Strana data per sancire la fine di un’epoca, il canto del cigno di Silvio Berlusconi e del berlusconismo: a metà fra un 25 Luglio di storica memoria ed un 29 Settembre di ricordi canori, quelli di anni che – a loro volta – ricordavano il 25 Luglio come il necessario prodromo del 25 Aprile, ed il 29 Settembre solo per sognare con le note dell’Equipe 84.
Sicuramente, Silvio Berlusconi – così attento ai cicli astrali ed alla Ghematria – ci avrà fatto caso, ma non poteva farci proprio più nulla.
In un certo senso, Berlusconi ha scelto: ha scelto la Lega Nord come alleato – nonostante le tirate d’orecchi da parte dell’UE per le quote latte – ed ha abbandonato al suo destino il Sud che lo votava, che lo credeva l’uomo della Provvidenza.
Perché lo ha fatto?
Sembrerà banale: perché non aveva altra scelta mentre, tagliando il nodo gordiano, spera d’averne ancora in futuro. Anche se, realisticamente, ci sembra assai improbabile.
La vicenda è nota e stranota: un colpo oggi ed uno domani, i “dissidenti” del PdL tagliavano le ali ai fedelissimi del “capo”, anche perché quegli ignavi erano così fedeli da seguirlo sulla via dell’illegalità la quale, da sempre, è stato il suo cavallo di battaglia.
Solo che, un proverbio orientale recita: “Se la volpe pensa di comportarsi come la tigre, finirà soltanto per rompersi la schiena”. Ed è ciò che è avvenuto ai vari Scajola, Cosentino, Brancher (che è passato da “ministro” a pregiudicato, due anni sul groppone) e compagnia cantante. Domani, sarebbe toccato a Verdini e Caliendo, poi ad altri: quando se ne fanno più di Carlo in Francia, dopo non si può invocare la persecuzione. Ma procediamo con ordine.
Silvio Berlusconi ha precisato, nella sua conferenza stampa, che le decisioni dell’ufficio politico del PdL sono state prese subito dopo il varo della manovra economica da 25 miliardi di euro: questa, dovrebbe essere stata la sola condizione posta da Tremonti.
Varata la Finanziaria, non c’è stato nessun pudore nel comunicare che, la legge sulla stampa – il cosiddetto “bavaglio” – era stata rinviata a Settembre, cioè…a data da destinarsi, cioè…alle calende greche.
La rinuncia a quella legge significa, per Berlusconi, l’addio alla legislatura giacché – senza quella legge – verranno a galla tonnellate di macerie politiche, il solito letamaio senza fine.
Perché, allora, mollare?
Diciamolo in modo semplice e comprensibile a tutti: poiché, quando non si riesce più a procedere a cavallo se la schiena duole, si smonta e si prosegue a piedi.
D’altro canto, in questa legislatura e con questi equilibri interni, il PdL non sarebbe mai stato in condizione di garantire all’alleato “strategico” – la Lega Nord – il “pagamento” della “cambiale” federalista.
Meglio quindi rimescolare il mazzo ed uscire verso elezioni anticipate: per Berlusconi – finito nell’angolo – la scelta elettorale lascia intravedere qualche speranza e molti rischi, ma sempre meglio della graticola odierna.
Il primo motivo è senz’altro di natura economica: stabilito che una Finanziaria come questa non s’era mai vista – cancellati i contratti di lavoro di 4 milioni di dipendenti pubblici nel volgere di un voto – c’è da osservare che il debito pubblico continua ad avanzare imperterrito.
Per il prossimo anno, saranno circa 120 miliardi in più, per i quali sarà necessario scovare altri 5 miliardi per gli interessi: dove prenderli? Oggi ha sacrificato l’elettorato del Sud: e domani?
Altre “tegole” economiche sulla testa obbligherebbero il Governo a dover toccare, forzatamente, quei capitoli di bilancio per i quali Berlusconi è giunto quasi alla rottura con Tremonti: soprattutto la tracciabilità dei pagamenti, che vorrebbe dire la fine di quella entante cordiale che, da sempre, il grande evasore ha con i suoi valvassori e valvassini, i medi e piccoli evasori.
