09 novembre 2012




De Gerarchia



La Gerarchia è un elemento fondante di tutti i regimi di destra, al punto che l’omonima rivista fu fondata dallo stesso Benito Mussolini nel 1922: è stupefacente quanto oggi – nel silenzio più assoluto, coperto dal gran frastuono dei media – si stia tornando a dei concetti e a delle prassi di tipo gerarchico. Alcune delle quali – ci teniamo a sottolinearlo – cozzano violentemente contro la Carta repubblicana.

Va detto, anzitutto, che nel concetto fascista di Gerarchia i ruoli erano ben chiari, e soprattutto, bilanciati dalla forza di altri due contrappesi: lo Stato e la Legge, anche se non sempre – per la classica abitudine italiana al “tengo famiglia” od altre scemenze italote – la cosa funzionava.



Vediamo, anzitutto, una definizione di Gerarchia tratta da Wikipedia:



“Una gerarchia (dal greco hieros sacro, arché governo) è un sistema di graduazione e organizzazione delle cose. Diversi campi usano la parola in modi leggermente differenti, ma una definizione particolare racchiude il nucleo di quasi tutti gli utilizzi del termine.”



Successivamente, viene fornito un esempio di gerarchia sociale:



“Re, nobili, proprietari terrieri, piccoli proprietari terrieri, contadini, servi.”



La “scala sociale” – che, ricordiamo, è solo un esempio di Wikipedia – si nota subito che è l’antitesi della democrazia: anzi, assomiglia molto all’organizzazione feudale della società.



Andando avanti, viene presentato un altro esempio su basi logico-filosofiche:



“Ad esempio, se Sara è il capo di Giacomo, allora Giacomo non è il capo di Sara. Quando i due nodi sono in relazione, uno è designato come il "superiore" (detto anche "genitore") e l'altro come il "subordinato" (detto anche "figlio"). Nel caso intuitivo della relazione "è il capo di...", il capo è il superiore e l'impiegato è il subordinato.”



Non a caso, però, si precisa che “Quando i due nodi sono in relazione…” intendendo in questo modo che esista una relazione fra le due entità, nella quale una è preminente sull’altra.

Qui ci sono dei vulnus, non nel concetto generale di Gerarchia: il discorso (come approfondiremo in un altro articolo) è intimamente legato alla natura ed ai compiti del Sindacato, nato proprio per mediare fra le parti ed evitare spiacevoli situazioni di sovrani scapitozzati.

Gerarchia e Democrazia sono due termini antitetici? Eppure anche l’antica democrazia greca manteneva delle impronte gerarchiche.


Col trascorrere del tempo, sono mancati i Re ed i Principi, i vecchi proprietari terrieri non sono nulla al confronto dei manager, dei finanzieri internazionali, delle società petrolifere e minerarie: per questa ragione la Gerarchia ha subito un mutamento. Da elemento statico, conformato ad una società con mutamenti lenti e prevedibili, ha assunto una dinamicità senza pari, al punto che la sua potenza negli attuali equilibri, insieme agli scopi ed i fini per i quali è stata “rimodernata”, quasi sfugge.



Sia chiaro: non stiamo parlando di società segrete di qualsivoglia natura – è un altro paio di maniche – bensì di prassi amministrative che si sono lentamente sostituite alle precedenti con la scusa, sempre su tutte le bocche – del “ammodernamento” del Paese. Il che, non è mai avvenuto – basta fare un salto all’estero per rendersene conto – ma in Italia è evidente se ci si presta attenzione e si bevono le fandonie del potere.

Quand’era? Forse il 2004, quando Silvio Berlusconi – con a fianco il ministro per l’innovazione Lucio Stanca – presentò in pompa magna la carta d’identità elettronica: quanto tempo è passato? Cosa è rimasto? Uno spot pubblicitario e la solita carta d’identità, cartacea, in tasca.



Aprendo una breve parentesi, si possono anche comprendere le motivazioni di tali fallimenti: l’apparato informativo dello Stato è fatiscente (colpevoli anche le continue “riforme” delle pensioni, che mantengono al lavoro gente nata prima della Tv, quando molti cavalli correvano ancora nelle campagne italiane).

In altre parole, non è necessario meditare chissà quali piani mefistofelici affinché la stegocrazia sia supportata da forme gerarchiche antidemocratiche: basta lasciar correre le cose come vanno, senza intervenire.

