15 novembre 2015

False Flag: tutto risolto, andate in pace


Il False Flag è il nuovo escamotage per rifiutarsi di capire. Per non comprendere la sequenza dei fatti storici, per cercare scorciatoie che diano audience e confortino, con mezzi semplici, i sempliciotti. Il False Flag è il cugino in terzo grado del cui prodest: almeno, nell’ultimo, c’è spesso qualche sillogismo di supporto.

Noi occidentali tutto possiamo, e ci divertiamo nel continuare a credere alla nostra onnipotenza: questi li mettiamo lì, gli diamo un po’ di missili, devono colpire quelli là, così ci fanno un favore. Poi, andiamo da quelli là e diciamo loro (mentre pubblicamente ci affratelliamo al loro dolore): avete visto che scherzo? Quelli là, masticano amaro ed armano quelli di giù, che vengono su e ci ammazzano un po’ di gente.
Sono tutti False Flag, tutta roba che controlliamo noi a seconda dei nostri obiettivi strategici: tranquilli ragazzi, crepate in pace con un colpo di Kalashnikov che vi perfora le budella e che vi brucia dentro come un granello d’inferno, è solo un False Flag, è gente nostra, che lavora per noi.

Mi metto a leggere e scopro una marea d’incompetenti, di gente col cervello all’ammasso, che s’inventa tutto ed il suo contrario per mettere il proprio nome in calce ad un articolo. Quante volte l’Iran doveva essere bombardato, invaso, massacrato? Quante volte l’hanno scritto?
Andiamo per ordine: cercherò d’essere il più breve possibile. Ma, perdio, se si vuole capirci qualcosa bisogna pur citare fatti, fonti, eventi, personaggi...e ci vuole un po’ di tempo. Altrimenti, c’è il False Flag che acquieta in breve tempo, come l’Aspirina.

Fino al 1980 lo schema è bipolare: noi vi facciamo una cacca lì e, domani, i sovietici ce la rimandano di qua, business is usual.
Ma, quella mente diabolica di Brezinskji s’inventa un trucco per cacciare i sovietici da Kabul: proviamo ad armare i mujaiddin afgani, così fanno la guerra per noi. Noi guadagniamo su petrolio ed oleodotti e quelli – perché sono fessi – crepano. Approvato per acclamazione.
Succede, però, e questo non molti lo sapranno che, nel 1981, in un albergo di Peshawar si riunisce uno strano gruppo: la figura più importante è un miliardario saudita, facente parte della famiglia reale, un tipo elegante, che fino a qualche anno prima girava le capitali europee vestito all’ultima moda.
Quest’uomo ha un’idea: i sovietici sono oramai bolliti, e dopo, che facciamo? Abbiamo armi in abbondanza, soldi in abbondanza: perché non ci mettiamo in proprio?
Così viene gettata la prima pietra dell’attacco di ieri, anche se i protagonisti, oggi, sono diversi anni luce da quei loro antenati.

Ma scoppia la guerra in Jugoslavia, ed ecco la prima uscita “in proprio” – ampiamente tollerata dagli euro americani, perché toglieva loro la castagna serba dal fuoco! – ma i croati, in Erzegovina, vogliono fare i padroni e ne vogliono un pezzo (Mostar compresa): ecco allora le due divisioni musulmane Handsar e Kama prontamente ricostituite – completate con i nomi originali che ebbero in epoca nazista, quando combatterono contro i partizan jugoslavi – che difendono Sarajevo, Jablanica, Mostar. In gran parte contro i serbi: il copione si ripete, ma la contrapposizione contro i croati, cattolici, è forse pari a quella contro i serbi. In questo frangente, ecco un embrione delle future guerre “a geometria variabile”: più alleati e nemici, con i quali mercanteggiare sul campo di battaglia, trattare e combattere, alla bisogna.

Ecco cos’è quello che noi chiamiamo “False Flag”: perché, ai nostri occhi velati dal nostro modo di pensare – dagli Orazi e Curiazi fino alle trincee, alle mitragliatrici, ai tank, ai sommergibili – così appare. Non può che essere una costruzione, pensiamo, perché è assurdo: vi chiedo, gentilmente, di contare le assurdità della Jugoslavia o quelle, forse più conosciute, dell’Iraq tripartito fra curdi, sciiti e sunniti. Più le truppe occidentali, a tentare inutili mediazioni.
Andiamo avanti.

