12 gennaio 2014

L’ultima Finanziaria



“Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndera


ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà.

Buon Dio è già scappato, dove non si sa

buon Dio se n'è andato, chissà quando ritornerà.”

Fabrizio de André – Girotondo – dall’album Tutti morimmo a stento – 1968.



Tempo di finanziarie, tempo di mille questue ma anche di corruzioni in corso d’opera, sponsorizzazioni più o meno regolari – più o meno occulte – a questo o quel partito o corrente per ottenere sgravi, sovvenzioni, leggi ad hoc. Poche settimane fa è salito alla ribalta De Benedetti per la sua Sorgenia, ma non è l’eccezione, bensì la regola: non indigniamoci più di tanto, un De Benedetti qualunque non fa Primavera.

Un capitolo sempre chiuso e silente, in Italia, è quello che riguarda l’IRPEF, ossia l’imposta sul reddito: eppure è l’imposta più importante della Finanziaria, poiché lo Stato trae da quel gettito circa il 30% delle sue entrate. E sono sempre alla ricerca di nuove tasse e balzelli per incrementare la parte attiva.

Sulla gestione dell’economia italiana non stiamo a perdere troppo tempo: è amministrata da tecnici, in continua contrapposizione con la volontà di famelici dilettanti allo sbaraglio. Più in alto, i voleri dei potentati europei che dirigono a bacchetta i dilettanti allo sbaraglio: gente che non sarebbe nemmeno in grado di gestire un negozio e pretendono di guidare una nazione.

Beh, queste cose le sappiamo ma – proprio perché il dibattito è rovente (euro/no euro) – vi voglio ricordare le attuali aliquote dell’IRPEF, che contengono qualche sorpresa. Eccole:



0 – 15.000 euro ; 23%

da 15.001 a 28.000 euro ; 27%

da 28.001 a 55.000 euro ; 38%

da 55.001 a 75.000 euro ; 41%

oltre i 75.000 euro ; 43%



Oltre all’aliquota, scattano le detrazioni: queste, però, sono oggetto di continui cambi e “rimodulazioni” che renderebbero questo articolo un dramma per tener dietro a tutte le invenzioni di questi governi. Una cosa, però, salta subito agli occhi.



Dalla tabella, si nota come un contribuente che dichiari 75.000 euro lordi (che corrispondono pressappoco a 40.000 euro netti, 3.300 euro al mese approssimati) paga la stessa aliquota di chi guadagna milioni di euro. Ossia: io che guadagno (magari!) 20.000 euro netti il mese (è il caso di politici e boiardi di stato) – approssimativamente – sono trattato come colui che ne guadagna 3.300, come se fosse la stessa cosa! Ancor più chi, di euro, ne guadagna 300.000 il mese: sempre come chi ne guadagna 3.300!

Un siffatto lavoro è stato portato avanti soprattutto dai governi di Silvio Berlusconi, ma gli altri mica hanno cambiato le aliquote: della serie, Dio li fa e poi li accoppia. La giustificazione? Semplice: non si riteneva “morale” che qualcuno fosse tassato per più di metà del proprio reddito.



Questo comporta – secondo la Consulta (vedi la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle “pensioni d’oro”) – che i pensionati “d’oro” non possono pagare aliquote più alte rispetto a quelle che pagavano quando lavoravano. Sempre per la stessa ragione, una “morale” molto discutibile.

Così, dobbiamo sentirci ammansire discorsi sulla morale da chi ha dilapidato il bilancio dello Stato in mille rivoli di corruzione: si va da “er Batman” alla Di Girolamo “mandagli i controlli e vaffanculo”, e non stiamo a farla lunga.

A parte la morale, c’è un articolo della Costituzione che recita:



art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.



Il debito pubblico è volato al 132% sul PIL (2008 = 106%) e la giustificazione è sempre la stessa: la crisi...eccetera, eccetera...

