Il Cavaliere: «Allora la vita non è che un vuoto senza fine! Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno come cadendo in un nulla senza speranza.»
La Morte: «Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose.»
Più volte, ci siamo chiesti la ragione intima che conduce Silvio Berlusconi ad essere quel che è, perché siamo intimamente convinti che l’uomo sia migliore di quel che appare: spesso, abbiamo ricordato come la sua età anagrafica sia importante per capire il suo operato.
In questi mesi, assistiamo ad una pièce teatrale che si colloca nella tradizione del teatro dell’assurdo, poiché è a tutti evidente che c’è un governo che non ha più consistenza parlamentare per reggere l’attività di governo, che il Paese necessiterebbe di scelte di largo respiro e di lungo periodo, che non esiste un’opposizione in grado di proporre qualcosa di credibile e che, all’interno delle opposizioni, regna un marasma allucinante.
Per contro, anche nella coalizione di governo serpeggia la medesima inquietudine: tutti i parlamentari del PdL sanno benissimo che, la loro vita politica, dipende soltanto dalla sopravvivenza politica di un uomo, Berlusconi, oltre il quale – per loro – c’è il vuoto.
Eppure, mai nella storia della Repubblica s’è visto tanto pathos per delle vicende politiche le quali, in definitiva, non sono poi così importanti: se un governo cade, le istituzioni della Repubblica hanno una prassi consolidata per scegliere un nuovo governo, sia passando per le elezioni, sia per trattativa parlamentare.
Non vorremmo toccare, in questa sede, argomenti “tecnici” quali la legge elettorale, poiché desideriamo approfondire meglio il tema in un prossimo articolo: è l’uomo Berlusconi che ci colpisce, nel suo dramma umano.
In fin dei conti, Silvio Berlusconi potrebbe compiere un gesto signorile ed onorevole, lasciando ad altri il giudizio sul suo operato (come, del resto, prima o dopo sarà) ed affidando ad altre persone le responsabilità che – si nota chiaramente – non è più in grado di reggere.
Ma non ci riesce: perché?
L’ex moglie, Veronica Lario, aveva avvertito per tempo che il comportamento del marito stava prendendo una brutta piega – “le vergini che si offrono al Drago” – ma era pur sempre una moglie tradita, sulle dichiarazioni della quale bisognava caricare anche i suoi vissuti, di certo non felici.
Eppure, la signora Lario (al secolo Raffaella Bartolini), ha molto probabilmente amato il marito: il loro matrimonio è durato molti anni e sono nati tre figli.
Quando, nel 1994, Silvio Berlusconi divenne per la prima volta Primo Ministro, la signora chiarì che non avrebbe ricoperto ufficialmente il ruolo di “first lady”, ed anche questa non è una novità: Carla Voltolina, moglie di Sandro Pertini, non volle mai ricoprire il ruolo.
Se le dichiarazioni della Lario possono essere considerate un evanescente tratteggio psicologico – la signora è molto riservata nelle sue dichiarazioni, quando lo fece fu perché aveva, probabilmente, “fatto il pieno” – le successive “avventure” di Berlusconi hanno confermato, almeno in alcuni tratti, la rappresentazione che fornì la moglie.
Qual è, dunque, il “male oscuro” che opprime Berlusconi?
La paura.
Le mosse politiche di Silvio Berlusconi nascono tutte da un quadro di fobie: paura che gli “rubino” l’impero mediatico, paura di finire nella polvere, paura d’essere dimenticato, paura di non essere più al centro dell’attenzione.
Se le ricostruzioni del “Rubygate” sono vere, mostrano un penoso gruppo di vecchietti che palpeggiano le ragazzine, con l’eunuco Lele Mora a ricoprire il ruolo dei suoi pari negli harem: un quadro agghiacciante non soltanto sotto l’aspetto della morale, perché più importante è valutare quale ancora sia l’equilibrio psicologico dell’uomo che dirige la Nazione.
