11 dicembre 2016

Proposta indecente




Caro Beppe,
                    ho saputo, proprio dal tuo blog, che – mistero, non riesco a comprenderne il motivo – l’energia sarà il primo punto in discussione alle assemblee dei tuoi parlamentari: forse ho capito male, sarà il primo punto del programma, è confuso...ma voi, avete capito cosa dovete fare? I tuoi “onorevoli/disonorevolizzati” lo hanno compreso?
Comunque sia, non fare come col non-programma, dove qualcuno – probabilmente a tua insaputa – copiò/incollò la legge regionale sull’energia e l’ambiente del Trentino Alto Adige: c’erano tutte le norme per la messa a punto energetica degli edifici.
E l’energia per far andare avanti la baracca? Nulla.

Mi sei simpatico, Beppe, perché hai il dono di gettare uno sguardo dal palcoscenico e sapere come acchiappare le menti che scappano: sei un accalappia-menti, e sei bravissimo in questa faccenda. Un po’ come succede a scuola con i ragazzi distratti: solo che lì non sei strapagato e neppure lo fai una volta tanto, decidendo tu dove e quando. Lo devi fare tutti i giorni, per una paga che – se lo fai come va fatto – è una miseria. Per questo la scuola va a rotoli. Quelli che sanno/sapevano giocare l’alchimia sono/erano coloro che venivano definiti “bravi insegnanti”. Che non vuole mica dire essere docente di cosasivuole all’università di Piripicchio: lì, sono soltanto questioni di spinte, amicizie e c..o.

Il problema, in sintesi, è quello d’immettere tot TWh (teravattora) nel sistema affinché possa funzionare, possibilmente senza aggrapparsi a roba come il petrolio et similia, perché quelle robe lì non si rinnovano proprio.
Oggi, siamo ancora nel novero di percentuali ad una cifra (attenzione: sul totale energetico lordo), proprio sprecandoci arriviamo – sommando vento, sole, biomasse e geotermico – ad un 10%: se ci aggiungiamo l’acqua – ossia l’idroelettrico da alte cadute – si arriva al 20%. Il “grosso” è ancora tutto nelle grinfie di petrolio et similia, i padroni del vapore organizzano – lo sappiamo da almeno un secolo – stimolanti giochi al Risiko planetario, dove milioni di persone ci hanno già lasciato la pelle. Ma loro devono pur definire, in continuazione, i loro rapporti di forza? O No?
Se non vuoi entrare nel gioco, perché hai paura di fare la fine di Pasolini, stai in campana e continua a fare dei bei copia/incolla prendendo da qualche parte la roba da scrivere. C’è di tutto in giro.
C’è tanta gente in giro, hai ragione: da quelli del risparmio energetico, che magari girano in Porsche, a quelli “che l’energia non serve”: non serve perché non fanno niente, e non facendo niente non sprecano energia...però, stai sicuro, da qualche parte c’è sempre qualcuno che deve “sbattersi” per loro.
E allora? Come si risolve il puzzle?

Il puzzle trova soluzione sommando i megawatt di nuove fonti energetiche (vento, sole, acqua, correnti sottomarine, eolico d’alta quota, geotermia, ecc) fino a fare un gigawatt, i gigawatt fino a fare un terawatt...poi, domandandosi per quanto tempo quella fonte mi darà...ed ecco i teravattora. Capito?
E’ un lavoro improbo. Censire, annotare, sommare...poi costi, investimenti, anni, priorità...ecc, ecc, ecc...contatti, discussioni, convegni...una roba da strapparseli.
L’Europa – sì, quella maleodorante roba là – si è data un obiettivo: giungere al 2050 con l’80% di rinnovabili. Che è un obiettivo ragionevole.
Se po’ fa, ha detto il Deutschland.

Se po’ fa anche da noi – Jeremy Rifkin, quando gli hanno spiegato che le Alpi hanno un versante Sud dal quale scendono migliaia di torrenti verso la pianura Padana, s’è messo a ridere: e voi avete dei problemi energetici?!? – se poi consideriamo la grande insolazione e la buona ventosità di alcune aree, potremmo anche diventare esportatori. Invece disastriamo la Lucania per tirare su il petrolio da 5.000 metri di profondità!
Se po’ fa, se c’è qualcuno che sa farlo.

Non servono parlamentari avvocati: quelli servono a scrivere le leggi, a scriverle bene, il resto lascialo fare a chi sa farlo, senza troppe cariche che rompono solo le scatole.
Cosa voglio?

Agli altri, quelli che adesso sono finiti nella palude del renzismo, chiesi fedeltà ad un’ideale – quello delle rinnovabili all’80% per il 2050 – e, soprattutto, onestà e trasparenza. Ossia quello che non potevano darmi.
A te, Beppe, invece – che so fondamentalmente onesto – chiedo la cosa più difficile da dare per un genovese: dei soldi. Sono parecchi soldi, te lo dico subito, perché c’è un gran lavoro da fare: me li merito, no?
Altrimenti, continua ad affidarti a gente che propone, come soluzione del “no al petrolio”, il...trasporto pubblico! Roba da PD d’antan...vero? Le aziende di trasporto pubblico hanno deficit da paura e tu...proponi che passino alla trazione elettrica? Con quali soldi?!?
L’unico modo per aggirare il problema non è fissarsi su un patetico Sì/No al petrolio: è chiaro che ti risponderanno di no, il vero problema è risolvere la questione, non chiedere che venga risolta.

