Forza Caterina!
Prendiamo a prestito, non casualmente, il titolo di un libro poco conosciuto, nel quale sono descritte le vicende di tre donne, che abitavano nel savonese, accusate di stregoneria dall’Inquisizione nel ‘600. Una storia a lieto fine perché Caterina e le altre (due) furono poi assolte dai tribunali civili dell’epoca e non finirono sul rogo.
Erano, sostanzialmente, delle fattucchiere di campagna che curavano i “vermi” dei bambini con l’aglio, mentre recitavano le classiche lodi alla Madonna. Che trovarono, per loro fortuna, dei giudici che le ascoltarono.
Oggi, un’altra “Caterina” si fa viva[1] perché fa lo sciopero della fame: dopo anni ed anni trascorsi a Brescia, lontano dal marito e dai tre figli, sta per perdere il suo posto di maestra elementare precaria. E non ci sta.
Non ci sta perché Caterina ha alle spalle 14 anni di precariato, di viaggi, lontananze, telefonate affettuose ai figli ed al marito, pasti cucinati su un comodino nelle pensioni a buon mercato, treni, notti insonni, fatica.
Sono 14 anni di sangue e lacrime, verrebbe da dire, perché 14 anni trascorsi in quel modo sono un bel pezzo di vita: vita che non torna più indietro, anni che nessuno più ti renderà, figli che saranno cresciuti lontano da te, inesorabilmente, con la cornetta del telefono al posto del viso di mamma.
Caterina non ci sta, non sopporta che un asettico decreto – firmato da un freddo Ministro dell’Economia, da un buffo Ministro della Funzione Pubblica e da una gelida “Ministra” dell’Istruzione – cancelli i suoi anni di fatiche con un colpo di spugna. E Caterina, a ben vedere, ha ragione mentre i suoi “esecutori” non conoscono nemmeno l’ABC della Repubblica che ritengono di “servire”.
Art. 4 (Cost.)
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
La nostra Repubblica non ciancia a vanvera, non disquisisce sui termini, non sollucchera con i condizionali: “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro”. Capito?
Il suo “dovere” – Caterina – lo assolve; sono altri che non sono in grado di garantirle quel diritto: se non sono in grado di farlo, rassegnino le dimissioni e lascino le loro (milionarie) poltrone.
Già, ma questa è la Costituzione vera, non quella “materiale” della quale cianciano pessimi politici che si contraddistinguono, inoltre, per essere stati probabilmente pessimi studenti (come si fa a non conoscere la Costituzione?) e che si sono, infine, trasformati in miserrimi uomini e donne delle istituzioni.
Se Caterina piange e fa lo sciopero della fame, F. non ride: professore d’orchestra, si è visto mettere in cassa integrazione[2] (con tutta l’orchestra) da un Ministro della Cultura che ama scrivere poesie senza conoscere Benedetto Croce. Se lo conoscesse, saprebbe che dopo i 18 anni a scrivere poesie rimangono soltanto “i poeti e i cretini”: sia lo stesso Ministro a scegliere in quale categoria preferisce essere incluso.
A meno di sostenere che il cretino sia Benedetto Croce – filosofo per il quale non proviamo una profonda empatia – ma che mai e poi mai ci sentiremmo di definire tale.
Il problema dei costi che assilla la musica (classica, operistica, ma anche il jazz) è complesso e probabilmente deriva da anni ed anni di nomine ai vertici dei teatri a dir poco “stravaganti”: chi li ha nominati? La classe politica.
Giungiamo così all’assurdo: fior di dobloni per direttori et similia e cassa integrazione per chi la musica dovrebbe farla, ossia gli orchestrali.
Domanda: come mai, all’estero, questi problemi non esistono proprio?
Seconda domanda: un Paese con vocazione turistica centrata sulla cultura, inizia un percorso “virtuoso” cacciando chi la cultura dovrebbe farla e proporla?
Ah, già: restano le poesie di Bondi e le schitarrate di Apicella.
Non vogliamo però sottrarci alle motivazioni di tante sciagure, al necessario “rigore” per salvare il bilancio, il debito, la calcolatrice di Tremonti, il salvabile, l’uovo al tegamino…
Ci rechiamo allora nel sancta sanctorum del berluscon-pensiero, quella Ragione Politica fondata da un ex socialista, un po’ prete ed un po’ politico, che rispondeva al nome di Gianni Baget Bozzo.
Lì, tutto è asettico, disinfettato dalle semplici pulsioni delle persone comuni come Caterina, dai loro ardire, dalle loro lamentazioni, perché la suprema “Ragione Politica” – oramai sinonimo di Ragion di Stato – tutto include e tutto esclude, ovviamente nel rispetto dei valori della Ragion di Stato. Politica, ovvio.
Una pessima rivisitazione del liberal pensiero thatcheriano/reaganiano prende forma in un articolo di una certa Emanuela Melchiorre, dal titolo accondiscendente ed invitante, che profuma come un bosco di rose a Primavera: “Cala il fabbisogno del settore statale”[3].
Oh, finalmente! Lo Stato divoratore ha rallentato il passo, s’è deciso ad essere meno esigente nei confronti dei cittadini!
Qualche decimale strapazzato qui e là, un po’ di buone intenzioni e di necessari salamelecchi ai potenti che assicurano la sopravvivenza delle testata e…tante, tante genuflessioni nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, il vero deus ex machina che tutto pervade. Sembra quasi il Dio che tutto vede, provvede e tutto giudica.
Italia? Cinque e mezzo, forse sei meno: tre Pater, tre Ave e tre Gloria.
