Argomento interessante: il più evoluto strumento per gestire
l’economia può correlarsi con successo alle difficoltà umane, compresa una
pandemia?
Il capitalismo, non raccontiamoci frottole, è il più
soddisfacente sistema per sopperire al difficile rapporto fra uomo e natura:
non confondiamolo, però, col liberismo (alla Milton Friedman) che ha, sua
sponte, deciso d’eliminare le “storture” tipiche del “socialismo”, fra le quali
c’erano alcune quisquilie: il fatto che gli umani possiedano un corpo (Habeas Corpus! XIII secolo, Regno
d’Inghilterra), che questo corpo, talvolta, si ammali: sono perdigiorno!
Mangiapane a tradimento! Cacciare i medici comunisti che li proteggono! Ecc,
abituali obiezioni dei grandi detentori di capitali, l’1% della popolazione
umana, quello che ha a disposizione almeno 4 medici per ogni persona ed una
clinica a testa.
Comprendiamo i timori di chi oggi è al governo, come
sappiamo la fonte dei mille input che giungono dalle forze d’opposizione –
tornare al lavoro! Cancellare il Coronavirus! Noi per la Padania libera!
Eccetera – che si possono riassumere, semplicemente, nelle “veline” che
Confindustria fa avere alla Lega, ai Nuovi Fascisti Modernisti di Giorgia
Meloni (non neo-fascisti) ed al ricovero del capitalismo che fu, ossia lo
stuolo delle sue badanti erotizzanti ed il loro capo, Silvio Berlusconi.
Siccome io non sono un economista – però vivo in un sistema
regolato da norme d’economia – mi ritengo libero di poter dissertare in campo
filosofico (attualmente ancora libero, privo di diktat dall’empireo) sul come e
perché, sul quale o qual altro, analizzando domande e risposte, per giungere
non ad una sintesi – mai mi permetterei! – bensì ad una nuova serie di domande
che sono il senso del filosofeggiare.
Possiamo riassumere così: per millenni abbiamo prodotto e
consumato ciò che la terra – in definitiva catalizzata dal Sole – ci forniva. Senza
Sole, estinzione definitiva entro pochi mesi.
Da un paio di secoli, quindi, abbiamo sviluppato prometeiche
velleità, pensando di fondere col fuoco impressionanti e laiche cattedrali di
metallo, indagare fin nelle minutaglie i codici d’accesso al nostro essere, il
nostro genoma. Per duplicarlo, senza piacere alcuno, ma con la certezza
d’infallibilità? Esperimento deiforme, per ora fallito con ignominia.
Ci siamo allora dedicati alla minutaglia, con la quale
stiamo cercando – nei meandri dell’elettronica – di scovare quel modo di
duplicazione effimera, apparentemente utile: droni al posto degli uccelli,
sottomarini in luogo di pesci, straordinario numero di voli nel medesimo
giorno, raggiunto lo scorso anno, con decine di migliaia di decolli ed
atterraggi sulla pelle di Madre Terra, apparentemente non interessata al nostro
volare inconsulto.
Intendiamoci: non c’è nessun tipo di cesura, da parte mia,
su queste faccende. Però, mi sono chiesto più volte perché così tanti esseri
del Mondo Antico si precipitassero ad indagare, con le loro (misere?) menti un
solo assioma, definito da tutti De Rerum
Natura. Desideravano capire la Natura, i suoi cicli, i suoi obiettivi, i
suoi desideri? Non molto: cercavano, per prima cosa, di conoscerla, di
comprendere i messaggi che ci mandava, le sue piccole norme, che ci chiedeva di
rispettare. Si creò così un mondo costituito da fauni e semidei: ciascuno
portava una norma di comportamento, un consiglio, una tiepida ammonizione.
Paradossalmente, oggi, l’Umbria che più continua ad
utilizzare in agricoltura il maggese
– sistema agronomico che si sviluppa nell’arco di sette anni, il quale che
veniva emanato per editto, prima senatoriale e poi imperiale – è la terra che,
seppur “incastonata” fra Toscana e Marche, risente poco o pochissimo
dell’epidemia. Sarà un caso? Non posso saperlo.
Poi, da qualche parte – qualcuno ipotizza in un laboratorio,
per non concedere a Madre Natura il privilegio della creatività – appare un
minutissimo organulo, impossibile da osservare senza un microscopio
elettronico, il quale ci provoca mille guai. E’ addirittura bello, nel senso
che – probabilmente – contiene in sé i geni precursori del carro armato o del
velivolo del futuro. Non ci sarebbe da stupirsi.
Quindi, la nostra modernità è stata tutta un abbaglio? Non
direi, soltanto mal organizzata, non più rivolta all’Uomo: solo pochi decenni
fa – mi raccontò un medico – senza ecocardiografia, per certe patologie
cardiache era necessaria una “ricognizione”, ossia anestesia generale e
bisturi. Mia figlia, a 5 anni, fece una delle prime ecocardiografie e non ho
mai ringraziato abbastanza chi inventò quella macchina, perché
altrimenti…l’avrei rivista viva? Il dubbio viene. E poi, con quale trauma?
