“Cortigiani, vil razza dannata…”
dal Rigoletto, di Giuseppe Verdi
Dev’essere stata dura, si capisce subito, appena si legge il testo del messaggio agli italiani del Presidente della Repubblica per il 2008. Non sappiamo chi abbia lavorato al documento, se il Presidente stesso o altri collaboratori, ma il risultato è veramente apprezzabile: con i “chiari di luna” che circolano, era veramente difficile far di meglio.
In questi casi – quando la realtà che ci circonda è a dir poco agghiacciante – si richiamano i buoni sentimenti, gli “aspetti eloquenti dell’Italia che vuole crescere”, i “centri di eccellenza”. Tutte cose che esistono, nulla da eccepire. Un po’ meno quando si citano non meglio precisate “realtà di istituzioni indubbiamente vitali”: cos’avranno mostrato al Presidente Napolitano?
Viene da chiedersi quale Italia mostrino al Presidente, oppure quale Italia Napolitano desideri vedere: il risultato mediatico del messaggio raggiunge sì la sufficienza, ma è drammaticamente avulso dalla realtà che tutti viviamo. Si fa qualche concessione: “l’allarme per l’aumento del costo della vita…l’incertezza del lavoro…l’insufficiente tutela del lavoro…”: vogliamo ben credere, con una città (Torino) che ha visto l’Avvento del Natale scandito dalle morti dei suoi figli in un rogo in fabbrica. C’è veramente poca “trippa per gatti” per chi deve scrivere discorsi.
Il Presidente può permettersi il lusso di sorvolare sull’attività politica – è un limite che deve rispettare – ed è la sua fortuna: guai se dovesse farlo. Cosa potrebbe raccontare?
Potrebbe iniziare a raccontarci come mai un governo, che ha una risicata maggioranza al Senato, sia tenuto in ostaggio da un’esigua pattuglia di senatori, capeggiati da un tal Lamberto Dini, ex FMI, ex Banca d’Italia, ex berlusconiano di Forza Italia, ex ministro degli Esteri, attuale marito di Donatella Zingone, condannata – lo scorso 3 Dicembre 2007 – in primo grado a due anni e quattro mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta mediante falso in bilancio. Poi condonati, ovviamente, con l’indulto voluto da Mastella.
Ora, che nella famiglia Dini la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, non riusciamo proprio a crederlo: il continuo “alzare la posta” di Dini su questo o su quello, non ci sembra dovuto al suo sfrenato desiderio di prendere il posto di Prodi in un governo “tecnico”, quanto alle vicende personali. Sulle quali, ad onor del vero, non riusciamo proprio a dar torto marcio al povero Lamberto.
Eh sì, perché se è stata rimossa la Forleo per non “andar giù” pesante su Consorte (D’Alema & Fassino?), se De Magistris sarà inviato ad indagare solo più sugli incidenti stradali (quelli veri, ovviamente, non quelli di “dubbia” fonte) – per non colpire certe logge di San Marino (Prodi & Mastella?) – non si capisce proprio perché si debbano fare figli e figliastri.
Ma – mi chiedo – non era possibile richiamare il giudice di Roma, che ha condannato la signora Dini, ed inviarlo ad indagare sul prossimo Carnevale di Venezia? Anche là, magari, qualche reato ci sarà…
Bisogna riconoscere che il buon Lamberto ha ragione da vendere: perché solo io non ho le tutele che abbondano per altri – sembra affermare – forse perché sono piccolo e nero?
Non sappiamo se il nostro Calimero sia proprio nero o – come il simpatico pennuto della pubblicità di un tempo – solo un po’ sporco ma, al suo posto, chiunque di noi, in cambio dell’appoggio al governo, avrebbe perlomeno chiesto l’annessione delle Canarie all’Italia, la vendita delle Tremiti alla Baviera e il divieto per qualsiasi parlamentare di fare festini alla cocaina. Altro che abolizione delle Province.