Il FMI è moderatamente soddisfatto del “panorama Italia”: insomma, sembrano dire l’autrice ed il FMI (i confini, fra i due, sono evanescenti), potrebbe andar peggio. Non ci sarà nessun default d’Italia, Portogallo, Grecia…perché l’UE non lo permetterà. Come la crisi economica che mai, parola di Berlusconi e Tremonti, avrebbe lambito l’italiche coste.
C’è un problema di debito: sì, questo c’è – ma va? – però è un debito “antico”. Insomma, non proviamo a dare la colpa a Berlusconi per quel debito: sono quasi 10 anni, complessivamente, che governa ma non c’entra niente. Nel 2007 il rapporto debito/PIL era intorno al 106%, oggi “corre” verso il 120%, ma la crisi è un’invenzione dei pessimisti e l’aumento del rapporto debito/PIL una calunnia contro il “miglior ministro dell’Economia in Europa”. Sarebbe Giulio Tremonti.
La notizia è comunque vera, qualche decimale di risparmio c’è: a quale prezzo?
A pagarne il prezzo non sono questi saltimbanchi della politica – quelli che sono giunti ad organizzare convogli di “squadristi” per fischiarsi reciprocamente[4] – bensì Caterina e “gli altri”, condannati dal rinnovello tribunale inquisitorio messo in piedi da Tremonti, Brunetta con l’importante beneplacito del FMI. Il quale, però, non compare nella Costituzione Italiana.
Il pessimo gioco di una cattiva politica si nutre di misere scelte: non sapendo trovare soluzioni per un’economia allo sfascio, assaltano le casse degli istituti previdenziali per pagare miseri sussidi al reddito. Dopo, ovviamente, devono allungare l’età della pensione per non far andare “in rosso” quelle casse e, contemporaneamente, ridurre i servizi al lumicino. Caterina deve andarsene, perché non abbiamo i soldi per pagare la liquidazione a Tizia se la mandiamo in pensione (per far posto a Caterina), cosicché potremo pagare (per quanto?) la cassa integrazione ad F. Un bel modo di programmare il futuro economico italiano: clap, clap, clap…
Tutti stiamo pagando[5]: la scuola, ridotta al lumicino in classi da 40 allievi, con una riforma che “suddivide et impera” senza, però, avere il coraggio di chiarire gli obiettivi, definire dei programmi, di là di semplici “indicazioni” che lasciano il tempo che trovano e che chiunque, con qualche anno d’esperienza alle spalle, sarebbe stato in grado di scrivere.
S’iniziano a cogliere, qui e là, segnali di vera disperazione sociale, come i due coniugi che tentavano di vendere i loro reni e gli ovuli sul Web[6]…ma non fa niente, il FMI è contento, lo Stato risparmia, tutto va bene madama la marchesa.
Peccato che Caterina sia stata ricoverata in ospedale dopo una settimana di sciopero della fame, ma sua Eccellenza il Ministro dell’Istruzione non riceve precari perché, a suo dire, sono soltanto “infiltrati politici”[7]. Pare che ci fosse qualcuno con la tessera dell’Italia dei Valori: peccato mortale! Non è compreso, nella Ragione Politica di Stato, che qualcuno abbia in tasca quella tessera, perché – evidentemente – L’Etat c’est moi e tutti voi – per concludere con il Belli – “non siete un cazzo”.
Ma questa volta siamo noi a non starci, ed eleggiamo “Caterina e le altre” a nostre icone, perché archetipi di quelle donne – meridionali e settentrionali – che hanno sempre lottato per le loro famiglie e per i loro figli. Dalle filande alle catene di montaggio, dai campi alla scuola è il medesimo canto di sempre: quando l’uomo tace per disperazione o per orgoglio, è la donna a farsi carico del fardello di disperazione e ad urlarlo in faccia ai potenti.
Perciò, scegliamo senza dubbi “Caterina e le altre” – quelle che scamparono al rogo secoli or sono e quelle che vogliono oggi scampare alla falce berlusconiana – mentre per le Marie…siamo agnostici.
Se la vera Maria esiste, si facci viva: altrimenti, che precipitino pure mille “Stelle” cadenti.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Erano, sostanzialmente, delle fattucchiere di campagna che curavano i “vermi” dei bambini con l’aglio, mentre recitavano le classiche lodi alla Madonna. Che trovarono, per loro fortuna, dei giudici che le ascoltarono.
Oggi, un’altra “Caterina” si fa viva[1] perché fa lo sciopero della fame: dopo anni ed anni trascorsi a Brescia, lontano dal marito e dai tre figli, sta per perdere il suo posto di maestra elementare precaria. E non ci sta.
Non ci sta perché Caterina ha alle spalle 14 anni di precariato, di viaggi, lontananze, telefonate affettuose ai figli ed al marito, pasti cucinati su un comodino nelle pensioni a buon mercato, treni, notti insonni, fatica.
Sono 14 anni di sangue e lacrime, verrebbe da dire, perché 14 anni trascorsi in quel modo sono un bel pezzo di vita: vita che non torna più indietro, anni che nessuno più ti renderà, figli che saranno cresciuti lontano da te, inesorabilmente, con la cornetta del telefono al posto del viso di mamma.
Caterina non ci sta, non sopporta che un asettico decreto – firmato da un freddo Ministro dell’Economia, da un buffo Ministro della Funzione Pubblica e da una gelida “Ministra” dell’Istruzione – cancelli i suoi anni di fatiche con un colpo di spugna. E Caterina, a ben vedere, ha ragione mentre i suoi “esecutori” non conoscono nemmeno l’ABC della Repubblica che ritengono di “servire”.
Art. 4 (Cost.)
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
La nostra Repubblica non ciancia a vanvera, non disquisisce sui termini, non sollucchera con i condizionali: “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro”. Capito?
Il suo “dovere” – Caterina – lo assolve; sono altri che non sono in grado di garantirle quel diritto: se non sono in grado di farlo, rassegnino le dimissioni e lascino le loro (milionarie) poltrone.