In queste settimane, abbiamo sentito la necessità di
comprare un’auto? Non credo proprio. Forse delle scarpe, ma siamo ben forniti,
ne sono sicuro, e il governo ha preventivato l’apertura dei negozi per bambini,
che sono gli unici a “cambiare”. Motociclette, scooter, mezzi di trasporto? E
chi si muove! Qualche computer? Immagino che i magazzini siano colmi di PC
invenduti: basta un clic. Vestiti, cosmetici, abbigliamento in genere…abbiamo
gli armadi colmi! Di benzina ce ne serve pochissima, mentre dovremo fare a meno
del sushi, ma si resiste.
Quello che soffre, invece, è il sistema agroalimentare
perché trascurato in passato: raccogliere le verdure? Ci sono gli immigrati…(che
qualcuno demonizzava…) e adesso se ne sente la mancanza, ma anche qui i rimedi
ci sono, basta prenderli per tempo. Il Governo può decidere, per norma, la
sospensione degli affitti che le imprese pagano per tenere i capannoni vuoti,
può controllare le vendite, come in guerra, mediante strumenti di contenimento
degli acquisti se la richiesta fosse esorbitante rispetto alla produzione: un
po’ di frugalità non farebbe male!
Ciò che in realtà non si dice, è che il sistema
industriale-finanziario-economico è legato al nodo scorsoio dei profitti, e che
tutti i mezzi d’informazione sono di proprietà di una miserrima minoranza di
possessori di grandi ricchezze (Mentana, cosa t'è successo?). I quali, anelano di ripartire il prima
possibile per rinverdire le loro fortune astronomiche, il loro gioco
finanziario sulle piazze internazionali. Il Governo potrebbe tassare i redditi
sopra i 100.000 euro: l’ha già fatto in passato e se è un’emergenza, chi deve
pagare, chi ha poco o chi ha tanto?
Se il Governo ritiene di poter riaprire il 3 Maggio, lo
faccia, però sotto la sua responsabilità ed assumendosene tutti i rischi, che
in certe situazioni potrebbero superare i cancelli dei grandi palazzi e
deflagrare.
In ogni modo, questo è il quadro che ho composto per
comprendere lo scenario che si presenterà il 3 Maggio 2020:
I contagi complessivi di Domenica 5 Aprile erano 128.948, i
guariti 21.815, in
terapia intensiva erano 3977, mentre i morti di quel giorno furono 525.
I contagi complessivi di Domenica 12 Aprile (Pasqua) sono
stati 156.363, i guariti 34.211,
in terapia intensiva 3.343 ed i morti 431.
I dati forniti dalla Protezione Civile indicano che il 70%
circa dei contagiati si trova a casa, in quarantena, mentre il 30% è in
ospedale.
I dati dei contagiati realmente presenti alla data del 12
Aprile sono di 102.253 persone poiché, storicamente, vanno sottratti i guariti
ed i morti. Dunque, gli ospedalizzati sono 27.847 (il 30% circa), mentre i
deceduti, essendo 431, rappresentano l’1,54% dei ricoverati.
Ecco, concentriamoci su queste cifre e teniamo presente che,
al 90%, il 3 di Maggio dovrà ripartire l’apparato produttivo.
Un primo dato, evidente, è quello che il sistema sanitario –
pur con momenti difficilissimi e qualche inevitabile errore – ha retto: al 3
Aprile ha toccato il massimo con 4068 degenti in terapia intensiva, mentre la
Domenica di Pasqua erano solo più 3.343. Più di 700 letti disponibili in
terapia intensiva rappresentano già un buon viatico per il futuro e la
possibilità di curare meglio i degenti gravi.
Allora, concentriamoci sul numero di morti. Nella settimana
5/12 Aprile sono morte 4.012 persone, mentre nella settimana precedente ne
erano decedute 4.296: una diminuzione, dunque, di 284 persone, pari a circa il
7%.
Se continuiamo con questo trend, ossia di diminuire il numero
dei morti del 7% a settimana, fra circa 3 settimane, al fatidico 3 Maggio,
avremo circa:
1° settimana: 3731 con 261 morti in meno
2° settimana: 3470
con 242 morti in meno
3° settimana: 3228 con 225 morti in meno.
In definitiva, ci presenteremo al 3 Maggio – se il trend di
diminuzione dei morti resterà pari al 7% – con 3228 morti a settimana, che sono
circa 460 morti ogni giorno. Un trend che ci porterà, inevitabilmente, verso i
30.000 morti complessivi ed oltre.
Io non so se, con questi dati, si potrà riaprire tutto: può
darsi, oppure può essere anche che la situazione migliori, ma dovrà migliorare
di molto. Altrimenti? Se la riapertura riaprisse anche le danze del virus?