Nel tormentone agostano, non poteva mancare l’eterna querelle sull’ora di Religione: confesso che – qui, dalla Georgia Australe, dove mi sono recato per cercare un po’ di refrigerio – la cosa non sembra così apocalittica. I pinguini continuano a fare il bagnetto nelle gelide acque antartiche, le orche aspettano il pinguino più ardimentoso per fare merenda, le balene – al largo – sbuffano, nell’osservare sì tanto affannarsi d’animaleschi tormenti.
In Italia, invece, i mesi estivi sembrano totalmente occupati dalla politica – dalla “vera” politica – poiché il resto dell’anno trascorre fra trastulli bagaglineschi, ardimentose enunciazioni – poi, subito smentite ed addossate alla “cattiva stampa” – inframmezzando il tutto con gli immancabili bagordi orgiastici, col rischio di beccarsi qualche “escortazione”.
La necessità di una simile scansione degli eventi politici è lampante: siccome i primi mesi dell’anno trascorrono nella preparazione delle immancabili elezioni di Primavera, mentre l’Autunno è dedicato al virile sport detto “assalto alla diligenza”, ovvero alla spartizione della Finanziaria a scopo elettorale per l’anno venturo, solo a Luglio è possibile politicheggiare. Ne sono una prova la controriforma delle pensioni Damiano (Luglio 2007) ed i decreti Tremonti/Brunetta sulla scuola del Luglio 2008, poi battezzati pomposamente “Riforma Gelmini”, tanto per trovare una fessacchiotta alla quale addossare, a futura memoria, la responsabilità di tanto scempio.
E, se dalla scuola si parte, alla scuola si torna, proprio come l’onda atlantica ritmicamente si rovescia e macina i ciottoli della spiaggia meno invitante del Pianeta: ad Agosto – unico mese di vera riflessione politica, il resto dell’anno è completamente dedicato al come acchiappare voti e soldi – ci si chiede perché debba esistere un’ora di Religione, quali debbano essere gli attributi dei docenti che la gestiscono, quali le loro prerogative in termini di valutazione, programmi, obiettivi didattici…
Si scopre così, fra il lusco e il brusco, che la piccola ora di Religione – nell’arco di un intero corso di studi – occupa un posto che non è proprio di secondo piano. Difatti[1]:
Religione: 1 ora la settimana, per 32 settimane (durata media di un anno scolastico), per 13 anni fa la bella cifra di 416 ore dedicate all’istruzione religiosa dei pargoli, dalla prima Elementare alla maturità.
Filosofia: 3 ore, per 32 settimane per 3 anni (triennio dei Licei) = 288 ore. Galileo sconfitto una seconda volta.
Fisica: 2 ore la settimana per 32 settimane per 3 anni (Liceo Scientifico) = 192 ore. Galileo, azzoppato e lontanissimo dal traguardo, piange.
Scienze: qui, il calcolo è più complesso. 10 ore nell’intero corso liceale (Classico o Scientifico) per 32 settimane = 320 ore. Nei segmenti scolastici inferiori il calcolo è più difficile (alle Medie è il docente di Matematica ad insegnarle entrambe) mentre alle Elementari il problema è ancora più sfumato…insomma, aggiungiamo due ore a settimana alla Medie e finiamola. 2 ore a settimana, per 32 settimane per 3 anni = 192. Totale Scienze: 512 ore. Per un’incollatura, Scienze batte Religione.
Senza tediare oltremodo il lettore, la classifica finale dell’agostano “Palio della Scuola” vedrebbe senz’altro nelle prime posizioni i cavalli delle contrade dell’Italiano, della Matematica e del Latino, poi la Storia, l’Inglese di misura…e poco altro. Le seconde lingue soccomberebbero senz’altro, così come la Geografia e la gran parte degli insegnamenti tecnici.
I contradaioli dell’ora di Religione possono ben far festa.
Il secondo aspetto della vicenda riguarda proprio il criterio di scelta: chi vuole, può astenersi dal frequentarla. Il che, apre un altro problema: che fanno quelli che non la fanno?
Normalmente, entrano dopo od escono prima, oppure se ne vanno in cortile, in biblioteca…ovunque ci sia un posto dove accamparli e, soprattutto, un docente che li controlli, perché non si può abbandonarli al loro destino.
I genitori possono chiedere un insegnamento alternativo – dalla fotografia alla preparazione delle confetture – il quale, però, è meglio che non sia troppo interessante, altrimenti il docente di Religione si lagna: nessuno accetta di scendere di posizione, ed i contradaioli di Religione non esultano nel vedere il loro cavallo trasformarsi in un ronzino.
Le due soluzioni – semplice custodia od insegnamento alternativo – sono le vere “croci” dei Presidi, poiché i bilanci sono sempre più “stretti”, falcidiati dalle visite fiscali per un solo giorno di malattia (60 euro a botta, diktat di Brunetta) e le cattedre, nel claudicare delle varie “riformette” – dalla verace Moratti alla ragazzina che è oggi a Viale Trastevere – sono state sempre di più “accorpate” a 18 ore. Qui, necessitano spiegazioni per i non addetti ai lavori.
Di norma, l’orario d’insegnamento di un docente è di 18 ore (ci sono alcune eccezioni) ma ciò non significa che le 18 ore siano tutte d’insegnamento, perché è difficile far coincidere l’orario di classe (l’orario settimanale) con le 18 ore del docente. Esempio: due classi al triennio dello Scientifico, Italiano e Latino, fanno 16 ore: e le rimanenti 2? Sono a disposizione per sostituire colleghi assenti: vera e propria “manna dal cielo” per chi deve gestire la scuola, visto che i supplenti sono chiamati solo oltre i 15 giorni d’assenza continuativa.
Le “riformette” sopra citate hanno “riorganizzato” le cattedre, “razionalizzandole”: hai due ore che eccedono? Vai ad insegnare Geografia in una prima.
A forza di “razionalizzare” per ottenere “risparmi”, già oggi i Presidi si trovano in ben tristi ambasce quando scoppia l’influenza, oppure quando c’è un’assemblea sindacale, o ancora quando un docente si reca ad un corso d’aggiornamento o ad un convegno autorizzato (ne ha diritto per contratto) che coincide, in parte, con l’orario di lezione, per sostituire i colleghi che accompagnano i ragazzi alle gite scolastiche, per trovare un insegnante per la biblioteca, ecc.
