26 agosto 2014

Il peso delle anime



In un celebre (e bellissimo) film si narrava che il peso dell’anima è di 21 grammi: solo dalla Siria, ieri – dunque – sono volati in cielo un dieci chiletti abbondanti da distribuire tutti nel paradiso di Allah, divisi (ovviamente) in soldati siriani e guerriglieri dell’ISIS. Dalla Libia “si dice” che siano arrivati 4 chili scarsi, tutti da Tripoli, zona aeroporto. Bombardamenti, si sa.


Da Roma, invece, oltre ai soliti invii dagli ospedali e dalle strade per incidenti vari, 42 grammi – giusti giusti – sono giunti in cielo, un anima ucraina (ortodossa?) ed una cristiana, ed è di queste due anime che c’occuperemo principalmente, senza trascurare le altre, ovvio.



Le anime sono volate via da una graziosa e discreta villetta di via Birmania, quartiere EUR: zona non proprio nobile ma riccotta, nulla a che vedere con altri quartieri della “Roma bene” abituati – ogni tanto – a strani e terribili omicidi, ricordiamo la contessa Filo della Torre e, andando indietro nel tempo, il conte Casati Stampa & moglie & di lei amante.

Chi è l’assassino? Il solito “bravo ragazzo” figlio di un alto ufficiale della Guardia di Finanza ma – dalle evidenze del fatto – apparirebbe un poco disturbato. A 35 anni, ancora giocava in giardino – in tuta mimetica ed anfibi – con il lancio dei coltelli, al punto di spaventare la sua vittima, la quale si rivolge – con un SMS – al padrone di casa, l’uomo che aveva “ospitato” l’assassino nel periodo delle vacanze dei genitori. Almeno, così presumiamo.



Questo delitto, di per sé abbastanza complicato se lo prendiamo dalla parte delle indagini – perché era ospite da due mesi presso il suo collega di lavoro? perché non riusciva a reprimere (o, almeno, a nascondere) la sua passione per le armi bianche? al punto di spaventare la vittima? – si svolge come un film sotto i nostri occhi se cerchiamo di spiegarlo sotto l’aspetto psicologico.

Ancora un dato: la sorella si stupisce. Perché lo hanno ammazzato? In parte è vero: essendo oramai salito sulla sua auto, potevano colpirlo alle gambe o ad una spalla – era armato solo della mannaia con la quale aveva decapitato la povera colf ucraina – ma, nel tiro, pare che gli agenti italiani non siano molto esperti. Spaccarotella insegna. Ma c’è un’altra ipotesi.

La sorella si stupisce perché era tenero ed affettuoso con i suoi due figli piccoli ma, a ben vedere, anche questo è un dato che s’incastra perfettamente.



E veniamo alla vittima – perché in questo omicidio ci sono tutti i dati ed i valori della nostra tristissima epoca – la povera colf che viene da un Paese martoriato, dove le anime salgono in cielo sole od a gruppi: oggi indipendentisti, domani unionisti, milizie ucraine, milizie separatiste, filo-occidentali, filo-russi, veri occidentali e veri russi. Tutti insieme svolazzano verso il cielo azzurro, dal quale cadono gli aerei ed altre anime – sei chili in una sola volta – volano subito in alto.

La vittima, come sempre, non ha storia e non ha colpe – come non ne aveva la povera prostituta rumena uccisa con un palo nello sfintere, oppure la sposa afgana che, nel giorno delle sue nozze, ha ricevuto in dono 12 tonnellate d’esplosivo da un B-52 sul suo villaggio. C’é un assembramento sospetto – gracchia la radio da Diego Garcia – lo hanno appena comunicato dal Pentagono, lo confermano i satelliti: coordinate...

Già, doveva essere il giorno più bello della sua vita, il giorno del suo matrimonio.



La vittima, forse, ha commesso un errore a comunicare al padrone di casa la sua paura per il comportamento dello strano tipo: da qui è nato probabilmente l’omicidio. Le vittime, a ben vedere, hanno comportamenti lineari a fronte di psichi contorte e, a volte, sconvolte. Per questo, spesso, finiscono per avere la peggio.



Quanto era contorta la mente dell’assassino? Parecchio, e proprio lo stupore della sorella ci dà una prima chiave di lettura: come si spiegano l’affetto e le premure per i nipoti? Non sappiamo nulla della sua situazione sentimentale...celibe, sposato, separato, divorziato....ma quell’affetto, quella dedizione indicava proprio il calore della famiglia, che l’uomo – probabilmente – traeva a piene mani dal focolare della sorella.

