09 dicembre 2018

La Lega del Cemento

Il luogo dove s'arresta il canale, a 12 km da Crenona.

Ma di cosa stiamo a blaterare? Sarebbe ora che i vari Di Maio e Toninelli la smettessero di chiamare a consulto “esperti”, di fare “valutazioni” di parlare di “costi e benefici” per la TAV, d’ascoltare chi dice che “una cosa iniziata si deve portare a termine” e tutta una serie di facezie del genere. Una cosa è chiara: la Lega è il partito del Cemento, il M5S no. Tutto qui: volete un esempio?

Roberto Maroni è un esponente di spicco della Lega? Per qual che ne so io, un anno fa era il Presidente della Regione Lombardia, un presidente della Lega Nord. L’attuale Lega di Salvini sconfessa il suo passato? Non mi pare. Maroni è tuttora un politico della Lega, non è stato sconfessato, non è stato cacciato, non è stato zittito. E’, come usa dire, soltanto “dormiente”.
Perché chiamo in causa Maroni?

Perché, il nostro presidente leghista con cravatta verde, fu chiamato a dirimere una questione non proprio di secondaria importanza: quella del canale navigabile fra Milano e Cremona, e poi a Mantova fino a Venezia (1).
E’ una storia che ho già raccontato, ma che non mi stufo di raccontare perché è una vicenda sintomatica di chi comanda in Italia: fra i pochi che hanno sempre il potere di veto, c’è senz’altro il partito dei Cementieri, una lobby ascoltatissima, di qua e di là del Tevere. E, in un canale, c’è troppo poco cemento e molti che storcono il naso. Perché ci perderebbero sui pedaggi e meno traffico sulle faraoniche linee ad alta velocità ferroviaria. Un’alleanza di ferro. E cemento.

Correva l’anno 2015 e, il 6 di Novembre, fu indetta a Cremona una riunione (2) che doveva dire finalmente una parola chiara – Sì o No, per capirci – per sapere se il canale Milano-Cremona andava terminato oppure no: faccio presente che 12 chilometri del canale erano già stati costruiti, ed il canale è fermo in località “Tencara di Pizzighettone”. Perché?
Perché Maroni, nel miglior stile cattocomunista, si fece portare una bacinella d’acqua – rigorosamente padana, non so se raccolta alle sorgenti del Po – e, come Ponzio Pilato, chiese: Cristo o Barabba?
Passò la mano, e sentenziò con gran saggezza e tormentandosi il pizzetto della barba: “Facciamo un bel tavolo di consultazione!”
Così fu fatto. Avete sentito ancora parlare del canale? Silenzio.

Toc, Toc. Chi è? “Sono l’Europa, quella cattiva, quella della Trojka e del Lussemburgo uber alles…vorrei sapere cos’avete deciso…”
Silenzio.

Perché l’Europa non capisce perché non accettiamo di terminare un canale che ci consentirebbe di “sturare” il traffico autostradale: una nave fluviale del Tipo V porta l’equivalente di 84 TIR o una trentina di convogli ferroviari. Un canale che ci costerebbe 2 miliardi, ma la metà ce la darebbe l’Europa. Promesso: anzi, chiesto, richiesto, sollecitato. Vuoto, Maroni attende il “tavolo”: il tavolo è silente, no, qualche volta giocano a scopone. Mentre loro giocano, io vorrei ricordare che nel 1946 il traffico merci fluviale italiano era pari a 16 milioni di tonnellate, oggi è soltanto di un milione. Alla faccia del risparmio energetico. 

Sulle vicende di questo canale potrete informarvi da soli: coinvolge un po’ tutti, da Maroni (2015) a Prodi (1996), poi Mussolini (1941), Zanardelli (1902)…tutta gente che voleva fare il canale (?)…fino a chi davvero lo realizzò, ossia l’Imperial-Regio governo Austroungarico che, nel 1829, con la presenza dell’arciduca Ranieri d’Austria, inaugurò il collegamento fluviale/marino Locarno-Milano-Cremona-Mantova-Venezia. Erano altri tempi, altre navi (ossia chiatte), altri uomini e donne, altra cultura.

Così, domandiamo alla Lega: come mai per il canale Maroni propose il salomonico “tavolo di consultazione” mentre oggi, la stessa Lega (e non raccontatemi che sia diversa!), vuole fare la TAV ma non vuole il canale?
Qualcosa ci ha insegnato anche la tragedia di Genova: mentre nei primi giorni era un solo, unico coro di tregenda nei confronti di Benetton – si rischia di perdere consensi, che la storia dei clandestini s’ingolfi, stiamo zitti che è meglio – poco dopo, anche grazie ai buoni uffici di Toti (FI), le posizioni divennero più sfumate e, oggi, sappiamo solo che “in questo mese” comincerà la demolizione con l’esplosivo.
Mentre, un pool d’ingegneri aveva consigliato di verificare se la parte Ovest del ponte (la meno coinvolta nel disastro) non potesse essere utilizzata per ricostruire un ponte in acciaio, ossia come semplice struttura di servizio.
No! Esplosivo! Via! Boom! Le Tv sono pronte? Preparate Renzo Piano, mettetegli un po’ di cerone…forza!

Insomma, lo capite da soli chi c’è dietro? Gli stessi che, oggi, guadagnano come matti per il “giro” di 126 chilometri in più che i TIR che giungono dalla Spagna devono fare per arrivare a Genova? Qualcuno ha spodestato Benetton? Toninelli, prontoooooooo!!!
La vicenda del canale è una storia italiana, di quelle che i soldi devi spenderli ma, dopo, non puoi toccare troppo altri interessi: la Lega lo aveva capito, continua a capirlo, e vuole cementare la val di Susa per niente. Il M5S no. E fare un “tavolo di consultazione”, stavolta, la vedo dura: perché Salvini non richiama Maroni?
Ma per favore.

1 commento:

Ambrosini Finanziamento ha detto...

Salve
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