14 agosto 2018

Perché non ci ascoltano?

Dio lo volesse, che una volta tanto ci dessero ascolto. Invece, ci tocca sempre fare i profeti di sventure annunciate, di pericoli by-passati con un'alzata di spalle, oppure conclusi in chiesa di fronte alle bare.
Non ho mai parlato del “Ponte di Brooklyn” - come lo chiamano a Genova – anziché “Ponte Morandi” ma ho toccato più volte l'argomento in vari articoli, per denunciare la pericolosità delle autostrade liguri. L'ultima volta ponendomi una domanda retorica, ossia: “cosa sarebbe successo se il disastro di Bologna fosse capitato a Genova?” (1) In un'altra occasione, scrivendo una lettera aperta al ministro Toninelli (2), dove spiegavo che non è possibile continuare con le cure ai “pannicelli caldi”: bisogna cambiare radicalmente il nostro sistema di trasporti. Avete capito?!?

Un morto che camminava

Ogni volta che dovevo passarci, sudavo freddo. Avvertivo il tremito che, dall'asfalto, saliva al mio sedile ogni volta che sorpassavo un autotreno: un rumore come di rotaie, che corrispondeva ai rinforzi metallici posati sulla carreggiata. Inutili.
Per anni, sono stato testimone di lavori infiniti – manco gli Egizi ebbero tempi simili per le piramidi – ossia per “aggiungere ferro” (sotto forma di tiranti d'acciaio) per cercare di farlo stare in piedi, ancora un po', ancora un pochino...

Quando lo passavi, tiravi un sospiro di sollievo ma non avevi il tempo di rilassarti poiché, immediatamente, ti trovavi in una galleria poco illuminata con, allo sbocco, l'uscita/ingresso di Genova Aeroporto, poi una chicane degna di Montecarlo in galleria buia, seguita da un discesone che terminava in curva. A quel punto, anche se andavi piano, ringraziavi Dio, Allah, Jeova, la Trimurti e tutti i Buddha. Ancora una volta, il mio buon karma mi ha salvato.

Due parole su cosa può essere successo

La sera di Lunedì 13, osservavo da Savona il cielo verso Genova: dapprima, ho pensato ad uno spettacolo pirotecnico. Era veramente meraviglioso: una sequenza di flash illuminava non solo i nembi, ma anche i cumuli ed i cirri, pareva che Dio si divertisse a scattare in rapida sequenza dal suo comodo sedile, dalle nuvole dell'Olimpo.
Dall'interno della Liguria fino alle propaggini toscane era un continuo baluginare: no, non possono essere fuochi artificiali, questo è un temporale coi fiocchi, un nubifragio che si estende per tre regioni.

Mi sorprende come i “minimizzatori” abbiano la capacità di ridurre tutto ad “improbabile” - non impossibile! - senza considerare le connessioni multiple di causa/effetto. “Di acqua, su Genova, ne è sempre scesa mai tanta...” “di fulmini ne sono caduti...” “eh, il caldo non manca...” 
Quando, però, dopo il gran secco estivo, giunge improvvisamente una marea d'acqua, riempie i torrenti che diventano vere e proprie fiumare imbizzarrite e, guarda a caso, il pilone che ha ceduto aveva proprio i piedi a bagno.
Poi, il gran caldo, seguito da una precipitazione delle temperature di circa 10-12 gradi centigradi: e allora? Beh...una variazione così di temperatura, sui cavi d'acciaio...avrà qualche effetto? Secondo la Fisica sì, dopo un copioso allungamento, di mesi, un'improvvisa “strinata”...poi, a concludere lo spettacolo, un bel fulmine che colpisce il pilone. Magari proprio i cavi d'acciaio?

