25 gennaio 2015

Il giorno dopo Tsipras...e in Italia?







Non sappiamo ancora – nel momento in cui scriviamo – se Tsipras avrà guadagnato la maggioranza assoluta del Parlamento di Atene: molto dipenderà da questo aspetto, giacché – in caso contrario – i partiti che dovranno fornire la “ciccia” per la realizzazione del programma di Tsipras avranno più armi per mercanteggiare o, peggio ancora, per vendersi ai desiderata di Berlino. Staremo a vedere.
Questo, perché il piano di Tsipras è ambizioso e, soprattutto, con un pizzico d’arroganza in politica estera:

Si parte dal capitolo per “affrontare la crisi umanitaria” dove con una spesa pubblica di 1.882 miliardi si contempla, tra le altre cose, di concedere l’elettricità gratis e sussidi per il pasto a 300mila famiglie povere, fornire 30mila appartamenti con un contributo per gli affitti, assistenza medica e farmaceutica gratis per disoccupati non assicurati oltre alla tessera speciale di trasporto pubblico.
Il secondo pilastro intende “riavviare l’economia e promuovere la giustizia sociale” con l’estinzione di obbligazioni finanziarie ai fondi statali e di sicurezza sociale in 84 rate, l’innalzamento da 5mila a 12mila euro della soglia di esenzione fiscale, l’abolizione della tassa unificata di proprietà (Enifia) sostituita da una patrimoniale sulle grandi proprietà, lo stop ai pignoramenti sulle prime case e la nascita di un ente pubblico di intermediazione per la gestione del debito privato, fino al ripristino del salario minimo di 751 euro.
Terzo pilastro è il “Piano nazionale per riconquistare l’occupazione” con un aumento di 300mila posti di lavoro in due anni e norme più stringenti in difesa dei lavoratori.
Infine il quarto obiettivo: “Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia”, puntando sulle forme di democrazia diretta e sul taglio ai costi della politica e alle immunità dei parlamentari.”
Fonte: Formiche.net (http://www.formiche.net/2014/12/30/ecco-il-programma-tsipras-che-prova-piano-greco-nei-mercati/)

Di quale arroganza stiamo parlando?
Di quella che renderebbe possibile il piano: Tsipras non ha chiesto la restituzione dei danni del debito di guerra tedesco della 2° GM – ben sapendo che tutto era stato alienato con la conferenza del 1953 – e nemmeno domanda l’uscita dall’euro, perché – intelligentemente – ha compreso che non è questo il nodo del problema. Hanno problemi anche gli Stati europei dove non c’è l’euro.
Il vero problema è ribaltare il diktat imposto dai vari Schäuble (ministro tedesco delle finanze), confortato dal “nuovo corso” imposto negli ultimi tempi della reggenza Trichet, e poi magnificato da Mr. Draghi, ossia la preminenza – in affari economici (ossia, nel liberismo imperante: tutto) – dell’istituto di Francoforte sul parlamento europeo. Uno scippo di sovranità politica devastante per l’impianto dell’Europa e per la continuazione di questo esperimento che aveva, nei suoi prodromi, molti vantaggi – poi azzerati dalle lobby neoliberiste e filo-bancarie.

Tsipras ha compreso questa defaillance e la sostanziale debolezza intrinseca nello scippo istituzionale commesso da Trichet; per questa ragione affonda il coltello nella piaga e chiede: se nel 1953 ci fu una conferenza internazionale per salvare la Germania dal suo apocalittico debito di guerra (che l’avrebbe riportata nella situazione del 1919, con in aggiunta l’Orso Sovietico in agguato), perché oggi non fare lo stesso con la Grecia e con gli altri Paesi in difficoltà?

E’ chiaro che in politica estera non contano le richieste, ma il realismo (nel 1953, era scontata la scelta messa in atto nei confronti della Germania): una nuova forma di realismo politico, però, ci porta verso Madrid – l’altra sponda per Tsipras – dove Podemos ha tutta l’aria d’essere una formazione in crescita e di voler mettere in difficoltà l’establishment (internazionale) con richieste sensate e, soprattutto, inconfutabili sotto l’aspetto della legalità e della democrazia. E di poterle appoggiare, in futuro, con ampi consensi popolari.

