14 marzo 2010

A scuola da Jafar


E’ un bel lusso essere nonni, non tutti – oggi – riescono a diventarlo: sarà che si diventa oramai padri a 50 e più anni, che i figli si sposano tardi…insomma, diventare nonni – nell’era globalizzata – è diventato un miraggio. Soprattutto, esserlo senza essere confinati in un letto e dunque di peso per i figli affaccendati in mille lavori e lavoretti: giovani che s’arrabattano e s’affannano per portare a casa un salario da fame. Un altro bel regalo della globalizzazione.
Fra i privilegi dell’esser nonni, c’è quello di rivedere i vecchi cartoni che, quando s’era genitori, o non esistevano oppure (più frequente) non s’aveva il tempo di seguire insieme ai figli (i quali, alla prima occasione, te lo fanno notare con un pizzico di sarcasmo).
La “nonnità” è quindi un privilegio, anche se chi scrive è un nonno che ancora lavora, ma impegnando poco di se stesso: il minimo indispensabile, quello richiesto dai “brunettiani” per non essere tacciato di “fannulloneria”. Perché? Poiché, quando si è nonni, s’inizia a percepire il tramonto della vita, quello che le tradizione colte del Pianeta (quella dell’India, ad esempio) riservavano all’anziano per prepararsi all’ultimo passaggio.

Noi, invece – schiavizzati dalla cultura del “giovani sempre”, per fornire “un’occasione di consumo” alla finanza anche quando non ce ne sarebbe più bisogno – posticipiamo l’età della pensione inviando, contemporaneamente, nell’etere messaggi subliminali: vecchi/giovani che saltano staccionate, s’inerpicano su ripidi pendii, giocano a calcio perdendo nelle azioni più concitate non la palla, bensì il libretto della pensione.
Ci sembra, tutto sommato, un mondo alla rovescia, dove chi dovrebbe decidere se ha meno di 70 anni non viene nemmeno preso in considerazione, mentre se ne ha solo (!) 40 riceve pacche sulle spalle ed inviti a “pazientare”. Verrà il tuo momento, credimi, quando sarai così bacucco che nemmeno più il Viagra ti salverà: sai che consolazione…

Lasciamo queste riflessioni ad altri lidi, ad altri articoli, perché – proprio mentre stavamo rivedendo “Aladin” con il nipotino al fianco – siamo stati colti da una folgorazione della logica, un’Epifania della sintesi politica, un’illuminazione sui tempi che stiamo vivendo.

A dire il vero, tutta la vicenda di Alfredo Milioni, dei suoi panini, delle telefonate, delle “assistenti del cavo orale” catapultate in politica[1], più che farci inorridire ci fa ridere. E di gusto. Com’è possibile che, una paperotta che ti lava i denti la sera (ma perché il Pelatone non se li lava da solo?), diventi degna di uno scranno in politica? Per fare cosa? Il ministro della sanità orale? Mah…
Giustamente, il Web ha incoronato Alfredo Milioni come l’icona del suo tempo: uno sfaccendato che ammette d’esser entrato in politica solo per non guidare più gli autobus, è “nel personaggio” se si dimentica delle liste da consegnare per mangiare un panino con la porchetta. Oppure, pressato da troppe telefonate – scrivi, cancella, riscrivi, ri-cancella, sovrapponi un nome… – alla fine il buon Alfredo sbotta: ma andatevela a piglià…vado a mangiare un panino con la porchetta…li mortacci vostri…
Nel miglior stile di Albertone: non fa una grinza.
Stante la consueta normalità della vicenda, nel panorama della politica “alla Cosimo Mele” – la coca non è coca se è la coca di un politico, la squinzia un po’ escort è solo un’assistente sociale, s’organizza l’orgia solo perché si è lontani dalla famiglia, ecc – tous va bien, c’est habituel.
Quello che invece non torna è l’atteggiamento del Nanus Primus dal cavo orale assistito, il quale va a tirar fuori addirittura “l’interpretazione autentica” di una norma del 1968.

Stiamo proprio riflettendo su questa “autenticità” quando, sullo schermo, transita Jafar che è stato chiamato dal Sultano per rispondere della (presunta) esecuzione di Aladin.
La situazione ci appare subito comica: anche sullo schermo c’è un vecchietto che abita nel Palazzo più alto, sul “colle” di Aqaba e che, ad onor del vero, non sembra tanto sveglio. Anzi.
E c’è Jafar.
Quel che incuriosisce è che, per giustificare la richiesta del Sultano sulla repentina esecuzione, Jafar sostiene che è stato il Sultano stesso a chiedergli di far rispettare l’ordine ad Aqaba, e così lui ha fatto. Ha dunque “interpretato” le volontà del Sultano.

Le interpretazioni più comuni nel Diritto sono tre: letterale, logica e teleologica. La prima non necessita di spiegazioni – è quella per la quale vale la più comune accezione dei termini e delle frasi, con il rischio che se rubi una banca od una mela sia la stessa cosa – la seconda è la più comune, che si affida al buon senso del magistrato, ossia alla correlazione della norma con la vicenda sotto esame. La terza riguarda principalmente l’interpretazione della norma alla luce dello scorrere del tempo.
C’è poi l’interpretazione “autentica”, che sembra più che altro la figlia di un Dio minore.

Jafar non applica nessuna delle tre interpretazioni, giacché non tutti i crimini sono puniti con la repentina decapitazione (letterale), tanto meno cerca di correlare il crimine di Aladin con la pena (logica), mentre ad Aqaba il tempo non scorre, e quindi non può esistere interpretazione teleologica.
Jafar, ricevuto dal Sultano il generico ordine di far rispettare la legge ad Aqaba, fa in pratica quel che vuole e si giustifica affermando che è stato il Sultano stesso a chiedergli di farlo: potrebbe starci un’interpretazione logica, ma il Sultano gli ricorda che le condanne a morte vanno discusse con lui prima, e non dopo.
Curiosamente, tutto ciò che fa Silvio Berlusconi è ripetere, alla noia, che lui fa tutto quel che fa perché ha ricevuto quel mandato dagli italiani.
Quando s’afferma che l’Italia è oramai un sultanato, non si è proprio fuori strada.

Con l’interpretazione autentica, insomma, si va a riscrivere – di fatto – una norma precedente ritenuta generica o di non facile interpretazione; di più: ha valore retroattivo!
Fuor di metafora, viene da chiedersi perché sia stata lasciata aperta una simile “porta” del Diritto, dalla quale può passare tutto ed il contrario di tutto.
L’unica spiegazione è che i giuristi ritennero, in casi sporadici, che ci potessero essere dubbi così fondati da richiedere al legislatore di tornare sui suoi passi e chiarire. Seguendo questa logica, le interpretazioni autentiche non dovrebbero accadere a distanza di molto tempo: se una norma è poco chiara, si dovrebbe capirlo subito.
E, invece, osservate cosa combina il piazzista di Arcore con la sua mania “jafariana”: approfitta di una interpretazione che fu accettata solo per ambiti temporali limitati – altrimenti diventa un’interpretazione teleologica, la quale deve giustificare le mutate condizioni (sviluppo tecnologico, ecc) per essere valida – per fare e disfare a piacimento. Retroattivamente!
E, il buon Jaf…pardon, Berlusconi, è un maestro d’interpretazioni “autentiche”.

