La decisione presa da Mastella e da Di Pietro, di non approvare la commissione d’inchiesta sui fatti del G8 di Genova, fa male, anche perché – ricordiamo – un alto funzionario di Polizia, appena raggiunta la pensione, s’era affrettato a comunicare che l’irruzione nelle scuole dove dormivano i no-global era stata “macelleria sudamericana”.
Qualcosa da chiarire, quindi, c’era e rimane, di là delle pure e semplici rilevanze giudiziarie.
Invece, i due rais del Sannio e dei Bruzzi, hanno votato con il centro-destra: non per chissà quali motivazioni politiche, bensì per lanciare una messaggio nell’etere alle forze corazzate di sir Archibald Berlusconi, che scendono da Nord. Pietosa la giustificazione addotta all’Alto Comando dal rais Menelik Mastellà, un tempo alleato degli italiani, il quale ha risposto che – se tale ordine era stato concordato (nel programma) – “lui non lo aveva letto”. Il rais Hailé Depreté pare sia fuggito più ad ovest, verso la savana, e non si hanno sue notizie.
Non siamo ancora a conoscenza delle decisioni che prenderà il generale Graziano Prodi – almeno, ufficialmente, comandante delle truppe in Africa Orientale Italiana – ma sappiamo che i sommergibili stanno già salpando dalla base di Massaua, per ignota destinazione. Forse, una difficile e perigliosa navigazione li condurrà a ritrovare la via della Patria.
La situazione sta rapidamente degenerando: l’errore – che oggi qualcuno inizia ad ammettere a denti stretti – è stato fidarsi delle infide truppe coloniali: già i Romani diffidavano dei Sanniti, e gli ascari di Mastellà hanno confermato la tradizione. Incomprensibile, poi, l’appoggio dato al rais Depreté dalla “pasionaria” Franca Rame, ma si sa – come affermò un poeta “futurista” – “che la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie, senza indagare se…”
Qualcosa da chiarire, quindi, c’era e rimane, di là delle pure e semplici rilevanze giudiziarie.
Invece, i due rais del Sannio e dei Bruzzi, hanno votato con il centro-destra: non per chissà quali motivazioni politiche, bensì per lanciare una messaggio nell’etere alle forze corazzate di sir Archibald Berlusconi, che scendono da Nord. Pietosa la giustificazione addotta all’Alto Comando dal rais Menelik Mastellà, un tempo alleato degli italiani, il quale ha risposto che – se tale ordine era stato concordato (nel programma) – “lui non lo aveva letto”. Il rais Hailé Depreté pare sia fuggito più ad ovest, verso la savana, e non si hanno sue notizie.
Non siamo ancora a conoscenza delle decisioni che prenderà il generale Graziano Prodi – almeno, ufficialmente, comandante delle truppe in Africa Orientale Italiana – ma sappiamo che i sommergibili stanno già salpando dalla base di Massaua, per ignota destinazione. Forse, una difficile e perigliosa navigazione li condurrà a ritrovare la via della Patria.
La situazione sta rapidamente degenerando: l’errore – che oggi qualcuno inizia ad ammettere a denti stretti – è stato fidarsi delle infide truppe coloniali: già i Romani diffidavano dei Sanniti, e gli ascari di Mastellà hanno confermato la tradizione. Incomprensibile, poi, l’appoggio dato al rais Depreté dalla “pasionaria” Franca Rame, ma si sa – come affermò un poeta “futurista” – “che la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie, senza indagare se…”
Il vostro corrispondente dell’EIAR vi saluta: raffiche di fucile mitragliatore s’odono per l’aria, e rumori di colonne militari in fuga sono oramai ovunque. Qui Radio Mogadiscio: arrivederci, Italia, arrivederci a tempi migliori!
Nessun commento:
Posta un commento