Voglio dire due parole sulla mia strana richiesta. Vedi, Beppe, io mi sono sbattuto mica poco per le energie rinnovabili: ho scritto libri ed articoli, sostenuto tesi, battagliato con i dipendenti ENEL che cercavano di sputtanarmi alle conferenze...non ti sto a dire cosa ne ho passate.
Cosa ho ricavato? Cos’ha ricavato l’Italia dal mio sbattimento? Niente, assolutamente niente. Perché?
Perché, forse, ho sbagliato metodo: dovevo chiedere dei soldi! Ma pensa te come sono stato ingenuo e sprovveduto!
Hai visto oggi? Renzi fa parapà, parapà, parapà...e poi Mattarella chiama il suo braccio destro al governo...funziona così, storie di soldi, di favori, tutto qui...
Nella nostra società ci sono due cose che contano: soldi e potere, con i quali si compra qualsiasi cosa. A me bastano i primi, non in formato mignon però, eh...

Per risolvere il guazzabuglio, si deve premiare chi produce, siano essi Comuni, privati o quant’altro. Come? Non c’è bisogno di tanti soldi, ma solo d’organizzazione. Chi ha investito nell’eolico, ad esempio (in genere, Comuni che si sono appoggiati a società del settore), oggi re-investe i soldi guadagnati aggiungendo generatori eolici. Perché? Poiché, rivendendo alla Borsa elettrica la produzione ha guadagnato abbastanza da soddisfare i propri elettori, le società di servizi (che vuol dire lavoro) e le banche (che ci hanno messo i soldi, perché lo considerano un investimento sicuro).
Se le banche lo finanziano, non si potrebbe finanziare un fondo pubblico creato ad hoc, tramite un azionariato diffuso?
Anche il fotovoltaico, lentamente, sta raggiungendo un rapporto costi/benefici che fa ben sperare (oggi, si regge solo con i contributi statali, ma è stato giusto fare così, altrimenti il sistema non sarebbe mai decollato): oggi, c’è una continua discesa dei prezzi dei moduli. E, soprattutto, il fotovoltaico produce nelle ore diurne, quando il prezzo di vendita è più alto.
Lo sai che Carlo Rubbia inventò di sana pianta un nuovo mezzo di captazione dell’energia solare – chiamato “termodinamico” – che in Spagna ha avuto successo...come hanno trattato Rubbia? Già...ha finito per emigrare...

Il vero business, domani, sarà un ritorno al passato, ossia tornare all’idroelettrico di basse cadute, come fu agli inizi negli anni ’30 del ‘900. Mantenendo l’idroelettrico da alte cadute come riserva giorno/notte (o brevi periodi) e passare all’idroelettrico per basse cadute per “erodere” il potere delle centrali a carbone, metano, petrolio.
Non ti rendi conto di quanto GWh sono lì, che aspettano solo d’essere raccolti?
Non vedi che disastri combina l’acqua ogni anno? E si devono spendere soldi per riparare i danni! Non sarebbe meglio agire a monte, mettendo in sicurezza i bacini idrografici e guadagnando dei soldi?

Il discorso si fa complesso, lo capisco, ed i tuoi parlamentari sono dei bravi ragazzi – non si può chiedere loro anche d’inventarsi esperti del settore – perciò, se lo vorrai, bussa pure alla mia porta. Ma, questa volta, portati appresso la valigetta coi soldi – come nei migliori film di spionaggio – perché il qui presente è stufo di spellarsi le dita sulla tastiera scrivendo libri ed articoli per niente.

Altrimenti, continua a correre appresso a chi ti vende il trasporto pubblico elettrico come il futuro (per carità, ci sta tutto, ma oggi – per le condizioni sopra esposte – è una chimera), continuando, così, ad ingannare – involontariamente – i tuoi elettori.
Mi raccomando – belìn – non scordarti la valigetta.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema è che appena tiri su una diga (necessaria per l'idroelettrico) ecco che ti bloccano per minaccia ambientale. Le pale eoliche no, non vanno bene, rovinano il paesaggio (oltre ad essere comunque un'estensione delle fossili a ben vedere, con tutto quell'acciaio e minerali rari). Il fotovoltaico minaccia lo status quo fatto di energia prodotta e distribuita da pochi soggetti potenti, il termosolare ha bisogno di troppi investimenti, e in una crisi come questa gli investimenti vanno per spillare le ultime gocce di petrolio disponibili.
Personalmente sono pessimista, non so lei.

Carlo Bertani ha detto...