Saggiamente, Gentile (1923) previde una sorta di “riserva”, qualche ora di “panchina” per far fronte alle più disparate esigenze: questi, non sapendo nemmeno da dove inizia la gestione di una scuola, hanno “razionalizzato”.
Il buon Preside, si trova oggi – a fronte di chi chiede un insegnamento alternativo all’ora di Religione – di fronte a due soluzioni, entrambe spesso impraticabili: pagare un’ora in più ad un docente che si renda disponibile (e non ha i soldi!), oppure prenderlo dall’orario delle ore a disposizione, che già è ridotto al lumicino. Spesso, l’unica soluzione che può attuare è gettare dignitosamente la spugna.
Il terzo aspetto – che più interessa per questa puntata agostana del “Palio dell’ora di Religione 2009” – riguarda cosa s’insegna nell’ora di Religione. Non ci riferiremo, ovviamente, a ciò che radio fante narra, ossia un pacato trastullo del nulla, poiché queste sono soltanto voci incontrollate, sanguigne collere d’incontinenti bruciacristi, giacobine invettive causate da astinenti prese della Bastiglia.
Nell’ora di Religione s’insegna la Religione Cattolica. Punto.
Ed è un punto difficile da porre, poiché l’Italia non è più quella placida, tranquilla plaga di Rosari e Processioni del secolo scorso. Anzi, più il tempo passa, e sempre di meno sono coloro che s’affidano corpo e beni all’intercessione del prete per ogni passo della loro vita.
Stupisce – in un paese cattolico, che ospita il Vaticano – scoprire che tanti italiani, senza aver approfondito le religioni orientali, affermano di credere nella reincarnazione. Oppure, ritengono di poter gestire da soli – sulla scia dell’ebraismo o dei Luterani – il proprio rapporto con la divinità. Senza considerare le centinaia di migliaia d’italiani che non sono cattolici: almeno 20.000 si sono convertiti all’Islam – e senza correre dall’imam di Al-Azar, al Cairo, mentre Magdi “Cristiano” Allam s’è fatto battezzare addirittura dal Papa! – poi c’è la tradizionale presenza ebraica e luterana, mentre gli adepti delle religioni orientali (soprattutto il buddismo, nelle sue varie manifestazioni) sono in costante aumento.
Alcune di queste confessioni vengono spregevolmente definite “sette”, per far passare il messaggio “è roba di serie B”: sarà pure di serie Z ma, se si rispetta la legge e non si commettono reati, ciascuno ha il sacrosanto diritto di professare quel che vuole. E di ricevere l’8 per mille per il suo credo: questa dovrebbe essere la semplicissima “ricetta” di uno Stato democratico.
Gli immigrati sono oggi il 5% della popolazione italiana ma, siccome sono più prolifici, sono il 10% circa della popolazione scolastica: è oramai normale avere in classe qualche musulmano od ortodosso.
A fronte di questa situazione – facendo forza sul dettato concordatario – le gerarchie ecclesiastiche strombazzano ai quattro venti anatemi contro il TAR del Lazio, colpevole di voler escludere il loro cavallo dal Palio.
Forse, se fossero più avveduti, s’accorgerebbero che sono loro stessi ad escluderlo, obbligando i loro “cavalli” a giocare una partita persa in partenza, e mettendo sempre di più in difficoltà l’istituzione scolastica che le loro “intemperanze” deve gestire.
Se l’Italia diventa sempre di più un Paese multietnico, e se molti italiani s’affidano ad altri credi, non sarebbe meglio far correre un “cavallo” che narri la storia delle Religioni, i vari credi, le differenze, le altrui ricchezze? Il tempo per farlo non mancherebbe certo: hanno più tempo a disposizione dei docenti di Fisica e di Filosofia! Che s’assumano le loro responsabilità: a quel punto, l’insegnamento dovrebbe divenire obbligatorio, per tutti.
Vediamo cosa lo impedisce.
La gerarchia cattolica non comprende (o fa finta di non capire) che l’Italia è un Paese sempre meno legato al Cattolicesimo, al di fuori degli aspetti esteriori e d’immagine, e sempre più smarrito. Lo stesso Giovanni Paolo Secondo s’accorse del problema, giungendo ad affermare che, a fronte del nulla, era senz’altro meglio credere in qualcosa, anche al di fuori del Cattolicesimo.
Con l’avvento di Benedetto XVI – uomo che fu apertamente contrario alle aperture ecumeniche del suo predecessore – la gerarchia cattolica s’è ancor più chiusa in se stessa: lancia anatemi contro un ignaro giornalista il quale, notando l’evidenza, comunica che ad ascoltare il Pontefice c’erano “quattro gatti”.
S’intrufola, poi, nelle questioni interne della politica nazionale: niente pillola RU 486, niente PACS, nulla che possa contraddire una visione integralista della dottrina, come se cedere in qualcosa aprisse brecce troppo pericolose, difficili da controllare. E, proprio questo è il punto.
Quando una religione è morente, proprio lì vanno ad incentrarsi gli sforzi per sostenere con l’apparenza (soprattutto mediatica) la sua sopravvivenza: se stiamo importando, oltre a banane e computer, anche preti e suore, qualcosa vorrà pur dire.
Sprangate le porte, è ovvio che gli spifferi allargano ogni giorno che passa pericolosissime (per loro) crepe: oggi è la questione dell’ora di Religione, domani sarà il celibato dei preti, dopodomani altro ancora. E’ la dottrina ad essere vecchia, inutile raccontare frottole: come si fa, in tempi d’AIDS, a proibire il preservativo?
La Chiesa Cattolica è anche una potenza economica, ma questo ha scarsi legami con la sua diffusione dottrinale: al più, conterà per mantenere fedeli gli uomini delle istituzioni, i quali, a loro volta, si trovano in evidente difficoltà nel dover difendere l’indifendibile. Lo fanno, perché il Dio Denaro abita anch’egli le sacrestie, ma con il trascorrere del tempo sarà sempre più dura e gli italiani comprenderanno sempre di meno gli anatemi e gli “inviti” che giungono da Oltretevere.
Potranno anche acquistare sul mercato dei politici un Rutelli – che partì Radicale! – ed averlo al loro servizio: più difficile sarà riempire le Chiese e, soprattutto, i Seminari.
