Avevo pensato d’inserire una serie d’argomenti relativi alla rivista come commento poi, visto che quasi tutti desiderano commentare sull’argomento, ho preferito scrivere un post ad hoc, così ci chiariamo le idee e vediamo se si può iniziare.
L’aspetto tecnico
Per prima cosa vorrei affrontare la questione tecnica sollevata da iri, poi il resto.
Ho guardato le anteprime di quei formati e mi piacciono molto: ad esempio, “The morning after” mi sembrerebbe appropriato. L’ho anche scaricato, ma qui ho notato il problema.
Io, non sono in grado di gestire queste piattaforme: se devo fare “qualcosa” sul Web – tanto per capirci – apro Front Page, costruisco il sito e poi lo pubblico con Dreamweawer. Il blog è semplicissimo.
Non vorrei aprire una tediosa questione su questo o quello, migliore o peggiore: se avessi a cuore queste faccende, avrei continuato l’attività abbastanza redditizia di scrivere testi sulla tecnologia dell’informazione.
Oggi, mi ritengo oramai superato e più dedito a restaurare alberi, crocette e scafi che ad altro.
In seconda battuta, se riuscissimo a varare la rivista, non credete che avrei già abbastanza da fare a coordinare il lavoro, senza dovermi occupare della pubblicazione degli articoli e della gestione della rivista on line?
Quindi, se si farà, ci dovrà essere una persona che se ne prenderà la responsabilità: in genere (non siamo eterni), conoscono la password due persone, cosicché nessuno potrà mai pubblicare “alla c…” perché l’altro lo saprebbe subito.
Invito, perciò, chi pensa di potersi assumere quella responsabilità, di farlo pubblicamente oppure di scrivermi, e qui chiudo l’argomento.
L’aspetto tecnico
Per prima cosa vorrei affrontare la questione tecnica sollevata da iri, poi il resto.
Ho guardato le anteprime di quei formati e mi piacciono molto: ad esempio, “The morning after” mi sembrerebbe appropriato. L’ho anche scaricato, ma qui ho notato il problema.
Io, non sono in grado di gestire queste piattaforme: se devo fare “qualcosa” sul Web – tanto per capirci – apro Front Page, costruisco il sito e poi lo pubblico con Dreamweawer. Il blog è semplicissimo.
Non vorrei aprire una tediosa questione su questo o quello, migliore o peggiore: se avessi a cuore queste faccende, avrei continuato l’attività abbastanza redditizia di scrivere testi sulla tecnologia dell’informazione.
Oggi, mi ritengo oramai superato e più dedito a restaurare alberi, crocette e scafi che ad altro.
In seconda battuta, se riuscissimo a varare la rivista, non credete che avrei già abbastanza da fare a coordinare il lavoro, senza dovermi occupare della pubblicazione degli articoli e della gestione della rivista on line?
Quindi, se si farà, ci dovrà essere una persona che se ne prenderà la responsabilità: in genere (non siamo eterni), conoscono la password due persone, cosicché nessuno potrà mai pubblicare “alla c…” perché l’altro lo saprebbe subito.
Invito, perciò, chi pensa di potersi assumere quella responsabilità, di farlo pubblicamente oppure di scrivermi, e qui chiudo l’argomento.
La possibilità di realizzare la rivista
Non mi piace tanto il termine “appartenenza” (capisco, la foga del commento, ecc) perché non è questo il mio modo di concepire i rapporti umani: nessun marinaio “appartiene” alla nave, e nemmeno “appartiene” all’equipaggio, ne fa parte fino allo sbarco.
Questo per dire che non vorrei ci fossero culti della personalità, i quali hanno il pessimo vizio di far credere:
a) che esiste sempre qualcuno prima di noi in grado di risolvere le faccende;
b) che, quando qualcosa no va (e succede, succede…), sparando al comandante si risolve il problema. Non mi pare che Flechter Christian abbia risolto molto.
Non per questo, però, “scapolo” quelle che so saranno le mie responsabilità, ossia la conduzione generale della faccenda, il coordinamento: credo che “primus inter pares” possa andare.
I passi del sentiero
a) la motivazione: questa è la prima domanda che ci dobbiamo porre, perché il lavoro per una rivista è gravoso, e non ci si deve mai alzare dalla sedia e dire “mio Dio, ma che sto facendo? Perché?”
b) l’organizzazione: quando una persona decide di partecipare, dichiara quello che può fare e che si ritiene in grado di fare: starà al coordinatore (è proprio il suo compito) aprire con ogni redattore (od altra figura) un rapporto diretto per stabilire, insieme, come collaborare. Una volta definito l’organigramma, si mette ai voti di tutti la proposta, la si “raffina” se qualcuno ha delle obiezioni e si parte.
c) l’aspetto tecnico: ne ho già parlato nel precedente commento, ma è importante pensarlo “in divenire”, ossia quando avrà migliaia di contatti. Reggerà? Ce la faremo con questa piattaforma? Cambiarla sono sempre rogne.
d) il taglio redazionale: vogliamo informare o discutere? Aree tematiche? Quali? Tutto? Argomenti che non riteniamo di dover/non dover trattare? Pubblicità?
e) il nome: il nome deve essere evocativo, perché le persone sono distratte. Un nome facilmente viene dimenticato: se, invece, dal nome scaturisce una Gestalt (forma nella mente) ecco che il ricordo si radica, diventa pregnante. Questo vale anche per le rubriche od aree tematiche: non scordiamo che, appena entreremo nel Web con un sito ed una proposta editoriale, avremo subito migliaia di concorrenti. Cambiare successivamente il nome è un guaio, perciò bisogna valutarlo con molta attenzione.
