05 dicembre 2013

Italia illegittima


E così siamo tutti illegittimi...anzi, sono loro ad essere illegittimi...tutti: da Grillo a Letta ad Alfano. Ed illegittimo è anche il decadimento di Berlusconi, un bel rompicapo.


Illegittimo è anche – oltre ai vari nomi che potete leggere sulla stampa mainstream, sui quali non mi dilungherò – il governo Monti e tutti gli atti che ha prodotto, come sono da invalidare tutti gli atti del governo Berlusconi e di quello precedente, ossia del secondo governo Prodi.

Viene da chiedersi come la medicheranno e spunta il sospetto che “qualcuno” abbia desiderato il colossale rimescolamento di carte, perché questo è/può essere il crollo di una prima-seconda-terza Repubblica, come preferite.

Attenzione: non crolli finti come i precedenti che hanno generato le macchiette della seconda o terza repubblica bensì crolli veri: come le “repubbliche” francesi, tanto per capirci, che ci hanno messo quasi due secoli per compiere il loro ciclo.

E in Italia? Come è potuto accadere tutto ciò?



Prima di passare al “come”, vediamo quale può essere uno sviluppo futuro: qualcuno afferma che la Consulta abbia “dato tempo” al governo per elaborare ed approvare una nuova legge elettorale. In sostanza: quello che per anni non è stato mai fatto.

Ma questo esula dai compiti della Corte e nemmeno nelle motivazioni della sentenza può esserci traccia di un tale “consiglio” giacché sarebbe illegittimo due volte: primo, perché anche parte della Corte – nominata negli ultimi 7 anni – è illegale, almeno per i nuovi membri ma, e soprattutto, perché la Corte (illegittima) mai potrebbe entrare così a gamba tesa in politica, dando “consigli” ad un altro potere, quello legislativo (illegittimo).

Dilettanti allo sbaraglio – verrebbe da dire – e non cospiratori internazionali di larghe vedute: mezze tacche, galoppini del seggio, lacché del potere, ecco cosa capita agli sprovveduti.

Vediamo un attimo com’è nata questa legge.



Se ben ricordate, la legge fu licenziata ancora da Ciampi e fu, ovviamente, precedente al referendum costituzionale (come norma prevede) che si svolse nel Giugno del 2006 e dal quale uscì bocciata dagli elettori la riforma costituzionale preparata dal governo di centro-destra.

Quella riforma trasformava il Senato in organo consultivo quasi “territoriale” – ossia una sorta di Parlamento delle Regioni, sul modello del Bundesrat tedesco – e per questo motivo Calderoli creò la porcata: il premio di maggioranza assoluta per un solo voto di scarto è un abominio.

La bocciatura della riforma, però, condusse ad un altro risultato: rimanendo il Senato assemblea legislativa quanto la Camera – ma con una legge elettorale pensata per una diversa architettura istituzionale – successe che ogni tornata elettorale contava solo più per le votazioni al Senato, essendo la Camera assegnata con il premio di maggioranza.

Solo il governo Berlusconi (2008-2011) ebbe una maggioranza chiara, tutti gli altri risicarono e rosicarono voto su voto, e sempre solo al Senato.



Chiarito questo passaggio, veniamo al successivo: può, questo Parlamento, legiferare in materia di legge elettorale? No, evidentemente, essendo illegittimo.

La soluzione, quindi, è semplice e Beppe Grillo l’ha indicata: non bisogna essere dei costituzionalisti per capire che l’ultima legge elettorale valida è stata il cosiddetto “Mattarellum” e da questo non si può sgarrare. Ogni altra soluzione, che coinvolgesse l’attuale parlamento, sarebbe inutile perché subito cassabile da un ricorso alla Corte.



Non dimentichiamo la portata dei provvedimenti che – a norma di legge – hanno perso legittimità: il 5 per mille per il volontariato, tutte le norme in materia di lavoro delle ultime tre legislature, la riforma Gelmini, la riforma del mercato dell’acqua, la riforma Fornero delle pensioni insieme alla precedente riforma Damiano, gli aumenti dell’IVA del 2%, quelli sulle accise sui carburanti...insomma, dal 2006 tutto cancellato e da rifare.

Viene da chiedersi come mai la Corte abbia osato tanto.



Una traccia c’è, poi si dovrà valutare se è valida, ed è una traccia europea.

Da molti anni – ossia dal caso Rete4/Europa7 – l’Italia è il Paese che più ricorre in sede europea: alla Corte di Giustizia Europea ed al Tribunale per i Diritti dell’Uomo. Quest’ultimo, addirittura, circa un anno fa se ne lamentò chiaramente: non è possibile – dissero i giudici europei – che metà del tempo sia assorbito dall’Italia e da fatti italiani! E che, una volta emanate le sentenze, nessuno in Italia le applichi!



Di certo questa sentenza non gioca a favore dei potentati finanziari internazionali sorretti da tutti i governi in carica, soprattutto negli ultimi anni, che hanno messo in un angolo proprio la Costituzione (addirittura il Presidente!) ed ogni legge di garanzia.