E l’Italia?
Cari amici: purtroppo, il gioco internazionale ha vinto in Italia, e siamo sotto scacco.
C’era il rischio che l’Italia divenisse il centro di questo asse dell’Europa del Sud – che ha molte frecce al suo arco, ad iniziare dai porti ai quali la Cina ambisce (la vicenda Pireo: ricordate?) – e invece...invece gli USA hanno approvato il “piano Grillo” – cosa ti ha detto Spogli, Beppe? Raccontacelo, invece di sparare cazzate ed espulsioni – e anche il metodo, se ci pensate bene, è stato frutto di un’imbeccata.

Grillo poteva essere il depositario di un movimento anti-europeo (nei fondamenti, non nelle sovrastrutture)?
Mai.
Perché?

Poiché Grillo non ha scelto l’analisi politica e storica per gettare le basi del suo movimento, bensì ha cercato di creare surrettiziamente una base che tutto conteneva, un partito interclassista basato sullo schema della vecchia DC. Un posto dove c’era tutto ed il contrario di tutto, la beneficenza pietosa, l’idiosincrasia per l’immigrazione, l’odio verso l’euro – ritenuto cagione di tutti i mali lui stesso, non le regole che lo hanno creato e che gli stanno intorno – ma ha dimenticato che l’interclassismo regge solo sulla base di superiori ideologie, ad esempio – per la DC – il cattolicesimo.
Così, si è trovato come compagni di strada Farage e Salvini: contento lui...ma quel partito interclassista è una ciofeca poiché non ha base ideologica. Né a destra e né a sinistra, e finirà con l’eterno 20% (finché durerà...), altro che il 51%!
Intendiamoci bene: qui non si parla delle attuali destre e sinistre – né Le Pen e nemmeno Vendola & compagnia cantante – ma di quel progredire delle idee che – solo – era in grado di mostrare una via d’uscita. Il quale, paradossalmente, giunge dalla più antica nazione europea, dove tutto è nato: proprio dalla Grecia.

Come italiani, siamo oramai abituati ai politici-barzelletta, agli statisti-barzelletta, ai pensatori-barzelletta e non riusciamo più nemmeno ad immaginare che ancora possa esistere chi crea cultura, chi crea le basi per un futuro pensiero, per un’ideologia che ci privi delle prigioni delle passate ideologie. Un Latouche od un de Benoist, ad esempio.
Per questa ragione l’Italia brilla per la sua assenza: da noi, non esiste nulla di paragonabile a Syriza od a Podemos!

I nostri politici, quando avranno terminato di recitare la loro parte sul proscenio del Bagaglino/Politica attiva, andranno tutti all’Isola dei Famosi. Probabilmente anche Grillo è già prenotato: triste fine per un Paese che credeva d’essere l’ago della bilancia del Sud Europa, ed è finito invece per essere solo l’ago nelle vene di un povero demente anziano colpito da Alzheimer. L’Alzheimer della politica e della Storia.

4 commenti:

Luca C. ha detto...

L'uscita dall'euro "non è il vero nodo del problema", dici tu. Sarà...
La Grecia è andata per stracci, intanto, e chi darà a Tsipros i soldi per fare quello che ha promesso?
Puoi farlo solo uscendo dall'euro, o in alternativa promuovendo la diffusione di una moneta complementare limitata a determinati tipi di transazioni.
E questo perché ti serve di emettere moneta allo scoperto.
Con l'euro questo non puoi farlo. Perché le banche centrali nazionali emettono banconote solo previa autorizzazione della BCE. Inoltre, la Grecia è sotto il rigido controllo della trojka, e ha firmato una serie di trattati internazionali.
Può violare questi trattati? Certo che può. Ma a quel punto, l'Unione europea non farà prigionieri. E' bene saperlo.
E non è affatto escluso che la Germania, in fondo, non aspetti che questo: di sbattere fuori la Grecia dall'Eurosistema con abbastanza argomenti per addebitarle la responsabilità di questa espulsione.
Magari con l'aspettativa di fare un bel po' di paura all'Italia, alla Spagna, al Portogallo...
Giorni fa il tenutario di un altro blog ventilava proprio questa prospettiva (e la auspicava, si direbbe): quando si cominceranno a vedere le strade piene di prostitute greche (come a suo tempo di prostitute albanesi) e comincerà ad arrivare qualche bella carretta del mare da Patrasso in qualche porto pugliese, rovesciando in qualche stadio tonnellate di straccioni greci, come a suo tempo di quelli albanesi, allora alle popolazioni del sud Europa passerà la voglia di stare dietro a Grillo, a Salvini, a Marine Le Pen, e compagnia bella.
E' una logica oltremodo cinica, ma non è affatto escluso che non sia quella delle elites tedesche, e dei loro gregari in tutta Europa.

