19 febbraio 2010

Le badanti



Je veux dédier ce poème
A toutes les femmes qu'on aime
Pendant quelques instants secrets.
A celles qu'on connaît à peine
Qu'un destin différent entraîne
Et qu'on ne retrouve jamais

Voglio dedicare questa poesia
a tutte le donne che si amano
per qualche segreto istante.
A quelle che si conoscono appena,
che un diverso destino coinvolge
e che non s’incontrano mai.

Antoine Paul – Les passantes – 1911

Svoltano l’angolo della viuzza, antica come il rintocco delle campane, e si gettano frettolosamente nella statale: l’attraversano e si fermano di fronte alla Farmacia. Sembrano aver fretta, attendere qualcuno, essere attese.
Sono due, grassottelle e bionde, hanno entrambe le mani occupate a reggere pesanti sporte colorate: grandi borse di paglia intrecciata, sulle quali s’intravedono le ombre d’improbabili scenari tropicali. Tropici del tempo che fu – verrebbe da dire – tanto le palme ed il mare sono sbiaditi.
Attendono nervosamente, con l’ansia di chi spera: che cosa e come non si sa, ma si spera.
Forse c’è la paura d’esser giunte in ritardo, la speranza che altri ritardino, oppure che l’orologio sia rimasto sapientemente puntato qualche minuto avanti, per non concedere al tempo il lusso di sfuggire.
Parlottano, con quella cantilena russa che arrotonda le vocali e le allunga, per poi troncare la parola in un amen, come a dire che la vita può essere sì armoniosa, mentre il destino è sempre incerto.

Un furgone bianco, che appare dopo aver svoltato la curva, tronca a metà la frase: non sapremo mai se erano confidenze d’amore oppure trepidazioni di madri, poiché quel furgone bianco è il deus ex machina che irrompe nel proscenio, e tutto tacita.
E si ferma, proprio accanto alle donne.
Miracolosamente, la scena si anima e si tinge di nuovi colori: anche le stampe scolorite delle borse sembrano riprendere vigore.
Due uomini scendono: sono magri e slanciati, capelli scuri, giubbe con mille tasche che possono contenere di tutto, scarpe da tennis ai piedi. E parlano.

Non capisco – ovvio – cosa si dicono ma sembrano reminescenze di qualcosa che è lontano, oltre l’orizzonte del tempo, mentre comunicano con frasi brevi: a volte un sorriso sboccia furtivo sui visi delle due donne, oppure un gesto pare quasi voler cancellare la frase appena udita.
La scena adesso prende vigore ed accelera, poiché i due uomini aprono il vano posteriore del furgone e salgono: il contenuto delle borse viene svuotato con cura e, ogni pacchetto, trova un posto che sembra esser già stato assegnato all’inizio dell’avventura, quando il furgone era ancora nella pianura ucraina, placidamente adagiato nell’aia di qualche dimenticata cascina, oppure in un capannone della zona industriale.
Appena le mercanzie hanno raggiunto il loro posto, le borse tornano a riempirsi con altri, misteriosi, involti: non smettono di parlare, di gesticolare, di sorridere.
Terminata l’operazione, i saluti sono furtivi, come quelli dei viandanti nella notte: i due autisti riprendono posto in cabina, ripartono, e le due donne tornano ad imboccare le antiche viuzze del centro storico. L’ultima immagine che la mente registra è una targa ucraina, con misteriosi caratteri cirillici mescolati ad altrettanto intelligibili lettere dell’alfabeto latino.

Quella stessa mattina, so che arriverà la legna: l’Inverno è duro, e non basta mai.
Come tutti gli anni, e tutte le volte che arriva il camion con la legna, già so che Ivan – l’amico “del cuore” di mio figlio – ci sarà. E, come tutti gli anni, si ripeterà la solita cerimonia: non voglio soldi perché io amico. Risposta: proprio perché sei un amico, possiamo farti un regalo? I soldi per la pizza?
Se sono soldi per la pizza allora va bene, Ivan accetta, altrimenti l’amicizia – se fosse stato salariato – sarebbe infranta.
Ma mio figlio lo invita a pranzo, e Ivan non può sottrarsi: anche in quel caso, l’amicizia sarebbe per lo meno incrinata. Deve però recarsi a casa – solo per lavarsi, so che è una scusa – e se ne va.
Torna che profuma di doccia appena fatta con due pacchetti, che posa sul tavolo, precisando che sono per me: si vede che il capofamiglia – in Ucraina – ha ancora un ruolo che da noi s’è perso.
C’è una bottiglia di vodka ed il classico formaggio “a fili”, che assomiglia alle nostre scamorze affumicate e serve ad accompagnare la birra fatta in casa: Ivan, ogni tanto, si ferma con noi a bere una birra e, sempre ogni tanto, porta un po’ di formaggio. L’equilibrio è perfetto, le tradizioni rispettate: tutti possiamo ancora crederci uomini, “sotto il vento e le vele”.

Ivan non s’offende se mi sbaglio e lo chiamo “russo”, anche se mi ha raccontato che è di Lviv, quasi in Polonia, perché c’è un’anima comune che va oltre la geografia e la politica. Anzi, mi sussurra anzitempo di conoscere già il nome del vincitore alle prossime elezioni: «Sarà Yanukovich, è meglio per tutti.» Pragmatismo slavo, merce che talvolta si pensa che non esista, spesso subissata dalla nostra idea dell’oriente slavo: dalla mattanza jugoslava agli incessanti conflitti interni di Dostoevskij.
Ivan frequenta un Istituto Professionale, ma già lavora – quando lo chiamano – per dare una mano nella falegnameria, quella del proprietario della casa che hanno in affitto: lui, la madre e la sorella. Degli uomini della famiglia spesso racconta: padre, nonni, zii…che sono rimasti là, in Ucraina, a seminare e raccogliere le patate, a distillare la vodka, a resistere al vento della steppa. Perché? Poiché c’è un senso atavico in quel “resistere”, quasi che fosse la garanzia dell’esistere, del testimoniare il trascorrere del tempo sotto quei cieli bigi, con le auto scassate e la Polizia che si compra e si vende per cinque euro.
C’è però in Ivan un sentimento nobile che traspare nella dignità del sedersi, di versare la birra nei bicchieri, nel raccontare le storie lontane e vicine. E, man mano che il tempo passa, comincio a capire chi ho di fronte, chi veramente è il ragazzo che osservo spazzare di fronte alla falegnameria.

E’ un pomeriggio d’Autunno, e mio figlio sta provando la lezione che dovrà mostrare al suo insegnante al Conservatorio: squilli di tromba e “stecche” si susseguono ordinatamente. A rompere la sequenza, però, la voce di Ivan; «No, Emi, no: qui tu fatto La naturale, no, dimenticato, bemolle in chiave, non La naturale!»
Vengo così a sapere che Ivan non conosce solo approssimativamente la musica, perché è difficile dare un simile giudizio mentre s’ascolta e si segue, contemporaneamente, lo spartito. “Perché ci vuole orecchio”, direbbe Jannacci.
Così, una sera, racconta con la semplicità dei semplici che lui ha studiato violoncello. Gli chiedo quanto gli mancava, in Ucraina, per terminare gli studi.
Lui, con un’innocenza che è rara da scorgere nei ragazzi italiani appena mettono nel cassetto un “pezzo di carta”, semplicemente afferma: «No, io finito, finito cinque anni di violoncello con diploma.» Punto. E che punto.
Non so cosa prevedano i piani di studio ucraini in merito, però questo ragazzo che studia meccanica al Professionale è diplomato in violoncello. E il violoncello?

Qui, glissa. Non riesco a capire bene che fine abbia fatto il violoncello…c’entra la nonna, voleva che lui studiasse lo strumento…ma di più non si riesce a sapere. Se qualcuno ha notizie di un violoncello scomparso nelle nebbie della globalizzazione, ne dia notizia, per favore.
Può darsi che, con il progredire dell’astronautica, un giorno lontano scopriranno in qualche nube cosmica dimenticata un guazzabuglio d’oggetti che, questa gente travolta da eventi non suoi, non appartenenti alla loro vita, è stata costretta ad abbandonare. Se trovassero il violoncello di Ivan, prego inviare una mail allo scrivente od ai suoi eredi.

Se c’è Ivan, però, c’è anche Samir, che è una discreta testa di c…
Perché?
Poiché Samir ha la bella abitudine di farsi prestare le cose e poi, per riaverle, bisogna cercarlo con i segugi. Per carità, non ruba mai nulla, semplicemente “si dimentica”: la mia prolunga elettrica la tenne sei mesi, punta e mazzetta tre. Per fortuna c’è il fratello Youssuf, che è più serio.
Quando la pazienza termina, allora si ricorre a Youssuf, il quale allarga le braccia «Testa di m…» ruggisce in buon italiano, se lo fa ancora lo dirò a Mohammed.»
Perché Mohammed è il più vecchio dei fratelli, ed è il capofamiglia: guai se lo venisse a sapere! Sarebbero botte.
Ovviamente, per la gente del posto Samir è un “brucia”, uno sul quale non fare affidamento: per quelli un po’ più leghisti, diventa subito un “marocchino di merda.”
Dimenticano, questa buona gente, che spesso si comportano nell’identico modo (o peggio): un familiare di mia moglie, chiese ad un cugino se poteva mettere l’automobile sotto una tettoia che il parente non utilizzava. Certo, io non la uso…
Dopo vent’anni gli presentò il conto: usucapione, adesso è mia, vai pure dall’avvocato se vuoi.
Io stesso ricordo che un amico prete mi prestò un trapano a manovella per fare un buco nel bosco, dove non c’era corrente elettrica: non sapevo come fare, dopo 12 anni, a riportarglielo. Difficile, per uno scrittore, non trovare le parole, eppure non vennero: per fortuna che era prete, e che la carità cristiana ebbe il sopravvento.
Non per questo, però, sono diventato un “italiano di merda.”

