Una bella storia
Finalmente una buona notizia: il prof. Veronesi ha comunicato l’esito di una ricerca[1], mediante la quale sarà possibile ottenere delle diagnosi più precise per il tumore al polmone e, soprattutto, quelle diagnosi potranno evidenziare l’insorgere del male quando ancora non presenta sintomi evidenti, dando così la possibilità ai medici d’intervenire rapidamente e con ottime probabilità di successo.
Sempre Veronesi, ha affermato che il test dovrebbe essere fornito gratuitamente ai fumatori, poiché potrebbe salvare migliaia di vite l’anno.
Su quel “gratuito” – per come va oggi l’andazzo della Sanità – ci permettiamo d’avere qualche dubbio, ma l’intenzione è buona e speriamo che ascoltino Veronesi.
Una storia italiana
L’altra notizia – che non ha avuto certo il privilegio di finire sulle prime pagine dei grandi quotidiani – riguarda invece la Riso Scotti, una delle principali aziende italiane di produzione e raffinazione del riso, che ha sede a Pavia e coltivazioni in Italia e nell’Europa dell’Est, nell’area danubiana.
La Scotti, però, non limita la sua azione alla semplice produzione e commercializzazione del riso, bensì “spazia” nel settore dell’energia, ed ha creato l’apposita divisione “Riso Scotti Energia”[2].
Cosa fa la Scotti nel ramo energetico?
Produce energia elettrica utilizzando gli scarti della produzione: nel riso, la parte della pianta utilizzabile a fini alimentari è meno della metà (secondo i prodotti ed il tipo di lavorazione: riso brillato, integrale, ecc). Siccome la produzione d’energia elettrica avviene utilizzando biomasse, la Riso Scotti Energy gode del trattamento di favore che lo Stato riserva per quelle produzioni, ossia quelli derivanti dai fondi CIP6 che tutti paghiamo sulla bolletta elettrica.
Avevo già indicato in un precedente articolo (Biomasse in salsa italiota[3]) come le biomasse utilizzate in questa forma – e non per il riscaldamento degli ambienti – servano principalmente ad arricchire i soliti noti, ma andiamo avanti e rimandiamo alle considerazioni già esposte in quell’articolo.
Succede, proprio nel Novembre del 2010, che parta un’indagine sull’impianto a biomasse dell’azienda sito nel comune di Pavia: l’indagine prende il via da Grosseto ma, per competenza territoriale, è la Procura di Pavia ad occuparsene.
Quella che appare, è una tragedia ambientale.
Stupisce che la notizia non sia rimbalzata sui grandi network né abbia avuto il giusto risalto: Beppe Grillo se n’è occupato, ma i grandi giornali hanno taciuto, il che fa tornare alla mente la “dimenticata” vicenda delle navi affondate in Calabria, che parevano essere una, due, sei, otto…e tutto terminò con un relitto della Prima Guerra Mondiale. Ed una motonave – la Jolly Rosso – abbandonata sull’arenile non si sa perché.
Ma torniamo a Pavia.
La produzione del riso, in Italia, è di circa 1,3 milioni di tonnellate (secondo l’anno, la meteorologia, ecc): siccome questa cifra indica solo la parte del cereale utilizzabile ai fini alimentari – che è circa il 50% del totale – possiamo ipotizzare almeno 1 milione di tonnellate di biomassa utilizzabile ai fini energetici.
Quanto, di questa biomassa, è stata utilizzata nell’impianto della Scotti?
Non possiamo saperlo, però possiamo ipotizzare che diverse decine di migliaia di tonnellate, forse centinaia, erano ogni anno incenerite a Pavia per produrre energia, guadagnare ed incassare i contributi statali: dall’inchiesta, pare che siano stati almeno incassati 30 milioni di euro solo nel biennio 2007-2009.
Come funzionava l’andazzo? Semplice.
Nello stesso periodo, l’azienda accettava lo “smaltimento” di rifiuti fra i più disparati:
“L’impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia spa posto sotto sequestro nel Comune di Pavia utilizzava secondo gli inquirenti nella produzione di energia elettrica e termica, oltre alle biomasse vegetali, rifiuti di varia natura - legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane e industriali e altri materiali misti - che per le loro caratteristiche chimico-fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti - cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri - previsti dalle autorizzazioni.”[4]
La quantità di rifiuti incenerita illegalmente nell’impianto della “Scotti” – ad oggi, secondo le attuali stime degli inquirenti – s’aggira intorno alle 40.000 tonnellate. Una catastrofe: significa che sono stati inceneriti i carichi tossici di quasi 1.500 autotreni!
Non contenti, rivendevano l’intruglio di pula di riso e monnezza ad altre aziende, le quali producevano pannelli per l’edilizia e, addirittura, la “pozione” era fornita ad aziende agricole come lettiera per l’allevamento dei polli: uova coloratissime, al Cromo.
Era tutto segreto?
No, tanti sapevano, al punto che il Presidente dell’AMIA (gestione rifiuti) veronese – Paolo Paternoster – lo ammetteva candidamente[5]:
“Siamo al 48% di materiali riciclati…” afferma contento Paternoster ed aggiunge “Attualmente, all’interno del termovalorizzatore i cui forni sono spenti da tempo, funzionano le linee per la produzione del CDR, che viene smaltito dall’azienda alimentare Riso Scotti di Pavia…”
“Smaltito”?!? “Alimentare”?!?