Già, ma questa è la Costituzione vera, non quella “materiale” della quale cianciano pessimi politici che si contraddistinguono, inoltre, per essere stati probabilmente pessimi studenti (come si fa a non conoscere la Costituzione?) e che si sono, infine, trasformati in miserrimi uomini e donne delle istituzioni.
Se Caterina piange e fa lo sciopero della fame, F. non ride: professore d’orchestra, si è visto mettere in cassa integrazione[2] (con tutta l’orchestra) da un Ministro della Cultura che ama scrivere poesie senza conoscere Benedetto Croce. Se lo conoscesse, saprebbe che dopo i 18 anni a scrivere poesie rimangono soltanto “i poeti e i cretini”: sia lo stesso Ministro a scegliere in quale categoria preferisce essere incluso.
A meno di sostenere che il cretino sia Benedetto Croce – filosofo per il quale non proviamo una profonda empatia – ma che mai e poi mai ci sentiremmo di definire tale.
Il problema dei costi che assilla la musica (classica, operistica, ma anche il jazz) è complesso e probabilmente deriva da anni ed anni di nomine ai vertici dei teatri a dir poco “stravaganti”: chi li ha nominati? La classe politica.
Giungiamo così all’assurdo: fior di dobloni per direttori et similia e cassa integrazione per chi la musica dovrebbe farla, ossia gli orchestrali.
Domanda: come mai, all’estero, questi problemi non esistono proprio?
Seconda domanda: un Paese con vocazione turistica centrata sulla cultura, inizia un percorso “virtuoso” cacciando chi la cultura dovrebbe farla e proporla?
Ah, già: restano le poesie di Bondi e le schitarrate di Apicella.
Non vogliamo però sottrarci alle motivazioni di tante sciagure, al necessario “rigore” per salvare il bilancio, il debito, la calcolatrice di Tremonti, il salvabile, l’uovo al tegamino…
Ci rechiamo allora nel sancta sanctorum del berluscon-pensiero, quella Ragione Politica fondata da un ex socialista, un po’ prete ed un po’ politico, che rispondeva al nome di Gianni Baget Bozzo.
Lì, tutto è asettico, disinfettato dalle semplici pulsioni delle persone comuni come Caterina, dai loro ardire, dalle loro lamentazioni, perché la suprema “Ragione Politica” – oramai sinonimo di Ragion di Stato – tutto include e tutto esclude, ovviamente nel rispetto dei valori della Ragion di Stato. Politica, ovvio.
Una pessima rivisitazione del liberal pensiero thatcheriano/reaganiano prende forma in un articolo di una certa Emanuela Melchiorre, dal titolo accondiscendente ed invitante, che profuma come un bosco di rose a Primavera: “Cala il fabbisogno del settore statale”[3].
Oh, finalmente! Lo Stato divoratore ha rallentato il passo, s’è deciso ad essere meno esigente nei confronti dei cittadini!
Qualche decimale strapazzato qui e là, un po’ di buone intenzioni e di necessari salamelecchi ai potenti che assicurano la sopravvivenza delle testata e…tante, tante genuflessioni nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, il vero deus ex machina che tutto pervade. Sembra quasi il Dio che tutto vede, provvede e tutto giudica.
Italia? Cinque e mezzo, forse sei meno: tre Pater, tre Ave e tre Gloria.
Il FMI è moderatamente soddisfatto del “panorama Italia”: insomma, sembrano dire l’autrice ed il FMI (i confini, fra i due, sono evanescenti), potrebbe andar peggio. Non ci sarà nessun default d’Italia, Portogallo, Grecia…perché l’UE non lo permetterà. Come la crisi economica che mai, parola di Berlusconi e Tremonti, avrebbe lambito l’italiche coste.
C’è un problema di debito: sì, questo c’è – ma va? – però è un debito “antico”. Insomma, non proviamo a dare la colpa a Berlusconi per quel debito: sono quasi 10 anni, complessivamente, che governa ma non c’entra niente. Nel 2007 il rapporto debito/PIL era intorno al 106%, oggi “corre” verso il 120%, ma la crisi è un’invenzione dei pessimisti e l’aumento del rapporto debito/PIL una calunnia contro il “miglior ministro dell’Economia in Europa”. Sarebbe Giulio Tremonti.
La notizia è comunque vera, qualche decimale di risparmio c’è: a quale prezzo?
A pagarne il prezzo non sono questi saltimbanchi della politica – quelli che sono giunti ad organizzare convogli di “squadristi” per fischiarsi reciprocamente[4] – bensì Caterina e “gli altri”, condannati dal rinnovello tribunale inquisitorio messo in piedi da Tremonti, Brunetta con l’importante beneplacito del FMI. Il quale, però, non compare nella Costituzione Italiana.
Il pessimo gioco di una cattiva politica si nutre di misere scelte: non sapendo trovare soluzioni per un’economia allo sfascio, assaltano le casse degli istituti previdenziali per pagare miseri sussidi al reddito. Dopo, ovviamente, devono allungare l’età della pensione per non far andare “in rosso” quelle casse e, contemporaneamente, ridurre i servizi al lumicino. Caterina deve andarsene, perché non abbiamo i soldi per pagare la liquidazione a Tizia se la mandiamo in pensione (per far posto a Caterina), cosicché potremo pagare (per quanto?) la cassa integrazione ad F. Un bel modo di programmare il futuro economico italiano: clap, clap, clap…
Tutti stiamo pagando[5]: la scuola, ridotta al lumicino in classi da 40 allievi, con una riforma che “suddivide et impera” senza, però, avere il coraggio di chiarire gli obiettivi, definire dei programmi, di là di semplici “indicazioni” che lasciano il tempo che trovano e che chiunque, con qualche anno d’esperienza alle spalle, sarebbe stato in grado di scrivere.
