25 ottobre 2012



Una mera questione d’argent de poche



E’ oramai divenuta la perseguitata continua, braccata in ogni finanziaria, manovra, spending review, decreto salva qualcosa, decreto spendi qualcosa, leggi di contenimento della spesa, decreti di risparmio, decreti d’urgenza salva Italia, Emilia, Libia, immigrazione, ecc. In realtà, soltanto soldi da spendere per le porche avventure di una classe dirigente senza più né moralità né ritegno.

Parliamo della scuola.



Visto che – ahimé, per mia sventura – sono ancora in servizio, proviamo a fare due conti per comprendere cos’è cambiato e, soprattutto, le ragioni di questi mutamenti.



Quando entrai nella scuola, siamo alla fine degli anni ’70, la segretaria chiamava – a fine anno – gli insegnanti delle materie scientifiche per chiedere il “piano” degli acquisti: noi domandavamo quale fosse la disponibilità finanziaria e lei ci rispondeva – rimanendo su vago – di “stare” intorno alle 500.000 Lire. Il mio stipendio, all’epoca, non arrivava a quella cifra: perciò, volendo tentare una aggiornamento della cifra, siamo intorno ai 2.000 euro l’anno. Una cifra che, oggi, sembra non solo irraggiungibile, bensì impensabile.

Così, compravamo materiali per i laboratori e riuscivamo agilmente a fornire agli studenti i cosiddetti “corsi sperimentali” – ogni scuola aveva il suo, chi di Scienze o Biologia, chi di Chimica, Fisica, poi arrivò l’Informatica, ecc – ed ai genitori non veniva chiesto nulla, se non l’acquisto del camice.

Già in “epoca euro” – quando fummo obbligati a chiedere un aiuto ai genitori per i corsi d’Informatica – non oltrepassammo mai i 10 euro di contributo annuo: una cifra accettabile per tutte la tasche, soprattutto se messa a confronto con la qualità dell’insegnamento offerto.



Un amico, che faceva l’assistente tecnico in un Istituto Tecnico, mi salutò, negli anni ’80, un pomeriggio:

«Dove vai?»

«A scuola»

«Ma che ci vai a fare?»

«C’è la riunione per gli acquisti…sai…sono milioni…»

Oggi ho preso visione di quegli acquisti: torni e macchine a controllo numerico, spettrofotometri e colorimetri… tutte macchine abbastanza moderne che tradiscono, però, l’età. Nessuna di loro varca il fatidico anno 2000.



C’è da chiedersi cos’è cambiato e, soprattutto, perché è cambiato. Ci arriviamo.

Il Ministero – comprendo che, per qualche giovane insegnante, il fatto sembri incredibile – a fine anno invitava le scuole a fare richieste, motivate e precise, per spendere le cifre che erano stato avanzate. Sì, avanzate. Si fornivano le scuole di quanto abbisognava ed avanzavano soldi: erano i primi anni ’80.

Un anno, ricordo, “tallonai” l’apposito ufficio ministeriale per bene e riuscimmo ad acquistare 6 microscopi, per una spesa complessiva di circa 3 milioni di Lire. Oggi, una fortuna di 12.000 euro, seguendo l’esempio precedente. 12.000 euro, oggi, è una cifra che manco riesci ad immaginare in una scuola.

E veniamo al personale.



L’ultimo contratto veramente vantaggioso, per la scuola, fu quello del 1990: dopo, solo adeguamenti all’inflazione programmata, che finiva per essere la metà circa di quella reale. Quanto hanno perso, in potere d’acquisto, i lavoratori della scuola italiana?

Soltanto nel periodo 2001-2004 – sostiene l’Eurispes – hanno perso il 22,2%, mentre l’ISTAT (più “pressata” dal potere politico) si ferma ad un “modesto” 9,8% che, in soli quattro anni, è già una bella cifra.

Quanto è andato perduto dal 1990 ad oggi? Difficile dirlo, ma forse la metà dello stipendio è andato in fumo.

Quanto guadagna un insegnante italiano?



Dai 1.300 euro d’inizio carriera ai quasi 2.000 di fine carriera, ossia dopo 35 anni di sevizio (quasi nessuno c’arriva, perché gli anni di riscatto della laurea valgono ai fini previdenziali, ma non sono anni di servizio). I docenti italiani giungono, al massimo, a guadagnare 1800-1900 euro.

E il personale non docente?

