno seggiolini eiettabili...meno costi. Insomma, un aereo senza pilota che deve recapitare dei missili sul bersaglio.
Per quanto sofisticato sia il software interno, è del tutto evidente che una portaerei con i suoi droni è un sistema di rete, senza – oltretutto – il pilota, che può decidere d’intervenire sulle procedure, secondo la sua valutazione sul posto. Ad esempio, decidere di variare la procedura d’attacco da A>B>C in A>C>B, ritenendo C più pericoloso di B.

Una rete di computer, per quanto sorvegliata da algoritmi in rapida sequenza come password, non è inaccessibile. Riflettiamo sull’affondamento delle corvette israeliane da parte di Hezbollah, nel 2006 (guerra in Libano), laddove i missili non si fecero ingannare dalle contromisure elettroniche delle navi. Probabilmente furono ingannate da sistemi a terra, chi lo sa...

Il missile è, invece, un sistema chiuso: può essere ingannato sulla reale posizione dell’unità dalle contromisure elettroniche – in quel caso va perso – ma nessuno può entrare nel suo software di gestione. Una volta inserito il software, o comunque prima dell’utilizzo, i primi bit d’accesso alla sequenza vengono distrutti, con una procedura di “pipeline burns”.
Il missile può essere ingannato nella fase di “apertura” del suo sistema di ricerca (se antinave), ma le poche esperienze belliche depongono a suo favore.

Si può discutere sui vantaggi di un sistema sull’altro, “aperto”, oppure “chiuso”: mi permetto di affermare, però, che con tanti tecnici a disposizione ovunque – americani, ma anche russi, cinesi, indiani, ecc – la sicurezza di un sistema complesso perde colpi, a vantaggio di un software magari più semplice, ma impossibile da penetrare.

E’ un argomento interessante, ma...nessuno ne parla...i Capitani di Vascello sono più impegnati nella raccolta di mazzette dalle imprese di pulizia, gli Ammiragli...beh...

Purtroppo, il “Conosci te stesso” – che affermava Sun-Tzu al primo punto del sul celebre “L’arte della guerra” – è il principale assioma: ebbene, se per le questioni di difesa vogliamo pensare a noi stessi, ossia all’Italia, non ci resta che piangere.

(3) http://archivio.panorama.it/news/esteri/War-Games/appontaggio-drone-portaerei

21 ottobre 2016

Come fregare la gente e vincere i referendum felici e contenti



Che la riforma Fornero e il governo Monti siano stati la peggior iattura italiana dall’8 Settembre 1943, è un fatto. Dopo una simile sciagura, richiesta a gran voce dal sistema bancario e finanziario internazionale, e dall’Europa onnipresente ed onnipotente, ogni tentativo per rimettere in sesto l’equilibrio sociologico italiano è destinato a fallire. Perché non si possono “sospendere” per 6-7 anni i necessari ricambi generazionali nelle strutture di uno Stato, non si può invocare una sorta di limbo che deve durare per tot anni, poiché tutto il resto avanza, si muove, e non può rimanere ferma la sola previdenza. Ma Renzi ha cercato di far meglio.

Pressato dai dati delle rilevazioni demoscopiche – una preponderanza, netta, del NO al referendum chiesto a gran voce dallo stesso sistema finanziario ed europeo – il gelataio di Rignano s’è trovato preso fra due fuochi: far digerire alla gente un diritto che li “storterà” ancora una volta, con le buone o le cattive. Ne va della sua “pelle” politica.
Spin doctor al lavoro, rilevazioni ogni giorno, la RAI trasformata nell’ultimo bunker del regime a suon di milioni di euro. Altri 80 euro in busta paga? I doctor scuotono la testa: no, non si può…non si può replicare una misura già presa, i sindacati sarebbero contrari a causa dei livelli salariali…e poi, l’effetto mediatico, che ci ha fatto vincere le elezioni, non sarebbe la stessa cosa…ci vuole qualcosa di nuovo, di fortemente atteso…

Le pensioni. Ecco come fare. Basta non toccare l’impianto Monti/Fornero – altrimenti mi spellano – e dare qualcosa con fondi di bilancio. Ossia, dare delle pensioni con i soldi risparmiati con le pensioni. Grande, sono un grande, siamo grandi ragazzi! Il PD è sempre grande, anche se ci sono i gufi…maremma gufata…dopo gliela farò vedere…intanto Obama mi ha approvato…già, ma Obama è lontano dalle buste paga degli italiani, ed è pure un pensionando…
Come si può fare?