Bighellonando sul Web, mi sono imbattuto nella serie storica delle aliquote IRPEF ed ho preso a paragone la Finanziaria 1983: trent’anni esatti. Nel 1983 – lo dico per i più giovani – non si stava tanto male, perché la politica di Reagan non aveva ancora generato i suoi devastanti frutti negli USA, poi ricaduti sul mondo intero. Della serie: bisogna pagare di meno la gente e farla lavorare di più e con meno certezze per il futuro, il nuovo diktat del potere. Grandi investimenti in armi – la marina delle “600 navi” per piegare l’URSS nella corsa agli armamenti – ed uno spiccato senso “morale” della ricchezza, già presente nel mondo protestante: risultato, l’indice di Gini (1) – che misura la disparità nella distribuzione della ricchezza – è schizzato verso l’alto.



In quegli anni, era considerato normale uscire la sera per andare a mangiare una pizza senza fare i conti col portafogli, oppure fare un acquisto – anche abbastanza oneroso – per la casa un Sabato pomeriggio qualunque, passando di fronte ad una vetrina.

Insomma, le potenzialità di spesa degli italiani erano enormemente più alte perché il lavoro c’era, il potere d’acquisto era garantito dalla “scala mobile”, i contratti erano rispettati e nessuno si sognava – com’è successo pochi giorni fa – di chiedere ai docenti di restituire lo scatto d’anzianità percepito nell’anno precedente.



Qualcuno dirà: non c’era l’euro. Vero. Siamo proprio sicuri che la ragione sia tutta lì? Non si discute, qui, l’emissione della moneta e tutte le truffe che si trascina appresso, bensì che – magicamente – risolta quella sia risolto tutto.

Così, ho preso la tabella IRPEF del 1983 (ovviamente in lire, anzi, milioni di lire) e l’ho “trasformata” in una tabella in euro col cambio 1 euro = 1.000 lire, com’è poi avvenuto nel grande impoverimento “programmato” iniziato nel 2002.

Ecco cosa ne è uscito:



fino a 11.000 euro ; 18,00%

da 11.000 a 24.000 euro ; 27,00%

da 24.000 a 30.000 euro ; 35,00%

da 30.000 a 38.000 euro ; 37,00%

da 38.000 a 60.000 euro ; 41,00%

da 60.000 a 120.000 euro ; 47,00%

da 120.000 a 250.000 euro ; 56,00%

da 250.000 a 500.000 euro ; 62,00%

oltre i 500.000 euro ; 65,00%



La “trasformazione” s’è rivelata più congrua rispetto a quella col cambio normale (quasi due euro): ad esempio, notate che la prima aliquota non avrebbe senso (5.500 euro al 18%), mentre in questo modo un senso di realtà ce l’ha (ricordo che sono redditi lordi).



Se confrontate questa tabella con la precedente, osservate che gli scaglioni di reddito non sono poi così diversi, ed anche le aliquote non si discostano troppo dall’oggi. C’è, però, una differenza abissale sui redditi alti.

Come dicevamo sopra, oggi in Italia chi guadagna 75.000 lordi paga la stessa aliquota (ovviamente per la parte eccedente) di chi ha un reddito di 300.000 euro: i quali, ad onor del vero, non sono poi così poco numerosi come si crede.



In quell’Italia, chi aveva alti redditi (es. da 120 a 250 milioni) pagava un’aliquota del 56%, e chi era proprio un Paperone pagava il 65%: aliquote sparite nei parametri italiani.

Non all’estero: se ricordate la nota vicenda della cittadinanza russa dell’attore Gérard Depardieu – per protesta contro l’aumento delle tasse nel suo Paese – in Francia le tasse per gli alti redditi sono di circa il 70% e, nel caso dell’attore, arrivavano all’85%.



Aliquote molto alte, senza dubbio, che permettono, però, alla nazione francese di mantenere un welfare nel quale – ad esempio – vai da qualsiasi medico specialista e lo Stato ti rimborsa quasi tutto (una percentuale fra l’80 ed il 90%).

