Ho spento la Tv
ed ho fermato il collegamento Internet: mai, come in questo momento, c’è
bisogno di ragionare su quanto è capitato in una notte – onomatopeico – molto
“stellata”. Il successo del M5S non è una novità, non sappiamo ancora quanti
parlamentari avrà con precisione, ma il dato è certo: nessuna maggioranza
(coerente) ci potrà essere senza di loro, e questo sarà un problema per Di Maio
& soci, ma diamo tempo al tempo.
L’altro dato è l’affermazione della Lega, che vede ora
Salvini – un ottimo capopopolo – alle prese con una partita difficile, poiché
dovrà pensare come uno statista.
Non dimentichiamo una prece per i due scomparsi dalla scena
politica: padre e figlio – seduti su scranni solo apparentemente opposti – sono
stati cancellati dall’abbecedario della politica italiana. Sparisce la P2 di Silvio Berlusconi e la Massoneria di Matteo
Renzi, anche se, nella roccaforte fiorentina, riescono almeno a mandarlo in
Parlamento. Paradosso: Renzi entra finalmente in Parlamento soltanto per
spazzare i cocci e gettarli nella pattumiera.
Altra domanda: la
Mafia ha votato?
La Mafia
vota sempre, ma ha puntato – in una complessa trattativa con il potere
politico, nella quale è oramai difficile tracciare il confine fra cooptati e
cooptanti – sul cavallo sbagliato, perché uomini cresciuti alla scuola dei
Riina e Provenzano non hanno potuto comprendere la portata del mutamento in
atto, si sono sentiti “coperti” dalle mille proficue “collaborazioni” con gli
ultimi scagnozzi del potere e non sono stati in grado di capire che erano
soltanto più vuoti simulacri.
E’ giusto parlare di rivoluzione, perché il popolo ha
premiato le uniche forze che introducevano nel discorso politico termini nuovi:
il reddito di cittadinanza, l’Europa e l’Euro, la fine delle varie
“austerità”…insomma, un percorso di uscita per un’Italia – la terza economia
europea – che non ci sta a scendere nell’Averno dei vinti senza combattere.
E’ lì da vedere: l’unica maggioranza politicamente coerente
è una costosa, per entrambe le forze politiche, franca consultazione fra il M5S
e la Lega. Costosa
perché?
Poiché entrambe le forze politiche dovranno concentrarsi sui
punti salienti che le accomunano – la questione europea in primis – ed
abbandonare le frange più estreme dei loro schieramenti (razzismo o pietismo,
supremazia del Nord o visione unitaria del Paese, ecc). Questioni, a ben
vedere, che nascono entrambe da un’assurda costruzione europea: i migranti
giungono in Italia, ma gli altri Paesi “fratelli” chiudono le frontiere e non
li vogliono. “Concedono” all’Italia d’indebitarsi per sopperire al problema.
Anche la questione settentrionale nacque da un’idea del sen.
Miglio (poi di Bossi): sganciare il Lombardo-Veneto dalla Nazione. Fallita poi
perché nessuno in Italia voleva imbracciare le armi per difendere la
secessione. Oggi, all’interno della Lega, sono soltanto più 1/5 gli
“irriducibili” legati a quegli scenari: i tempi cambiano, le generazioni
passano.
Il M5S ha commesso, a mio modo di vedere, un errore
presentando anzitempo la squadra di governo ed affermando che potevano
accettare soltanto appoggi esterni, senza ministri altrui: uno scenario ben
difficile da immaginare. Con Bagnai e Borghi lasciati fuori della porta?
La vera novità di queste elezioni non è tanto la caduta agli
Inferi del PD (ampiamente prevedibile), bensì il modificarsi dei rapporti di
forza all’interno della “destra” italiana: voglio precisare che userò ancora i
termini “destra” e “sinistra” in modo strumentale, laddove occorrerà precisare
alcuni passaggi.
Qualcuno, in un articolo, pavesava il rischio che il 99%
degli elettori finisse per votare l’1% delle oligarchie: precisiamo, se
seguiamo la distribuzione dei redditi in Italia secondo l’indice di Gini,
dobbiamo parlare di 10% che possiede il 50% della ricchezza, e del restante 90%
al quale resta il rimanente 50%.