Qui si va dai 900 euro d’inizio carriera ai 1400 di fine carriera, tenendo conto che ci sono due livelli contrattuali, il 3° (i collaboratori scolastici, chiamati ancora “bidelli”) ed il 4° (gli assistenti di laboratorio e di segreteria). Una miseria.

Queste cifre sono molto, molto lontane dalla media europea: già, ma non “ce lo chiede l’Europa”.



E veniamo alle “favolette" che raccontano d’insegnanti sfaticati che lavorano 18 ore la settimana e stanno a casa per quattro mesi d’Estate: il leitmotiv di Brunetta.

E’ vero che i docenti lavorano 18 ore la settimana, ma dovete aggiungere 1 ora per ogni scuola adibita a ricevimento parenti: io, ad esempio, ne ho due e fanno 20. Hai un “buco” nell’orario? Eh, te lo tieni.

Poi, c’è la correzione delle verifiche e delle relazioni.



Un insegnante di Lettere o di Matematica, normalmente, ha 4-5 classi, che ogni quadrimestre “sfornano” circa 420 temi o prove di Matematica. V’immaginate il tempo che ci vuole a correggerle? Volano i pomeriggi.

Due quadrimestri, 840 correzioni l’anno: prendi in mano l’elaborato, leggilo, rileggilo, cerca di capire cosa c… vuole dire con quella calligrafia, poi lo metti da parte. Alla fine, li ripassi tutti per mettere i voti e li scrivi sul registro, cercando di non fare troppi errori di colonna.

Quanto tempo ci vuole? Mah, fate mezz’ora per elaborato – tutto compreso – e fanno 400 ore l’anno: non a caso, l’orario di servizio si compone di 18 ore in classe e 20 per le attività a casa (anche l’aggiornamento). Sono ancora poche, perché solo gli elaborati fanno più di 40 ore il mese.

E, qui, ci sono dentro tutti – Lingue straniere, Fisica, Chimica, Scienze, Storia, ecc. – perché con le riduzioni d’orario della Gelmini è difficile trovare il tempo per interrogare: inoltre, la distrazione degli allievi è molto aumentata nel tempo.

Già – direte voi – e gli insegnanti di Ginnastica?

Quelli non hanno da correggere nulla, ma si devono “sciroppare” tutte le attività ginniche della scuola: tornei di calcio, pallavolo, basket e poi porta i ragazzi in piscina, al bowling…

Gli unici che non hanno nulla da correggere sono gli insegnanti di Religione: persone baciate dalla fortuna, che non hanno nemmeno un programma da svolgere e sono pure avvantaggiati rispetto agli altri per gli scatti biennali.

Personalmente ho fatto un calcolo di massima: due relazioni a quadrimestre per 450 allievi saranno 1800 elaborati da correggere. Alla faccia di Brunetta, della Gelmini e di tutti i loro bambini.

E veniamo ai tanto ripetuti, fino alla noia, “quattro mesi di vacanza”.



Pochi sanno che, dopo la fine della scuola, partono gli scrutini che – secondo la scuola – terminano di Venerdì-Sabato: ebbene, il Mercoledì successivo c’è già la prima prova di Maturità. Il Lunedì successivo c’è già la prima riunione delle commissioni.

Poi, via a tutto il “percorso” che termina, approssimativamente, alla metà di Luglio. Fino al 1° Settembre tutti tranquilli? Manco per idea.

Ci sono i nuovi “esami di riparazione” – che non si devono chiamare così, avete capito? Altrimenti Fioroni (che li ideò) s’incavola – che oggi sono chiamati “sospensione del giudizio”: per questa ragione, dalla metà di Luglio si torna in servizio il 24 Agosto, cinque settimane. Il 1° Settembre, poi, riprende l’anno scolastico e si è tutti a scuola a fare riunioni su riunioni.

Considerando anche le due settimane a Natale e quella di Pasqua fanno 8 settimane, due mesi: questo è il gran vantaggio degli insegnanti, giorno più giorno meno. Non quattro mesi.



Dimenticavamo gli impegni lungo l’anno: due ricevimenti generali, tre-quattro turni di consigli di classe, due scrutini, 4-5 collegi dei docenti più le “varie ed eventuali”, che possono sempre capitare (e capitano). E l’aggiornamento? Talvolta è obbligatorio, per gente “over 55” che non ne ha più voglia.

Vi sembrano dei gran privilegiati?