Ma, questa, sarebbe veramente la fine del berlusconismo, giacché sarebbe minato alla base quel patto che unisce l’impunità fiscale dei grand commis di Stato con quella, minore ma tollerata per la necessità di prender voti, del popolo delle “Partite IVA”.
In seconda battuta, Berlusconi sorride sotto i baffi al pensiero dello “spettro” di bilancio che, eventualmente, lascerà ad un nuovo governo: qui non c’è più “polvere sotto il tappeto”, qui ci sono le montagne russe.
Tutto sommato, oggi – dopo aver ottemperato ai suoi doveri nei confronti delle burocrazie bancarie ed europee – Silvio Berlusconi può nuovamente giocare “a mani libere” anche se – e lui lo sa benissimo – ciò rappresenterà, al 90%, il rischio d’elezioni.
Tutto sommato, però, la prospettiva di girare sulla graticola ancora per mesi e mesi – oggi scoprono un ministro con le mani nella marmellata, domani un altro – non è accattivante: meglio la battaglia elettorale, nella quale potrà sfoderare le armi che più gli piacciono, a suon di “traditore” nei confronti di Fini, battute e barzellette comprese.
Se, poi – come alcuni sondaggi sembrano indicare – un’alleanza contro di lui da Fini a Bersani lo disarcionasse, potrebbe sempre mettersi sulla riva – forse non proprio al punto d’aspettare il cadavere del suo nemico, sarebbe chiedere troppo… – per creare, giorno dopo giorno, il battage mediatico/pubblicitario a suo favore, cosa nella quale sa destreggiarsi con grande abilità. Della serie: avete visto? Sono dei buoni a nulla: se c’ero io…
Sull’altro versante, Berlusconi sa benissimo di non esser gradito alla Casa Bianca e sa d’avere, anche in Europa, pochi estimatori: vorremmo scommetterci qualcosa ma, qualora dovesse finire nella polvere, riteniamo che anche i tanto vantati “amici” nel Pianeta si scorderebbero presto di lui. Anzi, ne parlerebbero con fastidio, come per una cena iniziata sotto i migliori auspici e finita con gente che vomita.
Senza la legge-bavaglio da approvare, c’è da presumere che le vacanze parlamentari, di fatto, giungeranno assai presto e saranno piuttosto lunghe: bisognerà giungere a Natale – già, praticamente, in campagna elettorale – per sancire la definitiva fine del Governo ed indire elezioni per la Primavera.
Non crediamo che, questa volta – anche con la sua potenza mediatica – Berlusconi riuscirà a sconfiggere un Fato oramai troppo avverso. Riconosciamo però, a Berlusconi, d’aver fatto la miglior scelta possibile: quella che la disperazione imponeva.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Sicuramente, Silvio Berlusconi – così attento ai cicli astrali ed alla Ghematria – ci avrà fatto caso, ma non poteva farci proprio più nulla.
In un certo senso, Berlusconi ha scelto: ha scelto la Lega Nord come alleato – nonostante le tirate d’orecchi da parte dell’UE per le quote latte – ed ha abbandonato al suo destino il Sud che lo votava, che lo credeva l’uomo della Provvidenza.
Perché lo ha fatto?
Sembrerà banale: perché non aveva altra scelta mentre, tagliando il nodo gordiano, spera d’averne ancora in futuro. Anche se, realisticamente, ci sembra assai improbabile.
La vicenda è nota e stranota: un colpo oggi ed uno domani, i “dissidenti” del PdL tagliavano le ali ai fedelissimi del “capo”, anche perché quegli ignavi erano così fedeli da seguirlo sulla via dell’illegalità la quale, da sempre, è stato il suo cavallo di battaglia.
Solo che, un proverbio orientale recita: “Se la volpe pensa di comportarsi come la tigre, finirà soltanto per rompersi la schiena”. Ed è ciò che è avvenuto ai vari Scajola, Cosentino, Brancher (che è passato da “ministro” a pregiudicato, due anni sul groppone) e compagnia cantante. Domani, sarebbe toccato a Verdini e Caliendo, poi ad altri: quando se ne fanno più di Carlo in Francia, dopo non si può invocare la persecuzione. Ma procediamo con ordine.
Silvio Berlusconi ha precisato, nella sua conferenza stampa, che le decisioni dell’ufficio politico del PdL sono state prese subito dopo il varo della manovra economica da 25 miliardi di euro: questa, dovrebbe essere stata la sola condizione posta da Tremonti.