Ma i ricordi vanno all’indietro, ad una sera di tanti anni fa, quando un amico allevatore venne a trovarmi portandosi appresso il suo “aiutante”: la luce delle scale era spenta e, l’aiutante, era così nero che quasi non lo vidi.
Ci sedemmo e, soprappensiero, versai del whisky in tre bicchieri: all’ultimo momento mi ricordai, imbarazzato, che l’ospite poteva essere musulmano.
Fu lui stesso, in un italiano stentato, a togliermi dall’imbarazzo: «Sì, musulmano, però…» e scosse il capo sorridendo.
Se l’italiano era approssimativo, il nostro guardiano e mungitore di capre parlava correntemente inglese e francese: quando dico “correntemente” intendo sostenere che non riuscivamo a stargli dietro.
Già, perché oltre alle lingue aveva anche una laurea in Economia.
Come mai, allora, l’emigrazione?

Colpa del Presidente Carter.
La sua famiglia – spiegò – possedeva un’azienda agricola dove producevano arachidi. Subito la mente s’ingombra d’immagini, dove schiene nere e sudare zappano una terra arida e polverosa, accompagnando la fatica con antiche cantilene tribali.
E’ lui stesso a spazzare la mia mente: «Avevamo due trattori, un Fiat ed un Renault, e le cose andavano bene. Io e mia sorella aiutavamo nei lavori di campagna, ma entrambi abbiamo studiato fino alla laurea.»
E poi? Dopo?
Dopo arriva Carter, che è un coltivatore estensivo d’arachidi, ed iniziano complessi “accordi” con il suo Paese: difficile capire i termini della questione, un po’ per la lingua, ma soprattutto perché lui è un economista e spiega con dovizia l’argomento, usando termini tecnici che noi non conosciamo.
In buona sostanza – riusciamo a capire – il prezzo delle arachidi comincia a dimezzarsi ogni anno, per più anni: non c’è bisogno di chiedere altro per comprendere.
Giunge così a Genova – all’epoca non era necessario usare i barconi – sbarca da un mercantile e cerca lavoro: il primo ricordo che ha dell’Italia – ricorda – furono un paio di banane che acquistò in un negozio. Non conosceva ancora il valore del denaro italiano, ma dal resto che gli diedero comprese che erano costate parecchio: lui, le raccoglieva in giardino.

Qualcuno dirà che esistono anche i delinquenti: certo che esistono. Io stesso me ne ritrovai due quasi “precipitati” in casa: s’erano arrampicati lungo le tubazioni esterne del metano. Fui fortunato e loro sfortunati, giacché una sciabola a pochi centimetri dalla gola convince, mentre prendere la via della fuga costò ad uno dei due una caviglia rotta. Mi fecero quasi pena, nel vederli arrancare lungo la viuzza mentre fuggivano, con quello con la caviglia rotta che gemeva e l’altro che cercava di scrollarselo per scappar via veloce: dalla parlata, mi sembrarono albanesi. Ma l’amichetto dei giochi di mio figlio, ai giardinetti, era il figlio di un muratore albanese e mia moglie discorreva con la madre delle solite cose, che tutte le madri hanno da meditare con altre madri.

Viene allora da dire che è in pericolo la nostra cultura, la nostra religione, il nostro “essere” italiani: vorrei ricordare che nessuna cultura, non timorosa di se stessa, ha mai avuto problemi di confronto. Ne siano esempi l’India inglese, dalla quale gli indiani si liberarono, cercando però di mantenere “l’impianto” amministrativo, scolastico ed organizzativo inglese. Oppure la tradizionale emigrazione curda e turca in Germania.

Mustafà era proprio un “vu cumprà” nel senso stretto del termine: girava mercati, strade e case per vendere le solite cose: calze, magliette…
Ogni tanto passava da casa nostra: suonava e proponeva la merce. Talvolta compravamo qualcosa, altre volte no: quasi sempre si beveva un caffè assieme.
Un giorno giunse e, già sulle scale, si lamentava del Ramadan: è dura, però bisogna farlo…
Come un perfetto ignorante, lo invitai a prendere il solito caffè, alle solite quattro chiacchiere: solo dopo ricordai che non poteva prender cibo né bevande durante il giorno.
Notai che era un po’ sulle spine, ma non ci feci troppo caso: in realtà, Mustafà era combattuto fra due precetti, ossia rompere l’impegno religioso oppure offendere l’ospite. Ritenne, evidentemente, che offendere l’ospite sarebbe stato più grave e confidò nella comprensione di Allah. Si sa: gli Dei sono omnicomprensivi, e dunque possono anche sorvolare su un caffè “corsaro”.

Oggi, un’indagine rivela che il 45% dei ragazzi italiani non si fida degli stranieri, oppure li odia. Per conforto, un buon 40% non prova questi sentimenti.
Mi chiedo se questi ragazzi abbiano mai provato ad ascoltare i loro vicini di banco, di scuola, di bar, di piazza.
Ho avuto il privilegio di poterlo fare, di riuscire nel convincerli a farlo.

Quando, anni or sono, nella nostra scuola apparve qualche indizio di razzismo – per carità, semplici risatine di sufficienza, sussurri fra “italiani doc”, marginali tentativi d’emarginazione – in accordo con il Preside decidemmo un’iniziativa “giornalistica”.
Con la redazione del giornalino scolastico e della radio d’Istituto, organizzammo una serie d’interviste: i ragazzi italiani intervistarono i loro coetanei d’altre nazionalità sulla loro terra, il loro passato, le loro esperienze. Dopo, ovviamente, aver ricevuto l’assenso dai ragazzi stranieri all’intervista.
Io non feci altro che organizzare le interviste: tempi, modi, formati audio, ecc. Poi, li lasciai “sbattere”.

Dopo qualche giorno, uno degli intervistatori mi fermò in corridoio e mi condusse sulla scala antincendio – il luogo dove ogni proibizionismo scolastico cede – e solo allora m’accorsi che aveva gli occhi lucidi.
«Prof, ho l’intervista ad Erika, ce l’ho qui nella chiavetta,,,»
«Bene, poi la ascoltiamo e…»
«No, prof, questo lo so, nessun problema…solo che…»
«Che cosa?»
«Solo che…ho dovuto farmi forza per non piangere mentre la intervistavo, ci sono riuscito, però…»
«Però?»
Sbottò: «Ma come si fa a rimanere indifferenti, quando senti raccontare della fame, delle giornate trascorse a cercare semi di girasole per mangiare…e poi gli scafisti, un bambino…non ho capito bene se morì durante la traversata, poi vedremo se si riuscirà a capire meglio riascoltando…e la madre che non voleva che lo gettassero in mare…» scoppiò a piangere.
Volle continuare «Come si può pensare che sia la stessa Erika con la quale andiamo in discoteca: nascosta per giorni in un uliveto nelle campagne del Salento, che si nasconde e striscia per raggiungere un vagone, poi sale sperando che la polizia non trovi lei e la famiglia… ma come si fa, come può succedere…»

Non ho nessuna difficoltà ad ammettere che esistano situazioni ben diverse, nelle quali è difficile comunicare: io stesso, mi trovai nella condizione di far scivolare la conversazione sulla lama di una sciabola.
Però, ascoltiamo poco, quasi niente.
Allora, mi sovviene un dubbio: forse che il nostro “non conversare” sia dovuto più al non avere niente, o poco, da raccontare?
Cosa possiamo raccontare a questa gente che è fuggita da tragedie inenarrabili, quale aspetto della nostra magnificata cultura li può attrarre? Ci sono le bellezze dell’Arte, ma non illudiamoci: sono bellezze d’altri italiani, d’altra gente, d’altri cieli. Non insozziamo il loro ricordo con gli umori delle nostre fauci.
Cosa possiamo raccontare, oggi, di noi?

Vogliamo narrare come una combriccola di schifosi lenoni e prostitute s’è accaparrata milioni – forse miliardi – di euro per dividerseli, nel nome di una poco giustificata “urgenza” negli appalti?
Che tutto deve passare nel dimenticatoio della normalità, benedetto dagli aedi di regime, dai Minzolini ai Vespa? E’ questo che possiamo narrare? Oppure lasceremo difendere la nostra “cultura” ai Borghezio? Ed alla, di loro, fallace e defunta cassandra?

