30 giugno 2013

Nella bottega di Mastro Pasqua



Quando s’incontra un personaggio come Mastro Pasqua il pensiero non può che correre al Verga, ed al suo Mastro Don Gesualdo, tanto i due sono uniti nell’ossessiva ansia del divenire (la robba per il siciliano, le pensioni per Pasqua) e separati nell’effige. Tanto il primo fu sanguigno (almeno, nell’immaginario del Verga) così il secondo è segaligno, mal in arnese, al punto che sembra mangiato dalla pellagra.



La bottega di Mastro Pasqua è un luogo senza-luogo: lo immagineremo, dunque, sparire da una porticina in un vecchio androne della Roma rinascimentale, quei passaggi che conducono a cortili nascosti, con alberi di limone e cespugli di mirto.

Da lì, ecco che s’apre un nuovo budello, stretto ed ombroso, che termina nella sua bottega: l’Istituto Naturale delle Pensioni Segate (INPS). A dire il vero, per seguire la sua ossessione che rasenta la follia, Pasqua s’è lasciato convincere a seguire ben 25 dirigenze e consulenze, che spaziano da Equitalia al CONI, per giungere a Telecom ed Autostrade per l’Italia, solo per citare le più importanti. A definirlo un uomo in odore di conflitto d’interesse non è l’Almanacco Bolscevico, bensì sono i giornali finanziari più quotati.

La rimozione della morte, che Pasqua crede di vanificare gettandosi nel lavoro, lo condurrà probabilmente a concorrere – insieme ad altri manager di Stato – al concorso “il più ricco del cimitero”. Si vince una tomba in plexiglas con climatizzatore incluso, decorata con rose in plastica coreana: una vera sciccheria.



Ma, quando Mastro Pasqua apre la porta della sua bottega e poi la richiude, lo scatto dell’antica serratura lo fa precipitare nella pace assoluta: lontane sono le ansie, le lotte, i fastidi che ben 25 (!) lavori portano, che non sappiamo se corrisponderanno a 25, diverse, pensioni.

Appena giunto saluta la Fornarina la quale, nel retro – in grembiule e ciabatte – è sempre affaccendata con i suoi alambicchi: la poveretta cerca da anni l’elisir di corta vita, e mescola sapientemente erbe e minerali nel mortaio, per poi riprenderle con poca acqua nel crogiolo e distillare, dunque, il tutto.

Ogni tanto alza gli occhi ed osserva le due effigi che campeggiano sopra l’antico forno: Marlowe e Wilde la osservano freddamente, con alterigia, e compatiscono la fattucchiera che tenta d’emulare gli splendori letterari di Faustus e di Dorian Grey, ma al contrario. Persino Mefistofele la snobba, ma lei non molla, imperterrita: mamma diceva che bisogna perseverare, ricordalo sempre. E continua.



Da quando s’è installata in quei locali la segretissima divisione PP (Pozioni Pensionistiche), i gatti nel vicinato sono spariti ed anche qualche nonnina – che ancora sfaccendava con l’abbacchio e la coda alla vaccinara solo il giorno precedente – è stata ritrovata stecchita dai vicini. Poraccia.

Qualcuno ha fatto una segnalazione anonima al Sant’Uffizio per stregoneria, ma è intervenuto il Papa2 “la vendetta” Ratzy e tutto è stato messo a tacere: nessun timore di nuovi roghi a Campo dei Fiori, i ragazzi possono continuare tranquillamente a giocare al pallone la sera, ed a far inviperire i baristi che devono servire ai tavoli fra una pallonata e l’altra.



La vita nell’Istituto Naturale delle Pensioni Segate è tutta qui: talvolta viene il ragazzo di bottega – se ci sono da fare delle commissioni – che è un mezzo francese, tale Michel Martone, e si ferma ogni tanto per una visita Mario Monti. Si chiede come mai sia stato “segato” alle elezioni, lui che “all’estero è così apprezzato” ed in Italia non è capito: qualunque italiano, in due parole semplici, glielo spiegherà. Un consiglio: gambe veloci, subito dopo.



Quando giunge in visita la comptesse Marie Claire de Saint Anne et de Pise c’è un po’ di trambusto, ed anche Mario Monti si alza dalla poltrona a dondolo dove sonnecchia...per quel che c’è da fare al Senato...e le bacia la mano. La Carrozza della contessa è annunciata dallo scalpiccio degli zoccoli sul selciato e tutti, a Roma, s’inchinano quando passa il Ministro dell’Istruzione.