S’iniziano a cogliere, qui e là, segnali di vera disperazione sociale, come i due coniugi che tentavano di vendere i loro reni e gli ovuli sul Web[6]…ma non fa niente, il FMI è contento, lo Stato risparmia, tutto va bene madama la marchesa.
Peccato che Caterina sia stata ricoverata in ospedale dopo una settimana di sciopero della fame, ma sua Eccellenza il Ministro dell’Istruzione non riceve precari perché, a suo dire, sono soltanto “infiltrati politici”[7]. Pare che ci fosse qualcuno con la tessera dell’Italia dei Valori: peccato mortale! Non è compreso, nella Ragione Politica di Stato, che qualcuno abbia in tasca quella tessera, perché – evidentemente – L’Etat c’est moi e tutti voi – per concludere con il Belli – “non siete un cazzo”.
Ma questa volta siamo noi a non starci, ed eleggiamo “Caterina e le altre” a nostre icone, perché archetipi di quelle donne – meridionali e settentrionali – che hanno sempre lottato per le loro famiglie e per i loro figli. Dalle filande alle catene di montaggio, dai campi alla scuola è il medesimo canto di sempre: quando l’uomo tace per disperazione o per orgoglio, è la donna a farsi carico del fardello di disperazione e ad urlarlo in faccia ai potenti.
Perciò, scegliamo senza dubbi “Caterina e le altre” – quelle che scamparono al rogo secoli or sono e quelle che vogliono oggi scampare alla falce berlusconiana – mentre per le Marie…siamo agnostici.
Se la vera Maria esiste, si facci viva: altrimenti, che precipitino pure mille “Stelle” cadenti.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Vedi: http://www.repubblica.it/scuola/2010/09/03/news/denuncia_precaria-6723986/?ref=HREC1-3
[2] Vedi: http://classicvillage.net/varie/257-carlo-felice-di-genova-parte-la-cassa-integrazione.html
[3] Vedi: http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/201009023318/politica-economica/cala-il-fabbisogno-del-settore-statale.html
[4] Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/02/contro-fini-la-brambilla-prepara-gli-squadristi.html
[5] Vedi: http://www.repubblica.it/scuola/2010/09/03/news/commento_saraceno-6722934/
[6] Vedi: http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca/2010/09/03/news/rene-e-ovuli-in-vendita-sul-web-per-pagare-il-mutuo-della-casa-2313658
[7] Vedi: http://www.repubblica.it/scuola/2010/09/02/news/precari_gelmini_ok_confronto_no_strumentalizzazioni-6699854/
20 commenti:
Volentieri,ma...come si fa?
Grazie
Carlo
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
- Le parole sono belle... i fatti un pò meno. Si può fare meglio. -
(Forse qualche Ministro sta aspettando che la redazione del quotidiano "La Repubblica" applichi finalmente questo Articolo...)
Buona fortuna.
Salve
Leggo già da qualche anno i suoi articoli con piacere, poiché rispecchiano pressoché integralmente (finora) le mie idee, pertanto mi è dispiaciuto molto non trovare più il suo contributo su “come donchisciotte”. Fatale era quindi che io venissi a leggerla qui sul blog: ritengo i blog nonostante tutti i loro limiti, una delle poche occasioni di scambio di idee rimaste alla gente normale, ormai inebetita e passivamente succube della Tv e dei Giornali attuali. Vengo da altri siti-blog, diciamo così, “elitari” e perciò chiusi, e posso testimoniare che il mancato o lo scarso confronto con l’esterno, creano alla lunga uno strano fenomeno di autoreferenzialità e “adorazione” del blogghista, in quanto portatore del pensiero di cui si discute. Per me che sono abituato e mi sforzo sempre di ragionare con la mia testa, e quindi essere padrone delle mie scemenze, è una cosa che trovo disarmante e alla lunga mi toglie la voglia del confronto con gli altri. Questo volevo dire e mi scuso se sono andato fuori dal tema del pezzo da Lei proposto.
Per quanto riguarda invece la povera Caterina e i precari tutti, non posso che assecondare totalmente il contenuto dell’articolo ma mi vengono in mente un paio di cose. La prima è che il ridimensionamento della scuola, il taglio dei precari è un discorso che va avanti da anni, anche con ben altri governi, ai quali in fin dei conti è mancato solamente il coraggio di tagliare, cosa che questo invece si sente autorizzato a fare grazie alla scusante della crisi. Poi come seconda cosa mi domando se oggi, con questa crisi, e con un governo di sinistra, non avremmo avuto gli stessi tagli e la stessa macelleria sociale. Io purtroppo credo che non sarebbe cambiato niente.
A proposito di concentrazione di potere, di Costituzione vera e "materiale", di tutto ciò di cui Carlo scrive, ora e da anni, invito a leggere e a ponderare in ogni suo aspetto l'intervista odierna di Giannini a Tremonti su la Repubblica.
http://www.repubblica.it/economia/2010/09/04/news/tremonti_l_emergenza_finita_patto_con_l_opposizione_per_l_economia-6747603/?ref=HREA-1
Il titolo più appropriato lo suggerisce (ad un certo punto della stessa intervista)lo stesso Divino Giulio II:
"Le regole utili sono un investimento, le altre sono un costo di sistema che non possiamo più permetterci"
Utili e non "giuste" a livello sociale.
Utili a chi, per fare cosa?
Indovinate!
E poi ancora: "Ogni Stato presenterà i suoi documenti, destinati ad essere discussi collettivamente da tutti gli altri Stati e coordinati dalla Commissione europea. In sintesi: una fondamentale devoluzione di potere, insieme "dal basso verso l'alto" e "dal diviso all'unito". La forma è economica, ma la sostanza è politica. Ed è ad altissima intensità politica. Nella forma è un passaggio procedurale, nella sostanza sarà un cambiamento costituzionale."