Il buon Paternoster si “lancia” addirittura nella previsione di una diminuzione dei costi della tassa sulla spazzatura per i veronesi: guardate come siamo bravi! Recuperiamo e vi facciamo spender meno!
Siamo alla follia estrema: la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, le tre scimmiette non vedano, sentano ed odano nulla. Solo l’indice destro sia attivo, per cliccare sul mouse e verificare a quanto ammonta il “giro” di soldi che si guadagna grazie alla monnezza. E, questa volta, è monnezza nordica, delle terre leghiste, “verde”.
Ovviamente, qualcuno sapeva e stava zitto. Ecco il “giro” dei monnezzari:
“Oltre all’arresto di Giorgio Radice, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto di coincenerimento della Scotti Energy a Pavia, situato in via Angelo Scotti, e la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Massimo Magnani, direttore tecnico dell’impianto; Giorgio Francescone, consigliere delegato e responsabile dell’impianto; Cinzia Bevilacqua, impiegata amministrativa dell’impianto; Marco Baldi, responsabile del laboratorio di analisi chimiche Analytica srl di Genzone (Pavia); Silvia Canevari, tecnico responsabile del laboratorio Analytica; Alessandro Mancini, intermediario e Amministratore Unico della Mancini Vasco Ecology srl di Montopoli in Valdarno (Pisa).”
C’è chi sta zitto e chi, invece, pensa d’esser più furbo degli altri e canta, come la gallina quando fa l’uovo. E’ il nuovo responsabile della Analytica – Filippo Camoni – che si fa vivo per affermare:
“Il dott. Marco Baldi non è più titolare del laboratorio Analytica e che lo stesso laboratorio - che rappresento - non vuole essere accomunato alla vicenda.”[6]
Beh…certo che “non è più” ma, se la lingua italiana è ancora intelligibile, significa che “lo è stato”, o no? Non riteniamo, sig. Camoni, di doverle citare Aristotele.
I dubbi, però, riguardano il danno ambientale reale che c’è stato in questi anni: nessuno ha visto niente? A cosa servono, allora, quelle costosissime centraline per l’analisi dell’aria? Le nanoparticelle generate da quelle 40.000 tonnellate di schifezze, nessuno le ha notate? Tutti sono a posto, con la coscienza tranquilla? E i dati forniti, in quegli anni, dalle analisi dell’aria? Com’è possibile che 40.000 tonnellate di rifiuti se ne vadano per l’aria e nessuno s’accorga di niente? O i dati sono stati taroccati, oppure le centraline non “beccano” una mazza.
Nessuna novità: sarà come per l’aumento dei carcinomi in Calabria il quale – ovviamente – non c’entra nulla con quello che c’è in mare e nemmeno ha a che fare, per la Campania, con tutto quello che è stato sotterrato.
Stupisce (ma non troppo) la precisazione:
“«Non ci sono atti di indagine sugli impianti di produzione del riso», precisa il Corpo Forestale dello Stato.”
Non stupisce più di tanto perché, questa vera e propria associazione a delinquere che ha avvelenato il pavese, non si poneva il problema dei cicli naturali: per loro, l’unica cosa ad aumentare era il conto in banca.
Dove si produce il riso?
Principalmente nelle province di Vercelli, Pavia e Novara.
Immaginiamo che, per alcuni anni, degli appositi autotreni con impianti nebulizzatori avessero scorrazzato in lungo ed in largo per le strade di quelle aree, propalando ai quattro venti una miscela aerosol di 3-4 benzopirene, diossina, Cromo, Piombo, Mercurio…avanti e indietro, per anni.
Mangereste quel riso?
Tanto non potete farci niente: come i soldi, anche il riso del supermercato non ha odore, ci saranno altri che certificheranno la buona qualità del prodotto, come la terra in Campania e l’acqua in Calabria.
Ma, quel lurido camino che per anni ha sbuffato fuori veleni, ha avuto – a causa dei venti, delle nebbie, delle piogge – lo stesso effetto dei camion sopra citati: la diffusione nelle acque, nella terra, nei muri, nelle piante, nelle strade, negli stagni…
Crediamo bene che i grandi quotidiani abbiano appena sfiorato l’argomento, perché non si può raccontare alla gente che migliaia di tonnellate di sostanze fra le più cancerogene che esistano sono attualmente presenti nei loro campi, nei loro giardini, persino nella terra dei vasi sul terrazzo.
E – ironia della sorte – quella gente ha pagato una tassa aggiuntiva sulla bolletta dell’ENEL per avere “energia pulita”!
Infine, ci domandiamo cosa il prof. Veronesi dovrà inventarsi per l’oltre mezzo milione d’abitanti[7] della Provincia di Pavia, sui quali – nel generale silenzio dei grandi media – sono precipitati addosso i residui di 40.000 tonnellate di rifiuti tossici. Auguri, professore: forse dovrà campare fino a 140 anni, per scovare le contromisure.
Conclusioni
Sarebbe stolto osservare questa vicenda come la solita “mela marcia”, “mosca bianca” o roba del genere: questo è l’andazzo del Belpaese, che sarebbe meglio definire il “Malpaese”. Perché?
La risposta è nella nostra Storia: mai come nel nostro caso, vale la morale del bellissimo film di Liev Schreiber “Ogni cosa è illuminata”. E’ illuminata dal passato: dalle vicende vissute dalla popolazione, dalle loro risposte, dall’infinito ripetersi dei comportamenti interiorizzati. E il richiamo alla Storia non è un volo pindarico, una favoletta per allocchi: solo là troveremo le ragioni del nostro essere oramai immuni da ogni forma d’indignazione, di sussulto d’orgoglio, di dignità.