E la grande Europa, quella che nei suoi documenti costitutivi desiderava andar oltre la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, che fa? Non riconosce un titolo di studio ucraino soltanto perché conseguito fuori dai sacri confini? Lo nega per fare in modo che un violoncellista sia costretto a spazzare una falegnameria?

Allora, si giunge a pensare: aspettate pure trepidanti i vostri furgoni, che portano la vostra vodka ed il vostro formaggio – tanto, nessuna ragazza italiana andrà a pulire il sedere ai vecchietti – ma rimanete non-integrati, salvaguardate le vostre culture perché, al confronto della nostra, sono sacre.

Giovanni Paolo II ebbe a dire che l’Italia era ormai “terra di missione”: inizio a credere che avesse ragione.

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.

49 commenti:

Libero ha detto...

io sono un o.s.a operatore socio assistenziale cioè badante con qualifica senza lavoro allora cosa vorresti farmi far fare 24 su 24 di lavoro a 700/800 euro al mese senza giorno di riposo senza ferie senza diritti la menata è più complessa ridurre le cose al fatto che gli italiani non vogliono fare più certi mestieri caro carlo e fare il gioco degli schiavisti carlo vacci tu nei campi per una miseria o sui ponteggi insucuri per 20 30 a giornata ciao

Anonimo ha detto...

Caro Carlo,

Veramente un bell'articolo. Posso darti una ulteriore testimonianza di ciò che scrivi: ho in classe un'alunna albanese. Suo padre, ingeniere ed ex commissario di polizia in Albania, ha dovuto lasciare l'incarico in quanto era l'unico poliziotto a non accettare mazzette in commissariato, perché secondo la sua indole semplicemente non era giusto.
Ora lavora in un caseificio con ed ha la moglie, la madre e tre bambini da crescere, ma riesce a guardarsi allo specchio.
A volte non è solo la fame ad obbligare le persone a cercare nuove vie...

Con stima.

René.

Davide1969 ha detto...

Il danno peggiore fatto dalla "combriccola di lenoni e prostitute" non è stato solo quello di accapparrarsi vagonate di euro con la scusa dell'urgenza degli appalti. Che poi, se ti riferisci alla faccenda di Bertolaso, non è che l'ennesima (magari fosse l'ultima) di una purtroppo lunga serie. Credo che finirà solo quando non rimarrà più nulla da spolpare, questi faranno il vuoto.
Certo, mangiarsi l'Italia è di per sè un crimine dei peggiori. Ma altrettanto grave è stato il "lavoro" che hanno dovuto fare sugli Italiani: azzeramento di quanti più cervelli possibile, distruzione del senso della "cosa comune", inculcare l'individualismo, far percepire la solidarietà quasi come un dis-valore. Renderci invidiosi di loro, desiderosi di poter un giorno arraffare almeno le loro briciole. O almeno rassegnati. D'altra parte, o così o probabilmente qualche "Bastiglia" l'avremmo ormai presa anche qui nell'ex Belpaese. Ma in quanti altri posti al mondo una classe dirigente (verso dove?) potrebbe permettresi impunemente certi comportamenti?
E sì che la "ricetta" sarebbe vecchia di circa 2500 anni. Non so se poi siano riusciti a metterla in pratica compiutamente, ma la ricetta la conoscevano.

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

doc ha detto...

Spesso viene un Pakistano che cerca di vendermi sempre qualcosa, una collana o un braccialetto.
Questa storia va avanti da un po'.
Ieri sera gli ho chiesto - si chiama Assiz Sabbah- se per favore in futuro non mi avrebbe più chiesto di comprare qualcosa.

Ovviamente parla quasi correttamente l'italiano, comunque in modo scorrevole, ed un po sconcertato dalla mia richiesta mi chiede : ma perche'?, io chiedo e tu mi rispondi, e' semplice, no?.

Purtroppo per me non e' semplice dire di no.

Dopo che gli ho dato - con fatica- la risposta "vedi Assiz io mi vergognerei a dirti di no, per cui preferisco chiederti di non farmi più richieste di comprarti qualcosa", lui capisce subito e risponde ok, va bene.

Personalmente, sia dove lavoro che dove abito, spesso sono venuto a contatto con extra, spesso trovo qualcuno di loro ai semafori e, spesso, da qualche anno mi ritrovo a cercare qualche spicciolo per darlo al lavavetro di turno.
Ma forse lo faccio solo per sentirmi a posto con la mia coscienza..

Oppure - e comincio a pensarlo seriamente- per dar loro, oltre a qualche spicciolo, un sorriso aperto sincero.

E sempre più spesso capita che i sorrisi si incrocino.

E mi sento meglio, si decisamente meglio.

Donato Curcio

P.S. Non ti bastava la poesia e la pagina del libro?
hai per forza voluto fare lo scrittore?
comunque grazie, ormai sei come un vecchio amico.
Doc

halo1367 ha detto...

Caro Carlo, tu scrivi: "...rimanete non-integrati, salvaguardate le vostre culture perché, al confronto della nostra, sono sacre."

Ti capisco e concordo pensando al marasma in putrefazione che ci circonda.

Cultura, conoscenza e rispetto ormai ti vengono riconosciuti solo se "adori" Ilgrandebugiardo e la sua di cultura.
Se sai tutto del Grande Fratello.
Se per te "Cosentino" è solo un abitante di Cosenza.
Se Bertolaso..."non ci credo neanche se me lo dimostrano!"
Se attraversi il crocchio di extracomunitari con la faccia schifata e commenti con gli amici "quando li ributteremo sui barconi sarà sempre troppo tardi".

Ma la nostra società è anche quella che tu racconti nei tuoi "articoli".

Profumi colori sensazioni facce corpi sangue esperienze sogni rabbie amori paesi donne uomini bambini,
che contano che valgono che hanno spessore certo ed obiettivo.

Certo si fatica a dare a se stessi ed agli altri il giusto valore.
Per fortuna ancora ci si riesce con una attenta NON frequentazione della "cultura" dominante.
Sarà che mi sono sempre gioiosamente sentito parte di una minoranza ma ciò non mi pesa, personalmente.
Certo mi guardo attorno ed il groppo alla gola spesso mi toglie ogni fiducia nel futuro di questo popolo elettore/contribuente/consumatore/debitore, felice di esserlo.

Ciao Carlo
Fabrizio D.

P.S.: ho finito la settimana scorsa di leggere "Come l'onda". Qui non faccio nessuna "recensione", chi sono anche solo per tentarla?
Per il momento ti voglio solo dire che l'ho letto come si beve un bicchiere d'acqua fresca in una serata d'Agosto. Adoro ciò che scrivi e, ancor di più, come lo scrivi. Grazie Carlo.

doc ha detto...
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Carlo Bertani ha detto...

Mi dispiace - Libero - che tu l'abbia presa in questo modo: se hai letto i miei tanti articoli, sfondi una porta aperta.
Se posso essere sincero, ciò che hai scritto mi ha ferito profondamente.
Ho sempre scritto che le garanzie sul lavoro devono aumentare, non diminuire.
Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto: ho sempre difeso gli schiavi dagli schiavisti.
Poi, il senso di questo articolo era altro: osservare come questa gente non siano dei "signor nessuno", ma hanno le stesse nostre esigenze, hanno la loro umanità che qui viene violentata.
Certo, portano via del lavoro, ma non credere che gli italiani disposti a seguire gli anziani siano poi tanti. Se gli italiani rifiutano questi posti, chi li dovrebbe fare?
Oppure, stabiliamo che si facciano in tre turni: chi può sborsare, a dir poco, 3.000 euro il mese per un anziano?
Conviene licenziarsi!
Il tuo problema, il mio problema, il loro problema non troverà mai soluzione finché ci saranno a governarci dei corrotti e dei corruttori.
Questa gente è variegata come ovunque nel Pianeta: siamo noi a pretendere che siano tutti buoni o tutti cattivi, all'occorrenza, secondo le nostre esigenze, secondo il diktat politico.
In realtà, tutto ciò nasce dal tradimento dei principi della democrazia ateniese, come ricorda Davide, oppure dall'imperante corruzione, come René spiega anche per l'Albania.
Poi, trovare un punto d'incontro, non è così difficile: doc/donato, dopo alcuni tentativi, c'è riuscito.
Soprattutto, non scarichiamo le difficoltà economiche che questa classe politica, questi veri e propri ladroni ci propinano sulle loro spalle, che non lo meritano.
Iniziamo, circondati da infinite cloache, a raccontare storie diverse - come l'ingegnere poliziotto di René - ed il tanto paventato timore di Fabrizio (e, qui, anticipo Orazio) di una società plasmata sul diktat televisivo sarà depotenziata.
Di quanto?
Non lo so, però - dopo anni di fatica - Wikio m'ha chiesto di tradurre e pubblicare all'estero i miei articoli.
Non sapete quale gioia sia per me: non per il mio ego, bensìp er il pensiero che il cerchio s'allarga ad altri paesi,a gente diversa, a nuovi stimoli.
Piano piano, il cerchio magico di Alce Nero s'espande.
Ciao a tutti
Carlo

PS: Perché, Fabrizio, non lasci un commento sul blog per i commenti ai miei libri? René lo ha fatto. Per me è piacevole leggere le vostre osservazioni, anche critiche.
L'indirizzo:
http://carlobertanilibriinpdf.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