Nel 2005, Berlusconi si trova alle prese con una delle tante “rogne” che puntualmente scadono perché è sempre occupato dagli affari suoi e non da quelli degli italiani: la vicenda del personale scolastico, transitato nel 2000 dagli Enti Locali allo Stato, viene al pettine. Dopo numerosi ricorsi e sentenze, la Corte di Cassazione sancisce semplicemente che due lavoratori con identico livello e la stessa anzianità di servizio debbano percepire lo stesso salario.
La Corte, interpreta in modo letterale l’art. 8 della legge 124/99:

2. Il personale di ruolo…omissis…dipendente dagli enti locali, in servizio nelle istituzioni scolastiche statali alla data di entrata in vigore della presente legge, è trasferito nei ruoli del personale ATA statale ed è inquadrato nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali corrispondenti per lo svolgimento dei compiti propri dei predetti profili…omissis…A detto personale vengono riconosciuti ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza nonché il mantenimento della sede in fase di prima applicazione in presenza della relativa disponibilità del posto[2].

Insomma, il testo è così chiaro che consente l’interpretazione letterale: passi dagli Enti Locali allo Stato (senza licenziamento e riassunzione, chiariamo) e percepirai, di conseguenza, lo stesso salario di un dipendente statale tuo pari grado.
Il che, però, richiede di mettere a bilancio una cifra – quisquilie, al confronto di quel che lo stesso Berlusconi sta letteralmente sprecando, nominando Direttori Generali alla Presidenza del Consiglio delle semplici segretarie, però delle segretarie “a lui care” – e non ci sta. Gli “altri”, quelli che vedono calpestare un loro diritto sancito molti anni prima (quando potevano scegliere se accettare il trasferimento) a Berlusconi non interessano: non sono mica “care” segretarie, sono soltanto carne da cannone.
Fa allora inserire nella Finanziaria per il 2006 un minuscolo comma (218), che è definito di “interpretazione autentica”, con il quale “chiarisce” il significato di quella norma del 1999.
Ecco come Jafarioni interpreta “autenticamente” l’art 8 della Legge 124/99:

Ai suddetti dipendenti viene attribuita la posizione stipendiale, tra quelle indicate nell’allegata tabella B, d’importo pari o immediatamente inferiore al trattamento annuo in godimento al 31-12-1999 costituito da stipendio e retribuzione individuale di anzianità nonché, per coloro che ne sono provvisti, dall’indennità specifica prevista dall’art. 4, comma 3 del CCNL 16-7-1996 enti locali come modificato dall’art. 28 del CCNL 1-4-1999 enti locali, dall’indennità prevista dall’art. 37, comma 4, del CCNL 6-7-1995 e dall’indennità prevista dall’art. 37, comma 1, lettera d) del medesimo CCNL.
E' fatta salva l'esecuzione dei giudicati formatisi alla data di entrata in vigore della presente legge
[3].[4]

Ci avete capito qualcosa? Della norma originaria è rimasto qualcosa?
Molto semplice: seguendo il “metodo Amato” – il quale ha ammesso che il Trattato di Lisbona è stato scritto volutamente in modo incomprensibile per non essere capito – quelle frasi indecifrabili significano che continuerai a percepire lo stipendio del 1999, senza nessuna comparazione con i pari grado, qualifica ed anzianità dello Stato.
Ridicola poi la disposizione finale, che concede a chi ha avuto una sentenza definitiva di non rientrare nell’applicazione della legge, creando un’ulteriore sperequazione, ma si sa: le interpretazioni “autentiche”, proprio perché tali, sono il frutto di un’intuizione e quindi, se qualcosa non ci sta dentro…oh, insomma, che noia…sono solo per il volgo…
Recentemente, infine, lo scendiletto del capataz – Jago/Sacconi – è riuscito a far passare una norma che sottrae le controversie sul lavoro al giudice naturale, affidandole ad un non meglio identificato “arbitrato”. Del Gran Visir?

La vicenda della scuola, per chi desiderasse prenderne visione[5], è kafkiana (per il centro-destra e per il centro-sinistra): siccome in presenza di sentenze favorevoli quei lavoratori ebbero dallo Stato il dovuto, oggi si trovano a doverlo rendere con gli interessi. Una rapina: alcuni di quei poveri bidelli, dopo una vita di lavoro, sono andati in pensione con 400 euro il mese, poiché devono restituire mensilmente cifre altissime. Lo Stato si premunisce: restituisci in fretta, prima che la “sentenza” dell’aspettativa di vita vada in giudicato.
Vorremmo chiedere dov’è – ad ascoltare certe becere prostrazioni – il difensore dei deboli Tremonti, quello che in campagna elettorale scriveva libri su libri contro la globalizzazione. C’è ancora? Attendiamo nuove pubblicazioni.

A questo punto, Jafarioni si è ripetuto con il “decreto ad listam”, con il quale ha “interpretato” l’art. 9 comma 1 della Legge 17 Febbraio 1968[6]:

Le liste dei candidati per ogni collegio devono essere presentate alla cancelleria del tribunale di cui al primo comma dell'articolo precedente dalle ore 8 del trentesimo giorno alle ore 12 del ventinovesimo giorno antecedenti quelli della votazione ; a tale scopo, per il periodo suddetto, la cancelleria del tribunale rimane aperta quotidianamente, compresi i giorni festivi, dalle ore 8 alle ore 20.

Con questa bella innovazione:

Il primo comma dell'articolo 9 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, si interpreta nel senso che il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati incaricati della presentazione delle liste, muniti della prescritta documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale. La presenza entro il termine di legge nei locali del Tribunale dei delegati può essere provata con ogni mezzo idoneo[7].

Scrivere un simile articolo di legge significa essere semplicemente degli incompetenti, non sapere nemmeno dove s’inizia a scrivere un testo di legge. I delegati “fanno ingresso”: come si può provarlo? “Con ogni mezzo idoneo”.
Cosa significa? Dico al magistrato che Milioni è al bar, ma è passato un momento dal Tribunale? Scatto una foto a Milioni all’interno del Tribunale e vale come prova? E l’ora? Scatto con l’ora sullo sfondo? E come si fa a sapere se la foto è taroccata? E la documentazione che Milioni ha sotto braccio, è la stessa che sarà consegnata?
Non basta ancora aver emanato una legge elettorale per la quale i parlamentari sono tutti “senatori del Re”, ossia nominati dai partiti e non scelti dalla popolazione: con questa norma i candidati si presenteranno “al buio”. Si dirà “parole” per arrestare il processo di formazione delle liste? Cos’è, una partita di poker? Ogni serio commento è superfluo.

La spicciola realtà è che, quando Berlusconi non riesce ad ottenere quel che vuole – proprio come Jafar – non esita ad usare tutti i mezzi a disposizione, anche quelli che la Costituzione limita ai casi eccezionali – come legiferare per Decreto – e li utilizza per la comune normalità, by-passando tutte le strutture di controllo.
Recentemente, il “pentito” avv. Taormina ha dichiarato che, quando Berlusconi lo chiamava perché desiderava che fosse presentata una delle tante leggi ad personam (per salvarlo dall’ennesimo processo) non parlava mai di leggi per la Nazione. Gli chiedeva, semplicemente, di scrivere una norma per lui, perché gli serviva così. E gli italiani? Chi se ne frega!
Se ancora non l’avete letta, prendete visione dell’intervista di Taormina: è illuminante[8].
I risultati, si vedono.