Si cominciò col credere che un vigoroso impulso risorgimentale avesse travolto una terra divisa in mille fazzoletti per riunirla: sbagliato. Furono semplicemente attuate le direttive britanniche, per creare nel Mediterraneo un contraltare all’espansionismo francese[8], mentre i veri rivoluzionari erano al confino od erano stati prudenzialmente fucilati anzitempo.
Si passò quindi all’infinita vulgata dell’italiano “brava gente”, che scendeva da Andalù per costruirgli strade, ponti e donargli il sorriso: sbagliato. Pochi popoli furono brutali come gli italiani nei confronti delle popolazioni indigene: decimazioni, stragi – un milione di morti in Libia (1/8 della popolazione!) solo durante la fase di “pacificazione” degli anni ’30 – e campi di concentramento come quello di Arbe (Rab), dove si moriva di fame e di stenti. Che trovino il coraggio di trasmettere il noto documentario Fascist Legacy, con il commento del prof. Del Boca, perché un’altra storiografia esiste.
In economia, s’iniziò con Tangentopoli 1 nel 1892, lo scandalo della Banca Romana: si scoprì che la classe politica s’era abbondantemente rifornita di denaro (addirittura falso ed in doppia serie!) dalle casse della banca, per investirlo nella nascente industria pesante italiana, ad esempio la Terni ed i cantieri Orlando. Nel frattempo, le lamiere italiane costavano il doppio e valevano la metà rispetto a quelle della Krupp.
Venne Tangentopoli 2, nella quale Mussolini stipulò un Concordato con il Vaticano per avere, in cambio, appoggio dallo IOR per le costruzioni belliche: anche qui, la qualità fu al primo posto, al punto che nel 1943 la FIAT aveva ancora in produzione il biplano (!) CR-42. Stupirà sapere chi ricevette numerose commesse per l’approvvigionamento dell’Esercito: la famiglia Petacci.
Si giunse – dopo “cambi della guardia” all’ENI in “formato” aereo che cade, e al sistema bancario con “impiccagioni” sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, più stricnina nel caffé – a Tangentopoli 3, che si prese al balzo per regalare ai privati l’apparato produttivo pubblico.
Siamo a Tangentopoli 4 (5? 6?)…Mulinopoli in Sardegna e Sicilia, Monnezzopoli in Campania, Calabria, Lombardia…ovunque…
Proprio oggi, il governo teme che Wikileaks pubblichi chissà quale nequizia nei suoi confronti: noi aspettiamo ancora di conoscere la verità su Piazza Fontana, su Ustica, su Brescia…persino sul Moby Prince! E vorremmo sapere perché “l’anarchico” Bertoli voleva tirare una bomba a mano a Rumor, oppure facciamo finta di credere alle verità confezionate come Bologna o Calabresi. Che ci frega di quello che dirà Wikileaks? Abbiamo tonnellate di punti interrogativi di nostro, da soddisfare!
Non raccontiamoci frottole: siamo un popolo marcio nei suoi fondamenti, nel suo midollo, nel suo sangue malato, nel latte che le madri danno ai loro figli, inconsapevolmente contaminato da montagne di bugie: la monnezza è dentro di noi, non solo fuori.
Quando non sappiamo più come salvarci alziamo le spalle, sbuffiamo e citiamo qualche motto latino: “Malatempora currunt”…eh, che ci volete fare…“De minimis non curat praetor” eh, ma quello chi è? Ma che ci frega di lui! Quell’altro, perché ha raccontato che ci comprammo la partita con il Camerun, è caduto in disgrazia? Eh, “Sic transit gloria mundi”. Maledetto Latino.
E qualcuno ancora si meraviglia, se un’azienda rinomata e solida raccontava di bruciare biomasse, e invece impestava proprio i terreni che coltivava con migliaia di tonnellate d’inquinanti? Ci sarebbe stato da meravigliarsi per il contrario.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Finalmente una buona notizia: il prof. Veronesi ha comunicato l’esito di una ricerca[1], mediante la quale sarà possibile ottenere delle diagnosi più precise per il tumore al polmone e, soprattutto, quelle diagnosi potranno evidenziare l’insorgere del male quando ancora non presenta sintomi evidenti, dando così la possibilità ai medici d’intervenire rapidamente e con ottime probabilità di successo.
Sempre Veronesi, ha affermato che il test dovrebbe essere fornito gratuitamente ai fumatori, poiché potrebbe salvare migliaia di vite l’anno.
Su quel “gratuito” – per come va oggi l’andazzo della Sanità – ci permettiamo d’avere qualche dubbio, ma l’intenzione è buona e speriamo che ascoltino Veronesi.
Una storia italiana
L’altra notizia – che non ha avuto certo il privilegio di finire sulle prime pagine dei grandi quotidiani – riguarda invece la Riso Scotti, una delle principali aziende italiane di produzione e raffinazione del riso, che ha sede a Pavia e coltivazioni in Italia e nell’Europa dell’Est, nell’area danubiana.
La Scotti, però, non limita la sua azione alla semplice produzione e commercializzazione del riso, bensì “spazia” nel settore dell’energia, ed ha creato l’apposita divisione “Riso Scotti Energia”[2].
Cosa fa la Scotti nel ramo energetico?
