“Ogni minuto muore un imbecille, e ne nascono due.”
Eduardo De Filippo
L’Italia è il Paese delle sorprese: non passa giorno senza che ne giunga una nuova. Tutti siamo drammaticamente attanagliati dal dubbio sulla costituzionalità dei vari “lodi”, riforme della Giustizia, della Scuola, della Pubblica Amministrazione…e non passa giorno che non ci sia l’uovo di giornata, fresco da stampare sulle prime pagine dei quotidiani. Ci si scanna per battaglie “politiche” per scoprire l’acqua calda: chi gode di posizioni di privilegio, ne approfitta per gabbare le leggi che lui stesso scrive.
Mai che qualcuno titoli: “30.000 italiani fregati da Tizio”, “50.000 dimenticati dalla legge di Caio”. Mai. Ci toccherà farlo.
La sorpresa, di giornata, avviene quando mi presento al CAF per chiedere fin quando dovrò lavorare: il malloppo che ho riordinato, prelevandolo da vecchie cartelle di finta pelle anni ’70, polverose e rovinate dal tempo, è corposo.
Secondo i miei calcoli, dovrei essere oramai intorno a “quota” 35: non vorrei finire come un mio cugino il quale, in ospedale per un intervento chirurgico, s’accorse che sarebbe già potuto andare in pensione. Glielo disse un’infermiera: era vero.
A dire il vero, gli anni sarebbero 36 o forse 37, ma già so che periodi di lavoro molto lontani non potranno mai essere conteggiati: qualcuno ha sentito parlare di lavoro nero?
Uno di quei periodi, però, era un “nero” un po’ speciale e bisogna raccontarlo: il datore di lavoro era niente meno che il Ministero dell’Agricoltura, Ufficio Repressione Frodi, sede di Torino.
Con altri 5 “fortunati” lavorai circa 8 mesi in quell’ufficio modernissimo sito nella “Via del Campo” torinese dell’epoca, via Ormea, abituale ritrovo per l’amore a pagamento.
Il nostro compito era quello di controllare le ricevute dei pagamenti e le bollette di transito delle merci da/per il Piemonte. Era curioso constatare come dalle cantine sociali pugliesi, all’epoca, giungessero carovane d’autobotti che scaricavano sempre nelle cantine sociali dell’astigiano e del cuneese. Era tutto regolare, per carità, anche il vino “doc” che poi era venduto.
Il lavoro era massacrante: in cinque, bisognava – nell’intera mattinata! – aprire, suddividere e visionare circa 300 buste e relativo contenuto: il più delle volte, alle 9 avevamo già finito.
Fiorirono, attorno a quelle scrivanie, amicizie che durano tuttora, storie incredibili sulla lunghezza dell’Anaconda – il record fu di metri 17 e 50 centimetri, poi ritirato dallo stesso autore, visto che il serpentone iniziava già a vedersela con il mostro di Loch Ness – racconti di paesini meridionali, abbandonati per emigrazione, che nulla avevano da invidiare ad Amarcord, storie di ragazze, di politica…
Per molti anni mi fu oscura la ragione che aveva condotto noi, scapestrati di quegli anni, a godere di un così gioioso trattamento: lo scoprii solo molti anni dopo, quando uno di noi riuscì a sapere la verità.
Per tutto quel periodo non fummo mai pagati: solo alla fine degli otto mesi ci fu pagato l’intero periodo, e neppure male.
Nelle stanze accanto alla nostra lavoravano gli impiegati “regolari”; gente con cravatte sgargianti e capelli “stirati”, giovani signore con gonne appena un po’ sopra il ginocchio che volevano imitare, nelle parure, la Regina: donna Marella Agnelli, sempre lei.
In fondo al corridoio c’era l’ufficio del gran capo, ampio come una palestra, irrorato di luce ed ossigenato da una selva di piante da appartamento, tutte con un altezzoso portamento ministeriale, ovvio.
Il gran capo c’era poco in ufficio e quel poco che c’era lo trascorreva sempre al telefono: importanti chiamate da Roma, sempre da Roma. E da Ferrara. Perché?
Poiché lui, e probabilmente qualche capoccione suo pari, avevano trovato un buon intrallazzo: chiedevano fondi per il “controllo della documentazione” – quelle 300 buste da suddividere – il Ministero li concedeva ma…tardavano ad arrivare. La scusa, quando chiedevamo almeno un anticipo, era sempre quella: allargava le braccia «se il Ministero non accredita i fondi…»
E le telefonate a Ferrara?
Quei soldi, in realtà, erano già arrivati da tempo, ma non erano stati trasformati in stipendi: no, c’è tempo, che aspettino.
Il “gioco” era quello dei Ferruzzi: quei soldi – quanti uffici periferici? chi mai lo saprà… – diventavano un fondo per acquistare grano in Canada, Argentina, ecc, a prezzi bassissimi e poi rivenderlo in Europa a prezzi europei, facendo lo slalom sui dazi, le stagioni, ecc…
Per anni, almeno fin quando Gardini non si mise in testa di diventare la Chimica italiana, la ricchezza della holding ferrarese fu proprio quella, la furbizia – un po’ contadina – del vecchio Serafino Ferruzzi.
Non sappiamo quanti soldi lucrarono in quel modo: cinque persone, per otto mesi di stipendio…probabilmente raddoppiavano o quasi il capitale, e questo ogni anno, poiché ogni anno arrivavano altri cinque ad aprir buste. Mai gli stessi: troppo pericoloso.
Sorrido fra me e me, pensando a quante cose i giovani d’oggi non sanno: le mille truffe che l’Italia dei ricchi e dei raccomandati, da sempre, ha intessuto per fregare la parte più povera. Eh, 600 miliardi di euro nei Paradisi Fiscali mica si mettono insieme in quattro e quattr’otto…poi paghi il 5% di tasse con lo “Scudo Fiscale” di Tremonti…sono il risultato di ladrocini che durano anni, decenni. Sempre da parte della stessa gente, al più cambiano le generazioni: oggi si parla dei Tanzi e dei Cragnotti, ma la lista si perde nella notte dei tempi.
Poi, quando le cose vanno male, chiedono “sacrifici” nel nome del “comune interesse”: l’ultimo interesse veramente “comune” che ricordo furono le terre comuni, la sparizione delle quali catalizzò ben due rivoluzioni, quella inglese e quella francese. Alla faccia di Cromwell e Robespierre che vi fanno studiare a scuola.
Sono ancora tutto preso dalla lunghezza dell’Anaconda – cavolo, 17 e cinquanta, ma come faceva Bruno a sparare simili cavolate? – quando l’impiegata del Centro d’Assistenza Fiscale mi riconsegna una carta: “Questa no, non serve.”
Come non serve?
Lavorai due anni come Agente di Commercio, la Cassa dei Rappresentanti era l’ENASARCO…ci sono solo 700.000 lire dell’epoca sul mio conto, non saranno tante, ma posso sempre riscattare quegli anni di lavoro…
No, non può. E non dà spiegazioni.
Già m’incavolo una riga pensando che 700.000 lire, dopo 35 anni, non sono 350 euro: quanto saranno? Mah…non è quello che m’interessa: quel che voglio è il riconoscimento dei due anni di lavoro. C’è tutto, guardi qui: fogli ingialliti dal tempo testimoniano lontane iscrizioni a Camere di Commercio, Partite IVA…la donna sembra non essere minimamente toccata da quel che racconto.
Addirittura, nel 1993 – quando insegnavo già da molti anni – mi fecero correre (200 km!) il 27 Dicembre perché non avevo rinnovato la partita IVA…poi, quando s’accorsero dell’errore, diedero tutta la colpa ai computer. E’ sempre colpa del computer, poveraccio.
