02 aprile 2020

Vogliamo togliere di mezzo questo coronavirus?




Purtroppo, non mi ero sbagliato.
Come avrete notato, il decremento di oggi, 2 Aprile, è di pochissimi decimali di punto percentuale, nonostante gli addetti al lavoro si spertichino nel dire che “stiamo arrivando al picco”. I morti, invece, sono aumentati: non è con migliaia di contagiati ogni giorno che si esce dall’emergenza!
Se osservate la curva dei contagi, sul FQ o su un altro quotidiano, i punti di “flesso” – ossia di un apprezzabile mutamento nella curva –  da quando sono in vigore le norme di distanziamento e di reclusione nelle case, sono avvenuti soltanto in due periodi: 29-31 Marzo e 22-24 Marzo, ossia due fine settimana! Perché?
Poiché, semplicemente, la gente si reca di meno al lavoro, molti ipermercati sono chiusi la Domenica, ecc: in pratica, ci sono meno spostamenti, meno contatti e meno contagi.
Se continuiamo così, non ci sarà nessun apprezzabile cambiamento, nemmeno fra qualche settimana e dovremo giungere all’Estate per essere fuori da questa dannata pandemia, ossia quando l’aumento delle temperature (il virus è sensibile alle alte temperature) e dell’insolazione (raggi UV della luce solare) faranno il lavoro per noi.
Un simile scenario, però, ci condurrà verso le centinaia di migliaia di contagi e le decine di migliaia di morti: fra l’altro, senza che l’economia ne riceva nessun apprezzabile risultato positivo.
Allora, meglio togliere il dente subito oppure menarsela per mesi? Gli economisti credono che sia meglio continuare così per mesi? Che l’economia patirà meno danni?
Non sarebbe meglio chiudere veramente tutto? Chiediamo d’esser trattati da “grandi” e non da bambini: avvertiteci prima per riempire le dispense, attrezzate la Protezione Civile per le emergenze alimentari ed altre urgenze e poi – per almeno due settimane – in attività solo gli operatori sanitari, le farmacie, quelli delle reti del gas ed elettrica. Solo i Comuni dovranno mantenere un minimo approccio per la gestione del territorio, in questo aiutati da personale militare. Perché, dopo due mesi di questa menata infernale, non possiamo tenere chiusi nelle caserme almeno 100.000 giovani che potrebbero dare una mano!
Nessun altro in giro e l’esercito a piantonare le strade: chiunque si muova, dovrà giustificare il motivo e, se non sarà più che validissimo, si muterà immediatamente in arresto. Durante la notte, per tutta la durata della chiusura totale, irrorazione delle strade con mezzi chimici che potrebbero essere anche più micidiali, data l’assenza di circolazione. Il Cloro è sempre il miglior antisettico, checché se ne dica.
Non significa fare dell’allarmismo, vuol semplicemente dire non fornire più “alimento” al virus per due settimane, in modo d’abbattere vistosamente il numero dei contagi e ripartire con minime necessità sanitarie e relazionali. Nel frattempo, potremmo attrezzarci per il dopo, ossia pianificare la fornitura di attrezzature di protezione in modo da ripartire con maggiori sicurezze.
E non venite a raccontarci che morirete di fame in due settimane, con la dispensa ed il congelatore pieno! E’ solo la vostra paura a creare dei mostri.
Fra l’altro, sta scoppiando un nuovo bubbone: quello delle case di riposo le quali, seppur protette fin quando è stato possibile dal personale, più di tanto non possono reggere. E, man mano che la situazione degenererà, altri ne salteranno fuori: le strutture psichiatriche, carcerarie…e i senza tetto? Gli immigrati? Il problema, man mano che si va avanti, si complicherà sempre di più. Quella che a prima vista sembra una decisione drastica, viene posta proprio per non dover, domani, prenderne di più drastiche ancora.
Prendiamo una decisione: altrimenti, fra pochi giorni la gente cederà e smetterà di stare in casa, e saremo al vero e proprio disastro.