In questo modo, però, tu chiedi la ricevuta ed il medico è obbligato a consegnarla e dunque a pagare le tasse: in Italia, invece, l’abitudine consolidata e tollerata verso l’evasione si abbatte (ad esempio) come una nemesi sugli studi dentistici, e li sta rovinando. Gli italiani non sono più in grado d’accendere un mutuo per pagare le cure dentistiche: o vanno all’estero, oppure si rivolgono a studi consociati fra dentisti ed odontotecnici che tengono bassi i prezzi. Oppure, per cure di poco conto, si rivolgono alla sanità pubblica.

Anche in Spagna, mentre da noi impazzava la Fornero con le sue devastanti controriforme, il Parlamento aumentava le aliquote della loro IRPEF.



In Italia no: la radice del pensiero di Silvio Berlusconi è proprio che le tasse sono un furto, di conseguenza si preferì danneggiare l’economia vera – “Main Street” – piuttosto che toccare le aliquote. Se ne disinteressò anche Monti, e Letta prosegue sulla stessa strada: non ci sono “voci” – il M5S “ascolta” Stiglitz, ma non ha nel suo programma (2) un punto specifico al riguardo – che qualcuno voglia toccare le aliquote IRPEF, considerate oramai una “sciagura”. Meglio osservare la gente che si suicida, oppure che scappa all’estero: nessuno fiata.

In altre parole: il “sogno” reaganiano iniziato con la “reaganomics” ha raggiunto il suo compimento oggi, quasi 30 anni dopo, e non è detto che non si vada oltre.



Come si può notare, l’euro giunge molto dopo quelle vicende, e non si tiri in ballo l’ECU che non ha mai avuto effetti così devastanti: in ogni modo, il destino dell’UE è segnato per il 2015, anno nel quale entrerà in piena attuazione il “fiscal compact”.

Nessuna delle economie mediterranee è in grado di reggere ad un simile impatto: l’Italia – partendo dal disastro odierno – dovrebbe “risparmiare” (tagli su tutto: chi più ha immaginazione non riesce a raggiungere nemmeno la periferia di quello che ci aspetta) 50 miliardi l’anno. Riflettiamo che il taglio di “soli” 8 miliardi in tre anni (che servì a saldare il debito elettorale di Berlusconi sull’ICI), nella scuola, sta distruggendo l’istruzione italiana.

Non siamo in grado d’affrontare simili scenari, come non lo è la Spagna, il Portogallo e la Grecia, ma nemmeno alcune nazioni balcaniche o l’Irlanda. E la Francia?



Inutile accampare scuse: l’Europa – un bel sogno, nulla da eccepire, ma forse al tempo del Trattato di Roma – oggi sta fallendo. Come si può immaginare che l’Italia tiri fuori ogni anno 50 miliardi per vent’anni??? Partendo dal disastro attuale???

Se vogliamo puntualizzare un giro di boa di tutta la situazione – ma solo per la Storia, sia chiaro – lo possiamo cogliere nella famosa lettera (3) della BCE al governo italiano, a firma congiunta Draghi/Trichet, nella quale (per la prima volta!) un’istituzione tecnica esterna allo Stato inviava una lettera “d’intenti” al governo italiano.

Non è una cosa da poco: significa la fine della sovranità nazionale, anche per il contenuto politico che conteneva. Lì, erano già condensati tutti i punti poi approvati da Monti e, oggi, da Letta: leggete attentamente quelle righe, hanno eseguito il compito come degli scolaretti.



Siccome il prelievo di 50 miliardi l’anno per 20 anni sbaraccherà l’Italia già alla prima “rata”, il dibattito sull’uscita dall’euro non ha più molto senso: più realistico è quello sul “dopo euro”.

Diciamo subito che la moneta non ha importanza: può essere un “Euro2” con tasso di cambio diverso oppure una nuova moneta, perché – se noi torniamo alla Lira da soli e basta – il futuro è fosco.