Ebbene, fra Forza Italia e la Lega s’è visto chiaramente
come la dicotomia di un’alleanza innaturale (secondo le istanze populiste) è
franata: con Forza Italia sono rimasti (grosso modo) quei 10 italiani su 100
che desideravano mantenere la propria ricchezza, mentre chi non aveva quei
redditi si è spostato verso Salvini. Il quale, a sua volta, aveva tolto quel
ingombrante “Nord” dal simbolo e ne ha tratto, inevitabilmente, frutti.
Se seguiamo i flussi elettorali, notiamo che il M5S ha
guadagnato molti consensi in aree prima del PD, mentre la Lega ha fatto lo stesso con
Forza Italia.
Oggi, 5 Marzo 2018, possiamo verificare il fallimento
d’entrambe le aree interclassiste: una legata al potere finanziario ed
industriale del Nord, l’altra più radicata nel mondo delle amministrazioni
pubbliche. Ma, entrambe – seppur con valori diversi – garantite, in un panorama
di grande incertezza economica sociale.
“It’s economy, stupid!”: con questa frase, sappiamo, Clinton
vinse su Bush padre, e non va dimenticata.
All’interno del PD – grande “bestione metaforico” (come
definì il compianto Preve l’allora PCI) – la “tenuta” è venuta meno, perché
soprattutto i giovani hanno provato sulla loro pelle le ferite del liberismo
imperante, liberismo che i vertici del partito avevano sposato.
Così, molti ex votanti di Forza Italia hanno ritenuto più
“rassicurante” gettarsi su Salvini, che prometteva l’abolizione della Fornero
(che corrisponderebbe a maggiori ingressi dei giovani nei posti di lavoro
lasciati dai padri).
Ma, inutile girarci attorno, le due forze sono legate
soprattutto dal comune approccio verso politiche keynesiane di deficit
spending, che consentirebbero al volano dell’economia di riprendere a girare,
con valori ben più alti rispetto ai soliti 1,qualcosa ai quali siamo abituati.
Ma l’Europa è contraria, questo è una dato assodato.
Fare un governo M5S-Lega? E’ probabilmente l’unico
possibile, ma sarebbe un governo fuori controllo rispetto ai paradigmi
esistenti: un governo che potrebbe chiedere un referendum consultivo sulla
questione europea per poi, magari, aprire un franco (senza tante manfrine)
confronto per la revisione dei trattati di Maastricht. Se fallisse questo
approccio, l’uscita dall’UE e dall’Euro sarebbe inevitabile.
Entrambe le forze politiche hanno, però, al loro interno
forti resistenze dovute a diffidenze reciproche, dovute ad un passato che pesa,
a tradizioni molto diverse: in altre parole, questo risultato sembra essere
arrivato troppo presto ma, d’altro canto, rappresenta la misura di quanto gli
italiani sono stufi.
Altre soluzioni?
Un’ammucchiata generale – una convention ad escludendum
contro il M5S – la vedo molto peregrina: forse il M5S gradirebbe tornare al
voto fra un anno e, allora, fare veramente cappotto. Ma gli altri non sono così
scemi: oggi, Renzi e Berlusconi hanno puzza di morto addosso mentre conservano
una discreta spocchia, alla quale pochi credono ancora.
Meglio, allora, andare all’opposizione e cercare di
frantumare i due nuovi partiti coalizzati facendo leva sulle loro
contraddizioni interne.
Un sostegno di tutti al governo Gentiloni?
A cosa servirebbe? A mostrare ancor più la condizione
dell’Italia, non più in grado di gestire le proprie difficoltà interne? Un bel
biglietto da visita!
Sul tavolo del Presidente della Repubblica s’accumulano
carte su carte, e sono tutte poco gradite da quel vecchio democristiano che è
Mattarella. Un Presidente che si è mostrato assai debole, oggi, si trova fra le
mani una delle patate bollenti più scomode del dopoguerra. Cosa s’inventerà?
Difficile dirlo, ma una cosa è certa: Mattarella dovrà
lasciare i sicuri ormeggi di una politica segnata da un tran-tran quotidiano
prevedibile e facilmente gestibile. Il “nuovo” è giunto, improvvisamente, come,
in tempi antichi, il cavaliere che bussa alla tua porta per chiederti se sei
pronto a metterti alla testa dell’esercito, pronto a partire.
Ne avrà la forza?
7 commenti:
Finalmente non sono d'accordo con te, Carlo.
