Le esternazioni di Papa Ratzinger sul preservativo – la sua inutilità, secondo il suo pensiero – hanno riattizzato fuochi mai sopiti fra la Santa Sede ed il resto d’Europa. Fuori del coro, è rimasto soltanto lo Stato della Chiesa – quello con i nuovi confini, che vanno dal Brennero a Lampedusa – mentre anche la cattolicissima Spagna ha fatto spallucce, decidendo d’inviare stock di preservativi in Africa.
Notiamo che, ancora una volta, la rivolta dei “principi” del Nord s’è fatta sentire: per fortuna, in modo meno “eclatante” rispetto al ‘500. Ci è risparmiato il sangue.
La posizione della Chiesa – non vorremmo apparire maleducati od anticlericali – ci sembra quella del medico che cura la dissenteria con i tappi: proporre la famiglia come l’antidoto alla frammentazione sociale, in Africa, è proprio curare il sintomo senza cercare la causa del male.
La frammentazione della società africana, la sua disgregazione – perché basi condivise di socialità non esistono più – ha precisi artefici, con tanto di nomi e cognomi. Si parte da Vasco da Gama per finire con Kitchener – tanto per citare due colonialisti – passando per una pletora d’avventurieri colorati dalla scia del sangue.
La Chiesa Cattolica, in quei secoli – ricordiamo il Concilio di Trento (1545 – 1563), la “pubblicità” (necessità di pubblicazioni) del matrimonio, dunque il non riconoscere i matrimoni fra africani, quindi la possibilità per i negrieri di separare le famiglie – ha immense responsabilità nel lungo calvario dei neri.
La seconda parte delle dichiarazioni di Ratzinger è rivolta contro gli integralismi: ora, nessuno difende qui l’integralismo, inteso come l’essere refrattari all’altrui credo, per finire nel maleodorante stagno del “noantri” e basta.
Dobbiamo però riconoscere che le uniche istanze di ricostruzione di una cultura non europea, non bianca, non importata – in Africa – giungono dall’Islam. Molte scelte degli islamici non ci piacciono, ma riflettiamo che avvengono in un panorama deserto, una tabula rasa dove – come affermò Léopold Sédar Senghor, ispirato poeta e politico africano – “Il ventre delle donne africane, la cassaforte di una cultura lunga 30.000 anni, fu violata”.
Oggi, chi violò, pretende di possedere le miracolose “chiavi” per riaprire il forziere: non esiste più nessun forziere, c’è invece da ricostruire la società africana su nuove basi, che solo loro potranno trovare e scegliere. Il fenomeno delle Corti Islamiche somale ne è – con tutti i limiti “naif” del caso – un esempio, e noi occidentali armiamo gli etiopi per distruggerle, per riportare tutto al nostro dominio neocoloniale.
Da ultimo, notiamo che solo lo Stato della Chiesa Esteso non si pronuncia, forte di quel “cuius regio, eius religio” stabilito ad Augusta (1555) per dirimere le diatribe fra Protestanti e Cattolici. Evidentemente – vista l’aperta confessione del Gran Ciambellano Papalino di Palazzo Chigi – siamo rimasti soli: chiederemo la revisione della Pace di Augusta?
Bisognerà radunare nuovamente i principi tedeschi, dalla Sassonia alla Renania, qualche Asburgo, più un messo pontificio (qui, non ci sono problemi) ed un po’ di comparse.
Il sottoscritto si candida, sempre che non vi siano più autorevoli richieste, per svolgere il compito d’amanuense, scrivano, imparziale segretario del nobile consesso. Sarebbe così divertente che lo farei gratis.
Notiamo che, ancora una volta, la rivolta dei “principi” del Nord s’è fatta sentire: per fortuna, in modo meno “eclatante” rispetto al ‘500. Ci è risparmiato il sangue.
La posizione della Chiesa – non vorremmo apparire maleducati od anticlericali – ci sembra quella del medico che cura la dissenteria con i tappi: proporre la famiglia come l’antidoto alla frammentazione sociale, in Africa, è proprio curare il sintomo senza cercare la causa del male.
La frammentazione della società africana, la sua disgregazione – perché basi condivise di socialità non esistono più – ha precisi artefici, con tanto di nomi e cognomi. Si parte da Vasco da Gama per finire con Kitchener – tanto per citare due colonialisti – passando per una pletora d’avventurieri colorati dalla scia del sangue.