Eli ha detto...



Intanto i greci hanno fatto un bel bagno di gioia, cantando Bella Ciao e ballando in strada. (Hai notato che ormai la cantano solo all'estero? A Parigi, ad Atene...).

E' come se tutti i loro Dei avessero sorriso simultaneamente.
Ci voleva, dopo il massacro economico e sociale cui hanno sottoposto il popolo greco.
Ma ci pensi? La Grecia, che è la culla dell'Europa e della nostra cultura e della nostra civiltà. Lì è nato il pensiero filosofico, la matematica e la geometria, l'arte, la poesia, il concetto di Polis, Città-Stato, lì sorse la base della nostra storia e del vivere civile.
Altro che le radici giudaico-cristiane dei miei stivali! Giudaismo e cristianesimo erano due religioni mediorientali venute dall'Asia ed originate nella cultura assiro-babilonese con influssi egizi. Non hanno nulla di europeo né di autoctono.

Quello che hanno fatto ora al popolo greco lo fecero solo i nazisti e i fascisti di Mussolini, precorritori di Merkel e Sarkozy.

Per questo sono felice con loro e per loro. Ma non mi fido di Tsìpras, che ha carisma da vendere ma ammira Renzie (sic!), vuole rinegoziare il debito ma non spende una parola contro il Sistema, né contro il capitalismo. A me sembra un socialista all'acqua di rose, ammantato di un rosa più pallido di Pertini e Mitterrand.

Comunque , ai greci va bene e tanto mi basta. Vedremo cosa farà. Un politico si giudica dalle azioni, non dalle promesse. Se no vinceva Berluskaz!
Condivido in toto la tua analisi su Grillo, e comunque qua da noi, in mezzo ai mediocri affaristi di sempre, ormai ricoperti di guano, una personalità come Tsìpras, al momento non c'è.
Magari ne spuntasse uno, coraggioso, efficace, rivoluzionario. Lo ammazzerebbero subito!

Ricordiamoci che in Europa non si muove foglia che Merkel non voglia.
Se hanno lasciato che vincesse, è per manovrarlo meglio.
Un abbraccio.
E.

Eli ha detto...



Credo che il Presidente Sandro Pertini sia stato l'ultimo politico d'eccellenza che questo paese abbia conosciuto.

Quando viaggiava per motivi ufficiali, usufruiva di biglietti gratuiti offerti da Alitalia, come tutti i politici. Ma quando andava a Genova a trovare l'anziana madre, esigeva di pagare di tasca propria il biglietto aereo.

Durante il suo viaggio di stato nelle Filippine, la madre morì, ed il ritorno in italia fu pertanto anticipato di ventiquattr' ore, all'improvviso.
Ebbene, egli parlò personalmente con l'equipaggio, scusandosi per l'inconveniente che aveva loro causato.

Altri tempi, altri uomini, altro stile.
Oggi è andato perso lo stampo di uomini così. Basta solo osservare lo stupro continuato della Costituzione perpetrato dai volgari ed inopportuni ominicchi e quacquaracquà attuali.

Ciao.

alsalto ha detto...

Manco riesco a pronunciarlo, mi s'arrocca la lingua. psitraps, trapis maccomecazzh.......

Vabbe'.
Ed e' subito sodalizio con la destra, anche loro hanno il loro alfano alla difesa...omologie.
Per ora trispaz deve preoccuparsi "solo" del debito col FMI, questo va ricordato.
Il piano di rientro greco sul debito detenuto all'estero incomincera' col lo scadere del suo mandato. Non a caso l'argomento debito l'ha cavalcato egualmente soros, anch'esso silenziosamente cosciente di poter ciurlare nel manico.
Pupazzi, ad ogni uno il suo.
L'altra sera mi son riguardato il docufilm di Stone Oliver su Chavez...e risentendo l'intervista a kirkner (o come si scrive)...insomma, vabbe'.
Che centra? Centra, centra...
Cioe', dico, salvini...no dico, salvini! Hahahhahahahaaaaa.
Saluti.