Quando l’attuale (e molto anziana) generazione di religiosi se ne andrà, la nazione che da sempre ha ospitato il Papato si ritroverà un clero composto in maggioranza da africani ed asiatici, i quali dovranno “evangelizzare” una popolazione diversissima per cultura, tenore di vita, valori, ecc. Paradossalmente – cosa assai curiosa – il futuro clero sarà più vicino, culturalmente, proprio al popolo dei migranti spesso – nella vulgata imperante – inviso ed accusato d’infinite colpe.
E’ altrettanto vero che la gerarchia cattolica non può fare altro: cedere le armi e riconoscere – come fece Papa Wojtila – che l’Italia è oramai “terra di missione”?
No: continuano, come fece Massenzio, a sperare – con la forza del denaro o delle armi – di riuscire a spostare un po’ più in là l’inevitabile tracollo.
Per questa ragione la piccola ora di Religione non può trasformarsi nella “Storia delle Religioni”, poiché sarebbe la certificazione di una sconfitta: a dire il vero, sarebbe soltanto la loro sconfitta, giacché la vera spiritualità abita i cuori in modo assai discreto, tende a non manifestarsi troppo nel mondo, dialoga con l’Uomo nell’intimo dei suoi dubbi, delle sue paure e delle risposte che riesce a darsi. Il troppo clamore, l’assorda e la tacita.
Perciò…”Tanto clamore per nulla”? Ebbene…sì: continueremo a propinare ai nostri giovani 416 ore di Religione Cattolica, fino all’inevitabile estinzione. E non della sola disciplina scolastica.
In Italia, invece, i mesi estivi sembrano totalmente occupati dalla politica – dalla “vera” politica – poiché il resto dell’anno trascorre fra trastulli bagaglineschi, ardimentose enunciazioni – poi, subito smentite ed addossate alla “cattiva stampa” – inframmezzando il tutto con gli immancabili bagordi orgiastici, col rischio di beccarsi qualche “escortazione”.
La necessità di una simile scansione degli eventi politici è lampante: siccome i primi mesi dell’anno trascorrono nella preparazione delle immancabili elezioni di Primavera, mentre l’Autunno è dedicato al virile sport detto “assalto alla diligenza”, ovvero alla spartizione della Finanziaria a scopo elettorale per l’anno venturo, solo a Luglio è possibile politicheggiare. Ne sono una prova la controriforma delle pensioni Damiano (Luglio 2007) ed i decreti Tremonti/Brunetta sulla scuola del Luglio 2008, poi battezzati pomposamente “Riforma Gelmini”, tanto per trovare una fessacchiotta alla quale addossare, a futura memoria, la responsabilità di tanto scempio.
E, se dalla scuola si parte, alla scuola si torna, proprio come l’onda atlantica ritmicamente si rovescia e macina i ciottoli della spiaggia meno invitante del Pianeta: ad Agosto – unico mese di vera riflessione politica, il resto dell’anno è completamente dedicato al come acchiappare voti e soldi – ci si chiede perché debba esistere un’ora di Religione, quali debbano essere gli attributi dei docenti che la gestiscono, quali le loro prerogative in termini di valutazione, programmi, obiettivi didattici…
Si scopre così, fra il lusco e il brusco, che la piccola ora di Religione – nell’arco di un intero corso di studi – occupa un posto che non è proprio di secondo piano. Difatti[1]:
Religione: 1 ora la settimana, per 32 settimane (durata media di un anno scolastico), per 13 anni fa la bella cifra di 416 ore dedicate all’istruzione religiosa dei pargoli, dalla prima Elementare alla maturità.
Filosofia: 3 ore, per 32 settimane per 3 anni (triennio dei Licei) = 288 ore. Galileo sconfitto una seconda volta.
Fisica: 2 ore la settimana per 32 settimane per 3 anni (Liceo Scientifico) = 192 ore. Galileo, azzoppato e lontanissimo dal traguardo, piange.
Scienze: qui, il calcolo è più complesso. 10 ore nell’intero corso liceale (Classico o Scientifico) per 32 settimane = 320 ore. Nei segmenti scolastici inferiori il calcolo è più difficile (alle Medie è il docente di Matematica ad insegnarle entrambe) mentre alle Elementari il problema è ancora più sfumato…insomma, aggiungiamo due ore a settimana alla Medie e finiamola. 2 ore a settimana, per 32 settimane per 3 anni = 192. Totale Scienze: 512 ore. Per un’incollatura, Scienze batte Religione.
Senza tediare oltremodo il lettore, la classifica finale dell’agostano “Palio della Scuola” vedrebbe senz’altro nelle prime posizioni i cavalli delle contrade dell’Italiano, della Matematica e del Latino, poi la Storia, l’Inglese di misura…e poco altro. Le seconde lingue soccomberebbero senz’altro, così come la Geografia e la gran parte degli insegnamenti tecnici.
I contradaioli dell’ora di Religione possono ben far festa.
Il secondo aspetto della vicenda riguarda proprio il criterio di scelta: chi vuole, può astenersi dal frequentarla. Il che, apre un altro problema: che fanno quelli che non la fanno?
Normalmente, entrano dopo od escono prima, oppure se ne vanno in cortile, in biblioteca…ovunque ci sia un posto dove accamparli e, soprattutto, un docente che li controlli, perché non si può abbandonarli al loro destino.
I genitori possono chiedere un insegnamento alternativo – dalla fotografia alla preparazione delle confetture – il quale, però, è meglio che non sia troppo interessante, altrimenti il docente di Religione si lagna: nessuno accetta di scendere di posizione, ed i contradaioli di Religione non esultano nel vedere il loro cavallo trasformarsi in un ronzino.
Le due soluzioni – semplice custodia od insegnamento alternativo – sono le vere “croci” dei Presidi, poiché i bilanci sono sempre più “stretti”, falcidiati dalle visite fiscali per un solo giorno di malattia (60 euro a botta, diktat di Brunetta) e le cattedre, nel claudicare delle varie “riformette” – dalla verace Moratti alla ragazzina che è oggi a Viale Trastevere – sono state sempre di più “accorpate” a 18 ore. Qui, necessitano spiegazioni per i non addetti ai lavori.