Certo, a fronte di chi lavora in un call center per 500 euro il mese lo sono, ma sono quei contratti fasulli che non dovrebbero esistere, non quello (modesto) della scuola: poi, bisognerebbe verificare se quella persona sarebbe in grado di tenere all’ordine trenta scalmanati. Per essere insegnanti, ci vuole una certa professionalità.



La domanda che ci si pone è: perché la scuola è stata così maltrattata negli ultimi anni, sotto il profilo delle retribuzioni, della previdenza, degli investimenti? Perché è stata bistrattata più della Sanità, degli Enti Locali e del Pubblico Impiego (i ministeriali)?

La risposta c’è ed è drammatica.



Se ricordate le lamentazioni di madame Gelmini, la ex ministra si focalizzava su un punto: la percentuale troppo alta riservata, nei bilanci, alle retribuzioni! Non si può spendere il 98% in stipendi!

L’affermazione ha del ridicolo: furono loro a “tagliare” tutte le spese accessorie (quelle, ad esempio, per l’ammodernamento) ma non è questo il punto.

Se la scuola è il luogo dove s’insegna, è lampante che la spesa principale sarà sempre quella di pagare il personale!

Ma nemmeno questo è il punto.



Il vero punto è che la scuola è poco controllabile: delle buone leggi – veramente democratiche – garantiscono la pluralità e l’indipendenza del docente. E, a loro, la cosa dava e dà fastidio: gli insegnanti sono tutti “comunisti”.

Nella scuola è difficile “piazzare” l’amico dell’amico, il cugino o chi ti ha dato il voto perché esiste un sistema di graduatorie che funziona: a fronte di un tentativo di “scavalcamento”, parte subito il ricorso di chi si sente penalizzato.

Questo sistema non è perfetto, ma è quanto di più s’avvicina alla perfezione: per questa ragione volevano affidare ai presidi la chiamata dei docenti, per trasformare le scuole in tante piccole ACEA di Alemanno. Oh, il voto si paga: perché lasciare tutto quel ben di Dio al caso…almeno gli insegnanti di Religione li nomina la Curia…



La cosa più grave, però, è che la scuola non muove montagne di soldi: non c’è modo di farla diventare “un’azienda” per mangiarci sopra come in Finmeccanica oggi, in Alitalia ieri, in Montedison l’altro ieri…

Eh già: toppi stipendi!

Per questa ragione è iniziata l’operazione “Rastrello”: prelevare fondi dalla scuola per dirottarli sulla fiscalità generale, il solito pozzo dal quale s’approvvigionano tutti. Così potranno essere dirottati sulle aziende (come hanno fatto con la FIAT per decenni?) oppure sulla spesa delle Regioni. Oh, Formigoni ha speso 650 milioni di euro per il suo “Pirellone 2”, ed il vecchio Pirellone? Vuoto.

Queste spese – a differenza di quel mortorio della scuola – alimentano correnti di denaro importanti, dove si “unge” oggi chi ti “ungerà” domani, chi ti garantirà pacchetti di voti…sono della Mafia? Non lo sapevo.



Toccare altri settori?

La Sanità non è stata immune da tagli, ma solo per il personale: se si taglia troppo, però, non si riescono più ad imbastire le fantasmagoriche tangenti che tutti i giorni leggiamo sui giornale. Non c’è più trippa per gatti per le fameliche Regioni che sono, a nostro avviso, le vere responsabili del tracollo finanziario italiano, non le Province sulle quali cercano di scaricare il barile: fino alla metà degli anni ’70 debito pubblico e deficit di bilancio erano nella norma poi, con l’avvento delle Regioni, il fabbisogno aumentò a dismisura. Sarebbero loro da eliminare, non le Province.

E non dimentichiamo la nomina degli Amministratori delle ASL, che è di competenza politica: come si fa a mantenere “all’altezza” delle aspettative il giro di tangenti se si chiude troppo?



La Magistratura?

Ci hanno provato. A parte che, eliminando i “piccoli” tribunali, per avere giustizia devi sciropparti, talvolta, decine e decine di chilometri: nel mio caso, con la chiusura di Mondovì, si deve correre a Cuneo, 80 Km circa. Con inevitabili aumenti dei costi per chi ricorre: ma che frega a loro? Non difenderti: subisci, accetta il tuo essere minus.