Produce energia elettrica utilizzando gli scarti della produzione: nel riso, la parte della pianta utilizzabile a fini alimentari è meno della metà (secondo i prodotti ed il tipo di lavorazione: riso brillato, integrale, ecc). Siccome la produzione d’energia elettrica avviene utilizzando biomasse, la Riso Scotti Energy gode del trattamento di favore che lo Stato riserva per quelle produzioni, ossia quelli derivanti dai fondi CIP6 che tutti paghiamo sulla bolletta elettrica.
Avevo già indicato in un precedente articolo (Biomasse in salsa italiota[3]) come le biomasse utilizzate in questa forma – e non per il riscaldamento degli ambienti – servano principalmente ad arricchire i soliti noti, ma andiamo avanti e rimandiamo alle considerazioni già esposte in quell’articolo.
Succede, proprio nel Novembre del 2010, che parta un’indagine sull’impianto a biomasse dell’azienda sito nel comune di Pavia: l’indagine prende il via da Grosseto ma, per competenza territoriale, è la Procura di Pavia ad occuparsene.
Quella che appare, è una tragedia ambientale.
Stupisce che la notizia non sia rimbalzata sui grandi network né abbia avuto il giusto risalto: Beppe Grillo se n’è occupato, ma i grandi giornali hanno taciuto, il che fa tornare alla mente la “dimenticata” vicenda delle navi affondate in Calabria, che parevano essere una, due, sei, otto…e tutto terminò con un relitto della Prima Guerra Mondiale. Ed una motonave – la Jolly Rosso – abbandonata sull’arenile non si sa perché.
Ma torniamo a Pavia.
La produzione del riso, in Italia, è di circa 1,3 milioni di tonnellate (secondo l’anno, la meteorologia, ecc): siccome questa cifra indica solo la parte del cereale utilizzabile ai fini alimentari – che è circa il 50% del totale – possiamo ipotizzare almeno 1 milione di tonnellate di biomassa utilizzabile ai fini energetici.
Quanto, di questa biomassa, è stata utilizzata nell’impianto della Scotti?
Non possiamo saperlo, però possiamo ipotizzare che diverse decine di migliaia di tonnellate, forse centinaia, erano ogni anno incenerite a Pavia per produrre energia, guadagnare ed incassare i contributi statali: dall’inchiesta, pare che siano stati almeno incassati 30 milioni di euro solo nel biennio 2007-2009.
Come funzionava l’andazzo? Semplice.
Nello stesso periodo, l’azienda accettava lo “smaltimento” di rifiuti fra i più disparati:
“L’impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia spa posto sotto sequestro nel Comune di Pavia utilizzava secondo gli inquirenti nella produzione di energia elettrica e termica, oltre alle biomasse vegetali, rifiuti di varia natura - legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane e industriali e altri materiali misti - che per le loro caratteristiche chimico-fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti - cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri - previsti dalle autorizzazioni.”[4]
La quantità di rifiuti incenerita illegalmente nell’impianto della “Scotti” – ad oggi, secondo le attuali stime degli inquirenti – s’aggira intorno alle 40.000 tonnellate. Una catastrofe: significa che sono stati inceneriti i carichi tossici di quasi 1.500 autotreni!
Non contenti, rivendevano l’intruglio di pula di riso e monnezza ad altre aziende, le quali producevano pannelli per l’edilizia e, addirittura, la “pozione” era fornita ad aziende agricole come lettiera per l’allevamento dei polli: uova coloratissime, al Cromo.
Era tutto segreto?
No, tanti sapevano, al punto che il Presidente dell’AMIA (gestione rifiuti) veronese – Paolo Paternoster – lo ammetteva candidamente[5]:
“Siamo al 48% di materiali riciclati…” afferma contento Paternoster ed aggiunge “Attualmente, all’interno del termovalorizzatore i cui forni sono spenti da tempo, funzionano le linee per la produzione del CDR, che viene smaltito dall’azienda alimentare Riso Scotti di Pavia…”
“Smaltito”?!? “Alimentare”?!?
Il buon Paternoster si “lancia” addirittura nella previsione di una diminuzione dei costi della tassa sulla spazzatura per i veronesi: guardate come siamo bravi! Recuperiamo e vi facciamo spender meno!
Siamo alla follia estrema: la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, le tre scimmiette non vedano, sentano ed odano nulla. Solo l’indice destro sia attivo, per cliccare sul mouse e verificare a quanto ammonta il “giro” di soldi che si guadagna grazie alla monnezza. E, questa volta, è monnezza nordica, delle terre leghiste, “verde”.
Ovviamente, qualcuno sapeva e stava zitto. Ecco il “giro” dei monnezzari:
“Oltre all’arresto di Giorgio Radice, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto di coincenerimento della Scotti Energy a Pavia, situato in via Angelo Scotti, e la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Massimo Magnani, direttore tecnico dell’impianto; Giorgio Francescone, consigliere delegato e responsabile dell’impianto; Cinzia Bevilacqua, impiegata amministrativa dell’impianto; Marco Baldi, responsabile del laboratorio di analisi chimiche Analytica srl di Genzone (Pavia); Silvia Canevari, tecnico responsabile del laboratorio Analytica; Alessandro Mancini, intermediario e Amministratore Unico della Mancini Vasco Ecology srl di Montopoli in Valdarno (Pisa).”