Sei italiani su 10 pensano che la presenza degli immigrati aumenti la criminalità (64,7%; il 51,2% fra le persone di sinistra, il 75% fra quelle di destra e centro-destra). Tuttavia per il 60,4%, gli stranieri contribuiscono alla crescita economica del paese. Emerge da un sondaggio dell'Eurispes sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti degli immigrati contenuto nel rapporto Italia 2010. Quasi la metà degli italiani (46,1%) dice che un atteggiamento di diffidenza verso gli immigrati sia giustificabile; il 22,8% definisce questo atteggiamento pericoloso, il 17,7% riprovevole, il 10,4% condivisibile. L'opinione più diffusa è che gli immigrati svolgono lavori che gli italiani non vogliono fare (86,4%). Per molti, gli stranieri permettono un arricchimento culturale (59,1%) ma aumentano anche il rischio di malattie (35,6%) e minacciano la nostra identità culturale (29,9%). Quasi un italiano su quattro pensa che gli immigrati tolgono lavoro agli italiani (24,8%); posizione più diffusa a destra (33,3% contro il 17,3% delle persone di sinistra). Per il 58,9%, la presenza di immigrati è superiore alla ricettiva del territorio e dell'economia. Sugli interventi di contrasto che dovrebbe adottare il governo, un terzo dei cittadini (33,6%) individua l'inasprimento dei controlli; un quarto (25,5%) una regolarizzazione più agevole. E' opinione condivisa che lo Stato dovrebbe favorire l' integrazione culturale (36,5%). Mentre sulle responsabilità dell'ondata xenofoba, il 31,7% individua i media, il 24,7% il comportamento degli immigrati, il 17,2% le politiche del Governo.
Cari amici probabilmente li avrete letti tutti questi dati, ciò che vorrei rimarcare è l' ipocrisia del nostro popolo che nel reputare a maggioranza un arricchimento culturale l' immigrato lo reputa anche un sudicio, sporco, ignorante portatore di malattie.Come tu ben sai Carlo io lavoro in un albergo e ho avuto il piacere di conoscere e convivere con molti extracomunitari.La mia pesante e lunga vita lavorativa in quetsa azienda la potrei riassumere in un recente episodio che ha colpito un mio oramai ex collega marocchino,il quale, dopo 15 anni di permanenza in azienda e onesto lavoro vissuto nell' ombra del suo capo reparto (lo chef di cucina) che lo aveva sempre considerato nel più gentile dei casi "un marocchino di merda" e che ne soffriva le sue capacità, si è visto licenziare anche grazie all' aiuto dei miei colleghi di reparto che hanno montato a hoc la situazione per poterlo permettere.Ora questa persona naviga in brutte acque con un licenziamento alle spalle giustificato da un suo presunto atto di intemperanza lesivo per l' azienda.Al suo posto sono cambiati da un anno a questa parte 5 persone differenti, tutte italiane eccetto l' ultimo(Brasiliano) nessuno è rimasto e per scelta volontaria, proprio perchè non riescono a convivere con l' unico sopravvissuto colui che ha fatto in modo di mandarlo via.In mezzo a questa scena ci siamo noi con tutto il carico di ipocrisia che comporta, sempre pronti a prendercela con l' immigrato reputandolo inetto quando è di troppo e servizievole (non capace) all' occorenza.Credo comunque che noi da questa gente abbiamo molto da impararee li dobbiamo temere non tanto perchè ci tolgono il posto o portano malattie ma semplicemente perchè loro sanno"soffrire" e quindi sono in grado di rimanere impassibili (al contrario di noi) a quella ipocrisia che ci sta distruggendo.Grazie Carlo per affrontare spesso questo problema che reputo di primaria importanza per ricreare quella coscenza di gruppo che ci possa elevare prima o poi a Nazione.

doc ha detto...

Il problema è di carattere culturale e rientra in quello più generale del concetto di Tolleranza, in senso strettamente filosofico, quindi di:
accettazione dell'altro e di tutto il suo bagaglio culturale.

E' un percorso difficile: esso richiede uno sforzo di onestà etica
che non tutti sono disposti a fare fino a renderlo internamente osmotico al proprio metabolismo

Tutto il resto tipo:
non sono razzista ma certe volte...

quando fanno i bisogni all'aperto (come se la mancanza di servizi igienici pubblici sia una loro colpa...)sono come animali.....

etcetera...

etcetera...

etcetera...

etcetera...

sono , di volta in volta, gli accattonaggi socialmente accettati che il signorotto et consimilia di turno utilizza normalmente: gli stessi che caso mai dopo averlo sfruttato nei campi, la sera lo butta fuori dalla sua proprietà...
e rimanendo e ritenendosi sempre un buon christiano senza vedere che lui il Christo, quello vero, si sta contorcendo dal dolore per trattenersi dal fulminarlo..
etcetera...
etcetera...

Ed il tutto è veramente deprimente, culturalmente abominevole, se solo si tiene conto che ci sono stati fino a qualche anno fa circa 27 milioni di migranti Italiani ....

Buona giornata a tutti
Doc

Ozzastrinu ha detto...
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Ozzastrinu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
halo1367 ha detto...

Per Ozzastrinu.

Una domanda ingenua e sincera.

Incontrando un sito con cui non condivido nulla, io mai ho avuto desiderio di lasciare traccia del mio passaggio...Per quale scopo farlo?

Tu, Ozzastrinu, pensi di coinvolgere o convincere qualcuno, con la tua cultura così lieve e lungimirante, QUI?

Mi interesserebbe veramente capire. Quale stimolo ti spinge a perdere il tuo tempo in un posto come questo?

Il "debunking" è altro discorso che non ha senso qui.
Oppure no?

Ozzastrinu ha detto...
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ladnag ha detto...

è proprio vero carlo, tutto il mondo è paese. grazie per avercelo ricordato.

doc ha detto...

E' l'articolo 21 della nostra Costituzione che sancisce la libertà di tutti ad esprimere il proprio pensiero, la propria opinione e compagnia cantando.

Ma il problema sta in:

1- che cosa e' e come si forma l'attività del pensare;

2- che cosa è e come si forma una opinione.

In comune alle due due attività c'è il dato fondamentale, il quibus per la loro esistenza:

sull'intorno a "cosa" il pensiero si esplicita e, analogamente, su cosa e/o intorno a che cosa si esprime la propria opinione.

Ma sempre e comunque, nell'esercitare questo diritto sacrosanto, si deve sempre e comunque rispettare la dignità dei destinatari dei propri pensieri/opinioni, che viene gravemente lesa quando si usano in modo così inopportunamente aggettivazioni qualificative del tipo "merda " e/o del tipo "bastardi".

In fin dei conti e' un pari diritto di tutti gli altri, cioè del complementare umano a chi si esprime con tali qualificanti aggettivazioni nei confronti.

Sorvolo con piacere sul "lupo al lupo" gridato contro gli altri, che è di facile utilizzo senza prove, come da prassi consolidata.

Doc

Anonimo ha detto...

Caro Ozzastrinu forse non sai che solo l'8% degli stupri viene commesso dagli extracomunitari gli altri vengono tacitamente commessi (spesso senza denuncia) dai tuoi e purtroppo anche miei connazionali, forse sarebbe il caso che ti dai uno sguardo intorno chissà che qualche tua amica non abbia ricevuto molestie in famiglia senza che tu riesca ad accorgertene.Quando si vuole dare la colpa a qualcuno bisognerebbe veramente essere imparziali senza cercare di prendersela sempre con il più debole .

halo1367 ha detto...

Ho capito, Ozzastrinu, non hai nulla di meglio da fare...
Grazie a Doc non devo usare impropriamente altro tempo.

Piuttosto mi piace scoprire che a Wikio hanno la vista lunga!

Bevo un bicchiere alla tua salute, Carlo.

Fabrizio

roy63 ha detto...

personalmanete penso che sarebbe utile non ragionare per nazionalità o razze. Io mi fermo solo alla persona, quindi se una persona di qualunque nazionalità o religione si comporta in modo non corretto nei miei confronti penso solo "Ibrahim" o "Antonio" o "Carlos" o "Li" (ad libitum) è uno stronzo e non "gli arabi" o "gli extracomunitari" sono stronzi.
detto questo, a mia discolpa, posso dire che non seguo la televisione, oppure i giornali nazionali ecc..
Forse una eccezione (vivendo in italia) la farei per gli italiani:stanno diventando o lo erano e me ne sono accorto solo ora, un popolo intollerante,razzista e fondamentalmente stupido. Ritornando all'articolo del sempre ottimo Bertani, io avrei la speranza che tutti gli stranieri se ne vadano anche solo per un mese... tempo sufficiente per purificare l'ambiente da tutte le 'brave persone italiane' che "io non sono razzista ma..."

Carlo Bertani ha detto...

