18 maggio 2013

Ma piove piove...


Piove governo ladro, piove sempre. Da mesi, settimane, giorni: al Nord è acqua a catinelle un giorno sì e l’altro anche, mentre al Sud inizia a far caldo, come di consueto. Anche al Sud, comunque, la situazione climatica non è così “normale” come, a prima vista, potrebbe apparire.

Il dato nuovo, che sta sconvolgendo il clima europeo, è la Corrente del Golfo che ha mutato intensità e direzione: lo vedremo nel dettaglio ma – nei primi tempi nei quali si manifestò il fenomeno – si riteneva che avrebbe avuto effetti minimi sui Paesi mediterranei, e invece così non è.

La corrente, iniziamo da quella.



Come tutti sanno, lo scioglimento dei ghiacci polari comporta l’espandersi verso Sud d’acqua relativamente dolce e fredda, che incontra l’acqua, calda e salata, che sale dal Golfo del Messico, e questo incontro avviene sempre più a Sud, perché – nella stagione calda – nell’Artico le temperature sono alte (nessuno sa il perché proprio lì) ed il ghiaccio si scioglie. Abbiamo avuto più notizie di questo fenomeno: la “discesa” degli Orsi Polari alla ricerca di un habitat meno “ballerino” e la nuova “guerra fredda” fra Russia ed USA per lo sfruttamento del petrolio in quel mare basso, convenientissimo per l’estrazione.

La presenza del petrolio era conosciuta da tempo, ma il Mar Artico non era navigabile nemmeno nella buona stagione: oggi, d’Estate, le petroliere possono varcarlo senza l’ausilio dei rompighiaccio, che comporta un risparmio notevole nei costi di produzione. Ma torniamo alle nostre acque, calde e fredde, dolci e salate, che abbiamo lasciato al largo delle isole Britanniche.



L’acqua calda è più leggera dell’acqua fredda, la dolce è più leggera della salata, ma il fatto è che una è calda e salata, l’altra quasi dolce e fredda. Come potrete notare, ciascuna delle due correnti contiene un elemento che la mantiene in superficie e l’altro che tende a farla affondare.

Per migliaia d’anni questo è stato l’andazzo: la Corrente del Golfo saliva fino al mare fra la Norvegia e l’Islanda dove incontrava la corrente fredda e poco salina. Fin che ce la faceva rimaneva in superficie poi, quando aveva ceduto il suo calore, il peso specifico aveva il sopravvento e s’approfondiva in conosciuti “camini” per poi, alla profondità di migliaia di metri, operare il percorso inverso fino al Golfo del Messico.

Ecco il dato importante: la Corrente del Golfo percorreva tutte le coste europee cedendo calore.



Oggi – osservate l’immagine satellitare – è diminuita per quantità ed ha deviato più al largo il suo percorso: la ragione? Non si sa: sono stati creati tre, diversi modelli matematici che hanno fornito risposte poco chiare o contrastanti. Per finire, gli scienziati hanno gettato la spugna e dichiarato che, fra una decina d’anni, i modelli saranno più affidabili, ossia quando gli effetti saranno evidenti.

Questa è la situazione in ambito scientifico oggi, che non sto ad appesantire con citazioni o fonti: ciascuno di voi potrà farsi la propria, personale ricerca e contestare i miei dati, nella miglior tradizione popperiana. Allo stesso modo non tratterò il tormentone sulle cause: personalmente, sono ancora convinto che sia a causa dell’aumento annuo dello 0,3% della CO2 nell’atmosfera, ma so che esistono anche altre teorie. Soprattutto dalle parti delle compagnie petrolifere: ci tengo a precisare che, alle mie spalle, non c’è nessun finanziatore né fondazione, né istituto, né congregazione “scientifica” di sorta.



La situazione, oggi – per quanto da molte parti si continui a minimizzare – non è tragica ma nemmeno (parafrasando Flajano) poco seria.

In Europa le temperature, a Maggio, sono glaciali: sulle isole britanniche si registrano (Scozia, Irlanda) temperature poco sopra lo zero, mentre in Scandinavia nevica. A Maggio inoltrato.