Giunge la prima Guerra del Golfo: la sola, per importanza mediatica e sociologica.
Un giovane Ennio Remondino – grande giornalista – inviato ad Amman per osservarla e riferire, ha una vera e propria illuminazione. Cito: “Ci stiamo giocando il sostegno delle borghesie arabe”.
Ai più, la frase passa inosservata: e chi se ne frega delle borghesie arabe? Noantri semo più bbravi, semo forti...

In Paesi con scarsi apparati industriali, la borghesia è la classe dominante per antonomasia, nel senso che quasi “è” lo Stato: funzionari, militari, finanza, sanità, istruzione. Perdete la borghesia, e non ci sarà altra classe sociale sulla quale contare: avrete perso lo Stato, od il potere, se preferite.
Siccome il potere è spesso sorretto dall’Occidente – pensiamo alla Giordania (GB) od al Libano (F), (accordo di Sèvres, 1920) – perdere il consenso della borghesia significa tranciare qualsiasi liaison con l’Occidente.

Non stiamo parlando di petrolio o di armi, bensì di sociologia: dobbiamo entrare nella mente di un borghese mediorientale, seduto sul divano di fronte ad Al-Jazeera, il quale ascolta, medita ed osserva. Pensa: ci bombardano come cani, ci massacrano, mentre Israele può fare tutto il c... che vuole e nessuno dice niente. Quelli hanno l’atomica e l’Iran non può averla: perché? L’ONU ha più volte richiamato, con risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e con voti dell’Assemblea, Israele: deve tornare nei confini ante 1966. E quelli se ne fottono. Per Saddam, un mese di tempo per sloggiare dal Kuwait, il quale gli doveva un sacco di soldi per la difesa contro l’Iran e, in aggiunta, grazie ai Bush-petrolieri, gli fotteva pure il petrolio, trivellando in diagonale dal confine kuwaitiano per “pescare” nel giacimenti iracheni.
Ecco che passano sui teleschermi le immagini dei bambini bruciati, inceneriti...dei rifugi carbonizzati come scatole di fiammiferi ed il nostro funzionario di banca, o colonnello giordano pensa: perché dobbiamo sempre riverire questa gente? E’ dai tempi di Mossadeq che ci fregano, che ci rubano, che ci disprezzano.
E’ il 1991.
Un giovane nato in quell’anno, oggi ha 24 anni: quanti anni hanno i miliziani di Parigi?

Non starò a ricordarvi tutto quello che avvenne in Iraq ed Afghanistan dal 2003 in poi: se cercavate un luogo da trasformare in una grande madrassa (scuola islamica) a cielo aperto, lo avete trovato. Milioni di giovani che hanno visto i fratelli, i cugini con le schegge d’Uranio impoverito nelle carni, delle madri mute e piangenti ai loro capezzali mentre, in silenzio – e lentamente – morivano in ospedali sporchi, bombardati, fatiscenti, con pochissimi medici affannati che lottavano la loro impari guerra contro la morte.

Ma le guerre a geometria variabile lasciano anche altri orpelli, seminano mezzi di morte molto evoluti per tutti: quanti Stinger (missile terra-aria) hanno fornito gli USA agli afgani per usarli contro i sovietici? Eccoli che tornano: basta inquadrare il bersaglio, attendere che il reticolo acquisisca l’immagine del velivolo e premere il grilletto. Facile no? Un aereo militare può tentare virate al limite dei 9 G per fuggire, un velivolo civile cade come una pera.
Poi ci sono i soldi, tanti: grazie a zacat e saddaqa (le forme di carità islamiche) si possono distribuire risorse, tante, a tutti coloro che desiderano combattere l’odiato nemico. Perché? Poiché l’Occidente non può fare a meno d’importare colossali petroliere tutti i giorni dell’anno dai giacimenti sauditi, kuwaitiani, iracheni...l’occidente deve far vorticare i suoi macinini a petrolio, altrimenti il PIL crolla, le azioni crollano, i finanzieri scappano. Magari proprio dalle parti del Golfo.
C’è il turismo? Basta una sola sparatoria in un museo di Tunisi, e Costa Crociere e MSC cancellano tutti gli scali in Africa Settentrionale: adesso vedremo che fine farà Sharm el Sceik. Con meno soldi, anche i miliziani costano di meno: ieri con 1000 dollari – poniamo – ne inquadravi 10, oggi 20...o forse di più...
C’è ancora un “regime” che si oppone a questo andazzo, è quello di Gheddafi: spazzato, anche con l’aiuto degli italiani coglioni.