Quando lasciava quella casa, probabilmente, andava “in debito” di calore e d’affetto: allora, ricominciava la sua vita solinga.

Perché non viveva con i genitori?



Due sono gli elementi che ci aiutano, ma solo un poco: il fatto che preferisse vivere, ospite, presso un amico (scartiamo, per ora, un ménage a trois alla Casati Stampa: non ci sono elementi per sostenerlo) indica che qualcosa non andava nella sua convivenza familiare, forse un rapporto difficile col padre, e la madre che – a 35 anni – riteneva compiuto il suo dovere.

L’altro è l’abbigliamento: anfibi ai piedi, mimetica, cintura paramilitare...cosa significano? Forse un “sono anch’io come te, papà” oppure un “vorrei tanto esserlo, ma non ci riesco” o, ancora, un rapporto edipico mai concluso “la mamma non mi vuole più”.

E le armi? Primitive: diverso sarebbe il caso se avesse usato una pistola.



Invece il suo rapporto primitivo con l’affettività s’evidenzia con quei coltelli: l’uomo – complice anche la solitudine ed una città deserta, gli amici in vacanza, il tempo e le giornate vuote – compie senza accorgersene la sua regressione. Ed il coltello è l’arma dell’uomo primitivo, l’ascia (la mannaia) ancor più.

L’SMS al padrone di casa (e suo collega di lavoro) della colf, che svela i suoi comportamenti e le sue abitudini (almeno un poco strane), scatena il raptus, la fase di follia che ignora ogni forma d’autocontrollo: la “traditrice” deve essere punita e, forse, non era nelle sue intenzioni ucciderla. Ma, quando inizia il terribile alterco i freni inibitori saltano: dopo, tutto diventa un copione difficile da decifrare, come la decapitazione, che un’analisi superficiale conduce lontano, all’emulazione dell’Iraq.

Potrebbe essere tutto: dal desiderio di negare l’accaduto (facendo a pezzi la vittima) ad un’estrema punizione della madre, o forse entrambe.



Un’ultima riflessione riguarda la polizia, accorsa in forze e trovatasi di fronte un individuo vestito in modo paramilitare che stringeva una mannaia: un uomo che aveva appena decapitato una donna. Hanno cercato in tutti i modi di calmarlo, poi gli hanno sparato alle gambe, infine – mentre stava per fuggire in auto – al cuore, uccidendolo.

Viene da chiedersi perché siano stati così pazienti, mentre in altri casi (Aldrovandi, Magherini, ecc) sono divenuti sbrigativamente decisi: botte, fino ad uccidere. Perché?



Qui, ci sono probabilmente da considerare due processi: quello identitario e quello di difformità, intesi non come eventi razionali e, dunque, meditati bensì come sviluppi quasi “animaleschi” di percezione dell’idem o dell’alter.

Inutile ricordare, qui, come le forze di polizia vivano un universo a sé stante, spesso separato (anche per privilegi) dal resto del corpus sociale: nella massa informe dei cittadini, spiccano per identità o difformità gli estremi.



Un individuo che pare essere lontano dalla realtà – o perché torna a casa un po’ esaltato dalla musica o da qualche droga, oppure perché chiede aiuto senza (apparentemente) mostrarne le cause – è un elemento lontano dalla percezione di un poliziotto. Lontano per l’addestramento che ha ricevuto, lontano per la percezione del (inesistente, per lui) problema, oppure per la negazione del problema stesso – visto come antisociale, e quindi da distruggere – mentre, a tutto ciò, si deve sommare la strana “comprensione” di questi fenomeni da parte delle autorità. Purtroppo, sostenuta da squallidi parlamentari che non conoscono nemmeno l’ABC della Costituzione.



Tornando al nostro caso, però, l’aver visto un uomo agile e muscoloso, addobbato con abiti paramilitari hanno probabilmente fatto scattare l’elemento identitario, poi terminato con il “colpo di grazia” poiché l’idem deve essere a conoscenza dei rischi che corre.



Lungo tutta questa analisi, sembra che abbiamo dimenticato la povera colf, la vittima: non è così.

Donne e bambini sono diventati il “filo di terra” dove si scaricano tutte le tensioni (ed anche gli assurdi desideri!) di una platea maschile da brivido: basti riflettere sull’uomo di Milano che ha ucciso moglie e figli soltanto...perché immaginava una nuova vita meravigliosa in compagnia dell’amante!



L’edonismo, un tempo negletto e controllato da una morale religiosa un po’ costrittiva (bisogna riconoscerlo), oggi è straripato: nulla è negato nel nome dell’affermazione e della soddisfazione personale. Certo, dopo c’è la galera, ma l’edonismo sfrenato – proprio perché senza limiti – non coglie pericoli, regole morali o principi etici.

