Se “l’imbarbarimento” della vita politica italiana fosse solo l’inciviltà che abbiamo sotto gli occhi, potremmo ridere allegramente e nutrirci di sole vignette, che sono – talvolta – esilaranti. Si va dalla carta d’identità di Brunetta, nella quale si vedono solo i capelli, a quelle “meteorologiche” su Berlusconi, il quale – non contento delle mille baggianate che fa raccontare dalle sue TV – s’inventa pure una tempesta di neve su Mosca per non incontrare il suo Ministro dell’Economia. Di questo passo, il nuovo Fascismo Mediatico ci racconterà pure che l’Umbria ha dichiarato guerra alle Marche, e qualcuno ci cascherà.
Non è nemmeno troppo “barbaro” che il Presidente del Consiglio vada a puttane, facendole pagare da un faccendiere della Sanità pugliese, il quale ha probabilmente ricevuto quei soldi dalle commesse di un’amministrazione di centro-sinistra dopo, chiaramente, aver fornito “carne fresca” anche nelle Puglie di “sinistra”.
In questa barbarie casereccia, c’è anche un rispettabilissimo Presidente di Regione che non va a puttane, perché preferisce i trans, e non si sa se li paga con soldi suoi o con mazzette, se ci va con l’auto di servizio oppure con la sua “Panda”, e se i carabinieri che lo scoprono sono delle “mele marce” oppure sapientemente imbeccati. Da chi? Perché?
Ecco, allora, che puttane e trans s’incrociano quando il Presidente del Consiglio telefona al Presidente di Regione:
«Attento Presidente, c’è un video che circola dove sei ritratto mentre te la spassi con “una” che ha un bel batocchio fra le gambe.»
«Non mi dica, Presidente: ma…come ha fatto a saperlo?»
«Me lo ha raccontato – Presidente – un caro amico giornalista – un Direttore, caro Presidente, sia chiaro – il quale s’è visto offrire la “merce” in cambio di denaro.»
«Ma…Presidente, spero che il Direttore non abbia accettato…»
«Certo, Presidente, io sono un uomo d’onore: visto che quel giornale è mio e che quel Direttore è un mio dipendente, puoi stare tranquillo, in una botte di ferro. Come Attilio Regolo.»
«Non so come ringraziarla, Presidente»
«Beh, non farlo sapere i giro – sai – perché non mi piace avere a che fare con quelli che se la spassano con i “batocchi”…io, le mie pulzelle, le faccio urlare di piacere tutta la notte. Come faccio? Una pastiglia, una doccia gelata e via, con il mio medico personale a disposizione nella stanza accanto.»
«Ma, adesso – Presidente – come posso fare?»
«Eh, caro Presidente, stacca qualche assegno dal tuo carnet per tacitare la cosa.»
«Mah, Presidente, e se la cosa non funzionasse, se il ricatto…»
«In quel caso – da Presidente a Presidente – giungerò in tuo soccorso e partirà l’indagine interna dei Carabinieri: le chiameremo “mele marce”, le cacceremo dall’Arma…e via. Ah, solo un’ultima cosa: se staccare gli assegni non dovesse funzionare, alla fine della questione ti toccherà staccare la spina che ti lega alla Regione Lazio.»
«Certo, Presidente: si tratta di una rinuncia che…»
«Non preoccuparti: ti faremo Presidente di una nuova fondazione, quella delle Pari Opportunità Sessuali: oggi una femmina, domani un trans, dopodomani un uomo barbuto, la settimana prossima una giovanetta, poi una capra…tutti uguali di fronte al sesso!»
«Non so come ringraziarla, Presidente…»
«Eh, caro Presidente, quando si è nella stessa barca…oddio, proprio la stessa…con quei “batocchi” no, però…ci si deve pure dare una mano fra di noi, altrimenti, se si sfalda la nostra casta…ci rendiamo conto di dove potremmo andare a finire? Lo sa quanti comunisti con le zanne sono pronti ad assalirci, nascosti nelle cantine di Roma, nelle foreste alpine, sotto i mari? Lo sa? Lo sa che ho dovuto appioppare una bella “tassa” agli italiani – sotto forma di decoder, cavi SCART, antenne e TV da sostituire, quella baggianata della Legge Gasparri e del digitale terrestre… – per consentire loro d’ascoltare Emilio Fede, per continuare la crociata anticomunista? Lo sa?»