Le mie proposte
a) motivazione: la mia motivazione è constatare che esistono pochissimi “luoghi” dove la discussione politica (vale a dire tutto quello di cui si parla e si decide nella “polis”) sia fruttuosa. O ci si scanna, o ci si deprime. L’aspetto positivo è che, mancando molto sotto questo aspetto, chi riuscisse ad interpretare con cura i bisogni d’espressione e di partecipazione della gente avrebbe un buon seguito.
Vorrei essere chiaro: io non ho nessun anelito di personalismo, non ho carriere da compiere, non ho da vendermi a nessuno, per soldi o per altro. La scelta della barca d’altura è indicativa: non si tratta soltanto di una questione di vela.
E, spero, che dopo la stagione dei sessantenni ne nasca una dei quarantenni, per fare proprio ciò che l’attuale classe politica nega: un contatto fra le generazioni, un abbraccio fra le generazioni, una continuità nei grandi valori ideali che va oltre la fine terrena di ciascuno di noi.
Perché, signori miei, una proposta politica od un movimento politico non nascono da un generico embrassons nous.
Inoltre, è importante iniziare a guardare alla nostra Italia come ad un luogo nel quale un italiano su venti non è più nato in Italia: porta altri semi, altre proposte, altri temi. E, questa, potrà essere ricchezza e salvezza per tutti.
b) l’organizzazione: credo che, almeno all’inizio, sia da preferire la coesione piuttosto che la dimensione. Un piccolo gruppo di persone – quali noi siamo – ha il pregio d’aver condiviso per molto tempo le proprie opinioni su questo blog. In altre parole, sui grandi temi c’è un buon accordo e non c’è tanto da discutere.
Ovvio che, almeno all’inizio, questo significherà un discreto carico di lavoro per tutti.
Preferirei che anche le persone che non hanno dimestichezza con la scrittura si cimentassero: all’occorrenza, qualcuno di noi più esperto dovrà accollarsi il compito di raffinare la forma, solo – però – dopo aver ricevuto il “go” finale da chi ha scritto.
E’ importante non farsi fregare dalle “trappole crociane”: la storia siamo veramente noi, tutti la costruiamo, tutti la viviamo, tutti la modifichiamo. Perché solo pochi possono parlarne?
c) l’aspetto tecnico: ho già chiarito che non posso occuparmi personalmente anche di questo, perché avrò già tanto da fare.
Sceglierei un formato “leggero” in stile giornale on line, e non griderei allo scandalo se dovessimo o volessimo accettare della pubblicità, ma ad una condizione: che le proposte pubblicitarie siano coerenti con i nostri valori. In pratica, potremmo accettare la pubblicità di chi produce o installa tecnologia energetica rinnovabile, di aziende o cooperative che hanno finalità sociali, di chi propone temi culturali, ecc. Sinceramente, non so a cosa servirebbe la pubblicità della Ferrari sulla nostra rivista.
A questo bisogna aggiungere che i “rimbalzi” su Facebook od altri social network sono essenziali, e che tutti noi possiamo facilmente farci intervistare da qualcuno – fotocamera sul cavalletto, in casa – e raccontare in forma filmica gli stessi argomenti.
d) il taglio redazionale: qui, c’è parecchia carne al fuoco.
Non credo che sia fruttuoso porsi dei limiti sugli argomenti: sarebbe, però, saggio non cimentarsi in cose che scatenano inutili gazzarre, quali l’11 Settembre oppure la Shoà. Ci sono già tanti che “se litigano” ogni giorno su queste cose che, sinceramente, non vedo la necessità d’aggiungere un sito in più che lo faccia.
Ovviamente, qualora vi fosse un “taglio” interessante ed innovativo, uno studio accurato…insomma, qualcosa di veramente nuovo da dire, potremmo prenderlo in considerazione.
Altra cosa è, ovviamente, affrontare con taglio storiografico temi generali – le guerre, Palestina, ecc – dove questi argomenti entrano soltanto come corollario. In sintesi: se lo dobbiamo fare facciamolo, ma senza – ostinatamente – diventare soltanto dei noiosi, faziosi e ripetitivi generatori di copia/incolla di cose già dette, già viste e che hanno solo lasciato l’incertezza negli occhi.
Partiamo invece dalla realtà, dalla realtà che tutti oggi osserviamo e troveremo argomenti a bizzeffe: l’Italia, se qualcuno se n’è accorto, sta crollando.
Sta collassando perché una classe dirigente, che dovrebbe svegliarsi dall’incubo del liberismo, dovrebbe fare altre scelte: proprio, però, perché è ipnotizzata da questo malefico mantra, nulla può fare. E, dunque, ci lascia un terreno vergine per la proposta motivata, per l’analisi solida su una marea d’argomenti: dall’energia all’agricoltura, dai rapporti sociali a quelli nel lavoro, ecc, ecc, ecc…
Il “taglio” è semplice: proporre all’attenzione un problema, verificare e stigmatizzare con precisione gli errori della vulgata imperante, porgere la proposta avendo ben presente l’obiettivo da raggiungere: aumentare il benessere dei tanti e non quello di pochi, armonizzare con la Natura gli interventi.