Ma il vero tentativo di vincere la partita è stato quando, per difendere l’indifendibile Re Giorgio, sbaraccarono la Procura di Palermo. La risposta della Magistratura non si fece attendere: chiusero (e con tutte le ragioni) Taranto. E scatenarono la Tangentopoli2 che è tuttora in atto: Formigoni, Bersani (segretaria), Vendola, Finocchiaro (marito), ecc.



I ministeriali?

Certo, ma lì s’annida la maggior parte dei parenti & amici, tutti in ruoli dirigenziali: non a caso, la “Spending Review” non tocca molto i livelli medio-bassi bensì si concentra su quelli medio-alti. Come? Mandandoli in pensione con le vecchie regole!



“Gli esuberi infatti saranno quasi tutti gestiti con i prepensionamenti, cioè mandando in pensione con i vecchi requisiti coloro che l’avrebbero maturata entro il 31 dicembre 2014.”



Che bel regalo per i loro amici!



Ecco perché la scuola dovrà subire ancora, e molto, anche se non credo che si arriverà all’orario di 24 ore settimanali: sembra proprio un provvedimento da “regalare” ai sindacati per farci sopra una bella lotta. Vincente.

Poi, s’accontenteranno di poche quisquilie, ma l’attacco sindacale sulla riforma pensionistica cesserà ed avremo le condizioni di previdenza peggiori d’Europa. Basterà mantenere (contro la Costituzione) robusti finanziamenti per le scuole private ed una nuova classe dirigente sarà bella che pronta, accondiscendente e prona come la vecchia.



Una sola curiosità: per chi voterà, Domenica prossima alle elezioni siciliane, Matteo Messina Denaro?



15 commenti:

Ricky ha detto...

Carlo, la questione non è solo economica, anzi, quella economica è forse la meno importante delle questioni. Dillo alto e forte che il disegno è quello di distruggere la scuola pubblica attraverso il controllo degli insegnanti e della loro autonomia didattica, delle angherie a cui sono sottoposti, del potere dato a dirigenti aziendalisti, dell'orrore dei test Invalsi, e mi fermo qui. La scuola pubblica italiana è un'anomalia del mondo occidentale e, secondo i piani, deve essere distrutta a favore dei gruppi privati.

Eli ha detto...

Concordo con Ricky, dietro questa strategia non c'è una motivazione meramente economica, bensì un disegno ben preciso di natura manipolatoria.

La scuola, la sanità , i servizi in genere debbono diventare privati nell'ottica malata del potere.
Debbono essere fonte di guadagni da capogiro per gli amici degli amici, e sfornare la futura classe dirigente uniformemente condizionata, con un'infarinatura culturale e totalmente priva di spirito critico, ma ben indottrinata sulle parole d'ordine,ed intrisa di cattolicesimo reazionario.
Mentre il servizio pubblico scientificamente degradato e ridotto all'osso, sarà lasciato per la formazione dei poveri, degli emarginati, degli esclusi, che tali devono restare, per fornire braccia da lavoro per la casta.

E meno male che in tempo di campagna elettorale si sono rimangiati l'aumento di sei ore di lavoro "aggratis"!

Eli ha detto...

Marcusdardi ha colpito ancora!

"Tutto quanto cambierà se tu cerchi
la verità, se difendi la verità".

Un messaggio di pulizia ed onestà intellettuale.

http://www.youtube.com/watch?v=OhQmgDpiYWY

massimiliano p ha detto...



Effettivamente quello che si sta inseguendo è il modello economico inglese, dove la scuola pubblica, nella maggior parte dei casi, non funziona. Così, i genitori che ritengono importante l’educazione dei propri figli (il classismo britannico è un cancro che si è radicato perfino nelle pietre di Stonehage, e la cosiddetta working class è pressoché tenuta a sguazzare nell’ignoranza più imbarazzante e il cui unico “principio” è di non far studiare i figli per distinguersi dalla classe media), sono costretti ad ogni sorta di acrobazie per cercare di accedere alle poche scuole pubbliche che funzionano, e che si trovano in aree in cui i prezzi delle case sono altissimi.

Chiunque però sa che, per avere una istruzione appena decente nella società inglese, bisogna mandare i figli nelle scuole private, le cui rette annuali sono da infarto.


Se penso che gli eredi del PCI hanno abbracciato il credo neo liberista anglosassone senza rendersi neanche conto di cosa stavano facendo, e portato la sinistra italiana al suicidio politico, non riesco a trovare parole abbastanza valide per descrivere lo schifo che provo.