Le procedure possono anche mutare, le persone no: le tessere sanitarie sono inaffidabili, al punto che – in uno studio medico – vidi un cartello che consigliava di portare anche la vecchia tessera cartacea, ma mille sono gli esempi che si possono portare: le carte Bancomat che s’inceppano già da nuove, le multe fasulle (altro intestatario, altra vettura, ecc), le cartelle delle tasse sbagliate (errori d’omonimia, vizi di notifica), ecc.

Chiudendo la parentesi, l’apparato informativo dello Stato tenta di decollare, ma si schianta al suolo alla prima brezza per ignavia, inabilità, incompetenza e menefreghismo.



Quello che invece funziona, e funziona bene, è l’aspetto gerarchico della faccenda: siccome la Gerarchia è mono-direzionale, gli errori e le disfunzioni finiscono per annegare nel silenzio più assordante.

L’attuale Gerarchia è priva degli attributi aulici di un tempo: non vi è nessuna sacralità, nessun neo-platonismo nel suo incedere. Figlia dei tempi, potremmo definirla una neo-Gerarchia, oppure la farsa dell’impianto originario. Peraltro, adatto ad altri tempi, altre società, altre genti.



Laddove leggi, decreti od altro ancora cozzano violentemente contro la realtà dei fatti, contro le incongruenze plateali ed acclarate, la Gerarchia torna utile alla Casta per sbrigare con uno “sbaglio” – sempre altrui – le proprie contraddizioni.

Un esempio lampante è la presentazione, annuale, del concorso per le borse di studio dell’INPDAP, che giunge ogni anno nelle scuole: mi meravigliai parecchio, perché la presentazione della domanda scadeva l’indomani.

Ovviamente, bisognava allegare una serie di documenti che era impossibile rastrellare in così poco tempo, fra i quali la certificazione ISEE che necessita di un CAF per essere compilata. Perché? E’ sin troppo facile immaginare il motivo: alcuni conoscevano anzitempo la data ed il testo del concorso e provvedevano a consegnare la documentazione.

Poi – stranamente – giungevano pochissime domande ed i fondi…beh i fondi erano superiori alle richieste, dunque…



Se questo caso è un classico dell’amministrazione italiana (nelle gare d’appalto, ecc) l’esempio successivo è anch’esso un esempio “di scuola” per rimediare ad un errore legislativo.



La comunicazione che ero soprannumerario giunse per e-mail nel circuito SISSI – le comunicazioni segrete ai Dirigenti Scolastici del Ministero (anche questo un bell’esempio di “glasnost”) – e fu stata pubblicata sul registro, per la firma, intorno al 20 Maggio 2012. La scadenza? 25 Maggio 2012.

Niente paura: le signorie vostre, entro la scadenza dei termini (bonariamente “dilatati” al 31/5/2012 – sic!), faranno domanda per essere immessi nei ruoli degli insegnanti di sostegno.



Questa faccenda del sostegno mi puzzava, perché era avvolta nella carta del sopruso e dell’ingiustizia: nei confronti nostri? No! Dalle parti degli insegnanti di sostegno – gente preparata, che aveva seguito più corsi universitari – ci si sentiva presi per il c…: ma come, questi arrivano, fanno un corso on line di 120 ore più 8 (otto!) in presenza e sono certificati insegnanti di sostegno?

Siamo seri: gli insegnanti di sostegno hanno ragione, da vendere.

Ma come giustificare i “risparmi” operati dalla Gelmini (e sposati in pieno da Profumo) sul personale? Negli Istituti Tecnici le classiche 2 ore settimanali di laboratorio (Fisica, Chimica, Informatica, ecc.) sono state ridotte ad una: immediatamente, migliaia di soprannumerari. Eppure erano e sono ore d’insegnamento qualificanti, le uniche nelle quali gli studenti possono misurarsi con oggetti, procedure, metodi, ecc: vabbuò, fate un comunicato stampa nel quale sottolineate l’importanza della pratica sperimentale – pare d’ascoltare Profumo – e, contemporaneamente, cacciateli così risparmiamo.

“Er Batman”, Formigoni, Lusi, Penati…che c’entrano? Altro capitolo di bilancio.



