12 maggio 2009

Non può che finire così (prima parte)

Sinceramente, una campagna elettorale così scipita, priva di contenuti e con un esito scontato non l’avevamo mai vista. E c’è ancora qualcuno che si scalda per sondaggi e proposte.
Pare che tutto l’interesse sia centrato sul fenomeno del “velinismo”, sul divorzio del Capo del Governo, sulle ministre diventate tali per meriti “sul campo”. A nostro avviso, sarebbe più interessante analizzare metodi, contenuti e prassi del Governo e della classe politica, per comprendere che fine faremo. Poiché, quando le “veline” saranno nonne, i nostri figli saranno grandi e si porteranno appresso i frutti di questa stagione disperata.
Preferiamo, quindi, gettare lo sguardo un poco più in là, dove ci troveremo in tristi ambasce fra qualche anno. Per farlo, però, dovremo prima analizzare attentamente cosa bolle in pentola oggi: ecco la ragione dell’articolo scisso in due parti.

Partiamo da un personaggio appena scomparso: Gianni Baget Bozzo, a ragione definito “l’ideologo di Forza Italia” e, oggi, del PdL.
Spesso assegniamo al successo di Berlusconi la solita valenza mediatica, ossia d’aver conquistato l’Italia soltanto grazie alle sue televisioni. In parte è vero: i messaggi ed i valori propagati per anni non sono scivolati via come acqua sulla pietra, ma l’hanno scavata, al punto da modificare – e parecchio! – il costume e la cultura del popolo italiano. L’ho più volte ricordato in alcuni miei articoli[1], ma non è tutto qui.
Il movimento di Berlusconi non s’è nutrito soltanto di tette, culi e telequiz perché, in altre stanze, c’erano almeno due teste pensanti di quelle “fini”: il “diplomatico” Gianni Letta e l’ideologo, Gianni Baget Bozzo.
Il sacerdote, scomparso pochi giorni or sono, era un valente intellettuale conservatore – o, se preferite, reazionario – ma profondamente acculturato, acuto osservatore ed abile nel prevedere i frutti delle mosse politiche che suggeriva. A ragione, Berlusconi ha ammesso che per il suo partito s’è trattato di una grave perdita: lo crediamo bene, Baget Bozzo non era mica Schifani o Scajola!
Figlio della cultura conservatrice della Prima Repubblica – dalla destra DC al PSI di Craxi – può ben essere considerato il vero fondatore di Forza Italia. Ascoltiamolo in una sua dichiarazione[2] rilasciata non molto tempo fa:

“Il Popolo della Libertà sarà un partito nazional-popolare. Il movimento di Berlusconi è nato con un appello rivolto al popolo. Ma il popolo non colto. La sinistra ha il monopolio della cultura in Italia e il premier ha in mano il popolo povero contro quello grasso.”

La dichiarazione di Baget Bozzo è veritiera ad un tempo ma parzialmente errata per altri aspetti: non che l’astuto sacerdote savonese non lo sapesse, ma faceva parte del gioco farlo credere. Finezza democristiana.
E’ verissimo che la sinistra italiana è più radicata fra la popolazione colta, ma non è altrettanto vero che il PdL combatta il popolo “grasso”. E vediamo il perché.
Ci vengono in aiuto i molti rapporti che la Banca d’Italia redige[3] sulla distribuzione della ricchezza in Italia, dai quali si evince che la situazione nel Belpaese è fortemente squilibrata:

il 10% più ricco della popolazione possiede circa il 50% della ricchezza;
Il 50% più povero della popolazione possiede circa il 10% della ricchezza;
Il 40% mediano della popolazione possiede il restante 40%.

Il PIL italiano, per l’anno 2008[4], ammonta a 1535 miliardi di euro: ci rendiamo conto che il PIL non è che un indicatore – e non un parametro – ma, per ciò che andremo ad analizzare, basterà. Calcolando la ricchezza mediante il PIL, ed “incrociandola” con la precedente tabella, si giunge a questa situazione:

il 10% più ricco della popolazione possiede 767,5 miliardi di euro;
Il 50% più povero della popolazione possiede 153,5 miliardi di euro;
Il 40% mediano della popolazione possiede 614 miliardi di euro.

Da cui:

6 milioni d’italiani (ricchi) possiedono 767,5 miliardi di euro;
30 milioni d’italiani (poveri) possiedono 153,5 miliardi di euro;
24 milioni d’italiani (medi) possiedono 614 miliardi di euro.

Dunque:

Un italiano (ricco) ha a disposizione[5] 127.917 euro l’anno;
Un italiano (povero) ha a disposizione 5.117 euro l’anno;
Un italiano (medio) ha a disposizione 25.583 euro l’anno.

Considerando una famiglia media, composta da tre persone, nel 2008 la ricchezza (lorda) della quale hanno beneficiato è stata:

10% ricchi: 383.750 euro
50% poveri: 15.350 euro
40% medi: 76.750 euro

Per sperequazione della ricchezza, l’Italia occupa una delle prime posizioni: più “iniquo” di noi c’è soltanto il Messico, mentre siamo grosso modo al livello di Polonia e Stati Uniti, Paese che è noto per la forte concentrazione di reddito in poche mani. Le altre nazioni europee sono ben distanti da questi valori, come avevamo già chiarito in un precedente articolo[6].
Sarebbe stato più semplice proporre, da subito, il PIL pro capite, ma riteniamo che un’esposizione più dettagliata chiarifichi meglio ciò che andremo ad esporre.
Come si è giunti a questo scenario? E’ veritiero?

La concentrazione dei redditi è, per alcuni aspetti, strutturale del capitalismo: pensiamo alla transizione dal commercio “polverizzato” in tanti piccoli esercizi commerciali ai grandi ipermercati. E’ un fenomeno noto da decenni, chiamato da qualcuno (sinistra) “proletarizzazione dei ceti medi” oppure (destra) “crisi del ceto medio”: la sostanza non muta.
Riflettiamo che, questo scenario, è destinato nuovamente a modificarsi con il successivo passo: dal grande ipermercato reale a quello virtuale, ossia la vendita via Web, che potrà tornare a beneficiare il “piccolo”. Il “piccolo”, tramite E-bay, riuscirà ad insidiare il “grande”? Oppure il “grande” riuscirà, ancora una volta – con “apposite” leggi – a fregarlo? Staremo a vedere.
Nello scenario macroeconomico, la situazione è figlia delle “riforme” impostate da Reagan, poi dalla Thatcher ed applicate da tutti gli schieramenti, in Italia ed all’estero. Meditiamo su quanto di “sinistra” siano stati i governi Blair in Gran Bretagna ma, anche da noi, la cosiddetta “sinistra” non ha scherzato.