16 commenti:

alsalto ha detto...

Va bene che non potevi invocare l'angelo della morte che senno' erano cazzi.

Eli ha detto...

Carlo,

hai bisogno di meditare, mi sembra.
Si può mantenere il proprio centro di gravità permanente senza lasciarsi contagiare dalla psicosi seminata a piene mani.
La paura, quello sì che è un virus inarrestabile.

Carlo Bertani ha detto...

No, Eli, confondi un po' di cose.
Io non sono affatto preda della paura, ma mi rendo conto dei rischi sul fronte economico.
Quando si arriverà al famoso "picco", che vuol dire non aumentare più contagi, ci vorranno due mesi per giungere a nuovi contagi zero. Sai dove finisce l'economia? A Frittole!
Se, invece, chiudi tutto ma veramente tutto fermo per due settimane, arrivi direttamente a nuovi contagi zero, che è il vero obiettivo. Intanto, prepari gli strumenti per contrastare l'ondata di ritorno (mascherine e quant'altro) e riparti subito.
Sai, vero, che se l'economia affonda l'INPS ha già comunicato che hanno fondi solo fino a Maggio, vero? Sai cosa succede?
Il mio è parlare da politico, non da persona impaurita. L'Europa non ci aiuterà, stai tranquilla, i tedeschi non cederanno di un millimetro. E allora?
Ciao
Carlo

a ha detto...

si condivido. la scelta poteva anche essere chiudere il minimo indispensabile, accettare i morti e preservare l'economia, ma forse va bene solo per gli stati uniti, dove se la sanità è dimensionata in base al numero di assicurati, se non sei assicurati crepi per strada

Carlo Bertani ha detto...

La scelta è tuttora aperta. Continuando ad abbuffarci di matematica - pensando che la matematica non sia un'opinione, bensì una scienza esatta - ne usciremo, grosso modo, fra una ventina di giorni, quando arriveremo a quasi zero contagi. Sempre che la curva non faccia capricci, senza che gli italiani, per Pasqua, non crollino e vadano al mare, ai monti, e non potendoci andare si trovino coi parenti: soprattutto al Sud, sono quasi certo che avverà.
Nel frattempo, patiremo altri 10-15.000 morti, più quelli che genereranno i circa 120.000 contagi residui. Quindi, dovremo ancora seguire due cicli di 14 giorni, per osservare se non ne saltano fuori altri dagli asintomatici o da casi nascosti residui.
Per metà-fine Giugno, ritroveremo un Paese in pezzi, ci riaffacceremo alla realtà senza sapere come ri-comprenderla, perché saremo cambiati.
Tieni una nazione ai domiciliari per 3-4 mesi e vivi nell'illusione che basti dire "ce la faremo" per risolvere tutto: in realtà, senza rendercene conto, avremo vissuto un'esperienza ancor più grave e deleteria di quando i B-17 ci vomitavano bombe sulla testa.
Almeno, fra un'incursione e l'altra, si cercava di vivere e si sapeva che, quando fossero giunti gli americani, tutto sarebbe finito.
Qui, non arriverà nessuno: ripensandoci, non era meglio chiudere tutto per 15 giorni?

a ha detto...

sicuramente, ma non abbiamo un ordinamento pronto. la cina ai tempi della sars aveva elaborato dei protocolli e oggi le è bastato applicarli, qui al futuro si pensa solo in modo ottimistico, cioè che rimanga tutto com'è e per fare un piccola legge ci vogliono 6 mesi, mi sono già stupito che siano riusciti a fare un paio di decreti emergenza

Eli ha detto...