La Chiesa Cattolica, in quei secoli – ricordiamo il Concilio di Trento (1545 – 1563), la “pubblicità” (necessità di pubblicazioni) del matrimonio, dunque il non riconoscere i matrimoni fra africani, quindi la possibilità per i negrieri di separare le famiglie – ha immense responsabilità nel lungo calvario dei neri.
La seconda parte delle dichiarazioni di Ratzinger è rivolta contro gli integralismi: ora, nessuno difende qui l’integralismo, inteso come l’essere refrattari all’altrui credo, per finire nel maleodorante stagno del “noantri” e basta.
Dobbiamo però riconoscere che le uniche istanze di ricostruzione di una cultura non europea, non bianca, non importata – in Africa – giungono dall’Islam. Molte scelte degli islamici non ci piacciono, ma riflettiamo che avvengono in un panorama deserto, una tabula rasa dove – come affermò Léopold Sédar Senghor, ispirato poeta e politico africano – “Il ventre delle donne africane, la cassaforte di una cultura lunga 30.000 anni, fu violata”.
Oggi, chi violò, pretende di possedere le miracolose “chiavi” per riaprire il forziere: non esiste più nessun forziere, c’è invece da ricostruire la società africana su nuove basi, che solo loro potranno trovare e scegliere. Il fenomeno delle Corti Islamiche somale ne è – con tutti i limiti “naif” del caso – un esempio, e noi occidentali armiamo gli etiopi per distruggerle, per riportare tutto al nostro dominio neocoloniale.
Da ultimo, notiamo che solo lo Stato della Chiesa Esteso non si pronuncia, forte di quel “cuius regio, eius religio” stabilito ad Augusta (1555) per dirimere le diatribe fra Protestanti e Cattolici. Evidentemente – vista l’aperta confessione del Gran Ciambellano Papalino di Palazzo Chigi – siamo rimasti soli: chiederemo la revisione della Pace di Augusta?
Bisognerà radunare nuovamente i principi tedeschi, dalla Sassonia alla Renania, qualche Asburgo, più un messo pontificio (qui, non ci sono problemi) ed un po’ di comparse.
Il sottoscritto si candida, sempre che non vi siano più autorevoli richieste, per svolgere il compito d’amanuense, scrivano, imparziale segretario del nobile consesso. Sarebbe così divertente che lo farei gratis.
13 commenti:
Io vorrei però sapere perché il Papa, che in fondo, oltre che massima autorità cattolica è anche un capo di stato, non ha il diritto di dire quello che pensa, anche, al limite, che a suo avviso i preservativi non sono la soluzione del problema Aids, in Africa e tantomeno altrove.
Qui si scivola, spesso senza rendersene conto, nel totalitarismo. Non è il comunismo, non è il nazismo, è il "pensiero unico" libertario e liberista.
Il Papa se non altro prende sul serio gli africani, e li tratta come veri membri della comunità dei santi. Inviare (come ha fatto il governo spagnolo) i preservativi in dono è solo stupidamente oltraggioso.
E anch'io, nobile capostipite di Bertania, ho il diritto di dire la mia. Posso essere sciaguratamente illuminista? O no?
Ciao
Carlo
Per una volta sono d'accordo col Papa, anche se per ragioni leggermente diverse dalle sue.
I profilattici sono aggeggi scomodi e poco adatti a quello per cui sono stati concepiti, dunque non rappresentano la soluzione ottimale al problema AIDS/contraccezione. Penso che l'ingegno umano possa (e debba) trovare di meglio.
Con tutto il rispetto tanto per la chiesa quanto per i fan dei palloncini.
Saluti
S.
Puoi essere quello che vuoi Carlo, infatti non ce l'ho con te, ma con tutti questi "soloni" di governanti dell'Unione Europea...
A parte le visione ideologiche e/o fideistiche, il preservativo è, a mio avviso, un problema che riveste più che altro la sfera delle libertà personali e delle scelte individuali. Non si può certo ritenere che il preservativo possa essere la risoluzione di problematiche sociali vaste e complesse come quelle del contollo demografico e del controllo delle malattie infettive. Credo che inviare container di preservativi in Africa faccia bene a molte persone: a proprietari delle fabbriche che li producono, ai lavoratori delle fabbriche che li producono, a chi affitta gli spazi portuali per i container,a chi trasporta i container, ecc., ma non cambi nulla per la vita degli Africani.