Prodi, partì con l’idea di spostare il prelievo fiscale dal lavoro alla rendita finanziaria, per poi non combinare nulla, perdere consensi per non aver indicato una soglia di tassazione e, infine, tassare maggiormente le auto più inquinanti (quelle vecchie, dei poveracci). “Riformò” poi la riforma Maroni sulle pensioni (61 anni d’età, 36 di contribuzione) con quella Damiano (62 anni d’età, 37 di contribuzione). Una serie di splendidi autogol alla propria base elettorale.
Il centro-destra, invece, si guarda bene dal colpire la propria base elettorale – che non è soltanto, come Baget Bozzo voleva far intendere, quella dei “non acculturati” – e lo mostra in tantissime occasioni.
Franceschini propone un prelievo fiscale per i redditi sopra i 100.000 euro da destinare alla ricostruzione dell’Abruzzo: il PdL risponde che “è sbagliato” perché saranno proprio le persone più abbienti, con i loro consumi, a trascinare il Paese fuori della crisi.
Si tratta, palesemente, di una balla colossale perché, chi ha a disposizione 100.000 euro l’anno – crisi o non crisi – non sta certo a speculare sul prezzo di una banana. Il pensionato al minimo sì, e non la compra.
Prova ne sia che, all’ultimo Salone della Nautica di Genova, il settore dei piccoli-medi natanti era in crisi, mentre quello delle “barche da sogno” correva a mille.

Respingendo la proposta di Franceschini, il PdL invia un messaggio chiaro: con noi, i vostri alti redditi non saranno toccati.
La serie continua con le “revisioni” degli studi di settore, sempre bonaria quando governa Berlusconi, con interventi a favore dell’edilizia (mai popolare) come i condoni o la recente legge, che è soltanto un condono ufficializzato e perenne.
Insomma, Berlusconi non bada a spese per proteggere i “suoi”, al punto che la ricostruzione dell’Abruzzo – con il fantastico decreto “Abracadabra”, nel quale i soldi saranno trovati con “nuove lotterie” – è destinata a durare fino al 2034. Quelli che “navigano” intorno ai sessant’anni, l’Aquila non la vedranno mai più.
E, attenzione, non batte ciglio sulla questione del Ponte sullo Stretto – da costruire in zona sismica, violentando due città con quattro piloni che avranno una cubatura paragonabile a quella delle Twin Tower – poiché non può esimersi dal mantenere le promesse fatte a suo tempo in Sicilia, dove controlla l’elettorato dell’intera isola.
Berlusconi – al contrario di quanto affermava Baget Bozzo – è attentissimo a non scontentare i propri elettori (e referenti, a scelta), soprattutto se “grassi”. Altro che cultura.

All’opposto, è abile nello scovare settori della società italiana a lui meno vicini ed a colpirli: uno degli esempi è la famosa questione dei “fannulloni”, creata ad arte da Brunetta.
Non torneremo sulla vicenda mediatica che ha permesso al governo d’imporre una vera e propria “tassa sulla malattia”, perché lo abbiamo già fatto in altri articoli. Sono interessanti, invece, il metodo ed i risultati.
Il metodo è palesemente anti-costituzionale, poiché discrimina i lavoratori rispetto all’art. 3 della Costituzione:

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Se la privazione di parte del salario fosse stata sancita da un accordo sindacale, non ci sarebbe nulla da discutere. Invece, è giunta con un provvedimento legislativo (DM 122, poi convertito in legge) e quindi si tratta di una legge dello Stato che discrimina un lavoratore da un altro: qualsiasi legge, non può sancire una tale disparità fra simili, perché cozza contro i principi costituzionali. Il vero problema, però, è che tutti hanno fatto orecchie da mercante, “opposizione” compresa.
Possibile che nessuno si sia accorto che, introducendo il concetto che i soli lavoratori pubblici debbano essere colpiti se malati, s’infrangeva la loro “dignità sociale”? Come può, un ministro, additare all’opinione pubblica un’intera categoria come “fannulloni”? Oltretutto, un ministro che – quando fu eletto al Parlamento Europeo – fu il più assenteista dei parlamentari italiani?
Vorremmo che tutti, compresi coloro che magari non provano molta simpatia per i dipendenti pubblici, riflettessero sul vulnus giuridico che – in completo silenzio! – è stato consumato: perché?
Poiché Brunetta – che non gode di soverchie simpatie da parte del “capo” – offrì, in cambio della nomina a ministro, corposi “risparmi” nella Pubblica Amministrazione, i frutti del furto. Anche chi è d’accordo con il piccolo ministro veneziano, rifletta: domani, potrebbe toccare ad altri.
Ma veniamo ai frutti.

I dipendenti pubblici, in Italia, sono circa 3.600.000[7]. Quante sono, in media, le assenze per malattia per ciascun dipendente?
Sono 10,6 giorni l’anno, certificati dalla Ragioneria Generale dello Stato ed approvati dalla CISL, che non è certo un sindacato “bolscevico”.
Stiamo quindi parlando di circa 36.000.000 giorni/anno persi per malattia: quanto hanno fruttato al governo?
La decurtazione del salario avviene trattenendo, per ogni giornata di malattia, il salario accessorio: il quale, però, varia parecchio da un’amministrazione all’altra.
Basandomi sui dati che ho per la scuola e per alcune amministrazioni che conosco – e riducendo proprio al minimo il prelievo – potremmo ipotizzare una cifra intorno ai 10 euro/giorno, che è senz’altro errata per difetto.
Quanto fanno 36 milioni per 10? 360 milioni/anno, che in una legislatura “frutteranno” 1,8 miliardi di euro. Complimenti.
La boutade dei “fannulloni” fu soltanto un artifizio mediatico – sostenuto dai media del Presidente del Consiglio (e di Confindustria…) – che fu ottenuto sommando i giorni perduti per malattia con quelli di ferie!
E’ tutto nero su bianco nel documento in nota[8], redatto dalla CISL sui dati della Ragioneria Generale dello Stato.
E’ vero che non mettono le mani nelle tasche degli italiani: le mettono in quelle degli italiani malati, cioè, di una parte degli italiani malati.

Veniamo ora alla nuova pensata del veneziano: la famosa “valutazione” dei dipendenti pubblici mediante gli Smile, le tre faccine (verde, gialla e rossa) grazie alle quali ogni dipendente sarà valutato sul campo, immediatamente, dai fruitori del servizio.
Ciò che non funziona, in questa faccenda – e mi meraviglio che non sia saltato agli occhi a tanti – è che il fruitore del servizio non è parte terza nella questione, bensì parte in causa. Sarà la “scuola” del capo, che di questi imbrogli se n’intende. Spieghiamo meglio.
Uno dei dilemmi della pubblica amministrazione è la valutazione dei dipendenti: perché? Poiché chi dovrebbe valutarli – alti papaveri, portaborse in parcheggio, ecc – se ne frega altamente di farlo, anche perché loro stessi hanno occupato quel posto, al 90%, grazie ad un “calcio”.
Siccome la faccenda è complessa, allora si minimizza tutto e si decide che sarà il cittadino a giudicare. Ma, il cittadino, è in grado di farlo?