A quel punto, infastidita dalle mie insistenze, trae dal cassetto un foglio e me lo porge: «qui c’è l’elenco di tutte le Casse Pensionistiche che possono essere riscattate.» Punto.
Lo scorro: ci sono tutti, ma proprio tutti…figuriamoci se non c’è l’ENASARCO…Geometri, Chimici, Ingegneri, Ragionieri, Profumieri…fra un po’ ci trovo anche l’Associazione dei Commercianti di Corni di Rinoceronte…i Sacrestani del Nono Giorno…la lista finisce. L’ENASARCO non c’è.
Perdinci: ma quanti milioni d’italiani hanno fatto i rappresentanti? Magari per pochi anni, ma hanno lavorato…
«Perché non ha pagato l’INPS?» chiede a bruciapelo la vicina di scrivania. Al posto di un CAF mi sembra d’esser finito, come D’Artagnan, sulle mura di una scalcinato castello in rovina, e mi tocca menare fendenti a destra ed a manca per difendermi.
«Non lo so» rispondo «avevo forse 25 anni…mi dissero che quella era la cassa degli Agenti di Commercio e quella pagai…così disse il mio commercialista…»
«Fu mal consigliato.» Stoccata giunta a segno. Riparto.
«Ma, scusi: quelle 700.000 lire cosa sono, una mia invenzione?» Non tocco ma riesco, almeno, a farle perdere l’equilibrio.
«No, fu un sua scelta di pagare quella cassa di previdenza». Il fendente è stato portato troppo male, e dunque riesco ad imbastire un saracino che la mette in difficoltà.
«Ah, già: io e le aziende per le quali lavoravo ci divertivamo a pagare casse di previdenza, certo, come no…»
Siccome il mio vantaggio è evidente, a quel punto le due Guardie del Cardinale chiamano rinforzi: giunge un drappello di cavalleggeri e finisco nei sotterranei della Bastiglia. Non c’è niente da fare: manca le legge, la legge che consenta di ricongiungere i periodi lavorativi.
Flebilmente, dalla mia cella, ancora domando: ma il decreto Bersani, non diceva qualcosa…
«No, parbleu, non dice niente in merito» il carceriere sbatte l’inferriata della cella.
Mi ritrovo fuori, con il telefonino che squilla: è una radio che mi chiede un’intervista sul traffico d’organi. Riesco, malinconicamente, a complimentarmi con me stesso poiché – nonostante l’amarezza della sentenza appena calata – ce la faccio a rispondere decentemente a qualche domanda. Che professionista – mi dico – ma professionista un bel c… di niente! Qui ti hanno fregato, ma alla grande!
Provo a riflettere: chi potrà trarmi fuori dalla fortezza?
Monsier d’Armagnac! Come ho fatto a non pensarci prima! Ha sposato quella milady di mia cugina e lavora all’INPS!
Scartabello. Vecchi numeri di telefono, questo no…finalmente quello giusto…
Monsieur d’Armagnac e milady – guarda a caso – hanno vinto un viaggio premio in Riviera e passeranno a trovarmi, così parleremo della questione.
Quella sera, monsieur d’Armagnac conferma la sentenza: è vero, per l’ENASARCO non si può far niente…è imbarazzato, si vede «ma come, non lo sai? Con i soldi dell’ENASARCO hanno comprato le case per i politici…»
«Come per i politici?!? Credevo che avessero anch’essi la GESCAL…ma tu, all’INPS…»
Monsieru d’Armagnac non si scompone, appena sorride quando mi dice «Sì, potrei controllare ma…io, oramai, sono in pensione…». Eh già, penso: figuriamoci se lui non è riuscito ad andarci…
La carrozza degli ospiti parte e mi ritrovo solo, a dover sopportare due anni di lavoro in più, che diventano tre per i benemeriti “aggiustamenti” sull’età pensionabile di quel grand’uomo di sinistra che porta il nome di Cesare Damiano, il quale s’avvalse del precedente “lavoro” di quella santa anima di Maroni. Richelieu e Mazzarino: mai più entrerò in un seggio elettorale – rinnovo la promessa a me stesso – anche se dovesse diventare Primo Ministro Brunetta e lo sfidante fosse Fidel in persona.
Scopro così che, con i soldi delle contribuzioni, l’ENASARCO acquistò, negli anni, un “patrimonio immobiliare popolare, sito nella città di Roma”. Il “patrimonio immobiliare popolare” è quasi tutto in zone di gran pregio: quando mai, nelle zone dei ricchi, abita il “popolo”?
Poi giunge la confidenza di una collega “romana de Roma”: «Eh, riuscire ad affittare una casa dell’ENASARCO – l’espressione è sfingea, pare la Monaca di Monza alla quale chiedono un consiglio sui contraccettivi – mica è roba da poco. Per gli altri enti…qualcosa, se conosci qualcuno, si può trovare ma…con l’ENASARCO mica si riesce, lì ci stanno di mezzo i politici, le loro famiglie, c’hanno gli studi nel centro di Roma e pagano pochissimo, ovvio…»
Già, ovvio, mi rimane soltanto il dubbio di sapere in quali di queste “tasche” siano finite le mie 700.000 lire:
Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, inquilino dell’Enasarco, 1400 euro mensili per un appartamento di 120 metri quadrati in zona Farnesina. Il “murena” (così è chiamato per il suo violento interloquire) ha addentato la presa…pardon, la casa…
Roberto Castelli, ex ministro legaiolo, affitta per 700 euro il mese 97 metri quadrati a Monteverde vecchio. Roma Ladrona!
Girolamo Sirchia, ex ministro della Sanità, si gode un attico di 190 metri quadri sulla Nomentana. Alla salute!
Pio Pompa, ex 007 e l’ex patron del Perugia calcio, Luciano Gaucci, se la spassano in zona Ardeatina (dove abitano anche i dirigenti dell’Ente). La pompa che fa girare il calcio.
Donato Bonanni, figlio del segretario della CISL (forza lavoratori: lavorate!) e il senatore del PD Benedetto Adragna (e se aggiungessimo un undicesimo “comandamento”, ossia essere onesti?) abitano invece in uno dei quartieri più belli di Roma, il Delle Vittorie.
L’ex ministro Giuseppe Fioroni del PD ha invece “già fatto”, comperando per 94mila euro (quale esborso!) un appartamento di 3,4 vani catastali quando l’ENASARCO nel 2003 alienò il complesso “Tomba di Nerone”, sulla Cassia. Che velocità! Poverino: da viale Trastevere ad una tomba…
Cosimo Torlo, portavoce dell’ex ministro Damiano, ha ricevuto un appartamento all’Aurelio come Barbara Ronchetti, segretaria dell’ex ministro Damiano (ancora lui! Ma quando la smettono di fare i moralisti questi venduti del PD!): il bello è che era ed è il Ministero del Lavoro (di sinistra e di destra) a dover “vegliare” sull’operazione!
Antonio Manganelli, capo della Polizia di Stato, paga 1.100 euro al mese per 165 mq ai Parioli, Sempre ai Parioli, Francesco De Gennaro, figlio di Gianni De Gennaro ex capo della Polizia, paga 1.000 euro per 132 mq. Evviva i manganellatori di Genova!
Francesco Amoruso, (senatore PdL) per 145 mq ai Parioli paga 1.000 euro al mese. Dalla Puglia con furore.
C’è poi una “frattaglia” di personaggi minori, come Massimo Liofredi, (capostruttura RAI) che paga 750 euro per 93 MQ sul Lungotevere e Mario Palombo, ex parlamentare e generale dei carabinieri a riposo, 190 mq nella zona Portuense…
Queste sono tutte persone[1] che[2] potranno acquistare, a prezzi dimezzati rispetto a quelli di mercato, i loro appartamenti costruiti con i soldi miei e di tanti altri truffati, ai quali oggi impediscono addirittura di pagare di tasca propria la differenza sui contributi previdenziali.