In questa guerra dei poveri fra soprannumerari, precari, docenti di sostegno ed altri poveri sfigati – una guerra dolorosa, pare di tornare lassù, in “Un anno sull’altipiano” a sparare su poveri fantaccini bosniaci, inviati da Franz Josef lontano dalla loro terra a morire – ciascuno deve obbedire e fare la sua parte. Ossia la classica “domandina”: così faccio anch’io subito, entro il 31 Maggio 2012.

Poi, giunge il “ciclone” Bondi con la sua Spending Review – un tecnico nominato da un altro tecnico, una meraviglia di democrazia – e tutto diventa fumoso: dobbiamo fare un’altra domanda? La facciamo.

La prima versione non va bene perché non correttamente compilata con “l’apposito” software (Acrobat Reader 11, ah, ah, ah): niente paura, la rifaccio e tutto va bene, ma…

Si invia di nuovo l’allegato 2, modulo domanda, che sostituisce quello inoltrato nella mail di seguito riportata.

Per puro errore materiale non era stata inserita la classe C510 tra quelle in esubero.



XY

Dirigente Ufficio N

Direzione Generale per il Personale Scolastico

Ministero Istruzione, Università e Ricerca



Al che, rispondo nel modo più logico e semplice possibile:



Scusate un chiarimento: chi appartiene a classe di concorso diversa dalla C510, oggetto dell'ultima versione della domanda, deve inviare nuovamente la domanda (avendola già inviata)?

Grazie

Con i miei più cordiali saluti

Carlo Bertani



Risponde WZ, alto papavero regionale dell’istruzione:



SI. Grazie. WZ



A questo punto, come usa dire, m’incazzo una riga e rispondo:



Scusi dott. WZ, ma cos'è, uno scherzo?

Lei mi risponde il 30 per una scadenza del 31? Avendo già io inviato la domanda?

Non è colpa mia se sbagliate a fare le domande tre volte il dì, ma le assicuro che ci sarà un ricorso. Aspettatevelo pure: questa non è serietà.

Saluti

prof. Carlo Bertani



Niente paura: la Gerarchia è protetta da indirizzi di e-mail mono-direzionali, cosicché partono solo ordini ai quali si deve obbedire. Sieg Heil!



This is an automatically generated Delivery Status Notification.

Delivery to the following recipients failed.

WZ.ge@istruzione.it



Finito: la Casta – mediante la Gerarchia truffaldina – ha ottenuto il suo scopo: ha mescolato le carte al punto che, se non hai presentato per tempo la domanda (eh certo, siamo tutti lì fino a mezzanotte del 31 ad aspettare le loro comunicazioni) che vuoi?



La Gerarchia ha cominciato ad impazzare man mano che hanno scoperto il mezzo elettronico come simil-rapporto con l’utenza: a loro non fregava nulla della modernizzazione del Paese, bastava sostituire un luogo dove c’era un bancone e si potevano battere i pugni per avere giustizia con un luogo asettico, lontano, impersonale e difficile da utilizzare, soprattutto per le scarse nozioni informatiche degli italiani.

E-bay, Paypal? Tutte creature estere.



Quando, poi, c’è il rischio di perdere dei soldi – semplicemente la cessazione di un servizio – si scatenano: in Italia non è possibile che una persona si trasferisca, cambi operatore telefonico, oppure – più semplicemente – passi a miglior vita. Qualcuno deve continuare a pagare e, per questo, sono pagate profumatamente le varie “autority" che hanno il compito di proteggere i bilanci delle varie società, affinché non abbiano a soffrire. E che gli italiani continuino ad essere spremuti.

La principale attività italiana è diventata il call centre, un luogo dove – nonostante gli sforzi dei poveri addetti – nove volte su dieci non si riesce a concludere nulla. Allora provi via Internet, come ho fatto io per comunicare alla RAI la morte di mia madre e, ovviamente, la cessazione di un servizio.

Riesco a trovare (con difficoltà) la pagine delle cessazioni per decesso e scrivo:



Immediata la risposta:




Questo scoraggia chiunque: lo sanno. Provo tre volte, poi lascio perdere e tornerò alla via cartacea fatta di raccomandate, bolli, atti di notorietà e soldi, sempre soldi da sborsare.

Così è tutta la pubblica amministrazione: zeppa d’errori, malfunzionamenti, carcasse informatiche che vagano nell’Averno del Diritto sbeffeggiandolo e ridendo per la loro incapacità, coperta da dirigenti nominati de lege (partitica).