«Eh sì, lo so Presidente: sapesse che fatica ho dovuto fare per togliermi di torno qualcuno di quei comunisti dalla Regione…erano della sottospecie domesticus, per fortuna, non i ferox da lei indicati…però…»
«Certo, Presidente, la capisco: resistere!resistere!resistere!»
«Grazie, grazie ancora Presidente.»
Se la barbarie fosse solo questa, potremmo sorridere (amaro) e passar oltre, senza curarci troppo di quanto avviene fra “pulzelle e batocchi”. Oppure credere al minuetto fra Bossi, Berlusconi e Tremonti…al partito “nuovo” che Bersani ha appena battezzato, e che già invecchia e si sfalda mentre è ancora sullo scalo…no…sarebbe soltanto il consueto corollario di una civiltà morente, che rovinerà da sola, senza nemmeno il classico “dito” per la spinta finale. Come dite? Che, crollando, ci trascineranno nell’abisso? Eh, qui no: permettetemi di dissentire, perché nell’abisso ci siamo già oggi.
Il 16 Ottobre 2009, un giovane romano – Stefano Cucchi di 31 anni – viene arrestato per la detenzione di una “modesta quantità di droga”: non viene specificato di quale droga si trattasse. Grazie alla legge partorita dall’oggi “Illuminato” (per qualcuno) Gianfranco Fini e dal compare Carlo Giovanardi (rimasto un ninnolo parlante da sacrestia), quel ragazzo poteva avere anche solo pochi grammi d’hascisc. Destinazione: Regina Coeli.
I genitori – immaginiamoli come tutti i genitori, preoccupati, ansiosi – chiedono subito un colloquio con il figlio in carcere, e lo ottengono per il 23 Ottobre: una settimana per avere il colloquio, eh, l’amministrazione carceraria è lenta…si deve avere pazienza…
Dove, invece, la Giustizia è rapidissima è nel comminare la pena di Morte, come abbiamo ricordato nel nostro “Il Miglio Verde Italiano”[1], ed i genitori – che, immaginiamo, attendono trepidando di parlare con il figlio, di chiedere spiegazioni, sapere come sta… – sono immediatamente “dirottati” all’obitorio dell’Ospedale Pertini (reparto carcerario), perché – quando si dice la sfortuna! – Stefano è improvvisamente spirato nella notte fra il 22 ed il 23 Ottobre. Perché era in ospedale?
Aveva improvvisamente avvertito dei “dolori alla schiena” ed i premurosi carcerieri s’erano immediatamente allertati per farlo ricoverare, affinché ricevesse le necessarie cure. Come no.
I “dolori alla schiena” che il figlio aveva manifestato, si trasformano – meraviglia di una transustanziazione carceraria – in un viso tumefatto, distrutto, quasi irriconoscibile per i poveri genitori che devono, invece di parlare con il figlio, ottemperare all’obbligo del riconoscimento. Qualcuno si rende conto della sofferenza che c’è dietro ad una storia del genere?
E questo caso è solo uno fra i tanti.
Aldo Bianzino, un falegname umbro di 44 anni, viene arrestato in piena notte il 12 Luglio 2007 per la stessa ragione: Bianzino, forse uno degli ultimi hippies, aveva delle piantine di marijuana nell’orto. Condotto nel carcere di Capanne (PG), viene trovato morto nella notte fra il 13 ed il 14 Luglio dello stesso anno, due giorni dopo l’arresto[2].
Nel caso di Bianzino, il “lavoro” è stato eseguito bene: il povero falegname è morto per traumi interni, emorragie invisibili dall’esterno, costole rotte, ecc. Un “lavoro” che solo dei “professionisti” del crimine possono eseguire, gente che ha a disposizione tutto il “necessario” ed ha tempo per farlo.
La vicenda è stata pubblicata anche sul blog di Beppe Grillo, perché è l’apoteosi della disgrazia, di un Fato perverso che sembra allearsi a questi massacratori d’innocenti: la moglie di Branzino – Roberta Radici – muore pochi mesi dopo – ricordiamo, forse, che i nostri “vecchi” dicevano “è morto di crepacuore”? – e lascia solo il figlio Rudra, minorenne.