A quel punto, decido di fare un po’ di ricerca sulla vicenda, sulla storia dell’ENASARCO, ed è una vicenda vomitevole, di quelle che fanno salire il voltastomaco, la rabbia.
A presiederlo, per anni, solo personaggi dubbi – qualcuno inquisito per le solite faccende, poi prosciolto, oppure la santissima prescrizione – il solito schifo. Donato Porreca, ad esempio, finì nella famosa inchiesta Billé/Ricucci dei “furbetti del quartierino”. Giovanni Garofoli, invece, fu già indagato nel 1996 per le assegnazioni di case ai politici…insomma, qui non è nemmeno il caso di citare le fonti: basta infilare un paio di parole su Google che questi personaggi saltano fuori come rane da una risaia. D’altra parte, è tutta gente che – se presa con le mani nel sacco – salta fuori dalla galera come un grillo: che abbiano una molla appiccicata al sedere?
A poco a poco, mi rendo conto del motivo che ha condotto a non fare mai una legge per la conversione ed il ricongiungimento di quei contributi, pagati in anni lontani da tantissimi italiani: quei soldi, sono soltanto più sulla carta.
L’ENASARCO, da parte sua, riconosce la pensione solo a chi ha versato 20 anni di contribuzione! Ma cos’è, questa, se non una truffa? Come si fa a chiedere soldi per una cassa previdenziale e poi non riconoscere i periodi inferiori a 20 anni? Oh: vent’anni! Un tizio può iniziare a lavorare, sposarsi, fare figli e poi crepare e…per la Previdenza non è mai esistito! Sarebbe questo lo stato di diritto?
Se qualcuno ha dei dubbi, prenda atto di come funzionano le cose nei Paesi dove vige lo stato di diritto. Uno zio di mia moglie lavorò, durante la Seconda Guerra Mondiale, in una miniera sui Pirenei Francesi, praticamente sotto falsa identità. A dire il vero, una vera identità non l’ebbe nemmeno poiché, per nascondere che era un disertore italiano – tutti i suoi compagni di reparto finirono nell’Organizzazione Todt tedesca, quella che costruì il Vallo di Normandia, e parecchi perirono di stenti – si finse muto.
Ebbene, quando oramai era parecchio anziano, alcuni vecchi amici francesi fecero presente la vicenda alle autorità di quel Paese: negli ultimi anni della sua vita, lo zio Vittorio si vide recapitare, dallo Stato francese, qualche decina di euro il mese, per un servizio lavorativo prestato nella Francia occupata, in guerra, senza che mai avesse detto una parola, né un nome!
Un caro amico, che per tutta la vita lavorò come Agente di Commercio, conferma: la pensione ENASARCO è risibile, anche per chi ha versato per 35 anni, e deve continuare a lavorare, altrimenti non ce la fa.
Dopo aver goduto per decenni di questo scandalo, la classe politica attuale ha deciso di metter fine allo scempio: il Governo ha deciso che il patrimonio immobiliare ENASARCO sarà messo sul mercato. E le pensioni? Mah…
Per questa ragione, ha nominato un apposito commissario ad acta, il quale dovrà collocare “nel miglior modo” per l’erario i beni, al fine d’ottenere il massimo per l’erario stesso. Oh, finalmente: così è sulla carta e dovrebbe essere in qualsiasi Paese normale.
La scelta è caduta su una donna: benissimo!
Si chiama Gabriella Alemanno[3].
Non abbiamo elementi, per sostenere che Gabriella Alemanno sia persona incompetente per gestire la “transizione”, ma – guarda a caso – è la sorella del sindaco della capitale. E non dimentichiamo mai la “massima” di Andreotti: che a pensar male, spesso, ci si azzecca.
Ecco l’ultima trovata, quella dei furbetti del quartierino 2.0: chi possiede le “chiavi” del piano regolatore? Il fratello.
Ora sì che il patrimonio immobiliare potrà essere (s)venduto! Si tratta di un patrimonio immobiliare “popolare”, non dimentichiamolo, e quindi sarà alienato – ai soliti noti – a prezzi popolari.
Poi, magari, l’appartamentino presso Piazza di Spagna – tutto può succedere in un piano regolatore – verrà riclassificato come attico o chissà che altro, e quadruplicherà il suo valore. I tempi dei “furbetti del quartierino” non finiscono mai, come gli esami di Eduardo.
E tu continua a lavorare: parola di Roberto Maroni e di Cesare Damiano, uniti nella lotta. E poi, dovremmo pure stare ad ascoltarli?
Eduardo De Filippo
L’Italia è il Paese delle sorprese: non passa giorno senza che ne giunga una nuova. Tutti siamo drammaticamente attanagliati dal dubbio sulla costituzionalità dei vari “lodi”, riforme della Giustizia, della Scuola, della Pubblica Amministrazione…e non passa giorno che non ci sia l’uovo di giornata, fresco da stampare sulle prime pagine dei quotidiani. Ci si scanna per battaglie “politiche” per scoprire l’acqua calda: chi gode di posizioni di privilegio, ne approfitta per gabbare le leggi che lui stesso scrive.
Mai che qualcuno titoli: “30.000 italiani fregati da Tizio”, “50.000 dimenticati dalla legge di Caio”. Mai. Ci toccherà farlo.
La sorpresa, di giornata, avviene quando mi presento al CAF per chiedere fin quando dovrò lavorare: il malloppo che ho riordinato, prelevandolo da vecchie cartelle di finta pelle anni ’70, polverose e rovinate dal tempo, è corposo.
Secondo i miei calcoli, dovrei essere oramai intorno a “quota” 35: non vorrei finire come un mio cugino il quale, in ospedale per un intervento chirurgico, s’accorse che sarebbe già potuto andare in pensione. Glielo disse un’infermiera: era vero.
A dire il vero, gli anni sarebbero 36 o forse 37, ma già so che periodi di lavoro molto lontani non potranno mai essere conteggiati: qualcuno ha sentito parlare di lavoro nero?
Uno di quei periodi, però, era un “nero” un po’ speciale e bisogna raccontarlo: il datore di lavoro era niente meno che il Ministero dell’Agricoltura, Ufficio Repressione Frodi, sede di Torino.
Con altri 5 “fortunati” lavorai circa 8 mesi in quell’ufficio modernissimo sito nella “Via del Campo” torinese dell’epoca, via Ormea, abituale ritrovo per l’amore a pagamento.
Il nostro compito era quello di controllare le ricevute dei pagamenti e le bollette di transito delle merci da/per il Piemonte. Era curioso constatare come dalle cantine sociali pugliesi, all’epoca, giungessero carovane d’autobotti che scaricavano sempre nelle cantine sociali dell’astigiano e del cuneese. Era tutto regolare, per carità, anche il vino “doc” che poi era venduto.
Il lavoro era massacrante: in cinque, bisognava – nell’intera mattinata! – aprire, suddividere e visionare circa 300 buste e relativo contenuto: il più delle volte, alle 9 avevamo già finito.
Fiorirono, attorno a quelle scrivanie, amicizie che durano tuttora, storie incredibili sulla lunghezza dell’Anaconda – il record fu di metri 17 e 50 centimetri, poi ritirato dallo stesso autore, visto che il serpentone iniziava già a vedersela con il mostro di Loch Ness – racconti di paesini meridionali, abbandonati per emigrazione, che nulla avevano da invidiare ad Amarcord, storie di ragazze, di politica…
Per molti anni mi fu oscura la ragione che aveva condotto noi, scapestrati di quegli anni, a godere di un così gioioso trattamento: lo scoprii solo molti anni dopo, quando uno di noi riuscì a sapere la verità.