C’è chi sta zitto e chi, invece, pensa d’esser più furbo degli altri e canta, come la gallina quando fa l’uovo. E’ il nuovo responsabile della Analytica – Filippo Camoni – che si fa vivo per affermare:
“Il dott. Marco Baldi non è più titolare del laboratorio Analytica e che lo stesso laboratorio - che rappresento - non vuole essere accomunato alla vicenda.”[6]
Beh…certo che “non è più” ma, se la lingua italiana è ancora intelligibile, significa che “lo è stato”, o no? Non riteniamo, sig. Camoni, di doverle citare Aristotele.
I dubbi, però, riguardano il danno ambientale reale che c’è stato in questi anni: nessuno ha visto niente? A cosa servono, allora, quelle costosissime centraline per l’analisi dell’aria? Le nanoparticelle generate da quelle 40.000 tonnellate di schifezze, nessuno le ha notate? Tutti sono a posto, con la coscienza tranquilla? E i dati forniti, in quegli anni, dalle analisi dell’aria? Com’è possibile che 40.000 tonnellate di rifiuti se ne vadano per l’aria e nessuno s’accorga di niente? O i dati sono stati taroccati, oppure le centraline non “beccano” una mazza.
Nessuna novità: sarà come per l’aumento dei carcinomi in Calabria il quale – ovviamente – non c’entra nulla con quello che c’è in mare e nemmeno ha a che fare, per la Campania, con tutto quello che è stato sotterrato.
Stupisce (ma non troppo) la precisazione:
“«Non ci sono atti di indagine sugli impianti di produzione del riso», precisa il Corpo Forestale dello Stato.”
Non stupisce più di tanto perché, questa vera e propria associazione a delinquere che ha avvelenato il pavese, non si poneva il problema dei cicli naturali: per loro, l’unica cosa ad aumentare era il conto in banca.
Dove si produce il riso?
Principalmente nelle province di Vercelli, Pavia e Novara.
Immaginiamo che, per alcuni anni, degli appositi autotreni con impianti nebulizzatori avessero scorrazzato in lungo ed in largo per le strade di quelle aree, propalando ai quattro venti una miscela aerosol di 3-4 benzopirene, diossina, Cromo, Piombo, Mercurio…avanti e indietro, per anni.
Mangereste quel riso?
Tanto non potete farci niente: come i soldi, anche il riso del supermercato non ha odore, ci saranno altri che certificheranno la buona qualità del prodotto, come la terra in Campania e l’acqua in Calabria.
Ma, quel lurido camino che per anni ha sbuffato fuori veleni, ha avuto – a causa dei venti, delle nebbie, delle piogge – lo stesso effetto dei camion sopra citati: la diffusione nelle acque, nella terra, nei muri, nelle piante, nelle strade, negli stagni…
Crediamo bene che i grandi quotidiani abbiano appena sfiorato l’argomento, perché non si può raccontare alla gente che migliaia di tonnellate di sostanze fra le più cancerogene che esistano sono attualmente presenti nei loro campi, nei loro giardini, persino nella terra dei vasi sul terrazzo.
E – ironia della sorte – quella gente ha pagato una tassa aggiuntiva sulla bolletta dell’ENEL per avere “energia pulita”!
Infine, ci domandiamo cosa il prof. Veronesi dovrà inventarsi per l’oltre mezzo milione d’abitanti[7] della Provincia di Pavia, sui quali – nel generale silenzio dei grandi media – sono precipitati addosso i residui di 40.000 tonnellate di rifiuti tossici. Auguri, professore: forse dovrà campare fino a 140 anni, per scovare le contromisure.
Conclusioni
Sarebbe stolto osservare questa vicenda come la solita “mela marcia”, “mosca bianca” o roba del genere: questo è l’andazzo del Belpaese, che sarebbe meglio definire il “Malpaese”. Perché?
La risposta è nella nostra Storia: mai come nel nostro caso, vale la morale del bellissimo film di Liev Schreiber “Ogni cosa è illuminata”. E’ illuminata dal passato: dalle vicende vissute dalla popolazione, dalle loro risposte, dall’infinito ripetersi dei comportamenti interiorizzati. E il richiamo alla Storia non è un volo pindarico, una favoletta per allocchi: solo là troveremo le ragioni del nostro essere oramai immuni da ogni forma d’indignazione, di sussulto d’orgoglio, di dignità.
Si cominciò col credere che un vigoroso impulso risorgimentale avesse travolto una terra divisa in mille fazzoletti per riunirla: sbagliato. Furono semplicemente attuate le direttive britanniche, per creare nel Mediterraneo un contraltare all’espansionismo francese[8], mentre i veri rivoluzionari erano al confino od erano stati prudenzialmente fucilati anzitempo.
Si passò quindi all’infinita vulgata dell’italiano “brava gente”, che scendeva da Andalù per costruirgli strade, ponti e donargli il sorriso: sbagliato. Pochi popoli furono brutali come gli italiani nei confronti delle popolazioni indigene: decimazioni, stragi – un milione di morti in Libia (1/8 della popolazione!) solo durante la fase di “pacificazione” degli anni ’30 – e campi di concentramento come quello di Arbe (Rab), dove si moriva di fame e di stenti. Che trovino il coraggio di trasmettere il noto documentario Fascist Legacy, con il commento del prof. Del Boca, perché un’altra storiografia esiste.
In economia, s’iniziò con Tangentopoli 1 nel 1892, lo scandalo della Banca Romana: si scoprì che la classe politica s’era abbondantemente rifornita di denaro (addirittura falso ed in doppia serie!) dalle casse della banca, per investirlo nella nascente industria pesante italiana, ad esempio la Terni ed i cantieri Orlando. Nel frattempo, le lamiere italiane costavano il doppio e valevano la metà rispetto a quelle della Krupp.