Sgombriamo subito il campo da ipotesi azzardate: il Ponte di Brooklyn sta ben fermo e ben piantato dal 1883. Ed avrà preso caldo, freddo e fulmini in quantità.
Nel nostro caso, invece, eravamo in presenza di un malato – e, questo, tutti lo sapevano, solo che speravano di passare la patata bollente al successore ed andarsi a godere la lauta pensione – un malato terminale al quale, per uno sbaglio, somministrano il triplo d'insulina destinata al vicino di letto.
Tutti sapevano che il ponte era un malato terminale, ma insistevano a tenere insieme i pezzi che si sfaldavano: pare che la morte c'infastidisca, al punto d'umanizzare anche le strutture.

Un po' di memoria storica

Il primo (ed anche l'ultimo) a rendersi conto che la cosa non poteva funzionare fu Bettino Craxi, nella seconda metà degli anni '80.
Un'autostrada costruita negli anni '50-'60 per il traffico dei turisti (pochi, come i soldi a disposizione) dei pendolari (pochi, le ferrovie funzionavano) e per i trasporti locali (e cosa vuoi portare, i pomodori in Spagna?!? C'avranno ben i loro!) iniziava a dare segni di “terza età”: diamo il merito a Craxi d'essersene accorto. O, almeno, d'aver ascoltato i suoi consiglieri. Oppure per una tangente? Va bene, magari anche per quello.
Craxi pose il problema ed il governo dell'epoca iniziò a studiare i costi per un “passante” che sarebbe dovuto passare alle spalle di Genova, da Voltri a Nervi, quasi tutto in galleria: chi era solo di passaggio (come gran parte dei TIR, che vanno dalla Spagna alla Romania e viceversa), poteva scansare tutti i rallentamenti dovuti ai 7 caselli dell'area urbana di Genova, e non scendere quasi in città a rompere i cosiddetti. Costo, 5,5 miliardi di lire. Poi arrivò Tangentopoli, e tutto passò in cavalleria.
Perché, la realtà di Genova è quella d'esser lunga 30 km e sottilissima, al punto che i viadotti dell'autostrada, oramai, in alcuni punti sono in piena città. Secondariamente, i genovesi sono obbligati ad usare l'autostrada per recarsi al lavoro o, comunque, per non infilarsi nel mortifero traffico cittadino: nel tratto autostradale di Genova, incontri anche autobus del trasporto locale, i camion dell'immondizia, ogni sorta di furgoni, furgonetti e camioncini.

Adesso, siamo al disastro

Maledizione! Avrà sbottato Toninelli: ma tutte a me devono capitare? Avrà telefonato a Beppe, a Genova... per sentirsi dire “belìn, sei proprio in una bella merda adesso...”
Pazienza per i genovesi, che dovranno tornare ad incolonnarsi ordinatamente, in coda, fra la Sopraelevata e l'Aurelia...non si troverà più uno scooter usato nemmeno a peso d'oro...ma il fiume di TIR super-globalizzati che macinano centinaia di chilometri e devono passare da lì?

Saggezza direbbe che, il primo lavoro da compiere, è sgombrare i due “mozziconi” del fu-ponte: non verrà mica, a qualcuno, l'idea di ripararlo?!?
Poi, andarsi a rileggere quello che il fu-governo Craxi aveva progettato di fare, oramai 30 anni fa.
Va da sé che dovranno collegare le due sponde del torrente Polcevera e, quindi, dovranno costruire un ponte provvisorio, per “cucire” insieme i due lembi d'autostrada interrotti.

Ma...non vorranno mica incanalarci, su quel ponte provvisorio, tutto il traffico dalla penisola iberica all'Est Europa?!? Dovranno deportare, per il casino che si creerà, una bella fetta di genovesi: va beh, ci sono le strutture lasciate libere dai migranti...prima gli italiani, giusto...
Perché, poi, bisognerà ricostruire il ponte, usando però l'autostrada come via di comunicazione quasi solo urbana: nello stato attuale, mi meraviglio che quel tratto autostradale abbia l'ok per la viabilità: mancano addirittura le piazzole per la sosta!!! Due corsie, gallerie strette, buie e macilente...e...fattele andare bene! Zitto e mosca! Ci vogliamo ributtare quei volumi di traffico, con sequele d'incidenti al seguito?