I più fregati dalla riforma Fornero sono stati i nati fra il 1951 ed il 1954, perché si sentivano già la (guadagnata) pensione quando si sono visti alzare l’asticella di ben 5 anni. S’è mai visto, alle Olimpiadi, che ti alzino l’asticella del salto in alto a 5 cm la volta?

Ebbene sì: noi diamo loro l’agognata pensione, e loro contraccambiano votando Sì al referendum! Funziona la cosa? I doctor, con qualche perplessità, hanno approvato: va beh, non saremo mai sicuri di cosa voteranno, ma un po’ di riconoscenza…al resto ci penserà il martellamento della RAI.
Ma…qual è la situazione?

Ridotte a tre le classi interessate (il ’54 si fotta), restano pur sempre una platea di 1,5 milioni di persone, racchiuse in tre insiemi:
- Chi lavora e vuole andare in pensione;
- Chi lavora, ma l’azienda non lo vuole più perché vecchio;
- Chi non lavora perché è disoccupato.

Allora, ragazzi, che si fa? I primi, se vogliono andare in pensione, pagano un tot dallo stipendio, e poi continuano con la pensione, su un fondo apposito presso una banca, la quale anticipa e poi, man mano che pagheranno, si farà restituire i soldi. Un prestito no? Fatto.
I secondi…beh…ma sono le aziende che se li vogliono levare! Allora pagheranno le aziende! Che c’entriamo noi del governo? Anche questa è a posto.
Restano i terzi.

Quanti sono ‘sti terzi?
Tolti i morti, i già pensionati…come il D’Alema, Maremma bombarola…chi non si trova più, chi vive in Argentina dal nipote, chi ha fatto i soldi, eccetera, eccetera…allora, quanti sono?
Pare intorno ai 350.000. So’ pochi? So’ Tanti? Nessuno lo sa. Ragioneria, due conti!

Mentre aspettiamo i conti della Ragioneria, stabiliamo un limite: vent’anni di contributi? E vai col tango! Venduto. E poi, diciamola tutta: se vogliamo prendere i voti che servono per vincere ‘sto referendum, non possiamo andare tanto per il sottile…magari qualcuno è disoccupato da anni, magari gli hanno fregato i contributi…dobbiamo farli contenti! Contenti, capito? Altrimenti, questi a votare non ci vanno! Si mangiano due salsicce, gli viene una colica e non vanno a votare. Capito?

Capo, pare che ci vogliano 7 miliardi…
Maremma bucaiola…proprio 7? E va beh, diamo ‘sti 7…dove li prendiamo? Metteremo qualche tassa, aumenteremo qualche accisa…ma dopo, sia chiaro, dopo!

Capo, Padoan ha voluto vedere i calcoli…ho dovuto darglieli…
Eh, certo, come si fa sennò? Quello sa sempre tutto…
Capo, ehm…dice che è tutta una bufala, che bisogna aumentare gli anni di contributi a 30, altrimenti l’Europa s’incazza, non ci passa i bilanci…

Maremma brucellosa! Ma quando mai gliene va bene una a questi? Ne facessimo una che gli aggrada, che dicano “E bravo Renzi!”, l’hai fatta buona. No, sempre revisioni, rinvii, appunti…eh, gli inglesi, quelli sì che hanno vinto un terno al lotto!

Capo, con ‘sti soldi e ‘ste restrizioni della platea pensionabile – 30 anni di contributi – si mandano in pensione 50.000 persone. Anche se votassero tutti per il Sì, cambia poco…e gli altri 300.000?

Va beh, va bene: meglio 50.000 in più che 50.000 in meno: comunque, continuate a far dire ai vari Tg che c’è una riforma delle pensioni 2016, che si sanano gli errori della riforma Fornero…oh, continuate a ripeterlo! Il Parlamento? Lasciatelo parlare, senza cifre, ovvio: anticipiamo la riforma costituzionale! Comanderanno mica ‘sti parlamentari venduti, no?

Renzi, adesso ascolti noi. Non ci vuole ascoltare? Ascolteranno gli italiani, quelli che lo vorranno fare.
Quella riforma – insieme alle altre di Monti – ha disossato la società italiana, una sola cosa ha incrementato: le corde per impiccarsi. Sa, vero, quanti lo fecero in quei giorni, quando Equitalia impazzava e le aziende fallivano?
E sa quante famiglie distrutte, sfasciate, preda della disperazione e della depressione ha lasciato il sorrisetto della Fornero?

Lasci perdere e, la prossima volta che vorrà affrontare questo argomento, mi raccomando: prima, si sciacqui la bocca e non ci rompa più con le sue balle referendarie condite in salsa pensionistica. Saluti.