Non ci dilunghiamo in altri casi, perché sarebbero soltanto delle fotocopie con lievi differenze: chi colpito in modo “professionale” da qualcuno che è stato ben preparato per quelle evenienze, oppure s’utilizza il laissez faire carcerario d’antica memoria. Si muore in una cella, soli, pestati a sangue da qualcuno che non sai se è un detenuto od un agente in borghese, si muore sputando l’anima con un punto interrogativo che serra lo stomaco, che chiede incessantemente perché?perché? perché proprio a me?
Bianzino, Cucchi e tutti gli altri che lasciano la pelle nelle carceri, nelle strutture psichiatriche come Mastrogiovanni, sulla strada come Aldrovandi non sono altro che il manifestarsi – evidente! Solo chi non ha occhi può accampare scuse! – che il “Garage Olimpo” italiano sta funzionando a meraviglia. Uccidono, senza remore, chiunque caschi nella loro rete, facendo ben attenzione a salvare quelli che non devono morire.
Sabato notte, 24 Ottobre 2009, un giovane torna ad Ostia dopo aver trascorso la serata a Roma: non c’è nulla di strano nel suo comportamento – forse, affermano i giornali, “è solo elegantemente vestito” – e ciò basta a tre pezzi di merda (scusate il necessario turpiloquio), che sono appoggiati al muro della stazione Lido Nord per assalirlo, pestarlo a sangue (costole rotte, setto nasale, ecc) al grido di “Frocio, Comunista”[3].
Il commento del sindaco Alemanno è che si tratta di “una vicenda preoccupante” e che ci vuole “più lavoro nelle periferie”. Alla prossima dirà che si tratta di un gesto “esecrabile”, e poi via con tutti i sinonimi dello Zingarelli: finché ci sono aggettivi, c’è speranza.
Da più parti si sostiene che il Belpaese ben si presti per le “sperimentazioni”: qualcuno, addirittura, lo chiama il “Laboratorio Italia”. E, allora, di cosa vi meravigliate? Stiamo qui a discutere se sia meglio andare a puttane od a trans, e se sia lecito esigere – sempre – il rispetto della privacy?
Chi ha rispettato la “privacy” di farsi uno spinello per Aldo e per Stefano? Gli stessi che vanno a puttane e poi sentenziano a morte – sì, perché le leggi le fanno loro – dagli scranni del Parlamento? E qualcuno parla ancora di rispetto per gli energumeni che ci governano?
Per caso, qualcuno rammenta il caso del deputato UDC Cosimo Mele[4], sorpreso durante un festino a “luci rosse” e cocaina in via Veneto: in quel caso, non era tanto una questione morale, quanto l’accusa di spaccio. Ebbene? Cosimo Mele ha ricevuto lo stesso trattamento di Cucchi e Bianzino? E qualcuno, ancora, invoca una “pietosa” e molto anglosassone privacy per questi signori?
Si può parlare a vanvera del Trattato di Lisbona e poi, quando i suoi prodromi – il “Laboratorio Italia” – si manifestano sotto i nostri occhi, non vederli, oppure continuare con un’alzata di spalle facendo i “superiori”, in nome di una morale che dovrebbe essere condivisa, e viene invece derisa?
Gli assassini di Cucchi, Bianzino, Mastrogiovanni, Aldrovandi e tanti altri sono la ferita inferta da questa classe politica di mefitici saltimbanchi ai grandi principi di garanzia del Diritto, dall’Habeas Corpus alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. In quale Paese, un simile stillicidio d’omicidi di Stato non avrebbe suscitato indignazione, ribellione, dimissioni?
In tutti, salvo nel “Laboratorio Italia”, quell’appendice di terra slanciata nel Mediterraneo dove le condizioni sono “ottimali” per sperimentare i frutti del Trattato: una sorta di “Garage Olimpo”, trasposto dall’Argentina dei generali all’Italia dei pretoriani.
E qualcuno, ancora, si “scalda” per difendere il diritto di questa gente ad avere una “privacy”? La loro libertà d’uccidere mentre si garantiscono lusso e piaceri a iosa? Lo faccia pure, ma non s’aspetti d’avermi al suo fianco.
Articolo liberamente riproducibile nella sua integrità, ovvia la citazione della fonte.
Non è nemmeno troppo “barbaro” che il Presidente del Consiglio vada a puttane, facendole pagare da un faccendiere della Sanità pugliese, il quale ha probabilmente ricevuto quei soldi dalle commesse di un’amministrazione di centro-sinistra dopo, chiaramente, aver fornito “carne fresca” anche nelle Puglie di “sinistra”.