Carlo Bertani ha detto...

Il timore che esprimete tutti esiste ed è concreto: vorrei però mettervi in guardia. Finché l'attuale sistena di reclutamento degli insegnanti tiene, non potranno fare molto.
La legge regionale lombarda - che ricalca le idee della Aprea - desiderava investire i Presidi di questi compiti ed è fallita.
Oggi come oggi - per fortuna - nessuno ha il controllo delle graduatorie e questo ancora garantisce l'insegnamento "libero", che non significa la rinuncia alle proprie idee politiche, quanto il trovarsi insieme - su precise linee di deontologia professionale - fra insegnanti con idee molto diverse.
Inoltre, non dimenticare che l'esempio inglese (ed americano) è proprio quello ma, per fortuna, ci sono quelli francese e tedesco che sono di tutt'altra pasta.
E mi sembbra che là le cose vadano meglio, in tutti i sensi.
Scopriamo poi che in Argentina hanno stanziato la cifra necessaria per comprare 3 milioni di portatili da consegnare agli alievi: nei Paesi in via di sciluppo si segue più gli esempi franco-tedeschi che quelli degli Angli.
Insomma, con un po' di coraggio e tante lotte c'è speranza.
La loro offensiva, però - loro possono farlo - è sotto il profilo economico: tagliano tutto dove possono e non fateli più furbi di quello che sono.
Ricordate la macchietta di Tremonti con la calcolatrice.
Grazie a tutti
Carlo

alsalto ha detto...

Non penso che una lettura simbolica sia da ritenersi fuori luogo. Daltronde la stessa nascita dell'attuale leaderschip e' stata da subito caratterizzata da una rindondante presenza simbolica di stampo loggiaiolo. L'11/11/11 non ce lo si deve scordare. Cosi' come non penso affatto che la scelta di realizzare recentemente uno spot sulla scuola pubblica all'interno di un istituto privato sia casuale.
Non intendo scadere in facili quanto becere dietrologie ma amme' (passate il maccheronico) mi pare proprio che sia un dato per nulla affatto secondario, nascosti dietro ad un pseudo neo liberismo si nascondono esseri pervasi di cultura elitaria transumanista.
Il lavoro di demolizione dello stato sociale, della pubblica istruzione in particolare, e' un dato comune agli ultimi governi, non una esclusiva montiana, cosi' come il carattere loggiaiolo, vedi p2 & co.
Confido si' nel valore e nell'onesta' del corpo insegnante pubblico ma rilevo anche come un continuo impauperimento delle loro condizioni retributive non puo' che finire con l'allontanarli dalla missione, poiche' scegliere oggi la carriera da docente ha piu' a che fare con la missione che non la professione. Dall'altra parte l'aumento di carenza (bell'ossimoro) di servizi nella SP, le classi sempre piu' affollate (andate ad assistere ad un qualsiasi corso universitario del 1°anno a palazzo nuovo, pare di stare in un capo di concentramento) non fanno che alimentare sempre piu' la distanza fra classi sociali. Te lo puoi permettere studi, come accade nella cultura anglosassa, nella scuola di prestigio e ti garantisci un lavoro sicuro, non te lo puoi permettere ti fotti, ed il tutto con la giustificazione meritocratica immancabile. Ho un fratello iscritto al 1°anno al politecnico e per lui pensare di ottenere un appuntamento in dipartimento da un docente per un chiarimento, una verifica sul lavoro in corso etc. e' un puro sogno. Quando tocco' a me si era gia' in tanti per corso ma a meta' annualita' il docente ricordava il tuo nome e cognome, la tua faccia almeno,oggi e' impensabile, anzi son loro stessi ad attuare politiche di scoraggiamento per sfoltire il piu' possibile le classi.
Ho scritto tanto ma in fondo ho detto pochissimo.

alsalto ha detto...

Si e poi il fratello e' gia' al 2°anno, ammazza se vola il tempo. Aia.

MattoMatteo ha detto...

Ciao Carlo, ben tornato, riguardo alla tua ultima domanda, non penso che voti per i 5 stelle... :)
Saluti

Zoroastro4 ha detto...