Per loro, di meglio che le garanzie del Porcellum è difficile trovare ed è anche faticoso pensare ad una riscrittura di un corpus legislativo così copioso da parte di un nuovo Parlamento eletto con il Mattarellum: che la rivoluzione l’abbiano fatta i giudici? Mah...

9 commenti:

doc ha detto...

Dal punto di vista Etico dovrebbero tutti dimettersi; giuridicamente parlando gli effetti precedenti sono del tutto legittimi, non trattandosi di norma penale.

Il paradosso sta nel fatto che la giunta relativa per l'elezioni, non ha deliberato/confermato moltissimi dei nuovi eletti: e questo, a me pare, sia la ragione di fondo del tempo dato dalla Consulta alla politica, ed ovviamente al Re, per affrettarsi a...rendere legittima la nuova ristretta larga intesa.

Se la giunta, tra i cui membri è probabile ci sia qualcuno ancora non dichiarato eletto, dovesse avere una amnesia totale e dimenticasse di approvare le elezioni dei parlamentari che succederebbe se il loro numero fosse tale da impedire il raggiungimento del numero legale di parlamentari? E poi che succederebbe?

E anche quando fossero tutti "fatti" legittimi ma presi da un raptus etico si dimettessero in numero tale da rendere necessario il ricorso alle elezioni?

In base a quanto si sa si andrebbe a votare con il vecchio porcellum depurato delle parti dichiarate incostituzionali .

Ma il Re ha già fatto sapere che non vuole.

Saluti Doc

doc ha detto...
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Carlo Bertani ha detto...

Scrivo anche qui il commento che ho postato su CDC:

Mi permetto d’intervenire giacché la confusione è veramente tanta su questo punto, e il motivo è che si ragiona e si discute su due piani distinti. Voglio solo ricordare che l’articolo è stato buttato giù in fretta, soprattutto per dar modo ai lettori di dibattere, perciò qualche imprecisione (Grillo, Letta, Alfano al posto di M5S, PD, PdL, ecc) si può anche capire. Ma veniamo alla logica che qui, per quanto io penso, è stata violentata.
Come tutti sappiamo, la logica aristotelica è alla base del pensiero occidentale: inutile scomodare altre, lontane fonti filosofiche giacché è qui, fra di noi, che i fatti si sono svolti.
Il famoso sillogismo di Aristotele è soltanto questo: A uguale a B. Se C è uguale a B deve per forza essere uguale ad A. Se diverso da B deve per forza essere diverso anche da A. Fine: non a caso, viene completato da quel “tertium non datur”. Non è concepibile una terza soluzione.
Ora, nel nostro caso, prendiamo in esame due aspetti: la logica e la logica giuridica, che deve fare i conti con la realtà, innegabile.
Così, le procedure della Corte Costituzionale indicherebbero che le sentenze emanate non sono retroattive: va bene, prendiamo per buono. Notando solo un particolare: la Corte – nel suo lavoro – usa una sorta di “modus operandi” (le procedure, appunto che ha una loro ragion d’essere), ma che si distanzia dal “modus vivendi”.
Ora, il “modus vivendi” (politico) per forza deve sempre trovare un raffronto nella Costituzione, altrimenti va in briciole quel rapporto di natura prettamente Ottocentesca che ha stabilito le norme alle quali il cittadino e chi gestisce il potere devono conformarsi, pena la nullità.
Se la legge elettorale è fasulla – inutile girarci attorno: quando sono invalidati il premio di maggioranza e le modalità di voto, ossia la mancanza di elezione diretta (ossi, un nome) tutta la legge va in briciole.
Se applichiamo la logica aristotelica al processo, otteniamo questo risultato: valido il parlamento uscito dalle ultime elezioni? No, perché diverso da quello che sarebbe dovuto essere per logica (sancito dalla Consulta).
Validi i parlamenti delle elezioni del 2008, 2006, più tutti gli atti che ne discendono? No, perché approvati ed emanati da parlamenti e da governi nati da un insulto (a dir poco) della Costituzione.
La Corte perché non ha esaminato prima la legge? Non me ne può fregar di meno: adesso l’ha fatto e questi – per logica, non vorrei dover citare Montesquieu e « L’esprit de loi » per continuare questa sterile polemica – devono assumersene le conseguenze.
Mi rendo conto che non si può invalidare – ad esempio – il decreto per gli aiuti alla Sardegna, ma almeno i grandi nodi della politica italiana – finanza, banche, lavoro, pensioni, scuola, sanità ecc. – riformati (spesso con vere e proprie controriforme) dal 2006 in poi, andrebbero rivisti, ripresi in mano e riapprovati.
Se volete una ulteriore prova di tipo empirico, notate che anche il decadimento morale alla “bunga-bunga” e tutto il resto, la corruzione dilagante, il dileggio della Costituzione, ecc, ecc, ecc è iniziato dopo il 2006. Prima, almeno, c’era una parvenza di rispetto e di decenza.
Perciò, stare sulla linea di Grillo, Travaglio, ed illustri giuristi che sostengono la nullità di questi atti è non solo un atto logico, ma rivoluzionario. Perché la verità è rivoluzionaria.