In questa barbarie casereccia, c’è anche un rispettabilissimo Presidente di Regione che non va a puttane, perché preferisce i trans, e non si sa se li paga con soldi suoi o con mazzette, se ci va con l’auto di servizio oppure con la sua “Panda”, e se i carabinieri che lo scoprono sono delle “mele marce” oppure sapientemente imbeccati. Da chi? Perché?
Ecco, allora, che puttane e trans s’incrociano quando il Presidente del Consiglio telefona al Presidente di Regione:
«Attento Presidente, c’è un video che circola dove sei ritratto mentre te la spassi con “una” che ha un bel batocchio fra le gambe.»
«Non mi dica, Presidente: ma…come ha fatto a saperlo?»
«Me lo ha raccontato – Presidente – un caro amico giornalista – un Direttore, caro Presidente, sia chiaro – il quale s’è visto offrire la “merce” in cambio di denaro.»
«Ma…Presidente, spero che il Direttore non abbia accettato…»
«Certo, Presidente, io sono un uomo d’onore: visto che quel giornale è mio e che quel Direttore è un mio dipendente, puoi stare tranquillo, in una botte di ferro. Come Attilio Regolo.»
«Non so come ringraziarla, Presidente»
«Beh, non farlo sapere i giro – sai – perché non mi piace avere a che fare con quelli che se la spassano con i “batocchi”…io, le mie pulzelle, le faccio urlare di piacere tutta la notte. Come faccio? Una pastiglia, una doccia gelata e via, con il mio medico personale a disposizione nella stanza accanto.»
«Ma, adesso – Presidente – come posso fare?»
«Eh, caro Presidente, stacca qualche assegno dal tuo carnet per tacitare la cosa.»
«Mah, Presidente, e se la cosa non funzionasse, se il ricatto…»
«In quel caso – da Presidente a Presidente – giungerò in tuo soccorso e partirà l’indagine interna dei Carabinieri: le chiameremo “mele marce”, le cacceremo dall’Arma…e via. Ah, solo un’ultima cosa: se staccare gli assegni non dovesse funzionare, alla fine della questione ti toccherà staccare la spina che ti lega alla Regione Lazio.»
«Certo, Presidente: si tratta di una rinuncia che…»
«Non preoccuparti: ti faremo Presidente di una nuova fondazione, quella delle Pari Opportunità Sessuali: oggi una femmina, domani un trans, dopodomani un uomo barbuto, la settimana prossima una giovanetta, poi una capra…tutti uguali di fronte al sesso!»
«Non so come ringraziarla, Presidente…»
«Eh, caro Presidente, quando si è nella stessa barca…oddio, proprio la stessa…con quei “batocchi” no, però…ci si deve pure dare una mano fra di noi, altrimenti, se si sfalda la nostra casta…ci rendiamo conto di dove potremmo andare a finire? Lo sa quanti comunisti con le zanne sono pronti ad assalirci, nascosti nelle cantine di Roma, nelle foreste alpine, sotto i mari? Lo sa? Lo sa che ho dovuto appioppare una bella “tassa” agli italiani – sotto forma di decoder, cavi SCART, antenne e TV da sostituire, quella baggianata della Legge Gasparri e del digitale terrestre… – per consentire loro d’ascoltare Emilio Fede, per continuare la crociata anticomunista? Lo sa?»
«Eh sì, lo so Presidente: sapesse che fatica ho dovuto fare per togliermi di torno qualcuno di quei comunisti dalla Regione…erano della sottospecie domesticus, per fortuna, non i ferox da lei indicati…però…»
«Certo, Presidente, la capisco: resistere!resistere!resistere!»
«Grazie, grazie ancora Presidente.»
Se la barbarie fosse solo questa, potremmo sorridere (amaro) e passar oltre, senza curarci troppo di quanto avviene fra “pulzelle e batocchi”. Oppure credere al minuetto fra Bossi, Berlusconi e Tremonti…al partito “nuovo” che Bersani ha appena battezzato, e che già invecchia e si sfalda mentre è ancora sullo scalo…no…sarebbe soltanto il consueto corollario di una civiltà morente, che rovinerà da sola, senza nemmeno il classico “dito” per la spinta finale. Come dite? Che, crollando, ci trascineranno nell’abisso? Eh, qui no: permettetemi di dissentire, perché nell’abisso ci siamo già oggi.