Varata la Finanziaria, non c’è stato nessun pudore nel comunicare che, la legge sulla stampa – il cosiddetto “bavaglio” – era stata rinviata a Settembre, cioè…a data da destinarsi, cioè…alle calende greche.
La rinuncia a quella legge significa, per Berlusconi, l’addio alla legislatura giacché – senza quella legge – verranno a galla tonnellate di macerie politiche, il solito letamaio senza fine.
Perché, allora, mollare?
Diciamolo in modo semplice e comprensibile a tutti: poiché, quando non si riesce più a procedere a cavallo se la schiena duole, si smonta e si prosegue a piedi.
D’altro canto, in questa legislatura e con questi equilibri interni, il PdL non sarebbe mai stato in condizione di garantire all’alleato “strategico” – la Lega Nord – il “pagamento” della “cambiale” federalista.
Meglio quindi rimescolare il mazzo ed uscire verso elezioni anticipate: per Berlusconi – finito nell’angolo – la scelta elettorale lascia intravedere qualche speranza e molti rischi, ma sempre meglio della graticola odierna.
Il primo motivo è senz’altro di natura economica: stabilito che una Finanziaria come questa non s’era mai vista – cancellati i contratti di lavoro di 4 milioni di dipendenti pubblici nel volgere di un voto – c’è da osservare che il debito pubblico continua ad avanzare imperterrito.
Per il prossimo anno, saranno circa 120 miliardi in più, per i quali sarà necessario scovare altri 5 miliardi per gli interessi: dove prenderli? Oggi ha sacrificato l’elettorato del Sud: e domani?
Altre “tegole” economiche sulla testa obbligherebbero il Governo a dover toccare, forzatamente, quei capitoli di bilancio per i quali Berlusconi è giunto quasi alla rottura con Tremonti: soprattutto la tracciabilità dei pagamenti, che vorrebbe dire la fine di quella entante cordiale che, da sempre, il grande evasore ha con i suoi valvassori e valvassini, i medi e piccoli evasori.
Ma, questa, sarebbe veramente la fine del berlusconismo, giacché sarebbe minato alla base quel patto che unisce l’impunità fiscale dei grand commis di Stato con quella, minore ma tollerata per la necessità di prender voti, del popolo delle “Partite IVA”.
In seconda battuta, Berlusconi sorride sotto i baffi al pensiero dello “spettro” di bilancio che, eventualmente, lascerà ad un nuovo governo: qui non c’è più “polvere sotto il tappeto”, qui ci sono le montagne russe.
Tutto sommato, oggi – dopo aver ottemperato ai suoi doveri nei confronti delle burocrazie bancarie ed europee – Silvio Berlusconi può nuovamente giocare “a mani libere” anche se – e lui lo sa benissimo – ciò rappresenterà, al 90%, il rischio d’elezioni.
Tutto sommato, però, la prospettiva di girare sulla graticola ancora per mesi e mesi – oggi scoprono un ministro con le mani nella marmellata, domani un altro – non è accattivante: meglio la battaglia elettorale, nella quale potrà sfoderare le armi che più gli piacciono, a suon di “traditore” nei confronti di Fini, battute e barzellette comprese.
Se, poi – come alcuni sondaggi sembrano indicare – un’alleanza contro di lui da Fini a Bersani lo disarcionasse, potrebbe sempre mettersi sulla riva – forse non proprio al punto d’aspettare il cadavere del suo nemico, sarebbe chiedere troppo… – per creare, giorno dopo giorno, il battage mediatico/pubblicitario a suo favore, cosa nella quale sa destreggiarsi con grande abilità. Della serie: avete visto? Sono dei buoni a nulla: se c’ero io…
Sull’altro versante, Berlusconi sa benissimo di non esser gradito alla Casa Bianca e sa d’avere, anche in Europa, pochi estimatori: vorremmo scommetterci qualcosa ma, qualora dovesse finire nella polvere, riteniamo che anche i tanto vantati “amici” nel Pianeta si scorderebbero presto di lui. Anzi, ne parlerebbero con fastidio, come per una cena iniziata sotto i migliori auspici e finita con gente che vomita.