02 ottobre 2016

Avvoltoi e colombe allo sbando



Me lo immaginavo: ci voleva poco a capirlo. Quando mai una persona intelligente e riflessiva ce la fa a sconfiggere, in un pubblico dibattito, un paesano un poco coglioncello ma deciso a vincere, perché quel “vincere” non significa mostrare qual è il bene del Paese, bensì lo spessore (futuro) del proprio portafogli? Mi dispiace prof. Zagrebelskj, ma oggi lei ha capito che la Tv non è un convegno accademico. Unico guaio, lo ha capito di fronte a milioni d’italiani, non ad un centinaio di suoi colleghi. Proverò a rimediare, usando i miei mezzi, molto diversi dai suoi, in difetto ed in eccesso.

Quando si ha a che fare con spadaccini di epoche diverse, caro professore, è inutile presentarsi al duello muniti di un raffinato fioretto settecentesco, soprattutto quando l’avversario usa una rozza daga del Duecento, che al primo colpo ti spacca il cranio in mille pezzi. Meglio, allora, usare il cosiddetto “metodo Indiana Jones” (al mercato del Cairo), ossia una ancor più rozza Colt 45 (a distanza di sicurezza).

Davvero, professore, lei pensava che il nostro si fosse preparato come ad un esame, e le avrebbe concesso il privilegio del rango, ossia lo scranno più alto? So che sarà dura da digerire, ma glielo dico lo stesso: il gelataio di Rignano, la Costituzione, l’ha forse letta per l’esame di terza media, ma non se la ricorda, se non per sommi capi. Tutto l’ambaradan, l’hanno creato stuoli di specialisti in Diritto (in)Costituzionale, come suggerito dalle burocrazie europee e dalle principali banche d’affari del Pianeta, di qua e di là dell’Oceano. Stupito? Spero di no. Lo so, costa caro accorgersene dopo.

In fin dei conti, il nostro toscanello ha preso lezioni dall’uomo di Arcore quando era ancora al governo – il quale confessava “eh, se fosse con noi quel ragazzo…” – ma Silvio: è con voi, almeno con te, se non in corpo (tessera, ecc) almeno in spirito! E’ il tuo figlioccio, l’erede che avresti sempre desiderato per la tua Forza Italia, magari da rinominare in Forza Gnocca Italica!
Non è forse stata una tua battuta – più l’acquisto di qualche giocat…pardon parlamentare, dal Milan a Montecitorio, tutto un solo affare: basta vincere! – a cambiare la storia della Repubblica? Non fu quel “vi toglierò l’ICI” (pagato, poi, con 8 miliardi presi dalla demolizione della scuola italiana) a trasformare una sconfitta in pareggio?
Professor Zagrebelskj, se un italiano ha letto l’Ulisse di Joyce, gli altri nove – ne sia sicuro – hanno tutti comprato le barzellette di Totti! Lo so, lo so…ma cerchi di adeguarsi, perdio!

Siccome io non ho letto né l’uno né l’altro, proverò a raccontare una storia che i media non hanno mai raccontato, della quale nessuno (o pochi) erano a conoscenza, perché c’è stato il silenzio totale, l’esilio della parola! Che combinazione!

Era lo scorso Aprile, quando m’accorgo che la mia pensione è calata di quasi 50 euro. Ohibò, mi son detto: vuoi vedere che Boeri m’ha fregato la pagnotta? E per darla a chi?
No, non era Boeri. Era lui, l’omiciattolo di Rignano: sì, quello che ha pure vinto al Rischiatutto.

Erano, semplicemente, aumentate le trattenute per gli Enti Locali – Regioni, Province, Comuni…ma com’è che le Province ci sono sempre, non le avevano abolite? – come si può evincere dal confronto fra i due cedolini, quello del 2016 e quello (seguente) del 2015.

Rata di Aprile 2016

R I T E N U T E ADDIZIONALE COMUNALE : -16,70 SCAD. 11/2016
ACCONTO ADDIZIONALE COMUNALE : -7,03 SCAD. 11/2016
ADDIZIONALE REGIONALE : -44,08 SCAD. 11/2016

Rata di Aprile 2015

R I T E N U T E ADDIZIONALE COMUNALE : -10,04 SCAD. 11/2015
ACCONTO ADDIZIONALE COMUNALE : -3,01 SCAD. 11/2015
ADDIZIONALE REGIONALE : -20,33 SCAD. 11/2015

Totali:
Addizionali 2016: 67,81
Addizionali 2015: 33,38
Differenza: 34, 43

Siccome il pagamento è “spalmato” in 10 mesi, l’aumento dell’esborso totale sarà di 344 euro e 30 centesimi. Un aumento di “solo” il 102% ma tranquilli, non rientra nel cosiddetto “paniere” e, dunque, non ci sarà nessun aumento dell’inflazione.
Sull’ammontare netto della mia pensione, fanno 34 euro il mese in meno da spendere (in totale, elargisco mensilmente alle loro Maestà Locali 67 euro), oppure, se preferite, diciamo che si sono inventati un bel “2 per mille” (circa) in più da salassare agli italiani.
Quanto ha incassato Renzi?