Di norma, l’orario d’insegnamento di un docente è di 18 ore (ci sono alcune eccezioni) ma ciò non significa che le 18 ore siano tutte d’insegnamento, perché è difficile far coincidere l’orario di classe (l’orario settimanale) con le 18 ore del docente. Esempio: due classi al triennio dello Scientifico, Italiano e Latino, fanno 16 ore: e le rimanenti 2? Sono a disposizione per sostituire colleghi assenti: vera e propria “manna dal cielo” per chi deve gestire la scuola, visto che i supplenti sono chiamati solo oltre i 15 giorni d’assenza continuativa.
Le “riformette” sopra citate hanno “riorganizzato” le cattedre, “razionalizzandole”: hai due ore che eccedono? Vai ad insegnare Geografia in una prima.
A forza di “razionalizzare” per ottenere “risparmi”, già oggi i Presidi si trovano in ben tristi ambasce quando scoppia l’influenza, oppure quando c’è un’assemblea sindacale, o ancora quando un docente si reca ad un corso d’aggiornamento o ad un convegno autorizzato (ne ha diritto per contratto) che coincide, in parte, con l’orario di lezione, per sostituire i colleghi che accompagnano i ragazzi alle gite scolastiche, per trovare un insegnante per la biblioteca, ecc.
Saggiamente, Gentile (1923) previde una sorta di “riserva”, qualche ora di “panchina” per far fronte alle più disparate esigenze: questi, non sapendo nemmeno da dove inizia la gestione di una scuola, hanno “razionalizzato”.
Il buon Preside, si trova oggi – a fronte di chi chiede un insegnamento alternativo all’ora di Religione – di fronte a due soluzioni, entrambe spesso impraticabili: pagare un’ora in più ad un docente che si renda disponibile (e non ha i soldi!), oppure prenderlo dall’orario delle ore a disposizione, che già è ridotto al lumicino. Spesso, l’unica soluzione che può attuare è gettare dignitosamente la spugna.
Il terzo aspetto – che più interessa per questa puntata agostana del “Palio dell’ora di Religione 2009” – riguarda cosa s’insegna nell’ora di Religione. Non ci riferiremo, ovviamente, a ciò che radio fante narra, ossia un pacato trastullo del nulla, poiché queste sono soltanto voci incontrollate, sanguigne collere d’incontinenti bruciacristi, giacobine invettive causate da astinenti prese della Bastiglia.
Nell’ora di Religione s’insegna la Religione Cattolica. Punto.
Ed è un punto difficile da porre, poiché l’Italia non è più quella placida, tranquilla plaga di Rosari e Processioni del secolo scorso. Anzi, più il tempo passa, e sempre di meno sono coloro che s’affidano corpo e beni all’intercessione del prete per ogni passo della loro vita.
Stupisce – in un paese cattolico, che ospita il Vaticano – scoprire che tanti italiani, senza aver approfondito le religioni orientali, affermano di credere nella reincarnazione. Oppure, ritengono di poter gestire da soli – sulla scia dell’ebraismo o dei Luterani – il proprio rapporto con la divinità. Senza considerare le centinaia di migliaia d’italiani che non sono cattolici: almeno 20.000 si sono convertiti all’Islam – e senza correre dall’imam di Al-Azar, al Cairo, mentre Magdi “Cristiano” Allam s’è fatto battezzare addirittura dal Papa! – poi c’è la tradizionale presenza ebraica e luterana, mentre gli adepti delle religioni orientali (soprattutto il buddismo, nelle sue varie manifestazioni) sono in costante aumento.
Alcune di queste confessioni vengono spregevolmente definite “sette”, per far passare il messaggio “è roba di serie B”: sarà pure di serie Z ma, se si rispetta la legge e non si commettono reati, ciascuno ha il sacrosanto diritto di professare quel che vuole. E di ricevere l’8 per mille per il suo credo: questa dovrebbe essere la semplicissima “ricetta” di uno Stato democratico.
Gli immigrati sono oggi il 5% della popolazione italiana ma, siccome sono più prolifici, sono il 10% circa della popolazione scolastica: è oramai normale avere in classe qualche musulmano od ortodosso.
A fronte di questa situazione – facendo forza sul dettato concordatario – le gerarchie ecclesiastiche strombazzano ai quattro venti anatemi contro il TAR del Lazio, colpevole di voler escludere il loro cavallo dal Palio.
Forse, se fossero più avveduti, s’accorgerebbero che sono loro stessi ad escluderlo, obbligando i loro “cavalli” a giocare una partita persa in partenza, e mettendo sempre di più in difficoltà l’istituzione scolastica che le loro “intemperanze” deve gestire.
Se l’Italia diventa sempre di più un Paese multietnico, e se molti italiani s’affidano ad altri credi, non sarebbe meglio far correre un “cavallo” che narri la storia delle Religioni, i vari credi, le differenze, le altrui ricchezze? Il tempo per farlo non mancherebbe certo: hanno più tempo a disposizione dei docenti di Fisica e di Filosofia! Che s’assumano le loro responsabilità: a quel punto, l’insegnamento dovrebbe divenire obbligatorio, per tutti.
Vediamo cosa lo impedisce.
La gerarchia cattolica non comprende (o fa finta di non capire) che l’Italia è un Paese sempre meno legato al Cattolicesimo, al di fuori degli aspetti esteriori e d’immagine, e sempre più smarrito. Lo stesso Giovanni Paolo Secondo s’accorse del problema, giungendo ad affermare che, a fronte del nulla, era senz’altro meglio credere in qualcosa, anche al di fuori del Cattolicesimo.
Con l’avvento di Benedetto XVI – uomo che fu apertamente contrario alle aperture ecumeniche del suo predecessore – la gerarchia cattolica s’è ancor più chiusa in se stessa: lancia anatemi contro un ignaro giornalista il quale, notando l’evidenza, comunica che ad ascoltare il Pontefice c’erano “quattro gatti”.
S’intrufola, poi, nelle questioni interne della politica nazionale: niente pillola RU 486, niente PACS, nulla che possa contraddire una visione integralista della dottrina, come se cedere in qualcosa aprisse brecce troppo pericolose, difficili da controllare. E, proprio questo è il punto.
Quando una religione è morente, proprio lì vanno ad incentrarsi gli sforzi per sostenere con l’apparenza (soprattutto mediatica) la sua sopravvivenza: se stiamo importando, oltre a banane e computer, anche preti e suore, qualcosa vorrà pur dire.