Mi fido poco della meteorologia ufficiale: per fortuna ho qualche fonte personale, le quali mi raccontano che a Boston, la mattina, sono pressoché a zero, per poi andare avanti in un tourbillon di temperature, da 25° a 12°, a zero nell’arco della giornata. Nella Francia centrale ci sono ancora oggi minime di 3° che impediscono le comuni semine mentre in Svizzera nevica sopra i 1500 metri.

Non mi sembra affatto una situazione normale poiché annate “eccezionali” ci sono sempre, mentre qui è da almeno un quinquennio che la situazione è mutata: siamo andati avanti quasi senza neve per un decennio (2000-2010) a circa 45° di latitudine Nord, mentre oggi – nelle stesse zone – ho notato che non è stato possibile seminare gli orti. Troppa acqua, troppo freddo, poco tempo fra una perturbazione e l’altra.



Anche l’andamento del ciclo solare lascia molti dubbi: è vero che abbiamo appena lasciato un modesto minimo, ma l’attività solare sembra influenzare il clima nel lungo periodo, non nell’arco di pochissimi anni. E tanto meno avere effetti alle alte latitudini.

Come si può notare, siamo in un mare di dubbi.

A tal riguardo, forse è meglio “volare bassi” e cercare – qui e là – indizi che almeno squarcino qualche aspetto del problema, giacché la quantità dei meccanismi di feedback è tale da poter essere analizzata solo con i mainframe e l’immissione dei dati, la loro valutazione e l’ordine d’importanza – sono gli scienziati ad ammetterlo – non è attualmente sicura.



Uno degli aspetti che ha condotto in errore gran parte delle previsioni è stato che si riteneva la catena delle Alpi sufficiente a fornire protezione all’area mediterranea e, più propriamente, all’Italia: il che è parzialmente vero, visto che mezza Italia è al freddo mentre l’altra mezza è al caldo.

Perché continuano a giungere perturbazioni con forti precipitazioni?

Torniamo alla nostra Corrente.



Nel suo percorso e nella sua forza tradizionali, la Corrente del Golfo lambiva le Azzorre e le superava: questo era conosciuto come “anticiclone” delle Azzorre, poiché impediva alle correnti artiche di proseguire (nella bella stagione) verso latitudini basse. La tipica rotta Capo Sable – Lisbona era terrificante nel tratto prima delle isole portoghesi poi – lentamente, ma costantemente – i venti s’affievolivano e la navigazione era meno impegnativa.

Ciò avveniva perché la presenza d’acque calde generava moti convettivi (aria che saliva), i quali “frangevano” la forza delle correnti polari fino al punto di creare – man mano che la buona stagione procedeva – un’area abbastanza tranquilla di bel tempo, fresco e poco umido. L’Anticiclone delle Azzorre, appunto, che s’estendeva verso Est, nel Mediterraneo generando quel tempo caldo ma non afoso, non umido: le condizioni che abbiamo vissuto per molti anni.



Oggi, la scarsa importanza della Corrente del Golfo confina quell’area di alte pressioni solo intorno alle Azzorre: una linea – diretta e costante – di perturbazioni scende dall’alto Canada verso l’Oceano Atlantico e – senza ostacoli – procede fino alle coste Francesi, abbassando le temperature nelle Gallie.

Una parte, invece, imbocca il cosiddetto “corridoio di Carcassonne” – lo spazio pianeggiante fra i Pirenei ed il Massiccio Centrale Francese – e s’espande nel Mediterraneo: in effetti, questa era la meteorologia invernale del Mediterraneo, non è una novità, solo che siamo quasi a Giugno...



Qui giunto, i primi “bersagli” sono le isole – Corsica e Sardegna – ed il Golfo Ligure il quale, avendo forma fortemente curva, funziona come una vera “trappola” per le perturbazioni, che lì si scaricano. E’ il cosiddetto “Genoa Storm”: La Spezia è piovosissima, mentre la riviera occidentale è meno umida.

Altre aree colpite, traversate le Bocche di Bonifacio (note per l’irruenza del Maestrale, vento di Nord-Ovest), sono le zone costiere della Toscana: non a caso alcune zone dell’alta Toscana hanno, in passato, sofferto terribili alluvioni.