Per tutto quel periodo non fummo mai pagati: solo alla fine degli otto mesi ci fu pagato l’intero periodo, e neppure male.
Nelle stanze accanto alla nostra lavoravano gli impiegati “regolari”; gente con cravatte sgargianti e capelli “stirati”, giovani signore con gonne appena un po’ sopra il ginocchio che volevano imitare, nelle parure, la Regina: donna Marella Agnelli, sempre lei.
In fondo al corridoio c’era l’ufficio del gran capo, ampio come una palestra, irrorato di luce ed ossigenato da una selva di piante da appartamento, tutte con un altezzoso portamento ministeriale, ovvio.
Il gran capo c’era poco in ufficio e quel poco che c’era lo trascorreva sempre al telefono: importanti chiamate da Roma, sempre da Roma. E da Ferrara. Perché?
Poiché lui, e probabilmente qualche capoccione suo pari, avevano trovato un buon intrallazzo: chiedevano fondi per il “controllo della documentazione” – quelle 300 buste da suddividere – il Ministero li concedeva ma…tardavano ad arrivare. La scusa, quando chiedevamo almeno un anticipo, era sempre quella: allargava le braccia «se il Ministero non accredita i fondi…»
E le telefonate a Ferrara?
Quei soldi, in realtà, erano già arrivati da tempo, ma non erano stati trasformati in stipendi: no, c’è tempo, che aspettino.
Il “gioco” era quello dei Ferruzzi: quei soldi – quanti uffici periferici? chi mai lo saprà… – diventavano un fondo per acquistare grano in Canada, Argentina, ecc, a prezzi bassissimi e poi rivenderlo in Europa a prezzi europei, facendo lo slalom sui dazi, le stagioni, ecc…
Per anni, almeno fin quando Gardini non si mise in testa di diventare la Chimica italiana, la ricchezza della holding ferrarese fu proprio quella, la furbizia – un po’ contadina – del vecchio Serafino Ferruzzi.
Non sappiamo quanti soldi lucrarono in quel modo: cinque persone, per otto mesi di stipendio…probabilmente raddoppiavano o quasi il capitale, e questo ogni anno, poiché ogni anno arrivavano altri cinque ad aprir buste. Mai gli stessi: troppo pericoloso.
Sorrido fra me e me, pensando a quante cose i giovani d’oggi non sanno: le mille truffe che l’Italia dei ricchi e dei raccomandati, da sempre, ha intessuto per fregare la parte più povera. Eh, 600 miliardi di euro nei Paradisi Fiscali mica si mettono insieme in quattro e quattr’otto…poi paghi il 5% di tasse con lo “Scudo Fiscale” di Tremonti…sono il risultato di ladrocini che durano anni, decenni. Sempre da parte della stessa gente, al più cambiano le generazioni: oggi si parla dei Tanzi e dei Cragnotti, ma la lista si perde nella notte dei tempi.
Poi, quando le cose vanno male, chiedono “sacrifici” nel nome del “comune interesse”: l’ultimo interesse veramente “comune” che ricordo furono le terre comuni, la sparizione delle quali catalizzò ben due rivoluzioni, quella inglese e quella francese. Alla faccia di Cromwell e Robespierre che vi fanno studiare a scuola.
Sono ancora tutto preso dalla lunghezza dell’Anaconda – cavolo, 17 e cinquanta, ma come faceva Bruno a sparare simili cavolate? – quando l’impiegata del Centro d’Assistenza Fiscale mi riconsegna una carta: “Questa no, non serve.”
Come non serve?
Lavorai due anni come Agente di Commercio, la Cassa dei Rappresentanti era l’ENASARCO…ci sono solo 700.000 lire dell’epoca sul mio conto, non saranno tante, ma posso sempre riscattare quegli anni di lavoro…
No, non può. E non dà spiegazioni.
Già m’incavolo una riga pensando che 700.000 lire, dopo 35 anni, non sono 350 euro: quanto saranno? Mah…non è quello che m’interessa: quel che voglio è il riconoscimento dei due anni di lavoro. C’è tutto, guardi qui: fogli ingialliti dal tempo testimoniano lontane iscrizioni a Camere di Commercio, Partite IVA…la donna sembra non essere minimamente toccata da quel che racconto.
Addirittura, nel 1993 – quando insegnavo già da molti anni – mi fecero correre (200 km!) il 27 Dicembre perché non avevo rinnovato la partita IVA…poi, quando s’accorsero dell’errore, diedero tutta la colpa ai computer. E’ sempre colpa del computer, poveraccio.
A quel punto, infastidita dalle mie insistenze, trae dal cassetto un foglio e me lo porge: «qui c’è l’elenco di tutte le Casse Pensionistiche che possono essere riscattate.» Punto.
Lo scorro: ci sono tutti, ma proprio tutti…figuriamoci se non c’è l’ENASARCO…Geometri, Chimici, Ingegneri, Ragionieri, Profumieri…fra un po’ ci trovo anche l’Associazione dei Commercianti di Corni di Rinoceronte…i Sacrestani del Nono Giorno…la lista finisce. L’ENASARCO non c’è.
Perdinci: ma quanti milioni d’italiani hanno fatto i rappresentanti? Magari per pochi anni, ma hanno lavorato…
«Perché non ha pagato l’INPS?» chiede a bruciapelo la vicina di scrivania. Al posto di un CAF mi sembra d’esser finito, come D’Artagnan, sulle mura di una scalcinato castello in rovina, e mi tocca menare fendenti a destra ed a manca per difendermi.
«Non lo so» rispondo «avevo forse 25 anni…mi dissero che quella era la cassa degli Agenti di Commercio e quella pagai…così disse il mio commercialista…»
«Fu mal consigliato.» Stoccata giunta a segno. Riparto.
«Ma, scusi: quelle 700.000 lire cosa sono, una mia invenzione?» Non tocco ma riesco, almeno, a farle perdere l’equilibrio.
«No, fu un sua scelta di pagare quella cassa di previdenza». Il fendente è stato portato troppo male, e dunque riesco ad imbastire un saracino che la mette in difficoltà.
«Ah, già: io e le aziende per le quali lavoravo ci divertivamo a pagare casse di previdenza, certo, come no…»
Siccome il mio vantaggio è evidente, a quel punto le due Guardie del Cardinale chiamano rinforzi: giunge un drappello di cavalleggeri e finisco nei sotterranei della Bastiglia. Non c’è niente da fare: manca le legge, la legge che consenta di ricongiungere i periodi lavorativi.
Flebilmente, dalla mia cella, ancora domando: ma il decreto Bersani, non diceva qualcosa…
«No, parbleu, non dice niente in merito» il carceriere sbatte l’inferriata della cella.
Mi ritrovo fuori, con il telefonino che squilla: è una radio che mi chiede un’intervista sul traffico d’organi. Riesco, malinconicamente, a complimentarmi con me stesso poiché – nonostante l’amarezza della sentenza appena calata – ce la faccio a rispondere decentemente a qualche domanda. Che professionista – mi dico – ma professionista un bel c… di niente! Qui ti hanno fregato, ma alla grande!
Provo a riflettere: chi potrà trarmi fuori dalla fortezza?
Monsier d’Armagnac! Come ho fatto a non pensarci prima! Ha sposato quella milady di mia cugina e lavora all’INPS!
Scartabello. Vecchi numeri di telefono, questo no…finalmente quello giusto…
Monsieur d’Armagnac e milady – guarda a caso – hanno vinto un viaggio premio in Riviera e passeranno a trovarmi, così parleremo della questione.