Senza la legge-bavaglio da approvare, c’è da presumere che le vacanze parlamentari, di fatto, giungeranno assai presto e saranno piuttosto lunghe: bisognerà giungere a Natale – già, praticamente, in campagna elettorale – per sancire la definitiva fine del Governo ed indire elezioni per la Primavera.
Non crediamo che, questa volta – anche con la sua potenza mediatica – Berlusconi riuscirà a sconfiggere un Fato oramai troppo avverso. Riconosciamo però, a Berlusconi, d’aver fatto la miglior scelta possibile: quella che la disperazione imponeva.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
13 commenti:
Infatti, Carlo. E ricordiamo che il colpo di coda può essere molto violento. Crediamo veramente che finisca così semplicemente con un dissidio interno? Finché non vedrò un avvicendamento con persone per lo meno incensurate, non potrò gioire. Il Berlusca la sa lunga: lo ha dimostrato ampiamente. Non confido neppure che, in caso di elezioni anticipate, possa perdere. Sono disilluso; devo ricominciare a sperare in una cittadinanza attenta e dissociata dal berlu-pensiero; i segnali ci sono, ma prima che mi fidi devo constatarlo.
Ecco un articolo di Carlo di grande respiro che fa un'analisi della situazione politica italiana seria e precisa. Però una cosa è certa Berlusconi non mollerà mai il potere e presto passerà a populismo più estremo. Prevedo un suo ricorso alle urne per far fuori politicamente i finiani e tutti gli avversari. Il popolo berlusconizzato non vedrà più Fini e i finiani essi spariranno dalla TV, Minzolini ha già sferrato il primo colpo di manganello su Fini. Il sud sarà irregimentato dalle mafie politico-criminali e voterà obbediente per Berlusconi, il nord sarà dato in appalto alla lega e Berlusconi punterà ad un plebiscito sulla sua persona del tipo chi non vota per me è un comunista, un rom, un nemico dell'Italia e il popolo italiano si piegherà alla forza delle divisioni corazzate mediatiche Berlusconiane. L'Italia sarà tartassata ma le TV pubbliche e private lo negheranno e il virtuale vincerà sul reale.
Grazie Carlo di questo articolo rivolto alla drammatica situazione italiana che va spedita verso la dittatura e la povertà diffusa. Ce ne accorgeremo presto.
Saluti a te Carlo
Egregio Prof. Bertani,
negli ultimi anni, grazie all’incontro virtuale con il suo blog e di tanti altri, la mia mente ha abbandonato lentamente l’invisibile prigione di una vita non reale. Per carità, sono ancora condizionato o condizionabile dalla falsa informazione, dai falsi valori, dal calcio e da tante altre menate con cui sono cresciuto.
Scoprire grazie alla rete che quasi tutto quello che mi veniva propinato per buono dai giornali e tv era ed è nel migliore dei casi un cumulo di bufale mi ha fatto capire quanto fossi ingenuo. Non dico che la rete sia priva di bufale ma ha fatto rinascere in me lo spirito critico che dopo l’adolescenza si era assopito.
Sono entrato in una fase continua di maturazione (se così si può dire).
La nostra società è malata siamo stati contaminati nell’animo. L’uomo non è più uomo se possiede un cellulare di ultima generazione e la donna non è più donna se ha le tette rifatte, cosi come anche internet non deve essere il nostro angolo di libertà perché finirà per essere un surrogato della nostra libertà.
Con un gruppo di amici stiamo progettando un idea , coscienti che l’impresa sarà ardua, ma convinti che dobbiamo provarci.
Espongo l’idea sperando di ricevere da lei Professore e dal suo equipaggio, impressioni, consigli critiche.
Lo scopo è di riaccendere nella comunità la scintilla della solidarietà, puntando alla decrescita materiale e alla crescita interiore e collettiva.
Primo punto: la creazione di una comunità virtuale, limitata alla provincia (PA), che propone il Baratto, il Prestito e Una banca del Tempo.
Secondo Punto: spostare la comunità virtuale nella vita reale, organizzando manifestazioni dei principi della comunità su strada e cercando di essere d’esempio.
Le nostra sarà pura utopia ma per sperare di cambiare questa società è necessario stimolare in tal senso ogni singolo uomo.