Qui, si aprirebbe una porta filosofica che non vogliamo aprire per non tediare troppo il lettore: ci basterà affermare che, come fu stralunato il pensiero di Nietzche, lo fu anche quello di Marcuse.



Infine, si parla – a volte a sproposito, ma sempre più assiduamente – di Terza Guerra Mondiale: difficile affermare se le teorie geo-strategiche condurranno ad eventi epocali od alle solite stragi quotidiane alle quali i media ci hanno, forzatamente, abituati.

Chi è cresciuto con alle spalle l’orrore della 2GM ed ha vissuto il tetro andirivieni della Guerra Fredda ha interiorizzato un mondo di timori, ammettiamolo: gli stessi timori che, annichiliti, oggi hanno condotto a società così violente e permissive nei confronti della violenza. Domani, sarà abitudinario aprire il giornale e leggere delle solite mogli, prostitute, colf, duchesse, ragazze, ragazzine...strozzate, decapitate, seppellite, soffocate...



Non sappiamo se la Terza Guerra Mondiale sia alle porte, ma le società sono pronte a qualcosa di peggio: alla negazione d’ogni principio etico e ad una morale da postribolo. Ahi noi.

10 commenti:

Roberto ha detto...

Complimenti Carlo!

Ti aspettavo per un articolo sui progetti della ministra Giannini e ti trovo su un articolo "psico-analitico" su un doppio omicidio di quelli da giallo/horror.

Il tuo articolo mi è piaciuto anche per il riferimento all'edonismo incontrollato (io parlerei di egoismo incontrollato che dovrebbe essere il vero bersaglio della religione cristiana...) ma sopratutto per aver individuato nell' SMS l'elemento scatenante della tragedia.

Con la tua sensibilità hai colto un dettaglio, l'SMS, che mi era sfuggito ma che, leggendo le tue parole, adesso mi fa venire in mente migliaia di accostamenti diversi.

Edonismo, egoismo, solitudine e moderni modi di comunicare, impersonali e "virtuali" sono un mix veramente stordente.

Siamo individui soli nel nostro edonismo e ci sentiamo comunità solo attraverso caratteri che appaiono in uno schermo lcd...

E' anche abbastanza probabile la conseguenza che, in menti instabili, questo repentino "collegamento" alla comunità possa essere interpretato come minaccioso, possa scatenare raptus...

Questo se ne sta da solo nei suoi "mutandoni" mimetici (il mimetismo è tipico di chi si vuol nascondere da sé e dagli altri) ma scopre improvvisamente di essere stato segnalato alla comunità da un "potentissimo" SMS !
Quello che pensava un nascondiglio perfetto era stato svelato! Ovvia la conseguenza: punire il colpevole, magari, come di tu Carlo, inizialmente solo violenza verbale... poi la tragedia.

Un altro accenno lo voglio fare alla mentalità dei poliziotti o forze dell'ordine in generale
Io sono stato poliziotto in quel di Trieste, Alessandria e Bologna. Tu Carlo sei stato un po' generico perché in polizia ci sono molte persone con teste che ragionano e non usano clichè.

Però ti posso confermare che molti altri hanno un mentalità un pelo ristretta al loro mondo.
Potrei raccontare fatti, anche singolari, ai quali ho assistito e partecipato quando ero poliziotto però ti voglio raccontare un fatterello che mi è successo pochi giorni fa con due poliziotti provinciali della mia zona.

Ho da poco tempo acquistato la macchina nuova, a metano, e vi avevo caricato, mio malgrado, tre stendi-panni arrugginiti per portarli all'isola ecologica della raccolta differenziata del mio paesello. L'isola non è autogestita e c'è un custode che a determinati orari apre i cancelli e pesa il materiale per stornarlo dalle future bollette dei rifiuti. Arrivo un'ora prima della chiusura con tre auto in fila ma l'isola è bloccata dal camion che raccoglie i materiali... in orario di apertura e sono poche ore alla settimana! (fra parentesi il camion ha caricato legno, metallo, vetri e carta tutto in un unico cassone prelevandoli dai cassoni differenziati!!! la cosa mi ha stupito non poco!)

Io avevo fretta e mi scocciava tenere la ruggine dentro la macchina nuova allora ho appoggiato i tre stendini affianco all'ingresso dell'isola con una occhiata di intesa con il custode che li avrebbe messi dentro alla fine (non avrei avuto lo storno ma è successo altre volte).