Eli ha detto...
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Eli ha detto...


Hai ragione su tutto, come spesso accade.

Il problema è che "costoro" si ritengono legittimi, e come tali continuano a comportarsi.
Come si fa a buttarli fuori?
Certo non coi forconi fascisti...

Saluti. E.

Eli ha detto...


Questa battuta di www.spinoza.it è bellissima:

(Per la proprietà transitiva, se la legge elettorale è illegittima, il parlamento eletto con quella legge è illegittimo. Quindi anche il governo votato da quel parlamento è illegittimo. E di conseguenza anche il presidente eletto da quel parlamento è illegittimo. Ma quindi anche la Corte Costituzionale, nominata dal presidente e dal parlamento, è illegittima. E dunque è illegittima la sentenza che dichiara illegittima la legge elettorale. Possiamo tranquillamente tornare a occuparci di Dudù.

Ciao.E.

anonimo ha detto...

Se l'Italia è illegittima, se tutto è illegittimo come cavolo si fa a cambiare questo stato di cose? C'è da accapponarsi la pelle ad avere a che fare con questo sistema di m....Mi scusi ma lo schifo è davvero tanto.

Roberto ha detto...

Non mi sembra che si possa dire che tutto sia illegittimo dal 2006.
Forse è meglio stare con la Corte e dire che tutto è illegittimo da quando la corte ha emesso il "verdetto" cioè da 10 giorni fa circa...

Illustri giuristi (ma Grillo e Travaglio lo sono?) dicono una cosa, altri illustri un'altra.

Possiamo dire molte cose ma la vita dal 2006 ad oggi non si è fermata e quindi oggi, bunga-bunga, dudù e dadà compresi,
è oggi e non è più possibile rifarlo.
Cosa fatta capo ha.

Io sono sempre stato per il proporzionale puro e per questo e per la mia fede (che qui non c'entra) sono distante da Odifreddi che, come dice il nome, ode solo cose fredde, morte...
(ed è sordo alla vita)

http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2013/12/04/le-contraddizioni-dei-sistemi-elettorali/

Vi pregherei di avere una certa attenzione per evitare cortocircuiti "aristotelici" (poveretto è morto millaanta anni fa lasciamolo riposare) altrimenti si potrebbe anche dire che chi ha accettato di andare a votare con tale "porcellum" è illegittimo, cioè tutti noi elettori.

Le cose costruite sotto tali governi illegittimi sono illegittime? Buttiamo giù qualche ponte (per la verità pochi) della Salerno - Reggio Calabria?

Le assunzioni fatte da tali governi sono illegittime? Licenziamo gli assunti dal 2006 in poi.
Le pensioni rilasciate dal 2006 sono illegittime? Gli ospedali costruiti sono illegittimi?

Siamo andati a votare almeno 2 volte con questa legge siamo anche noi illegittimi?

Oggi la Consulta illegittima ha detto che tutto è illegittimo non ha detto che tutto era illegittimo o mi sbaglio?

Vogliamo fare la rivoluzione (come mi sembra alcuni forconiani stiano già facendo) su una elucubrazione pseudo legittima di stampo pseudo aristotelico?
Faremo una rivoluzione da ipocriti.

(nota: i forconisti non parlano di evasione fiscale eccetera... come mai?
guardate che la risposta non è semplice ed implica ragioni socialmente radicate negli italiani e che sono alla base di tutta questa illegittimità)

Carissimo Carlo, carissimi corrispondenti, la rivoluzione di cui tanto si è parlato in questo blog, oggi la stanno facendo le forze reazionarie (gran parte degli stelloni e grillo comprese)...

Era un dei pericoli nel nominare la parola rivoluzione e non era nemmeno il pericolo maggiore...
altri ne arriveranno se continueremo a porre le colpe solo sugli altri, a denunciare le illegittimità degli altri se continueremo a sperare che le cose cambino -di botto- con la rivoluzione (o altro)...

Le cose cambieranno solo dal momento che cambieremo noi e ci metteremo il sangue non nella battaglia ma nel lavoro, lavoro duro, durissimo, interminabile, senza compenso né riconoscenza da nessuno, senza fine se non quella della morte personale ma poi il lavoro passerà ai nostri figli...

Ecco questa è la vera rivoluzione e forse in qualche decina di generazioni e molto amore (perché il lavoro che ho appena indicato lo si può sopportare solo con l'amore) torneremo a vedere una nuova alba su questo martoriato -anche e sopratutto dalla nostra egoistica ignavia- mondo.

saluti

RA

anonimo ha detto...

Prof.Bertani la consulta ha detto no.Vada sul sito di antonio busato.Pagine per parlarsi. MEDIOEVO.
Ora cosa bisogna fare?