Fare in modo che le proposte non abbiano vita per qualche giorno ma siano sostanziali, riproponibili, durature, rendano stabili le situazioni.
C’è poi l’informazione.
Proporre argomenti locali che pochi conoscono (visto che nessuno di noi ha accesso agli archivi consolari), ma sempre nell’ottica dell’argomento che diventa di tutti, “dall’Alpi alle Piramidi”, perché – in questo modo – nessuno sente il “localismo” dell’informazione, nessuno pensa “è roba per loro”, nessuno rimane escluso.
Alcune idee generali le ho, ma necessitano di riflessione collettiva: l’impaginazione degli articoli sempre in vista, con alcune aree tematiche o rubriche – penso a Mahmoud (il vasto, il lontano, ecc) ed a Marco (il vicino, il piccolo, il “de no antri”), ma sono solo idee gettate lì, tanto per capirci – ed a volte la copia d’articoli altrui solo se sono di grande importanza, e magari corredati da un commento redazionale.
Poi…forum, commenti, oppure no? Togliere i commenti toglie molto lavoro, perché i commenti vanno in ogni modo filtrati, altrimenti si finisce nella bagarre e, a volte, addirittura nei guai legali. Certo che, i commenti – soprattutto per una nuova pubblicazione – “legano” i lettori, aumentano la visibilità, rendono il servizio partecipativo.
Se pensiamo di poterli gestire, ossia se c’è qualcuno fra di noi che ha voglia di giocare al carabiniere si può anche farlo, altrimenti è meglio ripiegare su un forum allegato (che, però, presenta sempre gli stessi problemi, appena un poco attenuati). Niente del tutto sarebbe un po’ poco.
E) il nome: la mia idea sul nome è semplice. Visto che l’esperimento di Italianova durò dall’alba al tramonto, ritengo che quel nome sia molto azzeccato perché aveva un sottotitolo “il dolce stil novo della politica italiana”.
E’ una buona Gestalt, perché richiama la necessità di creare una “nuova” Italia, e tutta quindi da ricostruire, da ripensare, da progettare, nella quale ciascuno di noi dovrebbe e potrebbe avere una parte, un senso. E, addirittura, usando un nuovo linguaggio.
Non esclude e non discrimina, perché l’Italia “nova” è quella terra dove vive la popolazione, e non importa se nata a Bombay od a Montevideo.
Anche sulle rubriche qualche ideo l’ho avuta.
Un titolo come “Il tredicesimo guerriero” per Mahmoud non è molto accademico – ne convengo – ma altamente evocativo, e per molte ragioni. Per prima cosa, nel film, è solo grazie alla partecipazione del tredicesimo guerriero che la battaglia ha successo. Per seconda, Banderas è quasi sempre un eroe positivo: è anche Zorro. Last but non least, alle donne, beh…
Oppure: “L’angolo di Via Veneto”, per Marco. Il posto della Dolce Vita dove una persona osserva, annota, rivela. Nulla d’eccezionale: soltanto come la vita non sia più dolce, perché da quella via passano spesso quelli che la rovinano. Una sorta di “gossip” amaro.
Bene, queste sono le mie idee: avrò senz’altro dimenticato qualcosa, ma ci sarà tempo. Manterremo “aperto” questo post anche quando pubblicherò nuovi articoli.
A voi.
34 commenti:
Grazie Carlo per avermi preso in considerazione e pur se non mi sento cosi preparato come voi sono pronto a seguirvi. Non credi che comunque sarebbe meglio prima incontrarci? Un caro saluto a tutto l'equipaggio "Bertani" !
A me non mi hai preso in considerazione, poco male ti ricrederai.
Intanto oggi repubblica pubblica un articolo sui pericoli reali della legge Brunetta che consenta ai dirigenti scolastici di licenziare su due piedi chi non li serve umilmente e osa contraddirli. Avevo, mesi fa, su questo blog avvisato sui pericoli della legge Brunetta. Ricordi Carlo? Peccato se allora fossi stato ascoltato il blog sarebbe all'avanguardia sul problema. Prevedo a breve una feroce applicazione della Brunetta con conseguenze terribili per quanti ancora a scuola rivendicano il diritto di pensare ed esprimere il proprio pensiero. Non saranno proprio licenziamenti di massa, ma ci si avvicineranno.
Ciao Carlo
Non cominciamo con le storie "l'altro lo hai ricordato e io no", per favore.
Semplicemente, Mahmoud e Marco potrebbero avere degli spazi come rubriche perché la cosa è venuta fuori spontaneamente.
Per tutti gli altri ci sarebbero - scusate se è poco - da scrivere gli articoli sul "resto".
Un articolo sulla legge Brunetta non giustifica una rubrica ad hoc, come tanti altri argomenti.
Qui non ci sono figli e figliastri ma solo gente che collabora.
Grazie a tutti
Carlo
Ciao Carlo. I tuoi appunti sono straordinariamente chiari! sembra, però, che abbiamo -solo per ora- il problema tecnico-informatico per poter partire. A chi spetta occuparsene? Abbiamo bisogno probabilmente di Roberto (il cattolico, per capirci). Ci sei Roberto?
p.s. Non vogliamo sfruttare nessuno. sia chiaro! credo, anzi, che Roberto potrà avere anche altro (d'intellettuale e non solo tecnico) da offrire. Come dice Carlo: qui c'è solo gente che collabora!
p.p.s. dalla "comunicazione interna" emerge il Carlone "insegnante", vero?
ciao a tutti e buon lavoro!