Si percepisce chiaramente che il buon Dini è stato colto da un po’ di stizza, perché ha steso una “lista della spesa” che comprende provvedimenti eterogenei, come la valutazione scolastica unica su base nazionale: ne avrà parlato con Fioroni? Lì non c’è problema, perché basterebbe una circolare del Ministero, mica usa più passare per il Parlamento, come la Costituzione raccomanda: la vicenda degli esami di riparazione insegna…
Se la nostra solidarietà a Dini è quindi fuori discussione (!) – e ci aspettiamo quindi che Mastella intervenga in fretta per sanare l’ingiustizia – non comprendiamo certe intemperanze della cosiddetta “sinistra radicale”.
Qui, bisogna fare una premessa.
E’ chiaro a tutti che, “scapolata” la Finanziaria e le altre leggi-capestro (pensioni, welfare, ecc), per i nostri parlamentari si apre una lunga stagione di riposo, praticamente fin quasi alla prossima Finanziaria, sempre che non ci siano provvedimenti urgenti da varare, ai quali è dedicata, in genere, l’ultima decade di Luglio e la prima di Agosto. Così, gli italiani – soprattutto quelli che “soffrono” (a detta dello stesso Presidente…) – non s’accorgono di niente e non s’aggiunge sofferenza alla sofferenza. La pietas, anzitutto.
Il prossimo Autunno raggiungeranno finalmente la metà della legislatura, così avranno pieno diritto alla futura pensione senza dover mettere mano al portafogli, con fastidiosi versamenti di tasca propria.
Il problema è giungere all’Autunno: come attrezzarsi per superare la piovosa Primavera e la canicola estiva?
Normalmente, in casi come questi, tornano molto utili le cosiddette “verifiche” dell’attività di governo: cosa sono?
Una serie di riunioni dove si cerca di contentare chi, per qualche disguido, non ha ricevuto abbastanza: si consulta la lista delle cariche in scadenza nelle varie società dove lo Stato ha uno o più zampini, si cancella con il pennarello chi può andarsene per età e chi deve andarsene perché inviso all’uno o all’altro.
Talvolta, siccome non si sa mai chi governerà dopodomani, conviene mantenere al loro posto anche personaggi dell’opposizione: l’8 settembre 1943 è la regola, mica l’eccezione.
La fase di “verifica”, quindi, a forza di pennarelli, evidenziatori, cartelle triturate perché oramai inservibili, nuove fotocopie, altro lavoro di pennarello e matita copiativa, non è una fase né corta e né semplice dell’attività di governo. Bene che vada, qualche mese se lo prende.
Quello che non comprendiamo – soprattutto riferendoci ai “rossi” rivoluzionari come Giordano, Diliberto & compagnia cantante – è cosa c’entriamo noi. Siccome tutte le nefandezze che questo governo doveva compiere le ha già concluse nel 2007, a cosa serve chiedere dell’altro? Prodi ha già detto che dei PACS non se ne farà nulla, tanto meno si può sognare la tassazione delle rendite: in quanto al problema “salariale”, già ringraziamo adesso per i (probabili, futuri, speriamo) 20,57 euro lordi che troveremo in busta paga, che “passeremo” subito al benzinaio per gli aumenti dei carburanti.
Sinceramente, con tutto i fastidi che già abbiamo per sbarcare il lunario, non abbiamo tempo da perdere per scervellarci con pennarelli ed evidenziatori. Per loro, però, è importante guadagnare tempo.
Tornano utili allora i mille argomenti da tirar fuori dal cappello a cilindro, per litigare un po’ e raggiungere l’autunno: con il nucleare si possono innescare discrete liti e l’aborto può sempre tener banco. Si passerà quindi alle liti su chi dovrà eleggere il Presidente del Consiglio, quello della RAI, il Gran Mogol delle Giovani Marmotte e l’arbitro per Milan – Inter. E qualche rivelazione “inedita” su Togliatti o Mussolini? Eh, tutto serve…
Se proprio non sapranno come trascorrere il tempo, ci sono sempre dei simpatici nobilastri di nome Savoia che, per pochi spiccioli, sono disponibili a dare spettacolo in Italia e all’estero. Si rivolgano a loro, all’occorrenza.