Se i 5Stelle convergessero con la Lega, alle prossime consultazioni perderebbero il 50% dei loro consensi. I 5Stelle saranno pure inesperti ed un po'impacciati, ma non sono sprovveduti e non hanno l'anello al naso. Sanno bene che la Lega è quanto di più reazionario, omofobo, xenofobo e simil-nazista vi sia in Italia oggi. Governare con la Lega sarebbe semplicemente un suicidio politico.
Da spettatrice quale sono della kermesse politica, mi diverte che Lorenzin e Bonino siano state spazzate via: non pervenute.
Se a Bolzano avessero asfalto anche Maria Etruria, avrebbero fatto l'en plain. Ma i 6 miliardi di euro elargiti dal Satrapo di Rignano alla Sudtiroler Volkspartei hanno avuto
un congruo ritorno.
Di Casa Pound e Popolo della Famiglia possiamo fare un bel fascio (sic) e metterli direttamente nell'umido. Mi piacerebbe tanto sapere chi finanzia queste caccole di antiabortisti, e qualche idea ce l'ho...
Preparati al prossimo governo Gentiloni, che è tanto pacato, carino e soprattutto malleabile, dote molto gradita a chi comanda veramente.
Ciaone Matteo, e stai sereno! Un posticino a Bruxelles o alla Glaxo non te lo leva nessuno.
P.S.
L'unico strumento democratico in Italia è il telecomando!
Emiliano aveva, in qualche modo , previsto, forse non in queste proporzione, la debacle di renzi&co, chiedendo esplicitamente di appoggiare un governo a trazione M5S. Questa ipotesi prevede però l'aszzeramento del clan renzi nel Pd e poi...poi almeno per un primo periodo a gratis appoggiare il govero Di Maio. Lo vedremo nei prossimi giorni se il canovaccio pd andrà in questa direzione.
Buon Cammino
Doc
Augusto caro,
ma davvero alla tua età ancora credi alle parole dei politici? Sono come i ladri di Pisa: di giorno litigano, e di notte vanno insieme a fare i colpi.
Ti delineo l'identikit dell'elettore leghista medio.
Viene dalle montagne della bergamasca, è ignorante come un caprone e si esprime per lo più in dialetto.
Schifa gli omosessuali perché vedersi la sua omosessualità latente con l'aiuto di uno psicologo è al di sopra delle sue capacità intellettuali.
Schifa tutti gli stranieri, ma poiché Salvini ha agguantato un paio di neri per propaganda, se li fa andare giù a forza per il gargarozzo, pur mantenendo intatto il suo disprezzo. Prima gli italiani, ecchecazz...!
Ama inciuciare coi fascistelli di Forza Nuove e Casa Pound, mentre almeno Bossi urlava il suo antifascismo.
A tavola si comporta come un facocero, e non legge un libro nemmeno per errore.
Non è mai uscito dalle valli limitrofe al suo paese, non conosce il mondo, i popoli diversi dai suoi vicini di casa, per questo li teme (i popoli, non i vicini). Non conosce la psicologia, l'etnologia, la sintassi, ma almeno una volta nella vita ha preso un charter per le Maldive, dove ha passato una settimana chiuso in camera con dieci centimetri di crema lenitiva sulla schiena, perché il primo giorno in cui è arrivato, si è precipitato in spiaggia, e si è addormentato per dieci ore al sole. Senza protezione. Pensava di stare a Rimini!
Può darsi sia stato anche a Londra con una low-cost, ma lui è un mero turista, non ha certo lo spirito del viaggiatore. Perché quest'ultimo comporterebbe curiosità per i popoli, rispetto e considerazione: tutti sentimenti che lui al massimo devolve al salumiere brianzolo all'angolo del suo villino monofamiliare, nel quale detiene, per lo più illegalmente, almeno tre fucili, perché "A casa mia non entra nessuno, e se qualcuno lo fa, non esce più sulle sue gambe".
Augusto, che vuoi che ti dica: auguri!
@ Carlo
vedo che ho scritto che il Bomba ha dato 6 miliardi di euro alla SVP: volevo dire 6 milioni!
Caro Augusto,
tu hai molto viaggiato e vivi all'estero, non conosci i leghisti bene come li conosciamo noi, che in vent'anni ne abbiamo dovuto subire tutte le intemperanze. Io ho calcato la mano perché volevo strapparti un sorriso ed alleggerire il discorso, ho fatto una caricatura, ma mica tanto. In questo momento rappresentano la parte più reazionaria e conservatrice del paese.
Inoltre la flat tax che propongono sarebbe deleteria per i ceti bassi, ed un regalo ai ricchi: praticamente Robin Hood al contrario!