Poi, la forza del vento si stempera e lascia solo i cosiddetti “piovaschi improvvisi”, i quali però giungono fino a Roma ed oltre.

E il Sud?



Il Sud è al caldo, ma di un caldo diverso; non è l’Anticiclone delle Azzorre, bensì quello Africano: di per sé torrido, che però si carica d’umidità sul Mar Mediterraneo e porta condizioni di tempo caldo ed umido, con un’afa mortale.

I danni, al Nord – soprattutto nella Pianura Padana – sono già oggi evidenti: le semine primaverili sono in forte ritardo e molte, probabilmente, non avverranno. Nei campi stazionano pozze d’acqua, che rendono impossibile la lavorazione dei terreni argillosi.



Complice una sciagurata gestione del territorio, possiamo attenderci anche allagamenti e tutta la casistica alla quale siamo abituati: stabili allagati, strade non percorribili, terreni sommersi, ecc...ma questa è un’altra storia, che dovrebbe farci riflettere sulla mancata cura del nostro territorio: aspro, franoso, così diverso da quello dei nostri vicini francesi e tedeschi.



Infine, voglio ricordare il tempo nel quale i meteorologi avevano solo strumenti che oggi diremmo “primitivi” per le loro riflessioni e citiamo un caso.

Nella Primavera del 1941 la nave da battaglia Bismarck lascia la Germania per la sua prima (ed ultima) missione. Passata Kristiansand (dove fu avvistata) la nave proseguì costeggiando, al largo, la costa norvegese: gli inglesi erano oramai sicuri dei luoghi dove, pressappoco, si trovava la nave insieme al Prinz Eugen.

A quel punto, l’ammiraglio Lütjens – che comandava l’operazione – chiamò a colloquio il meteorologo di bordo e gli chiese se le condizioni climatiche consentissero qualche forma di copertura da parte di Giove Pluvio. Il meteorologo chiese otto ore di tempo.

Allo scoccare delle otto ore – era solo sulla nave e in silenzio radio – l’ufficiale si presentò affermando che, di fronte a Stavanger, si stava formando un groppo, poco di più di un temporale, il quale avrebbe proceduto per circa tre giorni verso Nord-Ovest, ossia nello stretto di Danimarca. Lütjens, in quel frangente, giocò bene le sue carte: giunti al largo di Stavanger le nuvole attendevano la Bismarck ed il Prinz Eugen.

Per tre giorni le accompagnarono, discrete, e per i ricognitori della RAF non ci nulla da fare: le navi traversarono l’Atlantico, dove andarono incontro al loro destino.

Altri tempi, altri uomini, altri meteorologi.



Cosa possiamo aspettarci?

Per anni, probabilmente, dovremo abituarci a queste Primavere piovose ed umide: ciò sconvolgerà l’agricoltura tradizionale, dedita più alle semine primaverili che al foraggio. Poi, l’Estate sarà breve e torrida: alla fine, l’Anticiclone Africano avrà la meglio e ci troveremo a lottare in una situazione tropicale, con caldo afoso ed umidità al 100%.

L’unico vantaggio sono le abbondanti precipitazioni, che potrebbero avere effetti benefici per la fonte idroelettrica, però manca tutto il “supporto” per sfruttare queste acque appena hanno lasciato le dighe in alta montagna.

In Italia non s’è fatto nulla per regolare le acque – fons vitae – né regolando con chiuse la navigazione fluviale né usando i grandi laghi prealpini come bacini di contenimento/sfruttamento a fini idroelettrici. E pensare che i russi ricavano 50 GWh solo dalle cadute delle chiuse.

Già, ma questo è il Paese dei furbetti del quartierino, che ci porteranno alla rovina con i loro giochini finanziari.

Poveri noi.

9 commenti:

Eli ha detto...


«Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, a invertire la circolazione negli oceani e far crescere il livello dei mari, a cambiare rotta alla corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati».