I due compari, sono in grado di presentare in breve tempo una serie di rappresentazioni tragicomiche di prima grandezza: si va dalle puttane alle truffe, dai risarcimenti (e per che cosa?) ai casinò. Ed ai casini.
Con l’aiuto di un professionista dell’informazione – un tal Vespone – si potranno portare in scena altre 58 puntate del processo di Cogne: tutti i misteri d’Italia – meno quelli che devono rimanere tali – potranno essere indagati dalla coppia vincente Augias/Lucarelli, che sono oramai ampiamente attrezzati in materia. Ci raccontassero, una volta e per davvero, chi ha buttato giù l’aero di Ustica: altrimenti – signori miei – non cazzeggiate sui misteri dell’acqua calda.
Ci piacerebbe tanto conoscere i retroscena delle mille logge segrete che hanno condotto la politica italiana per decenni, dei loro trait d’union con i grandi finanzieri e con i boiardi di regime. Non raccontateci i segreti di Pulcinella: li conosciamo da anni.
In alternativa, quando la bisaccia rischierà d’esser troppo leggera, potranno sempre ricorrere ai collaudati dibattiti fra Coscialunga Santanché è la musulmana velata di turno: arbitra Vladimir Luxuria.
Con questo ed altro, riusciranno a scapolare la Primavera: ah, dimenticavo, per Marzo-Aprile è prevista una rappresentazione straordinaria all’estero. Difatti, il Presidente richiama:
“L’interesse generale esige un pieno sostegno all’azione internazionale dell’Italia, al suo impegno, innanzitutto, nell’Unione europea per favorirne il rilancio e l’iniziativa comune sui temi cruciali della pace e della sicurezza internazionale.”
Per chi non lo sapesse ancora, per la Primavera è stata decisa la definitiva indipendenza del Kosovo, che farà saltare per aria ancora una volta i Balcani, dacché anche le repubbliche serbe di Bosnia – e forse la parte “croata” dell’Erzegovina – se ne andranno, per ricongiungersi alle “case madri”.
La cosa è oramai certa ed inserita nei palinsesti: d’altro canto, D’Alema – come Bush – è uno che “vuol finire il lavoro”.
Non sappiamo quali saranno i “risvolti” dell’avventura – l’ultima volta costò 127.000 morti – ma sappiamo che è in programma per la prossima Primavera, fuori dunque dai “ricatti” energetici di Putin: noi, le guerre possiamo permettercele solo nella buona stagione, quando non dobbiamo scaldare il bagno per fare la doccia. Altrimenti: niente guerra, oppure doccia fredda.
Forse, con questa rappresentazione fuori programma, potranno arrivare all’estate, quando la situazione si farà più delicata: a causa della crisi economica americana (Napolitano non dice nulla al riguardo, eppure è appena stato a Washington…), si dovrà mettere mano ai conti per il DPF e programmare come spartirsi i futuri “tesoretti”. A proposito, qualcuno sa dov’è finito quello del 2007? Noi, del pubblico impiego, non abbiamo ancora visto un soldo per i contratti scaduti il 1° Gennaio 2006 (sì, due anni fa!): se qualcuno lo avvista, per favore, faccia un fischio.
Tornerà all’uopo, allora, la canicola estiva: fra un tuffo in mare – rigorosamente dalle poche “spiagge libere”, perché gli italiani non possono più permettersi cabina ed ombrellone – e lo scialacquio di una pizza per il compleanno del figlio, gli italiani – stufi d’ascoltare cazzate e mestizie – spegneranno la TV.
Ne approfitteranno, allora, per “limare” alcuni provvedimenti finanziari e “risparmiare” qualche soldo da destinare – bisogna pensarci per tempo – alla prossima campagna elettorale.