Ma davvero?
Non lo avevamo capito!
E poi: quale basso verso l'alto?
Semplicemente poteri locali che non contano più.
Poteri centrali (irraggiungibili dai "disturbi" dei cittadini) sempre più potenti.
Ma anche tutto il resto è ILLUMINANTE e da rimeditare in questa intervista dell'avatar di Tremonti filo-europeo.
Intanto ci rassicura che: "Sulla diplomazia commerciale siamo messi piuttosto bene".
Siamo felici
FD
Ci mancava l'intervista a 3Morti: dopo l'italia in festa dalle alpi alle lande siciliane per i partiti italiani, ecco l'illuminante illuminazione del pensiero del burinattinato 3Morti.
Ma veniamo un po' alle cose serie.
Molti si illudono che da qualche parte, chissà dove,che esistano dei politici che vogliono veramente ridare un diritto ai cittadini: tornare a poter scegliere il parlamentare attraverso il voto di preferenza.
Una semplice, banale ma verficabile osservazione, dimostra l'illusorietà della esistenza di partiti, partitini che vogliano veramente farlo.
L'art 56 della costituzione, al primo comma statuisce:
"La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto."
Che con il combinato disposto dall'art 3, rende l'attuale legge elettorale -in modo MACROSCOPICO- anti-costituzionale.
Ora se quanto sostenuto da uno dei tanti partiti e partitini -che ogni giorno dicono di essere i sostenitori del diritto di scelta del cittadino- fosse vero, la domanda da farsi e' la seguente:
perche' non c'e' stato nessun ricorso da nessuno dei non eletti messi in coda e quindi in condizione di svantaggio discriminante? E di non eletti con siffatte discriminazioni ce ne stavano a josa da poter utilizzare.
I precarizzati della scuola -tutta la Scuola Pubblica Italiana- sta subendo (ormai sono decenni)ed ingoiando provvedimenti che sono in evidente contrasto Costituzionale...
La STORIA di Caterina viene da lontano ed in qualche modo anche io mi sento responsabile per non aver fatto abbastanza per difendere la Costituzione
Doc
Forza Caterina siamo tutti con te anche se è cosi difficile in mezzo a tanto menefreghismo, sai Carlo proprio ieri mi trovavo a spasso con il piccolo insieme ad altre mamme del mio figlio più grande che fa la scuola elementare con i loro figli quando nel bel mezzo delle varie disquisizioni sulla scuola ho udito gracchiare una di queste mamme (psicologa dell 'infanzia) che grazie al ministro non si aumenteranno più le rette dei nidi avendo risparmiato sulla scarsa richiesta della fascia oraria che va dalle 16.30 alle 18.30. Il mio pensiero invece è andato subito alla maestra di sostegno Carolina ( pendolare da Napoli) la quale non verrà riconfermata, la quale mio figlio sembra amare in particolare modo e grazie al cui sacrificio ( tra l' altro) le rette non verranno fatte aumentare.Se le persone non sanno capire ciò chi aiuterà Caterina!!!
Comunque su questo blog sei con tutti noi e sono sicuro che tanti di noi si faranno voce della tua protesta.
Il problema di Caterina deriva dal fatto che il governo di Berlusconi vuole liquidare la scuola pubblica, liquidazione che in quest'ultimo anno ha subito un'accelerazione decisa. Il prossimo anno la liquidazione della scuola pubblica colpirà i docenti di ruolo e mentre tra i precari vi sono degli eroi come Caterina e si è formato un movimento di lotta, fra i docenti di ruolo questo non accadrà, da quindici anni i docenti di ruolo sono stati educati a servire e a tacere. L'ultima volta che alzarono la testa fu per lo sciopero contro il concorsone di Berlinguer nel 2000, io c'ero e mi sembra che siano passati 10 anni luce da allora. Vedrete come la Gelmini e Tremonti faranno polpette dei docenti di ruolo e non vi aspettate rivolte simili come quelle dei precari, dal tempo di Berlinguer i presidi li hanno educati con fusta e carota all'obbedienza all'autorità.
Ciao Carlo sono tornato susa per la mia assnza.
Sono tornato stasera dalla solita "parentesi" agreste ad Albisola ed ho scoperto che Fini vorrebbe fare un partito ma non lo fa, che starà in un partito ma non lo riterrà più il suo.
Secondo me siamo agli sgoccioli: staremo a vedere ma, al punto cui sono giunti, non mi sembra che esistano più dei compromessi.
Sta per avvenire quel che già scrissi nella "battaglia per quota 162" (o 161? Boh...): berlusconi non può sottrarsi alla sfida (come vorrebbe la Lega), ma questo lo lascia con il cerino in mano.
A Settembre, il governo salta: al più, galleggia fin dopo Natale.
Ma veniamo ai vostri commenti:
Beh, Juan Carlos, la maggior parte di quelli che dovrebbero rendersene conto vede Repubblica come il fumo negli occhi: in entrambi i sensi!
Gix, i miei articoli non sono più su CDC perché CDC è diventato un libero territorio di (s)caccia per gli autori genericamente di sinistra.
Si stanno incartando nel complotto del complottismo, ed io non vorrei essere nei loro panni.
Per quanto riguarda un eventuale egual trattamento da parte di un governo di centro sinistra mi limito ad osservare che non c'è mai stato nessuno che ha fatto simili sfracelli.
Certo, con la controriforma Damiano sulle pensioni emularono il peggior Berlusconi, ma il centro sinistra paga in fretta i suoi errori, mentre mister B. riesce ad offuscarli meglio grazie al battage mediatico.