Detto e fatto. Questa promessa nel 1958 del futuro presidente americano Lyndon Johnson è stata mantenuta.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/05/guerra-alla-natura-e-allumanita.html#comment-form

E' un disegno criminale ma preciso. Per questo non mi stupisco.
Ciao. E.

alsalto ha detto...

Siamo ben oltre la meta' di maggio. Abito a 600mt d'altitudine e qui le rubinie ancora non son fiorite, il ritardo e' di 3 settimane tutte. Ha piovuto abbondantemente sulla fioritura dei ciliegi, devastandola. Fortunatamente l'orto e' in zona scoscesa terrazzata e la terra essendo ricca di frammenti di gneiss risulta assai drenante, nonostante questo una seppur minima parte delle patate piantate a meta' aprile non hanno germogliato, indice che hanno patito la troppa umidita'.
Le evidenti variazioni del clima non sono tali solo per chi non ha contatto od attenzione con la natura. Il disastro petrolifero del golfo del messico ha dato anch'esso il suo contributo? Mha'.
Cio' che non mi quadra e' la abbondante produzione filmografica holliwodiana che negli anni scorsi ha trattato il tema dell'arresto della corrente del golfo, film catastrofisti chiaramente, da quelle parti non fan mai nulla per nulla, solo questo appunto.
Saluti.

Carlo Bertani ha detto...

x Eli: potresti, gentilmente, offrirci un panorama più ampio delle tue affermazioni? Ossia un paio di commenti che siano, in pratica, un articolo. Te ne sarei grato, e credo d'interpretare anche i desideri degli altri del blog.
x alsalto: non mi stupisce la filmografia di Hollywood, precorre i tempi fornendo interpretazioni esagerate cosicché, quando "sparisce" la Corrente la gente afferma: oh, l'avevano detto...ma è andata meglio...visto che non c'è stata l'era glaciale?
E tirano un sospiro di sollievo.
Grazie a tutti
Carlo

mozart2006 ha detto...

Finalmente qualcuno che si occupa di queste cose. Da tempo immemorabile i blog, soprattutto quelli dde sinistra, non fanno altro che parlare di finanza.

Eli ha detto...


Carlo carissimo,

non vorrei ti sembrasse che io mi tiri indietro. Ma il fatto è che sono in Toscana, con poco segnale, i pittori in casa, e soprattutto, con pochissimo tempo per me.

Inoltre non c'è nulla che potrei dire meglio di quanto non abbiano fatto David Icke e Gianni Lannes, con competenze senz'altro più elevate delle mie.

Il fatto è che c'è una cupola di una dozzina di esseri, non voglio denominarli persone, che decidono da lungo tempo cosa dobbiamo mangiare, cosa comprare, dove deve andare l'economia, in che direzione la politica. Costoro sono pedofili e satanisti, sionisti e massoni di altissimo livello. I vari Monti, Draghi, Letta-Letta, Papi Bunga, Barroso, Merckel, Obama, il papa stesso, sono pedine nelle mani di questa feccia che si ritiene l'èlite del mondo, e che lascia abbeverare questi sciacalli alle fontane di champagne, e permette che razzolino le briciole delle loro tavole.
Il loro scopo, più volte dichiarato, è la riduzione della popolazione mondiale, grazie anche ai vaccini, agli sconvolgimenti tellurici, ai cambiamenti climatici, all'impoverimento del cibo ed alla limitazione di esso. Il loro ideale, scritto sulle Georgia Stones, è 500 milioni di abitanti sul Pianeta. Loro saranno i re, nel mondo di Gaia, con la finta democrazia del web, e gli altri i loro schiavi, microchippati e resi passivi dalla miseria e dalle guerre, dai metalli pesanti che calano dal cielo, dal fluoro negli acquedotti. Per questo , ogni tanto, organizzano una guerra qua, una crisi economica là,per acquisire beni "reali" anziché i finti click dei derivati, beni che resteranno nel tempo per i loro eredi, sempre più ricchi e sempre più potenti. Questo è il mondo sognato anche da Grillo e Casaloggia, riguardati il filmato Gaia. Hai visto Report domenica sera? Molto istruttivo! La Gabanelli fa parte di un'altra banda, perché anche fra loro ci sono divisioni e lotte intestine, basti vedere cosa è accaduto in vaticAno recentemente, col pastore tedesco che non ce la faceva più a governarli, ed ha dovuto chiamare il time-out!