In definitiva, l’uomo Berlusconi è una persona che non sa vivere con se stesso, che ha risolto il suo dramma esistenziale creando più avatar, più ectoplasmi di se stesso ai quali ha finito per credere: nelle intercettazioni, le serate (che, sinceramente, non sapremmo se definire poi “così divertenti”) erano definite confidenzialmente “programmi”, con una con-fusione terrificante fra la realtà e l’apparenza.
L’uomo che ha creato la “vita nel format” ha finito per diventare un semplice attore – seppur “il” protagonista – del reality che aveva creato oppure, come suggeriva sempre la Lario, della vita “spericolata” che qualcuno ha diligentemente orchestrato intorno alla sua persona.
A monte, soprattutto per un uomo di quell’età, c’è sempre e solo una paura, e tutti sappiamo quale essa sia.
Forse è già troppo tardi per consigliare a Silvio Berlusconi un’attenta analisi delle opere di Ingmar Bergman, tanto meno possiamo sperare che riesca a ritrovare la flemma di Max von Sidow ne “Il Settimo Sigillo”: non si calcano le scene come il cavaliere Antonius Block se, prima, si è trascorso tutto il tempo nell’esaltazione della vanità.
Perciò, siccome riteniamo che prendere coscienza del suo fallimento esistenziale sia oltre le sue possibilità culturali, ci rivolgiamo agli Dei affinché concedano, come s’usava supplicare nel Mondo Antico, il celeste dono dell’Oblio.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dell'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento alla Legge 22 Maggio 2004, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza fini di lucro.
La Morte: «Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose.»
Più volte, ci siamo chiesti la ragione intima che conduce Silvio Berlusconi ad essere quel che è, perché siamo intimamente convinti che l’uomo sia migliore di quel che appare: spesso, abbiamo ricordato come la sua età anagrafica sia importante per capire il suo operato.
In questi mesi, assistiamo ad una pièce teatrale che si colloca nella tradizione del teatro dell’assurdo, poiché è a tutti evidente che c’è un governo che non ha più consistenza parlamentare per reggere l’attività di governo, che il Paese necessiterebbe di scelte di largo respiro e di lungo periodo, che non esiste un’opposizione in grado di proporre qualcosa di credibile e che, all’interno delle opposizioni, regna un marasma allucinante.
Per contro, anche nella coalizione di governo serpeggia la medesima inquietudine: tutti i parlamentari del PdL sanno benissimo che, la loro vita politica, dipende soltanto dalla sopravvivenza politica di un uomo, Berlusconi, oltre il quale – per loro – c’è il vuoto.
Eppure, mai nella storia della Repubblica s’è visto tanto pathos per delle vicende politiche le quali, in definitiva, non sono poi così importanti: se un governo cade, le istituzioni della Repubblica hanno una prassi consolidata per scegliere un nuovo governo, sia passando per le elezioni, sia per trattativa parlamentare.
Non vorremmo toccare, in questa sede, argomenti “tecnici” quali la legge elettorale, poiché desideriamo approfondire meglio il tema in un prossimo articolo: è l’uomo Berlusconi che ci colpisce, nel suo dramma umano.
In fin dei conti, Silvio Berlusconi potrebbe compiere un gesto signorile ed onorevole, lasciando ad altri il giudizio sul suo operato (come, del resto, prima o dopo sarà) ed affidando ad altre persone le responsabilità che – si nota chiaramente – non è più in grado di reggere.
Ma non ci riesce: perché?
L’ex moglie, Veronica Lario, aveva avvertito per tempo che il comportamento del marito stava prendendo una brutta piega – “le vergini che si offrono al Drago” – ma era pur sempre una moglie tradita, sulle dichiarazioni della quale bisognava caricare anche i suoi vissuti, di certo non felici.
Eppure, la signora Lario (al secolo Raffaella Bartolini), ha molto probabilmente amato il marito: il loro matrimonio è durato molti anni e sono nati tre figli.
Quando, nel 1994, Silvio Berlusconi divenne per la prima volta Primo Ministro, la signora chiarì che non avrebbe ricoperto ufficialmente il ruolo di “first lady”, ed anche questa non è una novità: Carla Voltolina, moglie di Sandro Pertini, non volle mai ricoprire il ruolo.