Grazie Mahmoud: aspettiamo le opinioni di tutti, poi tireremo le somme. Certo, il problema tecnico è oggi il primo scoglio: speriamo che qualcuno di noi si possa prendere la responsabilità.
Ciao
Carlo
Questo post è dedicato a Carlo a cui offro la mia collaborazione alla rinascita del blog, se la vuole. La vuoi ?
Devo però dire che oggi i file di Wikileaks hanno rivelato che gli USA spiavano aziende italiane di alto livello. No Carlo, no Wikileaks non è un flop, forse è un nuovo modo di fare democrazia su internet e nel mondo, svelare le porcate, piccole o grandi che siano, che fanno i nostri governanti e loro servi burocrati.
Ciao Carlo
Resistere, resistere, resistere
C'è un altro aspetto che va ricordato.
Ovvero quello monetario.
Ogni equipaggio deve avere una cassa comune dove poter raccogliere i fondi necessari per far fronte alle necessità della navigazione. Se decidiamo di partire dobbiamo far cambusa!
E' evidente che l'iniziativa si reggerà sul contributo volontario e gratutito di chi vorrà aderire, ma alcune spese saranno comunque da affrontare.
Ad esempio, l'acquisto di un abbonamento presso un provider dello spazio "server" necessario per poter pubblicare il sito.
Il provider scelto deve oltretutto essere anche uno in grado di offrire eventuali adeguati ampliamenti di spazio e banda in caso di necessità (vedi successo dell'iniziativa).
Per quanto poi riguarda l'aspetto tecnico di pubblicazione degli articoli e di tutti i contenuti del sito, si può utilizzare una delle varie piattaforme open source che fornisce il cosiddetto "sistema di gestione dei contenuti" (più noto nella definizione inglese di CMS Conten Management System). Su Wiki è spiegato abbastanza bene (anche se la cosa è un poco tecnica) cosa sia un CMS.
Giusto per fare un esempio, con un sito costruito con il CMS, una volta che esso sia correttamente configurato, sono in grado di gestire, ad esempio, la pubblicazione di una rivista, concentrandomi esclusivemente sui contenuti editoriali, poichè portrò scrivere e pubblicare i vari articoli scrivendo come se stessi utilizzando un editor di testo (tipo Word di Office o blocco notes, ecc.) Che è poi quello che facciamo tutti noi quando inseriamo i commenti ai post di Carlo.
Inoltre, come in una vera redazione, potrò stabilire dei flussi approvativi sui vari contentui. Questo significa che un "giornalista" che deve scrivere un articolo, si collega al sito con utenza e password personali (in questo modo portà fare solo quello per il quale sarà stato abilitato), scrive quello che deve scrivere, lo salva, e quello che ha prodotto o sarà pubblicato subito (è il caso della "grande firma" di cui ci fidiamo), oppure resterà in attesa della visualizzazione ed approvazione da parte del "capo redattore" (è il caso del giornalista di cui comunque vogliamo verificare quanto scrive). Una volta che avviene l'approvazine, l'articolo viene poi pubblicato.
Carlo, per fare un esempio che ti possa chiarire meglio la questione, il sito sul quale pubblichi il tuo blog è stato progettato e costruito basandosi sul concetto di CMS.
A proposito. Ho trovato la rubrica per Orazio: "Le ultime parole famose".
Cari saluti,
Alex
Acrescere, acrescere, acrescere
A proposito. Ho trovato la rubrica per Orazio: "Le ultime parole famose".
Prendo la cosa sul serio che ne pensa Carlo?
Orazio, il tuo contributo è il benvenuto: oltretutto, dopo il 14 Dicembre, guarirai forzatamente dalla tua "sindrome di Stoccolma".
Perciò, potrai dedicarti agli argomenti che più ti stanno a cuore, come (presumo) il "basso stato" dei pubblici dipendenti.
All'acquisto dello spazio Web provvederò io - Alex - tanto è poca roba.
Per ora non si scorge la necessità di una raccolta di fondi, perché tutti collaboreranno gratuitamente. Qualora vi fossero degli introiti pubblicitari, il primo a goderne sarà il webmaster, perché s'assumerà dei compiti onerosi in senso di tempo.
Per i primi tempi vorrò avere una sorta di "supervisione" su quanto verrà pubblicato. Non è una questione di fiducia, bensì di praticità: non tutti hanno presente cosa significa esporsi al mondo senza più nick, con il proprio nome e cognome. E', anzitutto, una forma di protezione nei loro confronti.
Dopo un po', non sarà più necessario, ma dopo un po'.
L'idea di Marco di vederci almeno una volta tutti non è malvagia: certo, ci sono questioni di tempo e di soldi, ma dobbiamo prenderla in considerazione.
Perciò, anche su questo fronte la discussione è aperta.
Ciao a tutti
Carlo
Per come la vedo io, l'eventuale rivista (o altro) dovrà essere una specie di :
a)-stazione di partenza nella quale il viaggiatore possa trovare gli indirizzi utili, le indicazioni di percorso...senza , possibilmente, pagare il il biglietto;
b)una biblio-teca di alcuni settori fondamentali della vita sociale alla quale far affluire contributi narrativi, descrittivi etc..
c)un plesso scolastico in cui la "direzione" assembla,collega, crea e-schede tematiche immediatamente disponibili e fruibili dal navigatore.