Perché, vedete, il “False Flag” non si occupa delle singole azioni: ma vi figurate? Imposta una strategia, poi sono gli altri a fare.
Perché l’Europa deve stare agli ordini USA, ma la Germania vuole fare affari con la Russia (Opel Magna, ad esempio) ed ai crucchi non frega nulla dei missili americani in Ucraina: la Crimea e l’Est possono pure tornare alla Russia, a noi importa poter impostare tante belle fabbriche di “made in Deutschland”, dove si costruisce con gente pagata (oggi) 100 euro il mese. E che volete che sia, gliene daremo 200 e saranno contenti! Il Donbass? Ma che se lo prenda pure Putin...
Ecco, allora, che la Germania diventa amica e nemica allo stesso tempo, in un perfetto schema a più parti ed a “geometria variabile”.
La Francia, perché la Francia?

Poiché il modo di pensare, il modo di vivere francese è il più odiato dagli islamici (odierni): sentito parlare di Illuminismo? Certo, anche i bombardamenti...ma la Francia non è mica l’unica a bombardare l’ISIS...
Nella Baghdad del IX secolo, un certo Abu-l-Hasan Alì al-Masudi – un enciclopedista – affermò “solo la logica (kalam) può riconciliare in pieno ragione e fede”: l’affermazione gli costò 10 anni d’esilio al Cairo. Qui da noi, lo avremmo passato sulla graticola all’istante: Giordano Bruno insegna.

Ma, dalla Baghdad gaudente di quei secoli – una vera Parigi, per cultura e divertimenti: paradossale vero? – ad oggi c’è di mezzo un certo emiro, tale Al-Wahabi, il quale pensava che l’Islam dovesse essere il meno tollerante possibile e che la vita dovesse essere sofferenza e privazione. Nulla delle “prescrizioni” di Al-Wahabi è, ovviamente, contenuto nel Corano: dall’infinito tormentone sugli abiti delle donne islamiche al divieto di guidare autoveicoli per le donne saudite (Al-Wahabi era un uomo del 1700!).
Ma strinse amicizia con un altro personaggio, un certo Al-Saud che – col trascorrere dei secoli – divenne il capostipite della casa regnante saudita. E i sauditi crearono questo regno anacronistico, dove si taglia la testa alle persone anche per un incidente stradale, dove non c’è un Parlamento e dove le donne non possono guidare per editto reale. Un pezzo di medio evo con, al posto delle carrozze a cavalli, le Rolls-Royce: un ricchissimo anacronismo.

Se vi recate in Bosnia, notate un particolare: le moschee – distrutte dalla recente guerra – sono state tutte ricostruite. Ma, al posto del tradizionale stile ottomano, sono tutte costruite in puro stile saudita: in altre parole, i sauditi esportano soldi (ne hanno tanti) e cultura. La loro, quella impostata da Al-Wahabi.
Non stupitevi dunque se la parola “crociato” è ripiombata nel lessico, se si parla di nuovo della riconquista di Granada, oppure di Lepanto: tutti concetti di un tempo lontano i quali, se parlate con un magrebino, li conoscerà a menadito. Non gli eventi, le parole e basta: “un giorno” noi eravamo a Granada. Quale giorno? Eh, tempo fa...Quanto? Mah, tempo fa...Non lo sanno.
Questa cultura raffazzonata non esce da Al-Azhar, si crea sul Web senza controllo: fa più un video dell’ISIS con colpi di mitra e gole tagliate di mille libri, questo è certo.
Allora, perché la Francia?

Poiché, se ci riflettete un attimo, non c’è nulla di più distante del credo wahabita dal “credo” illuminista, che è proprio l’opposto di un credo, per questo è virgolettato.
Da un lato, tutto discende dal “libro” (falso, dei dettami wahabiti nel Corano non c’è nulla) e deve essere seguito come parola di Allah, dall’altra tutto deve essere prima valutato, passato sotto la lente della ragione. Noi italiani non ci rendiamo conto dell’importanza di questa contrapposizione, poiché siamo una nazione che vive in mezzo al guado: le critiche anti-illuministe del Vaticano non sono un segreto. Altro paradosso: il Vaticano “terra dei crociati” e, lo stesso Vaticano, sulla stessa sponda dell’Islam radicale nei confronti dell’Illuminismo.
Ma chi è questo Islam radicale?