Eh sì, perché un comitato di “saggi”, nel frattempo, avrà steso una nuova legge elettorale, nella quale ci saranno elementi tedeschi – un bello sbarramento, se a qualcuno saltasse in mente d’intromettersi nei loro equilibri – e spagnoli, per salvaguardare i territori d’oltremare. Che, in Italia, non sono le isole, bensì la terra dei Sanniti – che ha come capitale Ceppaloni – e quella degli Apuli e dei Bruzzi – che ha come centro Montenero di Bisaccia.
Ci saranno, ovviamente, “interpretazioni” nazionali: un bel ritorno alla preferenza, così – con il consueto trucco della combinazione di numeri e nomi – potranno controllare anche l’ultima scheda elettorale. La mafia ringrazia.
Con quest’ultimo provvedimento, s’arriverà a Settembre: qui, le avanguardie rivoluzionarie rifondarole e comunisto-democratiche, diranno basta. E’ ora di finirla d’appoggiare i governi delle borghesie liberiste! E’ ora di tornare all’opposizione e di gridare il nostro, ostinato “No” a tutte le proposte liberal borghesi! Dopo aver detto di “Sì” a tutte le nefandezze di questo governo per due anni.
Così, avranno compiuto con dovizia il loro compito: dire di sì quando arriva il comando da via Nazionale, e ritirarsi in buon ordine quando potrebbero infastidire la pennichella dei banchieri.
Il Presidente se n’è accorto del pessimo andazzo, e conclude con un avvertimento, quasi un ammonimento, che le forze politiche terranno sicuramente (!) in considerazione:
“…dobbiamo risolutamente ancorarci ai suoi principi (della Costituzione, N.d. A.), anche e non da ultimo ai suoi valori morali, e in special modo a quei suoi indirizzi che non vediamo abbastanza perseguiti e tradotti in atto.”
“Perseguiti e tradotti”. Mamma mia: ci vuole veramente un gran coraggio. Buon 2008 a tutti.
dal Rigoletto, di Giuseppe Verdi
Dev’essere stata dura, si capisce subito, appena si legge il testo del messaggio agli italiani del Presidente della Repubblica per il 2008. Non sappiamo chi abbia lavorato al documento, se il Presidente stesso o altri collaboratori, ma il risultato è veramente apprezzabile: con i “chiari di luna” che circolano, era veramente difficile far di meglio.
In questi casi – quando la realtà che ci circonda è a dir poco agghiacciante – si richiamano i buoni sentimenti, gli “aspetti eloquenti dell’Italia che vuole crescere”, i “centri di eccellenza”. Tutte cose che esistono, nulla da eccepire. Un po’ meno quando si citano non meglio precisate “realtà di istituzioni indubbiamente vitali”: cos’avranno mostrato al Presidente Napolitano?
Viene da chiedersi quale Italia mostrino al Presidente, oppure quale Italia Napolitano desideri vedere: il risultato mediatico del messaggio raggiunge sì la sufficienza, ma è drammaticamente avulso dalla realtà che tutti viviamo. Si fa qualche concessione: “l’allarme per l’aumento del costo della vita…l’incertezza del lavoro…l’insufficiente tutela del lavoro…”: vogliamo ben credere, con una città (Torino) che ha visto l’Avvento del Natale scandito dalle morti dei suoi figli in un rogo in fabbrica. C’è veramente poca “trippa per gatti” per chi deve scrivere discorsi.
Il Presidente può permettersi il lusso di sorvolare sull’attività politica – è un limite che deve rispettare – ed è la sua fortuna: guai se dovesse farlo. Cosa potrebbe raccontare?
Potrebbe iniziare a raccontarci come mai un governo, che ha una risicata maggioranza al Senato, sia tenuto in ostaggio da un’esigua pattuglia di senatori, capeggiati da un tal Lamberto Dini, ex FMI, ex Banca d’Italia, ex berlusconiano di Forza Italia, ex ministro degli Esteri, attuale marito di Donatella Zingone, condannata – lo scorso 3 Dicembre 2007 – in primo grado a due anni e quattro mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta mediante falso in bilancio. Poi condonati, ovviamente, con l’indulto voluto da Mastella.