Politicamente, sarebbe più vantaggioso stabilire accordi con i Paesi “PIIGS” i quali, a loro volta, sarebbero liberi di scegliere – in ambito internazionale – nuove alleanze guardando a nuovi mercati. Questa mossa scatenerebbe una nuova guerra in Europa, magari nucleare? Mi sembra poco probabile: è un altro degli escamotage che usano per tenerci buoni.

Non sarebbe una bestemmia stabilire accordi con i Paesi del BRICS che contengano nuovi scambi, magari del tipo merci/tecnologia, poiché siamo perfettamente in grado – se lo vogliamo – di reggere la concorrenza di Berlino sulla qualità (e soprattutto sul design) dei beni tecnologici.

Certo, si tratta di cambiare ragionamenti e priorità: vedremo se il M5S è all’altezza di questi, ardui, compiti perché non abbiamo il tempo d’attendere la “crescita” dei pur bravi ragazzi di Grillo. Purtroppo, l’emergenza vera – il fiscal compact – è dietro la porta.



In fin dei conti, siamo il Paese di Michelangelo e di Galileo, di Volta e di Marconi, della Levi Montalcini e di Rubbia. Ricordiamocelo, ogni tanto.



(1) http://www.corriere.it/economia/13_marzo_11/italia-regina-europea-delle-diseguaglianze-cosi-la-crisi-ha-impoverito-la-classe-media-giuliana-ferraino_6ce2bd86-8a0d-11e2-8bbd-a922148077c6.shtml



(2) http://www.beppegrillo.it/movimento/2010/06/test.html



(3) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml?uuid=Aad8ZT8D (al fondo c’è il collegamento per la seconda parte)

19 commenti:

Eli ha detto...


Carissimo,

anch'io mi sono chiesta dove prenderanno i cinquanta miliarducci all'anno, per VENTI anni, del Fiscal Compact.
Lo Scendi-letta tace al riguardo, del resto il suo compito è galleggiare, mica governare.
(Alcuni esempi di oggetti dediti al galleggiamento: tappi di sughero, buste di plastica, sterco boliforme...).

Anche il burino di Firenze, ma sì, quello che sembra un venditore di casalinghi in un mercatino periferico, ma assurto alle presidenze presenti e future con echi plebiscitari per meriti massonici e democristi, tace sull'argomento, preso com'è dall'arrampicata ai palazzi castali, raggiunti i quali sarà sbattuto giù quando non servirà più, dopo aver realizzato per conto della Cupola qualche bella porcata ai danni del popolo dei gonzi che l'ha votato.
Gli esempi dei conigli Mannari Prodi e Monti parlano.
L'hai mai sentito dire una parola sulle banche assassine? Sulla finanza dei tagliagole? Eppure col Monte dei Pacchi ne ha un esempio in casa. Ah, ma quella è roba del partito, della Loggia e dell'Opus, mica si tocca!

Da queste due nullità telecomandate, Scendi-letta e Frenzie, mi aspetto solo danni di natura economica e lavorativa, ispirati dai nazi-eurocrati che conosciamo, sempre fingendosi "de' sinistra".

Dal terzo contendente, l'Orthopterus Princeps, non mi aspetto nulla.
Egli rappresenta una certa parte di massoneria anglo-americana impegnata nella guerra economica all'euro (vedere la sospetta sinergia con l'ambasciatore americano), osteggiata da un altro ramo eurocentrico della suddetta, ma in fondo sono solo beghe interne alle logge, che se le vedano loro.
Apprezzo molto, invece, l'azione dei deputati e senatori del Movimento in ambito parlamentare, loro sì che sono puliti ed in buona fede, ma ossequiano con la sudditanza il leader, pena la cacciata, e questo non lo trovo tollerabile in democrazia.
Il fatto è che gli USA non si accontentano più di tenere in pugno i governi, ora vogliono anche controllare l'opposizione!
Il partito dell'Ortottero sembra una riedizione del vecchio PCI, con l'ortodossia di partito e le epurazioni comprese nel prezzo.