Come temevo si è instaurata la iatrocrazia, ed una politica impotente ed incapace si nasconde dietro personaggi di grosso calibro, che non sono in corsia a salvare malati, ma saltano da un canale televisivo all'altro, tronfi del loro insperato palcoscenico, nell'attesa del salvifico vaccino e dei conseguenti introiti. Mega scienziati del calibro di Bubù, Yoghi e Pinco Palla.
Costoro già parlano di arrivare a metà maggio nel privarci dei nostri diritti costituzionali, facendo leva sulla paura, e creando le condizioni perché si abbassino le difese immunitarie, la gente si ammali di più, divenga intollerante, depressa, insofferente. Con telegiornali terroristici che bombardano le menti deboli cento volte al dì tutti allineati a reprimere e condannare i reprobi che osano fare quattro passi al sole senza mascherina (carnevale non è finito?).

Le epidemie hanno un loro andamento naturale, bloccare il paese finora non è servito, e se proprio avessero voluto frenare il contagio, avrebbero dovuto istituire i lazzaretti, non ricoverare i malati negli ospedali dove hanno contagiato tutti, pazienti e sanitari.
L'epidemia finirà quando sarà il suo tempo, e poi avrà una recrudescenza.
E l'anno prossimo, quando ci sarà un altro virus, che faranno? Chiuderanno di nuovo l'intero paese? I vaccini non servono, perché i virus mutano molto rapidamente ed inoltre espongono ad altre malattie gravi.


Solo poche voci si sono levate a sollecitare il rafforzamento del sistema immunitario, ma in genere costoro vengono derisi, silenziati, denunciati, ed i loro canali censurati.
Il mio maestro, che non è certo Bubù ma Franco Battiato, canta: "Niente è come sembra".

Carlo Bertani ha detto...

Beh, a, non avevano altre scelte, hanno dovuto chiudere tutto in fretta, ed anche con qualche, fatale, ritardo: il virus in Piemonte non c'era, è stato solo il ritardo delle varie zone rosse ed arancione che ha infettato l'Ovest del Paese. Da Milano (se guardi la cronistoria dei contagi) a Biella, poi a Torino. Da Lodi a Pavia, da Pavia ad Alessandria, e così via. Solo la Spagna ha fatto peggio di noi.

Il rafforzamento del sistema immunitario,Eli, è un concetto molto complesso, che non puoi certo affrontare mentre c'è una pandemia! Poi, c'è una diversa percezione della gravità della situazione, inevitabile, ciascuno di noi è immerso nella realtà che vive.
A Roma, con un'azione tempestiva, hanno bloccato i primi casi e limitato i danni. E poi,c'è la questione meteorologica: non tanto il caldo, quanto l'insolazione la quale, grazie agli UV, distrugge i virus vaganti per l'aria. Oltre la linea gotica, non c'è la nebbia.
La differenza di percezione sta tutta qui, ed il Centro-Sud può solo sperare nello "stellone", altrimenti andrebbe incontro ad un disastro epocale, viste le condizioni del sistema sanitario meridionale.
Qui al Nord, tutti abbiamo perso degli amici, tutti siamo stati colpiti, e viviamo non con la paura addosso, però consapevoli della minaccia che è intorno a noi: un conto è vivere con un migliaio di casi in una città di 3 milioni d'abitanti, un altro aggiornare la lista delle persone che conosci che sono in ospedale o sono mancate. La mia compagna, proprio ora, sta partendo per prendere servizio al lavoro, è un'infermiera, con una figlia infermiera nell'ospedale pubblico, mentre lei lavora in una struttura per anziani. Ascolto i loro discorsi, avverto i loro timori: nel reparto di rianimazione, dove lavora la figlia, devono lavorare per tutto il turno senza potersi svestire né andare al gabinetto: lavorano con il pannolino, perché non ci sono sufficienti tute e caschi di protezione per cambiarli.
Lei, invece, nella struttura per anziani, per ora sono riusciti a non avere contagi, grazie ad un lavoro certosino e meticoloso, ad un'attenzione perfetta in ogni particolare, ma sono sempre in contatto su Whatsapp con il gruppo: medico, infermieri, amministratori, per la minima cosa, il minimo particolare che sembrerebbe insignificante. Ho sentito il mio medico ed il figlio, medico anch'egli e mio ex allievo, ed ho avvertito dalle loro voci la preoccupazione, anche se la celano accuratamente.
Ti saluto con un proverbio tibetano: "Tutti sono grandi yogi quando la tigre è lontana".
Un abbraccio
Carlo

Daniel ha detto...

