26 marzo 2020

Se ci sei, batti un colpo. Non come le altre volte, però.


Gentile sig.ra Merkel,

sinceramente, non riesco a comprendere cosa le passi per la mente. Per la terza volta – due nel XX secolo, ora nel XXI – la Germania ha nelle sue mani le decisioni che riguardano l’intero continente, e sta comportandosi esattamente come nel secolo scorso. A che pro?
Quella che si sta delineando, è un’Europa del Sud-Ovest ed un’altra di Nord-Est: ossia la prima, le nazioni non direttamente collegate al sistema di produzione tedesco ed ai suoi capitali e le seconde, quelle che per convenienza (Olanda) o per necessità (quasi tutte le altre) devono guardare a Berlino e non distogliere lo sguardo.
La discriminante è l’epidemia del Coronavirus.

Chiariamo subito: il Coronavirus-19 non è una qualsiasi influenza stagionale. E, questo, per un semplice motivo: se l’Europa, oggi, sta avvicinandosi ai 15.000 morti dovuti al morbo, se non fossero state messe in atto delle misure eccezionali da parte di numerosi governi – fra i quali il mio, e ne vado orgoglioso – oggi non so dirle come si troverebbe: 150.000 morti? 300.000? Non possiamo saperlo, ma possiamo facilmente ipotizzarlo.
Tutte le voci discordanti – il penoso Primo Ministro britannico, ed il povero pulcino lombardo, nostro ex Ministro degli Interni, che minimizzavano…ma no…sarà come per la solita influenza…raggiungeremo l’immunità di gregge…pensate alle imprese, alle nostre imprese lombarde… – sono stati costretti a zittirsi, di fronte ai numeri. Terrificanti, ai quali non eravamo abituati da nessuna epidemia.

Oggi si pone il problema di come:
a) uscire dall’emergenza sanitaria;
b) concepire un’uscita/rinascita economica che non sia disastrosa per il continente.

Mi verrebbe da dire che per ben due volte, a causa dei vostri chiodi fissi – e non solo sull’elmo – ci avete regalato dei periodi lugubri e siamo dovuti ricorrere all’aiuto americano che in cambio ha voluto, ovviamente, delle contropartite politiche.
Oggi, gli americani non sono più in grado d’aiutarci: è già grasso che cola se riusciranno a cavarsela a casa loro. La Russia è gravata da sanzioni economiche, la Cina non ancora in grado d’assumere il ruolo di guida mondiale. Cosa facciamo?

Teniamo fede all’attuale sistema, che prevede la corresponsione di un contributo per formare il MES (il fondo salva stati) e che, in caso di bisogno, metodicamente indica le scadenze per la sua restituzione? Badi bene: soldi nostri, di ciascun Paese (60 miliardi sono dell’Italia!)…ma le regole dicono che devono essere resi entro scadenze ben precise, con metodologie ben preparate, studiate con teutonico passo.
Oppure capire che, di fonte ad una simile emergenza, è d’obbligo utilizzare quei soldi e poterli mettere a bilancio, per restituirli, con altri tempi, altri modi, altri passi?

La situazione s’aggrava, al punto che il nostro Primo Ministro vi ha dato dieci giorni di tempo per rispondere, altrimenti l’Italia non accederà al sistema MES, e farà di testa propria.
Si rende conto di cosa significa?

Vuol dire, semplicemente che, se la risposta tedesca non cambierà, l’Italia ha già presentato – tramite il suo Primo Ministro – una dichiarazione di uscita dall’UE, per ora solo in fieri. Credo anche lei convenga che, al prof. Conte, non rimaneva altra strada.

Oggi non sappiamo se si tratterà di un’Europa del Sud e di un’Europa del Nord, oppure di un’Italia più legata a chi ha fornito veramente aiuto, quando ne abbiamo avuto bisogno, ossia Cina, Russia, Venezuela e Cuba. Che non ci hanno bloccato le mascherine, da noi acquistate e pagate, alla loro frontiera o a quella di uno stato-satellite come la Repubblica Ceca.

Spero vivamente che la sua opinione cambi, perché questo – sono certo – è il desiderio degli altri Paesi europei. In caso contrario, ognuno per sé e Dio per tutti.

8 commenti:

René ha detto...

Buongiorno ex collega. Spero che tu stia bene. Noi, qui ad Aosta, (seconda regione dopo la Lombardia per numero di contagi in proporzione alla popolazione) rintanati in casa come topi. Credi davvero che Giuseppi voglia farci uscire dall'Euro?

Un abbraccio.

René.

massimiliano p ha detto...

Ciao Carlo, questa volta mi sa che l'Ue salta davvero. Concordo con la tua analisi geopolitica. La Russia potrebbe essere l'approdo più semplice per l'Italia. Comunque si va verso un futuro incerto. Quello che invece pare sicuro è la costante capacità umana di essere peggio delle calamità naturali.
Un saluto a tutt

Andrea ha detto...

ciao Carlo! molto interessanti i tuoi articoli.
A presto
Andrea

Carlo Bertani ha detto...

