09 settembre 2013

Lettera aperta al dott. Bellelli



Leggendo il "Fatto Quotidiano" mi sono imbattutto in questo articolo:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/06/ancora-lomeopatia-come-e-possibile/703053/

perciò, ho pensato di rispondere al medico che scriveva. L'ho fatto per le ordinarie vie (e-mail) però ho ritenuto che fosse d'uopo pubblicarlo, tanta è stata la sorpresa.

Gentile dott. Bellelli,


sono rimasto basito, leggendo che - pur (a parole) rispettando la libertà di cura del paziente - lei, sul Fatto Quotidiano, chieda il lancio di un anatema pari a quelli dei tempi di Giordano Bruno. Sarà l'aria di Roma.



Non discuto le sue risultanze scientifiche, perché non ne avrei le competenze, però le devo confessare che - per un problema vertebrale - ho percorso tutta la "scala" della medicina tradizionale, in compagnia di un amico anch'egli malato, compiendo scelte differenti.



Non mi limitai certo ad Ospedali rinomati localmente - come il Santa Corona di Pietra Ligure, che ha un'unità di chirurgia vertebrale unipolare - ma cercai molto, fino al noto "Rizzoli" di Bologna.

Lì, mi dissero che il mio problema era il diametro della colonna: non c'era nulla da fare, se non nuotare e rivolgersi alle medicine alternative. Lo raccomandarono i medici del Rizzoli, mica me lo sognai.



Fui fortunato. Conobbi un bravo medico italiano, ex chirurgo, agopuntore ed il tre mesi guarii: la faccenda è di 15 anni fa, tanto per capirci.

Oggi mi sono scordato della schiena, sono tornato ad andare a funghi ed alla mia grande passione: il mare e la navigazione da diporto. Ogni tanto la schiena si fa sentire, ma come per chiunque a 63 anni. Le rammento che, all'epoca del "grande dolore", giunsi a 2000 unità di cortisone il giorno.



L'agopuntura ha una sua teoria - col medico è nata un'amicizia e, piano piano, ho approfondito con lui in via quasi sperimentale (su me stesso) le sue teorie viste in chiave psicologica - mi creda: è profonda, e con me ha funzionato.

Lei risponderà con l'obiezione della casualità, del placebo...e via discorrendo: libero di crederci, ma questo non vuol dire sparare a zero con chi non la pensa come lei.



Vuole sapere come finì il mio amico?

La pensava come lei: era un preside, con una formazione positivista molto accentuata. Rifiutò qualsiasi approccio alternativo e si fidò ciecamente della medicina tradizionale: ebbe un buon consigliere sui luoghi ove rivolgersi, il fratello medico.

Subì diversi interventi chirurgici, gli fu impiantato un chip sottopelle (non mi chieda il perché, non lo so) ed oggi (64 anni) cammina col girello ed il pannolone, perché ha perso il controllo dei muscoli dello sfintere.

Un mese fa è giunta la sua liberazione: è uscito fuori di senno (Alzheimer?) e fornisce indirizzi vecchi di 40 anni, parla di gente oramai morta come se l'avesse vista ieri...eccetera...lei è medico, sa meglio di me a cosa mi riferisco.

Paradossalmente, la sua deambulazione è molto migliorata e soffre molto meno per la schiena: quando l'ho raccontato al mio agopuntore abbiamo sorriso entrambi, di un sorriso triste, di compassione. Grazie alle teorie dell'agopuntura è tutto chiaro: forse - le consiglio, poi faccia come vuole - sarebbe necessario un supplemento d'indagine.



Con i miei più cordiali saluti

14 commenti:

Carlo Bertani ha detto...

Cari amici,
mi faccio vivo con un post un po' diverso dal solito.
Presto tornerò all'ordinaria amministrazione, ma vorrei da voi un'informazione.
Sul mio PC le colonne del blog sono andate a farsi benedire: non si vede nemmeno tutto il testo.
E' così anche per voi?
Grazie

Andrea Bellelli ha detto...

Caro sig. Bertani,
ho ricevuto varie e-mail in relazione all'articolo che lei cita. Come i commenti sul Fatto Quotidiano, anche le mail sono fuori tema rispetto all'articolo: l'ho riletto più volte per capire le ragioni dei travisamenti e non le ho trovate: continua a sembrarmi molto chiaro.
Il punto fondamentale che io sostengo è che una legalizzazione ufficiale, con tanto di albi professionali e scuole riconosciute di omeopatia e agopuntura, contrasta con il principio deontologico dell'obbligo di informazione al paziente (nell'articolo c'è anche un link al Codice Deontologico). Questo perché le teorie alla base dell'agopuntura e dell'omeopatia sono false: lo Yin e lo Yang o la forza vitale non esistono: quindi non è lecito al medico informare in questo senso il paziente, si tratterebbe di una truffa. Il paziente, se vuole ha il diritto di rifiutare le cure mediche e di rivolgersi all'omeopatia o alla medicina cinese; ma il medico che le pratica non può dargli informazioni false e non ha informazioni vere da dargli. Se lei ritiene che questo sia un problema piccolo provi a sfogliare un qualunque libro di medicina cinese o di omeopatia e troverà che sono pieni di concetti scientificamente impresentabili.