Già immaginiamo cosa potrebbe succedere nella scuola: «Guardi, suo figlio più di quattro non riesce a prendere, le ho provate tutte, però…» Faccina Rossa. Dopo qualche faccina rossa, tutti sei. E vai col tango, mentre la scuola va a bagno.
Alla Posta: «Può tornare fra un’ora? Perché, qui, il sistema è andato in tilt…» Faccina Rossa. Nota: la “faccina rossa” la “becca” il poveraccio allo sportello, mica quello che non riesce a far funzionare il sistema informatico.
Al Pronto Soccorso: «Basta! Non si può rimanere ad attendere per ore una visita!» Faccina Rossa. Magari c’è stato un grave incidente, ed il personale è tutto impegnato. L’utente ha ragione, ma il “bersaglio” della faccina rossa dovrebbe essere il capoccione (di nomina politica) che non sa affrontare le emergenze. Il quale – accertata la mancanza per il numero delle faccine rosse – darà una bella lavata di capo al personale e tornerà a fumare il sigaro, tranquillo come un papa.
Il vulnus più grave di un simile provvedimento, però, è di natura giuridica: introduce un concetto devastante, ossia che ci si possa fare giustizia da sé, senza conoscere nulla di ciò che c’è dietro una cattedra, uno sportello, un’autolettiga. Può addirittura intervenire un conflitto d’interessi, del tipo: «Ma quello, non è il tizio che ci aveva notificato la multa da mille euro? E dagli una bella faccina rossa…»
Siamo alla follia, altro che le veline: quelle, servono a coprire ben altre faccende.

E veniamo alla colossale balla che non mettono le mani nelle nostre tasche, “che non hanno aumentato la benzina”.
Oggi (12/5/2009) il barile di petrolio è tornato ad “affacciarsi” oltre quota 60 $/barile, ma era sceso anche sotto i 40 $/barile: qualcuno se n’è accorto? Appena la notizia è stata pubblicata, la “verde” è schizzata a circa 1,28: due ore fa, all’AGIP.
Il prezzo del petrolio, nel Marzo 2006, s’aggirava intorno a 60 $/barile[9] – come oggi – e la benzina intorno a 1,20 euro/litro[10]: non come oggi.
Per tutto questo periodo di bassi prezzi del greggio, il costo dei carburanti s’è mantenuto almeno di 5-7 centesimi sopra il valore di sei anni fa (con identico costo del greggio e medesimo cambio euro/dollaro).
Il consumo mensile di carburanti per autotrazione s’aggira intorno ai 3 milioni di tonnellate[11], sono dunque 3,75 miliardi di litri di carburante[12]. Un misero centesimo, su una simile massa, genera un “gruzzolo” di 37,5 milioni di euro il mese. Siccome, oggi, i prezzi non sono scesi a 1,20 (ossia al prezzo che dovrebbe avere la benzina per un costo del petrolio di 60 $/barile), mentre “oscillano” intorno a 1,25-1,27, sono come minimo 5 centesimi di ladrocinio, che corrispondono a quasi 190 milioni di euro il mese.
Si tratta, a tutti gli effetti, di una truffa compiuta ai nostri danni, che genera – ogni anno – quasi 2,5 miliardi: poi, Tremonti – in Finanziaria – inventerà un prelievo sulle società petrolifere e si spartiranno il malloppo, perché di questo si tratta.

Questi comportamenti: attacco ai diritti dei lavoratori, truffe legalizzate, tagli indiscriminati per tutti i settori pubblici – le Ferrovie, oramai, sono diventate la CA.BE.IT, Carri Bestiame Italiani, le scuole un posto dove fissano i “tetti” per i libri di testo, ma non pensano di darli in comodato come in Francia e Germania – sono il necessario corrispettivo per mantenere “al caldo” il proprio elettorato “grasso”: in Italia, la cura per qualsiasi dissenteria sono i tappi.

A chi è rivolto questo panorama di desolazione? Riprendiamo l’ultima tabella:

10% ricchi: 383.750 euro
50% poveri: 15.350 euro
40% medi: 76.750 euro

Il dato dei ricchi è coerente, mentre il dato dei poveri suscita qualche dubbio. Riflettiamo.
Metà delle famiglie italiane – considerando un prelievo fiscale bassissimo – vivrebbe, in media, con circa 1.000 euro il mese. Siamo ad un livello ancora più basso rispetto alle pensioni minime (512 euro/mese/persona): è possibile?
Se la situazione fosse veramente questa, l’Impregilo dovrebbe essere prontamente richiamata dal Governo per costruire l’infrastruttura più necessaria, essenziale per il Belpaese: una Bastiglia. Perché? Poiché, il giorno seguente, andrebbe sicuramente in scena la presa della Bastiglia.
Non è possibile che metà della popolazione viva avendo a disposizione, mensilmente, 300 euro a persona quando la soglia di povertà è stabilita all’incirca a 600: dov’è l’errore?
Dal punto di vista dell’analisi statistica, non c’è nessun errore: il problema è che sono i redditi dichiarati ad essere falsi!
In quel 50%, sono compresi:

Le circa 5.000 imprese edili che lavoravano completamente in nero, recentemente scoperte dalla Guardia di Finanza;
Gli idraulici che cambiano la guarnizione del rubinetto per 50-100 euro senza fattura;
I meccanici, idem;
I ristoratori, soprattutto nel Meridione, che non possiedono nemmeno il blocchetto delle fatture;
……completate la lista, che è lunga.