Nei giorni scorsi, l’OCSE ha redatto il consueto rapporto dove tira le orecchie un po’ a tutti: la solita solfa, lavorare di più e guadagnare di meno. Ci sono, però, alcuni passaggi riservati all’Italia che non sono consueti: viene chiaramente esplicitato che l’Italia non sta soffrendo per la crisi internazionale (per qualche aspetto sì, ma di riflesso), bensì per i suoi mali strutturali. Apparato produttivo fatiscente, scarsa intraprendenza degli imprenditori, organizzazione del lavoro desueta, ecc.
A tutto questo, i vari governi hanno sempre risposto con ricette vecchie: “flessibilità” (usiamo un eufemismo) per i giovani e spostamento dell’età pensionabile per i più anziani, con l’obiettivo di finanziare il welfare (da fame) con le casse previdenziali.
Tutto l’andazzo è chiaramente a termine poiché, se è vero che c’è pace sociale, è altrettanto vero che la fiducia degli italiani nella vita sta crollando: sempre di più, le persone “tirano a campare” con l’impressione di vivere in una grande galera, dove nessuno t’ascolta e dove non puoi cambiare niente.
Tutto ciò, ha dei pesanti riflessi sul lavoro inteso come progettualità, impegno, dedizione: a parte le sorridenti facce dei politici e del gossip, c’è poca allegria in giro. Se il PIL va sotto zero, il QFN (Quoziente di Felicità Netta) è sotto i piedi: dove si vuole andare con una simile crisi di fiducia? Ci salverà la rinnovella Cassa del Mezzogiorno? Per carità…

Oppure, noi insegnanti dovremmo credere in quel pasticcio inverosimile che sarà la cosiddetta Riforma Gelmini? La riforma partita (un piccolo esempio) con 40 classi di Liceo Musicale e 10 di Coreutico, passata quindi sotto la “forbice” di Tremonti e finita con 10 classi di Musicale ed una (sì! Una in tutta Italia!) di Coreutico? E, questo, doveva essere il fiore all’occhiello della riforma!
Non si potevano, semplicemente, ripristinare le vecchie Scuole Medie ed i Licei interni ai Conservatori, com’era un tempo? Eh no – dice Tremonti – novanta Conservatori in Italia sono troppi! Nemmeno uno per Provincia? Ma miss Gelmini firma e tace, tanto sa d’esser lì per figura.
L’importante è far soldi per non far pagare le tasse agli amici degli amici, per foraggiare ogni sorta di corruzione che trasformi i soldi pubblici in privati sollazzi: escort, G8, Protezione Civile…si perde addirittura il conto.
In un simile panorama, l’istituzione della Presidenza della Repubblica ha dei ruoli? A sentire Napolitano parrebbe essere soltanto un passacarte, ma a leggere la Costituzione così non è.

La figura del Presidente della Repubblica, dopo le ultime vicende, ha perso parecchio “smalto” ed è stato costretto a giustificare il suo operato sul sito Web della Presidenza: non era mai successo, in tutta la storia repubblicana, che un Presidente si giustificasse tramite la stampa.
E’ sbagliato “sparare a zero” sulle istituzioni, ma in un Paese democratico si ha il pieno diritto di criticare tutti, anche il Presidente della Repubblica quando, a nostro avviso, sbaglia. E si ha tutto il diritto di criticarlo a viso aperto, non con l’atteggiamento da sacrestia di Bersani & soci, i quali beffardamente affermano che quella valutazione non può essere data dal “volgo”, ossia da chi è digiuno di Diritto.
Dimenticano che prerogativa del Capo dello Stato è di trattenere un decreto 30 giorni prima di firmarlo, se proprio ritiene di doverlo fare.
Inoltre, i rilievi esposti dal TAR del Lazio[9] sono anche di natura Costituzionale (materia di sua competenza), ed il Presidente non può passar oltre il pronunciamento di un magistrato su un decreto così discusso (e da lui stesso firmato a tempo di record) come se niente fosse.

Ma, in democrazia, criticare non significa fucilare: se Napolitano s’è preso a cuore la vicenda degli italiani che non potevano votare per colpa d’Alfredo Milioni, dovrebbe pure prendersi a cuore quelle di milioni d’italiani che non campano più a causa dei disastri di Silvio Berlusconi.

Ora, chi è sostanzialmente un determinista – ossia pensa che tutto sia deciso nelle ristrette cerchie della finanza internazionale, dalla danza dei “grembiulini”, oppure ritiene che la classe operaia tutto sistemerà – può terminare di leggere qui, e lo salutiamo, perché non troverà nulla d’interessante da qui in avanti.
Chi, invece, ancora crede che l’Italia dovrà in qualche modo uscire dal budello dove s’è cacciata, rifletterà che negli anni (o forse addirittura nei mesi) a venire dovranno per forza avvenire degli importanti rivolgimenti.

La parabola di Silvio Berlusconi è al tramonto, oramai è chiaro: qualcuno ritiene che tutto sia ordito dai vari potentati internazionali – e non la escludiamo come concausa – ma il destino di Berlusconi è semplicemente il karma maturato in tanti anni di sotterfugi e di piccole furbizie, condite con il dolo ed ottenute grazie al suo potere sui media. Una situazione che – ricordiamo, per la contemporanea proprietà delle TV – ha avuto un solo parallelo nel Pianeta: in Thailandia dove, peraltro, se lo sono già tolto di mezzo.
L’abbiamo ascoltato in molti, nell’intercettazione dove chiedeva a Saccà di far lavorare alcune attrici solo per comprarsi qualche senatore e far cadere il governo Prodi: cosa che, con Dini e Mastella, puntualmente avvenne. Non dobbiamo ricordare a nessuno che questa si chiama corruzione o concussione ed attentato alle istituzioni della Repubblica. Ma la Procura di Napoli decise che l’intercettazione non aveva rilievo penale: posso comprarmi un senatore? Anche la moglie? C’è per caso un “prendi tre e paghi due”?

L’uomo, occupato solo a celebrare il suo carisma personale, ha dimenticato che il dovere di un politico è quello di scegliere, di compiere delle azioni che – nelle intenzioni – diano buoni risultati. Si potrà affermare che anche in tempi precedenti siano vissuti corrotti e corruttori, ma erano anche uomini di Stato: ancora oggi, il dibattito su Bettino Craxi verte proprio sulla sua dualità, ovvero essere stato indubbiamente un corrotto, ma con il senso delle istituzioni, vedi Sigonella.
Quel che manca a Silvio Berlusconi – offuscato dal suo delirio personale, esplicitato a chiare lettere dalla ex moglie come “malattia” – è il senso del divenire, della continuità oltre la propria persona. Qui è il dramma: lo stesso demone di Jafar.
Tutta la vicenda delle escort ha in sé il nocciolo del problema: un uomo anziano, che fatica ad accettare la sua caducità, e per rimuoverla si circonda di giovani donzelle facendo finta che siano “amiche”, mentre ben sa che sono soltanto delle prezzolate puttane.
Accecato – come giustamente afferma Veronica Lario – dalla sua malattia, perché tale è questo disturbo della psiche, non riesce nemmeno a comprendere cosa significhi governare un Paese: difatti, a parte le strombazzate mediatiche, non lo sta facendo.