Ho provveduto ad eliminare due commenti di un utente, tale "Ozzastrinu".
Le ragioni dell'eliminazione dei commenti succitati non è da ricercare nelle argomentazioni, bensì nella violenza verbale accompagnata da epiteti.
Nel primo commento rivolti agli extracomunitari in genere, nel secondo ad un altro utente del blog.
Ritengo tali comportamenti assolutamente non compatibili con il dialogo che avviene in questo blog, dove le persone possono avere pareri discordi - vedi il commento di "Libero", che tuttora è visibile - ma mai possono abbandonarsi al turpiloquio od all'insulto diretto.
Non tollererò mai questi comportamenti.
Non si tratta di una questione di "bon ton", bensì di prassi comunicativa: siccome in questo blog s'incontrano persone che provengono da esperienze dissimili, a volte lontane, è giocoforza abituarsi alla "net education" nella comunicazione.
Altrimenti, scadremmo sullo stesso piano di chi aizza i ben noti "circhi per galletti" televisivi.
Rivolgo un invito ad Ozzastrinu, a tornare per evidenziare le sue critiche, senza usare nè il turpiloquio né l'insulto.
Grazie
Carlo Bertani
Amministratore del blog

Carlo Bertani ha detto...

Trovo molto interessante la sequenza di dati proposti da Marco03, che evidenzia un Paese a due facce, come se gli italiani si fossero "accasati" in due scuderie senza mediazione.
Torneremo Guelfi e Ghibellini?
Poi, ho notato che gli "anticorpi" del nostro blog hanno funzionato a dovere, e devo tutto questo a voi, che vi siete mostrati gandhiani nel vero senso del termine.
Non nascondo che questo articolo va a toccare la questione dell'emigrazione, ma se dovessimo affrontarla in termini politici si dovrebbero scrivere altre cose.
Ad esempio, che il maggior numero di stupri avvengono fra le pareti domestiche.
Ho voluto soltanto, in questo articolo, condividere delle esperienze personali - mica tutte positive, quando sguainai quella sciabola me la facevo sotto - per comprendere che forse stiamo facendo di una questione politico/organizzativa del nostro vivere sociale una questione culturale e di rapporti, che non esiste.
Il più delle volte, a parlare con queste persone si scoprono degli universi meravigliosi. Lo sciamannato c'è sempre e dappertutto, sotto ogni cielo: che ci possiamo fare?
Ciao a tutti
Carlo
PS: stasera, mio figlio mi ha solennemente comunicato che lui ed Ivan, la prossima estate, daranno il bianco a tutto il nostro appartamento, più altri lavori a casa di Ivan.
Tremo, ma non per questioni razziali! - )) Abbiate fidanza: facile a dirsi...

Orazio ha detto...

Carlo hai visto il principino savoiardo? Chi l'ha votato? I soliti italiani rimbecilliti. Evviva gli orchestrali partigiani della decenza in Italia. In Italia c'è una minoranza che ancora non ha liquefatto il proprio cervello, ma purtroppo la stragrande maggioranza ha un'età mentale di circa 12 anni e un Q. I. non superiore a 60. Certo che accetto la tua nuova scommessa, porrei la scadenza alla fine di giugno o anche dopo. Tanto in Italia i dementi filo-berlusca sono in ampia maggioranza. Pensa che ieri una collega mi ha detto che era convinta che già Berlusca aveva approvato un decreto contro la corruzione.

Oh Italia terra di santi, navigatori e dementi.

Ciao

Carlo Bertani ha detto...

Ieri sera ero troppo curioso ed ho acceso la televisione per vedere come andava a finire Sanremo.
Avevo letto il testo del regal parto, e - istintivamente, un'era fa scrivevo musica e testi per il teatro - una musichetta aveva iniziato a ronzarmi in testa.
Sorpresa: era praticamente identica a quella che m'ero immaginato!
Cosa vuol dire?
Quando devi musicare un testo, la "prima" non è mai quella buona, se vuoi essere originale.
Puoi mantenerne la traccia, tanto per non perdere in spontaneità, ma dopo devi lavorarci parecchio. Prova, riprova, scrivi e cancella alla tastiera.
A volte serve ascoltare: Morricone ha confessato che la musica de "Il Gladiatore" è "figlia" di una musica per corno inglese che ascoltò in gioventù.
In fin dei conti, chi musica questi testi non è un musicista, poiché essere musicisti significa avere il "respiro" della sinfonia.
Questo per dire che i tre allocchi hanno preso per buona la prima aria che è passata loro per la mente: doveva essere semplice, per essere canticchiata dal popolino.
Poi, dopo essere stati ripescati, non hanno vinto.
Ecco la mia lettura.
Si tratta di un'operazione mediatica, la regia dell'operazione è stata affidata al direttore del Festival (uomo di Sacjola), poiché quella canzone veicola i valori nazional-popolari della destra populista, quella di Berlusconi.
Ma, a rompere le uova nel paniere, interviene Farefuturo (leggi: Fini), che si scaglia contro la canzone, giungendo a proporre lo "sciopero del canone". Sostenendo che quella canzone deride, invece di sostenere la "vera Destra".
Ora, che Sanremo sia una colossale bagiannata, tutti lo sappiamo.
E' però curioso notare come la sotterranea lotta di potere che c'è nei palazzi romani sia giunta anche lì.
Non sfugge più nulla, salvo il debito pubblico: sono proprio curioso di sapere come l'uomo di Arcore se la caverà (se ci arriverà) alla prossima Finanziaria.
Tremonti tace, gli accordi con la Lega impediscono altre riforme pensionistiche, ma dovranno far cassa, e che cassa!
Altrimenti, l'euro di serie B e la Grecia incombono.
Ciao
Carlo

Orazio ha detto...

Purtroppo Berlusconi farà la prossima e chissà quante finanziarie, dal 2013 le firmerà come capo dello stato (sic). Spero che la nostra nuova scommessa tu la raccolga.

Ciao
Orazio

Davide1969 ha detto...

Ho letto, sia pure molto di fretta, il primo post che sono stati giustamente "censurati" per via dei toni e del linguaggio usati. Non avevo tempo per replicare, lo faccio ora, brevemente.
È vero che in alcuni casi gli extracomunitari che arrivano da noi sono delinquenti intenzionati ad approfittare del fatto che in Italia è più facile delinquere che altrove, perché è più difficile essere "beccati" e perché il regime carcerario è meno duro che a casa loro, almeno apparentemente, perché in realtà qui si sa essere durissimi fino alla morte verso i ladri di polli o gli "spinellatori" occasionali mentre chi si sta fottendo l'Italia la passerà liscia o almeno finora l'ha passata liscia. Ne arriva di feccia della società, inutile e ipocrita negarlo: mia moglie, extracomunitaria (latino-americana), ha parecchio risentimento verso questi perché sostiene, con qualche ragione, che squalificano anche lei.
È altrettanto vero che se uno fugge dalla fame, dalla sete e dalla disperazione magari è disposto a lavorare con paghe da schiavo come bracciante agricolo o come manovale edile, trascinando al ribasso questo tipo di retribuzioni già di per sè basse. Ingiustamente.
Però mi chiedo cosa sia più utile per tentere di risolvere i problemi, scusandomi per la banalità: chiudere le frontiere (i delinquenti alla fine passano lo stesso, al massimo si dà un mucchio di fastidi a chi intende cercare un lavoro onesto restando nella legalità, e sono tanti, sono i più: ne conosco tanti e lo so) oppure fare dell'Italia un luogo dove delinquere è difficile e non conveniente?

Carlo Bertani ha detto...

Caro davide1969, se facessimo dell'Italia una terra dove delinquere è difficile, dovremmo per forza svuotare il Parlamento ed avviare buona parte dei nostri "dipendenti" al carcere.
Ti pare possibile? -))
Ciao
Carlo

Davide1969 ha detto...

Non ho detto che sia facile. Anzi, credo anch'io che sia pressoché impossibile. Peccato, perché è l'unica via che funzionerebbe. Non riuscirci prima o poi vorrà dire accettare la fine dell'Italia. La corsa verso il baratro accelera...

Unknown ha detto...

Caro Carlo,
provo il mio primo post ... vengo da una valle del 'profondo Nord del Piemonte', la Valsesia, ora ad 'alta vocazione leghista'.

Questo incipit, x un primo indizio: la Valsesia e' sempre stata una terra di emigranti, in Europa e nel mondo.
Anche recente: 2 miei zii materni son stati fin dall'eta' di 15anni, nei mitici anni '60 in giro x Europa a lavorare; ed uno di loro e' emigrato negli States, e ci vive tuttora.

A mo' di spunto meditativo x i tuoi lettori, lascio un paio di 'ricordi' personali legati al mio zio e padrino e modello della mia infanzia, ora cittadino stelle&strisce, che stimo tuttora.

Estate 1984: durante un soggiorno presso di lui negli Usa, mi raccontava delle sue esperienze d'adolescente in giro x l'Europa; in particolare delle diffidenze da parte dei potenziali datori di lavoro -in Germania e Svizzera sopratutto- causa il suo status di Italiano, solo debolmente mitigate quando scoprivano che proveniva da una regione del nord d'Italia.
Primavera 2008: in un'occasione d1 1 sua visita in Italia, parlando della situazione negli States e delle elezioni autunnali, si esprimeva in questo modo circa gli afroamericani: "son bravi a farsi dipingere come vittime del razzismo, in realta' i veri razzisti sono proprio loro, che sfruttano queste debolezze del nostro sistema..."