E, soprattutto, quel 30% circa del PIL che rappresenta il fatturato della criminalità organizzata politico/mafiosa, come Roberto Saviano ha denunciato e provato. Una “piccola” verità, per la quale ha dovuto fuggire e vive scortato. A margine, notiamo che la regione con la più soffocante pressione mafiosa – la Sicilia – vota all’unisono Berlusconi.
Forse che, i siciliani – come tentava di far credere Baget Bozzo – votano Berlusconi perché “poveri e poco acculturati”? Oppure, il sostegno al PdL viene proprio dai settori della rendita finanziaria politico/criminale che trova il suo apice nell’isola?
Quel 50% di poveri, in realtà, nasconde un sottobosco di redditi altissimi, abilmente mascherati da poveracci: so di scoprire l’acqua calda ma, se vogliamo provare a comprendere come andremo a finire, anche l’acqua calda ha la sua parte.
Personalmente, ho toccato con mano che il reddito – in Italia – è un vero terno al lotto ed è verificato, in pratica, solo per i lavoratori dipendenti. Quando mi trovai, in Consiglio d’Istituto, a dover decidere l’elargizione dei libri di testo da parte della scuola agli allievi poveri e meritevoli, m’accorsi che stavamo fornendo la completa gratuità dei libri a pochi allievi (i bilanci sono “strettissimi”, si tratta di poche unità) e che, quei pochi, venivano tutti accompagnati a scuola in SUV. Per i veri poveri, talvolta, le scuole (se sono in grado…) devono cercare altre soluzioni che non comprendano l’obbligatoria verifica del reddito, poiché i redditi più bassi sono sempre occupati dai figli di commercianti e professionisti.

E la classe media?

40% medi: 76.750 euro

Sempre in media, il 40% delle famiglie italiane ha a disposizione un reddito medio netto (aliquota 33%) mensile di circa 4.000 euro per tredici mensilità, che le tiene lontane dalla povertà. In questa situazione vivono 24 milioni d’italiani.
Non è difficile immaginare che, buona parte di questi elettori (soprattutto coloro che occupano la parte più elevata della fascia), propendano per chi promette loro di non tassare redditi e rendite finanziarie. Se, poi, ciò significa che i servizi offerti dallo Stato sono di bassa qualità, la cosa non turba i loro sonni: hanno sufficienti mezzi per accedere ai servizi offerti dal settore privato (sanità, istruzione, ecc).

Se sommiamo il 10% degli alti redditi con la metà dei redditi medi, troviamo un 30% dei consensi che difficilmente “sfuggono” al PdL: almeno, per le considerazioni puramente economiche, giacché sappiamo che il voto è deciso anche da altri fattori. Non dimentichiamo, però, che il denaro è l’aspetto che più impregna ogni decisione.

Un altro 10% dei consensi all’area del centro-destra proviene dalla Lega Nord, partito che ha tradito tutte le promesse originarie ma che, grazie alla cassa di risonanza delle TV di Berlusconi, riesce ancora a far credere ai suoi elettori di combattere per il Nord. Intanto, i potentati del Sud continuano a gozzovigliare.
Il consenso al partito di Bossi proviene quindi, da un lato, dall’organizzazione sul territorio e dall’altro dai proclami che – puntualmente – i leader lanciano nel circuito mediatico: esiste il traffico d’organi! posti riservati ai milanesi sui tram! respinti i clandestini!
Ogni settimana ne studiano una nuova e, puntualmente, l’apparato mediatico del premier li amplifica: non importa, poi, se tutto finisce nel nulla (cosa sta facendo il Ministro dell’Interno per il traffico d’organi, da lui stesso denunciato?), poiché serve soltanto ad alimentare la fornace della fedeltà, della Gestalt che la Lega Nord è la “castigamatti” del ceto politico lobbista ed ammanigliato a mille rendite di posizione. Invece, ne fa parte anch’essa a pieno titolo.

L’ultima trovata è quella che i lavoratori dipendenti votano in maggioranza il centro-destra: Ragionpolitica pontifica, Brunetta strombazza, Berlusconi sogghigna. Ma non significa niente.
Chi sono questi “lavoratori dipendenti”?
Non abbiamo difficoltà ad immaginare che la moglie di un professionista – impiegata in un ministero, insegnante, dipendente comunale, magari precaria e nell’attesa di un’assunzione che può giungere solo con l’approvazione del politico di turno – voti a destra: seguiamo il reddito, non la professione.
Se perseguiamo la professione – senza prendere in considerazione il reddito – potremmo divertirci nelle fantasmagorie più divertenti: quel che conta, è che almeno 30 italiani su 100 hanno validissimi motivi per affidare al centro destra la difesa dei propri interessi. Esattamente l’opposto di quanto voleva far credere Baget Bozzo.

E’ quindi sbagliato correre appresso alle mille sfaccettature del gossip, del “velinismo”, del “ciarpame politico” – anche se si tratta di una reale decadenza da basso impero, che riesce ad accalappiare qualche voto qui e là, ma altrettanti ne perde per le stesse ragioni – poiché lo “zoccolo duro” che sostiene Berlusconi parte da quel 30% che non ha nessun problema economico. Un 30% incrementato dai tanti “falsi poveri” che ritroviamo nel 50% dei non abbienti e “rifinito” dalle giuste istanze di un Nord preso in giro due volte, dai potentati della rendita meridionale e dai politici della Lega Nord.

Non è una notizia nemmeno l’annunciata estinzione di Alleanza Nazionale – già lo affermavano, allarmati, gli amministratori locali di quel partito una anno fa – poiché l’area d’identificazione politica non corrisponde più ai vecchi recinti ideologici, bensì ad interessi economici: il voto, è una pura questione di mercato. E, qui, ce ne sarebbe da meditare per la sinistra nostrana!
A dimostrazione di quanto stiamo sostenendo, ricordiamo che la querelle di Veronica Lario non ha intaccato il sostegno al governo: sono storie di portafogli, non di “sederi al vento”! Che gli frega, ai tanti che domani potranno scegliere fra un’AUDI ed una BMW per il compleanno del figlio, se la tale fa la velina? Che importa loro se le attricette servono per conquistare qualche politico d’opposizione (pronto, Saccà?)? Domani dovrò scegliere se recarmi in vacanza nel Pacifico o nell’Oceano Indiano: gli italiani? Che s’arrovellino con le loro veline!
Nel frattempo, migliaia d’italiani ogni anno lasciano il Paese per emigrare all’estero[13] in cerca d’occupazione: sono in maggioranza laureati e diplomati, specializzati, e trovano all’estero migliori sistemazioni. In pratica, un grande ateneo come “La Sapienza” di Roma lavora quasi soltanto per produrre ricercatori per altri Paesi. Questa notizia, che dovrebbe preoccupare, non turba un solo istante di chi ci governa. Perché?