In ogni modo, anch'egli - oggi - ha sentito suonare le campane a morto.
Credo, Fulvio, che qualcosa del genere nella scuola sia già in atto.
Dalle voci che ho raccolto da "radio fante" in questi giorni di riunioni, la sensazione che si prova è l'abbandono.
A nessuno frega più niente di niente: tanto, la Gelmini ha azzerato tutto.
Sarà resistenza passiva? Probabile, ma ad andarci di mezzo sarà l'istituzione.
In effetti, doc, è incredibile come il porcellum resista. Credo, però, che la questione politica sia altra: sono ancora convinti che la legge elettorale sia il terreno di scontro per ottenere dei vantaggi.
Non si stanno accorgendo che il distacco della gente dal palazzo sta diventando abissale.
Il 40% d'astenuti non ha loro insegnato nulla.
Il disegno - Marco ed Orazio - è quello di far fuori i docenti di ruolo quando avranno pronto il nuovo sistema di reclutamento, ossia tutti precari.
Ma la storia sta finendo: oggi, addirittura, la Marcegaglia ha chiesto la compartecipazione dei lavoratori all'impresa!
Sono proprio alla frutta. Ed io al cuscino.
Buonanotte
Carlo
PS: le vacanze sono finite, adesso si ricomincia con gli articoli "pesanti". L'anno accademico sta per iniziare.
Carlo, ció che dice Tremonti, ció che fa la Gelmini, sono parte di un disegno molto piú ampio, iniziato molti anni fa a livello europeo e portato avanti proprio dal centro-sinistra: Ciampi, Dini, Prodi, Amato, Spaventa, Bersani e tanti altri che hanno svenduto l'Europa e il nostro Paese agli interessi del grande capitale USA, tedesco e francese. L'obiettivo finale é la riduzione dello Stato ai minimi termini. Il nostro paese in particolare ha ancora due roccaforti pubbliche: la Sanitá e l'Educazione. In questo é un'eccezione in Europa, prova ad andare nella tanto osannata Germania e dimmi se vedi alle elementari il figlio del Rom a fianco del figlio dell'avvocato o una sanitá ai livelli di quella emiliana, ad esempio. Tutto questo rappresenta un mercato enorme ed é per questo che stanno tentando di distruggerlo per poi consegnarlo a pezzettini al capitale anglosassone. Questo rappresentano l'Euro e l'Unione Europea, altro che il sogno europeista con cui ci hanno mentito per anni. Non capisco quindi quando dici che il centro-sinistra ha fatto meno danni quando é esattamente il contrario. Semplicemente li hanno ammantati in un falso processo 'democratico' e noi gonzi ci abbiamo creduto perché li ritenevamo gli eredi dei Nenni e dei Berlinguer. Dobbiamo dire chiaramente che gente come Amato, Prodi, Mitterrand, hanno fatto le stesse politiche economiche di Reagan e Thatcher.
Il problema di Caterina si potrebbe risolvere con una grande protesta, ma a livello europeo, inutile protestare contro la Gelmini o Berlusconi, perché non contano nulla, metti al loro posto Fioroni e Bersani e non cambierá nulla. E' a Bruxelles che bisogna guardare, e smettiamola di pensare che la Grecia e l'Irlanda si meritino quello che stanno passando, perché ci hanno dato da bere la storiella che erano stati spreconi. Basta andare sul sito di Eurostat per scoprire che é una balla. Sono stati in cui la classe governante é corrotta ed avida, esattamente come da noi, ma la loro spesa pubblica per il sociale e gli investimenti produttivi era sotto la media, come da noi.
Caro Ricky
quando governava il centro sinistra, non fui mai tenero nell'accusare le loro malefatte. Dal decreto Bassanini alla controriforma Damiano: i miei articoli sono ancora là, a disposizione di tutti, per dimostrarlo.
Quello che non accetto è che, in nome delle malefatte del centro sinistra, oggi vada per la maggiore assolvere tutti. Oppure condannare tutti.
Raccontiamo la verità, quella basata sui fatti: nella scuola, nessuno prima della Gelmini e di Berlusconi aveva riportato indietro le lancette in questo modo.
Sai cosa significa avere più di 30 allievi per classe?
Sulla scuola tedesca si potrebbero dire tante cose, ma loro hanno un sistema di certificazioni delle competenze che noi ci sogniamo.
Ho due nipoti in Francia: sai cosa vuol dire entrare a 23 anni a 2.200 euro il mese in un'azienda?
Certo, i disegni internazionali esistono: quello che non accetto né accetterò mai è che in nome dei potentati internazionali si dica che non si può fare nulla.
Oggi governa Berlusconi? Bene: ogni sua decisione deve essere criticata. Domani governerà un altro? La stessa cosa.
Qui, se non te ne sei accorto, c'è gente che lavora per il re di Prussia. O no?
Ciao
Carlo
Carlo,
premetto che credo che la scuola e la cultura dovrebbero essere tra le ultime a subire restrizioni di bilancio e butto là una provocazione:
Gli insegnanti sono tutti veramente (nella sostanza) qualificati epr il ruolo che ricoprono di plasmatori dei futuri attori della società?
Mi ricorderò per tutta la vita la frase che mi disse, al primo incontro, la maestra di prima elementare di mio figlio:
"Questi bambini non hanno metodo"
Credo che la Scuola andrebbe ripensata anche per quanto riguarda la formazione dei docenti ai quali, poi, corrispondere giuste retribuzioni e assicurare maggiori certezze.
Saluti a tutto il blog.
Ho lasciato la scuola tanti, ma tanti anni fà: sembra che siano passati alcuni secoli: scrissi la mia lettera di dimissioni precisamente il 15 novembre del 1979, e incredibile ma vero, a distanza di alcune decadi dall'immissione in ruolo.