Il 16 Ottobre 2009, un giovane romano – Stefano Cucchi di 31 anni – viene arrestato per la detenzione di una “modesta quantità di droga”: non viene specificato di quale droga si trattasse. Grazie alla legge partorita dall’oggi “Illuminato” (per qualcuno) Gianfranco Fini e dal compare Carlo Giovanardi (rimasto un ninnolo parlante da sacrestia), quel ragazzo poteva avere anche solo pochi grammi d’hascisc. Destinazione: Regina Coeli.
I genitori – immaginiamoli come tutti i genitori, preoccupati, ansiosi – chiedono subito un colloquio con il figlio in carcere, e lo ottengono per il 23 Ottobre: una settimana per avere il colloquio, eh, l’amministrazione carceraria è lenta…si deve avere pazienza…
Dove, invece, la Giustizia è rapidissima è nel comminare la pena di Morte, come abbiamo ricordato nel nostro “Il Miglio Verde Italiano”[1], ed i genitori – che, immaginiamo, attendono trepidando di parlare con il figlio, di chiedere spiegazioni, sapere come sta… – sono immediatamente “dirottati” all’obitorio dell’Ospedale Pertini (reparto carcerario), perché – quando si dice la sfortuna! – Stefano è improvvisamente spirato nella notte fra il 22 ed il 23 Ottobre. Perché era in ospedale?
Aveva improvvisamente avvertito dei “dolori alla schiena” ed i premurosi carcerieri s’erano immediatamente allertati per farlo ricoverare, affinché ricevesse le necessarie cure. Come no.
I “dolori alla schiena” che il figlio aveva manifestato, si trasformano – meraviglia di una transustanziazione carceraria – in un viso tumefatto, distrutto, quasi irriconoscibile per i poveri genitori che devono, invece di parlare con il figlio, ottemperare all’obbligo del riconoscimento. Qualcuno si rende conto della sofferenza che c’è dietro ad una storia del genere?
E questo caso è solo uno fra i tanti.
Aldo Bianzino, un falegname umbro di 44 anni, viene arrestato in piena notte il 12 Luglio 2007 per la stessa ragione: Bianzino, forse uno degli ultimi hippies, aveva delle piantine di marijuana nell’orto. Condotto nel carcere di Capanne (PG), viene trovato morto nella notte fra il 13 ed il 14 Luglio dello stesso anno, due giorni dopo l’arresto[2].
Nel caso di Bianzino, il “lavoro” è stato eseguito bene: il povero falegname è morto per traumi interni, emorragie invisibili dall’esterno, costole rotte, ecc. Un “lavoro” che solo dei “professionisti” del crimine possono eseguire, gente che ha a disposizione tutto il “necessario” ed ha tempo per farlo.
La vicenda è stata pubblicata anche sul blog di Beppe Grillo, perché è l’apoteosi della disgrazia, di un Fato perverso che sembra allearsi a questi massacratori d’innocenti: la moglie di Branzino – Roberta Radici – muore pochi mesi dopo – ricordiamo, forse, che i nostri “vecchi” dicevano “è morto di crepacuore”? – e lascia solo il figlio Rudra, minorenne.
Non ci dilunghiamo in altri casi, perché sarebbero soltanto delle fotocopie con lievi differenze: chi colpito in modo “professionale” da qualcuno che è stato ben preparato per quelle evenienze, oppure s’utilizza il laissez faire carcerario d’antica memoria. Si muore in una cella, soli, pestati a sangue da qualcuno che non sai se è un detenuto od un agente in borghese, si muore sputando l’anima con un punto interrogativo che serra lo stomaco, che chiede incessantemente perché?perché? perché proprio a me?
Bianzino, Cucchi e tutti gli altri che lasciano la pelle nelle carceri, nelle strutture psichiatriche come Mastrogiovanni, sulla strada come Aldrovandi non sono altro che il manifestarsi – evidente! Solo chi non ha occhi può accampare scuse! – che il “Garage Olimpo” italiano sta funzionando a meraviglia. Uccidono, senza remore, chiunque caschi nella loro rete, facendo ben attenzione a salvare quelli che non devono morire.
Sabato notte, 24 Ottobre 2009, un giovane torna ad Ostia dopo aver trascorso la serata a Roma: non c’è nulla di strano nel suo comportamento – forse, affermano i giornali, “è solo elegantemente vestito” – e ciò basta a tre pezzi di merda (scusate il necessario turpiloquio), che sono appoggiati al muro della stazione Lido Nord per assalirlo, pestarlo a sangue (costole rotte, setto nasale, ecc) al grido di “Frocio, Comunista”[3].