Il vero obiettivo di questo governo è, in realtà, difendere lo “zoccolo duro” di benestanti che, pur con le differenze dovute alla diversa epoca, esso ereditò dalla DC.
Uno dei primi provvedimenti presi da Berlusconi – Giugno 2001! – fu il deciso “ridimensionamento” (in pratica, fu il De profundis) della figura del socio-lavoratore nelle cooperative. La giustificazione? Eliminare le “false” cooperative, che oggi – come tutti possono constatare – campano benissimo.
Il vero obiettivo era azzerare la possibilità che piccoli operatori economici potessero unire le loro forze e diventare protagonisti: obiettivo raggiunto.
Con le “veline”, e con il grande interesse mostrato dagli italiani per il fenomeno, è stato steso un velario sulla grande operazione di privatizzazione delle acque: in questo caso, l’obiettivo è quello di sottrarre risorse pubbliche e “convogliarle” verso società controllate dai soliti noti.
Proprio nei giorni scorsi – dopo aver tagliato quasi 8 miliardi alla scuola pubblica – Berlusconi (con il fattivo aiuto di Casini) ha proposto, per la prossima Finanziaria, un “corposo” incremento dei sussidi alla scuola privata. Ne avvertivamo tutti la mancanza.
Ci fermiamo qui, con gli esempi, soltanto per non tediare il lettore.

Qual è, allora, la base sulla quale poggia l’attuale governo?
Non la contrapposizione fra “popolino” e “popolo colto” – tesi sostenuta da Baget Bozzo – bensì quella, eterna, fra abbienti e non abbienti.
I provvedimenti legislativi presi sono tutti centrati per aumentare la differenza fra le classi sociali, poiché si tratta di un feedback positivo, ossia di una fruttuosa simbiosi: più persone s’arricchiscono, più consensi certi.
E per i tanti che s’impoveriscono? Come mai, non esistono forze politiche in grado di rappresentarli? Non si tratta solo di una legge elettorale.
Pur non sottovalutando l’importanza del potere mediatico – panem et circenses è abitudine antica – la principale responsabilità l’hanno coloro i quali dovrebbero contrastare questa deriva, ossia (in un Paese normale) l’opposizione.
Ma l’opposizione, soprattutto in Italia, giunge in larga parte da quel PCI definito da Costanzo Preve “bestione metaforico”: perché? “Bestione” perché elefantiaco e costoso apparato, e “metaforico” perché sempre in antitesi con gli ideali che affermava di sostenere, già ai tempi di Berlinguer.

La mancanza di ricambio, il nepotismo, l’esasperato centralismo di quel partito, hanno condotto i loro epigoni dritti dritti non a difendere il capitalismo – questo sarebbe ancora il meno! – ma a sposarne in modo completamente acritico tutte le espressioni[14].
Oggi, non possono difendere i paria perché, per farlo, dovrebbero criticare proprio il modello del turbocapitalismo e della globalizzazione dei mercati, del saccheggio delle risorse e dell’iniquità sociale. La loro “nuova chiesa”.
Non potendo uscire dal modello che hanno sposato – tutti, sedicenti “comunisti” compresi – finiscono per proporre schiere di pannicelli caldi, che non servono a nulla, ed il loro elettorato – giustamente – li abbandona.
La nostra iattura è figlia di quella impostazione e, se non s’abbatte la pietra angolare che “ricchezza crea ricchezza”, nessun cambiamento è possibile. Hanno il coraggio di farlo i Franceschini, ma anche i Di Pietro ed i Di Liberto? Non ci sembra proprio.
Siamo un Paese che si dice “non avrà futuro”, eppure un futuro in qualche modo l’avrà, nonostante abbia abdicato ad ogni forma di seria elaborazione politica, alla ricerca di una vera classe dirigente, che non si ribella più per esser divenuto lo zimbello d’Europa e che accetta tutto, anche le “balle” più eclatanti, senza dignità. E spreca fiumi d’inchiostro per correr dietro alle “veline”.

Allora, cosa attende l’Italia nei prossimi anni? A risentirci con la seconda parte.

[1] Vedi: http://carlobertani.blogspot.com/2008/11/fuori-del-tempo.html
[2] Fonte: La Repubblica, 8 Maggio 2009. http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/baget-bozzo/baget-bozzo/baget-bozzo.html?ref=search
[3] Fonte: http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/ricfamit/2008/suppl_76_08.pdf
[4] Fonte: ISTAT ed Office for national statistics. Riportato da http://www.libero-news.it/articles/view/447593
[5] Non dobbiamo pensare alla semplice disponibilità finanziaria, bensì ad un complesso di fattori: proprietà fondiarie, azionarie, obbligazionarie, rendite, ecc. D’altro canto, avere una casa di proprietà oppure essere in affitto, o ancora pagare un oneroso mutuo, modifica profondamente la disponibilità finanziaria di una famiglia.
[6] Vedi nuovamente: http://carlobertani.blogspot.com/2008/11/fuori-del-tempo.html
[7] Fonte: Eurispes/CISL 9/2007. http://media.panorama.it/media/documenti/2007/09/20/482ee51c69e83.doc
[8] Fonte: www.fpsinps.cisl.it/Doc/Comunicati/2008/01/AssenzeNelPI21gen08.pdf
[9] Fonte: The Oil Drum.
[10] Fonte: Metanoauto.com.
[11] Fonte: Unione Petrolifera.
[12] Calcolando una densità media fra benzina e gasolio pari a 0,8 kg/l.
[13] Fonte: http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/notizie/dettaglio/laureati-italiani-all-estero-pi-pagati-e-pi-soddisfatti/3461172
[14] Per una più esaustiva esposizione della genesi della classe politica italiana, vedi: http://carlobertani.blogspot.com/2008/01/storia-di-lucidatori-di-sedie.html

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima disamina, perfetto spaccato della nostra situazione socio politica.Detto ciò mi spieghi come avrebbe fatto Prodi senza un partito alle spalle a combattere quello zoccolo duro di Italiani senza fattura e di finti nullatenenti? Carlo se tu decidessi di scendere in campo sarei onorato di votarti ma mi spieghi come faresti a crearti e a mantenerti un elettorato in mezzo a tutto questo marciume (e non penso alle veline ma ad i nostri nullateneneti).Se il 30% è lo zoccolo duro come farai a prospettare attraverso un 40% di astenuti un futuro movimento politico quando il restante si suddivide in analfabeti, cattolici bigotti e fancazzisti (scusate il termine).Ciao a tutti!!

Orazio ha detto...

La tua analisi è corretta, aggiungerei che in Sicilia, dove cdx raggiunge un consenso di quasi il 75%, che i veri poveri votano a dx e hanno una vera e propria venerazione per Berlusconi ottenuta con il controllo dei capibastone mafiosi locali e con il manganello mediatico a base di veline. Ricorderei che a Catania nel 2005 per le elezioni comunali, quelle che regalarono Scapagnini sindaco, Berlusconi venne in città una settimana e con metodi lauriani (di Lauro) ribaltò i sondaggi che davano Bianco appaiato a Scapagnini. In Sicilia veline e mafia sono sinergiche per la vittoria dell'autocrate di Arcore.

Roberto ha detto...

"venivano tutti accompagnati a scuola in SUV"

Il Suv identifica bene la problematica futura che i futuri governi di centro destra dovranno affrontare.
Il Suv identifica anche il limite della politica Berlusconiana o BagetBozziana.