Al-Qaeda di Al Zawahiri è troppo vecchia, troppo legata a schemi tradizionali per stare sulla scena: a ben vedere, Al-Zawahiri viene dal Cairo, da Al-Azhar, ha quasi 65 anni, concepisce la contrapposizione internazionale come uno schema mono-direzionale, non è in grado di comprendere lo schema a geometria variabile con più attori, che mutano le loro alleanze continuamente.
Allora nasce l’ISIS. Da dove viene?

L’ISIS nasce a Tikrit, la città di Saddam Hussein: la prima azione violenta è l’uccisione di migliaia di reclute irachene che si recavano a Tikrit per prendere servizio. Con l’inganno, vengono prima dimesse, poi trucidate sulla via del ritorno: erano tutte reclute sciite.
L’idea è quella di creare una contrapposizione allo strapotere sciita/curdo in Iraq, ritagliandosi un territorio a Nord (Ninive, ecc) con addentellati in Siria e nei territori curdi. Respinti dai curdi, si sono diretti verso la Siria: ecco perché la Russia si è mossa, poiché la Siria fa parte del “bastione Sud” della Russia, quello che protegge il Caucaso ed il mar Nero. Di più: c’è il porto di Tartus, unica base per la marina russa nel Mediterraneo.
Notate come la Russia non si muova per altre aree, ma diventi terrificante (come risposta militare) quando si tocca il fianco Sud: vedi Georgia e, oggi, Siria. La Cecenia, guarda a caso, è sulla stessa strada.
Che fare dunque?

La questione si chiuderà semplicemente lasciando lavorare i russi in pace: probabilmente, dopo Parigi, si muoveranno con più convinzione anche i francesi, se non altro per pressioni interne. In ogni modo, tre mesi di missione russa con 50 velivoli e l’ISIS scomparirà, non esisterà più come struttura militare. Un fallimento americano? Certo, ma gli USA – che continuano a credere alla dottrina Brezinskji – ne studieranno un’altra: sono degli sprovveduti della politica internazionale, capacissimi di vincere le guerre, ma totalmente inetti nel gestire la pace susseguente.
Il vero sconfitto sarà l’Arabia Saudita, che ha fatto il passo più lungo della gamba, ma questo era nelle previsioni: di soldi, i sauditi, ne buttano ogni giorno che passa. Li segneranno, come tanti altri, nel capitolo di bilancio “bizzarrie”.

Una vera soluzione, per il Medio Oriente, passa soltanto attraverso una revisione del passato: gli accordi di Sèvres non si possono oramai cambiare, ma quelli relativi ad Israele sono ancora validi e si potrebbero rivedere, mi riferisco alle risoluzioni ONU.
Altrimenti...andremo avanti così...morirà l’ISIS, si formerà al-qualcosa, poi al-qualunque...e così, via: senza la soluzione del problema palestinese, il mondo arabo non s’acquieterà mai.

15 commenti:

Eli ha detto...



Un'analisi a volo d'aquila

su decenni di falsità, ipocrisie, disumanità e violenze.
Chapeau!

Con i tre poteri, religioso, politico e finanziario, saldamente legati a programmare distruzione e morte, sfruttando le misere menti delle masse, facilmente asservibili con la paura, il fanatismo, la propaganda.
Solo perché la Cupola gesuitico-massonica ha così deciso.

E tutti ora ad inneggiare alla guerra, a riempirsi la bocca di ferocia e desiderio di vendetta. Facendo ineluttabilmente il loro gioco.

Solo l'Amore ci libera dall'orrore.

Saluti tristi...
E.

Roberto ha detto...

Salve!

La 'cosa' sull'illuminismo l'avrei dovuta dire io...
mi hai anticipato.
Avrei usato altri termini e considerazioni ma direi
che il succo è questo.
L'unica differenza sostanziale fra i nostri pensieri
è che quello che tu chiami 'illuminismo' e che i
disperati dell'isis chiamano 'perversione ed abomini"
io semplicemente chiamo 'consumismo'.

Io non sono wahabita e nemmeno integralista sono un
semplice fedele cristiano che vive ogni giorno un
impegno verso l'ideale di carità (tradotto spesso come
amore, che va bene fino a quando non si cambia
il significato di amore) che perlopiù resta irraggiungibile:
similmente per la ricerca del sapere che fa dire ai saggi
"so di non sapere" così il percorso della fede ogni giorno
di più rivela a chi lo compie i propri limiti;
però mi stupisco non solo delle diseguaglianze enormi
che ci sono nel nostro mondo ed anche nelle nostre società
occidentali mi stupisco anche dell'uso indiscriminato
della sessualità o comunque del proprio corpo che è stato
reso oggetto dalla pubblicità ed in seguito dai 'costumi'.