Un saluto
Gaetano
Signor Lucurtu
credo che una attenta lettura del libro di Masanobu Fukuoka, "la rivoluzione del filo di paglia", darà ulteriore forza vitale, fornendo energia potenziale all'encomiabile progetto.
Altrettando forte e' dello stesso autore "la fattoria biologica".
Auguri da un giovane 67enne.
Saluti
Doc
P.S.sono queste testimonianze che danno fiducia alla fine del berlusconismo.
Cari Roby e Orazio: troppo buoni, questo non è un articolo di fondo, voleva essere soltanto cronaca, per dar modo al "equipaggio" - bella la definizione di lucurtu, vero? - di confrontarsi nell'assemblea di bordo.
Ovvio che qualcosa è successo: il PdL è tornato la costruzione di Berlusconi e Bossi, non è cosa da poco.
Nel futuro, bisognerà osservare se quel duopolio sarà ancora in grado di dettare l'agenda politica. Io credo di no: non per la potenza mediatica - che rimane - ma per l'esaurimento della proposta politica, che è un fallimento. Un po' come è successo a Bush negli USA.
In altre parole, questi, se anche riuscissero ad andare avanti, non saprebbero dove andare.
Un Paese si può dominarlo con le "mille paure" che la stampa di regime propina e con le barzellette, anche l'Italia.
I nodi che vengono al punto sono il rapporto debito/PIL e la disoccupazione: la mia impressione è che ci sia, oramai, anche della "maretta" con Tremonti.
Dominare un Paese è una cosa, governarlo è un'altra e, prima o dopo, bisogna mostrare quel che si ha in saccoccia da proporre.
La disaffezione verso Berlusconi nasce soprattutto dalla borghesia e dai ceti più istruiti: segno che cominciano a comprendere d'essersi affidati ad un banditore pubblico, non ad un politico.
caro sig. lucurtu,
anzitutto la ringrazio per i complimenti che accetto volentieri, per me e soprattutto per "l'equipaggio".
Qui, però, non usiamo titoli perché sarebbe un gran casino. Immagini: "Mi chiami il capitano di fregata (macchinista) Alex..."
perciò, ci diamo del tu.
Doc ti ha consigliato alcuni libri, che sono il "cibo per l'anima" ed ha ragione: si parte sempre dalle idee, dai sogni che trasformiamo in realtà. Io sono così pazzo da ricostruire uno sloop di 10 metri!
Ti consiglierei anche di contattare qualcuno che sia sulla medesima via - il movimento delle Transition Town ad esempio - perché ricevere buoni consigli può prevenire stupidaggini alle quali non s'aveva pensato.
Il problema è che anche la misera stupidaggine risulta, a volte, più pericolosa dell'errore teorico pensato e ripensato.
A Palermo siete un po' distanti da tutto, mi rendo conto, però un "salto" da qualche parte dove stanno nascendo iniziative parallele sarebbe un buon investimento iniziale.
Credo che le prime Transition Town italiane siano sull'appennino emiliano (so che sono in contatto con Arianna Editrice/il Consapevole/ Edizioni Macro), mentre per sperimentazioni sulla moneta contatta "Stampa Libera": so che in Veneto stanno partendo alcune iniziative e loro ne sanno parecchio.
In ogni modo, non farti problemi a contattarmi sulla info@carlobertani.it e, compatibilmente con i miei tanti impegni (dovrei avere una giornata di 30 ore...), cercherò d'aiutarvi.
Fra l'altro, "equipaggio", non sarebbe l'ora di fare almeno una lista di distribuzione fra di noi? Pensiamoci.
Ciao a tutti
Carlo
Carlo credi veramente possibile un unione trasversale tra Fini, il Pd e gli altri partiti moderati? Credi che quel che rimane dell' elettorato di sinistra sarebbe capace di ingoiare questo rospo e dimenticare quel poco di ideologia rimasta all' interno di essa?
Quale sarà il ruolo di Berlusconi se uscirà dalla politica, tornerà a fare l' imprenditore o migrerà in Russia dal suo amico Putin? Per quanto concerne la divisione dei compiti io sono sempre in trepida attessa che tu mi coinvolga in qualcosa che sono sicuro mi ecciterà molto di più della deludente esperienza politica da poco terminta, quindi, tu che sei il capitano dovresti gentilmente adoperarti nel tuo poco tempo per stabilire ruoli e compiti ciao!!