Salvini è in politica da vent'anni, viene da un movimento che si chiamava "Comunisti Lombardi". Pensa che salto di qualità! Non ha mai lavorato in vita sua, è un bio-parassita.
Alimentare lo scontro sociale con la xenofobia e la paura non favorisce la pace e la crescita armoniosa della società. Loro hanno successo perché alimentano la paura, e questo è un argomento che ha sempre avuto risonanza nei secoli, guarda la storia della Chiesa.
Salvini, nell'ultimo comizio in piazza Duomo a Milano, ha brandito il Vangelo come fosse una clava, e credo che quello sia un gesto di estrema volgarità. Anche perché, se veramente ne mettesse in pratica gli insegnamenti, non parlerebbe come fa. Strizza l'occhio al vaticano, ma le gerarchie lo scansano.
Anch'io creduto nel voto, ho impiegato quarant'anni per liberarmi dall'illusione.
Ad ognuno il suo percorso!
Saluti.
Credo che l’esito delle elezioni vada attentamente considerato e se vogliamo siamo solo all’inizio. Le prime sono ovviamente queste:
1) Vincono le elezioni i partiti/movimenti/comitati elettorali, che si sono opposti alle politiche operate da Bruxelles e dal governo Monti e poi dai governi che lo hanno seguito;
2) Le elezioni mostrano chiaramente che i partiti nati dalla Resistenza e dalla “cosiddetta prima Repubblica” sono oramai morti e sepolti, questo non è un pessimo risultato, erano morti viventi che ammorbavano l’aria politica;
3) Il paese si divide seguendo una faglia storica, basterebbe confrontare una cartina della suddivisione del voto, con l’Italia del 1943/44, oppure l’Italia del primo medioevo; Questo fatto che si ripete ciclicamente, oltre a confermare il fallimento politico dell’unità d’Italia, credo che possa prefigurare in caso di gravissima crisi politica internazionale, non da escludere e sempre possibile, una prevedibile separazione o frantumazione dell’Italia; Il nord alla Germania e il sud agli americani, d’altra parte qui hanno le loro basi militari principali;
4) Si conferma che la crisi economica, che dura da ben 20 anni, porterà ad un’uscita a dx, con un nuovo tipo di fascismo, basato sulla caccia e sfruttamento bestiale degli extracomunitari e l’ulteriore precarizzazione del lavoro, la fine dell’assistenza sociale e di quanto nel bene o male si conosce prodotto nel novecento;
5) Restano sempre ampi spazi per fare politica, ma pensare alla rinascita di qualcosa di veramente democratico ci vorrà tempo, tanto tempo……L’unico dato positivo è che ora finalmente si è rotto quel rapporto negativo che legava chi si auto-definiva comunista o democratico, con quelli che affossavano la democrazia e i diritti.
6) Infine, un’osservazione sul voto nel meridione: è vero che può apparire clientelare alla ricerca di un sostegno economico il cosiddetto salario frutto del reddito di cittadinanza, ma lo è solo in parte. È la conferma storica che una rottura con il tradizionale collateralismo del meridione, che votava sempre per i candidati governativi. Le masse meridionali, come capita talvolta, si mettono all’avanguardia di scelte radicali, poi tradite – spesso è avvenuto o represse nel sangue – ritornano al classico rapporto clientelare;
7) Ultimo dato i vincitori dovranno cambiare il quadro istituzionale se vogliono avere successo e lì misureranno il loro reale consenso.
E' troppo presto per tirare conclusioni: nel mio articolo ho cercato, soltanto, di dipingere l'atmosfera italiana ed il sentire comune.
Se l'Italia fosse un Paese non giovane come è, tirerebbero le righe ed osserverebbero la realtà per quello che è: non più centri destra o sinistra, bensì forze sovraniste e filo europee. Le forze sovraniste sono in maggioranza nel Parlamento, ed ogni altra maggioranza è un inciucio, che piaccia o no.
Il problema centrale è sempre l'UE: qui ci si misura, qui si decide.
Ogni inciucio farà perdere voti a chi inciucia e ne guadagnano quelli che non cedono, questa è oramai la regola.
Il Paese vuole cambiare e non si fida più delle vecchie e nuove cariatidi: staremo a vedere se si chiuderanno in Fort Apache oppure no, ma sta agli attori del "gran colpo" mettere da parte le loro differenze ed interpretare il bene comune: non c'è altra strada.
Grazie a tutti
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