21 febbraio 2010

Luglio ‘56



Sette ponti più in alto del mare
la girobussola segnava il domani
ventimila tonnellate d’acciaio
ubbidivano alle mie mani
sulla prua si frangeva la notte
la guardia franca stava per montare
e il terzo ufficiale osservava distratto
l’occhio magico che scruta il mare.

Giù nelle cabine si faceva all’amore,
nel gran salone la festa moriva
e l’orchestrina regalava le ultime note
che scivolavano giù nella stiva.
Il marconista s’era tolto la cuffia
…niente più Genova da chiamare…
e fu guardando dall’alto del quarto ponte
che la vide arrivare…

Rit.
Acqua, acqua
acqua giù in sentina
acqua, acqua
acqua giù in turbina.
Getti di vapore in coperta
la pressione che sembra impazzita
battono ancora le eliche l’onda,
cercando un po’ di vita…

Nera com’è nera mio Dio l’acqua di mare
com’è nera, quaggiù nella cala…
Il primo di macchina forse ancora dormiva
mentre scendeva giù per la scala...
Ma qui, in mezzo all’Atlantico, mio Signore
una caldaia no non può scoppiare…
Com’è verde l’acqua a Portofino
com’è verde l’acqua del mio mare.

Ma il comandante certo non dormiva
un comandante no, non può dormire
c’è sempre un ospite da salutare
c’è ancora un cocktail da servire…
Forse fu l’unico a capire,
s’alzò di scatto quando udì lo schianto:
Oh dimmi nave, mia bella nave
chi ti ha affondato una lama nel fianco!

Rit.
Acqua, acqua
acqua nella stiva
acqua, acqua
fra la gente che dormiva…
Ora, lassù in plancia,
il terzo sta ancora a guardare
di fronte all’occhio magico
che non era riuscito a parlare…

Certo, con tre compartimenti allagati,
New York ora è così lontana
Oh Nantucket, oh maledetto oceano,
sia maledetta la tua triste fama…
Ora il primo di macchina è incollato
al manometro del vapore
mentre dall’alto chiedono, implorano:
pressione ancora per due ore.

Ma quando lui salì su in plancia
capì che era solo un addio:
venti gradi sbandati a dritta
senza governo, sei nella mani di Dio…
Forse per un attimo, un attimo solo
pensò che no, non la voleva lasciare…
poi diede ancora l’ultimo ordine:
piano con gli argani, scialuppe a mare!

Rit.
Acqua, acqua
colma d’acqua è la stiva
acqua, acqua
fin sulle bandiere a riva…
ma l’acciaio ancor si dibatteva
si rivoltava, non voleva morire…
Fa mio Signore che il mare non abbia
tanta acqua da poterla coprire…
Fa mio Signore che il mare non abbia
tanta acqua da poterla coprire.

Testo e musica di Carlo Bertani, Luglio 1988.

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10 commenti:

Carlo Bertani ha detto...

Ho voluto pubblicare il testo di una delle canzoni che scrissi una vita fa, quando ancora mi dilettavo di queste cose, in concomitanza con il Festival di Sanremo.
Non penso che questa canzone sia il non plus ultra, ma credo che testimoni come una miriade di "signor nessuno" come me potrebbero scrivere tanto di meglio rispetto al nulla sanremese.
Carlo Bertani

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo,

Questo commento non ha niente a che fare con il tuo articolo, ma voglio semplicemente un tuo parere.
Hai sentito che presto comiceranno ad usare il Pò per trasportare merci via nave invece che via gomma? L'ho sentito ieri al TG5 ed ho pensato ad un tuo vecchio articolo. Cosa ne pensi?

René.

Carlo Bertani ha detto...

Che si tratta dell'ennesima bufala: sono previsti interventi per rendere navigabile la via d'acqua dalla Svizzera a Venezia, ma solo per il turismo.
I problemi sono il tirante d'acqua (pescaggio) e d'aria (altezza dei ponti) sui quali bisognerebbe intervenire. Sono interventi non molto costosi: poca trippa per gatti, e per tangenti.
Ne parlerò, magari, in un prossimo articolo.
Ciao
Carlo

Davide1969 ha detto...