Ora, che nella famiglia Dini la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, non riusciamo proprio a crederlo: il continuo “alzare la posta” di Dini su questo o su quello, non ci sembra dovuto al suo sfrenato desiderio di prendere il posto di Prodi in un governo “tecnico”, quanto alle vicende personali. Sulle quali, ad onor del vero, non riusciamo proprio a dar torto marcio al povero Lamberto.
Eh sì, perché se è stata rimossa la Forleo per non “andar giù” pesante su Consorte (D’Alema & Fassino?), se De Magistris sarà inviato ad indagare solo più sugli incidenti stradali (quelli veri, ovviamente, non quelli di “dubbia” fonte) – per non colpire certe logge di San Marino (Prodi & Mastella?) – non si capisce proprio perché si debbano fare figli e figliastri.
Ma – mi chiedo – non era possibile richiamare il giudice di Roma, che ha condannato la signora Dini, ed inviarlo ad indagare sul prossimo Carnevale di Venezia? Anche là, magari, qualche reato ci sarà…
Bisogna riconoscere che il buon Lamberto ha ragione da vendere: perché solo io non ho le tutele che abbondano per altri – sembra affermare – forse perché sono piccolo e nero?
Non sappiamo se il nostro Calimero sia proprio nero o – come il simpatico pennuto della pubblicità di un tempo – solo un po’ sporco ma, al suo posto, chiunque di noi, in cambio dell’appoggio al governo, avrebbe perlomeno chiesto l’annessione delle Canarie all’Italia, la vendita delle Tremiti alla Baviera e il divieto per qualsiasi parlamentare di fare festini alla cocaina. Altro che abolizione delle Province.
Si percepisce chiaramente che il buon Dini è stato colto da un po’ di stizza, perché ha steso una “lista della spesa” che comprende provvedimenti eterogenei, come la valutazione scolastica unica su base nazionale: ne avrà parlato con Fioroni? Lì non c’è problema, perché basterebbe una circolare del Ministero, mica usa più passare per il Parlamento, come la Costituzione raccomanda: la vicenda degli esami di riparazione insegna…
Se la nostra solidarietà a Dini è quindi fuori discussione (!) – e ci aspettiamo quindi che Mastella intervenga in fretta per sanare l’ingiustizia – non comprendiamo certe intemperanze della cosiddetta “sinistra radicale”.
Qui, bisogna fare una premessa.
E’ chiaro a tutti che, “scapolata” la Finanziaria e le altre leggi-capestro (pensioni, welfare, ecc), per i nostri parlamentari si apre una lunga stagione di riposo, praticamente fin quasi alla prossima Finanziaria, sempre che non ci siano provvedimenti urgenti da varare, ai quali è dedicata, in genere, l’ultima decade di Luglio e la prima di Agosto. Così, gli italiani – soprattutto quelli che “soffrono” (a detta dello stesso Presidente…) – non s’accorgono di niente e non s’aggiunge sofferenza alla sofferenza. La pietas, anzitutto.
Il prossimo Autunno raggiungeranno finalmente la metà della legislatura, così avranno pieno diritto alla futura pensione senza dover mettere mano al portafogli, con fastidiosi versamenti di tasca propria.
Il problema è giungere all’Autunno: come attrezzarsi per superare la piovosa Primavera e la canicola estiva?
Normalmente, in casi come questi, tornano molto utili le cosiddette “verifiche” dell’attività di governo: cosa sono?
Una serie di riunioni dove si cerca di contentare chi, per qualche disguido, non ha ricevuto abbastanza: si consulta la lista delle cariche in scadenza nelle varie società dove lo Stato ha uno o più zampini, si cancella con il pennarello chi può andarsene per età e chi deve andarsene perché inviso all’uno o all’altro.