Il commento del sindaco Alemanno è che si tratta di “una vicenda preoccupante” e che ci vuole “più lavoro nelle periferie”. Alla prossima dirà che si tratta di un gesto “esecrabile”, e poi via con tutti i sinonimi dello Zingarelli: finché ci sono aggettivi, c’è speranza.
Da più parti si sostiene che il Belpaese ben si presti per le “sperimentazioni”: qualcuno, addirittura, lo chiama il “Laboratorio Italia”. E, allora, di cosa vi meravigliate? Stiamo qui a discutere se sia meglio andare a puttane od a trans, e se sia lecito esigere – sempre – il rispetto della privacy?
Chi ha rispettato la “privacy” di farsi uno spinello per Aldo e per Stefano? Gli stessi che vanno a puttane e poi sentenziano a morte – sì, perché le leggi le fanno loro – dagli scranni del Parlamento? E qualcuno parla ancora di rispetto per gli energumeni che ci governano?
Per caso, qualcuno rammenta il caso del deputato UDC Cosimo Mele[4], sorpreso durante un festino a “luci rosse” e cocaina in via Veneto: in quel caso, non era tanto una questione morale, quanto l’accusa di spaccio. Ebbene? Cosimo Mele ha ricevuto lo stesso trattamento di Cucchi e Bianzino? E qualcuno, ancora, invoca una “pietosa” e molto anglosassone privacy per questi signori?
Si può parlare a vanvera del Trattato di Lisbona e poi, quando i suoi prodromi – il “Laboratorio Italia” – si manifestano sotto i nostri occhi, non vederli, oppure continuare con un’alzata di spalle facendo i “superiori”, in nome di una morale che dovrebbe essere condivisa, e viene invece derisa?
Gli assassini di Cucchi, Bianzino, Mastrogiovanni, Aldrovandi e tanti altri sono la ferita inferta da questa classe politica di mefitici saltimbanchi ai grandi principi di garanzia del Diritto, dall’Habeas Corpus alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. In quale Paese, un simile stillicidio d’omicidi di Stato non avrebbe suscitato indignazione, ribellione, dimissioni?
In tutti, salvo nel “Laboratorio Italia”, quell’appendice di terra slanciata nel Mediterraneo dove le condizioni sono “ottimali” per sperimentare i frutti del Trattato: una sorta di “Garage Olimpo”, trasposto dall’Argentina dei generali all’Italia dei pretoriani.
E qualcuno, ancora, si “scalda” per difendere il diritto di questa gente ad avere una “privacy”? La loro libertà d’uccidere mentre si garantiscono lusso e piaceri a iosa? Lo faccia pure, ma non s’aspetti d’avermi al suo fianco.
Articolo liberamente riproducibile nella sua integrità, ovvia la citazione della fonte.
[1] Vedi : http://carlobertani.blogspot.com/2009/10/il-miglio-verde-italiano.html
[2] Fonte: http://www.informa-azione.info/perugia_morte_in_carcere
[3] Fonte: http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/aggressione-ostia/aggressione-ostia/aggressione-ostia.html
[4] Fonte: http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=14968
6 commenti:
Caro Carlo la vicenda Marrazzo dimostra quanto sia debole e irresponsabile l' uomo, ammesso che ognuno di noi possa avere le sue debolezze è invece inammissibile che un uomo come Marrazzo che faceva il giornalista difensore dei consumatori ed aveva un padre che nello stesso campo denunciava la mafia non sia in grado di prendersi, a fatto compiuto, le sue responsabilità senza scendere a ricatti o patti con chi diceva di scontrarsi fino a ieri, quel tale Silvio che ora, se la starà ridendo alla faccia sua perchè lui l' ha fatta franca e magari ne esce anche più macio perchè invece di andare a trans è andato a puttane.Per quanto riguarda le tristi storie che ci hai raccontato e che oramai sono arcinote perlomeno a noi piccoli blogger che amano ascoltare te e quei pochi altri che hanno voglia di raccontarle dico solo che questo è un paese senza giustizia dove bisogna essere fortunati che non ti capiti mai nulla, una disgrazia sul lavoro, una perdita del posto di lavoro, un di verbio con un condomino che sia una avvocato, un problema di malasanità altrimenti siamo finiti.Penso che per quelle persone varrebbe la pena fare una rivoluzione scendere in piazza con le pentole, bastoni o quant' altro e invece, purtroppo,la maggioranza di noi sa rispondere solo: "Speriamo non capiti mai a me".Ciao Carlo!!