Ora, le istituzioni internazionali possono anche fregarsene dell’Italia, ma se l’Italia dovesse finire come la Grecia non sarebbe possibile nessun salvataggio in extremis: non sarebbe soltanto la débacle del nostro Paese, ma un colpo mortale per l’intera Unione Europea.
Ciascuno di noi avrà le sue idee sull’UE, ma ammetterà che un simile spettro l’UE non può permetterselo.
All’estero ed all’interno, dunque, vi sono forze che ritengono oramai Silvio Berlusconi una iattura, un uomo che servì quando era il momento, e che oggi è semplicemente da buttare.
Ovviamente, questi potentati tramano alle sue spalle – come sta facendo Fini da tempo – ma non possono chiudere la faccenda perché non c’è un’alternativa possibile: non si tratta di miseri numeri parlamentari, bensì di prospettive politiche che mancano, d’idee all’ammasso, di un’etica della politica che è andata completamente perduta. Mancano i giovani che portino idee giovani, nuove prospettive, coraggio: tutto quello che la gerontocrazia al potere non può più dare.

L’Italia avrebbe un gran bisogno di riformare alle fondamenta il proprio sistema amministrativo – nessuno, in Europa, si permette di sovrapporre lo schema tedesco a quello napoleonico, i costi sarebbero astronomici – eppure noi lo facciamo: ad ogni elezione promettono d’abolire le Province, ed oggi ne stanno promuovendo altre 24. Perché?
Poiché la macchina partitica del PdL e del PD è praticamente la stessa, con differenze di dettaglio: un ristretto gruppo dirigente ed una pletora di parvenu della politica che bisogna mantenere per ricevere voti.
Oramai, l’appoggio elettorale s’ottiene più con le prebende che con le proposte: siamo tornati alle corporazioni del ‘400, con la moderna rivisitazione del lobbismo. Al resto, pensano nani e ballerine delle TV.

Se qualcuno pensa che tutto il mondo sia paese, viaggi un po’ per l’Europa e si renda conto che sì, esiste la corruzione ovunque, ma nessuno ha un Parlamento infarcito di condannati ed inquisiti: alcuni anni or sono, un parlamentare tedesco si dimise sua sponte perché condannato per un grave incidente stradale.
In aggiunta, c’è quel cancro che si stima controlli il 30% dell’economia nazionale – al Sud praticamente tutto – che era tollerabile nell’era pre-globalizzazione, quando l’apparato produttivo del Nord era in grado di far fronte alle mafie, alla corruzione ed all’evasione fiscale.
Oggi, il tutto è troppo.

Qui non stiamo parlando dell’economia di Wall Street, bensì di quella che regge la sopravvivenza di molti italiani: quella della famiglia, che rimane l’unico sicuro welfare sul quale possiamo contare. Negli ultimi vent’anni, la discontinuità di lavoro di molti giovani – causata dalle note riforme liberiste – è stata calmierata dalle maggiori potenzialità economiche dei genitori.
I giovani d’oggi, non solo non riescono ad avere un reddito costante, ma non accumulano quasi nulla sotto il profilo previdenziale. Il fenomeno sta iniziando ad interessare anche le generazioni che attualmente stanno andando in pensione: con l’abbassamento dei coefficienti ed altri trucchi delle tre carte, i futuri pensionati riusciranno a badare appena a loro stessi, che tutto vada bene.
Sta frantumandosi un equilibrio che ha retto per mezzo secolo: in famiglia, bene o male, si riusciva sempre a trovare una soluzione. Domani, la coperta sarà più corta per tutti: non serve andare lontano per rendersene conto, basta osservare quel che accade intorno a noi, nelle nostre famiglie, con giovani precari e cinquantenni che perdono il lavoro.

Questo disastro avviene principalmente per due motivi: l’Italia, a differenza delle altre nazioni europee, non ha curato il settore agricolo. A differenza di Francia e Germania – dove il ricambio generazionale è completo (circa un giovane agricoltore per un anziano) – il rapporto italiano è di sette a uno: ciò significa l’abbandono d’attività generatrici di ricchezza e l’inevitabile inurbamento. Perché è avvenuto?
Per due ragioni: per la completa assenza di pianificazione economica e poi – last but not least – poiché una persona che non ha indipendenza economica è più ricattabile.
Hanno preferito ingombrare le anticamere della politica piuttosto che incrementare la gente nei campi: oggi, con la rete a disposizione per vendere i prodotti, un’agricoltura di qualità potrebbe essere fonte di reddito per tanti.

La seconda ragione è che l’Italia ha drammaticamente perso il treno delle nuove tecnologie energetiche (e non solo): fra le follie nucleari di Jafarioni e l’inettitudine del centro sinistra, non abbiamo creato quasi niente.
A Parigi sistemano turbine Kaplan sotto i ponti della Senna, a Londra con tetti fotovoltaici riescono a far funzionare intere reti di computer, senza parlare dei Paesi di lingua tedesca, che sono al “top” in queste realizzazioni (basta recarsi a Friburgo per capire che è un altro pianeta): in Italia, Sgarbi scatena per misere questioni di bottega la guerra contro gli aerogeneratori, mentre l’ENI non porta nemmeno a termine la prima centrale termodinamica, attesa oramai da lustri, non da anni. In Spagna, costruiscono oramai quelle di seconda generazione.
Quella dell’energia potrà rivelarsi veramente la pietra tombale di questa classe politica, perché essere fuori da quel mercato significa non partecipare, domani, al più esteso settore economico a livello planetario.

La perdita di ricchezza nei settori tradizionali dell’industria non è stata compensata con la ricerca, con l’attuazione di nuove tecnologie e di nuovi approcci ai settori tradizionali: a poco serviranno le “interpretazioni autentiche” quando questi nodi verranno al pettine. Il problema non siamo noi: sono loro, la loro incompiutezza come politici, la loro incompetenza nel governare una Nazione che potrebbe essere ricca, soddisfare le esigenze della popolazione senza queste continue ristrettezze.

Il problema che potrebbe dover affrontare Napolitano (o un suo successore, ma non crediamo a tempi così lunghi) non sarà più il misero dilemma di firmare un pateracchio elettorale: dovrà usare tutti i suoi poteri per ricostruire una classe politica che è maturata nella corruzione e che, alla fine, n’è rimasta strangolata perché ha finito per rimirarla come unico orizzonte.
L’unica soluzione – se ci si pensa un attimo non è poi così strampalata, anzi, sembra quasi l’unica via d’uscita – sarebbe quella d’usare i poteri che la Costituzione gli conferisce all’art. 88 per lo scioglimento delle Camere.
Un Presidente può sciogliere le Camere senza chiedere niente a nessuno: non lo può fare soltanto negli ultimi sei mesi del suo mandato.