A proposito, pare che Gianni Lannes, che non le manda certo a dire ed ha subìto già un paio di tentativi di omicidio, poiché denuncia da tempo queste cose, abbia ricevuto una telefonata direttamente dalla Loggia degli Illuminati di Giuliano di Bernardo, già Gran maestro del Goi (Grande Oriente d'Italia), in cui gli si diceva, papale papale, di lasciar perdere Grillo e Casaloggia.

Così stando le cose, non ci resta che goderci la vita, stare sereni, amare il prossimo senza buonismi, ed attendere che i processi messi in opera secoli fa giungano a compimento, e che a questi bastardi arrivi il loro Karma in tutto il suo splendore e la sua potenza, l'effetto boomerang che spetta loro.
Allora sì, ne vedremo delle belle!
Allacciarsi le cinture, please!

Ciao. Eli

Eli ha detto...


Che altro si può dire oltre quello che afferma il bravo Gianni Lannes?
Io sono in linea di massima d'accordo con lui, tranne che sull'uscita dall'euro. Ma questo è un altro discorso...
Anche il concetto proprio dell'ebraismo e del cristianesimo che gli animali e le risorse della Terra fossero a disposizione degli uomini perché "superiori", ne ha fatti di danni!
Noi dovremmo vivere sul Pianeta con grande rispetto per ogni creatura, anche per le pietre, e questo dovrebbe essere insegnato ai bambini fin dall'asilo.
Ad esempio, ringrazio sempre le belle cicoriette di primavera che raccolgo sul prato, perché mi nutrono e mi permettono di vivere. Rispetto e gratitudine dovrebbero essere il nostro impegno quotidiano. La rivoluzione è interiore, ed il mondo migliore inizia da noi. L'esterno è come l'interno, e se l'interiore cambia, cambia anche l'esteriore...

LA RIVOLUZIONE CONTRO IL NUOVO ORDINE MONDIALE.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

Davide1969 ha detto...

1 di 3

L’attività solare ha un ciclo quasi-periodico: tra due minimi successivi passano 11 anni, ma possono essere anche 10 o 12. Tra massimo e minimo, l’intensità della radiazione solare nell'intero spettro elettromagnetico varia di circa l'1 per mille ma nell'ultravioletto è molto maggiore: 5-8%.
Alcune correlazioni tra attività solare e variazioni periodiche del clima sono note.

Interazione tra radiazione solare e sistema oceano-atmosfera.
Più ultravioletto implica più ozono e temperature più alte nella troposfera, specialmente ai tropici, con modifica della circolazione atmosferica e quindi della distribuzione delle precipitazioni. L'aumento dell'irraggiamento solare, che in media aumenta di poco (è l'1 per mille di prima), ai tropici comunque aggiunge 2 W/m² e accresce l'evaporazione dal mare: i venti alisei trasportano più umidità verso l'equatore, sul quale piove di più e si abbassa la temperatura superficiale, soprattutto sull'est Pacifico, ovviamente all'altezza dell'equatore. Ai tropici si formano meno nuvole, cosa che aumenta ulteriormente l'evaporazione ed alimenta il fenomeno.
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2009-08/haog-sfi082709.php

Interazione tra raggi cosmici ed atmosfera.
Durante i massimi di attività solare aumenta anche l'intensità del campo magnetico medio solare (non esiste un campo magnetico solare ma piuttosto dei campi locali che danno un effetto medio) che, combinato con quello terrestre, devia maggiormente i raggi cosmici e per questo nell'atmosfera ne arrivano di meno. I raggi cosmici producono particelle ionizzate che agiscono da centri di aggregazione delle nuvole, per cui ai massimi di attività solare dovrebbero corrispondere dei minimi di copertura nuvolosa e quindi un maggiore surriscaldamento. La correlazione tra raggi cosmici e copertura nuvolosa è stata osservata ed è buona soprattutto per la bassa atmosfera.
Va detto che questa ricerca evidenzia una correlazione con la copertura nuvolosa ma non direttamente con l'andamento delle temperature medie globali.
http://www.solarstorms.org/CloudCover.html

Stato attuale del ciclo solare: ad un buon massimo dell'attività intorno al 2000 è seguito il previsto minimo tra il 2006 e il 2007 ed ora dovremmo essere nuovamente in presenza di un massimo. Però è uno tra i più deboli da quando ci sono dati a disposizione, con effetti poco rilevanti rispetto ai suoi “fratelli maggiori”, ed ora si dovrebbe andare verso un nuovo minimo. Quindi, un raffreddamento... staremo a vedere.