D'altra parte Sanremo è Sanremo... Un bel posto, festival a parte. D'altra parte: "u Fabriziu" non ci è mai andato, il "Guccio" e quell'altro genio scomparso prematuramente che era Rino Gaetano nemmeno, credo che sia così anche per Vecchioni e Branduardi, e questo la dice lunga. De Gregori non so, ma da quando ho qualche ricordo, nemmeno.
Ultimo Sanremo visto (e di certo non tutto): 1996. Per via dell'ospite straniero, che era Bruce Springsteen, e di Elio e le storie tese. Curiosamente, anche la loro canzone era dedicata all'Italia, però non certo per puntare ad avere un domani una qualche carica politica. Penultima edizione vista: 1983. L'unica canzone che mi ricordo era "Vita spericolata" di Vasco Rossi, che arrivò ultima. Penso di non essere il solo.
La tua canzone (non sei De André o Guccini o Springsteen o De Gregori, però in effetti saresti superiore a quelli "da festival") mi era sembrata una sottile metafora dell'Italia.

Davide1969 ha detto...

Mi viene in mente che su Rino Gaetano mi sbaglio, ma in ogni caso non ha ripetuto l'errore una seconda volta.

Orazio ha detto...

Se l'Italia fosse un paese di cittadini, e non di sudditi volenterosi, Berlusconi e Bertolaso sarebbero mandati fra le macerie dell'Aquila a farsi le vacanze nei centri benessere sinistrati della città ormai fantasma.
Berlusconi regnerà sovrano per decenni su questo paese di zelanti sudditi.
Carlo la scommessa nuova per fine giugno va bene?
Aspetto il primo caffè, in attesa di vincere il primo.

halo1367 ha detto...

L'Italia intera è l'Andrea Doria del 2010?

Facile sciovinismo al contrario?
Spero di si, temo di no.

Avete presente (anche) l'ultimissimo caso FastWeb, Telecom, Di Girolamo, Mokbel, 'ndrangheta, PDL, banda della Magliana, De Gregorio ecc. ecc.?

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/24/news/di_girolamo_e_i_clan-2408369/

Beh, molto prosaicamente, penso all'ennesima legge "ad personam" che stanno varando sulle intercettazioni telefoniche.

Non avremo più neppure modo di CONOSCERE le malefatte di chi ci governa/spreme.

Ci vogliono truffati e felici.

Vogliono se stessi e gli "amici", sempre salvi, ad ogni costo.

Il partito dell'Amore (e non solo) deve poter continuare ad essere la naturale e silente culla in cui tutto questo nasce e si sviluppa.

Totale silenzio, appunto.

L'imperativo è: basta con quei magistrati che indagano dove non dovrebbero e che la smettano anche di raccogliere prove!

Di questo progetto quanto sarà complice anche il partito di Bersani (causa UNIPOL ecc.)?

Rimane l'agghiacciante sensazione(?) che i manovratori vogliano portare avanti l'Andrea Doria/Italia facendo finta di niente fino ad avvenuto tragico epilogo.

Mi piace sognare di dirigenti di un movimento laico e progressista URLARE contro progetti del genere.
Con la MAGGIORANZA della mia gente che approva e partecipa...

Il solito sogno che non si avvererà mai.

Fabrizio

halo1367 ha detto...

Ciao Carlo,
scusa il mio post "fuori tema", ma sarei curioso (come una bertuccia) di capire se avevo ragione nel P.S. del mio commento a "Come l'onda".
Il refuso c'è oppure è stato un mio abbaglio?

Domani inizierò a leggere "Incubo digitale". Con grandi attese...

Fabrizio

Mahmoud ha detto...

Acqua, acqua
acqua giù in sentina
acqua, acqua
acqua giù in turbina.
Getti di vapore in coperta
la pressione che sembra impazzita
battono ancora le eliche l’onda,
cercando un po’ di vita…

“Da quando eravamo bambini, il cielo
si copriva d'inverno
e scrosciava la pioggia,
e ogni anno, anche quando verdeggiava
la terra, eravamo affamati;
non c'è anno che in Iraq non sia fame.
Pioggia...
Pioggia...
Pioggia...
In ogni goccia di pioggia
sono rossi o gialli germogli di fiori.
Ogni lacrima di affamato e di ignufo,
ogni goccia che brilla del sangue dell'uomo
è un sorriso che attende nuove labbra
o un sogno che appare sulla bocca del bimbo
nel giovane mondo di domani, donatore di vita!
Pioggia...
Pioggia...
Pioggia...” Badr Shaker Al-Sayyab, poeta iracheno. Mahmoud, Giordania, ciao a tutti.

Carlo Bertani ha detto...

Sto per pubblicare un nuovo articolo e vado di fretta:
Fabrizio: scrivimi precisando meglio il refuso, perché non l'ho trovato. Se hai ragione, ti nominerò commissario Moltalbano del blog. -))
Grazie, Mahmoud, della bella poesia: quante cose ci perdiamo a causa delle barriere linguistiche (e di mercato)!
tenete in serbo i commenti caustici per il prossimo articolo.
Saluti a tutti
Carlo