Dovrebbe innanzitutto chiedere una riforma elettorale in senso proporzionale puro, senza sbarramenti, poiché sarebbe l’unico modo per scegliere una nuova classe politica. Ma dove, come in Italia al Senato, ci sono sbarramenti all’8 per cento? Che, in un sistema bicamerale perfetto, significa controllare anche l’altro ramo del Parlamento?
Le “buone coscienze” urleranno che si rischierebbe l’ingovernabilità: perché, oggi, qualcuno governa? Ci sono vere risposte ai problemi del lavoro, dell’energia, della scuola, della sanità…eccetera?
Parallelamente, rimuovere tutti gli ostacoli per la presentazione di nuove formazioni politiche: una sorta di “costituente” che non avrebbe il compito di riscrivere la Costituzione, bensì la prassi della politica che è andata smarrita. Le aggregazioni e le inevitabili bocciature, eventuali sbarramenti per non frammentare troppo il quadro, avverrebbero in seguito: la prima istanza dovrebbe essere quella di portare gente nuova, con idee nuove, nel posto dove la politica va discussa, ossia in Parlamento.
In tanti penseranno che nessun Presidente avrà mai quel coraggio: se lo faranno, non avranno compreso il senso di questa analisi.

Non si tratterà più di una scelta, ma di una situazione così incancrenita che non consentirà altro: una sorta di nemesi non procrastinabile, l’ingovernabile necrosi – di fatto – dell’attività politica.
Nessuno dei piccoli partiti che oggi ritengono di portare in Parlamento “aria nuova” riuscirà mai a farlo: i nani politici controllano tutti i media e sono loro a scrivere le regole per la presentazione di nuove liste. In Germania, per presentarsi alle elezioni, bastano 50 firme.
Nonostante tutto ciò, ed anche ai numeri che ancora riescono a radunare intorno ad essi, gli attuali partiti sono cotti e stracotti, senza una rotta da seguire né gente in grado di reggere il timone: le liste che presentano sono infarcite di persone incompetenti e, in larga parte, poco intelligenti (eufemismo).
Potranno ancora tirare a campare per qualche tempo, ma anche governi “tecnici” o simili pateracchi dovranno nutrirsi dall’humus che manca: una classe politica in grado di pensare: trepidiamo, nell’attesa di conoscere i dati sull’assenteismo alle prossime elezioni, poiché si presume che saranno alti. Buon segno.

Il dilemma che si troverà a dover affrontare il Presidente della Repubblica – tramontato ogni “sogno” secessionista, la Lega s’è accomodata nella greppia – sarà quello di una classe politica incartata, come un motore grippato durante una salita.
Quel che sta accadendo non è più la “crisi” di un centro, della destra o della sinistra: qui si va nel mondo reale. Sta andando in frantumi l’ultima certezza degli italiani, ossia che all’interno della famiglia ci siano sufficienti risorse per ripararsi dalle buriane: la generazione degli attuali 50-60enni non potrà mai soccorrere i propri figli come ha fatto la generazione precedente. Queste sono realtà, non fanfaluche.
E, quando le sofferenze passano dal mondo delle idee e dei dibattiti alla realtà quotidiana, nessuno sa come evolverà una società: la “pace sociale”, propalata ai quattro venti, potrebbe finire in un amen.

Speriamo che il Presidente riesca a comprendere l’incedere dei tempi, i gravi rischi ai quali siamo esposti (la voragine del debito pubblico che avanza), che nulla sono rispetto al “Bagaglino” dell’attuale politica.
Se non dovesse comprenderlo per tempo, gli scenari che si spalancherebbero sarebbero davvero molto fumosi: non vorremmo che dovesse prendere simili decisioni sotto la spinta degli eventi. In quel caso, non basterebbe certo scrivere una bella letterina sul sito del Quirinale.

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.

[1] Vedi:

25 commenti:

Roberto ha detto...

Io ho sempre saputo che il berlusecolo era formato da gentaglia che pensava solo a sé. Lo disse anche Montanelli. Ho sempre chiesto ai berluschini quali fossero le cose che il loro capo faceva per l'Italia. A parte il primo periodo dove mi dicevano: "meno tasse" poi mi rispondevano: "più sicurezza", "meno immigrati" "meno lavativi" e sempre e comunque "meno comunisti (vagabondi n.d.A.)"...io gli ho sempre detto "Ah bè se vi basta"...

Ma il problema non è qeusto, il problema è che molti dei suoi elettori credono ancora che lui risolleverà le sorti dell'Italia, non sanno come né quando, hanno fiducia totale...Sono state le televisioni? La "figa" fatta un po' 'annusare' qua e là? Il calcio?

Come ben dici tu ci vuole la miseria per svegliare qualcuno in alto, la miseria degli italiani che 'frena' l'Europa...
Questi (i capitalisti europei) se ne fregano delle famiglie gli interessano solo i danè...

Carlo il problema, a questo punto, mi sembra esteso ed irrisolvibile, in Italia c'abbiamo gli arruffoni, in europa i padroni...va a finire che qualcuo s'incazza perché si troverà forse ancora 'figa' (ma sempre più annusata e basta) ma senza pane...e si sa, che l'uomo vive solo di pane e 'figa'. (Ah! per qualcuno era pane e salame...)...

Carlo, una domanda al vento:
ma si può stare al governo per molto vendendo solo pane e 'figa'?!

Io mi sono stufato e molto e l'unica risposta, ancora una volta, la trovo nel Vangelo parafrasato da Guccini: se in questo mondo moderno "Dio è morto",
solo un percorso di Fede può sollevare l'uomo dalle sue paure che lo legano e schiavizzano al 'papi' di turno. La serenità e sopratutto sicurezza che si ha con un Dio Vivo, porta a vivere a testa alta.
A proposito di Cattolici e politica, nel Vangelo Gesù dice:

"E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo»."

Se noti dice anche "stoltezza" ed è
questa stupidità umana tipica di molti Cattolici, che ha permesso e permette l'attuale andazzo...

Tu mi dirai che questa 'stupidità' era ed è 'interessata' ed in parte hai ragione, ma per mia esperienza ti posso dire che il stragrande maggioranza è semplicemente innata.

Fra l'altro con queste parole Gesù prendeva definitivamente le distanze con la Legge di Mosè dichiarando abbastanza inequivocabilmente che i peccati non sono contro Dio ma contro gli uomini, chi pecca danneggia sè stesso, nel senso che smette di crescere, di diventare uomo nel senso pieno, e gli altri. Nessuno può peccare contro Dio almeno nell'accezione comune dei comandamenti e delle 613 regole Mosaiche...se i Cattolici si rendessero pienamente conto della grandissima libertà insita nelle parole di Gesù avrebbero meno paura, sarebbero più liberi e felici...ma questo è un altro discorso...

salutations

RA

Orazio ha detto...

Le idi di marzo son venute e il nano malefico regna ancora sovrano.
Regnerà ancora per anni, così come gli ha detto il santone del San Raffaele e noi languiremo in povertà e dittatura. Il potere televisivo ipnotizza milioni d'italiani che stanno male ma continuano a dare la colpe agli immigrati, ai comunisti, ed altri poveretti secondo ciò che dicono le TV di bewrluscaz. Torno a ripetere che fra le generazioni italidiote non vi è solidarietà, gli anziani sono molto poco interessati al futuro dei giovani fossero anche i loro figli o nipoti, pensano solo a perpetuare la loro condizione. Un paese così va alla deriva, ma tra veline e tronisti.