Ho provato a rammentare la sua esperienza adolescenziale, ma la risposta fu "era un altro periodo".

I due comportamente son gli estremi di una parabola, a mio avviso, quindi opinabile ammetto, di un 'abbaglio' che sta ciecamente portando molti di noi ad imputare agli altri, ai 'diversi x cultura, formazione, esperienze e tradizione', ogni colpa di un sistema che non sta piu' in piedi. E che ormai ha messo in luce tutti i limiti della sua sostenibilita'.

Secondo me ora anche nelle relazioni umane; o forse sopratutto in quelle.

Grazie x i tuoi post, e difronte all'ottusita' e l'arroganza di alcuni -che bada bene, temo siano la punta di un Iceberg- trovi sempre il modo di riproporne di nuovi in chiave costruttiva.

Carlo Bertani ha detto...

Eh s', Davide, la corsa accelera...l'unica speranza è che quando avverrà l'impatto ci sia una nuova classe politica, in grado di reggere. Ci sarà?
Caro Marco, io sono biellese di nascita, quindi so benissimo di cosa parli: la gente di Roasio e di Gattinara è stata per il mondo a costruire di tutto. La stessa cosa da Borgosesia a Varallo.
L'emigrazione e l'immigrazione portano impresse, come stimmate, delle inevitabili contraddizioni: il perdente di ieri diventa, inesorabilmente, il censore di domani.
I movimenti migratori sono stati la normalità nella Storia, non l'eccezione: lasciamo quindi ogni considerazione "morale" in merito a quelli che hanno le viscere in subbuglio.
L'inesistenza di movimenti migratori testimonierebbe equilibri geopolitici più stabili, ma questo cozza violentemente con i desiderata dei globalizzatori.
Io sono e rimango un socialista convinto, in senso storico oviamente, e continuo a credere che solo raggiungendo un più elevato livello di struttura sociale risolveremo questi problemi.
L'avventura dell'URSS è stata a più facce: ci hanno mostrato, per propaganda, gli aspetti negativi, mentre su quelli positivi di protezione sociale hanno glissato.
C'erano, ovvio, dei problemi irrisolti, ma a mio avviso quella era e rimane la strada.
Da mondare, ripulire, ripensare, ma senza buttar via il bambino con l'acqua sporca del bagnetto.
Saluti e grazie a tutti

ozzastrinu. ha detto...

confermo ciò che dice davide e rispondo che tua moglie non si deve sentire minimamente "squalificata" perchè il discorso extracomunitari=delinquenza deve essere esteso solamente a chi arriva in italia con queste intenzioni, e purtroppo c'è ne sono tanti, posso capire gli africani che scappano dalla fame, ma i rumeni non scappano dalla fame, e sono la maggioranza della popolazione extracomunitaria presente in italia..se sanno che il lavoro non c'è, che c***o ci vengono a fare qui?? sono pienamente disponibile ad accettare chi viene qui con delle finalità buone...ma purtroppo non è così e dobbiamo rendercene conto.

Rispondendo a marco che scrisse in qualche post che solo l'8% dei reati in italia è commesso da extracomunitari, ti inviterei a relazionare l'8% al numero di immigrati in italia, SENZA CONTARE CHE SENZA QUESTO 8% TANTE PERSONE AVREBBERO AVUTA SALVA LA VITA, SALVA LA PROPRIA DIGNITA' COME NEL CASO DELLE RAGAZZE STUPRATE, SALVI I PROPRI BENI RAPINATI DA QUESTE PERSONE, quindi non cercare di giustificare questi extracomunitari dicendo che delinquono "solo per l'8%", ti inviteri anche a leggere i dati istat a riguardo, sono un pò differenti rispetto a quello che dici tu, e si conferma la mia tesi(come quella della maggior parte degli italiani) che la maggior parte degli extracomunitari viene qui per delinquere e fare la "bella vita" in barba alla legge. Bisognerebbe chiedere a questi milioni di individui cos'è che li attira in italia, tanti risponderanno che è la fame a portarli qui, ma tanti non possono rispondere così se gli si fa notare che in italia non c'è lavoro nemmeno per gli stessi italiani....sono altre le finalità che li portano qui, e dobbiamo prenderne atto.

Carlo Bertani ha detto...

Mi spiace, Ozzastrinu, ma i dati ISTAT non confermano quanto affermi. La maggior parte degli stupri avviene all'interno delle pareti domestiche, ad opera di familiari o conoscenti, per lo più italiani.
Se, poi, andiamo ad analizzare il dato della popolazione carceraria, scopriamo che più della metà degli extracomunitari in carcere sono là per il reato di clandestinità, che può semplicemente essere conseguente alla perdita del lavoro. Insomma, si crea un reato per il quale si va in carcere, per poi gridare ai quattro venti che sono delinquenti perché sono in carcere. Il classico cane che si morde la coda.
Perché queste cose non succedono in Francia e in Germania, che hanno ben altri numeri di immigrati? Te lo sei chiesto?
Inoltre, ti faccio notare che i rumeni, qualunque cosa tu pensi di loro, sono comunitari.
Saluti
Carlo Bertani

Anonimo ha detto...

Spero che tu legga il mio commento anche se arriva in ritardo comunque..... La maggior parte dei reati in Italia vengono commissionati dalla criminalità organnizzata (mafia, andrangheta e cammorra) la quale opera in tutti i campi dal traffico degli stupefacenti, agli appalti e riciclo di rifiuti tossici.Questo fenomeno criminale importa anche immigrazione vedi casal del principe o Rosarno schiavizzando e usando questa gente ma probabilmente tu ozzastrinu come molti altri miei connazionali sarai pronto a giustificare di più questo fenomeno in quanto nostrano che quello di gente come tu dici falsamente disperata.Quell' 8% è l' unico che finisce in galera il restante è chiuso nell' omertà delle mura domestiche italiane dove purtroppo l'uxoricidio non è ancora scomparso e dove si dimentica troppo spesso il rispetto della donna.Comunque sarò drastico c'è molta più dignità negli extracomunitari che almeno con me si sono sempre rivolti con rispetto, che da parte degli Italiani i quali sono pronti a vendersi per il sorriso di un capoufficio.Io sarò anche buonista ma quando si è intolleranti e soprattutto "razzisti" bisognerebbe avere il coraggio di dirlo fino in fondo.

Ozzastrinu ha detto...

Un terzo reati violenti commessi da stranieri
Istat, l'80% dei denunciati e' irregolare

(ANSA) - ROMA, 28 GEN - Un terzo dei reati violenti commessi in Italia sono commessi da stranieri, mentre l'80% degli immigrati denunciati e' irregolare. Stando all'Istat, gli immigrati sono autori del 39% delle violenze sessuali, del 36% degli omicidi e di 7 borseggi su 10. Tuttavia - rileva l'Istat - gli immigrati regolari non delinquono piu' degli italiani: sul totale dei denunciati gli stranieri in regola sono il 6%.

Secondo il Sindacato della polizia penitenziaria, il 38% dei detenuti e' straniero. La maggior parte dei denunciati stranieri risulta non essere in regola con il permesso di soggiorno e, verosimilmente, non l' ha neppure richiesto. E' in condizioni di irregolarita' l'80% degli stranieri denunciati per reati contro la proprieta'. Ed e' per questo che recentemente il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha affermato che meno clandestini equivale a meno criminalita'. 'Non faccio equazioni tra immigrazione clandestina e criminalita' - ha detto Maroni - ma sono i dati che dicono che nel 2009, insieme agli sbarchi di clandestini, sono diminuiti anche i reati commessi da immigrati extracomunitari'.
(TRATTO DA TEMPOREALE.LIBERO.IT)

Ozzastrinu ha detto...

marco tu vedi disperazione dappertutto!!!! sei pronto a difendere gli immigrati e a buttare al rogo gli italiani!!!! ma ci rendiamo conto ?????!!!!! basta con questo buonismo ingiustificato!!!! per portare voi alla visione della realtà dovrebbe accadervi un fatto come quelli che sono accaduti purtroppo a tanti italiani!!! solo così iniziereste a cambiare idea!!!!!! basta con la parola razzismo che qua non c'entra nulla!!! se gli italiani odiano gli extracomunitari ne hanno il motivo!!!! è inutile che continuate a difenderli!!! vedete i cinesi??? loro sono delle persone che lavorano!!!! sono pochi in confronto ai rumeni e agli altri extracomunitari, ma si vede che sono venuti qui in italia per lavorare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! non si è mai sentito nulla per i cinesi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! degli altri si sentono solamente notizie pessime!!!!!!!!!!!!!!! in primis i rumeni!!!!!!!!!!!!! volete aprire gli occhi una volta per tutte???????????? basta criminalizzare gli italiani per difendere falsamente gli extracomunitari!!!!!! basta!!!!!! se gli italiani hanno timore degli extracomunitari vuol dire che la motivazione c'è!!!!!!!!! e timore degli extracomunitare NON VUOL DIRE RAZZISMO!!!!! METTETEVELO IN TESTA UNA VOLTA PER TUTTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

doc ha detto...