Dal punto di vista del controllo demografico l'ingegno umano ha già trovato la soluzione: si chiama sviluppo tecnologico e culturale. In estrema sintesi, in una società contadina arcaica, in cui la fonte energetica primaria è la forza muscolare umana, si fanno ovviamente tanti figli: c'è bisogno letteralmente di forza lavoro. Le donne, oltre a contribuire al lavoro manuale, sono anche completamente "assorbite" nello svolgere il compito riproduttivo. Viceversa, una società avanzata tecnologicamente ha a disposizione diverse fonti energetiche molto più efficaci di quella muscolare e dunque non avverte più l'urgenza di fare otto/dieci figli.
Se invece di continuare a sfruttare ferocemente l'Africa, le consentissimo di potersi evolvere, questo problema si risolverebbe.
Per quanto riguarda le malattie infettive il discorso è molto simile, poichè, a differenza delle società arcaiche, le società evolute sono in grado di adottare adeguate misure igieniche e di prevenzione che fanno si che le malattie infettive restino molto ben circoscritte (forse troppo bene, qualche bella pandemia qua e là ogni tanto fa bene al PIL).
Per l'AIDS, il discorso è un pò diverso,o forse è sempre lo stesso. A quanti fa comodo dichiarare che esistano 20-30-40-50-60 (e chi più ne ha più ne metta) milioni di persone malate? Alla Chiesa, ad esempio, fa comodo, per declamare le sue invettive. Poi se queste persone siano veramente malate o meno non è in fondo così importante.
E poi, ragazzi, la Chiesa è interessata alla salvezza dell'anime e non al benessere del corpo. Anche quando parla di corpo, lo fa perchè ha in mente l'anima da salvare. Sempre e comunque. Il suo business è questo. A me l'anima, please.
Ciao a tutti,
Alex
Mi domando, con vero spirito cristiano, come si possa essere insensibili alle sofferenze di quelle popolazioni martoriate dalla malattia.
E ci facciamo pure sopra dei ricami ideologici?
Se anche una sola persona riesce ad evitare il contagio grazie al preservativo, ben venga il preservativo!
Chi ha il diritto di porsi sopra le genti, la sofferenza, gli orfani, e per quale diritto?
Divino? E di quale Dio?
Dov'è finita la vera pietas, per il Flakpanzer Ratzinger?
Il primo ad essere marcio d'ideologia è proprio il papa di Roma, non altri.
Sono cose che mi fanno andare in bestia.
Ciao a tutti
Carlo
Gentile Sig. Bertani, innanzitutto vorrei scusarmi se esordisco nel suo blog non scrivendo sull'argomento del post.
Mi sono appena iscritto al suo blog, dopo aver seguito da diversi mesi la sua attività, libera e onesta, di scrittore e di articolista.
Non voglio tediarla oltre, presto comincerò ad inserire i miei commenti,ma tenevo molto a manifestarle la mia personale stima:non si arrenda mai Bertani, lei è una persona retta, culturalmente preparata e con una buona dose di humor:la ritengo un piccolo faro per chi ancora come me non si è arreso al buio del rincoglionimento scientifico che ogni giorno ci propinano sotto le più svariate forme.
Con stima e affetto.
Ok Filippo, vedo - dal nick che hai scelto - che l'ironia in "retrospettiva storica" non ti manca.
Ci sentiamo
Carlo
Non sono mai stato convinto sulla reale efficacia del preservativo contro le malattie: "sessualmente trasmissibili".
So di fare un esempio assurdo ma se dovessi andare in guerra non userei un telo di nailon (o di caucciù) a proteggermi dalle pallottole, preferirei una bella lastra di acciaio o al minimo un sandwich di kevlar intrecciato.
Ad ogni modo questo papa, lo dico da cittadino, mi piace poco, un po' di più -invece- se lo considero da Cattolico,e questa "dicotomia" mi sta un pelo rovinando la vita e non è bene,
anche perché ci sono altri cattolici come me che subiscono lo stesso frazionamento.
Mi viene in mente un parroco, dotto, pio, umile e di grandissima Fede, veramente una persona bravissima e 'superiore' (suo malgrado) alla media...introdotto in una piccola parrocchia molto unita e 'fedele', risultò dirompente.