Talvolta, siccome non si sa mai chi governerà dopodomani, conviene mantenere al loro posto anche personaggi dell’opposizione: l’8 settembre 1943 è la regola, mica l’eccezione.
La fase di “verifica”, quindi, a forza di pennarelli, evidenziatori, cartelle triturate perché oramai inservibili, nuove fotocopie, altro lavoro di pennarello e matita copiativa, non è una fase né corta e né semplice dell’attività di governo. Bene che vada, qualche mese se lo prende.
Quello che non comprendiamo – soprattutto riferendoci ai “rossi” rivoluzionari come Giordano, Diliberto & compagnia cantante – è cosa c’entriamo noi. Siccome tutte le nefandezze che questo governo doveva compiere le ha già concluse nel 2007, a cosa serve chiedere dell’altro? Prodi ha già detto che dei PACS non se ne farà nulla, tanto meno si può sognare la tassazione delle rendite: in quanto al problema “salariale”, già ringraziamo adesso per i (probabili, futuri, speriamo) 20,57 euro lordi che troveremo in busta paga, che “passeremo” subito al benzinaio per gli aumenti dei carburanti.
Sinceramente, con tutto i fastidi che già abbiamo per sbarcare il lunario, non abbiamo tempo da perdere per scervellarci con pennarelli ed evidenziatori. Per loro, però, è importante guadagnare tempo.
Tornano utili allora i mille argomenti da tirar fuori dal cappello a cilindro, per litigare un po’ e raggiungere l’autunno: con il nucleare si possono innescare discrete liti e l’aborto può sempre tener banco. Si passerà quindi alle liti su chi dovrà eleggere il Presidente del Consiglio, quello della RAI, il Gran Mogol delle Giovani Marmotte e l’arbitro per Milan – Inter. E qualche rivelazione “inedita” su Togliatti o Mussolini? Eh, tutto serve…
Se proprio non sapranno come trascorrere il tempo, ci sono sempre dei simpatici nobilastri di nome Savoia che, per pochi spiccioli, sono disponibili a dare spettacolo in Italia e all’estero. Si rivolgano a loro, all’occorrenza.
I due compari, sono in grado di presentare in breve tempo una serie di rappresentazioni tragicomiche di prima grandezza: si va dalle puttane alle truffe, dai risarcimenti (e per che cosa?) ai casinò. Ed ai casini.
Con l’aiuto di un professionista dell’informazione – un tal Vespone – si potranno portare in scena altre 58 puntate del processo di Cogne: tutti i misteri d’Italia – meno quelli che devono rimanere tali – potranno essere indagati dalla coppia vincente Augias/Lucarelli, che sono oramai ampiamente attrezzati in materia. Ci raccontassero, una volta e per davvero, chi ha buttato giù l’aero di Ustica: altrimenti – signori miei – non cazzeggiate sui misteri dell’acqua calda.
Ci piacerebbe tanto conoscere i retroscena delle mille logge segrete che hanno condotto la politica italiana per decenni, dei loro trait d’union con i grandi finanzieri e con i boiardi di regime. Non raccontateci i segreti di Pulcinella: li conosciamo da anni.
In alternativa, quando la bisaccia rischierà d’esser troppo leggera, potranno sempre ricorrere ai collaudati dibattiti fra Coscialunga Santanché è la musulmana velata di turno: arbitra Vladimir Luxuria.
Con questo ed altro, riusciranno a scapolare la Primavera: ah, dimenticavo, per Marzo-Aprile è prevista una rappresentazione straordinaria all’estero. Difatti, il Presidente richiama:
“L’interesse generale esige un pieno sostegno all’azione internazionale dell’Italia, al suo impegno, innanzitutto, nell’Unione europea per favorirne il rilancio e l’iniziativa comune sui temi cruciali della pace e della sicurezza internazionale.”