Einstein riteneva che sia la stupidità che l'universo fossero due entità infinite. Ma poi aggiunse che se sulla seconda entità poteva esserci qualche dubbio, sulla prima tutte le prassi confutazionali erano fallite...

Personalmente ritengo anche io che la stupidità sia infinita ma ritengo anche che essa, essendo un bene di diritto privato non possa essere eliminata in nessun modo, neanche nei paesi a regime totalitario.

La speranza, in questo caso utopica, che in qualche modo, tipo con un nuovo diluvio universale o con una in-probabile catarsi culturale, o in qualsiasi altro modo, si arrivi ad un nuovo umanesimo, il cui baricentro sia l'uomo purificato dagli orpelli di tutti quegli egoismi che ormai hanno caratterizzato l'espandersi continuo della società dell'Avere a scapito di quella dell'Essere.

A questo proposito mi viene in mente quella commedia di Teocoli nella quale, interpretando il ruolo del bambino moderno, su ogni cosa che gli veniva a tiro o mostrata gridava :
E' miaaaaaaa, è miaaaaaaaaa!!!!!,
che è l'equivalente di
"è colpa del nero, del rom, dello zingaro"
e/o "è colpa di quei delinquenti naturali che sono gli immigrati".
Ma c'e' di più e di peggio: si pensi a tutte quelle idiozie pronunciate da una classe politica, specie a livello istituzionale, per arrivare a sostenere l'equivalena tra immigrazione e criminalità -un vero e propio delirio tremens-
gridate dalle TV ad ogni occasione

E' si pensi a quello che si sta facendo/dicendo in Italia con i vari mar(r)oni, tiso, giovanardi ( l'elenco sarebbe lungo, ma va esteso almebno a quei mentecatti che hanno scritto quella ignobile famigerata legge), e con tutta la similia corifea...

A questo punto è meglio che smetta di scrivere (mi si sta montando quell'ira funesta che...produce solo danni).

Doc

ozzastrinu. ha detto...

ahhahahahaah!!! doc stai delirando di brutto eh!!!...arrivando a dire che la stupidità è un bene di diritto privato!!!! stai rasentando il ridicolo!!! voi siete la classe di persone buonista...che di fronte alla realtà delle cose continua a coprirsi gli occhi per non cadere nell'ipotesi di razzismo (vista dai vostri occhi)...continuate pure a farvi prendere per i fondelli da tanti extracomunitari, a milioni ormai in italia e secondo voi tutti che scappano dalla fame...quando la fame ormai la stiamo facendo noi italiani...non è possibile!! deve succedervi qualcosa per farvi cambiare idea!! qua dentro si criminalizzano gli italiani e si proteggono gli extracomunitari!!! meno male che siete una ristretta minoranza...il resto degli italiani ha espresso bene la propria idea...a fronte delle vostre idee buoniste che continuano a concedere a questi extracomunitari il "pass" per arrivare qui con le intenzioni di fare quello che vogliono...con gente come voi incapace di difendersi e di imporsi a queste persone!!

Carlo Bertani ha detto...

Caro Ozzastrinu, è del tutto inutile che tu sprechi i tuoi punti esclamativi, la due doppie e triple battute e tutto il resto: qui, non incanti nessuno.
Perché?
Perché sei tu stesso a contraddirti, senza nemmeno rendertene conto, quando affermi che i reati sono commessi in gran copia dagli immigrati irregolari, mentre i regolarizzati delinquono come gli italiani.
Bene: chi ha creato il reato di immigrazione clandestina?
Quelli che tu citi, ossia Maroni & Co.
Dopo, è facile gridare "al lupo". Torno a chiederti: perché queste cose non avvengono in Francia e Germania?
Forse perché la stessa "banda" Maroni & Co è quella che ha le maggiori responsabilità nel furto quotidiano di risorse, proprio a danno degli italiani?
Mai sentito parlare della Maddalena e dell'Aquila?
Allora, cosa c'è di meglio che gettare ogni colpa nel didietro agli immigrati? Così stanno bravi, se la prendono con il "negher" e noi possiamo continuare a rubare a man bassa.
Dattela, Ozzastinu: è un consiglio.
Ciao
Carlo Bertani

doc ha detto...

Alcuni consigli veloci:

1-chiedere informazioni a qualcuno che ne sa di più - dizionario, avvocato, ex insegnante..- il significato di bene di diritto privato in contro-apposizione di..pubblico.

2-leggere attentamente almeno le pre-leggi e chiedere aiuto ad almeno un dizionario della lingua italiana

3- convincersi che la Costituzione è la Nostra Legge delle Leggi a cui demandare la difesa del cittadino (italiano o straniero che sia) in tutte le sue molteplici possibilità di applicazione.

4- non farebbe male un ritorno alla classica analisi logica: è sufficiente un testo da media inferiore a cui riferirsi per le elaborazioni di proposizioni logicamente compiute.

5- ripassarsi per favore cosa voglia dire il sostantivo "classe" perchè non e' precisato l'ambito entro cui viene usato: scienze sociali o in quello molto più complicato delle relazioni matematiche in topologia oppure in Al-Jabar ( a proposito erano arabi quelli che l'hanno diffusa)o comunque nella matematica moderna.

6- "imporsi a questa gente", infine è l'apoteosi di una debolezza culturale non prevista nelle democrazie avanzate liberali.

E questo e'una prassi da almeno oltre 2400 anni:forse il discorso di Pericle aiuterebbe tutti, se letto e mandato a memoria.

Se poi Pericle venisse usato come termine di paragone (non il leghista, per l'amor del cielo!!) con tutte le figure dei nostri politici prima di ogni tipo di elezione, allora vorrebbe dire che non saremmo neanche più costretti ad occuparci di razzismo et similia.

Doc

Ozzastrinu ha detto...

tu doc hai problemi seri!!! vorrei vedere l'avvocato che ti ha detto che la stupidità è un bene!!! sicuramente ti stava prendendo per i fondelli proprio come fanno gli extracomunitari con le persone come voi!! è un "bene" tutto ciò che puo formare oggetto di diritto (art 810 c.c.)...e la stupidità non può formare oggetto di diritto e quindi non è un bene!!! ma vuoi andare a spiegare a me queste cose?? ho già dovuto contraddire la storia sull'usucapione presente sul post "delle badanti"...e questo qui si mette a dirmi di andare da qualche avvocato o insegnante per informarmi su cosa sia un bene!!! qui stiamo proprio andando verso lo schifo totale!! hai una visione distorta della concezione "bene" come della situazione italiana riguardo all'immigrazione...non c'è da stupirsi che sia così facile prenderti per i fondelli...interpreta bene le cose prima di inserirle nei tuoi discorsi.

Ozzastrinu ha detto...

Carlo per me la classe dirigente attuale dovrebbe essere mandata alla forca, la mia idea sugli immigrati deriva da una moltitudine di fatti come la lettura delle notizie su una rivista, notizie dei telegiornali, dati istat, persone con cui mi è capitato di parlare e che hanno espresso sempre un giudizio negativo riguardo agli immigrati a causa di avvenimenti non troppo piacevoli...alla luce di queste cose (e alla luce dell'idea che una grossa fetta di italiani ha sugli immigrati) come possiamo continuare a dire che gli immigrati stanno scappando dalla fame?? secondo me hanno capito che qui in italia la bella vita da delinquenti è molto facile (per delle persone che non hanno nulla da perdere), ed'è questo che li attira qui...ripeto che gli unici che sopporto sono i cinesi, perchè su di loro non si è mai sentito nulla, sono qui per lavorare... (l'unico aspetto rilevante è che cercano sempre di sbancare in modo anomalo i video poker), come mai allora c'è questa idea "razzista" (ai vostri occhi) per esempio per i rumeni?? secondo me se questi immigrati fossero venuti qui per lavorare e comportarsi bene....non si sarebbe avuta questa idea di loro presente ormai in tutta italia...è inutile che gridate al razzismo, perchè non è razzismo, è la semplice volontà, che gli italiani hanno, di volere nuovamente un paese tranquillo e stop!...e purtroppo con queste persone non c'è da stare tranquilli, con le persone come voi che continuano ad aprire i cancelli dell'italia la situazione può solamente peggiorare!

Anonimo ha detto...

Caro ozzastrinu non sono erudito come doc e non sono acuto come Carlo il quale ti ha ben spiegato il motivo di quei dati che tu citi e interpreti a tuo uso e consumo, tengo solo a ribadirti che la clandestinità è gestita dalle mafie delle quali probabilmente tu come tanti altri concittadini ne andrai fiero.Immagino che tu abbia seguito il festival di Sanremo e avrai apprezzato la medaglia d' argento del principe, il quale è molto più extracomunitario di tanti altri e la cui stirpe si è fottuta molti denari e molte vite (lasciate in mano ai fascisti).Le persone come te sono il motivo per cui io sono diventato "xenofobo e razzista" al pari tuo, ma non con gli extracomunitari ma nei confronti degli italiani, che eccetto una minoranza si sono bevuti il cervello nella loro ipocrisia e con ciò mi scuso con i frequentatori di questo blog la cui aplomb e sicuramente migliore della mia passo e chiudo.