Quella sera, monsieur d’Armagnac conferma la sentenza: è vero, per l’ENASARCO non si può far niente…è imbarazzato, si vede «ma come, non lo sai? Con i soldi dell’ENASARCO hanno comprato le case per i politici…»
«Come per i politici?!? Credevo che avessero anch’essi la GESCAL…ma tu, all’INPS…»
Monsieru d’Armagnac non si scompone, appena sorride quando mi dice «Sì, potrei controllare ma…io, oramai, sono in pensione…». Eh già, penso: figuriamoci se lui non è riuscito ad andarci…
La carrozza degli ospiti parte e mi ritrovo solo, a dover sopportare due anni di lavoro in più, che diventano tre per i benemeriti “aggiustamenti” sull’età pensionabile di quel grand’uomo di sinistra che porta il nome di Cesare Damiano, il quale s’avvalse del precedente “lavoro” di quella santa anima di Maroni. Richelieu e Mazzarino: mai più entrerò in un seggio elettorale – rinnovo la promessa a me stesso – anche se dovesse diventare Primo Ministro Brunetta e lo sfidante fosse Fidel in persona.
Scopro così che, con i soldi delle contribuzioni, l’ENASARCO acquistò, negli anni, un “patrimonio immobiliare popolare, sito nella città di Roma”. Il “patrimonio immobiliare popolare” è quasi tutto in zone di gran pregio: quando mai, nelle zone dei ricchi, abita il “popolo”?
Poi giunge la confidenza di una collega “romana de Roma”: «Eh, riuscire ad affittare una casa dell’ENASARCO – l’espressione è sfingea, pare la Monaca di Monza alla quale chiedono un consiglio sui contraccettivi – mica è roba da poco. Per gli altri enti…qualcosa, se conosci qualcuno, si può trovare ma…con l’ENASARCO mica si riesce, lì ci stanno di mezzo i politici, le loro famiglie, c’hanno gli studi nel centro di Roma e pagano pochissimo, ovvio…»
Già, ovvio, mi rimane soltanto il dubbio di sapere in quali di queste “tasche” siano finite le mie 700.000 lire:
Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, inquilino dell’Enasarco, 1400 euro mensili per un appartamento di 120 metri quadrati in zona Farnesina. Il “murena” (così è chiamato per il suo violento interloquire) ha addentato la presa…pardon, la casa…
Roberto Castelli, ex ministro legaiolo, affitta per 700 euro il mese 97 metri quadrati a Monteverde vecchio. Roma Ladrona!
Girolamo Sirchia, ex ministro della Sanità, si gode un attico di 190 metri quadri sulla Nomentana. Alla salute!
Pio Pompa, ex 007 e l’ex patron del Perugia calcio, Luciano Gaucci, se la spassano in zona Ardeatina (dove abitano anche i dirigenti dell’Ente). La pompa che fa girare il calcio.
Donato Bonanni, figlio del segretario della CISL (forza lavoratori: lavorate!) e il senatore del PD Benedetto Adragna (e se aggiungessimo un undicesimo “comandamento”, ossia essere onesti?) abitano invece in uno dei quartieri più belli di Roma, il Delle Vittorie.
L’ex ministro Giuseppe Fioroni del PD ha invece “già fatto”, comperando per 94mila euro (quale esborso!) un appartamento di 3,4 vani catastali quando l’ENASARCO nel 2003 alienò il complesso “Tomba di Nerone”, sulla Cassia. Che velocità! Poverino: da viale Trastevere ad una tomba…
Cosimo Torlo, portavoce dell’ex ministro Damiano, ha ricevuto un appartamento all’Aurelio come Barbara Ronchetti, segretaria dell’ex ministro Damiano (ancora lui! Ma quando la smettono di fare i moralisti questi venduti del PD!): il bello è che era ed è il Ministero del Lavoro (di sinistra e di destra) a dover “vegliare” sull’operazione!
Antonio Manganelli, capo della Polizia di Stato, paga 1.100 euro al mese per 165 mq ai Parioli, Sempre ai Parioli, Francesco De Gennaro, figlio di Gianni De Gennaro ex capo della Polizia, paga 1.000 euro per 132 mq. Evviva i manganellatori di Genova!
Francesco Amoruso, (senatore PdL) per 145 mq ai Parioli paga 1.000 euro al mese. Dalla Puglia con furore.
C’è poi una “frattaglia” di personaggi minori, come Massimo Liofredi, (capostruttura RAI) che paga 750 euro per 93 MQ sul Lungotevere e Mario Palombo, ex parlamentare e generale dei carabinieri a riposo, 190 mq nella zona Portuense…
Queste sono tutte persone[1] che[2] potranno acquistare, a prezzi dimezzati rispetto a quelli di mercato, i loro appartamenti costruiti con i soldi miei e di tanti altri truffati, ai quali oggi impediscono addirittura di pagare di tasca propria la differenza sui contributi previdenziali.
A quel punto, decido di fare un po’ di ricerca sulla vicenda, sulla storia dell’ENASARCO, ed è una vicenda vomitevole, di quelle che fanno salire il voltastomaco, la rabbia.
A presiederlo, per anni, solo personaggi dubbi – qualcuno inquisito per le solite faccende, poi prosciolto, oppure la santissima prescrizione – il solito schifo. Donato Porreca, ad esempio, finì nella famosa inchiesta Billé/Ricucci dei “furbetti del quartierino”. Giovanni Garofoli, invece, fu già indagato nel 1996 per le assegnazioni di case ai politici…insomma, qui non è nemmeno il caso di citare le fonti: basta infilare un paio di parole su Google che questi personaggi saltano fuori come rane da una risaia. D’altra parte, è tutta gente che – se presa con le mani nel sacco – salta fuori dalla galera come un grillo: che abbiano una molla appiccicata al sedere?
A poco a poco, mi rendo conto del motivo che ha condotto a non fare mai una legge per la conversione ed il ricongiungimento di quei contributi, pagati in anni lontani da tantissimi italiani: quei soldi, sono soltanto più sulla carta.
L’ENASARCO, da parte sua, riconosce la pensione solo a chi ha versato 20 anni di contribuzione! Ma cos’è, questa, se non una truffa? Come si fa a chiedere soldi per una cassa previdenziale e poi non riconoscere i periodi inferiori a 20 anni? Oh: vent’anni! Un tizio può iniziare a lavorare, sposarsi, fare figli e poi crepare e…per la Previdenza non è mai esistito! Sarebbe questo lo stato di diritto?
Se qualcuno ha dei dubbi, prenda atto di come funzionano le cose nei Paesi dove vige lo stato di diritto. Uno zio di mia moglie lavorò, durante la Seconda Guerra Mondiale, in una miniera sui Pirenei Francesi, praticamente sotto falsa identità. A dire il vero, una vera identità non l’ebbe nemmeno poiché, per nascondere che era un disertore italiano – tutti i suoi compagni di reparto finirono nell’Organizzazione Todt tedesca, quella che costruì il Vallo di Normandia, e parecchi perirono di stenti – si finse muto.
Ebbene, quando oramai era parecchio anziano, alcuni vecchi amici francesi fecero presente la vicenda alle autorità di quel Paese: negli ultimi anni della sua vita, lo zio Vittorio si vide recapitare, dallo Stato francese, qualche decina di euro il mese, per un servizio lavorativo prestato nella Francia occupata, in guerra, senza che mai avesse detto una parola, né un nome!
Un caro amico, che per tutta la vita lavorò come Agente di Commercio, conferma: la pensione ENASARCO è risibile, anche per chi ha versato per 35 anni, e deve continuare a lavorare, altrimenti non ce la fa.