Venne Tangentopoli 2, nella quale Mussolini stipulò un Concordato con il Vaticano per avere, in cambio, appoggio dallo IOR per le costruzioni belliche: anche qui, la qualità fu al primo posto, al punto che nel 1943 la FIAT aveva ancora in produzione il biplano (!) CR-42. Stupirà sapere chi ricevette numerose commesse per l’approvvigionamento dell’Esercito: la famiglia Petacci.
Si giunse – dopo “cambi della guardia” all’ENI in “formato” aereo che cade, e al sistema bancario con “impiccagioni” sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, più stricnina nel caffé – a Tangentopoli 3, che si prese al balzo per regalare ai privati l’apparato produttivo pubblico.
Siamo a Tangentopoli 4 (5? 6?)…Mulinopoli in Sardegna e Sicilia, Monnezzopoli in Campania, Calabria, Lombardia…ovunque…
Proprio oggi, il governo teme che Wikileaks pubblichi chissà quale nequizia nei suoi confronti: noi aspettiamo ancora di conoscere la verità su Piazza Fontana, su Ustica, su Brescia…persino sul Moby Prince! E vorremmo sapere perché “l’anarchico” Bertoli voleva tirare una bomba a mano a Rumor, oppure facciamo finta di credere alle verità confezionate come Bologna o Calabresi. Che ci frega di quello che dirà Wikileaks? Abbiamo tonnellate di punti interrogativi di nostro, da soddisfare!
Non raccontiamoci frottole: siamo un popolo marcio nei suoi fondamenti, nel suo midollo, nel suo sangue malato, nel latte che le madri danno ai loro figli, inconsapevolmente contaminato da montagne di bugie: la monnezza è dentro di noi, non solo fuori.
Quando non sappiamo più come salvarci alziamo le spalle, sbuffiamo e citiamo qualche motto latino: “Malatempora currunt”…eh, che ci volete fare…“De minimis non curat praetor” eh, ma quello chi è? Ma che ci frega di lui! Quell’altro, perché ha raccontato che ci comprammo la partita con il Camerun, è caduto in disgrazia? Eh, “Sic transit gloria mundi”. Maledetto Latino.
E qualcuno ancora si meraviglia, se un’azienda rinomata e solida raccontava di bruciare biomasse, e invece impestava proprio i terreni che coltivava con migliaia di tonnellate d’inquinanti? Ci sarebbe stato da meravigliarsi per il contrario.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Vedi: http://www.repubblica.it/salute/medicina/2010/11/25/news/tumori_polmone_tac_spirale_dimezza_mortalit-9501468
[2] Vedi: http://www.risoscotti.it/gruppo/gruppo.html
[3] Vedi: http://carlobertani.blogspot.com/2010/11/biomasse-in-salsa-italiota.html
[4] Fonte: http://www.larena.it/stories/Home/201862_riciclaggio_di_rifiuti_7_in_manette/
[5] Fonte: http://media.athesiseditrice.it/media/attach/2010/11/AR10.jpg
[6] Fonte: http://www.larena.it/stories/Home/201911_marco_baldi_non__pi_titolare_di_analytica/
[7] Si tratta di una stima indicativa, giacché le polveri sottili non seguono confini e ripartizioni amministrative.
[8] Vedi, a proposito, la presenza di due fregate britanniche nel porto di Marsala nel giorno dello sbarco dei Mille.
13 commenti:
Si Carlo siamo un popolo marcio sono d'accordo con te, e qualcuno su questo blog mi ha rimproverato per aver definito gli italiani un popolo ebete. Ora Berlusconi per rimanere in sella (e ci rimarrà) usa la carta del nemico alle porte complottatore contro il bel paese, si fa per dire, la spazzatura a napoli l'hanno messa oscure potenze estere, la copertura in cemento aramato con pietra lavica che assorbe acqua come una spugna e aumenta il peso è dovuto ad un complotto demo-pluto-giudaico -massonico, Berlusconi ma va a quel paese e restaci. Il bello è che gli italiani ci credono.
Ciao a tutti
Ciao a tutti, per cio' che riguarda il cancro inviterei ad informarsi a proposito del Dott. Hamer http://www.nuovamedicina.com/
c'e' anche una bella testimonianza di Eleonora Brigliadori (ex malata di tumore) su disinformazione.it http://www.disinformazione.it/eleonora_brigliadori.htm.
Sono un fumatore...
Ciao
Scotti, riaccende l'inceneritore
La Procura nominerà un responsabile. Da tutelare 13 posti di lavoro
L'impianto della Riso Scotti Energia è pronto a ripartire. La Procura di Pavia, su richiesta dei legali della società, ha avviato la procedura per rimettere in funzione l'inceneritore finito al centro dell'inchiesta della Procura di Pavia sul presunto traffico illecito di rifiuti. L'obiettivo della decisione è in primo luogo tutelare i posti di lavoro: i 13 lavoratori dell'impianto, tra dipendenti dell'azienda e di cooperative, ma anche i 260 dello stabilimento produttivo che riceve energia dall'inceneritore.
L'iter che la Procura ha già avviato prevede la nomina di un responsabile che avrà il compito di far ripartire l'inceneritore secondo regole ben precise: il controllo dei camion che scaricano i rifiuti trattati (i cosiddetti "cdr") e delle certificazioni che li accompagnano, ma anche le verifiche sulla conformità della lolla di riso che dovrà essere bruciata.