La questione baratto è interessante.
In realtà è più interessante lo scambio gratuito di servizi.
Facciamo qualche esempio.
L'ammiraglio Bertani offre la sua imbarcazione a Orazio e Doc, che vanno alla ricerca di BlackSkull naufragato chissà dove sulle coste dell' ignoto.
Mister Alex porta dieci galloni di nafta che ha conservato gelosamente nel suo scantinato, acquistati approfittando del minimo petrolifero del 2008.
Halo, alla fine dell' avventurosa ricerca, ha offerto ai due ricercatori una cena sulla spiaggia di Albisola, dopo che questi hanno attraccato lo sloop di Carlo.
Tra uno spiedino di pesce e un trancio di tonno rosso alla griglia, si sono raccontati del disperso ritrovato che ha deciso di non ritornare nel mondo civile.
Ma il Black, per non venire meno ai doveri nei confronti dei soccorritori, ha offerto loro un sacchetto di sterline d'oro che il padre gli aveva lasciato in eredità, chiedendo ai due amici di impegnarli in un pezzo di terra da coltivare secondo il metodo Fukuoka.
In seguito...
ciao dalle sponde dell' ignoto.
B.S.
Non so, Marco, quale sarà il futuro politico italiano: immagino "grandi abbuffate" e null'altro.
Bisognerà pensare ad organizzarci, ma siamo pochi e piccoli,
vedremo cosa si potrà fare.
Stupendo Black: sei, per caso, di secondo cognome "Conrad"?
Carlo
Grazie Black e a tutto il blog.
Black , credo sia una di quelle speranze plausibili..
Ma veniamo ad Alzo di Tacco e dintorni.
Non riesco a capire. E' da alcuni giorni che mi chiedo come sia possibile che il più grande piazzista che l'italia abbia mai avuto faccia un errore così grossolano.
Alzo di Tacco sà -per esperienze già vissute da poco- che i "suoi" e quelli "anche suoi" media non hanno più l'esclusiva granitica di una volta (raiperunanotte insegna); che il web avanza in direzione ostinata e contraria; che i suoi cavalli di battaglia pubblicitari non fanno neanche più presa tra i suoi fedeli (quelli ingenui e ignari del suo passato!) elettori e che ti combina, lui il più scaltro il più veloce e istintuale cacciatore delle scenografie utili alla sua virtual society?
Beh, visto che, tolto il tonino nazionale, l'opposizione esiste solo come divisione virtuale nel parlamento, allora tanto per rendersi la partita politica più emozionante è lui stesso a creare all'interno del pdl una opposizione almeno un po' piu' convincente? e la ufficializza con una fumosa - perchè facilmente disperdibile- motivazione contro uno degli ultimi grandi marpioni di lungo corso?
Certo si è assicurata che il taglia taglia da 25miliardi portasse chiara la responsabilità della "sua" opposizione, ma in ogni caso tutto il resto mi riesce non-spiegabile con la logica abituale di Alza di Tacco.
Certo anche Craxi riteneva ormai di essere al di sopra di tutto e di tutti ed incautamente dette del "mariuolo" ad....un altro, senza assicurarsi di stare di fronte ad uno specchio...è lo stesso tipo di errore?
O ha ragione Veronica?
Doc
C
Mi sarei almeno aspettato che il segretario di quella banda di addormentati chiamata PD se ne venisse fuori con qualcosa come "Berlusconi ha le elezioni come fine e non come mezzo, altrimenti gli toccherebbe governare sul serio".
Non mi pare di chiedere la luna.
Invece ce ne stiamo immobili a guardare una faida tutta interna alla cricca malavitosa che sta portando il Paese nel baratro.
Conoscendo i soggetti, non mi stupirei se qualcuno finisse in qualche pilastro di cavalcavia.
Cari doc e mozart: come potrete notare, l'articolo più recente tocca anche questi punti.
Ciao a tutti
Carlo
@Doc
Grazie per l'augurio e per i libri consigliati.
@Carlo (approfitto subito del tu)
grazie per le dritte e per la diposnibilità. La strada è molto in salita e ci vorrà tempo. Sarai informato non appena l'idea si trasformerà in azione.
@Blackskull
mi sono gustato il pezzo. complimenti.
Gaetano
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