Datemi ascolto, almeno per una volta: obbligate i TIR in transito attraverso l'Italia ad imbarcarsi in un porto della costa spagnola ed a sbarcare a Genova, Marsiglia, Livorno, Napoli, Spalato, Patrasso...andata e ritorno...smettiamola di creare dolore, disastri, incidenti, morti, feriti, invalidi...solo perché i signori della “gomma” devono dettar legge?
La soluzione studiata per l'”emergenza” è brodo di giuggiole per i gestori delle autostrade: deviazione da Genova-Voltri ad Ovada, poi verso Milano, infine la vecchia Milano-Genova, fino al casello di Genova Ovest. In tutto, a spanne, un centinaio di chilometri in più: Benetton e Gavio ringraziano! Capiamo l'emergenza di qualche giorno, già meno quella di qualche mese...se poi sono anni, allora...è “compartecipazione ai dividendi”.
La vera soluzione si chiama: cabotaggio marittimo, ossia i traghetti,  perché il mare è enorme, non si pestano i piedi a nessuno, si risparmia carburante e gli autisti si possono riposare. I traghetti, oggi, superano i 20 nodi: in una notte ti portano da Barcellona a Genova, in 30 ore a Patrasso.

Se vi definite “sovranisti” o “populisti” dovrete comportarvi di conseguenza: dovrete scegliere se stare dalla parte della popolazione oppure con i Gavio ed i Benetton. Nel secondo caso, troverete come compagni “di cordata” anche Renzi, Berlusconi, Del Rio e tutta quella bella gente.

Le scelte politiche non sono proclami su Facebook: chi cerca solo il consenso elettorale può continuare così, a sbraitare sul Web. Ma, una persona ineccepibile come De Gasperi, ricordò: “un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”. Ricordatelo anche voi, ogni tanto.

(2) http://carlobertani.blogspot.com/2018/06/caro-ministro-toninelli.html

8 commenti:

Carlo Bertani ha detto...

Pensa che dovevo proprio andare a Genova, quella mattina, per riparare una modesta via d'acqua nell'osteriggio di poppa della Gretel. Non so come mai, ero stanco, non sono andato.
In ogni modo, uscendo a Voltri, non sarei mai passato sul ponte. Ho seguito tutto alla Tv, con il cuore piccolo piccolo, e i lacrimoni che scendevano sul viso.
Ciao
Carlo

PS: pare che i due ragazzi del governo abbiano proprio l'intenzione di tagliare le unghie ai Benetton e Co. Difatti, i PD si sono già scatenati: non vogliono perdere l'osso!

Pete ha detto...

Ciao Carlo, come altre volte è normale darti ragione.
Però scommetto che questa volta ricostruiranno il pezzo caduto nello stesso punto e in ferro, visto che ormai c'è sovracapacità (ultima, la Turkia).
Mi era piaciuta la tua idea dei dirigibili, che in questo caso potrebbero sgombrare un po' più in fretta l'alveo, visto che tra agosto e settembre non piove mai.... piazzali dell'ilva dove sbriciolare pian piano i pezzi mi sembra ce ne siano, e si sorvolerebbe solo il fiume.
Mi è piaciuta la tua prosa, ma ormai sono anni che sai scrivere. Un'ultima notazione è su Atlantia, che doveva farsi comprare dagli spagnoli invece se li è comprati con un bel megaprestito privato. Poi ci sono gli aeroporti, il Brasile le telecomunicazioni. Poveretti, facevano il 5% di utile all'anno. Al ceffone che si è presa l'italia come costruzioni ci pensa qualcuno? Mah. Pensiamo ai parenti delle vittime al pericolo scampato e a quelli che non lasciano rientrare a casa loro perchè ADESSO è troppo pericoloso. (prima non lo era, ovviamente). Ciao
Pete Pinna

Eli ha detto...