Per chi non lo sapesse ancora, per la Primavera è stata decisa la definitiva indipendenza del Kosovo, che farà saltare per aria ancora una volta i Balcani, dacché anche le repubbliche serbe di Bosnia – e forse la parte “croata” dell’Erzegovina – se ne andranno, per ricongiungersi alle “case madri”.
La cosa è oramai certa ed inserita nei palinsesti: d’altro canto, D’Alema – come Bush – è uno che “vuol finire il lavoro”.
Non sappiamo quali saranno i “risvolti” dell’avventura – l’ultima volta costò 127.000 morti – ma sappiamo che è in programma per la prossima Primavera, fuori dunque dai “ricatti” energetici di Putin: noi, le guerre possiamo permettercele solo nella buona stagione, quando non dobbiamo scaldare il bagno per fare la doccia. Altrimenti: niente guerra, oppure doccia fredda.
Forse, con questa rappresentazione fuori programma, potranno arrivare all’estate, quando la situazione si farà più delicata: a causa della crisi economica americana (Napolitano non dice nulla al riguardo, eppure è appena stato a Washington…), si dovrà mettere mano ai conti per il DPF e programmare come spartirsi i futuri “tesoretti”. A proposito, qualcuno sa dov’è finito quello del 2007? Noi, del pubblico impiego, non abbiamo ancora visto un soldo per i contratti scaduti il 1° Gennaio 2006 (sì, due anni fa!): se qualcuno lo avvista, per favore, faccia un fischio.
Tornerà all’uopo, allora, la canicola estiva: fra un tuffo in mare – rigorosamente dalle poche “spiagge libere”, perché gli italiani non possono più permettersi cabina ed ombrellone – e lo scialacquio di una pizza per il compleanno del figlio, gli italiani – stufi d’ascoltare cazzate e mestizie – spegneranno la TV.
Ne approfitteranno, allora, per “limare” alcuni provvedimenti finanziari e “risparmiare” qualche soldo da destinare – bisogna pensarci per tempo – alla prossima campagna elettorale.
Eh sì, perché un comitato di “saggi”, nel frattempo, avrà steso una nuova legge elettorale, nella quale ci saranno elementi tedeschi – un bello sbarramento, se a qualcuno saltasse in mente d’intromettersi nei loro equilibri – e spagnoli, per salvaguardare i territori d’oltremare. Che, in Italia, non sono le isole, bensì la terra dei Sanniti – che ha come capitale Ceppaloni – e quella degli Apuli e dei Bruzzi – che ha come centro Montenero di Bisaccia.
Ci saranno, ovviamente, “interpretazioni” nazionali: un bel ritorno alla preferenza, così – con il consueto trucco della combinazione di numeri e nomi – potranno controllare anche l’ultima scheda elettorale. La mafia ringrazia.
Con quest’ultimo provvedimento, s’arriverà a Settembre: qui, le avanguardie rivoluzionarie rifondarole e comunisto-democratiche, diranno basta. E’ ora di finirla d’appoggiare i governi delle borghesie liberiste! E’ ora di tornare all’opposizione e di gridare il nostro, ostinato “No” a tutte le proposte liberal borghesi! Dopo aver detto di “Sì” a tutte le nefandezze di questo governo per due anni.
Così, avranno compiuto con dovizia il loro compito: dire di sì quando arriva il comando da via Nazionale, e ritirarsi in buon ordine quando potrebbero infastidire la pennichella dei banchieri.
Il Presidente se n’è accorto del pessimo andazzo, e conclude con un avvertimento, quasi un ammonimento, che le forze politiche terranno sicuramente (!) in considerazione:
“…dobbiamo risolutamente ancorarci ai suoi principi (della Costituzione, N.d. A.), anche e non da ultimo ai suoi valori morali, e in special modo a quei suoi indirizzi che non vediamo abbastanza perseguiti e tradotti in atto.”
“Perseguiti e tradotti”. Mamma mia: ci vuole veramente un gran coraggio. Buon 2008 a tutti.
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