Se le dichiarazioni della Lario possono essere considerate un evanescente tratteggio psicologico – la signora è molto riservata nelle sue dichiarazioni, quando lo fece fu perché aveva, probabilmente, “fatto il pieno” – le successive “avventure” di Berlusconi hanno confermato, almeno in alcuni tratti, la rappresentazione che fornì la moglie.
Qual è, dunque, il “male oscuro” che opprime Berlusconi?
La paura.
Le mosse politiche di Silvio Berlusconi nascono tutte da un quadro di fobie: paura che gli “rubino” l’impero mediatico, paura di finire nella polvere, paura d’essere dimenticato, paura di non essere più al centro dell’attenzione.
Se le ricostruzioni del “Rubygate” sono vere, mostrano un penoso gruppo di vecchietti che palpeggiano le ragazzine, con l’eunuco Lele Mora a ricoprire il ruolo dei suoi pari negli harem: un quadro agghiacciante non soltanto sotto l’aspetto della morale, perché più importante è valutare quale ancora sia l’equilibrio psicologico dell’uomo che dirige la Nazione.
In definitiva, l’uomo Berlusconi è una persona che non sa vivere con se stesso, che ha risolto il suo dramma esistenziale creando più avatar, più ectoplasmi di se stesso ai quali ha finito per credere: nelle intercettazioni, le serate (che, sinceramente, non sapremmo se definire poi “così divertenti”) erano definite confidenzialmente “programmi”, con una con-fusione terrificante fra la realtà e l’apparenza.
L’uomo che ha creato la “vita nel format” ha finito per diventare un semplice attore – seppur “il” protagonista – del reality che aveva creato oppure, come suggeriva sempre la Lario, della vita “spericolata” che qualcuno ha diligentemente orchestrato intorno alla sua persona.
A monte, soprattutto per un uomo di quell’età, c’è sempre e solo una paura, e tutti sappiamo quale essa sia.
Forse è già troppo tardi per consigliare a Silvio Berlusconi un’attenta analisi delle opere di Ingmar Bergman, tanto meno possiamo sperare che riesca a ritrovare la flemma di Max von Sidow ne “Il Settimo Sigillo”: non si calcano le scene come il cavaliere Antonius Block se, prima, si è trascorso tutto il tempo nell’esaltazione della vanità.
Perciò, siccome riteniamo che prendere coscienza del suo fallimento esistenziale sia oltre le sue possibilità culturali, ci rivolgiamo agli Dei affinché concedano, come s’usava supplicare nel Mondo Antico, il celeste dono dell’Oblio.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dell'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento alla Legge 22 Maggio 2004, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza fini di lucro.
20 commenti:
Carlo
non sai quanto io sia d'accordo con te sulle cause della sessuomania compulsiva del Figantropus Arcorensis. E questa sua paura è l'unica cosa che lo umanizza un po'.
Anni fa lessi un'intervista ai tre figli di Veronica Lario che mi turbò non poco.
Una delle ragazze, credo Barbara, affermò che quando Papi andava a casa, dormivano tutti insieme sul suo lettone, il satrapo ed i tre figli.
Soltanto la sua giovane età e l'inesperienza, unite ad ignoranza, le impedivano di percepire quanto di malato ci fosse nel comportamento di un uomo che favoriva la vicinanza, il contatto notturno con le figlie adolescenti, e quanto questa fosse una forma di appropriazione di energie giovanili, una specie di vampirismo energetico assolutamente deprecabile.
Mi sono sentita stringere il cuore, come donna e come madre.
Di certo il satrapo era consapevole di ciò che faceva, dal momento che pratica la magia sessuale egizia (che potrebbe spiegare anche a noi), ma le ragazzine erano del tutto ignare.
Non si tratta dunque di essere dei moralisti, ma di riconoscere ad ogni individuo il giusto rispetto e dignità. Cosa che l'homunculus non riesce proprio a fare, nel suo parossistico bisogno di appropriarsi di energie giovani per contrastare la sua decrepitezza fisica e la paura della morte.
Grande film "Il settimo sigillo",
io ci sono cresciuta, dall'adolescenza in poi. Ed ancora oggi ogni tanto lo rivedo.