Anni fa, m’incaponii e riuscii a far multare Telecom Italia (4,5 milioni di euro) per abuso di posizione dominante, ma fu uno sforzo mica da poco con lettere, e-mail, comunicati, ecc.

Allora, la Casta moltiplica le occasioni di scontro: il confronto fra il cittadino e lo Stato non è ad armi pari, poiché dovresti avere uno stuolo di segretarie ed un archivio per tenere loro testa. Lo sanno, e ci vignano.

Sulla pubblica amministrazione regnano personaggi da operetta, come Brunetta o Patroni Griffi: l’unico imperativo è come licenziare, far fuori personale, mica rendere un servizio al pari di Francia o Germania. Di questo, non gliene frega nulla: ditemi, nell’ultimo decennio, un esempio – giunto dalla P.A. – d’ammodernamento veramente utile ai cittadini.



Vittorio Feltri ha detto una cosa giusta nell’ultima puntata di Servizio Pubblico: Grillo può essere un buon bulldozer per spazzare via questa immondizia politica ed amministrativa e bene fa a mettere delle regole, come quella di non partecipare ai talk-show. Da uomo di spettacolo, sa bene quali rischi si corrono e non vuole che i suoi giovani imberbi siano subito confusi con gli stupidi che vanno in Tv a sbraitare ed insultare.



Dopo? Dopo sarà più dura per la Casta, e lo sanno: dovranno governare con ancor più italiani contro, questa volta in Parlamento. Sempre che Grillo non faccia Bingo e ci riesca: sarebbe un altro paio di maniche ed un diverso scenario, tutto da inventare.



Lo so che soffriamo mille ingiustizie, ma uno spiraglio c’è: sfruttiamolo.

6 commenti:

MattoMatteo ha detto...

Niente da aggiungere, solamente il fatto che sono daccordo con te al 10000%

doc ha detto...

Ok, grillo potrebbe essere il Bulldozer che fa tabula rasa di questa classe politico-diriginziale: insomma, poniamo che Grillo riesca a creare una specie di sisma sociale. Bene ma....resta un problema, quello del dopo sisma. E poi, come ri-costruire? Quali saranno, ad esempio, gli strumenti contabili idonei, e con e su quale moneta opereranno, ed in quale ambito, nazionale o non etc...
A, e per questo proposito mi viene in mente un altro periodo di "crisi" non sfruttato a dovere proprio perchè dopo il terremoto - la Resistenza Partigiana- si ricostruì con gli stessi architravi del vecchio sistema....le cui conseguenze sono confluite in una nuova possibile implosione che andrebbe, dopo, sfruttata meglio che allora...
Buon Cammino a Tutti
Doc

Carlo Bertani ha detto...

Grazie a MattoMatteo ed a Donato qualche riflessione: perché preoccuparsi della ricostruzione quando, prima, c'è tutto da demolire?
Inoltre, la Resistenza ci ha lasciato quella Costituzione contro la quale persino i presidenti (oggi)lottano: era proprio ben fatta.
Ciao a tutti
Carlo

Eli ha detto...

La gerarchia è solo un mezzo per esercitare un potere.
Ma il potere, lo sappiamo, non esiste, siamo noi che lo diamo e lo conferiamo. Il notabile, il quacquaracquà, pensa di avere potere perché gli stolti s'inchinano al suo passaggio.
Togliamo il potere ai farabutti, e crolleranno come sacchi vuoti.

Un bel fuoco nel camino, una tazza di tè caldo ed un buon libro sono quanto di più vicino al mio personale concetto di felicità.
In questo momento il libro è il Signore di Ballantrae, di Stevenson.
Avevo bisogno di un narratore vigoroso!
Abbracci sentiti...

Anonimo ha detto...

A voi tutti il mio ultimo post, visto gli ultimi eventi che danno il la a quanto Eli giustamente osserva.

X-REACTOR

https://plus.google.com/u/0/117261375620839596177/posts

Avevo bisogno anch'io di scrivere vigorosamente.

Ricambio di abbracci per tutti.

Eli ha detto...

Nostromo,

ma il tuo avatar ed il tuo sito sono sponsorizzati dal Tonno omonimo?
Ne sembri l'agente pubblicitario...