La vicenda dell’oro della Banca d’Italia – la sua ipotetica vendita – ha subito scatenato le reazioni della Banca Centrale Europea e della Commissione Europea: “a domanda risponde”. Solo che, la “risposta”, non ci sembra quella giusta.
Si fa presto ad affermare che solo le istituzioni europee sono legittimate a decidere sull’oro delle singole nazioni: bisogna sostenerlo con argomentazioni, non con dei diktat.
Curioso il fatto che, quando si parla di oro, i banchieri si scatenino subito – in piena estate – per affermare che il malloppo è di loro proprietà.
In realtà, quell’oro era – fino al 1944, fino a Bretton Wood – la contropartita aurea della Lira: non ci sembra che l’Euro di Maastricht sia garantito da depositi aurei, come nessuna delle principali monete del Pianeta. Era quindi oro italiano, del popolo italiano.
I banchieri ci solleticano ogni giorno che passa ad abbandonare le vecchie categorie dell’economia: entrate, prego – sembrano affermare – nel nuovo, dorato mondo dell’investimento. Dateci i vostri soldi senza temere, ne faremo buon uso: poi, quando si scatenano le “buriane” immobiliari o dei fondi, la carta straccia rimane a noi, mentre a loro rimangono proprio i simulacri della vecchia economia: immobili, proprietà fondiarie, miniere, giacimenti petroliferi ed oggi anche l’oro.
I presi per il sedere della Parmalat ancora si beano di qualche quintale di carta straccia, mentre lor signori affermano che l’oro della Banca d’Italia è anch’esso di loro proprietà.
La fregatura della carta straccia già la conosciamo: non ce la fai più a pagare il mutuo? Pazienza…ci dai la casa e non ci accontentiamo. Le chiamano “sofferenze”: sarebbe proprio curioso sapere chi soffre.
Sulla vicenda dell’oro, ci pare che i signori di Francoforte non c’azzecchino molto: una simile impostazione può valere per uno stato federale (USA, ad esempio) che hanno sì una banca centrale, ma hanno anche una sola economia.
L’Europa non è nemmeno una Confederazione di Stati, non ha una sola Costituzione, non ha un Parlamento sovrano, non c’è un vero Governo in carica, non ha identica politica di difesa. L’UE vale solo, allora, per gli aspetti monetari?
L’Europa è costituita, in primis, dagli europei. Se l’oro della Banca d’Italia è oro “europeo”, allora anche le leggi sul lavoro, sul welfare, sulla protezione sociale devono essere “europee”.
Tutta la vicenda richiama ancora una volta il problema di una Costituzione che non nasce: viene sì redatta dagli apparatcik di Bruxelles, ma le popolazioni non la bevono. Perché?
Diritti e doveri, sono le basi di una Costituzione: si dà e si riceve, in un mix equilibrato, non l’oro a noi e le grane a voi, altrimenti le popolazioni non ratificheranno mai la Costituzione. Ah, per l’Italia ci ha già pensato il governo di centro/destra/sinistra a farlo per noi: non si sono nemmeno scomodati a proporre un referendum per uno degli aspetti più importanti del nostro futuro. Grazie ancora.
Si fa presto ad affermare che solo le istituzioni europee sono legittimate a decidere sull’oro delle singole nazioni: bisogna sostenerlo con argomentazioni, non con dei diktat.
Curioso il fatto che, quando si parla di oro, i banchieri si scatenino subito – in piena estate – per affermare che il malloppo è di loro proprietà.
In realtà, quell’oro era – fino al 1944, fino a Bretton Wood – la contropartita aurea della Lira: non ci sembra che l’Euro di Maastricht sia garantito da depositi aurei, come nessuna delle principali monete del Pianeta. Era quindi oro italiano, del popolo italiano.
I banchieri ci solleticano ogni giorno che passa ad abbandonare le vecchie categorie dell’economia: entrate, prego – sembrano affermare – nel nuovo, dorato mondo dell’investimento. Dateci i vostri soldi senza temere, ne faremo buon uso: poi, quando si scatenano le “buriane” immobiliari o dei fondi, la carta straccia rimane a noi, mentre a loro rimangono proprio i simulacri della vecchia economia: immobili, proprietà fondiarie, miniere, giacimenti petroliferi ed oggi anche l’oro.
I presi per il sedere della Parmalat ancora si beano di qualche quintale di carta straccia, mentre lor signori affermano che l’oro della Banca d’Italia è anch’esso di loro proprietà.
La fregatura della carta straccia già la conosciamo: non ce la fai più a pagare il mutuo? Pazienza…ci dai la casa e non ci accontentiamo. Le chiamano “sofferenze”: sarebbe proprio curioso sapere chi soffre.
Sulla vicenda dell’oro, ci pare che i signori di Francoforte non c’azzecchino molto: una simile impostazione può valere per uno stato federale (USA, ad esempio) che hanno sì una banca centrale, ma hanno anche una sola economia.
L’Europa non è nemmeno una Confederazione di Stati, non ha una sola Costituzione, non ha un Parlamento sovrano, non c’è un vero Governo in carica, non ha identica politica di difesa. L’UE vale solo, allora, per gli aspetti monetari?
L’Europa è costituita, in primis, dagli europei. Se l’oro della Banca d’Italia è oro “europeo”, allora anche le leggi sul lavoro, sul welfare, sulla protezione sociale devono essere “europee”.
Tutta la vicenda richiama ancora una volta il problema di una Costituzione che non nasce: viene sì redatta dagli apparatcik di Bruxelles, ma le popolazioni non la bevono. Perché?
Diritti e doveri, sono le basi di una Costituzione: si dà e si riceve, in un mix equilibrato, non l’oro a noi e le grane a voi, altrimenti le popolazioni non ratificheranno mai la Costituzione. Ah, per l’Italia ci ha già pensato il governo di centro/destra/sinistra a farlo per noi: non si sono nemmeno scomodati a proporre un referendum per uno degli aspetti più importanti del nostro futuro. Grazie ancora.
5 commenti:
sempre molto pungente.Bravo Carlo!
Caro Bertani,
Desidero ringraziarti, a mia volta in ritardo, per le parole di stima.
Ho visto anche il sito del "Consapevole-Macro Edizioni". Molto bene. Grazie.
Teniamoci in contatto. Buon lavoro.
Un amichevole saluto,
Carlo Gambescia
Caro Bertani,
non potresti dare piu ampio respiro e spazio al candidato alla Casa Bianca Ron Paul? Sta correndo per le presidenziali e gli sarebbe comodo un po di eco li in Italia perche' so che le tue recensioni sono molto lette.
Un grazie da un cittadino Italo-Americano.
Non mi sembra che sia nuova la strategia del ricorso alla vendita dell'oro per risanare il debito pubblico, certo non in questa misura.
Ora, se il debito pubblico fosse leggittimo nulla da obbiettare ma siccome sappiamo tutti verso chi questo debito è dovuto allora la domanda è ma fino a quanto si spingeranno per trasformare la carta straccia, come tu l'hai chiamata, in qualcosa che ha realmente un valore economico?
Fino a quando qualcuno in parlamento non si alzerà e griderà quella frase che da secoli riecheggia e che oggi sembra una bestemmia:
NO AL SIGNORAGGIO
Caro Carlo,
quando scrivi non dici mai sciocchezze. Speriamo che molta più gente apra gli occhi e capisca cosa sta avvenendo.
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