Ma a Papi non piacerebbe: lui preferisce Alvaro Vitali, e Boldi e De Sica.
Forse Mahmoud non sarebbe d'accordo sui riferimenti costanti all'Harem che l'opinione pubblica, facilmente, utilizza per spiegare o giustificare il comportamento sessuale del Premier e dei suoi amici ottuagenari.
Si sono forse risvegliati ai piaceri della carne a causa della noia del potere o della tristezza nella senilità che gli avidi di fama e gloria sentono sopraggiungere nel bel mezzo del loro declino inevitabile?
L'immortalità è il dono a cui aspirano i folli, un'eternità della carne, di una completa esperienza sensoriale che si protragga senza limiti nello spazio e nel tempo.
E in questo insano desiderio terreno vi è il seme della pazzia, che diviene malvagità se, a quell'incontrollabile mania, ci si vota anima e corpo, nutrendosi della linfa vitale di un intero popolo.
Carlo ci offre una chiara immagine di un uomo vittima delle sue aberrazioni, schiavo di un inferno algido, nel quale, non a caso, Dante poneva i traditori del popolo e della patria:"La Ghiaccia del Cocito", nel IX° cerchio infernale - CANTO XXXII.
Altresì, è evidente l'assenza di qualsivoglia pentimento o ripensamento: l'importante, in quest'epoca di matti arroganti e presuntuosi che ci "rappresentano", è celebrare la propria mediocrità, urlare sempre e comunque la propria innocenza.
Nè reo nè reato, nè processo nè giudizio, questo è il peggior risultato del pensiero debole post moderno e la peggiore interpretazione teatrale dell'uomo che lo rappresenta nella sua forma mediatica più scadente.
buonanotte
blackskull
p.s
Alla domanda che il Mannheimer ha rivolto a un campione di Italiani di età compresa tra i 20 e i 98 anni:
"Cosa fanno due ottantenni e un eunuco con 28 strafighe che gli girano nude tra i piedi?"
Gli Italiani hanno risposto così:
il 3% ha dichiarato......boh!!
il 46%, per lo più donne separate o divorziate, ha detto...... schifo!!
il rimanente 51%, uomini.. INVIDIA!
Per correttezza di analisi dobbiamo riportare l'unica risposta che non può essere inserita nel grafico:
"Si fanno i c...i loro", attribuita all'onorevole Santanchè, in netta antitesi con il campione di donne intervistato..( forse la chirurgia plastica ha aggiunto invece di togliere?)
Il commento di Marchionne,pensando si trattasse di un referendum sul destino di "Azienda Italia":
"Ha votato la maggioranza dei lavoratori."
Ogni riferimento a matti, cosce e tardoni è puramente casuale.
Il Berlusca a letto con i figli di secondo letto!!
Roba da non crederci.
Passi per le due figlie adolescenti, perchè ormai è chiaro a tutto il mondo l'indole del nostro amato premier.
Ma che ci faceva Giggetto, il terzogenito figlio masculo, nel lettone con il papà?
Abbiamo forse scoperto il lato oscuro ed ancora inseplorato di S.B.? E già!
Ciao,
Alex
Acrescre, acrescere, acrescere
P.S.: Comunque io, su cosa facessero S.B. ed i suoi tre pargoli nel lettone, un'idea ce l'avrei: 'na bella dormita.
Vorrei segnalare
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=135769
penso sia degno di nota...
scusate ma dimentico sempre la spunta per i commenti...
Hai ragione Eli: inviterei a non sottovalutare le avventure degli apprendisti stregoni, perché sono le più foriere di tempeste.
Come sempre, il Nostromo mette in riga l'equipaggio...e con quali sermoni!
Sulla questione di Miotto ci sono due, diversi punti di vista: emotivamente - nonostante io abbia il "piede marino" sono nato con gli sci ai piedi - mi sento vicino a lui perché Alpino.
Ma non dimentico le parole di Togliatti: se i "cari" Alpini fossero giunti a Mosca, che fine gli avrebbero fatto fare?
Eh, che casino la Storia e l'emotività. Che casino la grappa. Che casino la vita.