Proprio in quel momento passa la macchina della polizia che mi ferma, mi chiede i documenti e mi vuol fare la multa per scarico abusivo! Di fianco all'ingresso dell'isola!! Allora dico che sarebbero stati messi dentro alla fine ma loro non si fidano! Allora io gli dico che li capisco che, per il loro mestiere non si debbano fidare e gli racconto la verità, che avevo fretta che mi scocciava sporcare la macchina nuova che sarebbero stati messi dentro eccetera. Penso che non mi abbiano creduto e se non interveniva l'addetto all'isola dicendo che ci avrebbe pensato lui e che non era colpa mia se l'isola era bloccata quando avrebbe dovuto essere aperta...finiva male per me...
insomma mi hanno trattato da delinquente e non mi è piaciuto per niente.

saluti

RA

Eli ha detto...


Mettiamoci in testa una cosa: in Italia c'è la pena di morte, ma solo per alcuni.
C'è per gli sbandati, per i tossicodipendenti, per qualche spacciatore, per chi ha disturbi psichiatrici e finisce nelle mani della forza pubblica, c'è per gli ubriachi che una sera fanno baccano in strada.
Queste sono "vite a perdere".

Il poveretto in mimetica era un pazzo esaltato, aveva fatto domanda per un visto per andare a combattere Hamas in Israele, ma l'ambasciata glielo aveva rifiutato, era in cura da tempo con uno psichiatra, era stato anche in una clinica. Aveva rotto con la famiglia, che non voleva saperne di lui, tranne sua sorella. Sai quanti ce ne sono nelle stesse condizioni, a Roma ed in tutta Italia?

La povera ucraina torturata ed uccisa ha incontrato il suo karma a Roma, ma anche il suo assassino.
Sostituiamo l'orrore con la compassione, qualsiasi cosa abbia mosso la ferocia del trentacinquenne, erano forze più grandi di lui, che non era in grado di governare.

Ciao. E.

Carlo Bertani ha detto...

Credo, Roberto, che si possa convenire - anche da ex poliziotto - con quanto afferma Eli, ossia che ci siano dei "minus habens" per i quali si sentenzia il pollice verso.
Altrimenti non sarebbero spiegabili i tanti casi come Cucchi e tutti gli altri...
Questo - voglio aggiungere - ha una storia strana: è sopravvissuto alla morte della compagna a Madeira per ictus. Forse questa è stata la molla che ha fatto riemergere un grumo di problemi irrisolti che ristagnava.
Oppure, anche quella morte per ictus porta con sé qualcosa di strano?
Visto che, probabilmente, andrò a Madeira per prendere visione dell'isola in vista di un trasferimento laggiù - e dovrò imparare il portoghese - chissà che non mi faccia un giro sulle vecchie edizioni dei giornali locali...
Mah, in ogni modo è una storia che mette tristezza: c'è il dolore dell'impotenza dei genitori, il dolore della famiglia ucraina, quello della sorella che si sentirà fallita anch'essa...che tristezza.
A proposito, oggi sul Fatto c'è una stupenda intervista a Carlo Vanzina sul Cafonal e, indirettamente, sul nostro povero Paese.
E' da leggere, garantito.
Ciao ad entrambi: e non v'accapigliate eh? - ))
Carlo

doc ha detto...

1- io parlerei di società egotistica
2- la tendenza comportamentale, la principale, che è largamente maggioritaria, delle c.d. forze dell'ordine, è quella classica di tutti i poteri/istituti non democratici: abuso della propria posizione, la tendenza alla vessazione del più debole e del servilismo per il più forte, la mancanza di una cultura, almeno di tipo liberale ( il reclutamento è funzionale a questo), l'intolleranza sfrenata nei confronti della omosessualità, ed ovviamente per il tossico...etc.

Quindi è inutile, in prospettiva tendenza principale, aspettarsi cum-passione, comprensione, figurarsi tolleranza!

Ma donde viene e come e dove si sviluppa più facilmente, è la domanda a cui Carlo ha dato inizi di risposte.

Una delle risposte primarie, secondo me, è il degrado culturale , quasi planetario che è possibile in quanto è il condizionamento ambientale generale che ne ha determinato l'esito disastroso a cui assistiamo: il ns cwrvwllo, un ammasso di funzionalità fisico chimiche elettriche è un bersaglio facile da condizionare.
Doc
P.S.Quella di Verdone è, descrittivamente, esilarante ed illuminante


Eli ha detto...


Carlo,

come mai vorresti autoesiliarti a Madeira? Bellissima isola, ma sempre spazzata dai venti, e così solitaria in mezzo all'Atlantico, vero residuato di Atlantide o luogo di espiazione.