Consumismo vuol dire consumare tutto vuol dire gestire
i rapporti solo in funzione del 'do ut des' anzi sul solo
'des'. La conversione illuminismo/consumismo è avvenuta
un po' dappertutto, in occidente, e sopratutto nella Francia
post-rivoluzione (molto post).

I musulmani questa conversione non la capiscono non l'hanno
mai effettuata e questo non è valido solo per i wahabiti.

Anche i cristiani e forse anche i rastafariani non l'hanno capita
e tendono a non seguirla. Qui non si parla di 'laicità' o di
'religione' ma dei diritti inalienabili dell'uomo.

Se digito su google immagini le parole “isis parigi” le prime
due immagini che mi appaiono sono di donne a petto, anzi a torso,
nudo ed in collants. Siamo proprio sicuri che le donne per
far valere i propri diritti/idee ecc debbano mostrarsi seminude?
Direi, dal mio piccolo, che il seno nudo per le vie è un “false flag”
di enorme portata perché questo è il simbolo dell'intimità più
vera, quella della mamma con il figlio al seno e non una bandiera
da mettere ai venti dei potenti.

Abbiamo perso il senso dell'uomo, dell'amore, della vita e stiamo
a difendere un mondo fatto di usurpazioni dei significati veri
sostituiti con gli "happy hour" e ci meravigliamo se qualcuno
ci spara addosso? Spara a dei cadaveri che non sanno di esserlo.

A questo proposito il concetto della 'morte' è sparito dai dizionari
siamo sempre vivi o invisibili. Abbiamo perso il gusto di invecchiare
abbiamo perso il senso della vita e l'abbiamo sostiturito con il valore
dei soldi. In passato si pregava per _non_ avere una morte improvvisa adesso
si prega per morire inavvertitamente. Questo allontanare la morte ci ha spinto
ad allontanare la vecchiaia su noi stessi e degli altri, per cui chi è
'vecchio' (anche solo perché non rende più) è da gettare da evitare
a meno che non ri-diventi giovane, un mostro: vecchio fisicamente ma
"giovane dentro" (cit.) e fuori!

Secondo me quelli dell'isis ci farebbero ancor più male
se nei loro mitra invece del piombo ci mettessero fiale di botulino
o pastiglie di viagra.

saluti

RA

Roberto ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Carlo Bertani ha detto...

Molto interessanti i vostri commenti. Eli non demorde: le "cupole" internazionali. Vero, però ti chiedo: senza le cause storiche, potrebbero agire in questo modo? Se le "cupole" sono in grado di maneggiare la Storia e piegarla ai loro voleri, allora andiamo tutti al mare e godiamoci lo sciacquio della risacca. Tanto, è tutto inutile.
Però, le nazioni si contrappongono in termini strategici, e non sempre (credo) le "cupole" vincono. Un esempio: il FMI ha decretato "troppo democratiche" le costituzioni europee: l'Italia ha seguito, portando la pensione a 67 anni, in Francia è rimasta a 61-62 anni, con molte eccezioni più favorevoli (I camionisti, ad es. 25 anni di camion e vai in pensione). Per la Sanità, in Italia non so come fa a curarsi chi non ha soldi. In Francia, vai dal miglior specialista e lo Stato ti rimborsa l'83%.
E' sulle classi politiche nazionali che dobbiamo premere, non c'è altra scelta.
Il tuo commento, Roberto, mi ha toccato sul vivo: sto facendo "l'impianto" in bocca, non ne potevo più. Certo, coi denti nuovi sembrerò più giovane, ma è soprattutto la nostra condizione mentale a fornirci un'età, quello che facciamo, ciò in cui crediamo. Te lo confesso: non ce la faccio a sentirmi vecchio, che ci posso fare? Godo ad andare in motorino, ma vado anche a funghi, e non mi pongo questi problemi. Se sostieni che un vecchio/giovane è colui che si tinge i capelli o colei che si rifà il seno una volta l'anno (guardate "Miracolo a Milano") ti do senz'altro ragione, ma vivere con una mente giovane è un pregio, non un difetto. Nel senso di una mente curiosa, aperta, elastica.
La foto di questo articolo l'ho scelta proprio perché dissacrante: vero che il seno richiama la maternità, ma è anche una parte importante della sessualità. Ebbene, la trasgressione è proprio qui: noi la accettiamo, gli islamici la negano. Ciao a tutti
Carlo

Ricky ha detto...