Le sue posizioni erano eccellenti sotto ogni punto di vista, ma si scontrarono con una 'consuetudine' o 'tradizione' diversa...gli usi dei parrocchiani (ripeto, molto devoti ed assidui) erano stati lasciati comunque 'liberi' dalla interpretazione di alcuni aspetti della dottrina...lui, invece, era più rigido e voleva una condotta rigorosamente unificata...
Alla fine i parrocchiani si spezzarono in due parti, l'una pro e l'altra dubbiosa e l'assiduità in parrocchia venne a meno.
Oggi il dotto parroco è in pensione, presenzia ancora Messe di incredibile bellezza sia dal punto di vista della Fede che della Dottrina che della Liturgia riesce a trasmettere il messaggio evangelico in un modo profondo ed accorato...incanta letteralmente.
Però la sua ex-parrocchia (che era in un piccolo borgo di montagna, qualche centinaio di persone lontane dal 'mondo', unite sopratutto grazie alla Chiesa) è ancora divisa, si sono rotti, forse per sempre, alcuni legami che tenevano assieme questa piccola società umana.
Ti posso garantire che nessuno degli ex parrocchiani parla male oppure ha qualcosa da recriminare al parroco, loro pensano che l'avvenuta 'divisione' sia il frutto di incomprensione, sia colpa loro...e forse sono nel giusto...l'ammirano tutti ed hanno anche mantenuto i contatti e spesso fanno decine di kilometri per assistere alle sue Messe nel lontano luogo del suo pensionato.
Io, quindi, non so se realmente sia stato il parroco a dividere ovvero l'incomprensione e l'abitudine dei suoi parrocchiani,
non lo so nemmeno se penso alle azioni di questo papa.
Ho invece, ancora una volta, qualche dubbio sull'azione mediatica fatta su questa dichiarazione papale.
I media di questi giorni sono pieni di 'preservativum' e dell'orribile 'padre' austriaco.
Mancano, o sono abilmente camuffate, le notizie sulla crisi, sulla galoppante disoccupazione, sul calo reale (fonte istat) degli stupri, sulla avanzante povertà, sulla disparità sociale -simile a quella Placca- italiana, dove il 10% della popolazione ha il 45% delle ricchezze ed al restante 90% delle persone non rimane che spartirsi le briciole...
Mancano sopratutto le idee le proposte, le soluzioni (queste sono cose che tu hai già detto e stigmatizzato più volte, caro Carlo) per uscire da questo 'periodo' e sopratutto per una nuova 'via' sociale.
Forse con il preservativo si potrà 'salvare' una vita, io realmente non lo so. Forse -invece- il preservativo (come spesso dicono succedere in luoghi dova la sua conservazione sia non corretta) si romperà, tradendo, chi non avrebbe mai fatto quell'incontro sessuale se non avesse avuto la "sicurezza" del preservativo, anche questo io non lo posso sapere.
E' invece certo, e ti ringrazio della tua sapienza in merito, che l'Africa sia, per noi occidentali, un luogo da depredare, sotto ogni punto di vista, fosse anche solo quello sociale e religioso.
E' probabilmente vero che anche la Chiesa abbia 'partecipato' (magari non con diretta volontà) al banchetto, dei leoni anglosassoni, francesi, spagnoli, tedeschi ed anche italiani, intavolato fin dai secoli scorsi.
Ma il mio pensiero al proposito della 'rinascita' africana non passa attraverso l'Islam che non è altro che un altro 'integralismo' ma -sempre secondo me- deve passare per forza attraverso il mondo occidentale e (di nuovo secondo il mio piccolo pensiero) la Chiesa, per tradizione, per 'scopo', per istituzione per diffusione per numero di 'seguaci' (in un modo o nell'altro) per finalità, per capacità di agglomerare uomini e soldi ed in ultimo per un pensiero più libero di quello Islamico, sia la base dalla quale partire.
ciao
RA
Mah, Roberto, non era mia intenzione fare una disquisizione tecnica sui contraccettivi.
Non giriamo intorno al problema: il senso del post è nel titolo.
Anche se Augusta non fu la panacea per i conflitti religiosi (poiché c'era un mare d'altre ragioni) fu indubbiamete una conquista sul fronte della libertà religiosa.