Nel mio articolo ho scritto:

C’è un grave problema etico nel tentativo di promuovere legalmente queste discipline infondate. L’articolo 33 del Codice di Deontologia Medica dice che “il medico deve fornire al cittadino la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche”: lo specialista omeopata riconosciuto per Legge e iscritto all’Albo dovrà raccontare al paziente la favola della forza vitale disturbata dalla malattia?
Lo specialista di medicina tradizionale cinese gli parlerà di squilibrio dello Yin e delle Yang? Sono queste le teorie scientifiche alle quali il legislatore intende dare dignità di “più idonea informazione sulla diagnosi”?

Il punto sembra abbastanza chiaro, non le pare?

La grandissima parte dei miei critici (l'articolo ha avuto oltre 1500 commenti), incluso lei, ha ritenuto che io volessi vietare l'omeopatia o l'agopuntura o che io sostenessi che sono pratiche inefficaci. Io non voglio vietare nulla a nessuno, solo ricordare che è proibito truffare il paziente fornendogli informazioni false. Inoltre certamente penso che l'omeopatia sia inefficace mentre sono un po' più aperto sulla possibile efficacia dell'agopunture ed infatti ho scritto:

"Se l’agopuntura ha effetti, questi dipendono da ragioni diverse da quelle tradizionalmente indicate."

Nessuno, ma proprio nessuno, di quelli che hanno commentato l'articolo si è cimentato col problema che vi era proposto: il medico che pratica l'omeopatia o la medicina cinese racconta, pubblica, scrive e diffonde informazioni scientificamente false. Perché il paziente ha libertà di scelta ma il medico non ha libertà di imbroglio, e al paziente può solo dire: "la mia pratica a volte a funzionato e non so perché". Non è questo quello che gli omeopati o i medici che praticano la medicina cinese dicono e scrivono.

Cordiali saluti
Andrea Bellelli

francamdar ha detto...

anch'io visualizzo male il testo


il rientro va bene -
solo la tabulazione aver sembra persa la formattazione del foglio di stile-

doc ha detto...

Alcune domande.
1-é vero che i medici, in qualità di dipendenti di strutture del SSN, per contratto, sono abbligati a prescrivere solo ed esclusivamente le medicine garantite dal SSN?
2- è vero che quando, dopo sperimentazione sui pazienti, alcune vengono dichiarate dannose, ed eliminate dal circuito distribuitivo, la c.d. scienza medica riconosciuta non paga mai pegno?
3-come mai, la chemio tradizionale, che fa capo alle grandi del settore, continua ad essere applicata indiscriminatamente nelle strutture nazionali, pur sapendo che la distruzione che inducono nell'organismo umano attestato dalle stesse "autorità" che ne statuiscono la estrema tossicità sia dei medicinali che, anche, degli strumenti-atrezzi usati?
infine, per brevità, mi limito alla domanda essenziale
4- La medicina è una scienza? E se lo è in base a quale definizione o meglio quale è il paradigma a cui soddisfa?
La domanda è legittima perchè, come sempre, dai canoni della scienza, per ovvi motivi di convenienza, viene sistematicamente eliminato lì'elemento che ne ha determinato lo sviluppo: il dubbio.

Buone Altermative a tutti.
Doc

Andrea Bellelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea Bellelli ha detto...