Più che giovani che avanzano, tutti loro mi sembrano avanzi del vecchio che marcisce.
Insomma, siamo messi maluccio.
Sapessi come si vive bene in Brasile...Ma anche in Francia, in Provenza...

Complimenti per il nuovo aspetto del blog, bellissimo, elegante e raffinato! :-D
Eli

Carlo Bertani ha detto...

Bellissimo l'Orthopterus Princeps...e pensare che ti volevano cacciare dall'Olandese...
Cacciati i giornalisti, s'arrangiano con gli scrivani...
Ciao
Carlo

Unknown ha detto...

Il dato è oggettivo ed è lì da molti mesi. I TG nazionali ne parleranno (di Fiscal Compact) ossessivamente solo qualche giorno prima che in parlamento si voterá per l'ennesimo salasso, è giù a scannarsi inutilmente tra... no, non ce la faccio a scrivere destra e sinistra... Oh cazz' l'ho scrittto! Non so spingermi oltre nelle previsioni, voglio solo dire una cosa a chi parla di rimboccarsi le maniche e di "tu la miseria non l'hai mai vista. Ai miei tempi...": ai tuoi tempi c'era una prospettiva di crescita, non parlo di quella economica soltanto, mentre oggi ho 30 anni e non ricordo un singolo istante della mia vita in cui ho avuto il piacere disilluso di poter pensare, valutato quanto più oggettivamente possibile il quadro generale, "domani sará meglio di oggi". E' una sensazione che proverei volentieri, farei a cambio con un istante di miseria... Massimo rispetto per chi la miseria ce l'ha oggi e non ha neanche prospettiva, poveri al quadrato, vittime di guerra: sarebbero bello vedere nascere dei monumenti per le vittime della C R I S I, magari vicini a quelli sulle guerre mondiali: aspetto pigramente ma con ansia un Comitato di Liberazione Nazionale...

massimiliano p ha detto...

Il disastro sembra ormai inevitabile. Comunque, cinquanta miliardi metterebbero in ginocchio anche l’Inghilterra, anche se hanno una banca e possono contare sugli intrallazzi della City – che non è poco -.
Intanto il governo continua a collezionare scandali, e pare che questa sia l’unica cosa che riescono a fare con impegno e dedizione.
Il marito della De Girolamo – recentemente traslocato anche lui in area renziana – intervistato sulle disavventure della compagna, ha dichiarato che “decide la magistratura”. Eh, per forza, con una classe politica che ormai si dedica esclusivamente all’intrallazzo, toccherà per l’ennesima volta alla giustizia occuparsi di politica. Questi ormai non si vergognano neanche più.
In tutto questo guazzabuglio, il posteggiatore di camper in divieto di sosta (il Fonzie dei poveri; il fidanzato d’Italia; il sindaco assenteista........ma quanti sono???) tace per paura di dover, al fine, esser costretto a dimostrar qualcosa di concreto che non siano le solite ciance al vento. Che strano, continuo a sperare che gli italiani impiegheranno meno tempo di quel che gli ci è voluto con il pregiudicato di Arcore per scoprire la bufala del venditore di tappeti bucati da Firenze. “Illusioni! grida il filosofo. – Or non è tutto illusione?” Mah......qui bisognerà che chieda scusa al Foscolo per averlo importunato per simili facezie.
Sarà meglio che vada a dormire.
Ciao
Massi

P.S.
Ottimo articolo, come al solito.

Michele ha detto...