Ci sono una serie di "passaggi" storici che sono oggi messi in discussione, come la ragione illuminista o l'economia di Stato (frutto di due rivoluzioni).
Il problema è che tutto ci viene posto in termini di pura contrapposizione ideologica: il mondo prima dell'Illuminismo non era certo "il miglior posto per vivere", come dimostra "l'annaspare" delle culture che non l'hanno vissuto (Islam e slavi).
Oppure, gettare fango sul ruolo dello Stato in economia, per poi ritrovarci con dei banchieri a dir poco truffaldini.
Il problema non è mai di Fede - quella, ognuno di noi la vive come avventura personale - ma di codificare dei rapporti sociali che garantiscano la libertà di tutti. Per questo Augusta fu importante, e non comprendo le "intemperanze" di questo Papa: a me, che sono d'altra Fede e provengo da famiglia non cristiana, che m'importa?
I cattolici sono liberissimi di professare qual che vogliono, ma io non desidero che mi sia imposto nulla.
Per quanto riguarda l'Africa, dubito che il cattolicesimo sia in grado di promuovere alcunché: che spazio hanno nella Chiesa Zanotelli, i Comboniani e Nigrizia?
Me lo raccontano amici preti.
PS: anche qui s'è svolto l'identico copione del paese "spaccato" da due preti, e non è una questione di persone, ma riporta a quanto detto sopra.
Ciao
Carlo
Capisco la visione cattolica del nostro papa, certamente ognuno è libero di esprimersi liberamente, però si da il caso che egli influenzi la mente di molti credenti, quindi forse sarebbe il caso che usasse più attenzione prima di gettare nuovi dubbi nei suoi già deboli seguaci che vivendo maggiormente nelle aree più povere potrebbero credere che fare sesso è peccato ( mica vorrà dire questo il papa?) e limitarsi anche nell' ultimo sport che gli è rimasto accoppiarsi (o fare sesso oppure incesto chiamatelo come volete), che fatto liberamente vorrebbe dire avere qualche caso in più di epatite, aids e altre malattie infettive nonchè un indefinito numero di innocenti sparsi nelle bidonville africane.Lo so tutto ciò è demagogia è la natura che fa da bilancia insieme agli uomini e alle loro guerre.Non credete che siano abbastanza le interferenze ecclesiastiche nei nostri piani scolastici e sul nostro parlamento di un paese cosidetto "civilizzato" per poter permettere di andare ad influire su coloro che non hanno voce.Scusate la mia banalità ma anche io invierò simbolicamente un profilattico invitando questa povera gente a difendersi non solo dalle malattie ma soprattutto dall' ipocrisia di una chiesa che non ha mai voluto affrontare il problema della sessualità, riconoscendola umana anche all' interno della stessa chiesa, solo capendo ciò potrà riportare fedeli al suo sacrato e la finirà finalmente di creare distinzioni e malattie.Un saluto a tutti!!!
[Vena "polemica" ON]
Va bene, nel miliardo di cose necessarie all'Africa, nelle migliaia di persone che soffrono la fame, le malattie (malaria, epatite, febbre gialla, lebbra ecc ecc) dovute principalmente alla malnutrizione, alla "scarsità" di acqua potabile a condizioni di vita al di sotto della umana dignità...cose dalle quali -noi occidentali- stiamo ben lontani...iniziamo pure con il dare il preservativo a tutti, magari due al giorno...con tutti i dubbi sulla reale efficacia della protezione dalle malattie (efficacia tutta da dimostrare, ho cercato studi scientifici al riguardo ma di 'fidati' nessuno eppoi mi sono accorto che gli studi fatti sono tutti su popolazioni occidentali in situazioni sociali ed igieniche ottimali, e sopratutto i pochi studi che ci sono sono stati fatti con preservativi ben conservati e non messi su una mensola in una capanna con il tetto di metallo a 50 gradi all'ombra). L'importante é che gli africani siano liberi di fare il sesso che vogliono e quando e come lo vogliono visto che non sono -invece- liberi di vivere e morire in un modo almeno dignitoso...
Forse non sarà la cosa migliore (perché molti laici confondono le opere della Chiesa con la Fede) ma la Chiesa è presente in Africa in modo massiccio ed è proprio l° dove c'è bisogno: di pane, di acqua, si sanità, di istruzione, di vestiti, di giochi, anche di spiritualità, di dignità di rispetto, di amicizia, di amore...