Siccome gli occupati sono 22 milioni 498 mila ed i pensionati 15,8 milioni (fonte: ISTAT), si fa presto a fare il calcolo:

Occupati: 7.746.061.400 euro
Pensionati: 5.439.940.000 euro
Totale: 13.186.001.400 euro

13 miliardi, nel completo silenzio degli organi di comunicazione!

Professor Zagrebelskj: ma ha capito con chi abbiamo a che fare? Cosa vuole che gliene freghi a uno così se lei, timidamente, gli fa notare che “riforme conservative che servono a blindare un sistema oligarchico sempre più tipo governativo e meno parlamentare”? Non ha ancora compreso che Renzi (e gli altri parvenu dell’attuale politica) mirano proprio a cancellare la parola democrazia, per promuovere l’oligarchia di pochi, che il parlamento potrebbe anche non esserci – per loro – e tutto andrebbe meglio? L’importante, per Renzi, non è governare: è fregare gli elettori in tutti i modi, per poi correre a presentare l’ultima collezione di Armani su Vogue! Non ha visto come ha fatto per la tassa sulla RAI? Che tu ce l’abbia oppure no, paghi ugualmente! I rimborsi? Ah, ah, ah…E noti che, proporzionalmente, la tassa per gli Enti Locali la pagano anche i pensionati al minimo! Si tolga le pelli di salame dagli occhi, finalmente, e guardi chi ha di fronte! Quel bamboccione tirato su a merendine, oggi, è l’alfiere degli interessi mafiosi! Il Ponte sullo Stretto, allora?

Non ce l’ho con lei, professore, però impari la lezione: i mezzi di comunicazione cambiano, e lei è una persona ancora nata sotto il segno della Radio: non è colpa sua, sono l’età e la sua formazione, era destinato a perdere.

Non si può essere, invece, così veniali con Mentana che si è guardato bene dall’invitare uno degli abili polemisti dei 5Stelle – Di Battista, od altri – che avrebbero dato del filo da torcere a Renzi, abituato a seguire alla lettera le indicazioni degli spin doctor. Perché l’unico modo per sottrarsi alla ragnatela degli specialisti della comunicazione guidata è quello d’improvvisare qualcosa di non prevedibile, come ci ha insegnato Berlusconi con il suo “vi toglierò l’ICI”.
Poteva chiedere a Renzi, ironicamente, se l’approvazione del Ponte sullo Stretto fosse da richiedere alla Camera (come organo unitario) oppure al nuovo “Senato Regionale”, come elemento competente per gli affari locali. Oppure, sulla falsariga dell’esempio riportato sopra, se gli emolumenti per gli Enti Locali saranno di competenza della Camera o del Nuovo Senato. Spiazzarlo, possibilmente, farlo arrabbiare.

Ma questo non faceva parte del suo incedere, della sua “etica della comunicazione” – potremmo dire. Cosa della quale, Renzi se ne frega altamente. E viene da chiedersi perché al fronte affaristico/bancario – che ha bisogno di rimuovere le garanzie costituzionali, e s’affida a Renzi – si risponde con questi flebili lamenti, pescando nella geronto…qualcosa. Mi dispiace dirle queste cose, professore, e comprendo il suo (probabile) sconforto, ma io – quando osservo qualche baldo giovane tirare quattro calci al pallone – mi chiamo fuori, e con dolore: l’ultima volta che ho ceduto, sono stato per quattro mesi sul lettino dell’agopuntore.
E’ come ad un esame, quando “non va”: lei lo sa bene, vero? Si prende il libretto fra le mani, lo si scorre distrattamente, poi la frase di rito: “Guardi…non mi pare che lei abbia raggiunto una preparazione sufficiente…torni alla prossima sessione…”

Già…solo che alla sua età non serve una nuova sessione…grazie per il lavoro teorico svolto per la difesa della Costituzione, ma quando c’è da combattere…lasci spazio a qualcuno più giovane e grintoso di lei! A chi conosce meglio i meandri televisivi…è così…non serve più convincere, ma solo vincere. Malatempora currunt, e nei tempi bui si va di mazza, non di fioretto. Saluti, professore.