Dopo la scorpacciata di dati elettorali viene il momento di tirare le somme, e non sono somme molto favorevoli per l’Italia.
Nell’infinita diatriba delle dichiarazioni, dopo la girandola delle poltrone, dovremo affrontare il problema dei conti pubblici ma nessuno ha più parlato d’energia.
Nel frattempo, il petrolio ha superato un nuovo "scalino" – passando dai 65$ ai 75$ il barile – e non ci sono motivi per credere che le quotazioni scenderanno: anzi, dopo gli inevitabili assestamenti il nuovo prezzo oscillerà fra i 70 e gli 80 dollari, fino al prossimo inverno.
Per l’Italia ciò rappresenta un maggior esborso di circa 4 miliardi di euro l’anno: sono numeri da legge finanziaria, in grado di cambiare in meglio od in peggio le condizioni di vita di milioni d’italiani.
A chi saranno affidate le competenze per affrontare uno dei più gravi problemi all’orizzonte? Continueremo nella solita sarabanda di conflitti fra Ministeri ed Enti Locali per decidere, infine, di non decidere niente?
Lo "stellone" italiano non può durare all’infinito, e già nello scorso inverno siamo stati obbligati a ricorrere alle scorte strategiche di metano per far fronte alla penuria di rifornimenti. Dovremo attendere nuovi black-out od interruzione dei servizi perché qualcuno se ne occupi?
Terminate le disfide elettorali è il momento di raffreddare gli animi e riflettere: per non restare al freddo.
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