Condivido la preoccupazione di fondo dell'articolo e l'indignazione doverosa a fronte dell'insipienza della politica, che non vuole risolvere i problemi della Nazione.
Non sono però convinto che la rimodulazione delle aliquote possa modificare il quadro sostanziale, stante la distribuzione del reddito oggi in Italia (al riguardo ho appena scaricato l'omonimo volume ISTAT che consiglio: http://www.osservatorionazionalefamiglie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=477:la-distribuzione-del-reddito-in-italia-istat&catid=25:altre-pubblicazioni&Itemid=122).
Altro punto sul quale non concordo è il convincimento che "non sia un problema di moneta" e soprattutto la scarsa importanza attribuita al valore di cambio di qualsivoglia valuta. Al riguardo invito a riflettere sul fatto che prima dell'Euro le valute fluttuavano sulla base della bilancia dei pagamenti (import-export), poi è stato fissato il cambio con l'Euro (per noi di 1936,27 £ per €), ma la bilancia dei pagamenti è libera di oscillare oggi come allora, ma senza "apparenti" conseguenze. Queste conseguenze invece sono che paesi (Germania) con una bilancia di pagamenti a favore (ovvero in surplus di export contro import) non hanno un conseguente apprezzamento della moneta nazionale (non essendoci più il marco), che renderebbe meno appetibili le sue merci e permettendo al mercato un naturale riequilibrio.
Questo è uno dei motivi che mi rende incline a pensare che l'UE sia stata realizzata in modo imperfetto, è stato voluto? Non lo so. Sicuro è che qualcuno ne trae vantaggio e quel ch'è peggio i nostri governanti "sembrano" non rendersene conto e remare contro ogni tentativo di recupero. Come se ne esce? Prevedo che nel breve l'euro collasserà inevitabilmente (entro uno o due anni, ovvero entro la prima o seconda rata di fiscal compact che sono insostenibili, figuriamoci per vent’anni!) e ciò potrebbe non essere un male (pieno recupero delle dinamiche della bilancia dei pagamenti). Quello che mi preoccupa è l'incapacità atavica degli Italiani di notare le giuste proporzioni, di stabilire priorità, di tentare di stabilire relazioni di causa-effetto e tutto questo perché siamo pigri. Occorre, invece, esprimere una cittadinanza più attiva, più informata, più competente e più consapevole. La delega (in tutte le sue forme, voto compreso) non dovrà più essere un alibi. Altrimenti crollerà l'€, ma ci ritroveremo la stessa classe politica cialtrona, degna rappresentante della popolazione.

Eli ha detto...


Un debito inesigibile perché troppo elevato non può che essere annullato.
Il problema è che per farlo ci vorrebbero nei paesi europei governanti che avessero veramente le palle, altro che Sciabo-Letta che finge di averle d'acciaio ma è un coniglio bagnato.
Invece vengono eletti solo i favoriti della Cupola, la propaganda mediatica è capillare ed onnipervasiva.
Occorre una presa di coscienza più forte e dilagante.

Ciao.
Eli

Carlo Bertani ha detto...

La rimodulazione delle aliquote è un sacrosanto dovere, per due motivi: si è mancato al rispetto della Carta e si è inutilmente fatto schizzare in alto l'indice di Gini.
Oggi, ci sono famiglie in estrema povertà, che si rivolgono all'assistenza sociale (che non esiste). Che fare? Almeno la rimodulazione delle aliquote farebbe pagare qualche paperone in più, che paga poco o niente.

Anch'io non penso che sarebbe la soluzione cercata, ma dobbiamo smetterla di cercare "la" soluzione, perché le soluzioni sono tante.
Dobbiamo rimettere a posto un Paese abbandonato dai suoi politici: energia, industria, reddito, democrazia, giustizia, informazione...
Credo che l'euro non sia più un problema: fra un paio d'anni ci troveremo a dover lottare per mantenere la nostra nuova moneta in un quadro di cambio vantaggioso.
Per questo sostenevo la necessità di un "Eurosud" agganciato ai BRICS.
Grazie a tutti
Carlo

Orazio ha detto...

Alcuni anni fa sostenni su questo blog che Berlusconi era politicamente immortale e mai nessuno lo avrebbe potuto cacciare definitivamente dalla politica. Carlo mi ascoltava con sufficienza e nessuno con lui mi dava ragione. Oggi Berlusconi è resuscitato politicamente e non è detto che possa vincer le prossime elezioni. Carlo nulla da dire?

MattoMatteo ha detto...

Cosa vuoi che ti dica ... che c'e' anche di peggio ... vedi governo Monti, governo Letta, PD in genere ... :)

Eli ha detto...