Carlo Bertani ha detto...

Vorrei invitare alla calma: in fondo, un commentatore come Ozzastrinu è quel che ci voleva per mettere un po' di "pepe" nel blog. E poi, aumentando i commenti, aumenta la visibilità del blog nelle classifiche: solo ora mi ricordo di ringraziarlo.
Per quanto riguarda l'usucapione, vai a rileggere le tre categorie giuridiche cui si riferisce, beni immobili, beni mobili registrati e beni mobili, i corrispondenti lassi di tempo ed i titoli.
E continui a non rispondere alla mia domanda: perché in Francia e Germania, GB, Austria, ecc, queste cose non succedono? Forse perché non hanno la Bossi-Fini?
Se, poi, ti capiterà d'andare nell'Africa sub-sahariana, capirai da solo perchè scappano.
Attendo la risposta alla mia domanda.
Ciao a tutti
Carlo Bertani

Ozzastrinu ha detto...

carlo stessa risposta già data a qualcun'altro, vuoi andare a dire a me che sono studente di giurisprudenza cos'è l'usucapione?? ti ho già detto che il termine per l'usucapione inizia a decorrere quando vi è l'esercizio del possesso che è un'attività corrispondente all'esercizio del diritto di proprietà, che si differenzia dalla detenzione; chi presta qualcosa ad un'altra persona continua a possedere il bene che è però detenuto dalla persona a cui è stato prestato, se il detentore del bene un giorno deciderà di voler far suo il bene dovrà manifestare questa sua volontà, per esempio non restituendo il bene alla richiesta del proprietario, non vale ai fini della presa del possesso la segreta intenzione del detentore di far suo il bene, e non valgono ai fini della presa del possesso le azioni esercitate dal detentore sul bene con il consenso del proprietario. ci siamo?? quindi evitiamo di scrivere certe cose che fanno nascere nelle persone una paura infondata di poter perdere i propri beni in maniera anomala come nell'esempio (falso) che hai descritto tu.

Ozzastrinu ha detto...

Tornando al discorso immigrati, il discorso "fuga dalla fame" lo possiamo fare per gli africani, e solamente per loro, tutti gli altri invece da cosa scappano?? l'immigrazione in italia è un problema ben più grave di quello che possono avere gli altri stati membri dell'unione...l'italia si trova in una posizione facilmente raggiungibile da chi vuole arrivare qui clandestinamente...mi sembra giusta la legge bossi\fini che mira a limitare questo fenomeno, solamente che io sarei andato giù in maniera più dura, non avrei incarcerato le persone, che alla scadenza del permesso temporaneo si fossero trovate ancora in italia, li avrei messi su un barcone e buttati in mezzo al mare con il pieno di nafta per farli tornare da dove sono venuti.

Ozzastrinu ha detto...

marco sbagli di grosso, io non seguo sanremo e non me ne frega nulla dei vincitori e delle manfrine strane che li hanno portati alla vittoria. non farti idee sbagliate su di me...anche io la penso allo stesso modo di come la pensi tu su certe persone...ma io estendo il discorso anche a tante categorie di extracomunitari, che nel caso dei rumeni dovremmo chiamarli comunitari visto che i cretini dei politici hanno fatto entrare la romania nella comunità europea, dando la possibilità a tutti i cani presenti in romania di venire qui in italia senza problemi a fare i delinquenti sfruttando la debolezza della giustizia italiana (e devo dire anche la debolezza degli stessi italiani in alcune zone del nostro paese)...ci bastano i delinquenti che abbiamo qui in italia e invece l'immigrazione c'è ne ha portato molti altri...gente che non ha nulla da perdere...ripeto ancora una volta che i cinesi sono gli unici che qui in italia sono venuti per lavorare, e si notano bene le loro intenzioni; come mai allora gli italiani se la sono presa contro i rumeni e gli altri extracomunitari?? c'è una sorta di gene "malefico" che fa nascere in gran parte degli italiani questa idea?? oppure ci sono i motivi seri e fondati??

Carlo Bertani ha detto...

Si vede, Ozzastrinu, che sei uno studente di Giurisprudenza e non un avvocato: secondo te, una persona che desidera impossessarsi di un bene, ammetterà d'aver ricevuto il consenso del proprietario?
Ma smettila...
Carlo Bertani
per il resto, leggi sopra.

Ozzastrinu ha detto...

ma ti rendi conto di cosa dici?? veramente basterà solamente che il proprietario dica che ha concesso lui stesso l'uso del posto auto in comodato d'uso e che HA VISTO e tollerato sempre questa cosa, appunto perchè è stato concesso in passato il comodato d'uso tramite un accordo verbale ...a chi daranno ragione?? al furbacchione o al proprietario che AMMMETTE DI AVER TOLLERATO LA COSA PROPRIO PERCHE' E' STATO LUI IN PERSONA AD AVER CONCESSO IL COMODATO D'USO??

per la tua domanda me la potresti riformulare? mi hai chiesto come mai il problema dell'immigrazione c'è in italia?? perchè su questo ho già risposto e ho già dato la mia opinione riguardo alla legge bossi\fini.

stefno1 ha detto...

Son d'accordo con chi ha fatto questo commento al tuo articolo.

"Articolo molto interessante quello qui sotto esposto.Perchè permette di evidenziare una situazione assurda e paradossale.Quella di chi ,spesso proveniente dalle file della sinistra intellettuale e parolaia,si trova di fronte ai guasti di sessant'anni di occupazione antifascista.
Carlo Bertani nell'articolo sottoesposto ci parla degli italiani che ,secondo la litania oggi imperante nei giornali e nella televisione,non hanno più voglia di lavorare,sono dei bamboccioni,delle puttanelle che aspirano solo al ruolo delle veline ecc.
E come del resto fa Saviano,si perde in un elogio degli stranieri.Stranieri che sono "come gli italiani di una volta",gente con il senso della famiglia,capaci di lavorare e sopportare con serenità le ingiustizie,donne che non si schifano di accudire bambini e vecchi ecc.
Sembra di sentire,per ironia della sorte,la propaganda fascista sui popoli giovani e forti,ricchi di figli e donne fertili,che sostuiscono quelli vecchi e viziati.
Guarda caso però non una parola sulle cause culturali dello sfascio della gioventù italiana .
Difficile dare la colpa alla cultura fascista,marginalizzata e demonizzata.
Necessario chiamare in causa chi ha governato,per conto dei vincitori della seconda guerra mondiale,sessant'anni l'Italia.
Da dove viene infatti l'individualismo borghese e consumista,il femminismo e le mode culturali che hanno visto la famiglia tradizionale come nemica?
Chi ha considerato come grande progresso la vittoria dei "diritti" individuali contro il collettivismo dei doveri tipico delle culture tradizionali?
Non una parola da parte degli intellettuali sul bagaglio culturale di cui essi stessi sono figli,perchè il riconoscere la società schifosa da loro disprezzata,figlia degenere della cultura democratica e antifascista significherebbe ammettere di avere sbagliato tutto.
Sarebbe la morte ideologica.
Meglio quindi non toccare assolutamente il tasto delle ragioni culturali sul motivo per cui gli italiani sono dei degenerati.Lasciare che le cose stiano così e chiamare gli stranieri a dare linfa umana e vitale ad un'Europa antifascista stanca,vecchia e viziata.
La rimozione della realtà è il dato di fatto che rappresenta la spia dell'atteggiamento malato della cultura di sinistra nei confronti degli accadimenti del mondo contemporaneo.
Milioni di stranieri vengono fatti venire in Italia con la giustificazione che gli italiani fanno schifo,non hanno più voglia di lavorare e devono e meritano di essere sostituiti da stranieri.Pronti ad accettare qualsiasi condizione pur di entrare illegalmente in un paese che non li vuole.
La cultura di destra approva questo sfruttamento in nome dell'ideologia liberale mondiale,quella di sinistra in nome dell'egualitarismo,e quella cattolica in nome del cristianesimo livellatore.
Il sindacato plaude a una manovra che distrugge tutte le conquiste sociali guadagnate in anni di lotta e crea le condizioni per la sua scomparsa.
Nessuno ci spiega come potranno andare d'accordo i tanto disprezzati italiani bamboccioni e i tanto celebrati stranieri sgobboni in un contesto di disgregazione identitaria e concorrenza economica.
Come possano 140 etnie differenti e conviventi nella stessa città vivere in armonia sommando i propri egoismi e avendo come elemento comune la cultura dei soldi,del successo individuale e della concorrenza.
Lo straniero che  viene in casa nostra vuole partecipare non alla cultura italiana che gli italiani stessi hanno dimenticato,storditi come sono dalla pseudocultura dei vincitori della seconda guerra mondiale,bensì a quella che ha trasformato gli italioti in bamboccioni e puttanelle.Cioè quella dell'"american way of life" multirazziale e multietnica.
Nel migliore dei casi diventa come noi e quindi come Bertani e Saviano,nel peggiore un disadattato ghettizzato.
Ottimo risultato non vi pare?"

Anonimo ha detto...

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Mariela García ha detto...

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