Voglio provare a rispondere a doc, osservando però che le discussioni con i fautori dell'omeopatia sono sempre confusissime. Infatti il fautore dell'omeopatia non segue una discussione lineare su un argomento per volta, dal principio alla fine, ma butta giù alla rinfusa una serie di argomenti diversi, mescolando vero e falso, certo e opinabile, provato e non provato.
1) Non è vero: i medici dipendenti dal SSN possono prescrivere qualunque farmaco sia ammesso alla vendita dalla legge (anche gli omeopatici); però il SSN passa gratuitamente solo alcuni farmaci, gli altri il paziente se li deve pagare di tasca sua.
2) Non è vero: quando un farmaco causa danni ai pazienti i pazienti o i loro eredi fanno causa alla ditta e ottengono risarcimenti, spesso molto ingenti. Questa è una delle ragioni per le quali le ditte sono restie a introdurre sul mercato nuovi farmaci per patologie poco diffuse: il rischio economico è troppo grande. La "Scienza Medica Riconosciuta" è una entità troppo astratta per essere citata in tribunale, ma le case farmaceutiche e i singoli operatori della sanità pagano eccome.
3) Perché la chemioterapia antineoplastica fa meno danni del cancro lasciato a se stesso e prolunga la vita del paziente. Il paziente può comunque rifiutare la chemioterapia, e scegliere di morire. Se lo ricorda questa fu la scelta dell'ex-Presidente francese Francois Mitterrand, che ebbe un certo risalto sui giornali.
4) La medicina è una scienza rispetto a tutti i criteri scientifici correnti. Poiché è una scienza statistica è costruita su casistiche e il caso singolo è trattato in modo probabilistico. Sia la medicina che la chimica (ad esempio) sono statistiche e valide solo per gruppi costituiti da molti elementi. Se una reazione chimica ha una resa del 50% vuol dire che mettendo nel recipiente di reazione un miliardo di miliardi di molecole la metà si trafsormerà nel prodotto desiderato e l'altra metà in sottoprodotti indesiderati. Il chimico non sa cosa farà una singola molecola ma sa cosa succederà al campione. Per il medico è lo stesso, con la differenza che il medico si preoccupa di ogni singolo paziente mentre il chimico non si preoccupa di ogni singola molecola.

Walter ha detto...

Egregio dott. Bellelli....si rilassi.
Le sia d'aiuto il link a seguire:


http://www.youtube.com/watch?v=7xdEytz16jY

Carlo Bertani ha detto...

Caro dott. Bellelli
guardi che il vero "punto" della discussione non mi era sfuggito: con quale autorità voi negate la veridicità delle risultanze in campo sperimentale alle medicine alternative?
Sulla base della scienza, della nostra scienza: capisco.
Non ci sarà, per caso, un tantino d'atteggiamento neo-coloniale in tutto questo?
Forse sarebbe necessario un maggior interscambio fra le culture e spogliarsi del pregiudizio che la nostra sia l'unica credibile.
Per esempio: i medici tibetani affermano che il diabete è una malattia con decorso di guarigione di 90 giorni, mentre sono quasi disperati per una bronchite. Ovvio, non usano gli antibiotici.
Non è certo colpa sua, ma di una scienza che non è "mondiale", bensì "occidentale" e basta.
Non affermo che si debba credere al primo stregone che passa, ma queste medicine hanno all'attivo migliaia, milioni di guarigioni.
Non è, per caso, che lo strumento (il nostro sapere) è inadatto per giudicare il loro?
Non le ho citato Giordano Bruno e Galileo per caso.
A risentirci
Carlo Bertani

Carlo Bertani ha detto...

Qualcuno ha consigli per rimediare la tabulazione del mio blog? Aiuto...
Carlo

Eli ha detto...


Carissimo,

cosa intendi quando affermi che non vedi le "colonne" del tuo blog?
Io vedo una pare centrale, con gli articoli, ed a destra la tua foto, i tuoi links, gli habitués del sito, e l'archivio.

Detto questo, passiamo all'argomento principale.
La medicina è una scienza empirica, il che implica che funziona ad esperimenti, con uno può avere efficacia, con un altro no. Anche i prodotti farmaceutici allopatici, malgrado la tanto decantata scientificità, a volte con qualcuno sono inefficaci. Per non parlare degli effetti collaterali, dei quali i medici quasi mai avvertono il paziente: da un lato ti risolvono il problema cogente, dall'altro ti intossicano e ti danneggiano altri organi. Il che ti spingerà a ricorrere ad altri farmaci: la cosa è stata ben studiata! Lo scopo principale non è la cura del paziente, ma la creazione di nuovi malati, che frutteranno profitti, nuovi studi, nuovi finanziamenti, in una spirale senza fine. Negli USA calcolano che 225.000 pazienti all'anno muoiono per cause iatrogene.

http://www.mednat.org/fallimento_meduff_usa.htm

Ricordo di essere stata pesantemente aggredita (verbalmente, per sua fortuna!) nello studio di un cardiologo da cui avevo accompagnato mio padre, solo per aver chiesto se ci fossero effetti collaterali di un certo farmaco...Ecchecazz! Il paziente non deve sapere, non deve scegliere, deve solo OBBEDIRE!

Sì, Carlo, anche la medicina in occidente è autoritaria e paternalistica, essendo riuscita a medicalizzare una cosa semplice e naturale come la gravidanza. Del resto a nessuno sfuggono le implicazioni con molti zeri dei prodotti di Big Pharma, che convincono molti medici, quelli che ne beneficiano in parte. Poi ci sono una serie di persone in buona fede che ignorano, proprio non sanno cos'è un essere umano, com'è fatto, come funziona. Applicano i protocolli, e tanto basta loro. Spesso non ascoltano neppure i loro pazienti, tanto c'è il protocollo.