"Il vero obiettivo di questo governo è, in realtà, difendere lo “zoccolo duro” di benestanti che, pur con le differenze dovute alla diversa epoca, esso ereditò dalla DC."
"Se, poi, ciò significa che i servizi offerti dallo Stato sono di bassa qualità, la cosa non turba i loro sonni: hanno sufficienti mezzi per accedere ai servizi offerti dal settore privato (sanità, istruzione, ecc)."

Ecco il limite!

"In pratica, un grande ateneo come “La Sapienza” di Roma lavora quasi soltanto per produrre ricercatori per altri Paesi. "

Ecco i primi sintomi!

Cerco di spiegare la mia idea:
-se gli arruffoni, gli elusori, i "grassi" i raccomandati, le veline, gli imbelli(lega nord) si possono permettere i servizi privati;
-se il popolo delle faccine, invece no;

Io mi chiedo: chi costruirà le strade o il ponte di Messina?
Chi riparerà le buche?
E' a questo che servono i Suv?
A percorrere le nostre starde ed autostrade piene di buche?
E' per questo che i 'ricchi' vanno nel Pacifico?

Il popolo Berlusconiano non sa fare i coperchi, certo hanno una bella pentola con i manici dorati,
ma non può trattenere il vaopre e sopratutto il calore, manca il coperchio!

Dalla pentola, per adesso, sta fuggendo il vapore, i laurati della Sapienza, domani uscira anche buona parte del calore, i 'poveri' che non ce la fanno più...

E chi farà le strade?
C'è una superstrada nuova, inaugurata 2 anni fa, è già talmente piena di buche che, per lunghi tratti, non solo è pericolosa per gli organi meccanici, ma gli hanno messo il limite (4 corsie più emergenza e new jersey ecc...) a 50!

Se chi sostiene il governo NON ssotiene lo stato, lo stato si sfascia...resteranno pochi feudatari...

Ma il 'feudo' è un retaggio antico, non è più proponibile oggi.

I 'latifondisti' ? (perchè qualcosa dovranno più mangiare)
I bellimbusti figli di papà che passavano tutto il loro tempo a Capri ad impalmare le ricche ereditiere dei secoli scorsi (XX sec. compreso), potevano contare sui 'fattori' che mandavano avanti la baracca...dove sono oggi i fattori? (all'estero forse)

Gli industriali? Più o meno, se si parla di industriali veri e non di qualli che giocano con la finanza, siamo allo stesso livello dei latifondisti. Quando i vari "Lapi" e "Lapen" andavano a fumare spinelli all'estero c'era - a casa- uno con due palle così, sebbene rivestite con un corpo di Agnello...

Tutto questo tourbillon Berlusconiano ha avuto un effetto penso non desiderato nemmeno da lui...cioè una virtualizzazione della ricchezza che sembra autogenerarsi in mano dei pochi (ops dei molti) che lo sostengono,
accadimento funesto senz'altro agevolato dalla 'finanza creativa' sia Pubblica Italiana (Tremonti) che Privata di stampo Usa-Bush-Uk ecc...

Hanno le ville ma cominciano a mancare i giardinieri (li rimandano a casa in africa), i poderi ma mancano non solo i fattori ma anche i contadini, vogliono costruire ma non hanno i capoMastri, vogliono sopstarsi ma hanno finito i cantonieri che gli tappano le buche...e se anche avessero gli 'stradini' non hanno i soldi per pagarli...

Siccome cominciano a capire che non possono fare un altro medioevo, non possono per sempre tenere nell'ignoranza gli italiani, non possono continuare a vivere una vita di sperperando i soldi che hano eluso al fisco...

I sistemi autoritari, quali 'fannulloni' o 'faccine' dovranno essere ben meditati, modificati, forse dovranno passare alla "carota" altrimenti il carro opulento e barocco carico di proci e imbelli, non lo tira più nessuno...(la distanza di Levenshtein fra proci e PORCI è pari a due, come i testicoli che sono in gioco quando si parla di 'veline' e 'minestre' ops ministre)...(la distanza di Levenshtein fra testicoli e coglioni è maggiore solo da un punto di vista matematico...)

Perché ancora funziona? Perché non siamo davanti alle bastigliane mura?

Secondo me BagetBozzo aveva la mia stessa inter-pretazione (direi che 'pretazione' ci sta tutto in questo caso) e cioè che per far funzionare bene una società umana -in raltà o in fondo in fondo- basta una piccola parte di moralità, di onestà e di lavoratori inde-fessi (anche qui 'fessi' ci sta benissimo).

Mi permetto -ancora una volta non mi bastonate- di citare la Bibbia:
Genesi 18, 22-33 "Abramo disse (a Dio): Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?...Rispose il Signore: Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell`ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città"...(Abramo riprese): forse là se ne troveranno dieci...(Rispose Dio):Non la distruggerò per riguardo a quei dieci..."

Aggiungo una citazione dalla "Lettera a Diogneto" che è un antico manoscritto cristiano, ritrovato in circostanze fortunose, che contine una sorta di antichissima FAQ, in risposta a domende poste, ai cristiani, dal pagano Diogneto (fra l'altro invito tutti a leggerla nella sua completezza, fu scritta in greco, con un linguaggio molto raffinato, chi la scrisse era sanza dubbio un uomo colto -ergo 'grasso'- dell'epoca): "...anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo..."...anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano..."

Quindi, secondo il mio modo di pensare, BagetBozzo e Berl. hanno contato, contano molto, su quel 10%.
Mi sembra di ricordare che anche i massoni abbiano paura di quel 10% per la 'potenza' spirituale che ha...

Forse fra la 'spiritualità' e l'economia c'è un grande passo ma, aben guardare, è sempre stata l'economia che, come la cicala, ha avuto più bisogno, proprio, della spiritualità...per continuare a sostenersi...

In buona sostanza il berlusconismo rappresenta lo spepero ed il lusso, sotto qualsiasi punti di vista lo si guardi, ma il lusso ha bisogno di una base solida dalla quale 'predere il volo'...
Il BAgetBosso con l'opera di berl. ha messo nudo le radici, serve del buon terreno fertile per ricoprile, ne hanno?

ciao

RA

Carlo Bertani ha detto...

Comprendo la vostra curiosità, ma la prima parte dell'articolo contiene soltanto l'analisi. necessaria e non eludibile.
Vedo che sull'analisi siamo abbastanza d'accordo: per qualcuno potrà sembrare scontata, ma così non è per tanti. Per questo, saltare subito alle conclusioni, sarebbe stato un azzardo e m'avrebbe costretto a tornare indietro.
Sto scrivendo la seconda parte e vi sono debitore per i commenti, che consentono a chi scrive di "misurare" la propria penna "in divenire", splendido strumento che solo il Web offre.
Grazie a tutti
Carlo Bertani

Francesco ha detto...