Ho visto laureati in legge insegnare lingue, laureati in farmacia insegnare matematica: insomma di tutto e di più.
E molti sono ancora lì a procurare guasti..
Il movimento nato nel 68 aveva creato speranze per una riforma coraggiosa della scuola - lascio ai soliti strz le puttanate varie sul 6 politico (che poi nelle università non esisteva) etcc-
I cardini principali erano:
1-potenziamento scuola pubblica
2-accesso al diritto allo studio
Tutto questo comportava la destrutturazione delle baronie accademiche, la liberalizzazione delle varie strutture degli atenei, la partecipazione paritetica sia degli alunni che del personale tecnico operativo.
Inoltre e, specie per le facoltà scientifiche, consideravamo fondamentale l'inserimento nell'organigramma dei corsi di laurea di apposite sezioni di didaditta applicata.
Certo, allora ci stavano anche movimenti che facevano invidia a Pindaro e ai malati di infantilismo politico, a dir il vero abbastanza numerosi.
Ma molto si discusse e posso assicurare -almento per la mia esperienza diretta- che si arrivo' addirittura ad una conferenza organizzativa tra rappresentanti degli studenti delle varie facoltà scientifiche e il corpo docente - tenuta nell'inverno del '70 (se nn erro)presso l'ateneo di Bologna.
Molti di noi, compreso me, fummo costretti ad usare altre angolature per visualizzare nella sua complessità il problema Università ed arrivammo a delle conclusioni comuni.
Il metodo adottato fu -ovviamente- di tipo analitico-descrittivo del problema generale, con le sue diramazioni, che fu agevolmente trasformato in una specie di diagramma di flusso..
Tornati nelle varie patrie scolastiche, ci affrettammo a chiedere la messa a disposizione (studenti+loro insegnanti) delle sofisticate strutture di calcolo, che ci furono rifiutate.
I conseguenti disordini dimostrarono l'efficienza dei celerini antisommossa di recente istituzione; le occupazioni continuarono...
Dopo qualche anno sono tornato in quei luoghi, ho trovato ex colleghi diventati assistenti che erano diventati anche i principali coadiuatori della restaurazione, che aveva cancellato quanto era stato ottenuto con enormi sacrifici...
Credo che un nuovo movimento nella scuola, più pragmatico dell'altro, sia assolutamente necessario che sappia coinvolgere tutte le componenti.
Ma forse continuo a sognare di essere tornato indietro.. e ripartire meglio..
Doc
Caro Carlo,
Forse non mi sono spiegato bene. Mai pensato che di fronte ad un disegno internazionale ci si debba arrendere. Dico esattamente il contrario, cioé che la risposta deve essere internazionale: l'unione dei cittadini sfruttati d'Europa in marcia verso Bruxelles e Ginevra. Un grande sciopero generale europeo, per chiedere la riforma totale delle istituzioni europee, la riscrittura del Trattato di Lisbona, una diversa politica economica, un euro moneta sovrana di Stati federati, non la moneta pateracchio che é ora. Ora é un sogno, ora ogni Paese, i cittadini di ogni Paese, ragionano localmente, guardano il vicino con invidia, pena o supponenza, a seconda dei casi. Tu stesso citi la scuola tedesca come esempio da seguire. Forse ignori che in quel Paese il sistema scolastico primario é ultra classista, produce cittadini di serie A, B e C ed é criticatissimo da anni, tanto che in molti Lander si sta sperimentando il sistema italiano. Da quello che capisco, la tua proposta rimane quella di contrattare il livello di abolizione dei diritti. Probabilmente con il centro-sinistra si arriverebbe ad avere 27 alunni per classe anziché 30. E' come disquisire se si sta meglio con una catena al collo lunga 50 cm. o un metro.
Con questo non voglio dire che Berlusconi non debba andarsene. E' un'anomalia che é durata anche troppo. Ma dirigiamo le energie verso i veri obiettivi. Hai nipoti in Francia. Io vivo in Spagna. L'Europa dei cittadini é giá un fatto. Perché non deve esserlo anche nei cuori di ognuno di noi?
Con stima,
Riccardo
I dipendenti del MIUR - Ingenuo - mi sembra che siano 800.000, non so quanti siano gli insegnanti e se la cifra è aggiornata.
E' ovvio che in mezzo a così tante persone ci sia anche la maestra che afferma "non ha metodo", quando dovrebbe essere lei che inizia - sottolineo inizia - ad insegnarglielo.
Come in tutte le attività umane, c'è il meglio e c'è il peggio: certo, il sistema di formazione è carente, ma hai visto che confusione hanno fatto negli ultimi anni?
SSIS, non SSIS...non si capisce più nulla...
Quello che bisogna evitare è un sistema che consegni - nuovamente - i docenti nelle mani dei Presidi, che sono a loro volta irreggimentati nella struttura gerarchica gelminiana, la quale soffoca ogni dissenso con l'asserzione che sono "dirigenti", e dunque esecutori della classe politica.
Sarebbe veramente un tornare indietro alla peggior scuola fascista.
Nell'anno scolastico 1968/69 - fu l'anno della mia maturità - durante le occupazioni stendemmo numerosi documenti, nei quali anticipavamo il dibattito che poi avvenne 30 anni dopo, al quale tuttora non si riesce a dare costrutto.
Il problema - doc - è a monte: chi è oggi la classe politica? Un'accozzaglia di parvenu, in gran parte senza cultura, cresciuti nella bambagia dei partiti della cosiddetta sinistra oppure nei palinsesti Mediaset. Cosa possiamo aspettarci?
Sì, Ricky, non c'eravamo capiti: sono anch'io dell'idea che una lotta a livello europeo sarebbe l'optimum.
Non ti sembra, però, un sogno? Osserva com'è rimasta sola la Grecia.