Scusi l'off topic, ma non so dove scriverle altrimenti. Volevo chiederle se ha sentito parlare della ricerca sull'energia solare condotta dall'univ. di Stanford:

http://news.stanford.edu/news/2010/august/new-solar-method-080210.html

http://www.youtube.com/watch?v=qTKEmm7hfgk

E' già di qualche anno fa, e promettevano di raddoppiare l'efficienza dei tradizionali metodi di captazione. Si tratta solo di un percorso di ricerca, non c'è ancora nulla di pronto per la attuazione, ma secondo lei potrebbe trattarsi di una strada percorribile e realistica per il futuro dell'energia solare? Il fatto è che dopo 2 anni non se ne sente più parlare, e non so a che punto è la loro ricerca.

Carlo Bertani ha detto...

E' vero, le condizioni economiche degli insegnanti sono pessime e questo non genera certo buoni propositi.
Però, ripeto, fin quando i presidi non potranno metter becco nelle assunzioni, la strada è bloccata.
Per questo ho voluto sottolineare questo aspetto, importantissimo.

x Zoroastro4
Non ne avevo mai sentito parlare, lo confesso.
Sono andato a leggere...certo che la resa ottimale a 200 gradi...che il processo si sia arenato qui?
E il Desertec, che fine ha fatto dopo Gheddafi?
Faremmo meglio ad investire in sistemi di accumulo: vuoi i bacini in alta quota, vuoi l'Idrogeno.
Poi, con l'eolico a basso costo, non ci sarebbero più problemi.
Argomento complesso - me ne rendo conto - ci dedicherò un articolo.
Grazie a tutti
Carlo

Anonimo ha detto...

Sulla questione dei test a multi-risposte c'è molto da analizzare.

L'effetto primario è la riduzione della memoria a medio e a lungo termine, quindi, l'incapacità progressiva di ricordare eventi nel tempo passato, evitando di creare solidi agganci tra ciò che è stato e ciò che è.

L'effetto crea una disarmonia razionale ed emotiva di sé nello spazio e nel tempo socio-pedagogico e storico.

Non da sottovalutare l'incapacità di riflessione.

La nuova scuola è contro il discorso e il dialogo, non ha come scopo la maieutica, ma l'implosione dell'io che, senza memoria di atti e fatti, di sensazioni ed emozioni vitali per l'equilibrio del sé, è trascinato dal fiume impetuoso di un sempre-presente senza punti di riferimento, se non la propria condizione di consumatore di informazioni.

Lo studente, oggi, deve consumare la scuola come un fastfood e gli insegnanti hanno il ruolo di servir loro, perlopiù controvoglia, il peggior menù al minor costo possibile.

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo e a tutti voi, volevo condividere con i lettori del tuo blog un mio articolo che potrete leggere a questo indirizzo.

La critica al discorso del Potere

https://plus.google.com/u/0/117261375620839596177/posts

Con amicizia
m.

Carlo Bertani ha detto...

Molto interessante l'accenno che fai alla maieutica, argomento - ahimè - desueto per mancanza di mezzi.
E' stata la mia battaglia di una vita, e adesso mi ritrovo con 18 classi.
Eppure, a pochi mesi dall'inizio della scuola, noto che c'è nei ragazzi una ricerca quasi d'affetto, di rapporto personale con i docenti che mostrano disponibilità.

Non è la piccola agorà del Liceo ad essere desueta, sono le persone ignoranti ed aquiline che ci governano.

Grazie Nostromo

Carlo

Eli ha detto...

Una brutta notizia:
Gianni Lannes chiude il suo blog.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

Gianni Lannes è il più bravo, il più serio ed il più competente giornalista d'indagine che vi sia in Italia in questo momento, l'unico capace di approfondire veramente gli argomenti e trarne una visione d'insieme chiarificatrice.

Ha ricevuto molte minacce, forse deve mettere al sicuro la famiglia all'estero, ma perdiamo veramente una voce efficace ed eccellente, veramente fuori dal coro.

Mi mancherà, io consulto il suo blog ogni giorno.

Anonimo ha detto...

Mancherà anche a me....
Quando i poteri oscuri colpiscono, sembra non ci sia altro da fare che proteggersi e fuggire.
Le voci dissonanti, non allineate sono pericolose.
Essendo pochissime, non riescono a organizzarsi in un fronte comune difensivo.
E poi, a meno che non siano degli eremiti, temono per la vita dei loro cari.
Se non è censura, è minaccia mortale: almeno sappiamo che Gianni ha sempre detto e scritto la verità.
Mi verrebbe da dire che si dovrebbe raccogliere il testimone ma...