Vedo la situazione grave, anzi gravissima per l'Italia. Berlusconi è ad un passo dal potere assoluto. Vedi per esempio a Ballarò dove ha impazzato per quasi un ora pontificando contro i giudici comunisti e ottenendo un ascolto altissimo. Ormai il popolo si è inebetito e lui lo ha capito. Credo che stia meditando di modificare la costituzione a furor di popolo inebetito e farsi nominare presidente a vita. Tempi cupi ci aspettano. Italiani svegliatevi la dittatura incombe minacciosa. La sx è nel pallone, Marrazzo è stato l'esempio di come sia fatta da politici incapaci e citrulli. Altri due ex ministri del governo Prodi sarebbero sotto ricatto pper leloro frequentazioni trans. La massa degli italiani bacchettoni e maschilisti si schiaccerà sulle posizioni di Silvio supersex. Diranno almeno lui è etero e lo voteranno, nel frattempo una buona parte di loro continuerà a frequentare trans e mignotte, dicendo di essere normale e dipreferire il satiro Silvio. Mi sembra di essere al 1922 alla vigilia di una dittatura.
P.S.
Berlusca ha corretto se stesso dicendo che a S.Pietroburgo non c'era una tempesta di neve, ma solo una fitta, fittissima nebbia. Come se l'aviazione Russa, una delle migliori del mondo, non avesse sistemi elettronici di navigazione, decollo ed atterraggio a visibiltà zero. Dal fatto che gli italiani gli credono si vede quanto siano divenuti decerebrati.
Carlo continuiamo le scommesse. Vuoi vedere che entro l'anno approveranno una legge per far cadere in prescrizione il processo Mills?
Quello che sta avvenendo mi rammenta la vicenda di De Lorenzo e del SIFAR, delle migliaia di fascicoli (spariti? qualcuno afferma finiti nelle mani di Andreotti) che inchiodavano l'intera classe politica dll'epoca per vari vizietti.
Mi sembra che il copione si stia ripetendo.
Non so quali siano le mire di Berlusconi, ma credo che sarà l'economia a farlo crollare.
Il "regno" di Berlusconi esiste solo perché manca una classe politica alternativa da proporre.Regna sulla pochezza degli altri.
In questo quadro - forse un po' alla "De André" - penso sia meglio parlare degli ultimi, perchè NON SI SBAGLIA MAI. In quanto alla scommessa, Orazio, non ci sto...perché concordo con te!
Ciao a tutti
Carlo
Caro Bertani,
l'Italia è quello che già anni fa si poteva presumere che sarebbe diventata. Di tutte queste cose (Berlusconi al potere, progetti piduisti, attacco alle Istituzioni, gente ammazzata per la strada -vedasi video recente sull'omicidio di camorra in pieno giorno-, altri pestati a sangue in carcere -ma ne muoiono 150 all'anno e non da oggi-, media ridotti a servi, PA inefficiente, econonomia ferma, precari allo sbando, ritorno di pesanti forme di controllo sociale di stampo clericale, etc. etc etc.) c'è sentore da un pezzo. Solo che non le si è volute vedere.
Soprattutto, la classe politica è diventata completamente autoreferenziale e del rispetto dei minimi diritti umani se ne infischia. Che cazzo vuoi che gliene freghi, a chi siede in Parlamento, di cosa fanno gli sbirri?
Quanto alle spallate dalla società civile incazzata (e potenzialmente reattiva), un precario non sa neanche dove andare a prendere i soldi per mangiare e, anche a lui, sai cosa gliene frega di uno ammazzato di botte per 20 grammi di fumo...? Gli altri, al calduccio (per ora) si guardano bene dal mettere il naso fuori dal loro recinto, di qualunque cosa si parli, figuriamoci...
Questa è l'Italia,carissimo. Un paese a puttane, culturalmente, prima di tutto. Ma non da oggi.
Caro Carlo, solo una precisazione che riguarda l'adozione del digitale terrestre.