Dopo aver goduto per decenni di questo scandalo, la classe politica attuale ha deciso di metter fine allo scempio: il Governo ha deciso che il patrimonio immobiliare ENASARCO sarà messo sul mercato. E le pensioni? Mah…
Per questa ragione, ha nominato un apposito commissario ad acta, il quale dovrà collocare “nel miglior modo” per l’erario i beni, al fine d’ottenere il massimo per l’erario stesso. Oh, finalmente: così è sulla carta e dovrebbe essere in qualsiasi Paese normale.
La scelta è caduta su una donna: benissimo!
Si chiama Gabriella Alemanno[3].
Non abbiamo elementi, per sostenere che Gabriella Alemanno sia persona incompetente per gestire la “transizione”, ma – guarda a caso – è la sorella del sindaco della capitale. E non dimentichiamo mai la “massima” di Andreotti: che a pensar male, spesso, ci si azzecca.
Ecco l’ultima trovata, quella dei furbetti del quartierino 2.0: chi possiede le “chiavi” del piano regolatore? Il fratello.
Ora sì che il patrimonio immobiliare potrà essere (s)venduto! Si tratta di un patrimonio immobiliare “popolare”, non dimentichiamolo, e quindi sarà alienato – ai soliti noti – a prezzi popolari.
Poi, magari, l’appartamentino presso Piazza di Spagna – tutto può succedere in un piano regolatore – verrà riclassificato come attico o chissà che altro, e quadruplicherà il suo valore. I tempi dei “furbetti del quartierino” non finiscono mai, come gli esami di Eduardo.
E tu continua a lavorare: parola di Roberto Maroni e di Cesare Damiano, uniti nella lotta. E poi, dovremmo pure stare ad ascoltarli?
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Fonte : http://www.fainotizia.it/2009/04/21/la-casta-colpisce-ancora-il-caso-degli-appartamenti-enasarco-su-cui-non-caso-nessuno-fiat
[2] Fonte : http://associazionedirittinmovimento.iobloggo.com/56/nomi-politici-inquilini-enasarco
[3] Fonte: http://www.enasarco.it/eol2004/notizie/Comunicato_stampa_20090722.pdf
23 commenti:
Carlo, le uniche parole che mi vengono in mente adesso sono quelle di un vecchio brano di De Gregori che faceva "cercavi giustizia, trovasti la Legge". Ora una domanda, se posso: dovessimo, non tutti perchè sarebbe utopico, disertare in massa i seggi elettorali, ciò porterebbe a qualche cambiamento positivo per noi schiavi salariati, fatta salva la veridicità dei conteggi? Ed "in caso" di brogli un bagno di sangue sarebbe cosa positiva? Mah, l'orizzonte è fosco. Bonaccia o burrasca? ...sarò poi riuscito a spiegarmi?
Ah, ho dimenticato di scrivere che da un decennio non entro in qualsivoglia cabina. Saluti Lopez
Il problema che poni - Lopez - è la classica domanda delle cento pistole.
Restiamo con i piedi per terra.
Oggi, il voto è di due tipi: per appartenenza (ideologica, parentale, simbiotica, ecc) oppure per convenienza (favori, appalti, nepotismi vari, ecc.)
Il primo è in forte crisi (40 % astensionismo alle regionali), mentre il secondo è probabilmente stabile, forse in aumento.
Qui è il punto.
Man mano che il voto per appartenenza scema, si rende necessario compensarlo.
Da qui, le feroci campagne mediatiche, ma non basta, perché la campagna mediatica offre il fianco a troppi rischi.
Prendiamo il famoso "Vi toglierò l'ICI" pronunciato in extremis da Berlusconi.
In quel caso andò bene, ma solo perché Prodi non seppe sfruttare l'altrettanto "pesante" "non vorrete mica che il figlio d'operai abbia gli stessi diritti di quello dell'imprenditore" di berlusconi.
Senza entrare nel merito delle due vicende, ciò spiega come il voto per "appartenenza mediatica" sia molto rischioso: oggi, se lo giocano a giorni alterni il PdL ed i finiani.
Man mano che il voto per appartenenza scema, assume valore quello per convenienza, e la corruzione dilaga.
Quindi, non andare a votare, obbliga il potere a ridefinire in itinere il "peso" dei voti acquistati. Ne deriva che, ogni voto acquistato, cresca di prezzo.
Ovvio che in una vera democrazia con forte partecipazione al voto i voti acquistati perderebbero d'importanza ma qui entra in gioco un altro fattore: l'omogeneità dei programmi politici.
Nessuno propone l'energia pulita, la moneta di Stato, la riduzione delle spese della politica e militari, ecc.
Ne consegue che il meccanismo tende ad avvitarsi su se stesso, il voto per convenienza diventa più "caro" e gli effetti sul bilancio si fanno notare.
Questa è la vera ragione del deficit.
Perciò, continuando su questa strada, dovranno sempre di più togliere diritti per pagare voti.
E, questo, è un gioco al massacro principalmente per la casta, poiché le risorse non sono infinite.
A mio modo di vedere, questa è la ragione dell'attuale crisi nel centro destra, non altro.
In ogni modo, aspettiamo qualche altro contributo per ampliare il discorso.
Ciao e grazie
Carlo
Non dobbiamo dimenticare , inoltre, che “quando il popolo perde la fiducia nei suoi politici, questi politici hanno il diritto di eleggere un altro popolo”. Bertolt Brecht, 1953.
In Italia ogni regione ha una media di 70 consiglieri ed ogni consigliere percepirà una liquidazione di 250 mila Euro a fine mandato Cominciamo da qui, magari promuovendo un referendum popolare. Perché questi privilegiati devono percepire uno stipendio mensile di 15-30 mila Euro? In Italia c’è una disparità vergognosa tra gli stipendi e le pensioni degli amministratori rispetto al trattamento dei comuni cittadini come non avviene invece in altri Paesi europei dove c’è un maggior livellamento. Cominciamo a togliere queste indennità faraoniche e tutti i benefit da nababbi. La gestione politica deve diventare un servizio rivolto ai cittadini e non una vincita al Lotto.
Un consigliere regionale percepisce circa 10mila Euro dopo essere stato presente in due legislature, e questi soldi li percepirà per tutta la vita. Sono delle vere e proprie truffe che vengono autorizzate dallo Stato. Il problema risulterà irrisolvibile fino a quando lo Stato sarà governato da una Casta inamovibile a cui bastano appena tre anni di legislatura per assicurarsi la pensione a vita. Finché non cambierà l’attuale legge elettorale, i lavoratori italiani dovranno sobbarcarsi gli stipendi e le pensioni di questi (poco) onorevoli politici che hanno anche il coraggio di elevare gli anni di contributi pensionistici ai veri lavoratori..!
Anch’io mi sono astenuto nel dare il mio voto nelle elezioni politiche ed europee di questi ultimi anni. Sono assolutamente contrario alle liste chiuse e preconfezionate dei partiti politici: alla fine, infatti, non sai neanche chi sarà il tuo rappresentante eletto.
Alle votazioni regionali invece potevo scegliere una persona. Ora che è stata eletta, posso anche verificarne la coerenza espressa in campagna elettorale. Da qui in poi ci vuole molta onestà. Perché quando ti trovi seduto in quelle stanze potrebbe essere facile lasciarsi tentare dall’avidità e farsi brillare gli occhi dai facili guadagni dimenticando in fretta le promesse preelettorali. Lo dimostrano, in questo senso, i Leghisti che sembrano a loro agio nella tanto sbandierata “ Roma Ladrona! ”.
Se capitasse invece a noi di essere eletti , saremmo in grado di rinunciare a tutti quei guadagni?
Le critiche alla Casta sono mosse dal senso d’ingiustizia o dall’invidia?
Nel dubbio, preferisco far politica quotidiana verso la decrescita felice affrontando un giorno alla volta tutti gli ostacoli che la vita pone tra me e la gioia eterna. Se non altro, in questo modo, riesco a vivere un buon presente limitando l’angoscia di ciò che potrebbe essere ma non è..
Cari saluti.
Buongiorno.
Sarà che ha ragione Paolo Barnard?
Tri-Laterale, Bildenberg, OMC ...
Il nostro, i nostri Parlamenti sono solo teatri di marionette che agiscono seguendo direttive preconfezionate altrove senza nessun potere effettivo.
Questo potrebbe spiegare perchè non ci sono le proposte su
"l'energia pulita, la moneta di Stato, la riduzione delle spese della politica e militari"
Queste non sono nell'agenda del "vero potere" barnardiano.
Saluti.
Carlo, cio' che hai raccontato e' uno dei tantissimi casi di ingiustizia/truffa che gli Italiani subiscono costantemente, sono tanti... Quando mi sveglio di cattivo umore mi sembrano troppi... Questo e' uno di quei giorni, Tu pensi che un giorno ci sara' il modo di porre fine a tutto questo ladrocinio? Come dicevi qualche post fa' l'Italia potrebbe essere il paese piu' ricco o con piu benessere generale al mondo. Per il momento spero solo che domattina mi svegli con un umore migliore cosi' avro' almeno la forza di sperare ancora.
Ciao
Matteo
Così è, Mahmoud, perché la creazione di un elettorato di convenienza significa proprio questo: la "creazione" di un popolo ad uso e consumo della Casta. Le TV di B. sono 30 anni che battono su quel tasto.
Perciò, l'unica via per controbattere è quella d'indicare percorsi diversi, come Juan Carlos afferma, ossia la decrescita.
Sono percorsi "lunghi", ma non c'è altra scelta: ho detto più volte che noi "veci" non vedremo nulla di queste cose.
Per questa ragione, bisogna accettare di vivere in questo "mondo di ladri": possiamo, però, fare in modo che sempre più persone prendano coscienza dei mezzi per uscirne. Anch'io mi alzo spesso con la luna storta - MattoMatteo - ed è perfettamente logico che così sia: ma hai visto in che nazione viviamo? Come potremmo non essere depressi? La condizione di depressione è sintomo di consapevolezza: solo gli stolti credono che tutto vada bene, quelli che grattano i talloncini delle lotterie e sperano di diventare milionari o una velina.
E veniamo a ingenuo, che pone due problemi: Barnard ed il complottismo.
La società segreta "madre" di tutto l'ambaradan si chiama Massoneria, ha il suo massimo esponente nel Duca di York, a sua volte stretto sodale della corona britannica.
Ogni tanto, Barnard tira fuori dal cappello il coniglio - non senza un po' di spocchia non richiesta - che significa, in sintesi, "guardate un po' - branco di bifolchi - quante cose non sapete ed io so: leggete e pascetevi".
Dopo aver ben letto, cosa rimane da fare?
Niente.
Plaudere al supremo aedo che tutto sa ed andare a cesso, presi dalla dissenteria per tanta sciagura - inesorabile - che ci è calata in testa.
Ossia, non fare niente, a parte un generico sussulto rivoluzionario che, già si sa, non sortirà nessun effetto.
Non a caso, su CDC mi hanno attaccato alla morte per mesi, sempre le solite persone, che - quando il buon Paolo (che caso!) rientra nei ranghi - si tacciono.
E' più faticoso scrivere articoli e libri dove si spiega nel dettaglio come certe politiche siano spietatamente antipopolari e si cercano di proporre delle alternative.
Qui si differenziano due concezioni del giornalismo: da un lato chi la "spara" per fare audience - in pieno stile berlusconiano - e dall'altra chi lavora per creare una base non di consenso sulla sua persona, bensì di consapevolezza condivisa.
Spendibile collettivamente, espandibile, condivisibile: va da sé che il tipo di giornalismo alla Barnard fa tanta audience mentre non infastidisce minimamente il potere.
Quando Barnard ci provò a farlo, lo cacciarono dalla RAI: oggi, ha capito la lezione.
Perciò, continuerò a scrivere di cose ben tangibili e presenti nel nostro mondo di tutti i giorni: in caso contrario, andate a prendervela con il Duca di York!
Grazie a tutti
Carlo
Come qualche volta mi capita con i tuoi articoli, Carlo, anche in questa occasione mi sono dovuto "sforzare" di fare molta attenzione alla "denuncia" che fai senza farmi distrarre dalla forma letteraria, appagante compagnia di tanti tuoi lettori.
Visto che l'argomento ti rende nervoso (lo capisco bene da fresco e felice pensionato), sottolineo che questa è SOLO un apprezzamento che NON sottintende nessuna critica.
Il narrare, nel raccontare il quotidiano, rappresenta una capacità invidiabile oltre ad una scelta meritoria. (Ma cercherò di non ripetermi più per non gonfiare troppo il tuo "ego" letterario)
Detto questo...
Conosci, Carlo, quello che viene definito Schema Ponzi?
Nel 2008 le informazioni su tale "schema" furono riscoperte per spiegare e capire la grande truffa messa in atto da Bernard Madoff.
Uno schema ingegnoso e semplice che ha riguardato Wall Street e grandi investimenti, ma che in realtà, secondo me, riguarda da vicino anche altro...
Chi vuole avere, non conoscendo ciò di cui sto parlando, una semplice "infarinatura" informativa può leggersi questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Schema_Ponzi
è Wiki, ma per partire va bene...
Lo Schema Ponzi (vuoi che ad inventarlo potesse essere un NON italiano?) è, sempre secondo me, alla base della struttura pensata per le nostre pensioni.
Se la mia interpretazione è giusta c'è da sorprendersi che le pensioni vengano ancora pagate per il presente. E per il futuro?
L'importante sarà mantenere i privilegi dei soliti noti...
La storia dell'ENASARCO, mi sembra onestamente un caso di Schema Ponzi applicato alla perfezione senza che nessuno abbia mai denunciato (sindacati e partiti) tale truffa preferendo (se mai non si fosse capito) partecipare al festino dei potenti (di qualsiasi grado) piuttosto che alla disperazione dei truffati.
Al solito.
FD
Certo - Fabrizio - gli schemi della finanza internazionale sono gli stessi della politica nazionale. Perché, un personaggio come Bassanini, va in Francia a fare il consulente di Sarkozy e lascia la moglie a fare il ministro nel governo italiano (l'ultimo Prodi)?
Chieditelo.
Ma, ragionevolmente, come potremo mai lottare contro questa gente? Contro dei fantasmi?
Me la vado a prendere con il Duca di York? Con Mardoff? Con i Rotschild?
Io preferisco partire da quelli che sono i bisogni e le aspettative della gente comune, le loro aspirazioni frustrate, le loro disperazioni, le loro speranze.
Non ho bisogno che qualcuno mi venga a spiegare (Barnard) l'acqua calda che conosco da 30 anni!
La mia è, prima d'ogni altra cosa, una scelta politica, di campo.
Con affetto
Carlo
Ricordo l'utilità di iscriversi al sito INPS per verificare per tempo eventuali errori (qualche volta rettificabili) prima di maturare i diritti per la richiesta di pensionamento.
Due miei colleghi ne hanno ricevuto giovamento (riconoscimento ai fini pensionistici del servizio militare) e riconosciuti diritti che altrimenti avrebbero posticipato nel tempo il loro pensionamento
L'INPDAP ancora non fornisce il servizio (ho appena verificato) dell'utilissimo estratto conto informativo per il lavoratore.
Un caso di scarsa qualità del servizio o un preoccupante segnale che dovrebbe mettere sull'avviso tanti statali?
FD
Buona regola è quella di
NON dare da mangiare ai troll!
Spessissimo viene ripagata con la loro dipartita
fd
In diverse occasioni ho espresso l'opinione che bisogna impadronirsi del controllo tecnico dei bilanci preventivi/consuntivi delle tecniche usate per "dare" contributi etc per avere incisività
Fino a quanto cittadini impegnati, movimenti e quant'altro dotato di buone intenzioni non saranno supportati da questa competenza non si andra' molto lontano:
I meccanismi di creazione della sporcizia economica funzioneranno sempre alla grande.
E questo compreso tutti i livelli: dal condominio-comune-provincia a quello dello stato.
Pensate alle migliaia di capitoli di spesa, capitoli di incasso, conti correnti speciali fuori controllo; ai giochi sui residui, su "altre entrate e/o altre spese", sulla mistificazione sistematica senza controllo che viene fatta per garantire esborsi milionari cambiando una parola in un'altra molto simile ma interpretabile alla bisogna...
Pensate un pò ai tanti metodi Ponzi messi in campo dai boiardi di stato che cmq hanno tutti in comune un termine ampio CHE SOLO DOPO detto termine il diritto a suo tempo acquistato e' esigibile:
di persone che non hanno maturato il diritto alla pensione , ma ke hanno comunque versato anni di contributi, ce ne stanno a bizzeffe, i cui soldi - perche' i contribuiti sono soldi di chi li versa- magia economica spariscono, come nel caso narrato da Bertani.
Certo quello che dice Mahmoud e' solo formalmente vero semplicemente perchè tutte le istuituzioni che determinano la formazione del caratttere della persona hanno omesso di insegnare la funzione di controllo sull'esito delle fiducie accordate di volta in volta: alla famiglia, alla scuola, al comune e così via.
Buona serata
Doc
Mi fa piacere che tu stia rivedendo la tua posizione sul votare visto che hai impiegata molta tastiera per farmi capire quanto fosse superfluo farlo, comunque a parte l' ironia credo che purtroppo questa situazione da te cosi ben narrata è lo specchio di quello che viviamo.Ogni giorno dobbiamo soffrire situazioni come queste che poi pian piano ci stanno portando ad adeguarci, difendendoci nell' unico modo possibile ovvero cercando di fregare chi ci sta fregando (ognuno di noi ha fatto le sue piccole o grandi evasioni).Ogni giorno dobbiamo combattere in una giungla di menefreghismo dove tutti cercano di mantenere il proprio orto verde con semi e acqua concessi a intermittenza da chi ci ha posto li.Mi fa molto piacere ascoltare le tue riflessioni su quello che io chiamerei "il giornalismo consapevole" di chi, al di fuori di torti ricevuti e quant ' altro semina discordia per accaparrare proseliti. Carlo credo che tu sia una delle poche persone che fa cultura e informazione senza cercare audience ed è proprio per questo non annoi mai.Quando è previsto il prossimo incontro "Live"? un saluto a tutta la ciurma!!!
In questa sera di settembre, l'aria mi accarezza la mano mentre scrivo a voi tutti.
Ho voglia di dirvi che in fondo vi voglio bene.
Ho voglia di dirti, Carlo, che, una parte della mia vita tormentata, ha ritrovato nelle tue parole, che raccontano brandelli della tua vita, della quale tu ci fai generosamente partecipi, speranza.
In realtà, questo blog che tu conduci per l'aere o meglio per le acque sconosciute dell'umanità irretita, incatenata a falsi miti e ideologie, è un vascello.
Capitano, mio capitano, quanto è duro il remare contro corrente, quanta illusione nella spuma di un pazzo cavallone che rolla sotto la chiglia, quanto disorientamento in tutti noi, poveri marinai senza un luogo sicuro,..." perduti come un pacco postale, senza nessuno che ci chiede come va..."
Invito tutti noi che partecipiamo a questa traversata nel mare incessante della sofferenza, di stringere un patto più grande.
Deponiamo le nostre maschere, lasciamoci trasportare dalla corrente, seguiamo il moto regolare delle costellazioni e vogliamoci bene e prendiamo in seria considerazione la flebile possibilità di essere amici.
con umanità
B.S.
Black per quanto possa valere il mio si te lo grido a gran voce che "CI STO" e che rinnovandoti la mia ammirazione per la tua "Umana Saggezza" ti saluto e rimango in onda sperando prima o poi di poterti conoscere da vicino a te e agli altri del blog con i quali amerei suggellare questa tu stupenda proposta di amicizia, parola oramai quasi scomparsa nei meandri del grande fratello quotidiano che ci fa rimanere sempre più chiusi dietro l' uscio di casa e ci fa dimenticare quanto sia importante conoscersi e confrontarsi. Con stima Marco
Tornando per un attimo all'articolo precedente, vi copio incollo solo i titoli che mi sono giunti in tre mail:
FS: UN MORTO ED UN FERITO GRAVE, OPERAI RFI INVESTITI DA CARRELLO LAVORI A SAPRI (SA)
PORTE KILLER: DONNA UCCISA DALL'ESPRESSO 905 A TREBISACCE (CS)
PORTE KILLER: MORTO A TREVIGLIO (BG) PER SALVARE LA MOGLIE IMPIGLIATA IN UNA PORTA
La fonte è "Notizie in marcia!", un antico (1908) giornale delle FFSS, attivo nelle denunce da quella data!
Viviamo in un Paese insicuro per tutti, per chi lavora e per chi viaggia: l'unica "sicurezza" sono i profitti!
Sul fatto di vederci sono d'accordissimo, ma come si fa?
Black, ogni tanto, mi "passa sui piedi" e non viene a salutarmi...acc...attento nostromo, potresti ritrovarti con una birretta analcolica comprata al supermercato! -))
Per vederci bisogna "fare l'Italia": Roma, Puglia, Romagna...
Idee?
Una cosa a metà strada?
Una bella serata insieme a casa mia, con il camino acceso?
MEDITATE, GENTE, MEDITATE: MA RISOLVETE!!!
Carlo
E il tuo camino sarebbe a metà strada? Che fai,ti converti alla mistificazione delle distanze geografiche?
A parte l'inevitabile ...freddura, mi sono ricordato che un tempo leggevo notizie giuridiche da un ottimo sito che..finalmente ho rintracciato (sono molto disordinato nelle mie cose)
http://www.ictlex.net/
Buona meditazione a tutti
Doc
P.S. per vedersi in faccia eparlarsi in voce si potrebbe iniziare con skype e una web-cam..
Difatti, Doc, io so dove stai...
Ciao
Carlo
"Ai membri del Parlamento italiano:
In qualità di cittadini allarmati, vi chiediamo di prendere immediatamente le misure necessarie per avviare la riforma della legge elettorale vigente, per adottare un nuovo sistema di voto che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere direttamente i nostri rappresentanti in Parlamento. Solo così i problemi e gli interessi legittimi dei cittadini potranno essere al centro dell'agenda politica del nostro Paese."
Questa è la petizione promossa da AVAAZ.ORG che ho appena firmato.
La Casta finge di volersene occupare: "Sistema tedesco, collegio uninominale, proposte di referendum in incubazione degli specialisti Parisi e Segni che invocano una proposta concreta da presentare..."
Aspetta e spera!
Meno male che in questo periodo c'è tanta legna da tagliare nel bosco. Le giornate si accorciano, l'autunno è alle porte e sarà meglio occuparsi anche di cose utili per non tremare di freddo durante l'inverno... e questa non è una metafora, è vita quotidiana.
Cari saluti
ho semplicemente chiesto se si potevano ricongiungere i contributi inps con l'enasarco.non la divina commedia, si può ricongiungere, si o no.
ho semplicemente chiesto se si potevano ricongiungere i contributi inps con l'enasarco.non la divina commedia, si può ricongiungere, si o no.
Posta un commento