Le stesse regole che, secondo l'inchiesta della Procura di Pavia, fino a questo momento non sarebbero state rispettate dai responsabili dell'inceneritore. Le accuse di traffico illecito di rifiuti, di falso (sarebbero state contraffatte le certificazioni dei materiali) e di truffa (sarebbero state percepite indebitamente sovvenzioni pubbliche per la produzione di energia pulita) riguardano il presidente della società Riso Scotti Energia Giorgio Radice, il responsabile dell'impianto Giorgio Francescone, l'ex direttore Massimo Magnani, l'impiegata Cinzia Bevilacqua, l'ex responsabile di un laboratorio di analisi Marco Baldi, il tecnico dello stesso laboratorio Silvia Canevari e Alessandro Mancini, l'intermediario di Pistoia che avrebbe fornito all'inceneritore materiale non regolare. ...
http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2010/11/25/news/scotti-riaccende-l-inceneritore-2814972
Ho già detto altre volte che la storia Italiana , quella unitaria, gode di una peculiarità quasi unica:
la si può raccontare come la storia della criminalità italiana.
Carlo ha definito lo scandalo della banca romana (dicembre 1892- gennaio 1893) che determina la caduta del governo giolitti, come la prima tangentopoli italiana. Ed ha perfettamente ragione.
Ma gli stessi scandali finanziari di allora ( si badi bene ai 300 deputati facenti capo a Lemmi (uomo di mazzini) possono essere raccontati partendo dall'omicidio di Notarbartolo...
E così via: un continuo intreccio tra interessi criminali e la politica dei politicanti.
La nostra evoluzione sociale puo' essere raccontata -in modo puntuale- nell'ultima parte repubblicana attraverso gli intrecci tra le stragi ed il sistema di potere, a partire da portella della ginestra e via crucis snocciolante.
In fondo le popolazioni italiane si sono adeguate inglobando un sistema mnemmonico corto-metrico con interruzioni sinaptiche necessarie alla sopravvivenza..
E' stato così che Camillo.. in occasione del 150 anniversario - ma anche prima- viene considerato un lungimirante europeista, dimenticando le sue ruberie finanziarie in combutta con i francesi e le sue megalomanie espansioniste in combutta con gli inglesi.
E' stato così che si e' potuto sradicare dalla memoria di TUTTI gli italiani le porcate compiute dal generale Cialdini.... tanto che i terrosti attuali sono dei dilettanti al suo confronto..
E' stato così che si e' sradicato dalla ns memoria chi è stato il primo re d'italia che per strana ironia della Storia fu l'AlzodiTacco di allora con la stessa statura di quello attuale;
e quello che soleva dire nei confronti degli altri pochi staterelli rimasti in piedi nella penisola: li mangero' come le foglie di un carciofo........ preferibilmente del sud.
Ora AlzodiTacco, il banana italiano, non solo non ha più il cavallo, ma gli hanno tolto anche la sella: resterà lì fin quando il nuovo equilibrio di potere non avra' trovato..altri stallieri.
A meno che' una catarsi collettiva, iniziata con l'astensione, non deflagri prima.
DoC
P.S.xOrazio: come si possa considerare il popolo italiano ebete non riesco a capirlo: quel poco di storia raccontata da Carlo e qualche aggiunta che ho fatto parlano di un popolo tutt'altro che ebete.
P.S.xOrazio: come si possa considerare il popolo italiano ebete non riesco a capirlo: quel poco di storia raccontata da Carlo e qualche aggiunta che ho fatto parlano di un popolo tutt'altro che ebete.
Vedi il popolo italiano per sentirsi troppo furbo e in gamba vota per la pagnotta e crede di aver fregato i potenti, ma poi si affida periodicamente a leaders (Mussolini, Craxi, Andreotti, Belrusconi ecc)che lo prendono in giro e gli fanno fare la figura dell'ebete. Dopo averlo trascinato alla rovina.
Ciao
Una premessa: conosco un poco e stimo il dott. Hamer, ma la notizia comunicata da Veronesi rimane comunque buona, anche se non condividiamo la sua medicina.
Altrimenti, si finisce - come per Saviano - d'attaccarlo per le sue frasi su Israele e su Chavez dimenticando tutto ciò che ha fatto per farci conoscere, da campano, le terribili angustie che vive la sua terra.
Non sapevo che avessero rimesso in funzione l'impianto di Pavia: ecco, dove siamo incorreggibili, "antropologicamente" destinati a farci fottere: perché, a parte qualche gruppuscolo come noi, più nessuno s'indigna.
(continua)
E veniamo alla questione degli "ebeti".
A mio avviso, già c'è un errore nella definizione di un universale "gli italiani" che non è omogeneo.
Ricordiamoci che l'attuale potere si regge soltanto grazie all'appoggio del 60-70% della popolazione e, soprattutto, con una legge elettorale che consente ad 1/5 della popolazione di dominare tutti gli altri.
Un tempo non era proprio così: nella Prima Repubblica si diceva che c'era un "caos" di troppi partiti.
Erano la rappresentanza di milioni d'italiani, e una sintesi si doveva trovarla, anche a costo di fare i governi "balneari" per prendere tempo. In questo senso, qualche ragione Casini ce l'ha.
Poi, con l'avvento di un maggioritario nato almeno decente, poi divenuto di fatto un dominio di pochi, è mancata la sintesi.