Quella del passaggio dalla tv analogica al digitale terrestre è una operazione voluta dalla Comunità Europea il cui primo passo ufficiale è stata la Direttiva Quadro 2002/21/CE che "istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica" (Per saperne di più su come si stà muovendo l'europa sui mezzi di comunicazione andare qui: http://ec.europa.eu/information_society/policy/ecomm/current/broadcasting/index_en.htm)
Quindi l'Italia sta recependo una direttiva europea. All'inizio del 2009 "le trasmissioni della TV terrestre digitale sono già state introdotte in 21 Stati membri
(Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia,
Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi
Bassi, Finlandia, Svezia, Slovenia, Regno Unito) e coprono parti del territorio
nazionale. Altri cinque Stati membri (Cipro, Irlanda, Polonia, Portogallo e Slovacchia)
hanno annunciato che l’offerta di servizi digitali avrà luogo entro il 2010. La Romania
non ha ancora definito i propri piani.
Al di fuori dell'Europa gli USA hanno previsto l’abbandono nel 2009, il Giappone si è prefisso la scadenza del luglio 2011, la Corea del Sud la fine del 2012, l’Australia il 2013, l’India
e la Russia il 2015.
La TV terrestre analogica è già stata abbandonata in Lussemburgo, nei Paesi Bassi,
in Finlandia, Svezia, Germania, Belgio (Fiandre) e in aree consistenti dell’Austria, e
avrà luogo entro la fine del 2010 in tutta l’Austria, in Estonia, Danimarca, Spagna,
Malta e Slovenia. La TV terrestre analogica sarà abbandonata in Belgio (Vallonia e
regione di Bruxelles capitale), Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Grecia, Francia,
Ungheria, Italia, Lituania, Lettonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Regno Unito
tra la fine del 2010 e la fine del 2012, in Polonia entro il 2015.
Al di fuori dell'Europa gli USA hanno previsto l’abbandono nel 2009, il Giappone si è prefisso la scadenza del luglio 2011, la Corea del Sud la fine del 2012, l’Australia il 2013, l’India
e la Russia il 2015" (fonte http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/266&format=DOC&aged=0&language=IT&guiLanguage=en.)
Quindi questo passaggio non è che è stato imposto dall'attuale governo. Il nostro problema è sempre lo stesso (ce lo andiamo ripetendo continuamente), ovvero l'anomalia S.B. ed il suo enorme conflitto di interessi, per cui anche l'adozione di una direttiva europea, dato che riguarda le telvisioni, diventa interpretabile così: «...lo sa che ho dovuto appioppare una bella “tassa” agli italiani – sotto forma di decoder, cavi SCART, antenne e TV da sostituire, quella baggianata della Legge Gasparri e del digitale terrestre… – per consentire loro d’ascoltare Emilio Fede, per continuare la crociata anticomunista? Lo sa?». In realtà, se vogliamo essere più precisi, il problema del passaggio dall'analogico al digitale terrestre in Italia non stà nel fatto che bisogna che ci dobbiamo comprare presa scart e decoder (a proposito Paolo berlusconi c'ha guadagnato parecchio da questa operazione http://punto-informatico.it/1341435/PI/News/dtt-accuse-pastetta-sui-decoder.aspx), ma nel fatto che la legge gasp(!)arri recepisce la direttiva europea "all'italiana", potenziando la posizione dominante di mediaset e disattendendo così completamente lo spirito della direttiva che invece vede nel passaggio dall'analogico al digitale un'occasione per dare voce a chi non è ha e ridimensionare le posizioni dominanti e/o di monopolio nel campo della comunicazione televisiva.
Ciao,
Alex
Per mozart2006.
Non sono molto d'accordo sulla tua affermazione con cui chiudi il tuo intervento. Nel senso che il nostro paese non è poi così da buttar via; abbiamo fatto qualcosa di buono; certo è che in questi ultimi venti anni l'Italia ha subito un peggioramento che ha riguardato tutti i punti di vista attraverso i quali un paese moderno si può definire civile. Questo sì. Ma la coscienza di tale triste fenomeno sta uscendo fuori e si sta impadronendo di sempre più cittadini anche grazie a strumenti come internet dove è possibile accedere ad informazioni e conoscere notizie e fatti che altrimenti prima era impossibile conoscere. Ci vorrà un pò di tempo ma quando tale coscienza diventerà patrimonio comune di un numero sufficente di persone, allora ci sarà la massa critica per inziare a cambiare la nostra società - e speriamo che stà massa si formi prima che sia troppo tardi...:-)
Ubuntu,
Alex
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