Buonanotte
Carlo
Sulla paura della morte, che guida le azioni del nostro, alla continua ricerca della conferma della propria esistenza, in quanto invidiato da tutti gli italiani per il suo stile di vita, concordo senza problemi, per quanto poi gli italiani che veramente lo invidiano sono molti di meno di quanto si pensi. Quello che nonostante tutto faccio fatica a comprendere, ogni volta che si affronta questo discorso, è perché uno così, con tutti i mezzi che ha, non decida di andarsene con ruby e tutte le altre in un qualsiasi atollo di quelli in cui ha casa, a godersi i festini che tanto gli piacciono. Qualche tempo fa dicemmo che in effetti noi poveri mortali non abbiamo veramente idea di cosa sia la vita di queste persone, il loro modo di pensare e di vedere le cose, e anche questo è certamente innegabile. Ma quando persino in casa tua c’è chi mette in discussione il tuo stile di vita, visto che si tratta di una moglie che bene o male è stata con te per un bel po’ di anni e soprattutto con te ha messo al mondo tre figli, ci deve essere qualcosa che va persino oltre la normale patologia psichiatrica.
Ma forse la realtà è più semplice di quanto immaginiamo: se persino Ruby e le altre riescono a usare B. come un bancomat senza che lo stesso abbia un apparente moto di ribellione, non c’è da stupirsi se poi tutta la sua corte riesce a tenerlo in piedi a forza. Di fatto B. si è già squalificato da solo, e questo è di certo il primo passo, ma è tutto il suo contorno che ora va sradicato in maniera molto più determinata di quanto sia stato fatto finora
Previsione.
Dopo la caduta sei mesi di love love love, inaugurazioni di statue dei santi laici da Bertoli a Fonzie,serate Tv con Dacia Maraini che legge il Freud minore,Olimpiadi di tronchi umani, Pigmei mezzobusti ai telegiornali con sole notizie di alterità. Poi restaurazione napoleonica con la virago di Segrate che eviscera in sala mensa Mondadori l' impegnato e ne mangia i testicoli mugugnando "Papà sei vendicato".
Nel libro - che poi ha reso famoso Travaglio- "l'odore dei soldi" viene riportato forse l'unica deposizione di AlzodiTacco nel tribunale di Torino.
Dall'uscita del libro e' passato parecchio tempo ma le gag elargite al pubblico nella sua deposizione sembrano uscite dalla penna arguta di Eduardo: letteralmente esilarante, da scompisciarsi dalle risate.
Dico questo per riportare un pò le cose nella loro normalità fattuale.
Il piccoletto, fin dai tempi della banca rasini, ove lavorarva il padre, passata poi alla banca di lodi, millantava ma a distanza dal suo protettore (Craxi).
E nonostante i Veltroni , nell'84 passò all'organizzazione dopo la morte di E.Berlinguer, attore determinante nell'approvazione del secondo decreto Craxi, i Pillitteri e lo stesso Craxi, divenuto l'uomo più potente d'Italia, e la stessa legge Mammì, il piccoletto se la passava male.
Anzi malissimo: alla soglia degli anni 90 il suo impero era di carta pesta,ormai bastava un soffietto per portare il castello nelel cancellerie fallimentari, oberato come era da oltre 7mila miliardi contro 1/3 di patrimonio consolidato. Nel poi si ergono in compagnia sempre del Veltronico, d'alema,violante ed altri comprimari.
Questo era il grande imprenditore che si è fatto da se.
dal punto di vista sociologico risulta macroscopicamente evidente una cosa, che poi e' una costante della sua vita: una amoralità che e' assimilabile, solo per darne contezza, alla psicopatia sociale.
L'amorale ha un vantaggio enorme rispetto allo stesso immorale ed anche nei confronti del criminale: non teme ripensamenti, crisi di qualunque tipo. E' esente da possibili rimorsi, ma sfrutta tutto l'armamentario disponibile per affabulare e gabellare.
due sono poi stati i fattori determinanti, ed in entrambi i casi, c'e' la mano del vertice storico post Berlinguer dell'ex PCI
Il regalo delle frequenze (d'alema) e la quotazione (molto pilotata ) in borsa.