Gli interessi di un quinto della popolazione non possono non entrare in conflitto con il restante 80%!
Da qui nasce la continua discesa agli inferi, la mancanza di propositi, la nullità di una classe politica.
Non si possono definire ebeti gli italiani, poiché l'unica cosa che potrebbero fare è una rivoluzione: mica roba da poco!
Ciao a tutti
Carlo
Certo presa a se stante la notizia data da veronesi e' buona ma...
andando nello specifico relativo rientra nel filone classico mondiale: affari per il retrobottega.
Mi spiego.
La questione posta, come la gran parte delle questioni "Veronesi" non hanno mai puntato a guarire la malattia ma solo a curare i sintomi perchè e' quetsa la strada del mantenimento e dell'allargamento del buseness.
Per dirla tutta: alcuni mesi fa si è tenuto a s.marino un simposio internazione che sulla base di una sperimentazione su larga scala dava al famoso metodo Di Bella la patente di terapia idonea - in alcune tipologie tumorali- ad eliminare la malattia, cioe' una medicina atta a guarire.
S.marino tra l'altro dava gratuitamente la terapia ma... il baldo scienziato dopo qualche settimana si e' precipitato a San Marino, ha organizzato un convegno contro ed ha , non so come, ottenuto che la terapia Di Bella non fosse piu' data gratuitamente.
Insomma, a parte la mia non-simpatia per il personaggio, chiedo come sia possibile definire scienziato una persona che, appena nominato pres dell'ente per l'energia nucleare, ha dichiarato che "il nucleare e' indispensabile perche' il petrolio e' in esaurimento".
Se poi si va indietro si hanno ancora delle conferme come le dichiarazioni fatte da Fabio Fazio sull'inceneritore di brescia (perfetto, innocuo per l'ambientee) e sulle particelle immesse nell'atmosfera.
Per non parlare delle "estorsioni" che vengono fatte PRIMA DELLE VISITE in una clinica milanese...
Beh meglio finirla qui..mi metto in fase rigeneratrice del fegato..
Buon Cammino
Doc
Il personaggio so quanto vale: è un esponente della medicina classica, che come primo obiettivo ha arricchire i baroni. E te lo dice uno che l'ha sperimentata, per poi guarire con terapie cosiddette "alternative" (non dal cancro).
Quando, però, qualcuno sperimenta e prova qualcosa...ben venga, anche perché aveva chiesto la diagnosi gratuita, cosa non usuale di questi tempi.
Ciao
Carlo
Dal Guardian
Italian prime minister Silvio Berlusconi was "feckless, vain, and ineffective as a modern European leader", according to Elizabeth Dibble, US charge d'affaires in Rome. Another report from Rome recorded the view that he was a "physically and politically weak" leader whose "frequent late nights and penchant for partying hard mean he does not get sufficient rest".
mi sa che c'è da divertirsi...
mi sa che c'è da divertirsi...
Ma che divertirsi, Tutti sanno che Berlusconi pensa al suo piacere personale e del governo dell'Italia se ne fot..... Niente da eccepire ognuno è libero di fare ciò che gli pare, sono i suoi elettori il 1/3 ebete degli italiani che gli farà rivincere le elezioni che ci dovrebbe far piangere noi il resto dei 2/3 non inebetiti ma messi a pecoroni dal nano selvaggio di Arcore. Mi pare che dai documenti di Wiki Leaks sia venuto fuori che la nord-corea ha un missile che potrebbe arrivare in Europa. Nessuno si preoccupa per il futuro del mondo.
Ciao a tutti
non vorrei essere fuori tema... ma visto che ha cominciato Orazio...
ho avuto modo di scrivere, tempo fa, su questo blog un commento del mio parroco espresso molti anni fa, all'epoca della 'liberazione' del kuwait, che adesso più che mai sembra attuale... il mio parroco disse:
"temo il senso di 'giustizia' degli statunitensi"
quello che oggi si svela "grazie" a wikileaks è un grande giudizio universale che i cari statunitensi esercitano quotidiamente!
personalmente nulla di nuovo sotto il cielo ma già si possono leggere, fra le righe, diverse cose interessanti non ultima quella del fine reale dell'operazione wikileaks, forse che l'undici settembre era una semplice 'prova'? allora la politica usa usò il sacrificio delle 'torri' per imporre la sua mano sul mondo, oggi stanno provando il sacrificio di 'regina'?
(ogni riferimento al gioco degli scacchi è voluto sopratutto alla partita del film 'il settimo sigillo")
saluti interrogativi
RA
Chiamatelo sado-masochismo ma soffro e rido di gusto quando leggo frasi come queste:
Non raccontiamoci frottole: siamo un popolo marcio nei suoi fondamenti, nel suo midollo, nel suo sangue malato, nel latte che le madri danno ai loro figli, inconsapevolmente contaminato da montagne di bugie: la monnezza è dentro di noi, non solo fuori.
Frasi che occorrerebbe scrivere con lo spruzzo indelebile sui muri delle scuole dei nostri figli, ai parchi gioco di Voghera, nel quadrilatero d'oro, farla passare con stricione attaccato a biplano sugli stadi e sulle spiagge.
Ma qualcuno prossimo a fare il concorrente per "Il milionario" dell'altro Scotti, in un'altra sala d'aspetto per l'Olimpo del post successivo a questo...se ne infischierebbe e alla domanda: questo è il Paese dei più buoni? LO ACCENDIAMO? direbbe tranquillamente SI'.
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