Ciao a tutti e a Carlo

p.s.
Il Napolitano non ha firmato la legge sull'articolo 18, non vi è stata nessuna campagna contro di lui da parte del CDX. Ciò vuol dire che al capo col tacco alto gli interessa solo dei cazzz suoi e per il resto tutta l'Italia vada a p.... e sei i suoi servi in parlamento vogliono ammazzare l'art. 18 sono fatti loro, per lui tanto non cambia niente.

MattoMatteo ha detto...

Ciao Carlo,
la domanda, che sembra avere una facile risposta, e': E' meglio il piazzista o la banda del britannia (prodi, ciampi, draghi etc...) (o i loro discendenti)?
Non mi sembra che dopo il fattaccio del Britannia l'economia Italiana sia andata meglio, addirittura hanno dato una laurea honoris causa (per intercessione della mortadella) al paravento (soros) delle banche internazionali che hanno combinato tutto quel casino. La mia idea e che al momento non c'e' ne uno sano, ne di qua ne di la'.
Sparem ben.
Ciao
Matteo

halo1367 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
halo1367 ha detto...

Io non lo so se sono tutti uguali, molte sono le cose che lo fanno pensare e temere.

Quello che è sicuro è che il grandebugiardo non ha eguali per pericolosità (certa! o stiamo qui ancora a discutere di questo?) e allora mi chiedo:

stiamo vivendo sono ore decisive?


http://www.repubblica.it/politica/2010/03/15/news/berlusconi-trani-2669102/


Ripuliamo il porcile poi penseremo a tenere a bada gli altri animali!

A forza di volere tutto il popolo della sinistra ha molto meno che niente.

Fabrizio

MattoMatteo ha detto...

Ma il popolo di sinistra non ha ottenuto nulla dai governi di csx che si sono avvicendati dagli anni 90 ad ora, anzi... In piu' mi sa che non siamo riusciti a tenere a bada gli altri animali la prima volta, se vanno su ora si sentiranno in potere di fare cio' che vogliono, si sentiranno i liberatori del popolo oppresso, e chi li tiene piu'? Hanno perfino gia cominciato a parlare di alzare l'eta' della pensione. Qui non si tratta di ripulire solo il porcile, mi sa che ci sia da ripulire tutta la fattoria.
Matteo

Carlo Bertani ha detto...

Io non so se queste sono ore decisive, non so cosa abbiano fatto sul Brittania (Tremonti compreso), non ho un Dio al quale rivolgermi, non so se nel 2243 regnerà Silvio IV.
L'unica cosa che so è che gli italiani stanno sempre peggio - un delegato sindacale, stamattina a scuola, mi ha detto "ci stanno facendo a pezzi" - e che il dovere di chi scrive è descrivere quel che vede, che osserva, che pondera per metterlo a disposizione degli altri.
Le elezioni in Francia sono state un disastro - non per Sarkò, chi se ne frega del signor Bruni - ma per l'affluenza.
Delusi dalla nullità europea, dal non ascolto delle loro ragioni, i francesi (che rimangono un grande popolo) hanno dato inizio alla danza del "non ci sto più".
Vedremo come risponderanno gli italiani: l'unico dato che conta è l'astensione.
Poi, si vedrà.
Ciao a tutti
Carlo

Carlo Bertani ha detto...

Caro MatteoMatteo (ho visto solo ora il tuo intervento),
sono stato uno dei pochi a gridare allo scandalo per la riforma damiano, per quel che la sinistra ha fatto ai lavoratori.
Non venire, però, a santificarmi una destra senza idee, senza capacità e senza futuro.
Ripetto: solo l'astensionismo conta, con "par condicio".
Carlo

MattoMatteo ha detto...

Carlo (sarebbe MattoMatteo, non e' un errore di battitura, cmq non c'e' problema:)) mi sembrava chiaro che non volessi santificare la destra(e condivido pienamente con te la loro totale mancanza di idee e programmazione, non hanno neppure il motivo o lo stimolo in quanto vanno a rimorchio del berlusca), volevo solo sottolineare che quello che hanno combinato gli altri non e' da meno e mi auguro un futuro per l'italia senza nessuno degli attuali politici o presunti tali.
Puoi precisarmi un paio di cose:
1) senza intento polemico, a proposito del delegato sindacale, io avevo capito che una delle grosse novita' della riforma Gelmini era la reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari, invece mio nipote che fa la prima ha 3 maestri e nell'altra sezione ce ne sono 4 (Italiano e matematica, storia e geografia, religion, inglese)
2)non capisco cosa intendi quando dici che non sai cosa abbiano fatto sul Britannia, daltronde e' stata una scelta di politica economica, solo che io non la condivido.

Matteo

Orazio ha detto...

E io che ho vinto la scommessa Carlo niente caffè?

Berlusconi sta per ottenere l'azzeramento della già parva opposizione regnerà sovrano per anni.
Non vi illudete diverrà presidente della repubblica nel 2013 e poi cambierà la costituzione per regnare con poteri assoluti.
Ciao

Carlo Bertani ha detto...

E' vero, MattoMatteo, non me l'ero data.
Non so niente di quel che succede alle elementari: insegno in un Liceo, i figli sono grandi ed il nipotino alla materna. Poi, ho smesso d'informarmi su quel calderone del Gelmini-pensiero, perché manca il pensiero e rimane solo la Gelmini.
Ovvio che so quel che presumiamo sul Brittania, ma non ci sono fonti ufficiali.
Per la Storia, il Brittania rimane lo yacht della regina, giunta in Italia per partecipare alle esequie di Falcone.
La mia opinione - Brittania o non Brittania - è che, caduta l'URSS, non ci fossero più ostacoli al gran "sacco" dell'economia di Stato.
E' avvenuto ovunque: Riva si prese le acciaierie della DDR, la Volkswagen la Skoda, ecc.
Il fenomeno fu continentale, e poco conta chi furono gli attori della rappresentazione.
Credo poco al complottismo, perché le fonti di riferimento sono gestite proprio dagli autori dei complotti.
Mi è più facile pensare che le economie di Stato, con la caduta dell'URSS, furono semplicemente saccheggiate.

Caro Orazio, hai vinto la scommessa: mandami il tuo indirizzo e ti farò recapitare un buon caffè.
Senza zucchero, però, perché alle Idi di Marzo il Cavaliere non è mai stato così nei guai.

Ciao a tutti

Carlo

Anonimo ha detto...

Carlo mi sorprende molto il tuo sminuire la vicenda "Britannia" da te spesso citata nei tuoi post come inzio del declino selvaggio (attraverso una privatizzazione mirata ) dell economia europea e di casa nostra. Mi era sembrato di capire che tu spesso citavi la famiglia reale Inglese come principale artefice delle sorti dell' unione. Comunque è chiaro che Berlusconi è a termine, la continua divulgazione di notizie e la sua sempre maggiore implicazione in nuove faccende giudiziare sembrano essere il prologo alla sua vita politica. Visto che come tu ben dici non ci sono i numeri comunque per fare un governo (visto che dall' altra parte c'è ben poco) non pensi comunque che sarebbe auspicabile il nascere di un fronte nazionale alternativo nei quali possano confluire tutte le sensibilità oppositive (anche se con i loro limiti) della societtà civile, stampa e movimenti per poter creare almeno una forza di controllo che vada a contrastare i prossimi politicanti di governo?