Partendo dal basso - invece - le persone iniziano a lottare per obiettivi tangibili: "basso" può anche voler dire la legge elettorale truffa.
I due sistemi - quando ancora il sindacato era tale - trovavano proprio lì una sintesi, perché la lotta sindacale per i diritti non era in antitesi con quella politica per una diversa partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa. Anzi.
Sul sistema tedesco so che ci sono delle perplessità in Germania (in realtà, in tutta Europa), ma qui il discorso sarebbe lungo. Basti pensare che i libri sono in comodato e che i titoli (Laurea o FTS) sono parificati, al punto che il direttore della Mercedes era un laureato e quello della BMW un diplomato FTS.
Per fare un dibattito sulla scuola il blog è poco indicato: qui, sarebbero necessari dei convegni, altrimenti ci si spella le dita inutilmente.
Al più, qualche idea.
Grazie a tutti
Carlo
sfugge a molti quando si affronta l'argomento scuola che il problema non è,purtroppo,di Caterina ma dell'intero paese.Stanno svendendo il nostro futuro la nostra cultura nazionale,chiamano riforma dei tagli criminali su quella che ritengono una spesa e che invece è l'investimento nel nostro futuro e soprattutto in quello dei nostri ragazzi.Mi perdoni non vorrei essere retorico ma il dolore che provo è quello di un padre che si vede in qualche modo costretto a consigliare alla propria figlia, una volta conclusi gli studi,L'EMIGRAZIONE.
Confesso d'essere profondamente scettico riguardo alla possibilita' di un cambiamento ho l'impressione che il paese sia molto piu' simile a quei governanti che apparentemente tutti disprezzano.
Nella patria di Michelangelo Bernini Tintoretto Leonardo e mille altri una velina decreta la morte della storia dell'arte,nemmeno nel piu' audace film di fantascienza avrebbero potuto immaginarlo.
un saluto a tutti Giovanni
Tristissimo, Giovanni, ma è così. Mio figlio studia al Conservatorio: sta meditando d'imparare il tedesco. Un "poeta" ha sancito la fine delle orchestre.
Ciao e grazie
Carlo Bertani
...I poeti che strane creature
ogni volta che parlano è una truffa...
(Da: "Le storie di ieri", Francesco De Gregori).
In effetti uno dei problemi della scuola in Italia è situato... fuori dalla scuola. Che fare dopo? Ha senso studiare e "sbattersi" quando poi il poco lavoro rimasto è quasi tutto di bassa qualità e regolato da pessimi contratti (ovviamente dal punto di vista di chi lavora)?
Quando già si sa in partenza che conterà più di chi sei figlio, nipote, cugino o almeno fido famiglio, piuttosto che quanto realmente sai fare o hai imparato a fare?
Per almeno metà dei lavori che attualmente si possono trovare in Italia basterebbe la terza media, il resto è cultura personale (buona cosa) ma anche fatica sprecata. E purtroppo non siamo puro spirito, a pancia vuota anche Mozart pare 'na schifezza...
Carlo
non sono dieci anni che Papi governa,
ma ben diciassette, dal 1993.
Stiamo quasi per festeggiare il ventennio! Esultiamo!
Il ventennio ha sempre recato cose
buie e tragiche al paese.
Comunque il governo di Papi finirà
ad ottobre, quando, in coincidenza
col compleanno di Papi Silvio, Saturno sarà sul suo Sole: parola di una mia amica astrologa brava.
Ho scommesso una pizza con Cloro,
chissà poi come faremo a mangiarla
assieme, boh?
Quanto al discorso di distruggere la
scuola, il welfare, la sanità, è un
disegno preciso e ben architettato,
che prende le mosse da lontano.
Lo scopo è quello di mantenere le masse nell’affanno
continuo di conquistarsi il pane quotidiano, e dunque impedire loro di evolvere spiritualmente.
A questo servono i politici, e questo fanno, con tutte le loro
forze.
Se rincoglionisci la gente con le medicine, e ne indebolisci
il sistema immunitario con i letali vaccini, magari arricchiti da qualche virus di qualche bella malattia da diffondere in
maniera endemica od epidemica, già hai segnato un punto a tuo favore.
Poi li indebolisci ulteriormente con cibi poco salutari, impoveriti, geneticamente modificati, che intanto ti fanno pure
arricchire.
Se hai un popolo continuamente spaventato da minacce di
terrorismo (vere o presunte), se lo tieni asservito nell’odio
per gli extracomunitari che sottraggono il lavoro, che rubano
e violentano, se infliggi continue vessazioni (multe pazze,
sequestri d’immobili e di automobili), se rendi la casa, la
luce e l’acqua costosissime ed impossibili da raggiungere,
avrai ottenuto il tuo scopo: distrai dai veri problemi, puoi spacciare costituzioni europee infami e regolamenti vessatori, puoi dominare e strafare a tuo piacimento.
Puoi fare tutte le guerre che vuoi, con i relativi, lucrosissimi
traffici di armi, più o meno legali.
Ed intanto mantieni il lavoro precario ed insicuro, per non dare certezze di vita, diminuisci i salari e chiedi aumenti
della produttività, dell’orario di lavoro, diminuzione dei riposi,
etc. L’inflazione svolge il suo compito facendo diminuire la
capacità d’acquisto dei modesti introiti.
Chi è affannato per sopravvivere non si fa domande, non
pensa, non studia, non rompe le scatole, non manifesta
nelle strade, e soprattutto NON SI EVOLVE.
E la sinarchia dei banchieri catto-giudeo-anglo-americani
può continuare indisturbata ad arricchirsi, a praticare la
magia nera e la pedofilia (ed il traffico dei bambini per scopi
sessuali e per trapianti d’organo).
E’ ora di svegliarsi.
Posta un commento