04 gennaio 2006

Fuori della notizia

La fulminea “guerra del gas” di Capodanno fra Russia ed Ucraina, terminata con una fulminea pace, impone una riflessione. Quanto vale una notizia? In altre parole, cosa ci può raccontare una notizia?
Se si tratta di qualcosa che conosciamo approfonditamente può darsi che ci dica qualcosa, ma siamo ogni giorno bombardati da migliaia di notizie: l’intero pianeta corre dietro alla notizia, alla news, allo scoop. E dopo?
Dopo, ci rimangono spesso le poche righe dell’ANSA o della Reuter – ovvero la notizia – ma quelle righe possono avere significati molto diversi, secondo il contesto dal quale sono nate, oppure dagli attributi (spesso nascosti) che non conosciamo.
Eppure sembriamo vivere solo di notizie: la fialetta d’antrace con la quale Powell cercò d’ottenere il voto del Consiglio di Sicurezza contro l’Iraq era una notizia. Falsa, ma un paio di notizie come quella che fanno rapidamente il giro del pianeta valgono quanto dieci libri o cento articoli d’approfondimento.
S’impone una riflessione approfondita non solo sulle fonti, ma anche sul valore delle notizie in sé stesse, che – private dei loro attributi naturali, ovvero del contesto dal quale nascono – valgono quanto la classica rondine che non fa mai, da sola, primavera.

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