Ma non sarebbero bastati neanche questi enormi regali a salvarlo se in suo soccorso nel 94 non fossero intervenuti ANCORA LORO nel dichiararlo eleggibile, calpestando la legge.
Il poi va considerato alla stregua del principio di condizionamento di Pavlov o più teratera del bambino viziato che si convince che alla fin fine, visto il passato, e' un suo diritto strillare per avere qualunque cosa, specie quelle cose per salvargli il kulo dal chiodo che lo vuole infilzare.
A voi il resto
Doc
Le profezie di Carlo, sulla capacità dei social network di aggregare per una lotta contro il potere costituito, si stanno avverando, ma non in Italia.
Oggi Mubarak e i suoi sodali, attaccati dalla gente comune, hanno bloccato l'accesso a Twitter e Facebook per spezzare le reni all'organizzazione studentesca e popolare, un fiume di persone in collera con il sistema corrotto che li domina da decenni, che si è riversata nelle strade del Cairo cercando di impadronirsi del Parlamento.
E mentre qui siamo ammansiti dai media compiacenti e scarichiamo musica e ci scambiamo foto dei nostri viaggi in una gara a chi è più narcisista, là si tenta la rivoluzione spaventando i forti.
Allora si può fare, verrebbe da dire.
E che aspettiamo?
Intanto, Mahmoud, fatti sentire e spiegaci questi importanti eventi storici che nella "Rabbia" di Pasolini già germinavano.
organizzare, organizzare, organizzare.
buonanotte
blackskull
Scusate la mia scarsa presenza, ma ne ho ben donde.
Sarebbe molto importante che Mahmoud ci togliesse le pelli di salme dagli occhi: che succede, dopo un millennio il mondo arabo chiede ascolto? E a chi?
Lo so, è un compito ingrato, ma anche il poco è diverso dal nulla.
Grazie, Mahmoud.
Carlo
PS: era Parmenide?
Apro un giornale Web e leggo le notizie sul Libano. Come "butta" ad Amman?
Carlo
GEAB 51
http://www.stampalibera.com/
?p=20946
buona lettura
blackskull
È vero Black, non sarei d’accordo con l’uso del termine “harem” per giustificare il comportamento sessuale del Presidente del Consiglio. Ho spiegato il motivo in un commento precedente (e rimando al libro della filosofa marocchina Fatima Mernissi “L’harem e l’occidente” pubblicato da Giunti 2009). Cerco, tuttavia, di operare una distinzione tra l’uso mediatico-televisivo di questo termine (si pensi all’ultima puntata di Kalispera) e l’impiego che ne fa Bertani, esperto del mondo abbaside. Io, da fuori, suggerirei ad ogni modo che “Salò e le 120 giornate di Sodoma” o semplicemente “Salò” è l’accezione più adatta per spiegare ciò che avviene di sera ad Arcore: quel che mi fa venire alla mente questo “orrendo” film sono le parole di una prostituta, intervistata ad Annozero, che racconta la trasformazione delle serate del Premier (tre uomini e 25 ragazze sotto i trent’anni) in orge già durante la cena, ecc.
Sai, Carlo, da una settimana voglio scrivervi circa la critica situazione nella nostra regione. Dalla caduta di Baghdad nel 2003, non ricordo giorni difficili per il mondo arabo come questi: conflitti sanguinosi tra sunniti-sciiti in Iraq; manifestazioni in Giordania ed in Egitto contro il governo e contro il carovita; la vittoria dei sudisti nel referendum sudanese; la rivolta popolare, detta anche “rivoluzione del gelsomino”, che tutti sperano possa portare a Tunisi l’unica vera democrazia nella storia della regione; dimostrazioni pubbliche in Algeria che prendono come modello quelle dei vicini tunisini. Le strade e le piazze arabe, insomma, sono in piena agitazione. La voce arrabbiata dei cittadini arabi si sente dappertutto, ed arriva diretta alla classe dirigente locale più che ai mass media occidentali, perché? I motivi, che ricordano da vicino la rivolta verde iraniana di due anni fa, sono due: da una parte, i regimi arabi che formano la cosiddetta “asse moderata” sono, a differenza degli Ayatollah, amici dell’occidente e tale alleanza non permette, almeno in termini di etica politica, la diffusione di notizie scomode provenienti da Amman o dal Cairo. Secondo, oltre alla rabbia, l’“intifada” spontanea della strada araba porta con sé idee coraggiose che hanno fini nettamente locali, e non ideologie filo-occidentali che caratterizzavano invece una buona parte degli slogan dei giovani iraniani. La gente qui, stanca della dittatura, chiede semplicemente giustizia, libertà e diritti. Tutto qui. In Tunisia, infatti, non ha vinto l’opposizione, bensì le organizzazioni locali dei diritti umani, all’avanguardia tra coloro che hanno lanciato la prima fiamma contro il palazzo del governo.