Un compito immane ...ma non impossibile; ma che richiede collaborazioni e collegamenti esterni a cui attingere .gratuitamente.
Penso, per i contenuti multimediali ad esempio ai due siti rai, al sito di radio radicale e al suo collegato fainotizia, a quello di liberliber.it - fondazione panuzio al cui interno ad es c'e' una rivista scritta dagli iscritti, a quello di cronologia, a quello di scuolaanticolicorradi - dotato all'interno di sezioni di biblioteca- a quello di fisicamente.net e a quello del istitutomajorana.it di gela - per tutti i contenuti open source- al sito di report etc..
Penso alla creazione di contatti con giornalisti "dedicati", non embedded (Riccardo Jacona, Carlo Vulpio, Paolo Rumiz,Oliviero Beha per la parte specifica "sport e d'intorni", l'ex magistrato pm Brunto Tinti, la cui esposizione dei malanni della giustizia e' estremamente chiara e piacevole per l'ironia usata...)
E poi penso che gli eventuali "gioielli" che si andranno ad inserire nella rivista-sito vanno pubblicizzati esternamente, attraverso il passaparola, i contatti personali, facebook etc..
E poi penso alle specificita', evidenziatesi in questo blog, il particulaire dei vissuti nostrani ed esterni da inserire..
Ed infine penso, data la mia pochezza nella fattispecie, a come, nella mia situazione possa
essere e sentirmi utile.
Doc
Una buona notizia: il webmaster c'è e m'ha pregato di comunicarvi il suo assenso. Non vi dico chi è perché credo voglia presentarsi personalmente in modo più esaustivo.
Adesso, ci vuole la redazione: idee, nel solco che ha tracciato doc.
Carlo
Sono trascorse quasi 24 ore e nessuno s'è fatto avanti.
Può darsi che le idee che ho espresso non piacciano: sarebbe il caso di proporne altre, se così è.
In caso contrario, dovrò concludere che la rivista era solo un sogno e che, di fronte alla realtà, la sensazione provata è stata spavento.
Per me, nulla cambia: questo blog mi basta e avanza.
Allora?
Carlo
Ciao Carlo,
io sono con te! Le tue idee (ma anche quelle di DOC) che riguardano la rivista mi piacciono tanto.
Cosa dobbiamo fare adesso? aspettare notizie dal webmaster?
Lo so Mahmoud, ma vedi che silenzio? S'è fatto avanti il webmaster, ma è vergognoso che dopo anni che si dibatte e si commenta nessuno abbia il coraggio, almeno, di dire "la tua idea, Carlo, non mi piace, ne avrei un'altra..."
Ho mai sparato a qualcuno?
Carlo
Per non farmi fregare dal tuo "pessimo contingente" sono tornato indietro di tanti anni: ai DOORS con "Riders on the storm".
http://www.youtube.com/watch?v=DKbPUzhWeeI&feature=related
La conoscerai certamente (sei quasi mio coetaneo), ma riascoltarla ti farà bene: la musica attenua..anche il dolore.
Le mie esperienze mi hanno insegnato che non serve continuare ad andare contro un muro di gomma
(altro ricordo musicale datato che ascoltero' subito dopo...): serve invece fermarsi e riflettere (il bosco sarebbe il luogo ideale ma l'eta' e il freddo non permettono: arrangiamoci)
Quello che accomuna alcuni di noi erranti per questo blog - penso a Black.. a Mahmoud,ad Alex e Marco,Davide e Roberto, etc...- e' la nostra naturale curiosità, quella che predispone a nuove sfide, anche senza averne le fondamenta come nel mio caso in questa possibile avventura.
Ma pur avendo preso - come comunicato prima di Bologna- altri impegni "sociali" alcuni, ed altri obbligati per necessità economica, in seguito anche alla scoperta che la mia liquidazione dei 10 anni di insegnamento è andata a farsi fottere (secondo il dpr del 73 la mia liquidazione E'PRESCRITTA!!) posso assicurarti la mia collaborazione che sarà inevitabilemente quasi esclusivamente serale e/o notturna.
Perciò diamo il tempo che serve, riflettiamo, continuiamo con le idee e poi..poi vedremo.
Buon Cammino
Doc
L'idea piace. Non mi sono ancora fatto avanti perché non so quanto posso “dare”, ma sospetto poco o nulla. Scrivo quando posso e come posso, cioè in certi periodi dell'anno, poco. Come ora.
Ho studiato fisica, volevo diventare ricercatore, poi mi sono accorto che in Italia non era il caso, se volevo fare una vita normale (cose tipo una moglie, una figlia, una casa col mutuo, viaggi e vacanze poco o nulla perché per fortuna abitiamo in una regione in cui la gente viene a passare le vacanze, insomma nessuna pretesa assurda). Quindi ho lasciato la strada che mi ero scelto e ora lavoro in una scuola, la paga è sempre poca ma è meno peggio che fare il ricercatore. In Italia.
Questo breve riassunto te/ve lo mando come CV: in pratica, non sono nessuno. Non sono nemmeno granché affidabile: un articolo a settimana? Mah... Parlando quasi sempre dello stesso argomento, poi... Comunque, se vuoi, posso mandare qualcosa di tanto in tanto e fanne quel che ritieni giusto.
Insomma, per me si può provare, però non aspettarti miracoli. Diciamo che sarebbe una rivista che parte veramente dalla base...
Davide: qui non ci sono titoli da mostrare, perché non c'è nulla da conquistare. Perciò, sei il benvenuto e non credere che sull'energia ci sia così poco da fare: è uno degli argomenti più importanti della nostra epoca (magari gestendo la cosa con Alex, se vorrà).
Non facciamo le cose più difficili di quanto sono: c'è gente sul Web che scrive delle autentiche c... e le scrive pure male.
Saremo "di base", ma la nostra base non è proprio da buttare, credimi.
Ciao
Carlo
Tirando le somme, siamo certi io Mahmoud, Doc, Marco e il Nostromo. Poi ci sono quelli un po' più incerti come Davide, Orazio non si esprime chiaramente: Alex non ha chiarito bene, ma mi sembra che ci sia.
E, importante, il webmaster.
Aspettiamo ancora un po'.
Carlo
Vorrei segnalare questo articolo:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/12/08/news/il_potere_digitale-9950597/?ref=HREA-1
per chi avesse ancora dei dubbi sul reale potere d'incidere nella realtà che può avere il Web, anche una modesta rivista.
Rodotà, uomo di grande sapienza - che tutti sappiamo discriminato perché intelligentissimo e omosessuale (due terribili colpe per i capoccioni 'gnoranti) - in una paginetta mette nero su bianco su Assange, sul Web, sul futuro dell'informazione.
Ecco dove l'Italia discrimina fra le sue migliori menti.
Carlo
Il riportare, come da esempio di Carlo, l'articolo di Rodotà è solo un segmento delle funzioni di cui la rivista ( Shomèr? Quaderni?.) dovrà sviluppare..
Carlo, posso dire che altri validi contributi verranno in ns soccorso, come posso dire che Davide ha cercato in tutti i modi di adeguarsi ad una normalità che - dovra' convincersene- non è la sua: l'idea di fare il ricercatore implica necessariamente l'idea della propria congenita funzione di utilità per glia altri, oltre l'orto del traingolo lavoro-famiglia-casa.
In questo blog ne ho riscontrato altre di personalità simili..
Perciò, concediamoci fiducia.
Qualcosa di utile anche per gli altri riusciremo a fare
Buon Cammino
Doc
Per Doc e per tutti
Fare il ricercatore significa anche quello che tu dici, il senso di lavorare per gli altri, ma in realtà si lavora soprattutto per se stessi: uno spera di essere pagato il giusto per soddisfare curiosità innanzitutto proprie e per lavorare in modo fondamentalmente libero. In cambio si impegna a farlo in modo scientifico, seguendo un metodo rigoroso e soprattutto sottoposto a critiche e verifiche. Un infermiere, un operatore ecologico o un informatico che sviluppi software open-source sono più orientati verso il prossimo di un ricercatore, sempre parlando in generale e per categorie.
La normalità che ho accettato è normalità solo nel nostro “ex-belpaese”, altrove si può campare da persona normale facendo ricerca, qui no. Questa è una delle anormalità italiane, una delle più pericolose, che a gioco lungo (oddìo, ormai non più tanto lungo, siamo quasi alla resa dei conti) finirà con l'affossare l'Italia.
Comunque ho pochi rimpianti, dato che ho sempre considerato il lavoro come un mezzo di sostentamento e non come il fine ultimo della vita. Qualcosa che serve a mandare avanti l'orto famiglia-casa meglio che si può. Sono decisamente un anti-eroe, insomma, anche se poi ammetto che il lavoro, già che ci tocca, va svolto bene, con impegno e diligenza. E senza inculare gli altri. Il rimpianto semmai è quello di vedere gente che spara vaccate terrificanti, tipo Franco Battaglia in materia energetica, e rendermi conto che in un eventuale contraddittorio, sarei una mezza specie di fallito contro uno titolato, lascia perdere parliamo di titoli mezzi fasulli (anzi, tre quarti), quindi ho difficoltà a sostenere il mio punto anche se si tratta magari della verità contro un cumulo di escrementi.
Boh, vedremo, se nasce qualcosa posso parlare del poco che so, se può servire a qualcosa, meglio. Altrimenti, pazienza.
Stavo aspettando che l'acqua bollisse come un angolo ottuso, per dire che io ci sono e ho già l'idea, che ho espresso a Carlo privatamente, su una mia possibile rubrica della quale avrei anche un titolo e materiale a bizzeffe - vista la condizione della generazione 40anni/800euro/cococopro/disoccupata, nella quale ci ritroviamo in milioni (probabilmente il 30% degli astenuti dell'elezioni future).
Detto ciò, lo sbattimento è inevitabile, sia per reperire le informazioni, sia per codificarle in un registro linguistico accessibile e soprattutto sensibile.
Senza sforzo, immagino che il naufragio del veliero sia inevitabile: cerchiamo di armare la nave e non ammutinarci alla prima difficoltà.
Iniziamo con chi ci sta e vediamo se riusciamo a salpare e se il nostro equipaggio reggerà le bordate del mare contro le murate, poi se ne riparla.
Ovvio che l'impegno è indispensabile ed è questo il peggiore ostacolo, suscitante panico in chi pensa di non poter essere costante nell'esercizio editoriale che s'impone alla realizzazione di una buona rivista web.
Ci sono state successioni di commenti a post di qualche mese addietro, nelle quali si sono manifestate buone sinergie e attitudini dei singoli commentatori -penso a Doc, Roberto, Mohammud, Marco, Alex - che se saremmo in grado di riprodurre nella rivista, potrebbero focalizzare l'attenzione di un nutrito pubblico.
Già in questa discussione tra di noi, per la fondazione della rivista, sarebbe opportuno sintonizzarci meglio con i nostri orientamenti, perchè chi ci legge e ci segue in silenzio sta cercando di comprendere con la sua testa se siamo un gruppo di sognatori o di realizzatori.
L'esempio è importante.
Non resta che organizzare, con chi ci sta , un incontro da Carlo post-epifanico sabato 22 gennaio, per esempio, o in una località comoda penso a Piacenza, non so...
grazie a tutti e... forza e coraggio.
Il Nostromo
Va bene per incontrarci anche da Carlo visto che lui è il capitano, un primo meeting per guardarci negli occhi portare un pò di materiale e vedere cosa si può fare poi magari un secondo a primavera, marzo, aprile, prima di pubblicare la rivista con la sua presentazione ufficiale magari allargando il quadro a tutti coloro che vogliono partecipare e li se volete potremmo organizzare anche a Roma che è città di mezzo dove peraltro come già avevo accennato tempo fa potrei organizzare l' incontro con sala ad hoc e tutto ciò che serve.Che ne dite come titolo della rivista Noi....Voi...e il mondo! (Rivista di libera discussione e associazione). Ciao un saluto a tutta la ciurma !
Penso anch'io che l'incontro fra tutti sarà necessario, ma solo dopo aver sondato ancor meglio cosa vogliamo fare.
Non andrei troppo in là nella Primavera: per me va anche bene Roma, ma bisognerebbe stabilire a monte:
a) chi è disposto a partecipare;
b) chi verrebbe all'incontro.
Il luogo dipende da queste due risposte.
Carlo
Ciao a tutti, ci riprovo, nel senso che avevo già postato ma il messaggio non è mai comparso.
Come avrete intuito mi chiamo Dario, mi sono proposto per la gestione del sito che ospiterà la rivista. Seguo il blog da diverso tempo e il progetto rivista, così come sta nascendo, lo trovo molto affascinante. Sono uno dei soci fondatori della cooperativa le Strade Del Fresco di cui gestisco il sito: www.lestradedelfresco.com . Gestisco anche alcuni siti personali, che utilizzo per raccogliere materiale mio, del web e per testare le funzionalità di wordpress.
Credo anch'io sia necessario incontrarci almeno una volta per mettere a fuoco il tutto e conoscerci di persona.
Un saluto a tutti
Dario
Da parte mia, Dario, un sentitissimo grazie per ciò che ti sei proposto di realizzare per tutti noi.
ciao e a rivederci prestissimo.
Graditi ulteriori tuoi interventi.
Il Nostromo Black.
Bene, adesso che il webmaster si è presentato, dobbiamo lavorare sulla redazione. Qualcuno potrà curare una rubrica personale, ma serve gente che scriva gli articoli più "generalisti". Io, ad esempio, mi candido a farlo.
Poi: qualcuno sa tradurre da altre lingue, per scovare articoli intelligenti?
La mia idea è che ogni traduzione debba essere accompagnata da un commento redazionale.
Per l'incontro: sarebbe meglio se ciascuno di noi dichiarasse la propria disponibilità a venire, così (secondo la geografia) vedremo quale luogo scegliere.
A Roma Marco avrebbe un posto gratis: potrebbe andare, ma il viaggio per molti è lungo e costoso.
Vedremo dopo che saranno giunti i dati.
Carlo
Ciao Carlo,
da qualche giorno leggo gli articoli (e i commenti) del tuo blog e devo dire che mi piace molto il tuo modo di affrontare le questioni e di argomentare. Sento affinità tra il tuo modo di vedere le cose e il mio.
Da un po’ di tempo a questa parte sempre più sento l’esigenza di impegnarmi oltre che indignarmi. Per questo mi piacerebbe partecipare alla creazione di una nuova webzine.
Nella vita (professionale) mi occupo di visual communication e copywriting per agenzie di comunicazione, o direttamente per aziende di ogni ordine e grado. Inoltre, una buona quota del mio tempo (professionale) cerco di investirla nell’insegnamento presso centri e istituti di formazione sviluppando e insegnando i vari aspetti della mio lavoro. Un po’ per caso un po’ per scelta mi sono rivolto a quella formazione che si definisce long life learning e che vede coinvolti i soggetti più deboli, giovani e meno giovani che stentano a collocarsi e/o ricollocarsi nel mondo del lavoro.
Mi sono accorto parlando e confrontandomi con amici e conoscenti, ma anche allievi dei miei corsi o semplici interlocutori durante i viaggi che mi capita di fare per lavoro (e non solo), che molta gente oggi è allo sbaraglio, assuefatta da un overflow di informazioni (?) che creano una generale confusione con conseguente perdita di interesse nei confronti di tutto ciò che non può essere “assimilato” in pochi secondi.
C’è una certa pigrizia al “pensiero lento”. Che è un po’ come lo “slow food”, perché oggi dobbiamo ricordarci che mangiare e nutrirsi non sono esattamente la stessa cosa.
Sono convinto che le persone hanno voglia di capire, di avere informazioni “pulite” scevre di strumentalizzazioni, faziosità o deformazioni ideologiche. Un “luogo” dove informarsi e confrontarsi veramente, e dove poter crescere come cittadini consapevoli e responsabili.
Un luogo dove “costruire” più che “distruggere”.
Ciao a tutti.