L'Unione Europea, in questo frangente, ha già giocato le sue carte, rendendo chiaro a tutti la sua essenza di pallido ectoplasma. La struttura confederale di questa unione è tragicamente perdente, a fronte della pragmaticità statunitense (mai da sottovalutare...)e dalla innovativa, micidiale eleganza del Patto di Shangai.
Nel Great Game orientale d'inizio '900 erano tre gli attori, Gran Bretagna, Russia e Cina. Poi, la Cina si piegò su se stessa, la Russia rivoluzionaria si chiuse in un necessario isolamento e la Gran Bretagna - dissanguata dalla 1GM e poi dall 2GM - lasciò il piatto definitivamente nel 1947.
Oggi, nel nuovo secolo, il gioco è planetario e vede due attori importanti (USA e Patto di Shangai) ed una timida clacque europea ai margini di ogni punto cruciale, ma sostanziale.
L'epidemia di Coronavirus è un evento stocastico ed improvviso, che necessariamente esigerà risposte pronte ed affidabili, chiarezze al posto dei bizantinismi, decisione a fronte del cruccio e del dubbio.
Io vedo avvicinarsi un tempo, nel quale gli USA torneranno isolazionisti - hanno oramai poche chances - gli europei non avranno più il tempo per cercare prima di capire, poi di decidere...e tutto finirà in un "ognuno per sé e Dio per tutti".
Solo il Patto di Shangai ha le carte in regola per prendere le redini del Pianeta: Cina, produzione, Russia, armi, India software & cultura.
Un'ultima notazione: avevo sottostimato Mattarella. Nella sua riflessione pubblica - mettendo da parte i gattopardismi, Sciascia e Camilleri - ci ha regalato in soli 7 minuti un'analisi coi fiocchi. Chapeau.

Alessandro ha detto...

Professore la mia stima per lei la conosce dai tempi della scuola.
Non per vantarmi, ma solo per ricordaLe, che l'Unione Europea ed Euro finiranno per fatti esogeni e no endogeni.
I dati attualmente sono schizofrenici su questa epidemia.
Tuttavia vorrei capire perché in linea di massima in Lombardia muore per codesto virus il 13% dei malati, in Veneto il 3,5% dei malati ed in Toscana e sud Italia diciamo un basso 2%.
Ci sono Scienziati, Popper insegna che la scienza si puo falsificare, che dicono tutto ciò è dovuto:
1) inquinamento ambientale ( Brescia il più grande inceneritore italano, Bergamo la più grande discarica italiana) polveri sottili docet;
2) Mega Campagna vaccinazioni Lombardo -Veneta contro influenza, tanto da indebolire il sistema immunitario;
3) Rete 5g, dato certo che le onde elettronagnetiche interferiscono con la melatonina ... tanto da abassae il sistema immunitario.
Il resto sarà addio globalizzazione e laviamoci i panni sporchi in casa ...
Tutto ciò dopo aver tagliato 40.000 posti letto in ospedale.
Senza parlare che ci sono voluti i medici cubani per far capire ai nostri medici le regole di contenimento del virus a livello sanitario - medico.
Cordiali Saluti

Carlo Bertani ha detto...

Ciao Alessandro,
anch'io stimo molto Popper, e condivido le sue posizioni sul dibattito scientifico, però devo pur ammettere la difficoltà, in campo scientifico, di giungere ad una "dimostrazione" valida di un concetto. La Scienza non è una religione, e questo lo sappiamo bene entrambi. Si pensi sono a Tullio Regge, quando tagliò la testa al toro, affermando che le antenne della radio vaticana di Ponte Galeria (Roma) non potevano essere la causa delle leucemie perché "non era dimostrato" che le emissioni di quel tipo avessero quell'effetto. E i bambini morivano di leucemia.
Che i cubani la sappiano lunga sulle epidemie, mi sembra più che dimostrato, mentre l'Italia è un Paese che non sa confrontarsi con questi eventi: un po' per i tagli alla Sanità pubblica, ed anche per una semplice questione legata alla breve e sporadica presenza coloniale nella Storia.
D'accordo sulla situazione d'inquinamento di Brescia e Bergamo, però bisogna anche dire che, rispetto al Veneto, la densità abitativa è enormemente maggiore, le distanze fra le città costellate di paesi e cittadine che ne fanno un unico "compound", il quale favorisce ovviamente il contagio. Mettici pure un po' d'ignoranza, sui mezzi per contrastare il contagio e la frittata è fatta.
Conoscevo l'epidemiologo ed il chimico che istruirono l'inchiesta sull'ACNA, e riuscirono a dimostrare il nesso fra lavorazioni, prodotti chimici e melattie. Incaricati del medesimo problema per l'officina di manutenzione delle Ferrovie a Foligno (PG) applicarono il medesimo strumento d'indagine, eppure non riuscirono a dimostrare che i tanti carcinomi dipendessero dalle lavorazioni.
La vera Scienza non è e non sarà mai la nuova religione: il resto, sappiamo entrambi...soldi e carriere...che ci vuoi fare?
Ciao
Carlo

Giampy ha detto...

Tutto fermo, tutti barricati in casa, ma la produzione di quel bidone dell'F 35 a Cameri non s'ha per nulla al mondo d'arrestare!

Eli ha detto...

@ Alessandro

Caro Alessandro, i giovani come te sono la speranza di questo paese.
Giovani con la mente ed il cuore aperto, l'intelligenza viva, e la capacità di unire i puntini degli eventi.
C'è bisogno di un cambio radicale di passo, e tu l'hai capito.
Non lasciatevi abbindolare dalla propaganda, mai.
Con stima.
E.