Sprangate le porte, è ovvio che gli spifferi allargano ogni giorno che passa pericolosissime (per loro) crepe: oggi è la questione dell’ora di Religione, domani sarà il celibato dei preti, dopodomani altro ancora. E’ la dottrina ad essere vecchia, inutile raccontare frottole: come si fa, in tempi d’AIDS, a proibire il preservativo?
La Chiesa Cattolica è anche una potenza economica, ma questo ha scarsi legami con la sua diffusione dottrinale: al più, conterà per mantenere fedeli gli uomini delle istituzioni, i quali, a loro volta, si trovano in evidente difficoltà nel dover difendere l’indifendibile. Lo fanno, perché il Dio Denaro abita anch’egli le sacrestie, ma con il trascorrere del tempo sarà sempre più dura e gli italiani comprenderanno sempre di meno gli anatemi e gli “inviti” che giungono da Oltretevere.
Potranno anche acquistare sul mercato dei politici un Rutelli – che partì Radicale! – ed averlo al loro servizio: più difficile sarà riempire le Chiese e, soprattutto, i Seminari.
Quando l’attuale (e molto anziana) generazione di religiosi se ne andrà, la nazione che da sempre ha ospitato il Papato si ritroverà un clero composto in maggioranza da africani ed asiatici, i quali dovranno “evangelizzare” una popolazione diversissima per cultura, tenore di vita, valori, ecc. Paradossalmente – cosa assai curiosa – il futuro clero sarà più vicino, culturalmente, proprio al popolo dei migranti spesso – nella vulgata imperante – inviso ed accusato d’infinite colpe.
E’ altrettanto vero che la gerarchia cattolica non può fare altro: cedere le armi e riconoscere – come fece Papa Wojtila – che l’Italia è oramai “terra di missione”?
No: continuano, come fece Massenzio, a sperare – con la forza del denaro o delle armi – di riuscire a spostare un po’ più in là l’inevitabile tracollo.
Per questa ragione la piccola ora di Religione non può trasformarsi nella “Storia delle Religioni”, poiché sarebbe la certificazione di una sconfitta: a dire il vero, sarebbe soltanto la loro sconfitta, giacché la vera spiritualità abita i cuori in modo assai discreto, tende a non manifestarsi troppo nel mondo, dialoga con l’Uomo nell’intimo dei suoi dubbi, delle sue paure e delle risposte che riesce a darsi. Il troppo clamore, l’assorda e la tacita.
Perciò…”Tanto clamore per nulla”? Ebbene…sì: continueremo a propinare ai nostri giovani 416 ore di Religione Cattolica, fino all’inevitabile estinzione. E non della sola disciplina scolastica.
[1] I calcoli sono stati eseguiti al netto di qualsiasi riforma, ovvero riferendoci al tradizionale “impianto Gentile”.
25 commenti:
Io nel mio piccolo penso che la chiesa cattolica abbia contribuito in larga misura al progresso, dal medioevo in poi, della nostra società occidentale.
So che tu la pensi diversamente, anzi, no, se mi ricordo bene hai scritto -qualche tempo fa- che la chiesa ha "aiutato" con un apposito concilio, la tratta delgi schiavi africani a favore dell'occidente.
Quindi per riassumere le tue e mie idee: la chiesa ha contributio, nel bene e nel male, al progresso delle società occidentali...
Ho un'altra idea che mi frulla in testa da un bel po' e cioè che molte delle 'idee' di Cristo, attrraverso i cattolici, abbiano reso migliore le nostre società ed in modo estremamente sensibile...
Il famoso 'patto' sociale è già scritto nel Vangelo, il modo 'laico' di comportarsi civilmente anche...Ci sono altri modi laici di comportarsi e sono quallo di non rispettare i limiti di velocità, parcheggiare oovunque, non pagare le tasse, aumentare a dismisura i propri guadagni a scapito degli altri, mettersi aldisopra delle leggi (lodo-alfano docet)...sono tutti modi molto laici di comportamenti quotidiani ai quali tutti gli umani tendono in varia misura, se gli si da del tempo e la famosa 'occasione'...
Io ho sempre visto il Catolicesimo ed i soui Dogmi (alcuni, mi rendo conto, anacronistici) come un freno a tutto ciò e non mi sembra di vedere esempi di eguale valore, cioè di società rette solo da un senso comune e non da una montagnadi divieti e leggi ovvero di oppressioni ecc...
Se non ci fossero, in occidente, una buona parte di persone fondamentalmente oneste per Fede e Credo o anche solo per appartenenza religiosa, quella piccola percentuale (alla quale tu senz'altro appartieni) di persone laiche oneste in modo spontaneo,
(direi di nascita) non sarebbero state sufficienti per arrivare a quello che siamo oggi, nel bene e nel male.
Il decadentismo nel quale viviamo passa anche per questo, se il Cavoliere di Arcore fosse un buon fedele tenderebbe a ridurre di molto le sue frequentazioni puttanesche e forse anche qualcosa di altro...
Sarà solo una mia illusione ma hgo il conforto di un libro che ho recentemente letto, scritto da un albionico laico, che, nel confronto terzo mondo, mondo islamico e mondo occidentale/cristiano, sviluppa una analisi fredda e cinica ma arriva (fra le righe ma non proprio) a dire che la religione cristiana e cattolica ha svolto una parte fondamentale e millenaria, nell'elevare il tenore di vita dei popoli occidentali eccetera...
ciao
RA
Solo un pazzo potrebbe affermare che il Cattolicesimo non ha avuto effetti nel volgere della nostra Storia, e questo nel bene e nel male.
Purtroppo, ritengo che i veri cattolici siano oramai una minoranza molto, molto esigua, ed è per questo che la nostra civiltà occidentale degenera.
Non conosco, però, momenti della Storia nei quali una religione sempre più secolarizzata sia riuscita a scrollarsi di dosso i pesi ed a riemergere.
In genere, viene sostituita con altre. Anche il buddismo, in Oriente, si sta ritraendo, mentre l'Islam s'espande ovunque. E, questo, è più un evento collegato a fattori politici che religiosi: in effetti, sono poche le persone che s'adentrano nelle dottrine. I più, vanno a Messa, s'inchinano a qualcosa od a qualcuno, pregano meccanicamente. E' quello che affermava papa Wojtila, mica io.