Concordo con Doc quando accenna al degrado culturale planetario. Ed aggiungerei anche il degrado civile ed etico.

Ciao. E.

Carlo Bertani ha detto...

Forse vista dall'aereo, Eli: so di un'isola con una capitale - Funchal, 140.000 abitanti - dove ci sono teatri e cinema come in Europa, e dove la gente non si raggruppa per nazionalità, bensì per "comune sentire". Così, vecchierelli olandesi, tedeschi, francesi, inglesi, italiani...hanno l'occasione sì, "d'espiare" i loro errori di gioventù, ma davanti ad un buon bicchiere di vino di Madeira.
E si accettano ospiti - ))
A me basta
Ciao
Carlo

doc ha detto...

Beh, Carlo fammi sapere della tua esplorazione, potrei cominciare a pensarci seriamente se qui nn si muoverà foglia: aspetto una risposta dal comune ad una mia richiesta del 10 marzo u.s.

Se poi neanche il progetto di concessione di appezzamenti di terreno demaniale incolto per riportare alla luce la ns cara vecchia cultura contadina, specie quella sulle erbe selvatiche commestibili e fitoterapeutiche, allora, beh potrebbe diventare una necessità.
Ciao
Doc

Carlo Bertani ha detto...

Al posto tuo, Doc, ci spererei poco. Sai perché? Poiché le tue idee sono intelligenti ed innovative, nel solco della tradizione.
E' troppo per i bimbi-minkia al potere.
Habla portugues? -))
Ciao
Carlo

Roberto ha detto...

Salve!

Conosco un paio di signori che, separati dalla moglie più o meno all'età della pensione, se ne sono andati uno alle Canarie e l'altro in un imprecisato paesino in Messico sulla costa Pacifica. Poi ne conosco un altro paio che, sempre separati dalla moglie al momento della loro pensione se ne sono andati l'uno nella costa Sud della Sardegna (ha una pensione abbastanza cicciotta) e l'altro mi sembra a Capo Verde. Ho perso i contatti con tutti loro, eccetto quello in Sardegna, da ormai alcuni anni...

Avevano alcune cose in comune:
- erano stufi dell'Italia
(il più stufo è quello che è im Sardegna);
- si erano preparati la fuga con viaggi precedenti ed in un paio di casi con l'acquisto di casa laggiù;
- almeno due di loro avevano invitato le mogli (che avevano rifiutato);
- hanno scelto località "latine" ma sopratutto posti dove con 1000 euro di pensione si vive bene;
-hanno "sistemato" figli, mogli, nipoti ed uno anche l'anziana mamma lasciandogli la casa italiana, la/le auto, trovandogli anche un lavoro ecc...

Nei loro piani c'era anche qualche avventura con donne esotiche ma in generale cercavano un vita tranquilla e di livello migliore di quella che pensavano di avere in Italia.

Spero per loro che stiano bene, so che quello in Sardegna sta bene anche se ha depauperato la sua pensione a causa di acquisti immobiliari errati e di spese impreviste.

Proprio ieri parlavo con un parente prossimo di quello andato in Messico, che tornava proprio dal Messico, ma non era riuscito ad incontrarlo... mi ha detto che forse anche lui lo seguirà, fra un paio di anni, quando andrà in pensione... mi ha detto che laggiù in Messico con circa 1000 euro di pensione italiana vivi benissimo, molto meglio che in Italia...

Però hanno lasciato figli, nipoti, casa, storia, tradizioni... Ne rividi uno un paio di anni fa al matrimonio di sua figlia... mi diede l'impressione di un "estirpato"...

La figlia invece disse chiaramente che era un egoista.

Io non so dire nulla se non che sono nato in Svizzera ma mio padre rifiutò, per sé e per me, la cittadinaza svizzera perché voleva tornare in Italia, il mio nooo paterno fu catturato sull'Isonzo, il mio nonno materno perse parti del corpo sul podgora... mio padre ha fatto 50 anni di lotte sindacali...

Alla mia famiglia è costata troppo l'Italia per abbandonarla in tal modo.

saluti

RA

Roberto ha detto...

...aggiornamento...

...mi moglie mi ha appena detto che sono senza memoria e che "il maiale" (è come chiama lei quello che è andato a Capo Verde) non è più a Capo Verde ma in Messico... forse assieme all'altro?...

Cmq attualmete è "non pervenuto" e l'appellativo datogli da mia moglie mi fa intuire che forse si è anche "divertito" ...

saluti

RA