Un problema che non è stato posto è:
Che cosa vogliono gli italiani? la domanda più semplice!
Vogliono che il loro vicino, collega, amico, migliori la propria condizione o che egli diventi più ricco, più bello, piu "tutto" così da poterglielo rinfacciare!?
L'italiano moderno (io do la colpa alla televisione e alla scuola -spero voluta dall'alto-) è un subastratto di uomo. per lui non conta nulla, conta solo quello che fanno nei reality vari (argomento già discusso da Prof Bertani) e figuriamoci cosa gli interessa della politica...
io ho 20anni e vedo con dolore quello che sta accadendo quotidianamente: uno SVUOTAMENTO DELLE PERSONE, che ammirano berlusconi per ciò che ha fatto (non conoscendo i suoi retroscena
giudiziari)...e sognano di diventare piccoli berlusconi!!!
tanti piccoli spacconi, ricchi, superficiali, cretini con l'altro sesso...si rimane allibiti passeggiando per un qualsiasi corso di una qualsiasi città in un qualsiasi sabato o domenica pomeriggio: un ammasso di cloni, di riproduzioni dello stesso stereotipo: un ragazzo da uomini&donne accompagnato da una velina; un piccolo arricchito che fa sfoggio assieme alla consorte dell'ultimo capo esposto in vetrina e del loro piccolo suv acquistato in leasing e strozzati dalle rate...
Hanno ragione i laureati i ricercatori i diplomati che SCAPPANO dall'Italia! io gli do la piena ragione, anzi, non aspetto altro che laurearmi e scappare anch'io!
L'Italiano medio si merita la classe politica dirigente attuale (fatta qualche rara eccezione), perchè lo rappresenta pienamente!!!

Luca C. ha detto...

La tua analisi è interessante, e dimostra come tutto sommato l'alleanza costituita da Berlusconi riesca a coagulare una maggioranza dell'elettorato. Certo, riguardo alle tasse la situazione è più complessa: perché, non so, i militari, con stipendi modesti e nessuna possibilità di evasione fiscale, sostengono in larga maggioranza l'attuale coalizione di governo?
E siamo sicuri che gli evasori votino tutti per il centrodestra? E che dire di quei tuoi colleghi che hanno per decenni integrato abbondantemente lo stipendio ministeriale con gli onorari delle ripetizioni (adesso meno, per via che non ci sono più gli esami di riparazione)?
Resta vero che Berlusconi ha compreso molto bene i settori che può colpire perché tanto non andranno dalla sua parte.
E resta la totale inconsistenza del PD, dell'Idv, delle sinistre radicali, e il fatto che al nord l'unico partito con un vero radicamento è rimasto la Lega, prendendo il posto del vecchio Pci.
Non ti chiedo del tuo paese perché i comuni troppo piccoli rappresentano realtà troppo particolari, ma credo che già andando a Cuneo la realtà sia quella.
Beh, adesso aspettiamo la seconda parte!

Carlo Bertani ha detto...

Qui, cari amici, se devo rispondere a tutte le vostre intuizioni, la seconda parte non arriva più.
In sintesi: è vero, "l'homo berlusconensis" è un prodotto dei media, del Minculpop che va per la maggiore. Come nel 1930 era di moda essere aviatori, saltare nei cerchi di fuoco, essere "virili" ed usare un passo marziale. Tutto quel mondo, sparì in un amen,dopo la terribile catarsi. Segno che fu interiorizzato come sovrastruttura, e niente di più.
In altre parole, la "terra" per ricoprire si manifesta quando le condizioni si generano, da sola. Diamoci una "botta" d'ottimismo -))
La società italiana, per redditi, è variegata: a pari anzianità, un maresciallo dei Carabinieri guadagna 1000 euro in più il mese rispetto ad un insegnante.
Per questa ragione ho seguito più la statistica - correndo il rischio del "mezzo pollo" - piuttosto che i casi. Non potevo far altro che andare per universali.
Grazie a tutti per i vostri interventi, sui quali contavo, perché non sono così stupido da credermi infallibile.
Carlo

Orazio ha detto...

Per la tua analisi mi permetto sommessamente di ricordarti che fra gli insegnanti le donne sono la stragrande maggioranza e spesso sono coniugate con Avvocati, Medici, Magistrati, Ingegneri, Imprenditori e altro. Quindi per loro lo stipendio, da fame, è un opzional, una mancia per andare dal parrucchiere o l'estetista. Chi non tiene da conto questa realtà chiude gli occhi sul perché lo stipendio degli insegnanti italiani è così basso e la loro conflittualità altrettanto.

Carlo Bertani ha detto...

Vero, Orazio, vero...
Carlo

S. ha detto...

Penso anch'io che il 'budget basso' rappresenti la vera spada di Damocle per gli Italiani.
A compiacere tanta gente si spendono tanti bei soldini; Berlusconi, da imprenditore, si è rivelato molto abile nello spillare soldini allo Stato per fare i suoi affari, ma alla guida dello Stato, purtroppo, occorre che si crei un clima di fiducia che sproni la gente a produrre ricchezza e lavoro di qualità (possibilmente in Italia...). Se questo non avviene i soldini calano, e diventa più difficile accontentare tutti.
E' però vero che, quando la coperta è corta, anche qualche brandello sembra oro... dunque, paradossalmente, potrebbe essere più facile per B. gestire la sua politica clientelistica in uno stato con molti pezzenti che non in uno con molti cittadini senza problemi economici (meno ricattabili). Quello che è sicuro, se non si aggiusta il tiro, è un roseo futuro per l'Italia che consoliderà il suo status privilegiato di repubblica delle banane, quelle con il bollino "B".
Il mondo continuerà a guardare con disgusto ai nostri triviali affarucci interni (ed esteri, se per questo), chi potrà se ne andrà via e quelli che resteranno cercheranno (sgomitando qua e leccando là) di farsi strada in questa italietta sempre più simile a una Sodoma (o Gomorra...) dei nostri tempi; oggi a te domani a me! Festa!
Per ridurre il dilagante clientelismo dell'antica Roma repubblicana fu necessario una "terapia d'urto" da parte del glorioso Cesare. Chissà quale sarà la cura di oggi?
Io, come al solito, mi auspico una vittoria del buon senso, ma manca al momento un catalizzatore per radunare ampi consensi e procedere alla famosa (fumosa?) 'reale altrenativa'.
Spero che nel frattempo le persone di buona volontà tengano occhi e orecchie ben aperti e cerchino di fare del loro meglio per cogliere quei segnali e quelle "grida nel deserto" che possano indicarci una via per uscire da questo pantano.
Bye bye
S.

massimiliano p ha detto...

Sì, mi pare di averla letta nel libro di Preve (colgo l'occasione per rigraziarti della segnalazione di "Alla ricerca della speranza perduta") la considerazione che il grosso limite del comunismo era quello di essere nato solo in quanto forza che si contrappone al capitalismo. Eppure la delusione è ancora forte. Probabilmente lo sai già che domani c'è Bertinotti su Repubblica tv che risponde alle domande -immagino rigorosamente filtrate- dei naviganti. Se uno avesse del tempo da perdere si potrebbe dirgliene quattro.
Forse è meglio buttarla sul ridere. Mi vine in mente una battuta sul PD di Daniele Luttazzi in risposta ad uno sconsolato commento di un blogger su Berlusconi:
"Come se ne esce? Con l'astuto piano del PD: aspettare che muoia"

Sono curioso di leggere la seconda parte della tua analisi
Ciao

Giovanni ha detto...

Bellissima analisi che non posso che condividere in tutti i punti.Aspetto di leggere la seconda parte....
Ciao Giovanni1984

www.lamiacaverna.splinder.com

Carlo Bertani ha detto...

Nella seconda parte chiarirò, "S", le ragioni che mi fanno propendere per altre soluzioni, ossia che il pericoloso andazzo italiano ha i giorni contati.
Sulle forme, poi...può darsi che Luttazzi abbia ragione, ma potremmo anche assistere ad un ritiro "consensuale", dopo aver contrattato per un salvacondotto giudiziario. Fa parte del nostro uomo un finale alla "Cincinnato".
Staremo a vedere
Grazie a tutti voi
Carlo

Sir Percy Blakeney ha detto...

Ciao
Nella tua analisi non concordo con l'aver classificato come classe media coloro che hanno una rendita di 76.750 euro.
Perchè è una Nuova classe media che prima era identificata se non tra i ricchi certamente in quella medio alta e non evidenzia che la Vera classe media è scomparsa quella che oggi si porta a casa dai 20 ai 40.000 euro l'anno.

L'errore prima di Prodi e poi dei vari governi successivi è stato quello di averci fatto entrare in una realtà allettante che poi si è rivelata un incubo.

Voglio dire una volta ante 2000 la classe media era composta da Padre,Madre a 2.000.000 al mese a testa che poteva pagare il mutuo, poteva pagare la scuola, faceva una vita discreta e andava pure in ferie inoltre spendeva. Oggi questi da spenditori sono diventati poveracci, dove vai con 2.000 euro al mese se hai 1 figlio e ti devi pagare il mutuo? come fai a vivere?

Ecco è li che i governi hanno sbagliato, hanno fatto un'Italia che sulla carta era bella, ma che causa loro, non controlli, non adeguamenti degli stipendi al costo della vita reale (si la maledetta scala mobile) ci ha ridotto a un paese di miserabili.

Carlo Bertani ha detto...

Caro "Sir", non sono io a definire chi guadagna quei soldi "classe media", sono le statistiche.
Perché? Poiché - forse ti sarà sfuggito - in quel mondo ante 2000 che tu citi, la differenza di reddito fra un operario ed un dirigente non era quella attuale. Oggi, è aumentata moltissimo e facciamo fatica a comprendere che 1 italiano su 10 ha a disposizione - pro capite - più di 120.000 euro l'anno. Fatichiamo perché non ci rendiamo conto di quanto siamo diventati poveracci, ed in questo concordo in pieno con te.
Ciao
Carlo

Ekaton ha detto...

Trovo l'analisi molto verisimile, ma se le cose stessero così allora non mi spiegherei le seguenti incongruenze.
Se il popolo che vota Berlusconi è il popolo grasso e se Berlusconi ha la maggioranza dei voti allora la maggioranza del popolo è grasso. Se la maggioranza della popolazione sta bene vuol dire che questa Italia non sta poi così male. E se l'Italia di oggi è il frutto di 20-30 anni di pensiero "alla Berlusconi" (quello sventolato ai quattro venti dalle tv commerciali), allora vuol dire che il "Berlusconi pensiero" pasce (e piace a) la maggioranza della popolazione e che, quindi, FUNZIONA (BRRRR).
E infine: perchè la maggioranza della popolazione non dovrebbe più votare chi la tratta così bene?

mozart2006 ha detto...

La veritá é che il Berlusca é solo un pagliaccio da campagna elettorale permanente.Sulle questioni economiche prende ordini da Treconti e su quelle della sicurezza si fa dettare l´agenda dai fasciolegaioli,i veri padroni del paese,che lui non puó contraddire,altrimenti gli sfilerebbero semplicemente la sedia da sotto.

Carlo Bertani ha detto...

C'è del vero in quello che affermano Ekaton e Mozart.
In realtà, i soddisfatti di questa Italia sono più di quelli che pensiamo, almeno il 30% per reddito, ed un restante 20% per dabbenaggine. Riflettiamo che l'80% degli italiani non legge nemmeno un libro l'anno.
Poi, è vero che Berlusconi è solo il referente di poteri molto nascosti, ma non di Fini o di Bossi (burattini anch'essi) ma d'altre "menti raffinatissime".
Non anticipatemi la seconda parte -))
Grazie a tutti
Carlo

Anonimo ha detto...

Carlo lo vedi che i conti non tornano? Con un 50% tra impastati (che come tu stesso rilevi non sono solo i politici)ed incolti (per usare un vezzegiativo) come credi che si possa insinuare e trovare un 40% di astenuti pronti a sostenere una nuova eticamente chiara forza politica? Carlo fatti avanti tu insieme alla classe intellettuale più vicina a te che frequenta il web e sostieni un movimento o una forza politica che voi credete più giusta (Non dico GIUSTA!!) e metti a frutto le tue idee raccogliendo i consensi di chi ti segue, l' unica alternativa alla politica è la rivoluzione io che sono un pacifista a senso unico (come amava dire il prof.On. Buttiglione) credo che non ci sia altra strada.

Carlo Bertani ha detto...

Vedi Marco, è vero che un 50% sono "impastati", ma rimane un ampio settore d'italiani che sono "fottuti" proprio da quei partiti progressisti nei quali credono.
Forse, una possibilità potrebbe esserci...ma sono troppo d'accordo a gestire il potere per consentire ad altri d'entrare.
Controllano tutto, pensa ad Europa7.
Io, penso di fare già abbastanza scrivendo e poi sto viaggiando verso i 60: oramai, tocca ad altri.
Comunque, per farti contento, pubblico la seconda parte dell'articolo.
Ciao e grazie
Carlo