MattoMatteo ha detto...

@ marco03, anche se per te sara' una magra consolazione, voglio dirti che condivido al 100% il tuo commento.
Anche un ex presidente della Repubblica a una sua opinione sul Britannia:
http://www.youtube.com/watch?v=ZBSErn2Uab0

Ciao
Matteo

Carlo Bertani ha detto...

Forse non mi sono spiegato: non è che non dia importanza alla questione del Brittania, dico solo che le fonti storiche ufficiali (ovviamente) mancano, mentre è evidentissimo il fenomeno del "sacco" delle imprese pubbliche in Europa dopo il 1989.
Non è una contraddizione: stesso problema c'è riguardo ai vari revisionismi. Si tratta di problemi legati alla metodologia storica ed alle fonti storiografiche.
Nella Storia dell'anno 3000, potrà anche sparire il Brittania ma non il "sacco" del pubblico di quegli anni, poiché documentato.
E' più chiaro?
Ciao
Carlo

doc ha detto...

Ho sempre votato, e spesso l'ho fatto otturandomi l'otturabile.
Ma alle prossime non voterò: mi sono convinto che serve aumentare in modo massiccio la fascia sociale che rifiuta questa (non)politica.

In passato mi sono fatto sempre convincere dalla teoria del male minore: sbagliavo e di brutto.

Alla base la consapevolezza che il panorama politico nazionale - pur in presenza di un momento contingente favorevole ad una evoluzione-rivoluzione- e' di una pochezza culturale asfissiante: il meglio e' rappresentato da Di Pietro che, con tutta la buona volontà - specie dopo la rinuncia in favore della governabilità della campania all'idea portante della prevalenza dell'etica su ogni altra pratica da bottega- è ben poca cosa per affrontare i problemi che abbiamo di fronte, in primis l'effetto viscerale del dopo il berlusconismo, ormai già in atto.

Solo se pensiamo al fatto che AlzodiTacco, appena 20-25 anni fà, veniva dopo i portaborse nella scala dei valori intorno e dentro il palazzo dell'epoca, ci possiamo rendere conto della pochezza del resto-complementare che ha fatto da controaltare alla ascesa vertiginosa dell'a-morale AlzodiTacco. Che, si badi, ha fatto tutto da solo per decretare la sua fine: senza la sua osmosi con l'idea di onnipotenza, oggi saremmo ancora indaffarati a capire il fenomeno anzichè a cercare come iniziare il dopo-fenomeno berlusconiano.

La controprova? è banalmente numerosa, ma a titolo esemplificativo ne enumero qualche esempio.
La corruzione secondo la corte dei conti costa circa 60 miliardi annui, senza contare il malaffare, l'evasione fiscale e la subdola elusione.
Essa poggia su 2 pilastri fondamentali: la modifica, legale falsificazione dei bilanci con relativa fattuale depenalizzaione; la non certificazione dei capitali dell'impresa partecipante agli appalti (cioè da dove vengono ed in che modo sono arrivati all'impresa...)

E guarda caso tutto l'arco storico parlamentare ha dato il suo contributo a costruire il sistema di distruzione del tessuto Statuale che a fatica la resistenza e poi la costituzione avevano contribuito a creare.

Doc

Carlo Bertani ha detto...

Grazie Doc: un voto in più al partito dell'astensionismo consapevole!
Noi non siamo qualunquisti: il nostro non-voto è la nostra protesta, la nostra dignità che opponiamo a questa banda d'incompetenti ladroni.
Vive la France: vive la nouvelle Italie!
Grazie
Carlo

Orazio ha detto...

Carlo il Berlusca è si in crisi, ma lo strapotere mediatico che ha lo preserva da nefaste conseguenze che sarebbero inevitabili per qualsiasi altro uomo politico al suo posto. Lui invece ottundendo il cervello degli italidioti e nascondendo la verità la passerà liscia. Siamo l'unico paese al mondo a democrazia mediatica limitata, governato da un magnate della stessa industria. Eravamo insieme alla Tailandia ma li se ne sono liberati, noi non ne siamo capaci. Guardate poi che fa scodinzolini, interrogato a Trani su una storia di carte di credito e pressioni, appena esce dalla procura, che lo ha messo in guardia dal rivelare il contenuto dell'interrogatorio, cosa fa il bracchetto fedele? Chiama il padrone dal suo telefonino mentre è ancora a Trani. Mi chiedo, ma questi grandi geni del giornalismo, non pensano di essere intercettati? Bah a volte mi chiedo come fanno ad essere cosi gonzi e a ricoprire cariche così importanti? Scodinzolini non poteva parlare di persona col nano malefico?
Io dico solo che l'ultimo dei rubagalline si comporterebbe con più accortezza di questa elite politica del nostro paese.

Ciao a Carlo e a tutti

Anonimo ha detto...

Carlo sono convinto che il tuo astensionismo come quello di alcuni frequentatori di questo blog sia consapevole, ma nulla mi potrà convincere che lo sia quello della gran parte dei cittadini di questo paese. Mi sto avvicinando sempre più alla tua idea anche se sicuramente andrò a votare se non altro per concludere un impegno preso. Sono andato con i banchetti del partito per strada a fare campagna elettorale e se non altro ho raccolto l' opinione della gente stanca e disamorarata ma sempre pronta a giustificare il peggio pur di poter rabattare qualcosa. Questo paese non ha ne coscenza ne cultura e le tue parole possono essere acute ed intelligenti per me ma insignificanti per molti.Carlo so che tu la tv non la guardi ma l' ultima puntata di presa diretta ha parlato di un paese- la Germania- dove sono stati creati parchi di fotovoltaico lunghi km, installate le più grandi pale eoliche d' Europa e dove in un piccolo paese in collina, bagnato da un pallido sole l'80% della gente ha accettato di montare sui tetti delle propie case pannelli solari.Quella per noi è l' isola che non c'è, è l' utopia di un paese che si differenzia da noi solo per mentalità.L' astensionismo va bene ma se non c'è chi traina i buoi senza una adeguata preparazione culturale e senza toglierci quella vena di ipocrisia che ci contraddistingue saremo sempre (per usare un termine che piace molto a Orazio) un popolo di appecorati pronto all' ultimo compromesso pur di sopravvivere. Carlo bisogna unirsi e attivarsi chi ha le capacità e la sensibilità giusta è obbligato a farlo se veramente ama questo paese e vuole che rimanga terra fertile per i suoi figli.

halo1367 ha detto...

Allego un articolo illuminante (per me).

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=6861

Non ho dubbi da anni: l'astensionismo, la scelta di non delegare più a nessuno le proprie idee, ha un valore enorme.
Sottolinea, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, il desideri di proclamarsi Cittadino anziché suddito!

Questa volta ho un paio di dubbi...