Ciao
Carlo
Al di la della solita polemichetta estiva tradotta in ora di religione si o no , non credete che sarebbe invece il caso che i genitori si ribellassero a questa ennesima imposizione religiosa culturale rifiutando che i loro figli la frequentassero visto che non ha nessuna funzione didattica e che la dobbiamo pagare noi.Non credete che per rafforzarsi la chiesa (parlo di ringiovanirsi e catturare più proseliti) dovrebbe proprio cominciare dal lasciare libero arbitrio ai giovani inducendoli magari tramite le loro attiva di volontariato terreno ( aiutando la gente) ad abbracciare la fede.Ciao a tutti!!!
Al di là dell'affermazione un po' osée per cui Ratzinger sarebbe stato contro le "aperture ecumeniche", è pur vero che il Cattolicesimo si trova oggi in uno stato di sofferenza.
La "batteria" soffre, c'è un'invecchiamento del clero, un'invecchiamento altresì del laicato, un calo della pratica religiosa. L'esposizione mediatica attuale delle gerarchie ecclesiastiche è indubbiamente gonfiata, e presto o tardi finirà per subire un ridimensionamento, anche drastico. Tuttavia non si pensi che le posizioni dell'autorità ecclesiastica in Francia o in Germania (per fare l'esempio di paesi "laici") sia sostanzialmente diversa da quella della gerarchia italiana, con tutte le dovute distinzioni e sfumature.
In quanto al sacerdozio, è indubbio che le ordinazioni sacerdotali scarseggiano: seminari costruiti per centinaia di allievi ne ospitano oggi solo qualche decina, di cui solo una parte arriverà all'ordinazione.
Non mancano tuttavia anche delle realtà in controtendenza: l'Opus Dei esprime un cospicuo numero di vocazioni maschili e femminili, lo stesso i Focolarini, o il Cammino Neocatecumenale, o la Comunità di Bose, o anche le comunità di orientamento più tradizionalista, legate alla messa di San Pio V.
Insomma, chi si aspettasse di sbarazzarsi in breve tempo della Chiesa Cattolica come presenza organizzata starebbe facendo "i conti senza l'oste".
Ciò non toglie che una presenza capillare come quella che si è avuta negli ultimi secoli, in cui ogni poche centinaia di abitanti avevano assicurato almeno un prete per celebrare messa ogni giorno è una realtà che sta già sparendo.
In parte si rimedia con l'importazione di clero da altri paesi (non solo "terzo mondo", il prete non è un manovale o un bracciante, ma anche paesi dell'Europa Occidentale o gli Usa). Ma questo può essere un rimedio solo in parte: è stato già verificato che per sostituire tutti i preti attualmente in servizio pastorale ci sarebbe bisogno di un'importazione massiccia che di fatto è impraticabile.
Molte comunità spariranno (numerose parrocchie sono già state chiuse), altre dovranno affidarsi il più delle volte a celebrazioni eucaristiche in assenza del prete (in Francia, in Austria, in Olanda, è una pratica già abbastanza diffusa, e lo stesso in molte comunità dell'Africa, dell'Asia, dell'America Latina, dove da sempre la messa viene celebrata non più di una volta al mese). E' una fase nuova nella storia del Cattolicesimo, che in fondo è già cominciata, e di cui il Concilio Vaticano II è stato una prima espressione, e non la causa efficiente.
In quanto all'ora di religione, perché l'autorità ecclesiastica ci tiene che sia mantenuta così com'è?
Non lo so, ma provo a rispondere: perché l'attuale ora di religione cattolica è un'ora di insegnamento confessionale. Ossia, il docente (prete o laico non importa) è un esponente della confessione cattolica apostolica romana, tenuto a riportarne fedelmente i contenuti.
Un'ora di storia delle religioni? Ma a scuola si insegna già la storia, e laddove si insegna la storia non si può non tenere conto anche del fatto religioso. Perché dedicare un'ora alla "storia delle religioni"? Per insegnare quanto sono state cattive le religioni, specialmente quelle che hanno avuto corso in Europa? Per insegnare che i preti opprimevano il popolo, in combutta con il potere politico? Insomma, una specie di ora di "ateismo scientifico", come quello che veniva imposto in URSS?
Oppure, un'ora di storia delle religioni per insegnare che "in fondo le religioni sono tutte uguali", e che insegnano tutte le stesse cose, secondo i dettami della nuova religione del Nuovo Ordine Mondiale?
Ecco perché, a mio avviso, è preferibile l'ora di religione cattolica a un'ora di storia delle religioni, e laddove si decidesse che la religione cattolica non deve più essere insegnata a scuola, allora molto meglio sostituirla con un'ora di economia, di biblioteconomia, di cucina, oppure lasciare un buco nell'orario.
Sarà che sono più sminchiato e pessimista del solito, sarà che leggere di questo sangiaccato ottomano vivendo in un paese civile (Germania) mi fa sentire come un bulgaro che si informa sui fatti entrocortina da una trasferta, sarà che mi sono rotto il cazzo della cosiddetta società italiana, ma lasciatemi dire una cosa sola.
Questo paese è abitato da masse del tutto idiote, e sottolineo idiote, che obbediscono a impulsi assai elementari. Ho visto di recente un blog in cui un creativo mostrava degli screenshots del ministro Brambilla che rivelerebbero la sua sensualità ostentata. L’ intento era critico, ovviamente.
C’ erano 106 commenti. Ebbene, quasi tutti erano di entusiasti uccelloni arrapati che hanno dichiarato in sintesi: voto la Brambilla perché è figa.
I pochissimi che facevano notare la necessità di altre doti in un ministro sono stati bersagliati in sintesi con l’epiteto di froci comunisti repressi.
Ebbene, non scomodiamo il fascismo, nonostante tutto ancora troppo raffinato, troppo intellettuale, troppo concettoso, per queste masse. Troppo avanti, pur essendo vecchio.
Questa Italietta del 2009 è ben al di sotto del panorama intellettivo medio che si registrava nel 1921 in Italia.
Questo è l’IDIOTISMO.
Puro e semplice.
Non scomodiamo una dottrina politica per quanto irrazionale o violenta prossa sembrare. È troppo al di sopra. Troppo al di là.
L’ idiotismo è l’Italia di oggi.
Io non ripongo più speranze se non in una catastrofe esterna ed estrema.
Io non so cosa dovrebbe fare la Chiesa Cattolica - Marco - ma sono affari che non m'interessano. Penso, piuttosto, all'inutile spreco di risorse.