Putroppo la "gente" sta ancora in giro come se niente fosse. Non hanno la percezione dell'epidemia e non ha affatto aiutato la "narrazione" bellicista, una scorciatoia per la incapacità di spiegare l'evento. Ma forse ha ragione Eli, il CoVid deve fare il suo corso. MI lascia perplesso il dibattito sul dopo: ma se non riesce a dare una dimensione all'oggi, come si può fare una previsione se non grandi linee? La stessa Cina sta avendo i primi contraccolpi e la cosa sembra proprio che continui. Peraltro cosa si deve ricostruire? Non volano i B17, l'Hardware è intatto. Ciò che andrà (forse) riprogrammato è il SW dei rapporti sociali ed economici. Forse mi sbaglio ma aldilà di fumose dichiarazioni "millenaristiche" non ho letto niente. Tutto è quindi da scrivere?
Dal Sud un caro saluto.

Carlo Bertani ha detto...

Probabilmente, Daniel, al Sud avete un'altra percezione del rischio, perché avete dati pari ad un decimo od un centesimo di quanto sta avvenendo al Nord. E' vero che l'harware è intatto, ma mancano i guadagni di questi mesi! Pensa solo a come faranno, in Liguria, i proprietari degli stabilimenti balneari. Insomma, è il software ad aver patito! E' come se una quota dei programmi si fosse messa a marciare al 10% delle sue possibilità: avresti un crash ogni 10 minuti: schermata blu, il sistema deve riavviare...Nel mondo di oggi, le fabbriche, le autostrade, le ferrovie...l'hardware...hanno poca importanza: è la quantità di ricchezza che si riesce a produrre che conta. Lo so che è una bestialità, ma il mondo oggi viaggia così...Ciao

gix ha detto...

In questi giorni ho la percezione, molto vicina (incrociando le dita), di quanto sta avvenendo, almeno a Roma, e ti dico che, benché non ci sia emergenza, la situazione, negli ospedali, è tutt'altro che tranquilla. Oltretutto ho notizia di gente che vi lavora e che viene regolarmente contagiata, paradossalmente forse più nei reparti normali, nei quali non sai con chi hai a che fare, piuttosto che nei reparti dedicati, dove almeno ci si va con un minimo di protezione. La semplice constatazione che non abbiano ancora fatto, finora, tamponi ed esami a tappeto per tutto il personale sanitario ti dà l'idea di come si è proceduto. Si sarebbero dovuti attrezzare e finanziare, da subito, appositi centri di ricerca, per provare a capirci qualcosa, ma ad oggi di fatto, ancora non si hanno indicazioni certe, ed ascoltare tutti questi scienziati che dicono tutto e il suo contrario, da un'unica certezza: che ancora non ci si è capito nulla. L'unico metodo sicuro è quello che si adotta con una qualsiasi influenza, ovvero fare attenzione ai contatti ravvicinati, e allora qualcuno dovrebbe spiegare come mai stando in casa siamo in teoria salvi, se per caso abbiano a che fare con un familiare già infetto e che non sa di esserlo, perché nessuno gli farà mai un tampone. Nessuno spiega quale è la differenza tra andare in un supermercato a fare la fila per la spesa e stare in casa con una situazione come quella descritta. Per quanto mi riguarda ti dico che mi sento molto più sicuro per strada vedendo la persona più vicina a metri e metri di distanza, piuttosto che a casa o in coda al supermercato. Ovviamente non si tratta di sfidare la sorte, le chiusure generali andavano fatte, perché sennò gli assembramenti sarebbero stati ovunque. Saluti

Carlo Bertani ha detto...