Daniele
Ok Daniele: mandami una mail ad info@carlobertani.it e vedremo come continuare.
Concordo con il tuo "slow", che punta più sulla riflessione piuttosto che sull'overload di notizie: ho sempre apprezzato il "langzam" della lingua tedesca rispetto al "quik" della lingua inglese.
Stasera io e Dario - il webmaster - abbiamo parlato a lungo dei formati & altro.
E' necessario vederci dopo Natale, perciò iniziamo a meditare sul come e dove ritrovarci.
Ecco un formato che potrebbe andare:
http://www.gabfirethemes.com:80/demos/advanced/
Intanto, giungono conferme di partecipazione qui e sulla mia casella di posta: Nostromo! Sei pronto a radunare la ciurma sul ponte?
Scherzi a parte, Dario sta pensando di creare un fac simile della rivista - è in gamba il ragazzo - sotto PW con alcuni articoli miei vecchi, tanto per vedere come butta.
La PW, ovviamente, non potremo metterla qui sul blog perciò invito chi ancora non l'avesse fatto a scrivermi: farò una lista di distribusione, così non saremo obbligati a tenere aperto un post per le nostre comunicazioni.
Potrebbe anche esserci, sul sito "in prova", un forum aperto solo per noi per commentare.
Il webmaster ha due palle così.
A presto per nuove rivelazioni (peggio di Wikileaks) -))
Carlo
Qualche altro giovane con le palle arrivera' certamente!!
Personalmente ho oltre 400 contatti, ho contatto un insegnante elementare impegnato; in questi giorni parlero' con un mio vecchio amico e compagno di un lungo cammino insieme: è un ex prof scrittore (un po pigro.) di commedie in vernacolo orsarese (sono esilarantti, anche se i video sono un po scadenti); ho parlato con dei rappresentanti Scalabriniani ( si rifanno a Scalabrini, il Beato dei migranti).
Purtropo le mie residue competenze sono un po fuori...mano, ma cmq riusciro' a dare qualcoisa di mio.
Buona giornata e Buon Cammino
Doc
Non ti preoccupare, Donato, ho visto che la gente "risponde".
Piuttosto: parto e torno Domenica sera. Senza peli sulla lingua, fatemi sapere se c'è qualcosa che non va (ad esempio il nome, nemmeno io sono così sicuro) e tutto quello che riguarda la redazione.
La prossima settimana inizieremo a stendere i piani.
Carlo
Il Nostromo è pronto a un incontro con tutti gli amici del veliero, che di questo passo diventerà un galeone.
Sono d'accordo per un forum più ristretto, almeno per i "fondatori", assolutamente non discriminante ma strumento più incisivo per compiere il balzo decisivo: salpare!!
Condivido pienamente l'idea e la pratica del tempo lungo, che caratterizzava il 'pensiero forte', prima dell'avvento del 'debole' che "La scuola di Francoforte" ben aveva analizzato.
Spero, caro Daniele, che il tecnicismo, dovuto inevitabilmente alle nostre esperienze, vuoi professionali, vuoi culturali, non infici l'uso del lessico a tal punto da disorientare i nostri lettori.
La questione linguaggio sarà decisamente importante.
Altra faccenda è la raccolta e la trasmissione di informazione pura scevra da ideologie.
Ritengo che se abbiamo deciso unanimamente di creare una rivista d'avanguardia, lo si sia voluto per un fondo di IDEE comuni, ben più forti dell'ideologia in senso lato.
Anche perchè, a ben vedere, ci troviamo nel bel mezzo di una distopia socio-politica, come giustamente ci ricordi e della quale, chi più chi meno, siamo tutti vittime stranamente e passivamente partecipi.
Ma, immagino che guardandoci negli occhi sapremo disquisire e scegliere la via migliore per concretizzare le nostre comuni aspirazioni: non senza fatica, non illudiamoci.
Cominciamo almeno con la reciproca fiducia.
grazie a tutti
B.S.
Se volessi tracciare un parallelo con l'esperienza di Italianova, sarei ottimista.
Là, ero considerato il perno centrale insostituibile ed una spanna sopra gli altri.
Qui, dopo anni che ci conosciamo, abbiamo un plafond comune che là non c'era.
Poi, non è molto importante quello che ciascuno di noi riuscirà ad esprimere: in fin dei conti, lo facciamo perché ci piace farlo. Se altri verranno, meglio, ma non recederemo mai dalla nostra indipendenza, sobrietà e dal rispetto.
Carlo
Non so se gia' lo sapete, ma esistono possibilità nel web per creare dei mini forum o meglio degli spazi di discussione a cui si puo' accedere per invito.
Mi spiego meglio: costruisco, ad esempio, in windows live un gruppo denominato "ShomerGroup" al quale chiedo di partecipare a x persone.
Sulla barra superiore ci sono delle utility tra cui le piu' importanti sono 3: sitoweb del gruppo, skydrive,discussioni.
Partiamo dall'ultimo, Discussioni: e' previsto il titolo dell'argomento e ovviamente l'argomento proposto per la discussione, al quale hanno facoltà di risposta solo i componenti del gruppo; poi skydrive nel quale si possono mettere documenti e simili.
Il tutto mi sembra molto indicato per lavorare ad argomenti prefissati tra persone distanti, e a mettere il documento conlusivo -dopo la discussione- concordato su skydrive.
Le due cose si possono calendarizzare in modo che il gruppo diventi sempre + compatto.
Doc
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