Non so come tu faccia - Luca - a dire che la contrarietà di Ratzinger fu solo di facciata: non partecipò alla famosa preghiera di Assisi, e motivandolo.
Poi, non capisco perché un'ora di "Storia delle Religioni" sarebbe un obbrobrio.
per prima cosa, non sempre i docenti di Filosofia si "perdono" troppo con la Scolastica (abbastanza pallosa, tutto sommato)mentre gli studenti dei Tecnici e dei Professionali non ricevono proprio niente sull'argomento.
Meglio un Catechismo2 - la vendetta? Dimmelo tu.
Sulle comunità cattoliche ho qualche dubbio: Bose la conosco, ho casa a cinque chilometri da lì. Fu il paese di mia madre, e non vado oltre per rispetto alle questioni familiari e personali. Se ne può parlare in privato.
Caro Wolfgang Amadeus, come ti capisco e come avrei voglia, talvolta, di mandare aff...tanti dei miei connazionali. Leggo talvolta, su altri blog che riportano i miei articoli, commenti che fanno rizzare i capelli in testa. E verrebbe la voglia di mandare aff...
Solo una cosa non ti concedo: il paragone con il Sangiaccato: gli amici di Novi Pazar potrebbero averla a male!
Purtroppo, ho il "mal di Jugoslavia", e su questo punto divento un riccio. Amo troppo quelle genti.
Ciao a tutti
Carlo
Caro Mozart anche se per votare
si scegliessero criteri estetici
invece che etici il centro destra
sarebbe al governo ugualmente:
Fassino,Prodi e Bersani sono
impresentabili.Da sempre chi possiede le fisique du role e' avvantaggiato anche in politica:
la bella presenza di Obama lo ha chiaramente avvantaggiato rispetto
al suo brutto rivale.Insomma perche'
ti arrabbi con chi vota secondo
criteri estetici?Ognuno e' libero
di votare coi criteri che crede
in democrazia o vuoi che ci vengano imposti anche questi?
Devo puntualizzare che quest'anno nessun docente ha ore a disposizione, così ha voluto il padrone Tremonti e la maestrina dalla penna rossa ha eseguito. Quindi diminuiscono le possibilità da parte dei presidi di fare l'ora alternativa. Per il resto devo dire che, a parte alcuni di loro di cui ho grande stima, la massa dei docenti di religione è poco preparata per non dire ignorante e di conseguenza lievemente arrogante. Il decreto Fioroni, (che Dio ce lo conservi lonTano dalla scuola), serviva ai docenbti per accreditarsi presso i ragazzi che così la sceglievano per avere un credito. Al superiore l'ora di religione trascorre tra riposo e chiacchere da Bar tra i ragazzi. Chi dice il contrario non è mai entrato in una classe dello Stato italiano.
Orazio ha scritto:
"Al superiore l'ora di religione trascorre tra riposo e chiacchere da Bar tra i ragazzi. Chi dice il contrario non è mai entrato in una classe dello Stato italiano."
Alla fine della fiera si potrebbe dire di lasciar scegliere ai ragazzi.
Sia se fare o meno l'ora di religione sia di come farla...
Al proposito dell'insegnante del liceo di Cesena che era stato sopeso per il 'referendum' sull'ora di religione vorrei aggiungere la mia personalissima opinione che, forse, il motivo 'religioso' per la sospensione era in realtà la classica 'goccia' (o pretesto?)...
se siete insegnanti o presidi oppure frequentate assiduamente la scula superiore italiana...mi avete capito...
ciao
RA
scusatemi per gli errori ed i refusi...ho scritto di getto senza correggere e forse a causa della tastiera un po' vecchiotta, forse a causa della dislessia incipiente data dall'età, i miei messaggi risultano pieni di errori:
"scula" invece di "scuola" è il più carino...
scusate
RA
Ma mi sembra che adombrare che il docente sospeso, per aver somministrato un questionario, lo sia stato per presunte magagne pregresse sia un modo per svalutare la sua azione e e la sua persona, comunque chi conosce la scuola sa quale ginepraio di cordate sia diventata, fra invidie e lotte intestine. L'ora di religione, sottolineo, non è stata cassata dal TAR, la sola riportata alla sua vera realtà, ora di religione confessionale, di una sola religione. Aspettiamo la sentenza del CDS. Poi se il CDS la casserà per la terza volta devo dire che i promotori solleveranno la costituzionalità del sistema dell'ora di religione a scuola, così hanno detto. Passeranno alcuni anni, ma poi penso potrebbe arrivare una sentenza molto scomoda per l'ora di religione cattolica a scuola. Vedremo!? Spero che non perdano molto tempo perchè vorrei esserci quando la corte costituzonale si pronuncerà. Non fosse altro per vedere le facce di alcuni docenti di religione cattolica.
Ratzinger aveva qualche perplessità su quella specifica iniziativa (che peraltro è sempre continuata, anche durante il suo pontificato) ma non era "contro l'ecumenismo". Il prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede non può essere contro l'ecumenismo, perché l'ecumenismo è un caposaldo del Concilio Vaticano II, e rifiutarlo non è consentito a chi ha responsabilità pastorali a quel livello.
In quanto al "Catechismo2, la vendetta", è evidente che tu non hai mai assistito a un'ora di religione a scuola. Normalmente si parla di problemi sociali, morali, di varia umanità, senza un particolare approfondimento di questioni dottrinali. E lo dico anche in base alla mia esperienza dell'ora di religione, ormai circa trent'anni fa.
Comunque, prendo atto che abbiamo sistemato per le feste anche la Comunità di Bose. Io non la conosco direttamente, ho letto solo alcuni dei libri che pubblica la loro casa editrice, ma un mio conoscente di Torino ci ha soggiornato alcuni anni fa e ne è tornato entusiasta. In ogni caso non ti sfugga che il mio non è un giudizio di valore ma volevo solo evidenziare che si tratta di realtà, come dire, in buona salute.
Direttamente, a parte le parrocchie vicino a casa mia, conosco solo la Comunità di Sant'Egidio (appunto, quella della preghiera di Assisi) perché vado con loro a fare volontariato: posso non condividere tutto, ma nel complesso si tratta di santi uomini, e sante donne.
P.s. Comunque su Bose e dintorni ti ho scritto in privato.