Alcuni tendono a spiegare il surriscaldamento globale solo in base a questi effetti, negando le cause antropogeniche. D'altra parte i sostenitori delle “teorie antropogeniche” talvolta sottostimano questi meccanismi di tipo astronomico. Secondo il mio parere di illustre “contuntubo”, si dovrebbe fare attenzione a entrambe le teorie. Capire il più possibile gli effetti non indotti dalle attività umane darebbe una grossa mano nel valutare correttamente l'impatto delle stesse.

Davide1969 ha detto...

2 di 3

L'andamento della temperatura media globale si accorda o no con quello della la concentrazione di gas serra, soprattutto CO2, nell'atmosfera? Dipende dalla scala temporale.
I dati recenti sono misurazioni dirette, per il passato sono ricavati con tecniche di paleoclimatologia, principalmente (ma non solo) carotaggi nei ghiacci e analisi delle “carote” di ghiaccio.

1) Su tempi lunghissimi, un miliardo di anni, manco per niente:

http://www.paulmacrae.com/wp-content/uploads/2008/06/co2-levels-over-time1.jpg

C'è da attenderselo: in tempi così lunghi trova posto un mucchio di possibili eventi drammatici: variazione significativa della radiazione solare, eruzioni devastanti, urti di meteoriti, e altre bazzecole da quasi fine del mondo. Sarebbe anzi sorprendente se si trovasse una dipendenza solo dalla CO2.

2) Su tempi dell'ordine del milione di anni la corrispondenza è quasi perfetta:

http://www.brighton73.freeserve.co.uk/gw/paleo/400000yearslarge.gif

Per quasi tutto l'asse del tempo, la specie umana semplicemente non esiste. L'uomo tecnologico (definizione rubata credo proprio a Carlo Bertani) ne occupa appena l'ultimo impercettibile pezzettino. CO2 e temperatura variavano d'amore e d'accordo in assenza di attività umane. Il principale indiziato è un effetto combinato dei moti millenari terrestri: inclinazione dell'asse di rotazione, precessione degli equinozi, precessione dell'orbita (ciclo di Milankovic). Le variazioni della concentrazione di CO2 potrebbero benissimo essere effetti anziché cause.
Però l'uomo tecnologico, dalla rivoluzione industriale in poi, ha causato il velocissimo aumento della concentrazione di anidride carbonica visibile all'estrema destra del grafico come una linea rossa praticamente verticale, portandola ad un livello che non si riscontrava da due milioni e mezzo di anni, come si nota qui:

http://www.google.it/imgres?q=co2+concentration+in+atmosphere+historical+trend&start=283&sa=X&hl=it&biw=1280&bih=929&tbm=isch&tbnid=Nz5xN2Jlx5ri9M:&imgrefurl=https://www.e-education.psu.edu/earth103/node/524&docid=2AcuRHHZJAeinM&imgurl=https://www.e-education.psu.edu/earth103/files/earth103/module05/image011.png&w=800&h=591&ei=6XWcUeT4CaLW4ASx9YCABQ&zoom=1&ved=1t:3588,r:7,s:300,i:25&iact=rc&dur=2474&page=13&tbnh=181&tbnw=245&ndsp=25&tx=82&ty=102

Non corrisponde un simile aumento della temperatura media globale (linea blu). Per alcuni, tra cui ovviamente i petrolieri, significa che bruciare fossili è del tutto ininfluente sulle variazioni climatiche.