1-Sergio Luzzato, la cui incitazione all'astensionismo è il
perno dell'articolo che ho segnalato sopra, scrive per il Sole 24 Ore. Il quotidiano della Confindustria che vuole legittimare l'astensionismo di sinistra? Leggermente sospetto?
Una vecchia canzone popolare romagnola dice "...ma lui il partito ce l'ha.." riferito al padrone che consiglia i propri dipendenti a non andare a votare perché "...tanto sono tutti uguali."
E' vero ma qui entra in gioco il secondo dubbio...

2-Le priorità.
Un esempio che Carlo mi perdonerà.
In questi giorni secondo voi a Carlo interessa più discutere di una scelta "energetica" consapevole o riuscire comunque a riattivare la propria benedetta caldaia che lo mantiene malevolmente al freddo?

Confermo: mettiamo al "freddo" il grandebugiardo e poi combatteremo anche gli altri se continueranno a fare scelte impopolari.

Mi rendo benissimo conto che la logica del mio ragionamento NON è ferrea, diciamo che è una semplice strategia e quindi per sua natura temporanea...

Perdonatemi ma troppo forte è il bisogno di votare ORA per un movimento che sottolinei la pericolosità e l'immoralità del berlusconismo.
Uno senza cultura popolare o "di sinistra" come Di Pietro?
Può anche essere...

halo1367 ha detto...

Una chiosa a ciò che scrivevo sopra.

Non esiste "quorum".
Se solo il 30% votasse (dico una percentuale a caso) Loro direbbero sempre "ampio consenso elettorale".
Esattamente come stanno facendo ora in Francia. Temo.

Una timida ed amichevole polemica.
Tu Carlo scrivi: Credo poco al complottismo, perché le fonti di riferimento sono gestite proprio dagli autori dei complotti.
Ma questo è complottismo e del meno costruttivo!
Perché, in questo caso, uno come te decide di non mettere al centro la capacità di discernimento di ognuno di noi?
Conoscere ed approfondire NON vuol dire condividere ed approvare.
Il Catalano di arboriana memoria direbbe: è sempre meglio sapere che non sapere.
Non credo che un atteggiamento più "aperto" alla conoscenza dei fatti che contraddicono le varie Versioni Ufficiali voglia dire necessariamente diventare come altri siti pieni di contrasti volgari, inutili e fuorvianti.
Sono troppe le cose che non mi spiego anche della nostra storia, più remota o più attuale, per aver paura ad usare tutti gli strumenti possibili per capirne di più.
Corro il rischio di esporre il mio cuore ed il mio cervello ad altre manipolazioni esterne?
Sai che novità!

Ripeto: la mia non è e non vuol essere una provocazione.
Ignoratemi ed il discorso è chiuso qui.

Fabrizio

Carlo Bertani ha detto...

Orazio, io non sottovaluto il potere del nanus primus, mi limito a ricordare che nessun potere, nella Soria, è mai caduto senza che ci fosse, prima, una la rga presa di coscienza.
Questo fenomeno - l'informazione a largo spettro, ecc - avviene da poco tempo: di certo - e l'inchiesta di Trani lo dimostra - B. è in difficoltà gravi, interne al suo partitoed esterne.
Quanto tempo? Non lo so, ma il processo è iniziato.

Sulle scelte elettorali conoscete la mia posizione: concordo che il dubbio su Di Pietro rimane, ma ricordate con quanta "disinvoltura" Pietruzzo scelse i candidati, e continua a farlo. Con De Gregorio, regalò il Senato a Berlusconi. E continua a farlo, con dubbi personaggi nelle liste, mentre non si capisce perché non inserisca persone di sicuro valore (e giovani).
Però, comprendo chi vuole in quel modo opporsi a B.
Sarà la Storia a dirci chi aveva ragione: nel lungo periodo, ritengo che l'astensionismo di massa sia la cosa che più temono, perché mostrerebbe la disponibilità di molti italiani ad aderire ad una nuova forza politica seria, che oggi manca.
Ma, manca anche perché l'astensionismo è ancora troppo basso.

Sul complottismo non desidero dettare nessuna regola. Solo un consiglio: seguendo il Manzoni, "Adelante, pedro, cum Judicio".

Ciao a tutti

Carlo
(felicemente riscaldato dalla nuova caldaia)

Orazio ha detto...

Carlo penso che bisognerebbe fare una riflessione, necessariamente amara, sul fatto che molti inseganti con più di 40 aani di servizio sul groppone non vogliono andare in pensione e alzano al cielo alti lai di dolore per essere stati messi in pensione dal ministero d'ufficio e corrono dall'Azzeccagarbugli più vicino per fare ricorso. Molti di loro hanno figli con titoli di studio che vivono nella precarietà, ma loro pensano solo a rimanere uno o due anni. Dei figli e dei nipoti pare interessargli poco il loro futuro.
Si a parole sono tutti li a peoccuparsi, ma nei fatti niente di serio. Credetemi in questi giorni osservo questi colleghi con un misto di pena, schifo, rabbia e malinconia.

Ciao

halo1367 ha detto...

Dal Corriere della Sera 17.3.2010:

http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/elezioni/notizie/berlusconi-giudici-trani-manifestazione_59f6f4c4-3125-11df-bc31-00144f02aabe.shtml

Sulle elezioni regionali Berlusconi si dice ottimista: «È il gioco pericoloso della sinistra quello di spingere all'astensione, ma sono sicuro che i moderati andranno in massa alle urne»

E anche io lo penso.

Berlusconi non riceverà uno schiaffo dagli italiani neppure questa volta?

Che volete, questa possibilità mi indispettisce sempre più.

FD

doc ha detto...

Dopo l'uscita sul "Fatto" dell'inchiesta di Trani su AlzodiTacco il frontelargo jolie ha dichiarato pubblicamente alcune cose che dal punto di vista giuridico sono il paradigma dell'obbrobrio, tra cui ad esempio la non competenza a svolgere quelle indagini(sic&sic) et similianti stronzate senza che a dx (ovviamente o quasi) e a sx (non ovviamente) si alzasse un dito accusatore indignato contro questa farsa, ma tant'e'!!

La relazione della corte dei conti sulla distruzione fiscale in atto, salvo parole di circostanze, non ha prodotto nessun impegno risanatorio..

Tutti si riempiono la bocca delle risultanze contro le mafie: sequestri di beni , arresti etc...ma...
ma tutti tacciono sulle regole bipartisan che permettono a societa' senza storia documentale e documentabile di avere la certificazione per avere nuovi appalti e continuare il trucco.

quando si permette addirittura ad una scarola di politico di parlare di nucleare e/o di grandi opere mi sembra che noi si venga trasformati in pagliacci e lui ci imponga: RIDIIIIIIII PAGLIACCIOOOOOOO

E poi la p.a affidata ad un visibile in prospettiva, o la p.i. affidata alla valletta di 3morti, epoi..e poi....dall'altra? il buco nero del nulla...

ed allora ci si ferma e ssi riflette e diventa inevitabile arrivare ad una astensione dal voto. In attesa..

Doc

Carlo Bertani ha detto...

Cari amici,
non ho ricette miracolose, e sono onorato dai vostri dibattiti. Per le elezioni...ciascuno deciderà in coscienza.
Sapete come la penso.
Ciao a tutti, vado a pubblicare un breve articolo.
Carlo