A tutto ciò si aggiungono i soliti casi più affannosi del medio oriente: quello del Libano e della Palestina. Le varie fazioni libanesi tornano a scontrarsi a causa delle eventuali future condanne da parte della Corte ONU a Hezbollah per la presunta responsabilità dell’omicidio di Rafiq Al-Hariri, il premier ucciso nel 2005. Gli scontri hanno provocato le dimissioni di 11 ministri del governo di Saad Al-Hariri (figlio di Rafik e capo della coalizione politica Movimento Futuro) e la caduta del governo. Gli USA replicano tempestivamente, annunciando che non sosterranno un governo a cui prenderà parte Hezbollah. Intanto viene designato il moderato Najib Mikati, il quale, dopo sole 12 ore dalla sua ascesa al potere, si è visto costretto a chiarire alcuni punti che interessano la Casa Bianca, Parigi e Tel Aviv, dicendo: “non sono candidato Hezbollah e non sono servo della Siria”. È vero, ma il nuovo Primo Ministro è stato sostenuto proprio dall’Alleanza pro-siriana dell’“8 Marzo”. Alla domanda sulla sua amicizia con il Presidente siriano, Mikati risponde: "Nel 2005 dicevano che ero amico del Presidente Bashar al Assad e che dunque non ero imparziale. Poi mi sono messo alla guida del governo, lavorando secondo coscienza, seguendo i miei principi e per il bene del Libano".
Purtroppo, la caduta di al-Hariri e la speranza che il nuovo leader Mikati riesca più ad unire che a dividere non rendono la situazione in Libano meno pericolosa. Rimane in ogni caso una bomba ad orologeria che può scoppiare in qualsiasi momento, diventando nel migliore dei casi come il Sudan. I vicini sionisti, intanto, aspettano ed osservano con tanta attenzione.
In collaborazione con il Guardian, la rete televisiva araba Al-Jazeera svela 1600 file segreti da cui viene a galla che l’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) offrì, tra 2008 e 2009, enormi concessioni su Gerusalemme, rifiutate però da Tel Aviv. Uno degli esempi più inquietanti è quello di Ahmad Qurei, ex premier ANP, il quale propose a Condoleeza Rice ed a Tzip Livni nel 2009 l’annessione a Israele di tutti gli insediamenti in Gerusalemme tranne Jabal Abu Ghneim!!! Questa è da considerarsi una concessione generosissima. Per non parlare dell’atteggiamento scandaloso di Saeb Erekat, capo dei negoziatori palestinesi, il quale era presente all’incontro. Al-Jazeera, considerata ora come un Wikileaks del mondo arabo, continua, tramite il sito http://transparency.aljazeera.net/en/search, a gettare ombre sull’ANP, l’unica autorità palestinese riconosciuta dall’occidente, la quale fa numerose concessioni a Sion senza chiedere uno shekel in cambio.
Queste rivelazioni mettono in luce, oltre ai documenti segreti, un fatto da non sottovalutare: il futuro dei palestinesi. Il fattore demografico manda in pieno fallimento la soluzione di “uno stato e due popoli”, così come quella dei “due stati”. Rimane in voga la terza via, sempre sottintesa, ma favorita dalle amministrazioni americane e dai governi israeliani: il mantenimento dello status quo, grazie alle negoziazioni con un’elite (scelta per essere) corrotta, tipicamente terzo mondiale, che accetta tutto pur di mantenere il divario altissimo che la separa da un popolo morto di fame. L’altra caratteristica di questa classe dirigente palestinese: l’odore del gelsomino …. le fa paura!