Secondo me, se si chiudeva tutto per 15 giorni - ma veramente tutto, anche i supermercati (avvisando qualche giorno prima)- oggi avremmo ben altri risultati. Comunque, è solo una mia idea, ma questo virus è molto sensibile agli UV, giacché nell'Italia dove non ci sono nebbie e vento s'è espanso molto poco. La questione dei tamponi è un rebus: costano pochissimo, ed anche le procedure sono automatizzate. Che non li abbiano fatti per non spaventare la popolazione con la quantità di asintomatici? Del resto, pensa un po' se rivelavano che c'erano tot milioni d'infetti asintomatici cosa succedeva: il panico totale.
Il personale sanitario che si può infettare è principalmente quello fuori dai reparti Cov-19, perché dentro hanno procedure collaudate. Mentre al Pronto Soccorso ti capita chiunque, e non sai se uno che s'è tagliato un dito ha il virus.
Io sono fortunato, perché abito in un paesino dove c'è il deserto totale: ogni tanto, per passare il tempo, vado giù nel fiume a far legna, almeno mi scampo un po'. Ho però una compagna infermiera ed un figlio che fa l'informatico in Ospedale: per fortuna che lui è un tipo attentissimo e meticoloso (l'esatto contrario di suo padre -))mentre nella casa di riposo dove lavora la mia compagna sono stati previdenti ed hanno chiuso tutto ermetico già a febbraio, quando in Liguria non c'erano contagi. Non hanno casi in struttura: per questo sostengo che una linea più dura prima salvava il dopo. Non si può nemmeno farne una colpa al governo: e chi s'immaginava, nel 2020, di cadere all'improvviso nella pestilenza di Milano del 1630? Certo che Conte è ben sfigato: prima il Ponte Morandi, adesso questa...Ciao

Carlo Bertani ha detto...

Scusa, volevo dire "non ci sono nebbie e c'è vento". Ciao

alsalto ha detto...

Che poi si finisce col far la parte degli stronzi.
Ho amici che mi stanno scrivendo, stanno sclerando chiusi in casa, tra 4 mura.
Noi non abbiamo quel problema e lo sanno, e se solo accennassi si fionderebbero in culo ai rischi.
Troppi scopriranno quanto è bello avere un fazzoletto di terra e soprattutto spazio verde intorno a se.
Quali opportunità fornisca.
E lì saranno cazzi.
Non serve l'esercito, ci pensa il virus.
È che si vuole tutto ma non s'è disposti a dar molto.
Contrappasso? Non lo so, so solo che sono anni che impasto merda nell'orto.
Ed arriverà il salvino di turno a dirmi che prima il piemontese.
Ed io mandarino degluttiro'.
L'esercito, se proprio dovesse, mandiamolo a lavorare nei campi a piantare e raccogliere. A far mascherine e consegnare farmaci.
Chi sta a casa ha poco da temere, gli altri se la giochino.

Carlo Bertani ha detto...

Pensa, Alsalto, che io ho a disposizione un piccolo orto a Savona: ma come faccio ad andarci? Così ho attrezzato balconi e mensole dove abito, almeno qualcosa riuscirò a mettere insieme. Ho anche pulito il fiume dai residui dell'alluvione, portando a casa 70-80 quintali di legna. Che ci vuoi fare? Cerchiamo di sopravvivere, come sappiamo fare. Il guaio è che tanti non sanno farlo. Ciao. Carlo

Sed Vaste ha detto...

Lei bertani e'troppo spassoso deve aprire un blog con grillo quello Psicopatico che presto fara'le valigie lui e quel dislessico nano di Conte , si può sapere quando ve ne andrete via in esilio fuori dai coglioni con il Capravirus? Non arrivate a maggio con questa menzogna che fa acqua da tutte le parti ! ma roba da matti ma ancora c'e'gente come lei che crede al Ginovirus ma curatevi andate al cottolengo, ma che popolo di pagliacci, non mi segnali sono in cambodia sono chiuse le frontiere per i pagliacci della psicopolizia suoi amici