Orazio,

il Paradosso di Arcore sarà pure "resuscitato", come dici tu.
Ma è semplicemente incandidabile, in virtù della legge Severino, pertanto non può né partecipare alle elezioni, né essere eletto.
Anzi, da mesi dovrebbe stare ai domiciliari o in affido ai servizi sociali. Non capisco perché la giustizia sia rapida solo coi poveracci e lentissima coi pregiudicati ricchi e potenti come lui. O meglio, lo capisco benissimo, e ciò m'indigna.

Non bisogna prestar fede ai deliri delle veline miracolate, delle pasionarie zoccoloidi e degli avvocati rimpinguati di denaro del suo partito. Costoro cercano d accreditare per vera una realtà inesistente.
Fattene una ragione.

Se De Girolamo ci ha fatto apprezzare il garbo e la signorilità di Mastella, Frenzie fa apparire un omuncolo come Fanfani un gigante della Storia! e Il peggio della DC, oggi, è lui, il burino di Firenze.
Sarebbe potuto andare a discutere di riforme e legge elettorale direttamente con Riina in galera, braccio 41 Bis!

Ciao!
E.

MattoMatteo ha detto...

Carlo, convengo con te che le aliquote sarebbero da rivedere nella direzione anni 80.
Due cose buttate li cosi':
1) Non mi sorprenderei di una scissione nel pd
2) Se e' vero che con la nuova legge elettorale chi becca il 36 si ritova col 51 magari ce la facciamo. M5*!!!

Orazio ha detto...

Eli Berlusca sarà incandidabile, infatti non punta alle elezioni anticipate, come grillo manovrerà da fuori e poi patteggerà con Rwenzi un'amnistia. Poi con una legge elettorale incostituzionale si appresterà a nuove elezioni e magari a vincerle. Non si sa mai. Se dico che gli italici PD e PDL votanti sono rimba.... sono offensivo?

Eli ha detto...


Orazio,

sissì, son d'accordo con te che i votanti PD-PDL sono rimba. Aggiungerei anche poco svegli (basterebbe osservare ciò che accade...) e lobotomizzati dalla televisione.
Comunque, se Frenzie continua così, aumenterà il disgusto dei suoi elettori, il partito perderà ancora voti (e le elezioni), e dunque va tutto bene così!

Dopo l'incontro col Faraone di Arcore ho letto commenti sui blog che dicevano: "Restituisci a me ed ai miei familiari il voto che ti abbiamo dato alle primarie".
Chi oggi vota Frenzie lo fa per distruggere il partito.

Ciaoo!
E.

Orazio ha detto...

Eli ti ringrazio per quello che hai scritto. Non ricordavo tanta lucidità in questo blog, dove da anni si dà e si dava Belrusca finito politicamente e invece lui è ancora in campo. Ma un giudizio di Carlo sarebbe ben venuto.

Carlo Bertani ha detto...

E' presto per tirare delle conclusioni. Gli elettori del PD e del PdL non sono "rimba", sono il frutto del voto per convenienza.
Il voto per appartenenza, oramai, è patrimonio di pochi anziani a sinistra, mentre a destra è un voto più convinto, perché B. ha sempre cercato d'accontentare il suo elettorato di riccotti e "fabbrichette".
Il PD ha puntato sulle amministrazioni locali, da foraggiare tramite il bilancio dello Stato ed i rimborsi elettorali.
Francamente, non so chi può spuntarla: l'amnistia per B. è un sogno ad occhi aperti, mentre il vero problema di B. è che non ha un successore all'altezza. Come il conte Ugolino...
Di certo, nel 2015, inizieremo a pagare 50 miliardi l'anno in più ogni anno: l'Italia è spacciata, per questa ragione mi occupo poco dei due Dioscuri de no antri.
Ciao a tutti
Carlo

Eli ha detto...


Per la prima volta Berlusconi ha messo piede nella casa del Pd. Ma gli zerbini li conosceva bene.

https://twitter.com/venividi_wc

Luca C. ha detto...