L'omeopata invece ti ascolta, ti studia, sa che non esiste la malattia ma solo il malato, e questo fa parte della terapia. Una visita, a volte, dura più di un'ora! Sei preso in considerazione come essere totale, non è interesse del medico solo il tuo fegato od il tuo cuore, ma tutta la persona, e ciò è rivoluzionario!

Ho scelto omeopatia, agopuntura, aromaterapia, Fiori di Bach, almeno venticinque anni fa, e sono soddisfatta del risultato: ho una salute invidiabile, mai un raffreddore, non so cosa sia l'influenza, insomma, non sono intossicata di farmaci né di proteine animali, essendo vegetariana. La buona salute mi regala gioia di vivere e buon umore, vitalità ed un sacco di energie, anche mentali.
L'unica volta in cui sono stata veramente sul punto di ...lasciarci le penne e tutti i gastroenterologi si erano arresi, molti anni fa, è stato un farmaco omeopatico a salvarmi la vita.

Ma questo loro non lo sanno...
La disinformazione e l'ignoranza diffuse per decenni nelle università, oltre ai benefits diffusi dalle case faramaceutiche, hanno fatto un grande lavoro nel tempo, ottundendo le coscienze. In fondo questi medici increduli sono le prime vittime di questa manipolazione cognitiva.

Nel frattempo sono in aumento cancri, leucemie, demenza senile, diabete anche nei bambini e nei giovani...

Ci lascino perciò la nostra bella libertà di scegliere, di approfondire e di curarci come vogliamo. I continui attacchi all'omeopatia ed alle altre medicine collaterali nulla possono con chi le abbia sperimentate su di sè, ed anche il Codex Alimentarius, che l'UE vuole imporci, glielo rispediremo al mittente!

Ciao. Eli

Anonimo ha detto...

L'etica della ricerca
Dopo le aberranti sperimentazioni condotte nei campi di concentramento nazisti, la comunità internazionale, per la prima volta nella storia, decise di redigere le regole della sperimentazione sull'uomo. Era il 1947 e il documento, noto come 'Codice di Norimberga', proclamava in modo solenne che "il consenso volontario del soggetto è assolutamente necessario". Tuttavia il vero significato del consenso volontario e non sostituibile da altre modalità di legittimazione venne compreso soltanto nei decenni successivi, attraverso un percorso che non è stato uniforme nei vari Paesi.

Oggi il principale documento che regola l'eticità delle sperimentazioni nell'uomo è la Dichiarazione di Helsinki, redatta nel 1964 dalla World Medical Association (Associazione mondiale dei medici). Il documento, aggiornato nel 2004, regola i diritti degli esseri umani coinvolti nella sperimentazione dei farmaci. Al paziente viene riconosciuto il diritto alla riservatezza sui dati raccolti e il diritto di sapere chi gestisce i propri dati clinici. Ogni paziente può decidere di negare il proprio consenso alla partecipazione in qualsiasi momento, senza ripercussioni sul diritto di cura. Non è inoltre tenuto a dare spiegazioni in caso di rifiuto a partecipare oppure se decide di abbandonare lo studio. In ogni caso, ha il diritto di ricevere la migliore terapia al momento disponibile.

Anonimo ha detto...

Bella tesi su Tiziano Terzani e il suo rapporto con la malattia che lo coinvolse in tutte le dimensioni dell'io e del non-io, in un viaggio personale verso il "suo" Oriente.
http://www.francescomonaldi.it/Tiziano%20Terzani_tesi%20di%20Eva%20Provedel.pdf

Anonimo ha detto...

Tendenzialmente, le rivoluzioni vengono dagli strati sociali afflitti da tutti i mali che dici tu, Carlo, ma nel passato esistevano due vantaggi, oggi in Europa assenti: analfabetismo di massa e proletariato giovane e diffuso su larga scala.

Mi duole dirlo e tu come insegnante/educatore ne sei al corrente: la scolarizzazione è un afreno alle nascite - lungi da me il propinare una sovrappopolazione a danno dell'eco-sfera - ed è un mezzo molto pervasivo di indottrinamento, usato per propagandare la bontà di questo o quel sistema politico più o meno coercitivo. (e qui intendo tutte le 50 sfumature di tirannia ivi compresa la tanto decantata democrazia).

Tu citi la Rivoluzione, immagino, sottintendendo che il tentativo è già stato sviluppato nella teoria e nella prassi - diciamo tra il 1789 e il 1989, per non estendere lo sguardo storico alla formazione degli imperi sacri e profani - sapendo che il fallimento fu inevitabile e non auspicato.

L'ultima grande forma di credo che ha avuto il 10% di fedeli consapevoli e illusi e il 90% di poveri straccioni molto meno creduloni dei loro dominatori, è morta e sepolta in qualche trafiletto a piè di pagina nella grande maggioranza dei libri di testo che presto non la citeranno più con il suo nome: comunismo.

(continua…)

Anonimo ha detto...
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