Non capisco perché, Ruki, dobbiamo oggi darci del "lei". Comunque, se preferisci...
Una su tuute è quella giusta "minaccia lo status quo fatto di energia prodotta e distribuita da pochi soggetti potenti". Questa è quella giusta: le altre...sì, certo...ma sono corollari, attributi...non fanno sostanza.
Poi, se Grillo ha deciso di fare a meno del petrolio...fatti suoi, ma fatti nostri che ci spieghi come, visto che si presenteranno alle elezioni.
Ciao
Carlo

Eli ha detto...


Proposta simpatica!

Occorrerebbe gente coraggiosa per metterla in atto.
Persone con un'idea del mondo un tantino visionaria e futuribile.
Forse qualche deputato del Movimento ce l'ha, Grillo no di sicuro.
Lui andava bene quando spaccava computer, ma per il resto ha la mente da geometra di una fabbrica di cuscinetti a sfera.

Ciao.
Eli

Unknown ha detto...

Ma...ma nella società italiana esiste una base culturale per fare emergere la necessità di una scelta funzionale alla continuità del pianeta? La scuola, ad esempio, FORNISCE AD UN GIOVANE UNA VISIONE "NATURALE" DELL'ENERGIA? No, vengono solo spinti a consumarne il più possibile.

Come per il cibo, che è un qualcosa di indispensabile che attiene a tutte le specie viventi

Per quanto mi riguarda penso che il problema dell'energia sia una subordinata, di necessità, di quello più generale ed onnicomprensivo dell'ALIMENTAZIONE.

La produzione del cibo, nelle sue modalità di attuazione, implica necessariamente una scelta di campo di qualità, in un senso o nell'altro, un condizionamento nella programmazione energetica come in altri campi dell'attività umana.

Sono fuori tema?

Ciao
Doc

massimiliano p ha detto...

Sarebbe auspicabile, finalmente, cominciare a valutare progetti seri sull'energia rinnovabile. Ho letto qualcosa di ciò che hai scritto al riguardo ed effettivamente la questione è assai complessa.
Spero che il M5 voglia prendere in considerazione la tua proposta. Potrebbe essere un buon inizio.
Ciao
Massi

P.S.
Chissà se usciremo mai dal condizionale...

steve55 ha detto...

Sono un ingegnere di un ente di ricerca energetico. Quello che mi ha sempre stupito di molti miei colleghi, ed anche su questo sito come pure del m5s, il manicheismo energetico, il pensare che una energia sia migliore di un'altra. Alla Libia parlare di geotermia o nucleare, come pure all'Olanda di idroelettrico non ha alcun senso. Ogni parte de! Mondo ha le sue soluzioni. In Italia abbiamo ovviamente sole e vento. L'idroelettrico è saturo, almeno quello di elevata potenza.
Quello che c'è da osservare sono gli usi. È impossibile elettrificare tutto il trasporto. Un'autoambulanza o un veicolo dei pompieri elettrico? Un treno o un aereo?
Le soluzioni , non ideali, ci sono già. Vengo da Buenos Aires dove un fiume di taxi a gas naturale gira giorno e notte a prezzi abbordabili

Carlo Bertani ha detto...

Caro Steve, mi sembra che tu sia poco informato. Temporibus illis, all'ENEA, ci fu un ricercatore che fece una ricerca sulle energie "non contabilizzate", ti parlo del 1995 o giù di lì, poi non hanno fatto più rilevazioni. Forse per questa ragione non eri a conoscenza.
Ebbene, calcolando solo quelle di facile captazione (ossia vicinissime ai centri abitati) quel ricercatore stabilì una potenza di 850 MW sull'idroelettrico da basse cadute (Turbina Kaplan, oggi Francis), so bene che l'idro da alte cadute (Pelton, ecc) è saturo, ma non perché non si possano creare nuovi bacini: perché i sindaci sono contrari, preferiscono costruire degli skilift.
Sempre quel ricercatore (ora non ricordo il nome) lasciò intendere che aveva solo "scremato" il latte, difatti ci sono tesi più consistenti, qualcuno parlava addirittura di 20 GW. Trattandosi d'idroelettrico, la potenza installata e molto vicina a quella ricavata, come ben sai.
Certo che il gas è a buon mercato: nelle raffinerie di distillazione frazionata del petrolio, si bruciano i carboni di storta (la parte più pesante) e, per farla bruciar meglio, s'immette GPL allo stato gassoso.
Non si può elettrificare tutto, d'accordo, però non menzionare la Tesla mi pare una omissione grave, perché sta spopolando negli USA.
Ciò che non mi appartiene è il manicheismo: se avessero inventato la centrale nucleare che garantisce sicurezza al 100% in qualsiasi condizione, sarei un nuclearista. Così non è.
Secondo te, perché l'Iran spinge sul nucleare?
Poiché se riesce ad alimentare le industrie col nucleare, il petrolio lo vende, altrimenti...ciccia!
Va beh, sarebbe lunga.


Ringrazio i vecchi amici come Eli e Donato, Massimiliano - che non sa dell'esistenza di un altro Massimiliano, ma questa è una storia che conoscono solo gli "ex" - ed è inutile rinvangare i ricordi.
Ciao a tutti
Carlo