Marie Claire è preoccupata: ha cento milioni a disposizione per ristrutturare le scuole italiane, ma con quei soldi riuscirà soltanto a risistemare le pareti dove vanno infisse le LIM (Lavagne Interattive Multimediali) perché le scuole italiane sono antichissime oppure modernissime, ed entrambe le origini generano problemi.



Dai muri delle scuole antiche salta fuori di tutto: vasi, dipinti, affreschi, terrecotte con monete d’oro, scheletri d’infanti, lapidi, pietre focaie, travi imperiali e scrigni cardinalizi...ed ogni volta che arriva una LIM gli Assistenti Tecnici tremano. Come si farà ad inserire i tasselli? Verrà giù tutto? Il Preside ha detto: niente Belle Arti, eh? Anche se salta fuori un Leonardo!

Nelle scuole moderne, invece, entra nel muro la punta, il mandrino ed anche un pezzo di trapano, lasciandoti un buco largo come una mano: le appoggeranno per terra, le LIM. Per fortuna che, presto, arriveranno a rimpinguar le schiere i docenti in esubero e gli inabili: allora sì che ‘ste lavagne saranno appese! Cioè...le impiccheranno? Va beh, procedamus.



A volte, giunge anche un piccione viaggiatore da sua Eccellenza il Franco – che non è l’imperatore francese, bensì il Franco Daniele, Ragioniere generale dello Stato – per avere notizie e “monitorare” la situazione. Dde che? Mah...

La Ragioneria dello Stato è zeppa di ragionieri che ragionano, compilano, calcolano, redigono...montagne di carta che s’accumulano in attesa del trituratore o dell’archivio, ove dormiranno sogni beati fino ai futuri archeologi.

E ogni ragioniere che ragiona, compila...eccetera...dice la sua: questo è il dramma!

Per la somma e la differenza di tutte queste ragioni, compresa la sommatoria di conflitti fra istituzioni, il numero degli esodati è ancora ignoto, così come quello dei docenti in “Quota 96”, che dovevano andare in pensione lo scorso 2012 a Settembre. Un errore della riforma Fornero: tutti sbagliano, no? E allora...

Il problema è anche che i consigli non servono: poi, un parere fornito da insegnanti che non s’aggiornano! Basterebbe immettere nel codice SQL del database il seguente comando:



>=35 nel Campo “Anni di contribuzione”



1952<= nel Campo “Anno di nascita”



per avere tutti i nati dal 1952 in giù con 35 e più anni di servizio: si potrebbe inserire anche un comando che elimina gli eventuali nati nel 1952 con 35 anni di servizio (al 31/8/2012) ma non complichiamo troppo le cose, sono circa 3500 nominativi: in una mattinata qualsiasi funzionario li controlla tutti.



Il problema è che, appena letta la parola “Campo”, la Fornarina è corsa nell’orto annesso al settore “Pozioni Pensioni” ed ha cercato sulle targhette delle erbe, tutte velenose. Marie Claire – che è pisana – s’è fatta portare a Campo dei Miracoli ed ha cercato alla base dei monumenti: ha trovato tanti cuori e scritte del tipo “T’amo Cocca mia”, “Samantha mi fai impazzire” e roba del genere ma non ha letto le parole magiche.

Alla Ragioneria dello Stato non è giunto nulla, o probabilmente se lo stanno “scaricabarilando” da un ragioniere all’altro, nell’attesa che qualcuno ci provi.

Il problema è a monte, ovvero sapere se conoscono il significato del termine “database”: per esperienza personale, ne dubito.



Così, nell’ignavia più assoluta – per malafede o per “cultura” assodata – è meglio creare un Limbo: oh, finalmente un termine che tutti capiamo...accidenti! Facciamo un bel limbo dove cacciamo tutta ‘sta gente...esodati, cassintegrati, perduti vari, “quota 96”, inabili, soprannumerari...e non pensiamoci più.



E’ tardi per ordinare un maritozzo con la panna? Ce l’avranno ancora? Michel! Vai al bar e porta quattro caffè coi maritozzi...e riporta anche il resto, eh? Non come la volta scorsa!



Nessun commento: