10 ottobre 2007

Benvenuti in Bulgaria

“Quando la luna perde la lana e il passero la strada,
quando ogni angelo è alla catena e ogni cane abbaia…”
Fabrizio de André – Canto del servo pastore

Ho acceso il televisore oggi, 10 ottobre 2007, per ascoltare cosa raccontavano del referendum sul welfare. Ho provato pena, schifo e rabbia.
Dopo che anche i gatti del vicolo dietro casa avevano capito che si trattava di una colossale puparata, gli apparatcik di regime sono scesi nell’agorà mediatica per imbonirci, per raccontarci che era stato un grande “appuntamento di democrazia”. Se questo è il senso che danno ai loro appuntamenti, piango per le loro fidanzate.
Conosco personalmente decine di persone che non sono riuscite a votare perché nessuno aveva detto loro dove andare, dov’erano i seggi. E passi.
Ciò che proprio non passa, è l’elogio sperticato della Casta per la riuscita del colossale inganno che ci hanno propinato: oltre al danno, la beffa.
Il danno peggiore che hanno inferto – tutti, dal piccolo “bonzo” sindacale al Presidente della Repubblica – non è stato l’inganno su cifre che nessuno potrà mai verificare, alle quali nessuno avrà accesso, che nessuna autorità potrà mai convalidare, se non gli stessi che avevano organizzato la farsa.
Il danno peggiore l’hanno inferto alla vita democratica del Paese: chi crederà ancora, dopo questa buffonata, che si possano consultare i lavoratori per le questioni che li riguardano? La prossima consultazione, la faremo gestire da Bonolis con il tele-voto: almeno, lì c’è qualche bella figliola per rallegrare l’animo.
“Tutto è già scritto”, rispondeva un giovane Omar Sharif ad un altrettanto giovane Peter O’ Tool, in Lawrence d’Arabia, ma quello era un film. Oggi, hanno riportato indietro le lancette della storia.
Se questo referendum era considerato così importante – e vorrei vedere che non lo fosse, un appuntamento nel quale si dovevano decidere i futuri assetti del lavoro e dello stato sociale del Paese – perché spregiarlo con una truffa evidente?
Nonostante l’impegno di tutto l’apparato, la gente ha fiutato l’inganno, e questo è il peggior danno: quando ho udito – dalla giornalista del TG3 – che il “sì” aveva vinto con l’87% dei consensi, mi sono tornate alla mente le elezioni irachene, dove il 99% votava per Saddam.
Per anni abbiamo irriso la Bulgaria del socialismo reale – terra dove le elezioni venivano abilmente orchestrate dall’oligarchia al potere – al punto che, ancora oggi, delle elezioni platealmente falsificate vengono definite “bulgare”.
La nostra oligarchia, che chiamiamo “Casta”, è riuscita a far di meglio. E tante scuse ai bulgari d’oggi, che hanno imparato la lezione e queste cose – almeno così sfacciatamente – non le fanno più.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro collega,
Ricordo quando abbiamo votato questo referendum durante un'assemblea sindacale (non sapevo neanche che c'era da votare...). All'appuntamento eravamo in tanti e di fronte a noi quattro 'bonzi'(mi piace il termine, rende incredibilmente bene l'idea!) ci hanno imboniti sulle ragioni del si. Dopo la 'lezione' siamo andati a 'votare' su un tavolo davanti ai 4 bonzi che ,alla faccia dello scrutinio segreto, ti fissavano mentre crocettavi la preferenza. Al mio 'no' ho dovuto sorbirmi le occhiatacce dei bonzi e qualche 'perché hai votato no, René?' dai colleghi limitrofi; alle mie spiegazioni sommarie sono passato per 'l'alternativo' che non capisce ancora bene come gira il mondo (ho quasi 28 anni...)
Tutto ciò per fornire la mia esperienza di questo 'referendum': ho avuto occasione di votare, ma per votare così, tanto vale!
Distinti saluti e... Continua così Carlo!!

René Pernettaz.

Cloroalclero ha detto...

bravissimo

Giuseppe Maneggio ha detto...

Piccolo appunto: forse in Bulgaria la situazione non è granchè cambiata. Paese che orbita oramai sotto l'ala protettiva di Washington. Dubiterei di presidenti che permettono la costruzione di basi militari americane sul proprio territorio. Sergej Stanišev ha una storia che si distacca poco da quella delle rivoluzioni colorate di paesi quali la Georgia e l'Ucraina.
Siamo sicuri che in Bulgaria le cose siano migliorate e che le elezioni non siano più truccate?
Mi è capitato, per ragioni di lavoro, di andare a Sofia e di rabbrividire per l'enorme e palpabile sperequazione creata dal nuovo liberal capitalismo.
Parlando con la gente si comincia a sentire un ritornello assai inflazionata: "forse si stava meglio quando si stava peggio".
Un caro saluto

Giuseppe

vik ha detto...

Ciao Carlo, senti ho letto questa mattina sul sito della Repubblica che Putin vuole costruire altri ordigni nucleari...ora mi chiedo, ultimamente Putin si è svegliato dal letargo? E cosa c'è sotto in tutta sta storia?
Graze

Vincent

Carlo Bertani ha detto...

Sulla vicenda delle assemblee sindacali, meglio stendere un pietoso velo: nemmeno il rapresentante sindacale interno (CGIL) della nostra scuola sapeva se e dove si poteva votare. Le foto pubblicate da Rizzo sono eloquenti.
Saluto Cloro e lo ringrazio: sei una della mie letture abituali.
Per quanto riguarda la Bulgaria,ritengo che Giuseppe abbia ragione: avere "dietro" un compagno come la Bulgaria, per democrazia, non conforta.
La questione di Putin è complessa: semplicemente, la Russia è piena di crediti (per l'export energetico) e gli USA di debiti (a causa delle guerre e di un'amministrazione dissennata).
Oggi, si fanno i conti: se, veramente, Bush attaccherà l'Iran, non ci sarà un intervento russo, ma una lenta, terribile graticola che farà impallidire l'inferno iracheno.
Sempre che si riesca a circoscrivere i danni al solo Oriente. L'Occidente può reggere alla chiusura dello stretto di Hormuz? Gli USA possono reggere all'assalto degli sciiti iracheni?
Io non credo che siano così stupidi, ma non c'è mai fine al peggio.
Un caro saluto a tutti
Carlo Bertani

Cloroalclero ha detto...

x Carlo: magari nella foto sembro un travesta...ma sono una sciura...
così, per precisione.
ciao
Cloro