Orazio mi scuso, la mia frase era infelice, non volevo adombrare niente...omissis (per spiegarmi oltre devo per correttezza usare eventualmente il privato)...Le 'cose' non sono pre-gresse sono in-progress continuo...
Per Nibelunga:
al governo, in Italia, per molti anni sono state elette persone con queste caratteristiche fisiche:
"Piccoli, Storti e Malfatti" (cit.)
e le cose -forse- (sempre forse) nel bene e nel male andavano un pelo meglio di oggi (se non altro crescevamo invece di decrescere)...
ciao
RA
Ratzinger apertamente rispetta il Vaticano II, ma nei fatti lo sta demolendo, vedi per esempio la messa in latino e il perdono lai lefebriani che aborrono il vaticano II e non sono i soli nella chiesa cattolica. Se dovessi ricordare tutte le volte che ho aperto la porta di una classe e ho trovato i ragazzi in sereno riposo e cordiale dialogo durante l'ora di religione. Una volta un'alunna mi disse, con molta convinzione, che loro utilizzavano l'ora di religione per rilassarsi dalle "fatiche" della scuola. Ma ripeto conosco e ho conosciuto docenti di religione cattolica coscienti e preaparati. E' il concetto dell'ora confessionale che cerca di accreditarsi come materia curriculare che combatto. Lo studio della storia delle religioni forse sarebbe meglio, ma fatta da docenti non nominati con il placet vescovile.
Ancora per Nibelunga:
oddio, tu mi vuoi dire
che il 'NON' santo di 73
anni che va con le minorenni che
potrebbero essere sue pronipoti,
(perdipiù usando -immagino- aiuti chimici) è esteticamente più
presentabile di Prodi o Bersani?
per tutti e per Nibelunga:
Ah! forse perché ha sempre un bel sorriso?
a questo punto, prendendo spunto dal precedente post:
"L’Italia sta andando a fondo: che fare?" mi viene in mente
una citazione:
"Colui che sorride quando le cose vanno male , ha già pensato a chi dare la colpa !"
alla sinistra! (ed ai meridionali)
ciao
RA
Non capisco - Nibelunga - cosa c'entri la fattezza fisica con la capacità di governo. Mi è oscuro questo lombrosiano legame: contenta te...
Ripeto: non capisco perché dobbiamo avere dei docenti che facciano un surplus di catechismo per 416 ore, nominati da un Vescovo e pagati dallo Stato.
Che spieghino la storia delle religioni: punto. Questo è il mio pensiero: ben accette le altre opinioni, ma penso d'esser stato chiaro.
Che Ratzinger non sia un estimatore del Vaticano II lo sanno anche le margherite, dai Luca, poi, libero di fare quel che vuole. A me, di quel che dice Ratzinger, non interessa nulla.
Ciao a tutti
Carlo
Non ho scritto signor Bertani che
le fattezze fisiche sono legate ad
una pari capacita' di governare ma
che da sempre,in politica,una bella
presenza aiuta molto rispetto ad
una presenza brutta o anonima.Ma non
ho scritto che questo sia giusto,nulla a che vedere con le oscure teorie lombrosiane sulla conformazione cranica.Sicuramente
presidenti degli Stati Uniti di bell'aspetto tipo Obama e Kennedy,
giusto per citarne due,hanno tratto
vantaggio dalla loro presenza,inutile negarlo.Inoltre,seconda cosa,la democrazia prevede che uno possa votare per chi vuole per i motivi che meglio crede e che questo voto
diciamo basato su criteri estetici
valga come quello ben ponderato di
un acuto osservatore politico.Questo e' il principio cardine del suffragio universale e dunque di ogni democrazia che si rispetti:tutti i voti hanno uguale
valore e dignita'.
Sì, Nibelunga, tutti i voti hanno uguale valore, inutile girarci attorno, così come una bella presenza può aiutare nella carriera politica, ovvio.
Altra cosa è eleggere persone che siano in grado, poi, di fare le scelte migliori.
Proprio ieri, l'UE ha comunicato all'Italia che dovrà pagare 555 milioni di euro di multa per aver "sforato" nelle emissioni di gas serra, il che dipende dal cronico ritardo italiano nell'incrementare le energie rinnovabili.
Ora, la Merkel non sarà una bellezza, ma i tedeschi non dovranno pagare sulla bolletta dell'ENEL le inadempienze e le incapacità della loro classe politica: noi - tutti, destra, sinistra, alto e basso - dal prossimo Gennaio ci vedremo appioppare una gabella in più sulla fornitura elettrica per la loro incapacità.
Una tassa per niente "estetica".
Ciao
Carlo Bertani
La Merkel e' infatti un esempio
di come,in politica come nelle altre
professioni,buon senso e materia grigia siano gli attributi piu'
importanti per ottenere buoni risultati.L'estetica,la bella presenza,sono un di piu' in effetti,la ciliegina sulla torta:ma
cerchiamo per favore di non far passare,come fa una parte della sinistra,l'equazione bella uguale a
stupida,perche' non e' vero.
Si critichino pure le belle donne
ministro di Berlusconi ma per quello che fanno o non fanno,non
perche' sono "bone" e dunque incapaci
Beh, l'esempio che portavo sulla multa da 555 milioni chiama in causa la Prestigiacomo, ma anche Scajola. Una è bella, l'altro direi non esteticamente rilevante: il problema è che hanno fallito.
Il problema è quando la bellezza e (forse) la "disponibilità" sono le ragioni del successo politico: le capacità diventano di secondaria importanza.
Si può dire la stessa cosa per il nepotismo: il medico che diventa primario solo per appartenenza politica, è la disgrazia del paziente.
In ultima analisi, solo la provata competenza politica, le capacità d'analisi e di sintesi di fronte ai problemi dovrebbe premiare.
Poi, che siano belli, brutti, alti, bassi, uomini, donne...che importa?
Ciao
Carlo
Scusa Carlo, ma in questo post sulla rivincita di Massenzio non dovevamoi parlare dell'ora di Religione cattolica, e invece vedo che si parla di tutto, ma poco del problema sollevato dal TAR, ma messo a tacere dalla mestrina dalla penna rossa.
Hai ragione Orazio, ma spesso nell'incedere dei blog si finisce per saltare di palo in frasca.
Adesso non posso (sto lavorando a letto col portatile, sciatica) ma quando torno su nello studio ho un bel indirizzo di blog sulla scuola da proporre.
Ciao
Carlo
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