3) Con una scala temporale dell'ordine del migliaio di anni c'è ancora una certa correlazione, sia pure con scostamenti ben visibili, così come accade se si va nell'ordine del centinaio di anni, sebbene in quest'ultimo caso la correlazione sia più forte.

http://www.art.ccsu.edu/Gallery/2008-2009/Sustainable/Graph%20wikimedia.orgwikipediacommons990CO2-Temp.jpg

http://www.google.it/imgres?q=carbon+dioxide+in+atmosphere+and+global+average+temperature&sa=X&hl=it&biw=1280&bih=929&tbm=isch&tbnid=JfdVd6wY9W0o9M:&imgrefurl=http://solar-center.stanford.edu/sun-on-earth/glob-warm.html&docid=3o5_3oEX3Eb9AM&imgurl=http://solar-center.stanford.edu/sun-on-earth/600px-Temp-sunspot-co2.svg.png&w=600&h=480&ei=1HqcUYr4F4OE4gTyzIGwDw&zoom=1&ved=1t:3588,r:55,s:0,i:258&iact=rc&dur=5038&page=3&tbnh=185&tbnw=231&start=45&ndsp=25&tx=144&ty=95

Il secondo grafico riporta anche l'attività solare. Da sola si accorda abbastanza bene alle temperature, ma resta uno scostamento significativo. L'effetto combinato “funziona” molto meglio.

Davide1969 ha detto...

3 di 3

4) In tempi brevi, circa 50 anni, sembra addirittura di andare verso un raffreddamento

http://www.climate4you.com/images/HadCRUT4%20GlobalMonthlyTempSince1958%20AndCO2.gif

Quest'ultimo grafico va più d'accordo con la teoria dell'attività solare che con quella dei gas serra ma ciò non significa necessariamente che abbiano ragione i petrolieri.

Uno dei problemi quando si discute di questi argomenti è che si studia un sistema molto complesso, caratterizzato da numerose interazioni, generalmente a risposta non lineare, in molti casi non ancora ben conosciute. La tentazione di semplificare è troppo forte, in molti casi è addirittura una necessità. Il risultato è che sovente tra la gente comune e talvolta anche tra gli specialisti, uno tende a considerare solo la causa per cui “tifa”, escludendo le altre.
L'ipotesi più verosimile è che la specie umana si sia ritrovata ad influire, con un contributo di entità notevole e in più quasi istantaneo, su un ciclo naturale già per i fatti suoi vicino al punto di soglia, come sembrano indicare i grafici su scale temporali medio-lunghe: una situazione potenzialmente molto pericolosa. A tutt'oggi dubito che qualcuno sia realmente in grado di dire quale sia l'ipotesi giusta, in ogni caso il dato è inquietante.
Certamente gli effetti astronomici, su cui nulla possiamo, sia che usiamo combustibili fossili inquinando a volontà sia che venga invece sviluppato un sistema basato sulle energie rinnovabili, sono importanti almeno quanto quelli antropogenici, anzi quasi sicuramente lo sono di più. Il problema è: quelli antropogenici sono irrilevanti o no? La mia modesta opinione: vorrei che lo fossero ma temo che non lo siano.

A questo punto del discorso si inserisce l'ottimo articolo del “padrone di casa”, sul quale ho ben poco da dire, a parte fargli i complimenti. Se stiamo assistendo all'inizio di una catastrofe climatica oppure solo a un paio di annate “capricciose” lo vedremo, forse, nei prossimi 20-30-50 anni. Anche se per me un paragone più calzante sarebbe: forse stiamo giocando con gli esplosivi, se salteremo in aria o no lo vedremo nei prossimi 20-30-50 anni.

Quanto alle ipotesi di un controllo del clima deciso dai militari o da qualche organizzazione più o meno occulta: nella mia molto, ma (sottolineo) molto limitata esperienza, mi pare improbabile. Va detto che se le cose stessero così non lo verrebbero certo a dire a un “Very Ordinary People” come me e resta pur vero che i budget a disposizione della ricerca in campo civile sono bruscolini in confronto a quelli per la ricerca in campo militare. Però padroneggiare il clima... mah.

Mi scuso per la lunghezza e ringrazio chi è arrivato fino alla fine.