Ottima riflessione, dovrebbe circolare molto di più. Invece mi chiedo come mai scritti egregi come questi finiscano in siti come il rossobruno Comedonchisciotte in cui sono derisi e dileggiati.

Carlo Bertani ha detto...

Ciao Ricky: nella cucina di mia madre, c'era una piastrella di ceramica con un cinesino che diceva: "Essi dicono, cosa dicono? Ma lascia che dicano!" Ciao

Eli ha detto...


Infatti, Carlo,

non c'è molto da "fare", purtroppo.
Sono solo testimone di questi tempi terribili, non parteggio né per l'uno né per l'altro, poiché entrambi mi sembrano efferati allo stesso modo, solo con modalità diverse.
Ma in cuor mio sento che tutto questo avrà fine, spariranno gli umani-disumani, ed un'umanità nuova instaurerà una convivenza basata sulla consapevolezza, sull'Amore e sul rispetto.
Già molti giovani sono al lavoro per un mondo diverso.
Accettazione non vuol dire rassegnazione, ma crescita di una nuova coscienza. Non la politica, ma la Coscienza ci può salvare dalla barbarie.
Mi piace la piastrella Zen di tua madre! Ne vorrei una anch'io.
Ciao.
E.

Roberto ha detto...

Salve!

Ciao Carlo, ciao a tutti.

In effetti quella mia frase sui vecchi/giovani non mi è uscita
bene.
Come ho già detto scrivo sempre di getto direttamente sul 'box'
del blog e spesso non metto nemmeno l'anteprima per correggere
eventuali errori di battitura.

Penso però che tu abbia capito il senso che doveva essere
critico verso il voler buttare via i vecchi e verso il
'giovanilismo'... Mio padre ha 79 anni ma per certi
versi è più giovane e spigliato di me (che ne ho 54) e non lo dico solo io
e ben venga. Però riconosce tutti i suoi anni e non li nega
perché fanno parte della sua vita e sono importanti per lui
e per noi anche perché gli consentono di sentirsi così giovane.

Ecco forse adesso mi sono spiegato meglio.

ciao

RA

alsalto ha detto...

Ciao a tutti.
Analisi, la tua, che non si puo' che condividere, Carlo.

In giro non si legge se non o porcate complottiste di bassa lega o peggio inneggiamenti alle peggiori vendette e recrudescenze.

Poche spiccano nel mucchio e tra queste non poco stupito devo ammettere come si distingua la sottostante. Ma questo a causa dei miei preconcetti.

http://www.famigliacristiana.it/articolo/francia-almeno-smettiamola-con-le-chiacchiere.aspx

saluti e pace

roin ha detto...

salve, grazie per la bella analisi che condivido. una sola domanda relativamente alla 1a guerra del golfo: non era l'Iraq ad avere un debito con il Kuwait per prestiti avuti durante la guerra con l'Iran?
saluti
Roberto

Eli ha detto...


@ alsalto

si vede che a Famiglia Scristiana si sono vergognati pure loro di quello che avevano scritto, perché l'articolo da te indicato non c'è più! Volatilizzato! Ahahahaha!

Love & Peace.
Eli

alsalto ha detto...

Eli, hanno cambiato l'indirizzo, probabilmente indicizzando il sito...ma vabbe'.

Qui il link aggiornato (dovrebbe funzionare) e nel dubbio copincollo il tutto tanto e' breve.

ps. non che io sia mai stato un lettore di FC, ci mancherebbe, ma parlando tempo fa con un amico (che tra l'altro e' focolarino) con cui faccio volontariato, e' venuto fuori che a quanto pare sia cosa abbastanza radicata una forte critica negli editoriali che questi pubblicano, ma non ho garanzie in merito se non la stima per detto amico, che sara' pure un radicale cattolico ma credimi...ce ne fossero di persone che si spendono con onesta' e dedizione nel sociale come lui.

FRANCIA: ALMENO SMETTIAMOLA CON LE CHIACCHIERE
Da anni, ormai, si sa che cosa bisogna fare per fermare l'Isis e i suoi complici. Ma non abbiamo fatto nulla, e sono arrivate, oltre alle stragi in Siria e Iraq, anche quelle dell'aereo russo, del mercato di Beirut e di Parigi. La nostra specialità: pontificare sui giornali.
15/11/2015
di Fulvio Scaglione


E’ inevitabile, ma non per questo meno insopportabile, che dopo tragedie come quella di Parigi si sollevi una nuvola di facili sentenze destinate, in genere, a essere smentite dopo pochi giorni, se non ore, e utili soprattutto a confondere le idee ai lettori. E’ la nebbia di cui approfittano i politicanti da quattro soldi, i loro fiancheggiatori nei giornali, gli sciocchi che intasano i social network. Con i corpi dei morti ancora caldi, tutti sanno già tutto: anche se gli stessi inquirenti francesi ancora non si pronunciano, visto che l’ unico dei terroristi finora identificato, Omar Ismail Mostefai, 29 anni, francese, è stato “riconosciuto” dall’ impronta presa da un dito, l’ unica parte del corpo rimasta intatta dopo l’ esplosione della cintura da kamikaze che indossava.

Ancor meno sopportabile è il balbettamento ideologico sui colpevoli, i provvedimenti da prendere, il dovere di reagire. Non a caso risuscitano in queste ore le pagliacciate ideologiche della Fallaci, grande sostenitrice (come tutti quelli che ora la recuperano) delle guerre di George W. Bush, ormai riconosciute anche dagli americani per quello che in realtà furono: un cumulo di menzogne e di inefficienze che servì da innesco a molti degli attuali orrori del Medio Oriente.

Mentre gli intellettuali balbettano sui giornali e in Tv, la realtà fa il suo corso. Dell’ Isis e delle sue efferatezze sappiamo tutto da anni, non c’ è nulla da scoprire. E’ un movimento terroristico che ha sfruttato le repressioni del dittatore siriano Bashar al Assad per presentarsi sulla scena: armato, finanziato e organizzato dalle monarchie del Golfo (prima fra tutte l’ Arabia Saudita) con la compiacenza degli Stati Uniti e la colpevole indifferenza dell’ Europa.

Quando l’ Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’ hanno richiamato all’ ordine e hanno organizzato la coalizione americo-saudita che, con i bombardamenti, gli ha messo dei paletti: non più in là di tanto in Iraq, mano libera in Siria per far cadere Assad. Il tutto mentre da ogni parte, in Medio Oriente, si levava la richiesta di combatterlo seriamente, di eliminarlo, anche mandando truppe sul terreno. Innumerevoli in questo senso gli appelli dei vescovi e dei patriarchi cristiani, ormai chiamati a confrontarsi con la possibile estinzione delle loro comunità.

alsalto ha detto...

parte 2°

Abbiamo fatto qualcosa di tutto questo? No. La Nato, ovvero l’ alleanza militare che rappresenta l’ Occidente, si è mossa? Sì, ma al contrario. Ha assistito senza fiatare alle complicità con l’ Isis della Turchia di Erdogan, ma si è indignata quando la Russia è intervenuta a bombardare i ribelli islamisti di Al Nusra e delle altre formazioni.

Nel frattempo l’ Isis, grazie a Putin finalmente in difficoltà sul terreno, ha esportato il suo terrore. Ha abbattuto sul Sinai un aereo di turisti russi (224 morti, molti più di quelli di Parigi) ma a noi (che adesso diciamo che quelli di Parigi sono attacchi “conto l’ umanità”) è importato poco. Ha rivendicato una strage in un mercato di Beirut, in Libano, e ce n’ è importato ancor meno. E poi si è rivolto contro la Francia.

Abbiamo fatto qualcosa? No. Abbiamo provato a tagliare qualche canale tra l’ Isis e i suoi padrini? No. Abbiamo provato a svuotare il Medio Oriente di un po’ di armi? No, al contrario l’ abbiamo riempito, con l’ Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ai primi posti nell’ importazione di armi, vendute (a loro e ad altri) dai cinque Paei che siedono nel Consiglio di Sicurezza (sicurezza?) dell’ Onu: Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia.

Solo l’ altro giorno, il nostro premier Renzi (che come tutti ora parla di attacco all’ umanità) era in Arabia Saudita a celebrare gli appalti raccolti presso il regime islamico più integralista, più legato all’ Isis e più dedito al sostegno di tutte le forme di estremismo islamico del mondo. E nessuno, degli odierni balbettatori, ha speso una parola per ricordare (a Renzi come a tutti gli altri) che il denaro, a dispetto dei proverbi, qualche volta puzza.

Perché la verità è questa: se vogliamo eliminare l’ Isis, sappiamo benissimo quello che bisogna fare e a chi bisogna rivolgersi. Facciamoci piuttosto la domanda: vogliamo davvero eliminare l’ Isis? E’ la nostra priorità? Poi guardiamoci intorno e diamoci una risposta. Ma che sia sincera, per favore. Di chiacchiere e bugie non se ne può più.

Carlo Bertani ha detto...

No, Roin, era il Kuwait (come altri stati del Golfo) ad aver stipulato un accordo con Saddam, soldi contro difesa dall'Iran. Negli anni '80, ci furono scontri aerei sul Golfo fra caccia iraniani e sauditi (notizie scomparse, solo stampa specializzata dell'epoca) e queso spaventò parecchio. Da ciò discese il grande ordine verso gli USA per gli f-15 sauditi, poi stoppato da Israele ad un certo numero d'aerei e sostituito da un pari ordine di Tornado. Nel frattempo, Iran-contras e l'Iran riceve dagli USA i "perdenti" della competizione interna per l'f-20. Il caccia Northrop viene inviato in Iran, da qui nasce l'Azrakash...insomma, lunga storia...ma qui, basta dire "False Flag" e tutti ci corrono dietro...non sto sostenendo che i False Flag non esistano, solo che qui li tirano fuori ad ogni piè sospinto...se domani rubo un prosciuttino alla Conad tirano fuori che è un False Flag di Renzi...ma dai...
Ciao

Roberto ha detto...

Salve!

Leggo oggi su Repubblica:
http://www.repubblica.it/esteri/2015/11/20/news/terrorismo_abaaoud_ucciso_nel_blitz_era_stato_piu_volte_in_siria_caccia_a_salah_la_pista_dei_locali_gay-127754750/?ref=HREA-1

che gli attentatori di Parigi fossero dediti a pratiche
extra religiose tipo bere (fumare Hashish è tipico degli
'assassini' per cui lo escludo dall'elenco), frequentare
gay e farsi fare foto osè...

Premetto che non voglio fare il bigotto oppure il fariseo
(che forse sono la stessa cosa) anche perché io personalmente
e molti cristiani ci sentiamo 'richiamati' alla 'coerenza'
molto spesso da 'atei' o 'laici' che si sentono nel
bisogno di insegnarci come comportarci moralmente
e socialmente in quanto cristiani dichiarati.

Quello che vorrei sottolineare è invece un concetto di
'banalità' preso a prestito -indegnamente- dal concetto
espresso dalla Arendt nel suo saggio "la banalità del male"
(che è stato uno dei libri caldamente consiglaiti da uno dei miei
insegnanti di teologia).

A noi occidentali ci fanno bere latte ed 'etichette' fin
dai primi mesi di vita per cui siamo abituati a dare
giudizi immediati ed irrevocabili, sulle persone ed i loro
comportamenti, sulla base non tanto dei fatti quanto dell'etichetta.

Un 'negro' non può comportarsi bene così come un albanese
o un extracomunitario in genere, un cristiano deve vivere
senza quansi vestiti e cibo altrimenti è ipocrita, un ricco
è sempre nel giusto anche quando non paga le tasse, un padrone
ha sempre ragione, una donna è principalmente una 'gnocca' o
una vecchia, chi ha i soldi è bello e bravo chi non li ha
è brutto sporco e sicuramente anche cattivo ecc...

Per noi i musulmani integralisti sono gente che prega 5
volte al giorno, digiuna 40 gg all'anno, non beve alcoolici,
non mangia né tocca carne di maiale e combutta contro
l'occidente (e per i cristiani: il cristianesimo).
Del resto ne abbiamo esempi in tal senso proprio dallo
satoto musulmano più 'amico' l'Arabia Saudita dove
c'è un apposito ministero che controlla che siano
applicati i precetti del buon musulmano.

Per noi un integralista che aderisce alla Shari'a ed
adirittura alla Jihad è una sorta di 'monaco' spiritualmente
malato sì ma coinvolto totalmente, un po' come i kamikaze
japponesi... anzi di più...

Invece sono in massima parte 'secolarizzati' come noi,
bevono e si divertono come noi e come noi lo fanno
quando se lo possono permettere e magari anche quando no.

E' tutto normale sotto il sole anzi è tutto normalizzato
'banalizzato'... anche il male anche quello più atroce.

A questo proposito ho già detto che ci avrebbero
fatto più male se ci avessero sparato fiale di botulino e viagra
ma penso che sarebbe ancora peggio se ci colpissero
nelle nostre banalità ed infatti è un po' quello
che hanno voluto fare...

saluti

RA