Come al solito arrivo in ritardo, ma queste osservazioni mi sembrano decisamente pertineti. Se non altro... perché non le fa quasi mai nessuno!
E certamente non è solo in questo modo che si risolverebbero i problemi della società italiana, ma è pur vero che negli ultimi decenni c'è stato un imponente, per non dire gigantesco travaso di risorse dai poveri ai ricchi.
Su un punto non sono d'accordo: non è un fenomeno che è cominciato con Berlusconi. Certo, Berlusconi si è guardato bene dall'approvarlo, ma quelle che tu indicavi, Carlo, come le aliquote più alte dell'inizio degli anni Ottanta sono state, se non erro, già ritoccate al ribasso appunto all'inizio degli anni Ottanta. Tutto è cominciato con il Governo Craxi, che ha tagliato la scala mobile. Poi, via via negli anni Ottanta e Novanta l'ideologia neoliberista si è sempre più diffusa, entrando a far parte delle convinzioni dell'opinione pubblica anche dei ceti più bassi.
La differenza con gli anni Ottanta, e con Craxi, e con Reagan, è che almeno questi ultimi non stavano tanto a preoccuparsi del deficit pubblico, anzi, lasciavano che salisse in modo perfino eccessivo, cosa che dagli anni novanta in poi non è stata più possibile.
Il terrore dell'inflazione, la convinzione che "non ci sono i soldi", accompagnata dalle tarantelle di discutibili personaggi come il Padoa Schioppa che sosteneva che è bello pagare le tasse. Altro che, con gli stipendi che percepiva lui e quelle aliquote...
Oggi non fa più scandalo che un dipendente degli enti locali non debba percepire alcuno scatto di anzianità, perché il suo contratto nazionale non lo prevede più. Si punta tutto sulle idiozie della meritocrazia, sostenuta perfino da alcuni sedicenti sindacalisti per cui ho trovato il soprannome di "vu' cumanda'".
E sarà dura risalire la china, anzi, per gli anni a venire secondo me non si risalirà affatto.
Perfino per il nuovo contratto di Federcasa (a cui fanno capo numerosi enti di edilizia popolare, settore in cui ho lavorato per un certo periodo) la parte datoriale ha posto un'ipoteca sugli scatti. "Troppo costosi". A quel punto, meglio tenersi il contratto scaduto.

Carlo Bertani ha detto...

Va beh, epigrammifacezie alia L., chi era il testimone di nozze di B.? Craxi!
Casualità matrimoniali a parte, hai ragione: fu Craxi ad iniziare il processo ma - ina qualche modo - non lo "santificò" ancora. Poi vennero insignificanti governi (Amato, Craxi...manco li ricordo tutti...rammento solo un ministro delle Finanze di Asti (ma non ricordo il nome, tenne anche una conferenza nella mia scuola) che andò in Tv a dire: "Fra tre mesi non ci sono più i soldi per pagare gli statali".
Ma Reagan doveva ancora arrivare: non ricordo la z....la inglese se era già al potere.
Questo ha dato una spinta al processo: la santificazione del liberismo, che prima era - al più - tollerato.
Insomma, signori miei - è caduta l'URSS: ve ne siete accorti?
Grazie a tutti
Carlo febbricitante

Luca C. ha detto...

Beh, per quello che valgono i matrimoni di Berlusconi...
Scherzi a parte, Reagan si è insediato alla Casa Bianca nel gennaio del 1981, e la Tatcher era già stata eletta nel 1979.
Craxi è diventato presidente del Consiglio nel 1983, e nel 1984 ha emanato il "Decreto di San Valentino", con cui tagliava la scala mobile. Certo, per arrivare alla situazione in cui siamo oggi ce ne è voluta, ma non credo che già allora non ci fosse qualcuno che sapeva benissimo che con quel tipo di politica si sarebbe arrivati precisamente nella situazione in cui siamo, e voleva più o meno questo.
Riguardati!