Tutto si potrà dire ma non negare questo.
La maggior parte dei 'pro' preservativi nemmeno sa cosa e quanto stanno facendo le associazioni cristiane in Africa anche a proposito di Aids ecc..
Pochi minuti fa un mio amico mi ha detto: "oggi hai una camicia giallina, stai diventando come Povia?"
A quel punto mi sono fatto spiegare chi è Povia, della canzone che ha cantato a SanRemo delle polemiche (io non seguo nulla di ciò che è 'televisivo' e mi era 'sfuggito' tutto). Poi mi è tornato alla mente il monologo di Benigni, fatto a SanRemo, che io avevo trovato sul web.
Anche per l'argomento 'gay', a mio 'polemico' modo di vedere, ci sono dei punti che mi piacerebbe 'polemizzare': nella nostra società le famiglie non arrivano alla 4^ settimana e se continua così, forse nemmeno alla 3^, ci sono grandissime problematiche sul lavoro, sulla sanità, sulla scuola, sul 'tessuto' sociale, sulla moralità 'pubblica' eccetera...però l'importante è che possiamo correre liberi per le strade di Sodoma Gomorra?...scusate la caduta di stile ma sembrerebbe quasi come dire: "invece che in 'quel posto' ve lo metta il governo (o genericamente, la società), fatelo da voi, l'importante che non pensiate alle quotidiane miserie?"
[Vena "polemica" OFF]
Con questa storia della libertà sessuale, a mio non polemico modo di vedere, ci stanno fregando. In realtà quello che abbiamo è un appiattimento della sessualità, un suo uso indiscriminato: "media et sexus" al posto di "Panem et circenses".
Il mio consiglio, in materia di sesso, non è seguire ciò che dice la Chiesa o il Papa o il Prete di turno, basterebbe seguire quello che ci dicono le nostre mamme.
Secondo il mio modesto modo di vedere la 'materia' sesso sarebbe da lasciare in gestione, per quanto riguarda la questione morale e sociale fino a quella intima e personale, alle nostre mamme.
Le donne, ed in particolare quelle mature, hanno una marcia in più in tali faccende, non fosse altro perché non ragionano con le 'palle', ma -in genere- con il cuore.
ciao e scusate se mi sono 'sfogato' qui ma penso di essere tra amici e mi sento più sicuro nelle vostre mani
RA
ps: Zanotelli e i Comboniani: ammetto di conoscere poco l'argomento, ma conosco altre piccole associazioni cattoliche che da niente (un prete e qualche buonanima, qualche famiglia ecc), dopo una 'chiaccherata' in parrocchia, hanno messo su una rete di 'centri' di accoglienza (nel senso sopratutto di scuola, ma anche 'infermeria' e sopratutto di supporto sul luogo per chi, agricoltore o artigiano, vuol metter su 'bottega') nei punti più 'caldi' dell'Africa e del Sud America.
Hanno affrontato, e sono sopravvissuti proprio grazie all'aiuto dei 'locali' che li hanno protetti, guerre ed insurrezioni, carestie e pestilenze, odio e rancore verso 'i bianchi' che spesso li ha messi a rischio della propria vita.
Uno di loro mi ha detto che in Mozambico, durante le sommosse prima, e dopo, gli 'accordi di Roma' i 'bianchi' erano spariti dal paese e lui personalmente ha assistito agli scontri all'aeroporto di Maputo con migliaia di 'neri' che fronteggiavano alcuni elicotteri francesi che proteggevano la 'ritirata' bianca.
La gente usciva dalle case senza armi oppure con semplici bastoni, e riempiva le vie alla ricerca del 'traditore' bianco. Lui, loro, furono gli unici (ovvero i pochissimi, mi ha detto che rimasero in tutto il paese, meno di 100 bianchi) a restare, isolati ed 'accerchiati' negli stabilimenti della missione.
Dopo i primi giorni lui notò che i vicini neri portavano alla missione, a loro, qualcosa da mangiare, ma non semplici cose, anzi, piatti elaborati e prelibati. Si stupì della cosa e gli fu risposto:" voi siete rimasti, avete rischiato al vita per noi, vi siamo riconoscenti". Da allora la loro missione è un punto di riferimento nei ghetti di Maputo.
saluti.
Salve signora signore
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