Approfondirò su tutto prossimamente,
ciao a tutti … spero che tua madre stia meglio, Carlo ed un abbraccio a Black
Mahmoud, Amman.
Grazie Mahmoud per il tuo intervento e ricambio l'abbraccio.
L'unico dubbio che serpeggia nella mia mente è che gli imperialisti vogliano creare un circolo di fuoco di guerriglia a bassa intensità nel Mediterraneo, visti anche i primi incendi sociali in Albania.
Certo, una situazione d'instabilità geopolitica in quest'area, allontanerebbe le mire espansionistiche commerciali della Cina nei porti chiave del Mare Nostrum.
Se questi moti avanzeranno, e mi auguro in maniera totalmente spontanea e non stimolati da interventi di intelligence segreti come le guerre balcaniche ci hanno abituato (anche lì ci furono rivoluzioni di piazza floreali-la Rosa in Georgia nel 2003, l’Arancio in Ucraina nel 2004, il Tulipano in Kirgyzstan nel 2005-),allora tutto dipenderà dalle risorse naturali che in questi Stati sono indispensabili per le economie emergenti.
Penso, ad esempio, all'estrazione di litio in tutte le saline nord africane e mediorientali.
Ora è più chiaro l'allargamento delle basi USA a Vicenza e a protezione dei gasdotti dell'Est.
Occhio sempre alle borse e alla stretta sui mercati finanziari dovuti alla paura inflazionistica cinese e al debito sovrano dei PIIGS, i futuri schiavi d'Europa.
Certe dichiarazioni di superamento del dollaro da parte di Hu Jin-tao, in terra statunitense, preludono forse a un conteggio di chi sta con chi nello scacchiere geopolitico-finanziario mondiale?
Ai PIIGS converrebbe e non solo a loro, mollare l'euro per una forte moneta asiatica, sdoganandosi dagli assi USA-UK, Francia-Germania e Russia.
Vedremo. A breve sentiremo le dichiarazioni di fedeltà a...di tutti gli Stati interessati da questo incendio che ci accerchia.
Inutile dire che ci sarà anche la nostra e non ci vuole grande acume per immaginare a chi leccheremo il fondo dei calzoni.
grazie a tutti
blackskull
http://www.youtube.com/watch?v=UCKVmK3Zxfk&feature=related
video in 13 puntate di Eugenio Benetazzo dal titolo ottimista:
"L'economia allo sbando"
buona visione a tutti
blackskull
Beh, Mahmoud, se gli arabi sono stanchi di bugie e corruzione, potremmo soltanto aggiungere che se Atene piange Sparta non ride.
Anche qui, a contar le lacrime e la rabbia, viene fuori un conto da inferno dantesco.
E' un panorama nuovo, nel quale gli ex colonizzatori si trovano quasi nelle stesse condizioni degli ex colonizzati.
Mi chiedo fino a che punto la "terza via" palestinese - il sostanziale immobilismo e il mantenimento dello status quo - possa ancora continuare, giacché la demografia agisce comunque.
E bisognerà capire fino a che punto le rivolte spontanee saranno in grado d'esprimere delle nuove, vere classi dirigenti.
La Tunisia è un piccolo Paese: potrebbe diventare un laboratorio sociale? Sono troppo ottimista?
Certo, in Occidente, su tutto aleggia oramai un'aria di smobilitazione, con una Cina annoiata che sta semplicemente ad osservare la sua vertiginosa ascesa.
I Paesi del BRIC hanno troppi conti in sospeso con l'Occidente, una Storia da riscrivere, nessuna voglia di fare sconti. La vicenda di Battisti insegna.
Ed abbiamo delle classi dirigenti di un livello così infimo come non mai.
Staremo a vedere.
Grazie a te ed atutti gli amici del blog.
Carlo
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