Non ci sono parole per una tragedia simile. Tutta la mia solidarietà.
Trentotto morti, venti dispersi, ed il Ministro della Paura che frena sul ritiro della concessione a Benetton: lui è sempre dalla parte dei padroni, che si chiamino Riva, Benetton, giù giù fino all'ultimo fabbricante di sedie in Brianza. Lui sente l'odore dei soldi, a cui è molto sensibile, soprattutto da quando dovrebbe restituire allo stato 49 milioni di euro dei cittadini italiani.

Ehi, Fanfulla, quando restituisci i 49 milioni di cucuzze?

Repubblica riesce a riempire una ventina di pagine di cronaca senza mai nominare Benetton, hanno dei cronisti specializzati nello slalom.
In Toscana alcuni mantengono un po' di lucidità. Su un muro all'ingresso del paesino si legge una bella scritta grande, in vernice nera: SS-alvini pezzo di merda.
Dai toscani con Amore!

Ciao.

Carlo Bertani ha detto...

Ciao Pietro!
Che vuoi, se oggi avessero a disposizione il Cargolifter - ignorato con sberleffo 10 anni fa - con le sue 160 tonnellate di sollevamento, forse lo sgombero del Polcevera (ed anche le operazioni di soccorso) sarebbe stato più lesto. Ma che vuoi: ho pubblicato un libro (in pdf) sulla materia, nessuno se n'è accorto. Troppo occupati a tirar su soldi dal pozzo. E noi a tirar su morti dalle macerie. Spero che tu stia bene, auguri di buona vita. Carlo

Carlo Bertani ha detto...

Ciao Eli, capisco la tua non-sopportazione di Salvini, però questo era l'unico governo possibile, non c'è altro all'orizzonte.
Allora, conviene appoggiarlo, osservare se riuscirà, almeno a "limar le unghie" ai Benetton ed a riportare sotto lo Stato ciò che Ciampi e Andreatta regalarono con criminale leggerezza in quei tempi oramai lontani.
Capisco la tua avversione ai toni razzisti, che condivido in pieno, ma porre uno stop al grande business del nuovo schiavismo era necessario.
Ciao
Carlo

Eli ha detto...


Carlo, non so se questo governo fosse l'unico possibile, so che qualsiasi governo è dalla parte del Sistema e non del popolo.
Guarda il voltafaccia di Grillo sui vaccini, e l'invettiva contro l'omeopatia.
Semplicemente, se vuoi stare nelle segrete stanze, ti devi adeguare. Altrimenti...

Eli ha detto...

Interessante intervista al dottor Stefano Montanari, in cui egli spiega il cambio di passo sui vaccini:


http://www.renovatio21.com/vaccini-e-m5s-intervista-a-stefano-montanari/

Eli ha detto...

Pare che il Ministro della Paura stavolta l'abbia fatta davvero fuori dal vaso.
E mi auguro che organismi internazionali se ne occupino a breve.
Secondo l'Avvocato Penalista Giorgio Varano, avrebbe infranto uno degli articoli della Convenzione Internazionale di New York del 1979, ratificata con legge ordinaria del Parlamento Italiano nel 1985.

https://www.huffingtonpost.it/giorgio-varano/caso-diciotti-un-balzo-indietro-di-oltre-trent-anni_a_23509360/?utm_hp_ref=it-homepage

Cito dall'articolo: "Ed è importante sottolineare la gravità delle pene previste - la reclusione da venticinque a trenta anni - per chi cattura o tiene in proprio "potere" qualcuno, al fine di costringere un terzo, sia questi uno Stato, una organizzazione internazionale tra più governi, una persona fisica o giuridica o una collettività di persone fisiche, a compiere un qualsiasi atto o ad astenersene, subordinando la liberazione della persona sequestrata a tale azione od omissione."

E' una Convenzione nata per contrastare la pirateria ed il terrorismo, e questo è
SS-alvini: un terrorista!
Anche se per me resta un candidato al TSO: il suo accanimento pieno di odio nei confronti dei più deboli mi sembra di natura psicotica, come lo fu per Hitler e Mussolini.

Ciao.
Eli